Tumgik
#AIAct
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huntercoach · 2 months
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Ai act
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Der AI Act trat am 1. August 2024 in Kraft. Hier sind die wichtigsten Punkte und konkrete Beispiele:
Grün (Minimales Risiko) Kaum reguliert, weitgehend frei nutzbar:
Spam-Filter Rechtschreib- und Grammatikprüfung Produktvorschläge (E-Commerce) Musik-/Filmempfehlungen Automatisierte Kalenderplanung
Gelb (Begrenztes Risiko) Transparenzpflichten, Offenlegung der Trainingsdaten:
Chatbots (Kundensupport) KI-Marketingvideos Automatisierte Bildbearbeitung Textgenerierung (Content) Personalisierte E-Mail-Kampagnen
Orange (Hohes Risiko) Strenge Anforderungen, besonders bezüglich Sicherheit und Datenschutz:
Medizinische Diagnosesysteme Personalbewertungssysteme KI-Kreditbewertung Autonomes Fahren E-Learning-Plattformen
Rot (Unannehmbares Risiko) Verboten aufgrund von Risiken für Grundrechte und Ethik:
Social Scoring Systeme Emotionserkennung am Arbeitsplatz Predictive Policing Biometrische Überwachung in öffentlichen Räumen Manipulative Werbung
Handlungsempfehlungen Für Geschäftsführer ist es von zentraler Bedeutung, die Implikationen des AI Act zu verstehen und frühzeitig Maßnahmen zur Einhaltung der Vorschriften zu ergreifen. Hier sind einige praktische Schritte:
Analyse und Bewertung: Führen Sie eine umfassende Analyse Ihrer aktuellen KI-Anwendungen durch und bewerten Sie deren Risikokategorie gemäß den neuen Vorschriften. Transparenz sicherstellen: Implementieren Sie Systeme zur Kennzeichnung und Offenlegung von KI-generierten Inhalten und den verwendeten Trainingsdaten. Compliance-Programme entwickeln: Erstellen Sie interne Compliance-Programme und schulen Sie Ihre Mitarbeiter in den neuen Anforderungen des AI Act. Zusammenarbeit mit Experten: Ziehen Sie rechtliche und technische Experten hinzu, um sicherzustellen, dass Ihre KI-Systeme den neuen Vorschriften entsprechen. Proaktive Anpassung: Nutzen Sie die Übergangszeit bis zum vollständigen Inkrafttreten der Bestimmungen im Jahr 2026, um Ihre Systeme und Prozesse schrittweise anzupassen und zu optimieren.
Martin von www.Huntercoach.de
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vitrinanorte · 6 months
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Vía: Tirtha Gurung
if you had the privilege in the past era of have a Windows computer this video has previously setting "Do the evolution - Peal Jam"
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scienza-magia · 7 months
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Ai Act per deepfakes e riconoscimento facciale o biometrico 
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AI ACT, ecco il testo definitivo: gli impatti. Abbiamo il testo definitivo dell’AI Act. E’ il momento quindi di analizzare quali scenari si aprono adesso, con alcuni punti fermi che possiamo fissare. Per aziende e diritti C’è il testo definitivo dell’AI Act. Eccolo, approvato dal Consiglio UE. Sì, il testo ora dovrà passare il voto del Parlamento europeo a fine aprile 2024. Ma modifiche ormai non sono più considerate possibili. E’ il momento quindi di analizzare quali scenari si aprono adesso, con alcuni punti fermi che possiamo fissare. L’approvazione da parte del Consiglio europeo non era scontata ma, ciò nonostante, è arrivata puntuale in un momento in cui l’Unione europea è nell’occhio del ciclone per il conflitto russo-ucraino e per le proteste degli agricoltori in tutta l’Unione. La decisione di “portare a casa” questo risultato normativo ha un grande valore politico per l’attuale Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che ne aveva fatto una delle bandiere della sua presidenza a Bruxelles. Data la pressione che viene esercitata su tutti i fronti, gli Stati membri hanno deciso di chiudere una partita importante in prospettiva, dato che il mercato dei servizi connessi all’intelligenza artificiale è un macro trend epocale, come è stato evidenziato anche all’ultimo vertice di Davos del World Economic Forum. Il braccio di ferro in UE Germania e Francia, nel corso delle negoziazioni per l’AI Act, erano