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#MA QUANTO HO SCRITTO AIUTO
fujiko-23 · 2 years
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non so come iniziare un post del genere ok, non ne scrivo mai perché beh non lo so il perché, forse perché romperei l'equilibrio che mi sono creata nella mia testa di questo blog, forse perché non voglio che qualcuno mi faccia troppe domande su certi argomenti o forse perché mi perdo a pensare che a nessuno interesserebbe davvero leggere ciò, e poi è molto difficile farmi aprire completamente. se sai qualcosa su di me non la saprai mai al 100%.
c'è una cosa credo che vorrei da qualcuno ed è raccontarmi a questa persona e sapere che a quest'ultim* interessa davvero quello di cui sto parlando. qualcuno a cui non debba rimpiangere di avergli detto qualcosa perché poi magari in un discorso me lo viene a ributtare in faccia e magari ci sto male sia perché me l'ha buttato in faccia sia perché è un argomento fragile che non dovrebbe essere ricacciato in certe situazioni.
ci sono alcune persone che considero più vicine rispetto ad altre per un motivo o per un altro ed è a loro che vorrei raccontare certe cose e soprattutto già ne sanno altre, però a volte mi sembra di non potergli parlare di certi argomenti perché reagiscono diversamente dal solito, come se iniziassero a lamentarsi o a prendersela con me per ciò che ho fatto ma, che posso farci ormai? è una cosa passata e non posso cambiare il passato, al massimo posso rimediare però è proprio qui che penso che forse dovevo tenermela per me e mano mano inizio a parlare sempre meno di certe cose con una persona. o altri motivi per cui ne parlo meno è che l'argomento per cui sto male potrebbe far star male anche l'altra persona ed evito di mettere in mezzo il tutto.
ci sono dei motivi per cui sto stando abbastanza male ultimamente, il primo è per certe persone che si stanno allontanando o si sono allontanate improvvisamente e magari a me piaceva la loro compagnia e mi mancano..però, non vi verrò a scrivere. un pò perché se ti sei allontanat* significa che o non vuoi parlarmi o lo stai facendo per il tuo bene, e un pò perché nel caso tu non voglia parlarmi non voglio dover cominciare una conversazione forzata.
il secondo motivo è per le persone che mi piacciono e a cui piaccio. beh per le persone che mi piacciono c'ho sempre sfiga per un motivo o per un altro quindi facciamo che lascio stare..per le persone a cui piaccio invece:
parlo con abbastanza persone online e non e ad alcune di queste sono iniziata a piacere, a me fa sempre strano perché non faccio nulla di speciale, non capisco cosa attiri la loro attenzione, e poi quando glielo chiedo i motivi sono sempre gli stessi. 'sei simpatica, ci sei sempre e mi piaci fisicamente'. ed io so solo dire che so cosa sono, e so cosa do e cosa non do, però non mi sembra di averti dato abbastanza. perché non sono nei miei periodi migliori e so di poter dare di più. ma perché dovrei? nel senso, il mio obiettivo non è piacere per forza, no? però dicendo così mi sembra di si. mi sembra di star cercando solo di piacere e poi fine, 'il mio lavoro qui è finito'. anche se so che non è così davvero, voglio che l'altra persona stia bene con me e si senta al sicuro ecco. oltre questo, molte persone se ne sono andate proprio per questo motivo qua. perché gli piacevo e non riuscivano a mantenere questo sentimento per loro dato che io non ricambiavo. e si sono allontanati per stare meglio. però..però a me mancano, gli voglio comunque bene. e torniamo al punto di prima, cioè al primo motivo per cui sto male.
il terzo è per la scuola. ieri (28/09) è stato il primo giorno(perché faccio il serale e abbiamo iniziato dopo), faccio il quinto superiore sperando che finisca e che finisca bene. comunque solitamente quando vado a scuola ho sempre ansia. sempre ansia di star sbagliando qualcosa, di non aver completato qualcos'altro o di dover rispondere a qualcosa e non so farlo. e da una parte credo sia normale, dall'altra invece no..perché spessissimo mi causa dolori fisici e mi sento uno schifo. è dalle elementari che va avanti così a dolori fisici tutti i giorni, tutti gli anni da 14 anni, non mi sembra una buona cosa ecco-
mi sono ritrovata spesso con molte assenze che io non mi rendevo neanche conto di star facendo però dall'altra parte se andavo a scuola comunque non stavo bene e non mi sentivo in grado di far qualcosa, quindi che cambiava? negli ultimi 2 anni ho iniziato ad andare a scuola nonostante l'ansia(non sempre) perché so e ho sempre saputo che non importa se sbaglio. infatti mi sono resa conto che l'ansia maggiore non è dovuta a quello. ma è dovuta al fatto di sentirmi giudicata se sbaglio. so che dovrei fregarmene perché tanto 5 minuti e uno si dimentica, però io no, il fatto di aver sbagliato quella cosa che magari per me è importante mi rimane impressa anche se aggiusto il tutto dopo. ho un grossissimo problema coi giudizi degli altri. che riguardi la scuola o meno.
comunque. tornando all'inizio, anche ieri che è stato il PRIMO giorno ho avuto ansia. però perché questa volta? non avevo nessun compito, nessuna interrogazione, nessuno doveva chiedermi nulla, i compagni di classe li conoscevo già e sono stata per i cazzi miei. e allora qual era il problema ieri..? non lo so. non mi viene in mente nulla. so solo che stavo già per non entrare perché mi sentivo male.
un'altra cosa ancora è la mia famiglia. molte delle cose per cui sto male sono '''ovviamente''' nate qui. ai miei, soprattutto mia madre, li ringrazio sempre perché hanno cercato di starmi vicino e darmi il più possibile, e sono felice che ci abbiano provato a starmi vicino però sfortunatamente l'hanno fatto nel modo sbagliato, sfortunatamente non sono persone con cui io riesca a confidarmi, non dico su tutto ma nemmeno sulle piccole cose perché in primis sono loro a iniziare a giudicare me e le persone che frequento. poi tante altre cose ma non voglio parlarne molto di loro.
e ultima cosa, ho ritrovato un diario di quando andavo in quarta elementare in cui parlo solo del mio stare male. ma avevo 9 anni. e sono giorni che mi sto scervellando a ricordare perché cazzo a 9 anni devo lamentarmi sempre di star male? e pensando pensando non era nemmeno per motivi stupidi. erano gli stessi motivi con cui mi appiccico ora.
nel caso qualcuno abbia davvero letto fino a qui beh..
ma chi te l'ha fatto fa'?
grazie per aver letto comunque. ora mi verrà l'ansia per i messaggi che riceverò dopo questo sfogo ok. mi sotterro ok. addio ok.
