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#Giuseppe Antonini
bagnabraghe · 10 months
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Il Gruppo Patrioti Apuani rifiutava il commissario politico
Massa. Fonte: mapio.net Durante il passaggio da Brigata Lupi Apuani a Gruppo Patrioti Apuani [GPA] iniziarono a verificarsi i primi contrasti all’interno della formazione. La cronaca dettagliata dello scontro che si sviluppò in seno alla formazione ci viene fornita da una relazione scritta da “Ciacco” (Tristano Zekanowski) il 17 luglio 1944 e indirizzata a Giuseppe Antonini “Andrea”. Motivo…
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collasgarba · 10 months
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Il Gruppo Patrioti Apuani rifiutava il commissario politico
Massa. Fonte: mapio.net Durante il passaggio da Brigata Lupi Apuani a Gruppo Patrioti Apuani [GPA] iniziarono a verificarsi i primi contrasti all’interno della formazione. La cronaca dettagliata dello scontro che si sviluppò in seno alla formazione ci viene fornita da una relazione scritta da “Ciacco” (Tristano Zekanowski) il 17 luglio 1944 e indirizzata a Giuseppe Antonini “Andrea”. Motivo…
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lamilanomagazine · 4 months
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Le Marche verso il futuro digitale: due appuntamenti ad Ascoli Piceno e Senigallia per discutere di banda ultra larga e leve digitali per lo sviluppo economico.
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Le Marche verso il futuro digitale: due appuntamenti ad Ascoli Piceno e Senigallia per discutere di banda ultra larga e leve digitali per lo sviluppo economico. Si terranno venerdì 8 marzo, ad Ascoli Piceno, presso la sede di Confindustria (Corso Giuseppe Mazzini n. 151) e giovedì 14 marzo 2024, a Senigallia, presso La Rotonda a mare (Piazzale della Libertà n. 23), a partire dalle ore 10.00, i due incontri sul territorio per discutere dello stato di avanzamento della Banda Ultra Larga nei comuni, per condividere i risultati dei principali progetti dell'Agenda per la Trasformazione Digitale delle Marche già completati, e delle nuove iniziative strategiche regionali derivanti dal PNRR e dalla nuova programmazione FESR. "La banda ultra larga è un pilastro fondamentale per il futuro della regione Marche – afferma l'assessore allo Sviluppo economico Andrea Maria Antonini - Questa leva, e più in generale ogni avanzamento legato alla digitalizzazione, rappresentano opportunità straordinarie per migliorare la qualità della vita dei cittadini, stimolare l'innovazione imprenditoriale, potenziare istruzione e formazione, rivoluzionare il settore sanitario. Siamo impegnati a migliorare e sfruttare le infrastrutture e le tecnologie del digitale, come basi fondamentali per la realizzazione degli interventi del PR FESR 21/27, con l'obiettivo di creare un futuro più connesso e migliore per tutti i marchigiani". Agli incontri parteciperanno, insieme all'assessore Antonini, la direttrice del dipartimento Sviluppo economico Stefania Bussoletti e la dirigente del settore Transizione Digitale e Informatica Serena Carota. Interverranno inoltre rappresentati di Anci Marche, Confindustria Ascoli Piceno e delle associazioni di categoria locali. I due appuntamenti, rivolti in particolare a imprese e pubbliche amministrazioni, saranno l'occasione per stimolare un confronto tra i partecipanti, anche in ordine alle sinergie che la digitalizzazione è in grado di creare tra i settori coinvolti. Sarà inoltre un'occasione importante di confronto per la progettualità dei comuni, relativa al bando "Servizi Digitali Integrati" del PR FESR 21/27, che prevede una dotazione finanziaria di 7.000.000 euro, di cui un milione riservato ai Comuni inclusi nell'elenco regionale dei borghi storici delle Marche. I progetti presentati hanno superato ampiamente la dotazione prevista, a riprova del grande interesse del territorio. È possibile partecipare agli eventi registrandosi e prenotando i posti disponibili al link: https://www.regione.marche.it/registrazione-eventi. Info programma del prossimo evento di Ascoli Piceno al link:... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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laura-santamaria-blog · 9 months
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DRAWINGS FROM LIGHTNING un progetto di Laura Santamaria
In-conversation event: 11 Ottobre 2023 ore 18:00 - Museo del Novecento, Milano
Collezione di Disegni / Artist Book artisti invitati:
Paola Alborghetti, Matteo Antonini, Susanna Janina Baumgartner, Marco Belfiore, Maurizio Bongiovanni, Sergio Breviario, Pierpaolo Campanini, Gianni Caravaggio, Daniele Carpi, Arianna Carossa, Jacopo Casadei, David Casini, Giuseppe Costa, Carl D'Alvia, Valentina D'Amaro, Alessandro Di Giampietro, Barbara De Ponti, Enza Galantini, Daniele Girardi, Paolo Gonzato, Michele Guido, Pesce Khete, Giulio Lacchini, Maria Morganti, Chiara Pergola, Marta Pierobon, Josephine Sassu, Laura Santamaria, Giovanna Sarti, Kristian Sturi, Marcello Tedesco, Luca Trevisani, Lucia Veronesi.
Archivio online www.upwardpositiveleaders.tumblr.com
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PH Alessandro Di Giampietro - Untitled #8 - from the series Lightning Portraits, 2015
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upwardpositiveleaders · 9 months
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DRAWINGS FROM LIGHTNING 
COLLECTION OF DRAWINGS / ARTISTS BOOK 
a project focused on contemporary drawing by Laura Santamaria
invited artists:
Paola Alborghetti, Matteo Antonini, Susanna Janina Baumgartner, Marco Belfiore, Maurizio Bongiovanni, Sergio Breviario, Pierpaolo Campanini, Gianni Caravaggio, Daniele Carpi, Arianna Carossa, Jacopo Casadei, David Casini, Giuseppe Costa, Carl D'Alvia, Valentina D'Amaro, Alessandro Di Giampietro, Barbara De Ponti, Enza Galantini, Daniele Girardi, Paolo Gonzato, Michele Guido, Pesce Khete, Giulio Lacchini, Maria Morganti, Chiara Pergola, Marta Pierobon, Josephine Sassu, Laura Santamaria, Giovanna Sarti, Kristian Sturi, Marcello Tedesco, Luca Trevisani, Lucia Veronesi. 