particolarmente interessate a proteggere le proprie startup dell’IA, per evitare che le regole bloccassero i futuri “campioni europei dell’IA”. Per rispondere alle loro preoccupazioni, a fine gennaio l’UE ha lanciato un pacchetto di misure a favore dell’innovazione per sostenere le startup europee nello sviluppo dell’IA. Alla fine si è trovato il giusto compromesso. Il ministro dell’Economia della Germania Robert Habeck ha dichiarato che Berlino si concentrerà sulla “facilità di innovazione, sulla chiarezza giuridica per le imprese e sulle necessarie strutture leggere e non burocratiche” nell’attuazione della legge. Il ministro tedesco per il Digitale Volker Wissing si è congratulato all’inizio della settimana per i “miglioramenti” apportati al testo “per le piccole e medie imprese” che “eviteranno requisiti sproporzionati e ci garantiranno di rimanere competitivi a livello internazionale”. Anche la Francia ha espresso preoccupazioni in merito al copyright e all’IA generativa, ma un diplomatico dell’UE ha dichiarato all’AFP che il testo ha raggiunto il giusto “equilibrio tra la protezione del copyright e dei segreti commerciali”. Tutela e innovazione Con l’approvazione dell’AI Act, quindi, l’Unione europea è prima al mondo a porre limiti all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e a scrivere un diritto forte di tutele per i cittadini, anche se vaste aree di impiego restano escluse dal Regolamento: su tutte, l’industria militare; tutto questo cercando al tempo stesso di tutelare l’innovazione europea. Un passo storico del Regolamento: la definizione legislativa di intelligenza artificiale Di certo la definizione di “Intelligenza artificiale” contenuta all’articolo 3 è notevole, perché costituisce la prima definizione legislativa al mondo in materia: “Il sistema di intelligenza artificiale è un sistema basato su macchine progettato per funzionare con diversi livelli di autonomia e che può mostrare adattività dopo l’implementazione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce, dall’input che riceve, come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali”. Tre le parole chiave: autonomia, adattamento, capacità di influenzare l’ambiente. Si legge nel testo dell’AI Act che la definizione di sistema di intelligenza artificiale di cui all’articolo 3, paragrafo 1, “è stata modificata per allinearla maggiormente al lavoro delle organizzazioni internazionali che si occupano di intelligenza artificiale, in particolare l’OCSE. Inoltre, il corrispondente considerando 6 dettaglia ulteriormente le caratteristiche principali della definizione e chiarisce che essa non è destinata a coprire i sistemi software tradizionali più semplici o gli approcci di programmazione, che si basano su regole definite esclusivamente da persone fisiche per eseguire automaticamente operazioni. Inoltre, la Commissione è stata incaricata di elaborare linee guida sull’applicazione della definizione di sistema di intelligenza artificiale”. La definizione di intelligenza artificiale è stata e sarà oggetto di discussione, tanto da essere stata inserita tra gli elementi più rilevanti del “compromesso” (Main elements of the Compromise) e il tema saliente è che “la definizione non intende coprire i semplicemente sistemi software tradizionali o gli approcci di programmazione più semplici, che si basano su regole definite esclusivamente da persone fisiche per eseguire automaticamente operazioni”. La Commissione europea potrà “colorare” questa definizione tramite organismi che emaneranno linee guida, secondo lo spirito del Considerando 5 del Regolamento (che consta di tre pagine e mezzo di indicazioni). I diritti civili del futuro sono già presente: riconoscimento facciale e biometria Tra i temi più impattanti e discussi dell’AI Act c’è l’impiego dell’intelligenza artificiale per il riconoscimento facciale e per la lettura biometrica in generale. Oltre alle pratiche vietate dall’articolo 5, su cui a lungo si è discusso e si discuterà, c’è l’uso dell’AI per fini di giustizia, regolata dall’articolo 29. In questo caso assisteremo ad un procedimento simile a quello già conosciuto per le intercettazioni telefoniche, che prevede