#CAMPO DI CONCENTRAMENTO
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Auschwitz: 80 anni dalla liberazione. Una memoria che non deve svanire
La storia del campo di concentramento più tristemente celebre e la testimonianza di Jack Tavin.
La storia del campo di concentramento più tristemente celebre e la testimonianza di Jack Tavin. La tragedia di Auschwitz.Il campo di concentramento di Auschwitz, situato vicino alla cittadina polacca di Oświęcim, è il simbolo della Shoah e degli orrori perpetrati durante la Seconda guerra mondiale. Questo vasto complesso, composto da oltre 40 sottocampi, fu il teatro dello sterminio di 1,1…
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3540-kollektiv · 5 months ago
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L'oppressione dei sorbi durante l'era nazista: una distruzione sistematica dell'identità culturale
Di Riley Lewis Durante l’era nazionalsocialista, i Sorbi, una minoranza slava occidentale in Lusazia, furono sistematicamente privati dei loro diritti, oppressi e derubati della loro identità culturale. Bautzen, centro culturale dei Sorbi, fu particolarmente colpita, perdendo quasi ogni forma di autodeterminazione soraba sotto la morsa repressiva del regime nazista. Ma la persecuzione si estese…
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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Credo che il senso della vita
sia nell'amore,
nell'amore per gli altri,
nell'amore per la natura,
nell'amore per la bellezza,
nell'amore per la verità.
Credo che l'amore
sia la forza più grande che ci sia,
la forza che ci fa andare avanti,
che ci fa sperare,
che ci fa credere
che la vita ha un senso.
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3nding · 3 months ago
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Secondo me nessuno dei sopravvissuti all'Olocausto (80 anni dalla liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz oggi) si sarebbe mai immaginato che sarebbe bastato meno di un secolo per avere simpatizzanti del nazi fascismo al potere con la maschera a "commemorare" questa data oggi o utili idioti a narrare che il fascismo ha anche fatto cose buone e/o che quello dei giorni nostri è differente da quello di allora (spoiler : non lo è. Diversi vestiti e parole ma stesse belve sotto l'apparenza).
Quindi oggi sappiamo che non sono bastate le maledizioni di Levi o gli allarmi dei moltissimi che hanno spiegato "la banalità del male".
Come diceva Corrado Guzzanti "se non vedete marciare per le strade, il cappellone che spara per aria, non li prendete sul serio".
Al regime non si arrivò allora da 0 a 100 in pochi giorni ma a quanto pare se non raggiungiamo i 100 anche noi contemporanei allora il paragone non regge.
Sipario.
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colonna-durruti · 3 months ago
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Saverio Ferrari
Da quando per legge fu istituito nel 2004, il 10 febbraio, come “Giorno del ricordo” (anniversario del Trattato di pace che nel 1947 aveva fissato i nuovi confini con la Jugoslavia), per «conservare e rinnovare», come scritto, «la memoria di tutte le vittime delle foibe» e della «tragedia dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra», abbiamo assistito a una sorta di accaparramento di questa giornata da parte delle destre, con il prevalere nel corso degli anni dei fascisti. Quasi un’egemonia.
Possiamo ora dire, in sede di valutazione storica, che la decisione di inserire nel calendario nazionale questa data, a dieci giorni dalla giornata per il ricordo della Shoah e di tutte le vittime e i perseguitati del nazifascismo, abbia indubbiamente segnato una svolta facendo parlare correntemente di foibe come “Olocausto degli Italiani”. Questo anniversario è più che altro servito a nascondere le responsabilità e gli orrori del fascismo nelle vicende di Trieste, della Venezia Giulia e del confine orientale; a riscrivere e a deformare la storia di quelle terre e delle sue popolazioni; a occultare i crimini di guerra italiani e le gesta infami di chi collaborò con i nazisti; a scorporare dal contesto l’esistenza a Trieste della Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento in territorio italiano, con forno crematorio; a tentare di porre, in una specie di “dualità della memoria”, le vittime delle foibe sullo stesso piano di quelle dell’Olocausto. Una sorta di contraltare.