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antod0 · 4 months
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Come tutti gli anni, mi ritrovo su questi canali, il giorno dopo il mio compleanno, a ringraziare pubblicamente tutte le persone per gli auguri ricevuti.
Come tutti gli anni mi sono sforzato di rispondervi singolarmente, perché non esiste risorsa più preziosa del tempo, e averne sprecato un po’ per me mi rende orgoglioso e felice, ma anche debitore nei vostri confronti (minchia quanto sono pesante).
Come tutti gli anni, mi lascio andare ad un flusso di coscienza, per esorcizzare il tempo che scorre, e quest’anno la carta d’identità dice 39, zio pera!
Ho in mente da giorni una canzone, che grazie a san remo, è tornata prepotentemente nelle mie playlist.
La canzone è “sogna ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni; il primo verso di questa canzone recita
“E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte
Ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte”
Questo verso mi ha fatto riflettere su come non debba essere possibile soccombere a chi sbraita di più, a chi fa più rumore (e come mai sto parlando proprio di Giorgia Meloni?), a chi si deve per forza dimostrare virile in ogni situazione.
Questa verso mi ha fatto riflettere su quanto oggi ci sia bisogno di non esasperare sempre più l’io, di non dover raggiungere la vetta a tutti i costi, di non poter accettare un fallimento.
Questo verso mi ha fatto riflettere su quanto, oggi più che mai, ci sia bisogno di gentilezza, di ascolto, di darsi agli altri.
Credo sia una cosa fondamentale guardare a chi ci è davanti, anche per una semplice questione migliorativa verso sé stessi, ma questo non deve mai prescindere dal guardare chi è dietro di noi, chi sta peggio, chi ha bisogno di aiuto.
Singolarmente valiamo poco, come comunità abbiamo possibilità di sopravvivenza.
L’augurio che personalmente mi faccio è di non perdere mai la capacità di ascoltare gli altri, di avere pazienza sempre di più verso mio figlio, di essere sempre più unito con mia moglie.
Vorrei non perdere mai la capacità di ridere e di vedere il sorriso negli altri.
State vicino a questo ragazzino che sta invecchiando
Vi voglio bene
Antonio
Ps nella foto non sto dormendo, stavo solo elaborando tutto questo che ho appena scritto
Peace.
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ninna--nanna · 1 year
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Aggiornamenti degli ultimi giorni: mi hanno chiamata in 4 posti diversi per lavorare, sono mentalmente altalenante anche se sto cercando pian piano di riprendermi. Lunedì inizia l'università e ho il primo colloquio. Domenica forse sono a Milano. Sto facendo anche da tutor ad una ragazza indiana e sono felice, perché per quanto sia complesso capirsi mi rende molto orgogliosa di lei, ma anche di me. Con Lorenzo (il 17enne di ripetizioni) stiamo diventando amiconi e ieri mi ha fatto ascoltare anche una canzone che ha scritto e mi ha invitata in un locale dove suona tra qualche giorno. Mi sto affezionando forse, ma va bene così. Mi affeziono a tutti i ragazzi a cui faccio da babysitter/aiuto con varie materie, lui in particolare forse perché è il più vicino a me come età e mi ritrovo a parlare anche di cazzate. La canzone è davvero bellissima, mi ha fatta emozionare, sarà che lego tutte le canzoni a cose e persone. Potrei andare avanti ore, negli ultimi 3 gg è successo di tutto.
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lolorossi · 1 year
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Una pioggia di psicofarmaci.
La troppo frequente associazione sintomo manifesto-farmaco psicotropo, ha portato ad una larga diffusione dell'uso di psicofarmaci che mette in secondo piano l'aspetto clinico e diagnostico, appiattendo e uniformando a un unico quadro clinico di effetti collaterali.
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Tutte le differenze tipiche e patognomoniche dei vari quadri clinici, vengono appiattite dall'uso sconsiderato di psicofarmaci, con la scusante di impedire la progressione violenta della sintomatologia anche in chi mostri soltanto piccoli segni di depressione.
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Un farmaco può interferire negativamente nel decorso delle forme di schizofrenia a prognosi favorevole ed è altamente dannoso per chi sia affetto soltanto da una lieve depressione, poiché induce il paziente a divenire dipendente di una sostanza psicotropa di cui non ha bisogno.
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La persona che si nasconde dietro lo pseudonimo di "Stanza1241" non è chiaramente schizofrenica, ma, nonostante ciò, il Centro di Salute Mentale veneto a cui si era rivolta l'ha nettamente bombardata di psicofarmaci.
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Per lo stile similare di scrittura, intimistico, rilevabile dal confronto fra account e blog, e l'accorato appello/accusa rivolto a FNOMCeO - il cui evento scatenante è chiaramente l'omicidio della psichiatra di Pisa, ho motivo di pensare che l'account twitter e il blog siano stati prodotti dallo stesso utente.
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Se @mangiamy (Gioia) e "Stanza1241" fossero la stessa persona, ci troviamo davanti ad un caso di persona realmente abusata dal personale del sistema sanitario veneto, che non necessitava di psicofarmaci e nemmeno di un Trattamento Sanitario imposto, poiché soltanto lievemente depressa.
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In rete non ho trovato nulla, ma consultandomi con i colleghi veneti e alcuni infermieri, sono risalito al caso di un suicidio avvenuto in provincia di Venezia, nel maggio 2022. Il paziente era sotto la supervisione del Centro di Salute Mentale di San Donà di Piave (Ve).