una richiesta effettuata dall’autorità giudiziaria ed un vaglio da parte di un’autorità terza, giurisdizionale o indipendente, a seconda del diritto dello Stato membro. Anche su questo già molto si è scritto, e molto si scriverà. L’AI Act, inoltre, vieta il social scoring, ossia il sistema che attribuisce diritti – o li toglie – in base al comportamento del cittadino: questa pratica, adottata massivamente e largamente accettata in Cina, non farà ingresso nell’Unione europea; da notare che senza l’IA questo modello di società non sarebbe concretamente realizzabile. Gli impatti per le aziende, per i lavoratori e per i professionisti Il lato business è quello, forse, più interessato dal Regolamento, perché determina perimetri chiari e delinea responsabilità precise per chi impiega software di AI. Com’è ormai noto, la legge dell’UE regolamenta i sistemi di IA sulla base di valutazioni del rischio dei modelli software coinvolti, che dovranno essere effettuate dalle aziende stesse. Più alto è il rischio identificato per i diritti o la salute delle persone, ad esempio, maggiori saranno gli obblighi dei sistemi. L’automazione non è certo una novità, ma da quando ChatGPT è diventata una app alla portata di chiunque,  l’intelligenza artificiale ha iniziato a spaventare gli operatori di quasi tutti i settori, dai dipendenti ai professionisti. Secondo Davide Cuttini, Ceo di OVR, l’avvento dell’AI “Professionalmente sicuramente sarà come una nuova rivoluzione industriale: il progresso va avanti e task ripetitivi e di basso livello saranno i primi ad essere rimpiazzati come è successo con le macchine a vapore”. “Modelli linguistici generativi possono ovviamente toccare in maniera trasversale diversi ambiti lavorativi: questa trasversalità spaventa perché è difficile di misurare il potenziale impatto nel breve periodo”, continua Cuttini. Proprio perché l’impatto nel breve non è misurabile e nel medio periodo è difficilmente valutabile, la normativa sull’impiego dell’IA e sui relativi divieti crea un alveo applicativo cui le aziende potranno e dovranno adeguarsi sia per non incorrere in sanzioni gravissime, sia per non restare escluse dai macro-trend economici del momento. Un passo storico, ecco perché Il passo storico, decisivo, verso l’attuazione di alcune leggi della robotica è stato fatto, anche se come detto manca l’approvazione formale del Parlamento europeo. Con tutti i distinguo del caso, l’AI Act è, dio gran lunga, la normativa più avanzata al mondo in materia di intelligenza artificiale e, anche se dispiegherà pienamente i propri effetti tra circa due anni, non si può negare che verrà applicato, in concreto, da subito. Non è pensabile, ad esempio, che un Comune possa installare telecamere con tecnologia a riconoscimento facciale senza essere sanzionato pesantemente dall’Autorità Garante per il trattamento dei dati personali. E, infatti, prima ci si muoveva in un contesto di aspettativa e di quasi vuoto normativo, ora siamo in pieno ed esplicito divieto di diritto, anche se non ancora vigente. Idem per le pratiche di webscraping e per i deepfake senza esplicita indicazione della manipolazione tramite AI: i controlli e le contromisure saranno immediati, anche se non saranno le soluzioni definitive. In questo senso, era necessario, per la Commissione europea, dare un segnale forte in vista delle elezioni europee del 2024, quando l’AI Act sarà stato approvato ma non sarà ancora in vigore. Read the full article
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aktionfsa-blog-blog · 9 months
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Volksbewegung schafft neue Grundrechte
40 Jahre Volkzählungsurteil
Heute vor 40 Jahren erklärte das Bundesverfassungsgericht (BVerfG) das Gesetz zu einer Volkszählung in der Bundesrepublik für nichtig. Vorangegangen waren diesem wegweisenden Urteil Auseinandersetzungen darüber, wie weit der Staat in die Privatsphäre der Bürger eingreifen darf. Während die Bundesregierung als auch alle Landesregierungen mit Ausnahme des Senats der Freien und Hansestadt Hamburg das Volkszählungsgesetz für verfassungsgemäß hielten, waren im ganzen Land Initiativen gegen das Vorhaben entstanden. 