Forum900 - Museo del 900 - Milano
Drawings From Lightning, Collection of Drawings / Artist Book
11 Ottobre 2023 - dalle 17:00
October 11th 2023 - from 5pm
Forum900 presenta “Drawings from Lightning” - Collezione di Disegni / Artist Book (2013 - ) progetto fondato da Laura Santamaria, che riunisce le opere di 33 artisti invitati, recente donazione collettiva al Museo del 900. Il Fulmine emblema del progetto, metafora del ruolo dell’artista, è visto agire come un’arma spirituale - al quale è associato il disegno. L’evento pone le basi per una discussione sugli aspetti concettuali ed esperienziali del disegno, scelto quale veicolo intellettuale e dialettico tra artisti ed istituzioni.
Forum900 presents “Drawings from Lightning” - Collection of Drawings / Artist Book (2013 - ) project founded by Laura Santamaria, which brings together the works of 33 invited artists, recent collective donation to the Museo del 900. The Lightning, emblem of the project, metaphor of the role of the artist, is seen to act as a spiritual weapon - with which the drawing is associated. The event lays the foundations for a discussion on the conceptual and experiential aspects of drawing, chosen as an intellectual and dialectical vehicle between artists and institutions.
Testo critico di Sara Buoso
Critical text by Sara Buoso
ore 17:00 - Presentazione della collezione di Disegni, con le opere di 33 artisti invitati.
5pm - Presentation of the Drawings collection, with the works of 33 invited artists.
ore 18:00 - Drawings from Lightning - In-conversation event Museo del Novecento, Milano, a cura di Laura Santamaria
6pm - Drawings from Lightning - In-conversation event Museo del Novecento, Milano, curated by Laura Santamaria
intervengono
with the intervention of
Sara Buoso, critica e docente di Storia dell’Arte AANT, Roma / critic and teacher of Art History AANT, Roma
Chiara Milani, bibliologa e iconologa. Direttrice Biblioteca comunale di Como. / bibliologist and iconologist. Director of the municipal library city of Como.
Laura Santamaria, artista / artist
Jessica Tanghetti, curatrice e ricercatrice / curator and researcher
Giulio Verago, curatore / curator
Modera / Moderator Laura Santamaria
Museo del 900
Piazza Duomo 8, Milano
Ingresso Libero, spazio FORUM900, al piano terra del Museo.
Free entry, FORUM900 space, on the ground floor of the Museum.
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PH Alessandro Di Giampietro - Untitled #7 - from the series Lightning Portraits, 2015
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personal-reporter · 1 year
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La stagione 2023 – 24 della Scala di Milano
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Per la Stagione 2023/2024 la Scala d Milano vedrà un calendario di oltre 250 spettacoli tra Opera, Balletto, Concerti e programmazione per i ragazzi e per le famiglie, ricco di conferme ma anche di proposte inattese, completato da mostre, incontri, visite e approfondimenti per stringere ancora di più il rapporto con il nostro pubblico milanese, nazionale e internazionale. Inoltre il 2024 vedrà concludersi i lavori della nuova palazzina di via Verdi, che accoglie nuove sale prova per l’Orchestra e il Ballo, oltre che gli uffici attualmente dislocati in altri edifici, e garantisce ulteriore profondità al palcoscenico. La Stagione d’Opera 2023/2024 del Teatro alla Scala si compone di 14 spettacoli, 10 dei quali sono nuove produzioni, oltre allo spettacolo inaugurale della Stagione 2024/2025, e ci saranno 3 opere di Giuseppe Verdi e 2 di Giacomo Puccini e  con un titolo ciascuno sono rappresentati Antonio Cesti, Luigi Cherubini, Gaetano Donizetti, Ruggero Leoncavallo e Pietro Mascagni, Jules Massenet, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Nino Rota, Richard Strauss, Richard Wagner. Alle Stagioni d’Opera e Concerti partecipa una schiera di direttori del più alto livello internazionale, al Direttore Musicale Riccardo Chailly, come Alain Altinoglu, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Daniel Harding, Michele Mariotti, Ingo Metzmacher, Riccardo Muti, Kirill Petrenko, Esa-Pekka Salonen, Christian Thielemann, Lorenzo Viotti, e nel repertorio barocco Giovanni Antonini, William Christie, Marc Minkowski, Philippe Herreweghe. In campo registico il cartellone vedrà nuovi allestimenti di Daniele Abbado, Irina Brook, Robert Carsen, Davide Liver-more, Christof Loy, David McVicar, Damiano Michieletto, Chiara Muti, Lluis Pasqual e del giovane Mario Acampa per il progetto Accademia, mentre tra le riprese vanno citati Harry Kupfer, Mario Martone e Giorgio Strehler. Il repertorio italiano è al centro della programmazione dal titolo inaugurale, Don Carlo, diretto da Riccardo Chailly nella versione italiana in quattro atti scritta da Verdi per la Scala con la regia di Lluis Pasqual e che fu diretto per due inaugurazioni da Claudio Abbado, di cui cade nel 2024 il decennale della scomparsa. Seguiranno la nuova produzione di Simon Boccanegra diretta da Lorenzo Viotti con la regia di Daniele Abbado, ma anche le riprese di Pagliacci e Cavalleria rusticana nello  storico allestimento di Mario Martone con Giampaolo Bisanti sul podio e di Don Pasquale nella produzione di Davide Livermore ambientata a Cinecittà, diretta da Evelino Pidò. Nel 2024 ricorre il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini e la Scala lo celebra con nuove produzioni de La rondine, che mancava dal 1994 e sarà diretta da Riccardo Chailly per la regia di Irina Brook, e di Turandot, diretta da Daniel Harding per la regia di Davide Livermore. Sempre nell’ambito del grande repertorio italiano la nuova produzione di Guillaume Tell sarò per la prima volta alla Scala nella versione originale francese con Michele Mariotti sul podio e il debutto scaligero di Chiara Muti alla regia. Anche Médée di Luigi Cherubini, diretta da Michele Gamba, giunge per la prima volta sul palcoscenico in versione originale francese, sessantatré anni dopo l’ultima produzione diretta da Thomas Schippers con Maria Callas protagonista. Il percorso di esplorazione del Barocco italiano avviato dal Sovrintendente Meyer con le felici produzioni de La Calisto di Francesco Cavalli e Li zite ngalera di Leonardo Vinci arriva all’Orontea di Antonio Cesti, dramma per musica del 1656 di cui proprio la Scala aveva avviato la riscoperta con l’edizione diretta da Bruno Bartoletti nel 1961. Ogni anno un titolo della Stagione d’Opera è affidato agli allievi dell’Accademia e per il 2024 sarà Il cappello di paglia di Firenze, la farsa che Nino Rota trasse da Labiche. Read the full article
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giuseppe-carta · 5 years
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Alghero ScenAperta: Presentazione di Afrorisma & Cruda, incontro poetico con Giuseppe Carta e Gina Lucia Peterzon. Paradigma Nouu
Alghero ScenAperta: Presentazione di Afrorisma & Cruda, incontro poetico con Giuseppe Carta e Gina Lucia Peterzon. Paradigma Nouu
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La presentazione di AFRORISMA di Giuseppe Carta e CRUDA di Gina Lucia Peterzon, con collaborazione di Giuseppe Boy, Ignazio Chessa, Marco Malatesta, Maria Antonietta Caria, Flaminia Antonini e Saskia Peterzon.