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Il blog https://stanza1241.blogspot.com è stato scritto in maggio 2022; il suicidio di G.B. in cura presso il Centro di Salute Mentale di San Donà di Piave (Ve) è avvenuto i primi di maggio 2022. E' chiaro che Gioia conosceva il ragazzo, perché in cura presso lo stesso Centro di Salute Mentale.
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@mangiamy (Gioia) ha chiaramente chiuso la sua esperienza su Twitter (come dichiarato nel suo account); ho reso tutto pubblico, poiché l'unica persona che può confermare i fatti è chi è dietro quell'account ed io non dispongo di altri canali di comunicazione per raggiungerla.
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Più traumi subiti: punito/a con un Trattamento Sanitario imposto per aver denunciato un caso di malasanità; poi, il trauma del suicidio dell'amico, morto nello stesso contesto di malasanità che aveva tentato di denunciare. Due episodi lucidamente descritti e coerenti nei particolari, a distanza di tempo. Il racconto è reale, quanto il dolore e la frustrazione di questa persona, che desidera venga fatta chiarezza su quanto accaduto, ma non trova aiuto attorno a se.
Non mi resta che sperare che, in qualche modo, questa persona mi legga o che qualcuno, che la conosce bene, mi contatti: i fatti corrispondono a quanto narrato dalla persona dietro l'account, sia per la coerenza tra blog e account, sia perché il caso di suicidio esiste.
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lacanzonedi · 2 years
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Marsupializzazione del Bartolino.
L'operazione a cui mi sono sottoposta è la Marsupializzazione del Bartolino e all'inizio di questa storia non trovavo abbastanza info/testimonianze sul post operatorio di gente che lo aveva, per cui ho deciso di fare questo post per fare chiarezza e magari essere di aiuto e tranquillizzare qualcuno.
Cos'è e com'è iniziato??
Le ghiandole di Bartolino sono piccole ghiandole che si trovano nella vulva ai lati dell'orifizio vaginale la cui funzione è quella di produrre i fluidi per la lubrificazione nei rapporto sessuali. In sostanza, si trovano nella patata, nel gergo 'di paese'. Un anno fa, del tutto all'improvviso, ho notato questo gonfiore laterale. Durante la visita, la ginecologa mi ha detto che era una ciste ma che non era la ghiandola. Che era grande quanto una noce ma non mi dava fastidio, quindi decidiamo di lasciarla stare per ora. Dopo 2 settimane, tutta la zona, tutta la vulva, si gonfia all'improvviso, impedendomi di camminare, sedermi, perfino usare i vestiti, mi toglieva anche il respiro dal dolore assurdo e continuo, un dolore che non mi lasciava nemmeno pensare. Durante un visita mi è stato detto che era una allergia, a cosa non si sa, dovevo cambiare sapone intimo, detergenti, ammorbidente, detersivo, bagnoschiuma, assorbenti, tutto. e l'ho fatto. In quel momento la ciste era sparita e durante la visita il medico mi disse che non avevo nessuna viste del Bartolino. Mi sembra strano, due settimane fa c'era, due giorni fa c'era, ora non c'è più??? L'allergia mi passa, la ciste ricompare, ma cambia forma, essendo una zona di mobilità, è come se si spostasse (in realtà era grande e cambiava forma quindi un giorno era qua, un giorno era là). Passano i mesi, l'allergia ricompare, la cisti scopare di nuovo. Dalla sensazione che ho (e ho avuto anche alla prima allergia) nel momento in cui ha inizio l'allergia, è come se 'qualcosa' si spostasse proprio dove mi si gonfia il tutto, ed io ero convinta fosse la cisti che, cambiando forma di nuovo, si posizionasse esattamente al centro della vulva postando un gonfiore generale ed estremamente doloroso. Niente, nessuno mi credeva, eppure la ciste era sparita dalla zona laterale mentre avevo l'allergia. Penso a questa teoria anche perché ho usato gli stessi prodotti per anni e proprio ora mi fanno allergia? li cambio e per 6 mesi vanno bene e ora mi fanno allergia? strano. Vivo tutti questi mesi coi farmaci in borsa con la costante paura di sentirmi male all'improvviso. Non ho dolore, ma costante fastidio e io ho una paura matta degli ospedali fin da piccola, per cui penso che finché non ho dolore va bene così, anche perché nessun medico mi disse di andare in ospedale anche se io espressamente chiedevo se fosse il caso di andarci.
L'operazione:
La situazione diventa insostenibile, la ciste cresce e non posso andare in bici o mettere più i jeans perché ho fastidio. Niente di visibile, ma molto fastidioso anche ogni tanto quando mi sedevo. Dopo aver parlato con 3 ginecologi diversi che mi dicevano mille cose diverse, tento la sorte. Mi affido alla mia solita ginecologa che mi manda in ospedale. Faccio gli esami preparatori al ricovero (ecg, analisi del sangue) e due giorni dopo vado in ospedale. In sala operatoria fanno l'anestesia locale, ma la ciste è più profonda del previsto, per cui marsupializzazione del Bartolino sia (questa potete vederla su google, c'è scritto come la fanno e a cosa serve). L'operazione può essere in day hospital e spesso è così, ma la mia era più grande (il medico che mi ha operato mi disse che dovevo andare prima, perchè era bella grande. la mia riposta: ho girato 3 medici diversi, è a loro che deve dirlo non a me, io mi affido a voi che siete dottori, se voi non me lo dite e anche mi dite che posso stare tranquilla e aspettare, significa che non è grave e non è nulla di che. non deve dirlo a me e che cazzo) per cui rimango ricoverata 3 giorni. L'operazione è durata 20/3O min e ho sentito dolore per tutta l'operazione nonostante l'anestesia. Ho sentito dolore eccome li mortacci. tornata in stanza, ero abbastanza tranquilla. dopo 1h decido di alzarmi per mangiare (potevo perché avevo fatto anestesia locale) e quindi mi alzo. MA ATTENZIONE: non mi avevano detto che avrei perso così tanto sangue. Alzandomi, nonostante ti facciano mettere un assorbente per le perdite NORMALI post operazione, io ho sporcato pigiama, gambe, e mezzo pavimento del bagno col sangue che copiosamente usciva dalla mia vagina. è stato impressionante, ma senza dolore. mi sdraio ancora dopo aver mangiato ed essermi pulita, mi rialzo dopo 3 h e di nuovo mi riempio di sangue e sporco tutto. Tant'è che hanno dovuto portarmi un altro pigiama. Non ero pronta a rimanere 3gg, perché mi avevano detto che sarebbe stato in day hospital, ma giustamente era più sicuro per me rimanere lì, specie dopo tutto quel sangue perso in mezza giornata. La zona era leggermente dolorante e TANTO GONFIA. Tantissimo, tant'è che ho tenuto il ghiaccio per tanto tempo per quei 3 gg. Piegarmi, sedermi, camminare mi erano difficoltosi e dolorosi.