Die Menschen befürchteten den Missbrauch der gesammelten Daten, die erstmals mit Computern abgeglichen werden sollten und sie ahnten, dass sie zum "gläsernen Bürger" werden würden. Aktuelle Slogans waren damals z.B.
"Politiker fragen – Bürger antworten nicht" oder
"Meine Daten gehören mir"
Im Urteil vom 15.12.83 stellte das BVerfG an zentraler Stelle der Entscheidung (unter C II 1 a) fest:
"Mit dem Recht auf informationelle Selbstbestimmung wären eine Gesellschaftsordnung und eine diese ermöglichende Rechtsordnung nicht vereinbar, in der Bürger nicht mehr wissen können, wer was wann und bei welcher Gelegenheit über sie weiß. Wer unsicher ist, ob abweichende Verhaltensweisen jederzeit notiert und als Information dauerhaft gespeichert, verwendet oder weitergegeben werden, wird versuchen, nicht durch solche Verhaltensweisen aufzufallen. […]
Dies würde nicht nur die individuellen Entfaltungschancen des Einzelnen beeinträchtigen, sondern auch das Gemeinwohl, weil Selbstbestimmung eine elementare Funktionsbedingung eines auf Handlungsfähigkeit und Mitwirkungsfähigkeit seiner Bürger begründeten freiheitlichen demokratischen Gemeinwesens ist. Hieraus folgt: Freie Entfaltung der Persönlichkeit setzt unter den modernen Bedingungen der Datenverarbeitung den Schutz des Einzelnen gegen unbegrenzte Erhebung, Speicherung, Verwendung und Weitergabe seiner persönlichen Daten voraus. Dieser Schutz ist daher von dem Grundrecht des Art. 2 Abs. 1 in Verbindung mit Art. 1 Abs. 1 GG umfasst. Das Grundrecht gewährleistet insoweit die Befugnis des Einzelnen, grundsätzlich selbst über die Preisgabe und Verwendung seiner persönlichen Daten zu bestimmen."
Auch wenn Facebook und Google über diese Worte heute lachen - und sie tagtäglich ignorieren - dies ist durch den Richterspruch höchstes Verfassungsrecht und zu einem Grundrecht in unserem Land geworden. Das Gericht erinnert auch mit Blick auf die damals üblichen und heute noch immer vorkommenden Berufsverbotsverfahren mit folgenden Worten an die Gefahren von unkontrollierten Datenerhebungen:
"Wer damit rechnet, daß etwa die Teilnahme an einer Versammlung oder einer Bürgerinitiative behördlich registriert wird und daß ihm dadurch Risiken entstehen können, wird möglicherweise auf eine Ausübung seiner entsprechenden Grundrechte (Art. 8, 9 GG) verzichten."
Und was wurde aus der Volkszählung?
Das Gesetz zur Volkszählung 1983 war mit dem Urteil nichtig.
Im Jahr 1987 fand eine modifizierte Volkszählung statt, gegen die nur noch kleine Gruppen Widerstand leisteten. Diese stellte fest, dass 76.700 Menschen weniger in der Bundesrepublik wohnten als zuvor angenommen. Außerdem stellte man fest, dass es rund eine Million Wohnungen weniger gab als angenommen. Aus letzterem Ergebnis folgte wenigstens in Hessen ein Wohnungsbauprogramm.
2011 gab es dann einen EU-weiten Zensus, der erstmals Gesamtdeutschland umfaßte. Nur 10% der Bevölkerung wurden befragt, ansonsten wurden die Daten aus den Melderegistern abgeglichen. Trotzdem protestierten wir als Aktion Freiheit statt Angst e.V. gegen einige Fragestellungen (Zensus 2011).