L’8 dicembre alle 17.00 unisciti a noi per un incontro inedito ed inconsueto con Giuseppe Carta e Gina Lucia Peterzon che presenteranno le loro raccolte di poesie.
Gina Peterzon, giovane…
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corallorosso · 5 years
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Piazza Fontana: quando Sandro Pertini non strinse la mano al questore di Milano di Checchino Antonini Poco dopo la strage di Piazza Fontana, Sandro Pertini, comandante della Resistenza e allora presidente della Camera dei deputati, si recò a Milano in visita ufficiale e, incontrando l'allora questore Marcello Guida, si rifiutò pubblicamente di stringergli la mano, ricordando l'attività di Guida come direttore del confino di Ventotene nel ventennio fascista. Fu un gesto che ruppe il protocollo e che ebbe un forte rilievo mediatico. Alcuni anni dopo, alla fine del '73, lo stesso Pertini, intervistato da Oriana Fallaci, aggiunse che a determinare quel gesto fu anche che su Guida «gravava l'ombra della morte» dell'anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta appunto quando Guida era questore di Milano. Quell'intervista è indicativa di come il problema dell'affidabilità democratica delle forze dell'ordine e delle forze armate è una costante nella storia d'Italia. (...) A un certo punto dell'intervista Pertini ricorda come «De Gasperi sbarcò dal governo noi socialisti e si tenne solo i socialdemocratici e fece piazza pulita degli antifascisti che avevamo messo nelle prefetture, ad esempio, nella polizia. Noi avevamo creato elementi nuovi: questori non usciti dal fascismo o addirittura antifascisti, sa? Questori e prefetti che eran stati partigiani, su al nord. Ma lentamente, lentamente, il governo centrale di Roma ce li tolse. E rimise i vecchi arnesi, senza che noi riuscissimo a impedirlo». «E il risultato è che oggi la polizia italiana è in gran parte fascista», ebbe a notare la Fallaci. «Oriana, non è che voglia fare il difensore d’ufficio. Ci mancherebbe altro. Ma la colpa non è tutta dei poliziotti e dei carabinieri. La colpa è di chi non gli ha mai spiegato che non devono considerarsi al servizio della classe padronale, che la classe padronale non rappresenta l’ordine....Oriana, non sono tutti fascisti. Non sono tutti Guida. E lo stesso discorso vale per l’esercito. Non bisogna dimenticare i seicentomila soldati e ufficiali che finirono nei campi di concentramento, i trentamila che vi morirono insieme a settemila carabinieri...gli alpini che andarono coi partigiani di Cuneo. Non devono dimenticarlo nemmeno loro. E, se lo dimenticano, bisogna ricordarglielo!». «Sì, più degli sciagurati che volevano ammazzarci (Pertini era nella lista nera di milleseicento antifascisti da liquidare in caso di golpe della Rosa dei Venti, ndr) a me interessano i mandanti: non è possibile che le piste rosse si trasformino sempre in piste nere! ...C’è dietro un’organizzazione che assomiglia tanto a quelle di altri paesi. Ma è così chiaro che si vuol turbare l’ordine pubblico per ristabilire con la forza l’ordine pubblico! Come coi colonnelli in Grecia, coi generali in Cile. E noi non vogliamo che l’Italia diventi una seconda Grecia, un secondo Cile».
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CasaPound, niente sgombero né odio razziale. Sconfitta per Raggi e Albamonte
Davide Di Stefano
10/06/2020 11:24
Roma, 10 giu – Per il momento lo sgombero di CasaPound è un po’ come la “potenza di fuoco” di Giuseppe Conte: una frottola raccontata dai 5 Stelle. Oltre il clamore mediatico creato ad arte in questi giorni sul piatto c’è ben poco: le carte ridimensionano di parecchio gli annunci di Virginia Raggi e l’impianto accusatorio del Pm “partigiano” Eugenio Albamonte. Questa mattina intorno alle 10 alcuni dirigenti di CasaPound si sono recati in Questura a Roma per ritirare il provvedimento relativo al sequestro dello stabile di via Napoleone III numero 8. Il sequestro preventivo viene disposto solo in relazione ai reati 633 e 639 bis del codice penale, ovvero quelli in riferimento al reato di occupazione. Il Gip Zsuzsa Mendola non ha riconosciuto il reato associativo finalizzato all’istigazione all’odio razziale, disconoscendo nei fatti buona parte dell’impianto accusatorio del Pm Albamonte.
Tra i 16 indagati semplici inquilini, non c’è Andrea Antonini
Tra i 16 indagati infatti figurano solo quattro dirigenti del movimento, al 2018 residenti in via Napoleone III numero 8. Tra questi per dire non figura il vicepresidente Andrea Antonini, come invece annunciato in pompa magna da giornali e tg dopo la velina fatta uscire dalla Procura di Roma. Gli altri 12 indagati sono semplici inquilini del palazzo, tra cui figurano casalinghe, anziane vedove, novantenni disabili. Quelle famiglie italiane in difficoltà che la Raggi vuole gettare in mezzo a una strada per capirci. Insomma i titoloni dei giornali e le aperture dei tg sono state buone per gli annunci fasulli della Raggi sulla “seconda liberazione di Roma” il 4 giugno e per fare un po’ di pubblicità alla Procura. Ma le notizie erano per buona parte false. Anche in merito allo sgombero del palazzo questo provvedimento produce una sola novità: quella far balzare in avanti nella lista degli sgomberi lo stabile di via Napoleone III insieme agli altri 23 interessati da procedimento giudiziario. Ma non ospitando all’interno una “associazione dedita all’istigazione dell’odio razziale” ma solo dei semplici “occupanti” non esiste alcuna priorità speciale per CasaPound. 