POST operatorio.
Ho avuto perdite di sangue per una 20ina di giorni e gonfiore per circa 18/20gg (normale). Non potevo piegarmi, sedermi o camminare bene e ci ho messo un mesetto per poter camminare di nuovo bene. In realtà sparito il gonfiore sono riuscita a piegarmi di nuovo, ad alzarmi e sedermi senza problemi, arrivavo senza problemi a squat profondo insomma. Ho seguito la terapia farmacologica per 15 gg + sapone adatto che ancora ora uso. La visita di controllo va fatta dopo 30gg, ma io al 34esimo giorno ho iniziato ad avere dei problemi nella zona. La ginecologa mi visita e dice che sono i punti interni che si stanno cicatrizzando e mi dà fastidio. Questo perché i punti in questo caso si riassorbono dopo 30/40gg.
Cose che nessuno mi aveva detto/non trovavo su internet:
le prime due copiose perdite di sangue facevano paura, era un lago davvero, e mi aveva spaventata, sarebbe stato meglio saperlo prima onestamente. Ma non abbiate paura, è normale ed è solo la prima/le prime volte, la sera stessa vedrete un miglioramento enorme (sembra di avere il ciclo normale, a flusso medio i primi 2 giorni, poi basso per i successivi). Lavarsi post operazione è possibile, anzi molto consigliato perchè con le perdite di sangue e il gonfiore, si deve evitare di avere proliferazione batterica. OK che abbiamo gli antibiotici per i primi 7gg e più però bisogna mantenere la zona pulita e cambiare l'assorbente più volte per questo motivo. Il lavaggio è normalissimo, ovviamente con più delicatezza. Nel mio caso ho rifiutato il catetere, ma in alcuni casi lo mettono (o se volete voi, se è dolorosa la minzione), la minzione non è dolorosa ma sicuramente non è come sempre, la zona è indolenzita e come fastidio direi 6 o 7/10, idem espletare l'altro bisogno. Non sforzatevi, ma riposate più che potete, non tentate nemmeno di dormire girat*, perchè anche solo provandoci sentirete un dolore disumano, evitatelo almeno voi. Tenete il ghiaccio i primi giorni, perchè aiuta moltissimo davvero a sgonfiare la zona. A vederla conciata in quel modo post operazione fa impressione e paura, è normale, il gonfiore sparirà nell'arco dei 15/20giorni. Avrei voluto sapere anche che forse era meglio presentarmi prima, quando la ciste è più piccola, ma qui devono essere i medici a dirlo.
IN GENERALE è una operazione non tanto dolorosa, i primi due giorni sono i più difficili, il primo giorno io ero bianca come un lenzuolo e sono quasi svenuta per la debolezza dopo aver perso tanto sangue, ma il secondo giorno già stavo meglio. MANGIATE TUTTO quello che vi danno e CHIAMATE sempre infermir* e oss se ne avete bisogno e la prima volta chiedete espressamente di essere lavati da loro, così da capire bene come fare voi stess* come fare, se avete paura. Io ho fatto così.
NON abbiate vergogna, è il reparto di ginecologie e ostetricia, lì le patate sono tutte al vento e sono dottor* e infermier* e oss che ogni giorno ne vedono mille. la mia patata l'hanno vista in +27 persone in 3 giorni, quindi non fatevi paranoie inutili, guardano la vostra patata come se fosse una mano o un piede. Io sono stata sola, non potevo ricevere visite per le normative covid, e come prima esperienza in ospedale da una che ne ha paura, e dopo la prima giornata a inondare il bagno del mio sangue diciamo che non è stato bello, la prima notte ho pianto per ben 7 ore ininterrotte.
IN SINTESI scrivo questo post per raccontare la mia esperienza, sperando possa essere utile a qualcun*
ciao! - non rileggo perché se no piango a ricordare l'ultimo anno di sofferenza, qui l'ho riassunto molto levando tutto il peso psicologico che ne è derivato, con la frustrazione di 10 mesi tra medici diversi che mi dicevano Bartolino si Bartolino no, ciste c'è ciste non c'è, non è stato facile come ho descritto, ma l'operazione invece comprende tutto ciò che è successo davvero, idem il post operatorio. L'operazione è avvenuta a settembre. se dovesse venirmi in mente altro, lo aggiungo! per le domande, sentitev* liberi di chiedermi qualsiasi cosa. credo che ci siano poche info in merito ed è giusto parlarne perché in realtà è una cosa super comune ma tutti tacciono.
NOTA BENE la mia non è una descrizione medica, come si può notare, ma la mia sola esperienza da paziente.
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a-dreamer95 · 2 years
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Oggi vado a comprarmi un nuovo zainetto ed, inevitabilmente, ho pensato al mio vecchio zainetto che mi è stato rubato a Pisa il 30 novembre 2018 nel primo pomeriggio in via Bonanno Pisano. Per me fu uno shock non poter più avere tutte le mie cose personali a cui ero tanto affezionata. Mi sono ritrovata senza borsello con dentro carte e soldi, foto dei nonni e fototessere, lettere segrete dei miei ex-fidanzati, l’agenda, i libri e... il nuovo mascara appena acquistato. Niente è stato più ritrovato, e probabilmente mi sarò dimenticata anche degli impegni che avevo nei giorni successivi perché non avevo più la mia agenda. Quasi un sollievo, forse, ma quanto dolore. 