Der für 2021 vorgesehene EU-weite Zensus fiel der Pandemie zum Opfer.
Fazit
Das Urteil vor 40 Jahren legte das Fundament für ein Reihe zentraler Grundrechte
Der Schutz der Privatsphäre abgeleitet aus dem allgemeinen Persönlichkeitsrecht (Art. 2 Abs. 1 i. V. mit Art. 1 Abs. 1 GG)
Die Informationelle Selbstbestimmung,
Das Grundrecht auf Gewährleistung der Vertraulichkeit und Integrität informationstechnischer Systeme
... und führte über das deutsche BDSG letzendlich zur EU-weit geltenden DSGVO.
Über die auf EU Ebene folgenden und teilweise kritisch zu betrachtenden Entwicklungen zu
Data Service Act - DSA: gültig seit Anfang Sommer 23
Data Act - DA: kurz vor letzten Änderungen
Data Governance Act - DGA: gültig seit 23.9.23
Artificial Intelligence Act AIA: noch in der Diskussion
... hatten wir unter der Überschrift Datenkapitalismus by Default bereits angefangen zu berichten.
Mehr dazu bei https://de.wikipedia.org/wiki/Volksz%C3%A4hlungsurteil und https://www.bpb.de/kurz-knapp/hintergrund-aktuell/248750/vor-30-jahren-protest-gegen-volkszaehlung/
Kategorie[26]: Verbraucher- & ArbeitnehmerInnen-Datenschutz Short-Link dieser Seite: a-fsa.de/d/3xS Link zu dieser Seite: https://www.aktion-freiheitstattangst.org/de/articles/8619-20231215-volksbewegung-schafft-neue-grundrechte.html
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Wow.. wer derzeit im Fediverse nach dem Hashtag #AIAct sucht oder folgt, der wird geradezu erschlagen mit Meinungen, Analysen und Berichten aus aller Herrenländer.
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dduane · 10 months
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Hi Diane! There’s an open letter from the German Authors Rights group, asking the German, French, and Italian governments to establish limits on AI. Anyone from around the world can sign the letter in support, but unfortunately right now there are only ~3500 signatures. Would you mind boosting? Thanks for all you do to share about what writers/artists are facing right now, especially during the Hollywood strikes. https://www.openpetition.de/petition/online/european-cultural-communities-call-for-human-centric-and-culture-friendly-ai-regulation-aiact
Absolutely! A pleasure to assist. ...And I really need to look into / talk to my MEP(s) about the proposed EU act.
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yourexpo2015 · 2 years
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I just published "The Path towards AI Regulation" in @TDataScience. CC @CEPS_thinktank @triggerproject1 #AI #ML #regulation #law #AIact https://t.co/ik8YM0dbSR
I just published "The Path towards AI Regulation" in @TDataScience. CC @CEPS_thinktank @triggerproject1 #AI #ML #regulation #law #AIact https://t.co/ik8YM0dbSR
— Marco Brambilla (@MarcoBrambi) Mar 10, 2023
from Twitter https://twitter.com/MarcoBrambi
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tumnikkeimatome · 3 months
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EUが制定するデジタル規制の枠組み、類似の法律まとめ:DMA DSA DGA DataAct AIAct GDPR ePrivacyRegultion
EUのデジタル戦略 欧州連合(EU)は、デジタル時代に適応した包括的な規制枠組みの構築を進めています。この取り組みは、デジタル経済の公正性と競争力を確保しつつ、市民のプライバシーと基本的権利を保護することを目指しています。EUのデジタル戦略の核心となるのが、一連のデジタル関連法規制です。 デジタル市場法(DMA) デジタル市場法は、大手テクノロジー企業、いわゆる「ゲートキーパー」を対象とした規制です。この法律は、巨大プラットフォーム企業による市場支配力の乱用を防ぎ、公正な競争環境を整備することを目的としています。DMAは、ゲートキーパーに対して、自社サービスの優遇禁止やユーザーデータの利用制限など、厳格な義務を課しています。 デジタルサービス法(DSA) デジタルサービス法は、オンラインプラットフォームの責任と透明性を強化する法律です。DSAは、違法コンテンツの迅速な削除、広告…
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mikyit · 6 months
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💥 The European Union’s Artificial Intelligence Act (#AIact) will allow #law 🧑‍⚖️ enforcement to use #facial 👦 #recognition #technology📡 on recorded #video 🎥 footage without a judge’s approval. ---> Going further than what was agreed by the three #EU #institutions, according to European lawmaker Svenja Hahn.