Il Gip sconfessa Albamonte: niente “odio razziale”
Il provvedimento a firma del Gip è composto da 9 pagine. Nelle prime sette si ricostruisce a grandi linee la storia dell’occupazione e si riconosce la persitenza del periculum in mora relativo al reato di occupazione abusiva. A “diverse conclusioni” perviene invece il Gip in merito alla richiesta del Pm Albamonte di contestazione del reato 604 bis del codice penale, quello relativo alle associazioni che tra i propri scopi hanno l’istigazione all’odio razziale. “Deve osservarsi che il materiale probatorio acquisito in atti non è sufficiente per poter affermare la sussistenza del fumus criminis“. Insomma l’impianto accusatorio del Pm in relazione all’odio razziale viene sconfessato dal Gip. Ad Albamonte viene anche fatto notare che le indagini non si possono fare sulla base degli articoli di giornale. “Dalle informative relative alle suddette vicende acquisite in atti non emergono elementi probatori sufficienti a ricostruire compiutamente i singoli episodi (…). Elementi probatori in ordine alle singole vicende non possono certamente essere tratti dagli articoli di giornale acquisiti in atti”.
Le indagini non si fanno con gli articoli di giornale…
L’odio razziale “non sussiste”
In definitiva stando a quanto scrive il Gip “non sussistono elementi che consentono di ricondurre la sussistenza del delitto di partecipazione ad una associazione (CasaPound, ndr) nonché di accertare se le condotte poste in essere siano espressive di ideologie o sentimenti razzisti o discriminatori, ovvero se sussista lo scopo dell’incitamento alla discriminazione”. A questo puto tutti i media che per giorni hanno titolato su “CasaPound associazione per delinquere finalizzata all’odio razziale” dovrebbero correggere il tiro, perché le informazioni trapelate dalla Procura (e rilanciate a gran voce dalla Raggi) erano sbagliate. La verità è un’altra: l’Anpi ha denunciato CasaPound, l’esponente di Magistratura Democratica Eugenio Albamonte, sulla base di quella denuncia, ha provato a mettere in piedi un’indagine per dimostrare che CasaPound è un’associazione a delinquere finalizzata all’odio razziale e non ci è riuscito. Perché il suo impianto accusatorio si basa su alcuni articoli di giornale e sulla volontà di trasformare alcune legittime manifestazioni contro i centri di accoglienza, o in sostegno di famiglie italiane discriminate nelle graduatorie per la casa popolare, in atti discriminatori. Perpetrati non da un movimento politico legalmente riconosciuto, ma da una associazione a delinquere.
Una sconfitta per Raggi e Albamonte
Virginia Raggi ed Eugenio Albamonte incassano quantomeno una sconfitta temporanea. Per arrivare allo sgombero di CasaPound alla “sindaca” serve un’ulteriore forzatura politica: senza quella continua a fare testo l’elenco del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Per arrivare allo scioglimento di CasaPound al compagno magistrato serve quantomeno mettere in piedi un’altra indagine. Ma che questa volta sia basata “su elementi probatori”, non su articoli di giornale ed esposti dell’Anpi.
Davide Di Stefano
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alessandrosiciliani · 4 years
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An Overview of the Giuseppe Verdi Conservatory in Milan
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Maestro Alessandro Siciliani is a world-renowned conductor with a history that extends to the finest music schools in Italy. The artistic and music director for Opera Project Columbus in Columbus, Ohio, Alessandro Siciliani received musical training at the historic Giuseppe Verdi Conservatory in Milan. Established by royal decree in 1807, the Milan Conservatory initially had 18 students. Today, it is the largest center for musical education in Italy. For more than 200 years, the conservatory has served as a launching pad for some of the greatest musical talents in the world, including Alfredo Antonini, Ludovico Einaudi, and Mario Nascimbene. The Milan Conservatory welcomes students from around the globe and offers instruction in numerous instruments, solo singing, choral singing, and orchestra conducting. The conservatory takes part in the Erasmus Programme, which provides opportunities for exchange students to study and work in European countries while they pursue a degree. The conservatory also partners with middle schools and high schools to accept gifted music students at an early age.
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paoloxl · 5 years
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Il Procuratore Generale di Cassazione chiede di «annullare la sentenza con rinvio» ma gli ermellini assolvono per sempre sei agenti e due carabinieri
«Una sentenza sbagliata rimane sbagliata anche se confermata in Cassazione. Ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti dell’uomo», dice l’avvocato Fabio Ambrosetti, legale dei familiari di Giuseppe Uva, alla notizia della conferma dalla Cassazione dell’assoluzione di sei poliziotti e due carabinieri per la morte di Uva, l’operaio deceduto in ospedale a Varese nel giugno del 2008, dopo essere stato portato in caserma a seguito di un controllo. La sentenza è sbalorditiva perché il pg di Cassazione ne aveva chiesto l’annullamento, al termine di una lunga requistoria, per ripetere un processo che ascoltasse  i testi Biggiogero, Finazzi e Russo.
“Era pieno di lividi e fratture”
“Aveva segni di bruciature di sigaretta dietro il collo”
“Aveva i testicoli tumefatti”
“Aveva sangue dall’ano”
Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa, ricorda questi passaggi dell’autopsia, stringendosi a  Lucia Uva e la sua famiglia «per questa grande, ennesima, vergogna dell’inGiustizia Italiana». In aula, con Lucia, anche altri familiari di vittime di abusi come Domenica Ferrulli e Claudia Budroni.
Gli imputati, accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona, erano stati assolti sia in primo grado che in appello, qui con formula piena per tutti «perchè il fatto non sussiste». Il ricorso era stato depositato dalle parti civili e dalla Procura di Milano che aveva chiesto condanne fino a tredici anni di reclusione per gli uomini in divisa. Il Pg della Cassazione Tomaso Epidendio aveva chiesto di riaprire il processo su un caso come quelli di Stefano Cucchi e di Federico Aldrovandi, morti dopo essere stati fermati dalle forze dell’ordine. Malapolizia. Tra un mese circa si conosceranno le motivazioni del verdetto degli ermellini.