All’origine di questa deriva crediamo si debbano anche porre alcuni interventi, a partire dal 2007, tenuti solennemente dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che parlò apertamente di «cieca violenza», di «furia sanguinaria», di «parossismo nazionalista», nonché di «disegno annessionistico slavo […] che assunse i sinistri contorni di una “pulizia etnica”». Il tutto senza alcun riferimento alla precedente oppressione fascista delle minoranze slovene, all’invasione della Jugoslavia e ai precedenti crimini di guerra italiani commessi in quel Paese dal 1941 al 1943. Almeno 230mila furono i civili montenegrini, croati e sloveni massacrati, fucilati o bruciati vivi nelle loro case durante i rastrellamenti (alcuni storici parlano di più di 400mila), diverse migliaia i civili, uomini, donne e bambini, deportati e rinchiusi in decine di campi di concentramento (i “campi del Duce”) disseminati nelle isole dalmate, in Friuli e nel resto d’Italia.
Nella stessa celebrazione vennero, tra gli altri, decorati da Napolitano i parenti di Vincenzo Serrentino, ultimo prefetto di Zara, fucilato dagli jugoslavi nel 1947 come criminale di guerra e in quanto tale già inserito nel 1946 da un’apposita commissione d'inchiesta italiana fra i civili e i militari italiani passibili di essere posti sotto accusa presso la giustizia penale militare, in quanto nella loro condotta erano «venuti meno ai principi del diritto internazionale di guerra e ai doveri dell’umanità».
Poi, nel 2015 ci fu il caso della consegna, per mano del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, dell’onorificenza (ritirata in aprile) «per cause riconducibili a infoibamenti», ai familiari del capitano del battaglione Benito Mussolini, Paride Mori. Il capitano Mori era stato ucciso in combattimento, il 18 febbraio 1944, in uno scontro con i partigiani titini, e non “infoibato”. Questo caso svelò come su mille riconoscimenti dal 2004, con tanto di medaglia, circa trecento riguardassero militari inquadrati nelle formazioni di Salò. Tra loro carabinieri dell’esercito regio confluiti nella Rsi, poliziotti, finanzieri e volontari nella Guardia nazionale repubblicana. Il novanta per cento appartenenti a formazioni al servizio dei nazisti. Nella lista si rintracciarono anche cinque criminali di guerra.
Con il “Giorno del ricordo” così costruito, nascondendo le responsabilità storiche del fascismo, era inevitabile che riemergessero le destre peggiori e si legittimassero i criminali di ieri.
10 Febbraio 2025
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angelap3 · 9 months ago
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"Credo che il senso della vita
sia nell'amore,
nell'amore per gli altri,
nell'amore per la natura,
nell'amore per la bellezza,
nell'amore per la verità.
Credo che l'amore
sia la forza più grande che ci sia,
la forza che ci fa andare avanti,
che ci fa sperare,
che ci fa credere
che la vita ha un senso".
Etty Hillesum
“Lettere e scritti dal campo di concentramento” 1942-1943
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gregor-samsung · 2 months ago
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" Non era spudorato il mio amato padre. E per tutta la mia infanzia, l'ho amato senza esserne ricambiata. È stato un amore solitario il mio. Vegliavo su di lui, sulle sue impronte mai ripercorse, sui suoi odori segreti. Essendo lui sempre in viaggio, sempre lontano, trasformavo le mie attese in architetture complicate e aeree, tra il miraggio cittadino e la voglia di un sogno a occhi aperti. Quando tornava da uno dei suoi viaggi, io annotavo con pignoleria gli odori che si era portato dietro: di vecchie mele (l'interno dei sacchi da montagna chissà perchè ha sempre quel fondo di mela, forte, acido, incancellabile), di biancheria usata, di capelli scaldati dal sole, di libri scartabellati, di pane secco, di scarpe vecchie, di fiori macerati, di tabacco di pipa, di balsamo della tigre contro i reumatismi. L'insieme non era cattivo, anzi era dolce e inconfondibile, era il suo odore che ancora oggi mi fa sobbalzare quando lo sento in qualche angolo di casa, in qualche vestito vecchio, in qualche sacco da montagna messo da parte. Era l'odore di un uomo solitario, insofferente di ogni legame, di ogni impegno, che viaggia in continuazione da un continente all'altro.