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mlearningai · 8 months
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Can AI show that it is unsure?
🇪🇺 NEW Europe AI Act
Practical examples of AIact safe prompts
#aiact
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vitrinanorte · 6 months
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Si tuvo el privilegio en la era pasada de tener una computadora con Windows, este video se configuró previamente. Feliz Día de las Matemáticas.
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scienza-magia · 8 months
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Con il calcolatore Leonardo l'AI generativa italiana
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Cineca e iGenius insieme: nasce la prima Intelligenza Artificiale generativa italiana. La nuova tecnologia, promette il fondatore Uljan Sharka, sarà disponibile prima dell’estate. Il training fatto sul supercalcolatore Leonardo, a Bologna. Sul supercalcolatore Leonardo, a Bologna, si sta allenando la prima intelligenza artificiale generativa italiana. Si tratta del modello “Italia”: un “large language model” basato sulla lingua italiana, fatto da un’azienda italiana e pensato per dimostrare che il made in Italy può anche riguardare la tecnologia profonda. Lo realizza iGenius in collaborazione con il Cineca. E il fondatore dell’azienda, Uljan Sharka, promette che sarà disponibile prima dell’estate. Una sfida gigantesca per una start up che ha cominciato a sviluppare intelligenza artificiale dal 2016 ma che aveva concentrato la sua attenzione su un prodotto che serve a facilitare la lettura e l’elaborazione dei dati aziendali. Quel prodotto, Crystal, ha ottenuto risultati tecnici ed economici significativi e la sua qualità è stata riconosciuta da Gartner. Ma con il progetto del modello “Italia”, il salto di scala per iGenius è molto rilevante. Nei prossimi mesi in effetti saranno annunciati anche i nuovi soci che stanno appoggiando Sharka in questa impresa. L’impatto dell’intelligenza artificiale generativa Un anno abbondante è passato dall’uscita di ChatGPT, una tecnologia di OpenAI che ha interessato immediatamente un centinaio di milioni utenti e che, con toni entusiastici o drammatici, ha conquistato il centro della scena nel mondo dell’innovazione. Gli analisti di varie organizzazioni e centri di ricerca hanno cercato di valutare l’impatto della tecnologia, suggerendo che avrebbe modificato le mansioni di almeno un 40% dei lavoratori o che avrebbe generato alcuni trilioni di dollari di Pil in più entro il 2030. Gli osservatori della tecnologia hanno riconosciuto in questi modelli i candidati a conquistare un ruolo fondamentale nell’interfaccia tra gli umani e le macchine. Sicché Microsoft, Google, Amazon e altri giganti hanno finanziato con decine di miliardi di dollari lo sviluppo delle tecnologie di OpenAI, Anthropic, DeepMind, mentre Meta ha sviluppato il suo modello Llama e Apple si è lanciata in una campagna di acquisizioni per restare al passo. In Cina viene segnalato soprattutto il modello 01.AI ma non mancano molte altre importanti iniziative. Tecnologie strategiche, conseguenze culturali Queste tecnologie si candidano a diventare strategiche. Potrebbero diventare l’equivalente dei sistemi operativi in una quantità di tecnologie: dalle piattaforme su internet alle applicazioni sugli smartphone, dalle auto agli elettrodomestici. E poiché questi modelli si allenano su corpora di dati linguistici, molti notano che c’è il rischio che siano portatori non soltanto di soluzioni tecniche ma anche di conseguenze culturali: il potere tecnologico si trasformerebbe in egemonia culturale? Non per nulla si sono moltiplicate le iniziative nazionali. Abu Dhabi ha lanciato un’iniziativa statale che vuole portare sul mercato il modello “Falcon”, prodotto da ai71. In Francia è partita Mistral che ha raccolto in breve tempo circa 400 milioni di dollari di investimenti. In India, intanto Krutrim, una start up ha presentato un modello multilingue e Sarvam, altra start up, ha raccolto 41 