Intanto il partito trasversale della polizia esulta per una sentenza che direbbe che gli otto avrebbe agito «rispettando le regole del nostro ordinamento», come spiegano i legali delle difese. Ad avviso del Pg milanese Gaballo, invece, la condotta degli imputati sarebbe stata «inequivocabilmente la condizione necessaria» che ha portato alla morte di Uva, mentre nel verdetto di proscioglimento i magistrati di secondo grado scrivevano che non è possibile sostenere il «nesso causale» tra il comportamento di agenti e carabinieri e la morte dell’operaio.
In Cassazione, però, la Procura milanese, senza successo, ha insistito nel sottolineare che se gli «imputati non avessero operato al di fuori dei loro poteri, il signor Uva sarebbe tornato a casa e, non subendo alcun trattenimento contro la sua volontà, ammanettato e consapevole dell’ingiustizia che stava subendo, non si sarebbe agitato, non sarebbe stato portato in ospedale – in preda a una fatale tempesta emotiva – non gli sarebbero stati somministrati farmaci e con ogni probabilità sarebbe ancora vivo». In base alle indagini, Giuseppe Uva venne fermato a Varese, in Via Dandolo in pieno centro, nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2008 da due militari mentre stava spostando, con un amico, delle transenne di un cantiere in mezzo alla strada e rovesciando cassonetti. Fu trattenuto per alcune ore in caserma, e secondo l’amico che era con lui, Alberto Bigioggero, Uva fu vittima di un pestaggio e poi venne trasportato in ospedale a Circolo e sottoposto a trattamento sanitario: qui morì la mattina successiva per arresto cardiaco.
Nel ricorso in Cassazione il Pg di Milano ha contestato anche l’assoluzione dal reato di sequestro di persona contestato agli imputati in quanto la Corte d’Assise d’Appello avrebbe «travisato i fatti», e avrebbe «erroneamente ritenuto» che «la privazione della libertà di Uvapotesse essere legittimata dal dovere di impedire che i reati venissero portati a compimento» anche se per quel tipo di reato non si prevede l’arresto né la tortura. Il 31 maggio del 2018 la Corte d’Assise d’appello di Milano aveva assolto tutti, alleggerendo ulteriormente anche la posizione dei due carabinieri ai quali era stata estesa la formula di assoluzione «perchè il fatto non sussiste» già concessa agli altri imputati fin dal primo grado. «Sono addolorata – commenta Ilaria Cucchi – come semplice cittadina non ho gli strumenti per comprendere tutto questo ma da cittadina, che ha seguito attivamente il processo Uva fin dai primi istanti, andando ad ogni udienza, posso dire che non dimenticheremo Giuseppe». E anche Fabio Anselmo, a lungo legale di parte civile anche in questo caso: «Sono profondamento addolorato, veramente profondamento addolorato. Speravo di non avere questa notizia. Non ho altro da aggiungere». «È una vergogna, purtroppo siamo in Italia. Sono vicino alla sorella Lucia, la sorella di Giuseppe», dice Guido Magherini, padre dell’ex calciatore Riccardo morto dopo essere stato arrestato per strada a Firenze dai carabinieri, assolti anche loro dalla Cassazione. Lo Stato difficilmente si condanna.
Checchino Antonini
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For a new model of doing business and diplomacy. Tota Pulchra Association
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Image source Tota Pulchra Association
Business Diplomacy: Worlds — Businesses — Governments    
This awareness calls for a new way of doing business and developing partnerships while establishing a working relationship based on mutual trust.
Wherever there is economic trade, the odds of war to break out are less likely. Frédéric Bastiat (Bayonne, 1801 — Rome, 1850), a French philosopher and economist of inspiration of liberal critics, taught: “si les marchandises ne traversent pas les frontières, les soldats le feront,” (When goods don’t cross borders, soldiers will).
He gave further developments to the fundamental doctrines (pronuntiata maiora) belonging to St. Thomas Aquinas and the philosophers of the School of Salamanca, by Huig de Groot (Ugo Grozio) and John Locke, anticipating thus the theories of the Austrian School of economics.
Today, in the global marketplace, fathoming the interplay between worlds, companies, and governments serve as a significant turning point for a successful strategy towards internationalization.
All these topics and diplomacy, at the service of the Italian and European productive fabric, were discussed last June 17th, during the “Business Diplomacy” event, organized on the occasion of its 10 first years of activity at the “Residenza di Ripetta” Congress Center, by the political consultancy company “Cui Prodest “- Political Intelligence, Public affairs, Lobbying.
The lecture was crowned with the prestigious patronage of the “American Chamber of Commerce in Italy” and the “Deutsch-Italienische-Heldskammer.” Enrico Letta, President of the “Italia ANSEAN” Association, Giulio Tremonti, President of “Aspen Institute Italia”, Marco Alberti (Enel), and Erwin Rauhe (Basf), President of the “Italian-German Chamber of Commerce” took part in the convention. Giuseppe Volpe, Managing Partner of “Cui prodest” was the moderator.
Many of the elites of the highest Italian government institutions were present in the room, as well as ambassadors, diplomatic staff and delegates of multinational companies. Jean Marie Gervais, Coadjutor Prefect of the Vatican Chapter and member of the press office of “Tota Pulchra Association, as a personal friend of Giuseppe Ciraolo, senior analyst of “Cui Prodest,” was accompanied by Simone Onori, interior designer, of the Tota Pulchra’s team.
However, we are currently suffering from a lack of competitiveness in the present diversity. As it happens, the new tariff barriers, uncontrolled mass communication phenomena, frequently complex relations between states and self-defeating regulations are the major diverging cause-and-effects of this process. Taken as a whole, they contrast with the challenges and opportunities that an increasingly global world is offering us.
Business Diplomacy, instead is a cure-all, the answer. It acts as an active business and peace driving force: where goods cross over, soldiers will not. A principle that we must not forget in the present confusion of souls.
27th August 2019, Article initially published by Tota Pulchra Association.   English text provided: Per un modo nuovo di fare business e diplomazia. 