Dopo il furto dello zaino subìto e dopo aver visto l'indifferenza delle persone intorno a me in quel momento, mi risulta ancora più difficile di quanto non lo fosse prima per me fidarmi degli altri. O forse nessuno ha visto? Io invece penso che tutti abbiano semplicemente fatto finta di non vedere perché immersi nella loro vita, nei loro impegni, nessuna voglia di fermarsi perché di fretta, nessun senso di colpa: non sono stati loro a commettere il furto. Mi trovavo in via Bonanno Pisano, una delle strade principali di Pisa, un venerdì nel primo pomeriggio: studenti dall'altro lato della strada, auto che sfrecciano, persone che escono dall'ospedale Santa Chiara. Ma nemmeno un cane che mi viene in aiuto o, almeno, a confortarmi. O meglio, forse se ci fosse stato un cane nel vero senso della parola, sarebbe stato sicuramente meglio dell'essere circondata da persone robot. L'egoismo sta dilagando, troppo.
Con questo furto ho perso anche una parte di me perché, oltre a soldi, documenti, diario, libri e oggetti personali, ho perso anche i miei ricordi più cari di persone che per me sono state importanti. Mi sento persa, come se mi avessero rubato anche l'identità. O forse è stato solo un caso isolato e davvero nessuno ha visto...?! Non lo so, è difficile da credere, ma io voglio continuare a pensare che nel mondo ci siano anche brave persone. Anzi, sicuramente è così.
Grazie a chi mi ha scritto per sapere come stavo e a tutti quelli che si sono interessati alla vicenda. Grazie a tutte le brave persone che conosco, che non sono poche, perché mi fate rendere conto di quanto io sia fortunata e del fatto che il mondo è ancora un bel posto.
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arcobalengo · 2 years
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Una storia difficile da credere. «Ci stai dicendo che i signori della guerra somali, tutte le parti in conflitto in Jugoslavia, i servizi segreti Usa, le Nazioni Unite, servitori dello Stato italiano e, perfino, la Croce rossa internazionale sarebbero coinvolti in un gigantesco traffico d’armi volto a destabilizzare Paesi in Africa, Europa e Medio Oriente? Ci stai anche dicendo che nell’operazione sono anche coinvolti giornalisti, o finti giornalisti, e organizzazioni umanitarie non governative? Ci stai dicendo che è per aver scoperto tutto questo che sono morti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin?». «Sì». «Tu hai le prove che dimostrano quanto hai scritto?». «Sì. Ma si trovano a Sarajevo. E ho bisogno di andarle a prendere. Con il vostro aiuto». Pura follia. Eppure, io gli credetti. Fui l’unico a credergli. Non so perché. Non aveva senso. Era irragionevole. Qualcosa, però, mi portò a credergli e a dargli fiducia. Convinsi il giornale, “Avvenimenti”, ad aiutarlo ad andare a Sarajevo a raccogliere quei documenti.
Franco Fracassi - The Italy Project
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gcorvetti · 1 year
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Topo maledetto.
Il mouse è morto, almeno sembra così. Non ricordo quando lo comprai e visto il costo, se non erro 9€ al supermercato, ci può anche stare, uno di quei mouse mini con la batteria, ottimo perché senza filo e per me che un tempo passavo ore a modellare, quindi milioni di click e movimenti è l'ideale a quello col filo. Fatto sta che è andato, già ieri dava segni di stanchezza e pensavo era la batteria, l'ho cambiata e tutto ok, oggi si spegneva di continuo e non voleva più muoversi, poi è deceduto del tutto. Obsolescenza programmata? Può essere. Adesso sono passato al micro da viaggio col filo, ma mi serve un mouse decente, dovrò spendere un pò di più per averne uno che magari dura, perché questo è il secondo. Stando al fatto che ho almeno per ora abbandonato la modellazione e la stampa 3D diciamo che potrei anche accontentarmi di questo, ma è una ciofeca.
Detto questo, oggi inizia l'ultima settimana di sto primo mese lavorativo, poi si aspetta con ansia la paga per l'acquisto dell'anno il controller midi che mi porterà a un nuovo livello di produzione musicale, c'è anche la curva d'apprendimento dello strumento e qua mi viene in aiuto la mia mania di leggere i manuali di istruzione, eh si, io leggo i manuali di istruzione, quelli che vengono allegati a ogni apparecchio elettronico, per il semplice motivo che se c'è un manuale ci sarà un motivo. Ricordo che il pianistello comprò un registratore d'ambiente digitale, un giorno arrivò alle prove con sto coso, 250€, sulla scatola c'era scritto 4 tracks recording e altre piccole indicazioni, poi li per li lui lo accese e provò a farlo funzionare, dalla scatola estrassi il manuale che era bello corposo e iniziai a sfogliarlo, come sempre ci sono nelle prime pagine le avvertenze su come evitare che l'apparecchio vada in merda, poi appena arrivai alla prima pagina lui mi disse :"Dai qua, dai qua", gli diedi il manuale e lo riposò nella scatola dicendo "I manuali non servono ad un cazzo, proviamo comunque a registrare qualcosa per prova", dopo mezz'ora che ci smanettava senza ottenere risultati gli feci notare che se leggevamo il manuale eravamo magari in grado di capire come funzionava, lui ha ribadito che non serve e che avrebbe chiesto a Claudio, amico pianista, come doveva fare perché lui ne ha uno simile. Non c'è proprio bisogno di commentare. Dico solo che uno degli ultimi messaggi che mi ha mandato è stato :"Gug, come faccio a registrare il pianoforte acustico?", potevo benissimo dirgli "leggiti il manuale di quel coso che ti sei comprato e che starà prendendo polvere da qualche parte e vedrai che non hai bisogno di nient'altro", ma gli diedi delle indicazioni diverse, perché per registrare ci sono diversi metodi, uno è una bella interfaccia audio, un paio di microfoni e aste, il tutto al costo amatoriale di circa 500€, questo è per avere delle registrazioni decenti, se poi vuoi fare qualcosa di professionale devi raddoppiare o triplicare il costo, risposta "Azz, ma non c'è una strada più semplice?" e la gli feci notare che aveva quell'aggeggio, che ha anche due ingressi per due microfoni, oltre ai microfoni sensibili in dotazione, risposta "Ma quel coso non funziona bene", io "Hai letto le istruzioni", lui "non servono a un cazzo le istruzioni", io "beh, allora la strada è quella", mi ha salutato e penso porconato da buon veneto.