Un pellegrino dai gusti semplici e spartani, abituato a dormire per terra, a cibarsi di niente, astemio, sobrio, ma capace anche di grandi mangiate e grandi bevute se fatte in buona compagnia, in cima a una montagna o dentro una capanna abbandonata fra le rocce vicino al mare. Qualche volta fumava la pipa ma l'odore del tabacco non lo ritrovavo nei suoi abiti. Solo qualche volta nel "ruc sac" come veniva chiamato in famiglia. In campo di concentramento lui e gli altri uomini fumavano le foglie di ciliegio arrotolate. Il sapore pare fosse amaro e bruciante. Ma l'odore mi piaceva: era leggero e profumato di fiori. L'ho amato molto questo mio padre, più di quanto sia lecito amare un padre, con uno struggimento doloroso, come anticipando in cuor mio la distanza che poi ci avrebbe separati, prevedendo la sua vecchiaia che mi era già intollerabile da allora, immaginando la sua morte di cui non mi sarei mai consolata, ma di cui scorgevo l'ombra fra le sue ciglia delicate, fra i suoi pensieri selvaggi, negli angoli delle sue labbra sottili e delicate. "
Dacia Maraini, Bagheria, (collana La scala), Milano, Rizzoli, 1993¹; pp. 42-44.
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avereunsogno-62 · 8 months ago
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«Credo che il senso della vita
sia nell'amore,
nell'amore per gli altri,
nell'amore per la natura,
nell'amore per la bellezza,
nell'amore per la verità.
Credo che l'amore
sia la forza più grande che ci sia,
la forza che ci fa andare avanti,
che ci fa sperare,
che ci fa credere
che la vita ha un senso.»
(Etty Hillesum - “Lettere e scritti dal campo di concentramento” 1942-1943)
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noneun · 3 months ago
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Noccapito...
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Cioè le Ong avrebbero difeso Hitler se Israele avesse ucciso gli ebrei stipati nei vagoni che li stavano trasportando nei campi di concentramento a morire per ordine di Hitler?
Giuro, davvero non sto capendo se questa frase abbia un senso compiuto.
Probabilmente gli autori del ficcante messaggio, proiettato sulla Piramide Cestia, volevano riferirsi al dibattito avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale riguardo la possibilità di bombardare le linee ferroviarie o eventualmente la struttura del campo (come ad esempio i forni crematori) per rallentare o ostacolare lo sterminio. Cosa che poi non è stata fatta: gli Alleati avevano già bombardato altre ferrovie ma senza grandi successi, e temevano proprio di uccidere i prigionieri se avessero bombardato i campi di sterminio.
Insomma, scrivere una provocazione dalla retorica così forzata e ipersemplificata, tanto da confondere le linee ferroviarie con i vagoni stessi, mostra solo l'ignoranza -non solo storica- di chi scrive.
E chi mai potrebbe avercela tanto con le Ong da non rileggere nemmeno gli slogan che scrive?? 🤔
Via al sondaggio!
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intotheclash · 1 year ago
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Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici. (Aldous Huxley)
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unevaguedeprintemps · 6 months ago
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"Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi
e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime;
una sorta di campo di concentramento indolore.
per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici".