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Overview
Tota Pulchra is a Cultural Association of Social Promotion. It is meant to host and give room to artists, particularly to younger applicants as well as those in need. Check out: - Who They Are -
Appreciate when you reach out to me on: Giancarlo Antonini. Thank You. 
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antoniniurology · 2 years
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⚕️ Prof. Giuseppe Morgia. Protesi Peniena. Testimone in sala operatoria tecnica mini invasiva Antonini. MD PhD Gabriele Antonini {A World-Class Men’s Health Clinic - Penile Implant Surgery} 🔹 (+39) 06 6482.1375 ♂️[email protected] 🌐 antoniniurology.com 🌐 https://www.isurgerytube.com/testimonianza-prof-giuseppe-morgia/ 🌐 penileimplantchannel.com
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italiaefriends · 7 years
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"Dedicato a tutti quelli che sul "Sistema Italia" hanno capito tutto, ma fatto niente" #StatiGeneralidelFare Il Turismo è fatto di Empatia e Dettagli, facciamo conoscere al mondo le nostre straordinarietà, le nostre innumerevoli meraviglie che caratterizzano e identificano le "Terre Uniche" delle 20 Regioni d'Italia. Solo un efficace Marketing a carattere Regionale, governato a livello centrale potrà garantire la realizzazione del tanto anelato "Sistema Italia" Formiamo sempre più e meglio i nostri Operatori Turistici, accoglienza e conoscenza dovranno esserne i presupposti. Grazie a Emilio Casalini #marketingdelleregioni ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo Patrizia Poggi #ilsognoitalianosipuorealizzare Giancarlo Antonini MiBACT #senzaretoricasoloorgoglio Giuseppe Cocco Cecilia Sandroni Italia.it
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spazioliberoblog · 5 years
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di CLAUDIO GALIANI ♦
LA SQUADRA DI MARONCELLI
La banda Maroncelli si costituisce subito dopo l’8 settembre. All’inizio si compone di circa venticinque elementi. In breve tempo, con la propaganda e con l’immissione di sottufficiali e militari sbandati, si allarga notevolmente.
Questo è l’elenco dei partigiani combattenti, riconosciuto dalla Commissione regionale del Lazio il 13 gennaio 1949, con i gradi partigiani e la loro corrispondenza alla gerarchia militare.
Oltre ai settantaquattro partigiani combattenti, di cui tre feriti e quattordici morti, sono stati riconosciuti 189 patrioti, a dimostrazione di un’estesa fascia di sostenitori.
Nucleo iniziale dell’8 settembre 1943
Maroncelli Ezio                     Comandante                           Capitano
Morra Antonio                       Commissario                                “
Foschi Antonio                       Comandante                           Tenente
Antonini Secondiano             Commissario                                “
Conti Riccardo                         Comandante                                  “                                                  
Volpi Eldo                                  Commissario                                 “   
Pistolesi Vidio                                    “                                              “
Mori Libero                                        “                                              “
Foschi Alessandro                  Vice Comandante                           “
Del Duca Giulio                     Vice Commissario                            “
Morra Giuseppe                     Ispettore Organizzativo                “               
Pagani Anna                           Comandante                           S.Tenente
Zamparini Orzio                                 “                                        “      ferito il 6 giugno a Veiano
Pierucci Enrico                                   “                                        “
Catalani Fiore                                     “                                        “
Mazzella ?                              Commissario                               “
De Paolis Mario                     V. Comandante                           “
Salerni Giulio                         V. Commissario                           “
Olivieri Ermanno                  Intendente                                   “
De Santis Agostino               Ispettore                                        “
Scotti Remo                           Capo di S. M.                                “
Niedda Pietro                                     “                                       “
Abbadini Aldo                       Com.te di Squadra                 Maresciallo    
Foschi Amerigo                                 “                                        “     
Comite Franco                       Sergente Maggiore                 ferito il 7 giugno ad Allumiere
Inseriti il 24 settembre
Minio Alfonso                        Comandante                           S. Tenente
Conte Raffaele                                   “                                       “
Giordani Paolo                       Capo  di S.M.                            “
Terribili Eritreo                     Commissario                           ”
Pierotti Italo                                       “                                     “
Salerni Settimio                     Ispettore Organizzativo        “
Piroli Nemesio                       V. Comandante                       “
Galli Antonio                         V. Commissario                       “
Ravaioli Domenico                Capo di S.M.                            “
Mattera Francesco                  Com.te di Squadra                 Maresciallo
Vittori Vincenzo                                “                                     ”   
Laurindi Alberto                                “                                    “    ferito il 29 ottobre a Bieda
Angelini Mario                                  “                                     “
Bianchi Gervasio                               “                                    “
Galletti Gualtiero                               “                                    “
Rinallo Diego                         Com.te di Nucleo                   Sergente
Scotti Paolo                                        “                                      “
Gaudenzi Guerrino                           “                                      “  
Panico Angelo                                    “                                      “
Peris Domenico                                 “                                      “  
Busnengo Arrigo                               “                                      “
Inseriti nelle settimane successive
 Morra Alfonso                       Comandante                           S. Tenente
Faccenda Francesco               Commissario                            “
Lucidi Roberto                       Com.te di Squadra                 Maresciallo
Stefanini Ottorino                              “                                        “
De Somma Gino                                 “                                         “
Struelli Gottardo                                “                                         “
Morra Domenico                                “                                        “
Giudice Agostino                               “                                         “
Amanti Marcello                                “                                        “
Piendibene Renato                 Comandante di nucleo            Sergente
Vegro Alberto                                    “                                          “
Maroncelli Altero                              “                                         “
Rocchi Antonio                                  “                                         “
Bartolini Elio                                      “                                        “
 Caduti civili
Consolati Romeo                   La Bianca, 6 ottobre 1943
Caciornia Angelo                   Casalone,  17 novembre  1943
Gabrielli Luigi                                   “
Belfiore Carlo                                    “
Santi Emiliano                                   “
Speroni Dino                          Aurelia, 11 febbraio 1944
Fanelli Felice                                     “
Caduti militari
Russo Luigi
Nobili Mariano
Nobili Orsio
Piras Antonio            
Caddu Antonio
Casamassima Franco
Lai Francesco
 L’identikit
Ezio Maroncelli, muratore di 33 anni, è il Comandante militare. Rilasciato il 16 agosto da Regina Coeli, dove è recluso da aprile, promuove con altri l’ organizzazione della banda. E’ interessante la testimonianza che più tardi renderà sul valore formativo che per lui ha avuto l’esperienza del carcere, dove ha potuto stringere contatti importanti. In particolare, con Filiberto Sbardella, uno dei capi di “Bandiera Rossa”, formazione comunista molto attiva a Roma e ben radicata in alcuni Comuni, come Viterbo,Tarquinia e Tuscania.