milioni di dollari per realizzare il suo modello di intelligenza artificiale generativa. Tutto questo fervore è motivato dall’importanza strategica della tecnologia, dalla sua potenza culturale e dall’attrattiva economica di poter entare in un mercato nel quale non si è ancora creato un “effetto-rete” tale da rendere impossibile tentare l’avventura in questo settore, anche se le dimensioni degli investimenti già operati rendono molto ambiziosi tutti i lanci di nuove iniziative. I punti di forza della proposta italiana Il tentativo italiano però gioca anche su altri punti di forza. A differenza di Mistral e di molte altre aziende del settore, iGenius non si lamenta della nuova regolamentazione europea, l’AI Act, e anzi la considera una opportunità. Questo è particolarmente saggio. Se infatti il prodotto di iGenius non fosse una replica di quello che c’è già, ma fosse il primo modello che rispetta le regole europee, avrebbe un vantaggio competitivo importante. E sarebbe il primo modello che non infrange il copyright e la privacy. Su questo Sharka è deciso. Dichiara che il modello “Italia” è stato allenato su dati totalmente liberi da copyright e di qualità certificata. Grazie non solo a Wikipedia ma anche alla rete di università che sono collegate a Cineca. E afferma che la sua struttura architetturale, pensata in ogni caso per garantire la privacy, consente alle imprese che volessero usarla di scaricare tutto il modello su apparecchiature proprietarie e dunque di non condividere in rete segreti industriali o altre informazioni sensibili. Queste caratteristiche potrebbero fare del modello “Italia” una soluzione diversa da quelle già prodotte e migliore per gli utenti sensibili al rispetto dei diritti umani. Niente impedisce di notare quanto possa essere difficile questa impresa. Ma è anche chiaro che con queste premesse il tentativo ha le sue possibilità di successo. E se riuscisse, dice Sharka, potrebbe essere replicato anche in altri contesti culturali. Moltiplicando la diversità culturale dell’intelligenza artificiale generativa. Perché per Sharka i rischi di questa tecnologia non sono tanto quelli denunciati dalla fantascienza: il rischio più grande è la concentrazione di potere che può determinare se non vengono realizzate importanti alternative. Read the full article
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bifamomag-blog · 9 months
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Le Futur de l'IA en Europe : Enjeux et Perspectives
🚀 Europe takes a step towards regulating #ArtificialIntelligence with the political agreement on the #AIAct. But the devil is in the detail: find out which challenges lie ahead in the ongoing technical discussions
https://x.com/cabinetsamman/status/1738157018681164226?s=46&t=v8lX2rcbKz21yiyV34hsHQ
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news247worldpressposts · 10 months
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#Breaking: "I welcome the landmark deal on the new #AIAct." @EP_President
A historic moment for digital Europe. I welcome the landmark deal on the new #AIAct. An avant-garde, responsible, comprehensive legislation that sets global standards. Europe has led and has delivered. Thank you @brandobenifei, @IoanDragosT and @Europarl_EN team. pic.twitter.com/Yjcw3x9Qer — Roberta Metsola (@EP_President) December 8, 2023 Source: X
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petnews2day · 2 years
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How to Keep Your Cat's Coat Looking and Feeling Great
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How to Keep Your Cat's Coat Looking and Feeling Great
How to Keep Your Cat’s Coat Looking and Feeling Great Cats are beautiful creatures and keeping their coat looking and feeling great is an important part of their overall health and well-being. To help you keep your cat’s coat looking and feeling its best, here are some tips to follow. Brush Regularly Regular brushing is […]
See full article at https://petn.ws/AIACt #CatGuides
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