Aldous Huxley
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In un discorso tenuto nel 1961 alla California Medical School di San Francisco
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italomazza25 · 4 days ago
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Tappa 4
Tappa 4 01 Maggio Linz Krems 138km progressivo 490km
Ieri sera ho fatto un giro nel centro della città e non ha nulla di speciale ma con degli edifici del 1800 inizio 900 molto belli e ben tenuti e si vede che è una città “ricca”
Sono partito alle 8 ed ho attraversato facilmente la città perché era deserta ( primo maggio), la periferia sud è molto industrializzata, principalmente siderurgia e chimica ( retaggio del regalo che aveva fatto alla città Hitler subito dopo l'Anschluss).
Per i primi 40 km le colline si allontanano dal fiume e quindi abbiamo una zona densamente coltivata, ho fatto una breve digressione a Mathausen ( campo di concentramento dove vennero assassinate 120.000 persone), non sono entrato nel memoriale perchè ormai ne ho visti molti.
Poi la valle si restringe e ritorna un po' come ieri, colline molto verdi, quasi a picco sul fiume, che obbliga a fare qualche digressione per evitare le strettoie. Qui inizia a vedersi il retaggio del Impero Asburgico: castelli, palazzi imperiali, chiese, borghi protetti.
Ho attraversato il fiume 5 volte, ma solo verso la fine della giornata ho visto movimento di naviglio: chiatte merci e navi turistiche.
Verso le 11 si è alzato un fastidioso vento che risale il fiume, forse dovuto a termiche a causa de3lle alte temperature sufficiente a ridurre la media di 2 km/ora ed a innalzare le pulsazioni di 10 battini, poi la ciliegina finale: qualche centinaio di metri molto ripidi, con una punta al 12% e pulsazioni a 150!!
Sono arrivato a Krems alle 14.45, sempre con bel tempo e decisamente caldo.
Quello che mi ha colpito è la grande quantità di gente in bicicletta ma non come da noi ( bici da corsa o mountain bike per fare allenamento) ma coppie o famiglie che vanno sulle ciclabili, magari con bici elettriche. Di tipici ciclisti nostrani decisamente pochi in rapporto agli altri.
Questa sera mi dedicherò a visitare Krems, inclusa nel Patrimonio mondiale del UNESCO.
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occhietti · 1 year ago
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TESTIMONI
Salvi per caso
LILIANA SEGRE, La memoria rende liberi
Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: "Come è potuto accadere tutto questo?", rispondo con una sola parola, sempre la stessa. Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all'ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell'atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio.
PRIMO LEVI, Se questo è un uomo
Ognuno si congedò dalla vita nel modo che più gli si addiceva. Alcuni pregarono, altri bevvero oltre misura, altri si inebriarono di nefanda ultima passione. Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, all'alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare.
HANNAH ARENDT, La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme
Adolf Eichmann andò alla forca con gran dignità. Aveva chiesto una bottiglia di vino rosso e ne aveva bevuto metà. […] Era completamente padrone di sé, anzi qualcosa di più: era completamente se stesso. Nulla lo dimostra meglio della grottesca insulsaggine delle sue ultime parole. […] Era come se in quegli ultimi minuti egli ricapitolasse la lezione che quel suo lungo viaggio nella malvagità umana ci aveva insegnato – la lezione della spaventosa, indicibile e inimmaginabile banalità del male.
Il guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali. Dal punto di vista delle nostre istituzioni giuridiche e dei nostri canoni etici, questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, poiché implica – come già fu detto e ripetuto a Norimberga dagli imputati e dai loro patroni – che questo nuovo tipo di criminale, realmente hostis generis humani, commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce male.
ELIE WIESEL, La notte
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i mei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Ormai non mi interessavo ad altro che alla mia scodella quotidiana di zuppa, al mio pezzo di pane raffermo. Il pane, la zuppa: tutta la mia vita. Ero un corpo. Forse ancora meno: uno stomaco affamato. Soltanto lo stomaco sentiva il tempo passare.
ETTY HILLESUM, Diario 1941-1943
Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite.