In polemica con il PCI, “Bandiera Rossa” resta ostile al Governo Badoglio e rifiuta l’ingresso nel C.L.N.
Ezio Maroncelli
  Antonio Morra è il Commissario politico. Su di lui c’è poco da scoprire. Iscritto sin dalla fondazione al Partito comunista, in prima fila in tutte le azioni degli Arditi del popolo, sorvegliato speciale, confinato tre volte, agitatore permanente, garantisce anche i contatti con i militanti tolfetani, dove ha formato dal 1937 una cellula comunista.
Un ruolo di primo piano hanno Giulio Del Duca, impiegato ragioniere, e i fratelli Foschi, Antonio, Alessandro, Amerigo, commercianti.
Alessandro è anche membro del C.L.N. che si è formato il 10 settembre, riunito in un bosco di castagni, dove rappresenta la componente comunista con Antonio Morra e  Persilio Persi.
I socialisti sono rappresentati nel C.L.N. da Vincenzo Benedetti e Domenico Pierucci, i democristiani da Gatta Cheren, Ortensio Pierantozzi e Agostino Mendola, il Partito d’Azione da Giocondo De Dominicis e Pietro Amorosi.
Settimio Salerni appartiene, con i fratelli Benedetto, Menotti e Augusto, ad una famiglia leggendaria del sovversivismo anarchico cittadino. Il padre Adamo e lo zio Settimio sono stati tra i più accesi partecipanti alla lotta dei portuali del 1897, arrestati e processati, ma assolti, per l’accusa di minacce verso un caporale.
Agitatore antimilitarista,  tra i fondatori dell’ Arditismo locale, spirito combattente impegnato in tutti i conflitti contro le squadre fasciste, Settimio ha scontato tre anni a Lipari.
Con lui è il nipote Giulio, figlio di Menotti. Militare alla Maddalena, rientrato in continente e recluso per un breve periodo al Forte Boccea,  appena liberato si trasferisce ad Allumiere per unirsi alla banda.
Italo Pierotti, portuale, è anche lui tra gli ammoniti della polizia, sotto controllo dal 1930 al 1932, noto alla polizia per la frequentazione di altri sovversivi, come Morra e Pucci.
Il padre, Pietro, è stato nel 1895 tra i fondatori  del circolo socialista Karl Marx, ha guidato nel 1897 le lotte dei portuali nel corso delle quali è stato arrestato insieme a Giuseppe Alocci, è stato tra i fondatori della Cooperativa tra i lavoratori del porto.
Secondiano Antonini, nato a Priverno, muratore, è legato strettamente ad Antonio Morra. Rilasciato dal carcere insieme a Ezio Maroncelli, gli resta a fianco nella costituzione della banda.
Antonio Galli, comunista, è controllato dalla polizia sin dal 1931, perché tenta di organizzare l’eversione tra gruppi di giovani, senza apparenti successi. Ha in progetto di espatriare con Edmondo Marcucci e Gottardo Struelli. I suoi movimenti vengono seguiti costantemente fino al 1942.
Gottardo Struelli, amico di Antonio Morra, è uno dei sovversivi che hanno frequentato la famigerata osteria di via Trieste 43, vigilato speciale fin dal 1931.
Tra i patrioti vicini a Morra, di Tolfa, troviamo Gino Chiavoni, anche lui spedito al confine, Domenico Fronti e Augusto Ruina, impegnati nella nascita della cellula comunista di Tolfa alla fine degli anni 30.
Nemesio Piroli, di Allumiere, è un maturo militante, sorvegliato dal 1931. Tra i patrioti c’è il figlio Ennio, giovane universitario.
Nella lotta, cinquantenni come Antonio Morra e Nemesio  Piroli militano a fianco di giovani come Marcello Amanti, diciassettenne.     
Alcuni, come Renato Piendibene,  Domenico Peris, Giulio Salerni, Ottorino Stefanini o Ennio Piroli non hanno compiuto i venti anni o li hanno superati da poco.
Carlo Belfiore, ucciso nel corso di in un rastrellamento, ne aveva 12.
Renato Piendibene è fuggito da La Spezia, dove era marinaio. Antifascista, oltre che per tradizione di famiglia, ”per amore del Jazz”. E’ stato arrestato dai tedeschi dopo l’8 settembre, è riuscito a fuggire travestito da prete e, raggiunta avventurosamente Allumiere, si è aggregato alla banda.
Domenico Peris,  figlio di un portuale antifascista che ha partecipato alla fondazione della Cooperativa, si è allontanato dopo l’8 settembre da Roma, dove prestava servizio nel reparto  dei carabinieri a cavallo, e si è unito ai partigiani di Allumiere.
Giovani sono, naturalmente, i militari aggregati, compresi i morti nello scontro a fuoco di Monte Cucco.
Abbiamo sottolineato alcuni casi, ma tutti i membri della banda, partendo dalla A di Angelini, passando per Riccardo Conti e gli Scotti, fino alla V di Vincenzo Vittori e Eldo Volpi, sono convinti militanti antifascisti.
La base sociale é sostanzialmente popolare, ma variegata: molti gli operai e i portuali, qualche artigiano e alcuni, come i Foschi, commercianti.
Gli anarchici
In entrambe le formazioni partigiane militano molti anarchici. Non è un fatto consueto.
Gli anarchici preferiscono, dove possono, formare loro proprie organizzazioni o associarsi ad altre meno ostiche al loro credo “libertario”, come “ Bandiera Rossa” o “Giustizia e Libertà”.
La loro confluenza ad Allumiere e a Bieda non si spiega col fatto banale che convivono come sfollati. Le ragioni di questa  collaborazione sono forti e antiche.
Richiamano le lotte del movimento degli Arditi, una consuetudine cospirativa che si protrae lungo il ventennio, per alcuni l’ esperienza comune del confino.