Questa storiella mi ricorda quanto io sono quello che non ne sa niente sulla musica e lui quello che ha fatto il conservatorio e conosce la musica a menadito, ma che purtroppo non riesce a fare altro che l'insegnante, nonostante gli avevo fatto vedere che col progetto dello swing italiano potevamo anche tirare su un pò di soldi, ma si sa chi vive di pezzi di carta pensa che se non ne hai uno non sei all'altezza. Meno male che l'ho allontanato, mi sento molto meglio :D
Va bè, RIP mouse.
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conilsolenegliocchi · 2 years
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~ Lo strano caso della signora Posillipo ~
La vista che si godeva da quel punto della città avrebbe fatto la fortuna di un albergo. Invece, a godersi l'ampio panorama del pittoresco golfo ai piedi del Vesuvio erano i clienti di una clinica privata. Salivo a piedi il ripido viale che portava all'ingresso con la voglia di chi deve, sorretta da silenziosi incitamenti mentali giacché il mio accompagnatore mi era di conforto quanto una zavorra. L'ingresso della clinica era una moderna vetrata automatica, incastonata nell'immobile con cognizione di causa, in modo da non stonare con la facciata del palazzo stile neoclassico, perfettamente tenuta, con tanto di cornicioni decorativi originali risalenti all'epoca in cui fu edificata dal barone tal dei tali.
Entro e ovviamente cerco subito l'accettazione. Quel posto sembrava uno scherzo: a destra corridoi ultramoderni, segnaletica dei reparti, luminosità a giorno, a sinistra un'ampia ala con bancone arredata con librerie e mobili antichi di noce scuro, austeri, pesanti, scarsamente illuminata. Mi avvicino un poco titubante e chiedo ad un giovane uomo seduto ad una scrivania più interna, dietro al bancone, se quella fosse l'accettazione. Mi fa cenno di sì col capo. "Ho un intervento programmato per oggi con il dott. Esposito" - "Non deve parlare con me. La signora sta arrivando". Quale signora? Mi volto e vedo avanzare a fatica verso di noi, attraverso la penombra, una donna sui generis che pareva appena uscita dal set di una pellicola noir. Molto anziana, vestita con un lungo abito nero, magrissima e diafana, i capelli bianchi, con a tratti ciocche ancora grigie, raccolti in una crocchia molto elaborata leggermente spettinata.
Se non avessi avuto massima fiducia nel chirurgo che doveva operarmi, rinomato per essere tra i migliori della regione, sarei andata via.
Io e mio marito ci lanciavamo occhiate rapide condividendo telepaticamente lo stesso pensiero "Gesù, ma dove siamo capitati?". Ci siamo salutate molto ossequiosamente e le ho detto perché ero lí. Ha controllato su un registro la mia prenotazione e poi ha iniziato la redazione preliminare della mia cartella clinica, chiedendomi con voce tremula i dati che trascriveva nei vari campi con una calligrafia perfetta a dispetto della tremolante mano ossuta. Ogni tanto mi guardava di sottecchi facendomi sentire più a disagio di quanto non fossi già. Nonostante glielo avessi ripetuto più volte non riusciva proprio a capire il mio indirizzo. Ho guardato il giovane uomo, seduto più in là all'austera scrivania, pensando che sarebbe venuto in aiuto della signora, ma è rimasto al suo posto impassibile. Così le ho chiesto se potessi aiutarla io a scriverlo. Mi avvicina il modulo e anche se ero nel verso contrario del foglio, senza girarlo, ho scritto per bene il mio indirizzo. Lei annuisce e mi guarda sorridente, con una strana luce in quegli occhi piccoli e vivaci che aveva a dispetto del viso rugoso. Poi mi dice che ero una persona bella, di quelle che non si incontrano facilmente. Avevo scritto per bene al contrario, questo faceva di me una persona che sapeva adattarsi e questa è una grande qualità. Ma si dispiaceva per me perché avrei "pagato a caro prezzo in questo mondo la mia signorilità". Mi ha lasciata un attimo interdetta e senza parole, ma onestamente in quel momento non avevo la lucidità per elaborare quella strana situazione, ero troppo in ansia per l'intervento e volevo solo che quel passaggio burocratico si concludesse il prima possibile. Mi sono limitata pertanto ad annuire imbambolata e ad un sorriso di circostanza. Ho pensato, tra l'altro, che quelle parole facessero parte di un marketing adulatorio vecchio stampo, che lei tenesse quell'atteggiamento con tutti i clienti e, lì per lì, non mi è sembrato nemmeno strano che dicesse ad una ragazza, che doveva essere dello staff parasanitario stando alla divisa, che ero sua amica e perciò di accompagnarmi alla stanza più bella da dove si vedeva il mare.
Certo che desideravo poter vedere il mare, e che mare direi, ma non ci vogliono grandi qualità divinatorie per immaginare che chiunque si trovi lì speri di beccarsi una delle stanze panoramiche per addolcire, diciamo così, la pillola della degenza.
La stanza era essenziale, asettica, triste. C'era la TV e mio marito si mette subito comodo sul letto a scegliere qualcosa da guardare. D'altronde cos'altro poteva fare, lo aspettavano ore di attesa. Prima di eseguire tutte le prescrizioni ricevute dall'infermiera circa la mia preparazione pre-operatoria, mi affaccio al balcone e mi beo del tepore del sole e di una vista degna di una cartolina. Guardandomi intorno noto altri palazzi ed alcune abitazioni e penso a che fortuna hanno quelle persone a poter guardare quel panorama tutti i giorni a tutte le ore. Torno dentro per fare quello che devo fare, di lì a poco sarebbe arrivato l'anestesista a parlarmi, meglio farmi trovare pronta.