BRUNO BETTELHEIM, Sopravvivere
La nostra esperienza nei campi di concentramento non ci ha insegnato che la vita non ha senso, che il mondo dei vivi è un grande bordello, che bisognerebbe vivere secondo le primordiali esigenze del corpo, ignorando le creazioni della cultura. La nostra esperienza ci ha insegnato che per disgraziato che sia il mondo in cui viviamo, la differenza che esiste tra di esso e il mondo dei campi di concentramento è grande come quella tra la notte e il giorno, tra l'inferno e il paradiso, tra la morte e la vita.
PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati
Definirlo "nevrosi" [quello stato di perenne disagio del prigioniero] è riduttivo e ridicolo. Forse sarebbe più giusto riconoscervi un'angoscia atavica, quella di cui si sente l'eco nel secondo versetto della Genesi: l'angoscia inscritta in ognuno del "tòhu vavòhu", dell'universo deserto e vuoto, schiacciato sotto lo spirito di Dio, ma da cui lo spirito dell'uomo è assente: non ancora nato o già spento".
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abr · 4 months ago
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Essendo regola eterna immodificabile che gli stracci siano sempre i primi ad andare all'aria e che le galline si becchino tra loro mentre le portano al macello, non dovrebbe stupire che a picchiar gli omo e a intimidire le femen, siano i maranza second generation afroislamici.
In Svezia lo sanno da un decennio almeno; in UK non lo sa nessuno perché i pedo. sono coperti dalla polizia e se osi esternare sei complottista e ti arrestano.
Lo sanno anche le èlite non straccione per definizione; si credono esenti anche gli affluent, i prima o poi ci sarò anch'io che mi allineo obbedisco e adeguo; sono solo parco buoi, utili idioti, funzionali kapò nel campo di concentramento.
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world-vintage-music · 1 month ago
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Casablanca - Avremo sempre Parigi
youtube
110,093 views Sep 14, 2009 No description has been added to this video.
Transcript
0:00Perché il mio nome Rick Perché anche tu
0:02devi partire non capisco e tu allora io
0:04rimango qui finché l'aeroplano non è
0:06partito No no che cosa ti è accaduto
0:08ieri sera ieri sera dicevamo molte cose
0:11Tu dicevi che io devo badare a tutti e
0:12due Beh non ho fatto altro da ieri e la
0:14conclusione è questa tu devi partire con
0:16Victor tu appartieni a Lu ora ascoltami
0:19bene Ti rendi conto a che cosa andresti
0:21incontro se rimanessi qui nove
0:23probabilità su 10 Finiremo in un campo
0:25di concentramento Non è vero Luis credo
0:27che questo sia il desiderio dici questo
0:29solo per farmi partire No lo dico perché
0:31è vero cara Sì sincero anche tu sai che
0:33appartieni a Victor tu sei necessaria
0:35non solo a lui ma al suo lavoro se li
0:37parte tu rimani qui un giorno saresti
0:38presa dal rimorso non oggi forse nemmeno
0:41domani ma presto o tardi e per tutta la
0:43vita tutto è finito e i giorni di Parigi
0:47l'incanto di quel tempo svanito alla
0:49stazione quel brutto giorno l'abbiamo
0:51ritrovato Ieri sera avevo detto di non
0:54lasciarti più e non mi lasci ma anch'io
0:58ho qualcosa da fare dove io vado non
1:00Potresti seguirmi non potresti essermi
1:01d'aiuto in ciò che devo fare Ilsa le
1:04fose da eroe non mi piacciono ma tu sai
1:05bene che i problemi di Tre piccole
1:07persone come noi non contano in questa
1:09immensa
1:10tragedia un giorno
1:13capirai
1:16soo Buona fortuna bambino
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1sileno · 5 months ago
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a terezin, luogo celebre perché campo di detenzione/concentramento nazista, scrivono che non dimenticheranno mai quello che gli hanno fatto i comunisti. mi ha fatto sbuffare con un ghigno
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