Per qualche categoria, come i portuali, opera la solidarietà maturata sul posto di lavoro.
Tutti condividono  in fondo una cultura della ribellione, che in alcuni casi ha reso naturale lo spostamento da un’organizzazione all’altra.
Non va sottovalutato lo spirito cameratesco temprato nelle osterie cittadine, divenute  punto di ritrovo degli inquieti sovversivi, che ad ogni stormir di fronda si riaccendono e sognano il riscatto, brindando al sole dell’avvenire.
L’ora del riscatto sembra essere giunta e non si può assolutamente lasciarla sfuggire.
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Le donne
All’interno di un universo quasi interamente maschile, nelle due bande operano alcune donne.
Quattro, patriote, nella banda Barbaranelli: di Bieda sono le sorelle De Santis, Maria e Caterina, e Gnocchi Antonia, di S. Giovenale Canaletti Francesca.
Quattro sono anche le donne impegnate nella banda Maroncelli.
Una, Anna Pagani, 46 anni, è partigiana combattente, le altre, la diciassettenne Adriana Randazzo, Alba Volpi e Adele Cima, sono patriote.
Adele è la degna componente di una famiglia impegnata da decenni. Salvatore Cima è stato segretario della Sezione PCI di Civitavecchia fino al 1925 e ha subìto una condanna al confino, mentre i due fratelli Aurelio e Aristodemo per il loro atteggiamento sono stati sottoposti al controllo costante della polizia.
Anna viene invece citata in una testimonianza, riportata da Ferdinando Bianchi nella  sua “Storia dei Tolfetani” , resa da  uno degli arrestati del 7 aprile: “ Non ci fucilarono perchè una donna di Allumiere, Anna Pagani, aveva fatto in tempo a nascondere tutte le armi destinate alla banda, i libri di Lenin e altri volantini partigiani. Se li avessero trovati non ci saremmo salvati.”
La citazione sottolinea  il ruolo attivo di queste donne e  la loro vigile concretezza.
In pochi giorni la banda ha raggiunto una dimensione complessa.
“ Alla fine di settembre, avendo la banda partigiana raggiunto un numero di componenti facilmente individuabili, è stato necessario stabilire vari accampamenti e creare un’organizzazione per l’approvvigionamento dei viveri e delle armi come pure all’equipaggiamento dei vari nuclei dislocati nei boschi della zona”.
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L’altra metà della Resistenza: Targa commemorativa in ricordo del contributo femminile alla Resistenza; Ancora fischia il vento; Olema Righi;  Partigiana Juna.
  CLAUDIO GALIANI
… continua (il prossimo capitolo (IV) venerdì 19 luglio 2019)
ANATOMIA DI DUE BANDE (III) di CLAUDIO GALIANI ♦ LA SQUADRA DI MARONCELLI La banda Maroncelli si costituisce subito dopo l’8 settembre.
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corallorosso · 6 years
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Morire di lavoro ai tempi del Jobs act
di CHECCHINO ANTONINI per LEFT Sono morti a Treviglio, il giorno di Pasqua, Giuseppe Legnani e Giambattista Gatti, due figli a testa, operai della Ecb, fabbrica di pet food nella bassa bergamasca. Alcuni residenti si sono lamentati per il cattivo odore e loro sono stati chiamati per un sopralluogo. Li ha uccisi, esplodendo, l’autoclave di un serbatoio. Dicono, invece, che abbia un “gradevole odore fruttato” l’acetato di etile respirato da Lorenzo Mazzoni, 25 anni, e Nunzio Viola di 53, tre giorni prima a Livorno. Doveva essere solo una «routinaria operazione di pulizia di un serbatoio vuoto» ma questo solvente per vernici è un liquido volatile e infiammabile così tanto che basta una scintilla per provocare un’esplosione. Lavoravano nei cantieri Neri per conto di Labromare (aziende dei Fratelli Neri) che cura lo smaltimento dei rifiuti del porto. E il 29 marzo un operaio di 56 anni, Carmine Cerullo, è rimasto folgorato vicino a Bologna su un traliccio dell’alta velocità, mentre Nunzio Industria è precipitato nel Mugello: aveva 52 anni, ed era salito da Napoli per un appalto di Vodafone. (...) Scrivo i nomi di chi è morto per lasciare una traccia, perché già domani si ricorderanno di loro solo i compagni e i familiari, gli omicidi “bianchi” provocano assuefazione in un’opinione pubblica lacerata dalla crisi e distratta da altre paure fabbricate ad arte. Dall’inizio dell’anno gli infortuni mortali sono già 151 secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna – un numero superiore ai 113 dello stesso periodo del 2017 – mentre l’Inail non ha ancora finito i conti del 2017, il dato provvisorio è di 1.029, +1,1 per cento, e 119 sono stranieri, i più sfruttati di tutti. Tornando a Livorno: negli ultimi 30 anni, seminando orfani e vedove, sono morti in venti, sulle banchine del porto, nelle stive o nei cantieri, chi precipitato, chi schiacciato da un vagone o da un muletto o da un carrello, tranciato da un’elica, colpito da un tubo di 16 metri, stritolato tra i fusti. Sì, ci sono il lutto cittadino, il gonfalone del Comune, la fascia nera al braccio dei calciatori della squadra locale, il cordoglio delle aziende che si mettono a disposizione degli inquirenti, ma poi la vita continua. Anzi, continua la morte, anche quella “in itinere”, di chi crepa mentre va o viene dal lavoro, anche quella lenta di chi è esposto all’amianto o ad altre sostanze tossiche. E non è “morte da lavoro” il suicidio di Ivan Simion, carpentiere che si è impiccato a Orbassano due giorni dopo la strage di Livorno, perché da mesi l’azienda non lo pagava? Il governatore toscano Enrico Rossi, di quel pezzo di Leu che viene dal Pd, ha detto: «Mattanza frutto di lassismo». Ma è lo stesso dei tagli alla sanità e dell’accorpamento delle Asl, una deterritorializzazione che ha complicato la programmazione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il piano sanitario prevede che il 5 per cento della spesa serva alla prevenzione ma non è mai stato attivato. Né a Livorno, né altrove in Italia. Negli ultimi dieci anni, il dipartimento prevenzione di Livorno ha dimezzato, in linea col trend nazionale, gli operatori dedicati alla vigilanza.
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