Sento della musica rock e due voci maschili che parlano e ridacchiano mentre mi sistemano qualcosa addosso. Cerco di ricordarmi dove sono e cos'è quella luce fortissima che mi acceca. "Bentornata!" il faccione del chirurgo mi sovrasta e mi ripara un poco dalla luce, così che riesco a riconoscerlo e a ricordarmi chi sono, dove e perché. Che strana sensazione quel salto spazio temporale che crea l'anestesia: sembra che venga premuto il tasto off/on. Un momento prima ci sei, un momento dopo sei completamente inattiva nel corpo e nella mente. "È andato tutto bene, stiamo per spostarla in stanza. Dovrà restare un paio d'ore in osservazione... dopodiché se riesce a fare pipì potrà anche andare a casa se vorrà". Sì che voglio.
Le due ore di attesa più interminabili di sempre. Finalmente ricevo l'ok tecnico del dottore e mi rivesto, anche se ho l'agilità di un bradipo dovendo fare attenzione ai punti. È sera ormai quando scendo in accettazione e ci trovo una ragazza con quel che sembra il mio dossier già pronto. Mi guardo intorno e, non so perché, mi viene di chiederle se la signora anziana che avevo incontrato la mattina avesse finito il turno. Lei ride divertita e poi, sporgendosi un poco verso di me, dice sottovoce, come se mi stesse confessando chissà quale segreto"La signora è sempre di turno... È la proprietaria di questa clinica". E infatti, nemmeno finisce di parlare che la signora appare, ma stavolta non l'avevo vista arrivare. Mi guarda con aria molto compassionevole e mi chiede come sto. Libera la ragazza e mi dà le fatture da saldare, per le quali inizio a compilare assegni che poi le passo chiedendo di controllare se vanno bene. Mi dice che si vedeva che ero una persona precisa e sicuramente quello che avevo fatto era fatto bene, infilando poi gli assegni nel mio dossier senza nemmeno girarli per dare un'occhiata veloce. Le chiedo il certificato di degenza da presentare come giustificativo a lavoro e nel mentre che lo compila chiacchieriamo del più e del meno. Nel salutarci mi dice "Sono stata veramente felice di conoscerti, però figlia cara ascoltami bene, se continui così tra dieci anni morirai. Abbi più cura di te". Ma perché dovevo morire? Non l'ho capito né ho chiesto, archiviando la strana nonnina come un po' fulminata. Però sulla strada di casa, ripensandoci, mi pentii molto di non aver chiesto in base a cosa dicesse così, almeno per curiosità, hai visto mai che la signora avesse un terzo occhio. Chissà perché non siamo mai perfettamente coscienti di quello che ci succede mentre ci succede.
Sono passati cinque anni da quel giorno. Se ha avuto ragione, me ne restano altri cinque.
@conilsolenegliocchi 🐞
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Ho pensato per un po' a ciò che hai scritto e se fosse o meno il caso di dire qualcosa, soprattutto perché le cose dette da sconosciuti su un social credo abbiano un valore abbastanza relativo.. Ma quello che hai detto mi ha fatto stringere lo stomaco e la sola idea di avere qualcuno accanto che possa solo valutare l'opzione "ho vissuto abbastanza" mi spinge a scriverti.
Non oso immaginare quanto tutto possa essere difficile, soprattutto se circondato da persone che sono nella tua stessa situazione e ti portano puntualmente a ricaderci, ma 26 anni sono pochi per pensare anche solamente che sia tutto già finito.
Hai conosciuto la parte degradata e marcia della vita, ma questo non implica che le cose non possano cambiare.
Le dipendenze sono difficili da gestire, ma se inizi a capire che puoi sentirti leggero e sereno anche senza quella roba, fai in primis bene a te stesso e soprattutto a chi ti vuole bene davvero.
Mi sembra di aver capito che tu abbia dei genitori presenti, chiedi aiuto, parlane, piangi e torna ad avere 7 anni se serve. Punta sulle persone che realmente saranno con te in ogni circostanza, che non ti volteranno le spalle sul più bello.
La comunità potrebbero essere tutto ciò che hai descritto, ma se è un modo per allontanarti momentaneamente dall'ambiente e dalle persone tossiche della tua vita, vale la pena tentare.
Il vento che ti accarezza il viso mentre l'aria inizia ad essere riscaldata dal sole è un momento troppo puro per non viverlo lucidamente.
Ti auguro il meglio, davvero🍀
Sono appena uscito da lavoro e ho letto il tuo messaggio, sono scoppiato a piangere ma ti ringrazio comunque anche se non ti conosco.
Penso sia quasi impossibile chiedere aiuto arrivato a questo punto, sarò io a non volermi fare aiutare forse, non lo so, ma lo vedrei più come una sconfitta che un vantaggio.
Lasciarsi andare, o farsi abbattere come i cavalli quando sono zoppi, mi vedo così, sono da abbattere ormai.
Non sono felice mai, alle persone a cui voglio bene non frega niente, mi sveglio per fare che cosa? Dovrebbe essere facile la vita, invece, problemi su problemi ogni cazzo di giorno, perdonami la pesantezza davvero, ma sento questo.
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hollowthewriter · 2 years
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Io, la DM. Il primo approccio
Durante la creazione dell’aspetto estetico di questo blog, i quali eventuali lettori ringrazio in anticipo per la pazienza che avranno con me, mi sono interrogata a lungo su quale dovesse essere la natura della prima cosa che avrei pubblicato. Inizialmente ho pensato di partire dal primo approccio al Game Mastering, che è quello che faccio quando gioco con il mio gruppo indossando le vesti di DM, o GM che dir si voglia. Però, per quanto d’impatto sia stata la mia prima campagna dietro lo schermo del master, mi sono resa conto di quanto più innegabilmente importante e rilevante sia il modo in cui mi sono inizialmente approcciata al gioco di ruolo. Perciò, che siate in taverna con un boccale alla mano ad ascoltar le storie dell’oste, o che siate in ibernazione in qualche tempo futuro mentre un disco ripete queste parole antiche, lasciate che mi dilunghi un poco nel cantare queste gesta poco eroiche ma con qualche piccola, minutissima perla nascosta al suo interno.
Ordunque, come il nome dovrebbe far intuire, nonostante io sia qui per lo più in veste di DM con qualche esperienza, il mio primo approccio al gioco di ruolo è stato attraverso la scrittura. Durante il mio primo anno di università, che per essere chiara è stato un periodo orribile fatta eccezione per pochi incontri molto gradevoli, avevo già deciso che, indipendentemente da qualsiasi cosa stessi studiando, io avrei scritto un libro. Inizialmente la storia doveva girare attorno ad un incidente del quale due sorelle erano le uniche sopravvissute rimaste: ci ho lavorato fino a febbraio del 2016; e nonostante i racconti di questa natura, così eccessivamente cupi, non siano mai stati il mio forte ho continuato a buttar giù parole su parole, finché a febbraio la salute non è peggiorata tanto che, in quello che potrebbe esser considerato un lunghissimo sogno (o forse un delirio notturno?), non ho finalmente sognato il mondo come l'ho creato negli anni a venire. Ripresami da quel sogno, oltre che genericamente da quel periodo di profondo malessere, tutto quello che volevo era dimenticarmene, data la pressante sensazione di angoscia che mi aveva lasciato; chiaramente, non ci sono riuscita. Perciò ho deciso di accantonare la prima storia, con la quale non riuscivo più a risuonare e che non mi sembrava possibile continuare a descrivere, e buttarmi sul nuovo mondo sognato, sulle sue creature e le gesta dei suoi eroi. Non dovrebbe essere necessario scriverlo a parole, ma si trattava di un fantasy. Ora, sarò pienamente sincera: prima di questo libro, avevo letto le Cronache di Narnia ed il primo volume di Harry Potter, e basta. Non c'è bisogno di fare shaming in merito al fatto che non avessi ancora letto i libri di Tolkien, me lo faccio da sola - ma l'ho fortunatamente recuperato nell'anno successivo a questo sogno. Ma comunque sia, scrivo questo per intendere una cosa molto semplice: io di fantasy non capivo un bel niente. Sì, mi piacevano un sacco i videogiochi in setting fantasy, e sì mi son vista vari film di fantasy epico, medievale, moderno e chi più ne ha più ne metta, però non era mio interesse scrivere un copione. Quindi, una volta ferma davanti alla schermata di Word, non avevo idea di cosa scrivere; e vedere quella fastidiosissima barretta che ticchettava sullo schermo senza produrre niente mi dava al cervello. Così, in un momento di estremo fastidio ed irritazione, ho chiesto aiuto ad uno dei miei incontri gradevoli nonché esperto di fantasy: mi aveva parlato di questo gioco, Dungeons&Dragons, che magari avrebbe potuto aiutarmi a chiarire le idee con alcune proposte da cui partire.
Durante il pranzo, mentre il registratore era attivamente preso a captare tutte le parole del mio interlocutore, io ero lì, sorridente, a fare domande, mangiare la zuppa ed infine tornare a casa: una volta rientrata mi sono resa conto di non aver capito un tubo. Sarei davvero entusiasta di dire che già lì ho iniziato a lavorare attivamente alla scrittura, ma starei mentendo: cos'erano tutte quelle regole? cos'è un dado ad un numero di facce diverse da sei? che bisogno c'è di tutte quelle razze e classi? e le classi di prestigio erano necessarie? perché servono tutte queste statistiche e questi numeri?
Perciò il mio primo approccio al gioco di ruolo ha rischiato di fermarsi a quella serie di numeri, a cui una ragazza da poco uscita da un liceo classico e con infimo interesse per qualsivoglia aspetto scientifico certamente non poteva appassionarsi.
Fortunatamente, non è stato così.
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occhintensidime · 21 days
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Ciao Cuore,
Sono le 4 del mattino passate, in tutti questi anni non credo di averti mai chiesto aiuto o di essermi confidato profondamente con te; probabilmente è uno dei tanti problemi per cui non ci sentiamo più, ma non hai mai capito quando posso essere difficile per anche se lo facessi adesso.
Va beh, ormai non ci sei più e amen.
Il problema è che sento per la prima volta di farlo, farlo solo con te perché quanto sei stata importante (e non so se per fortuna o sfortuna ti ho nel cuore) ma soprattutto perché stavo quasi riuscendo a toglierti dalla mia testa, o per lo meno, di non pensarti ogni giorno.
Tutto questo grazie a una ragazza, conosciuta nel tuo stesso identico modo. Davvero molto carina, anche se direi davvero bella, alla mano, spiritosa e con un passata davvero molto inquietante e difficile peggio del mio: forse per questo riuscivo a capirla in toto. Ma oltre alla bellezza indiscutibile se non solo da lei stessa, c'era qualcosa, di speciale come con te non so, ma quel qualcosa in più che mi attraeva. Mi attirava.
Tante belle ore a parlare con il desiderio in più di vederci il prima possibile visto la non tanto lontananza.
Lascio stare i dettagli futili che non ti interesserebbero.
Tutto molto bello e carino, tranne che a un tratto dal nulla, Bam! Scoppio una roba insensata.
Tempo di uno o due minuti nel parlare, diventa fredda e gelida (non so se ti viene in mente qualcosa, porca troia cuore.va beh) non capisco il motivo, chiedo, provo, faccio il possibile...sai che sono uno molto profondo e quando mi affeziono anche in poco tempo, ci tengo sul serio, ma nulla.
Se ne esce che si è stancata e non vuole più sentire nessuno. Che ha visto una cosa e ci sta troppo male.
Ho pensato avessi detto, scritto, fatto qualcosa io, ma no. Cose passate.
A visto una foto con un suo ex insieme ad una ragazza ed è partita.
Ho cercato per ore di convincerla e disuaderla da fare ciò che voleva fare ma niente.
Basta con l'amore e i sentimenti (ha questa fissa, ma non ho mai imposto nulla anzi mi ci vogliono anni di frequentazione) con tutto quello che ne concerne il cuore perché ha paura di soffrire ancora, allora si vuole "concedere" a tutti quelli che si trova davanti, a prendosi pure Only Fans.
Scioccato letteralmente. Fa anche male perché poi io mi affeziono e ci metto tutto me stesso, ma una cosa del genere mai capitata. Cazzo ma allora facevi la troia anche prima. Perché una che agisce in questo modo lo è!
Ma come cazzo è possibile una roba del genere? Poi dici, è una ragazzina, e capisci la generazione di adesso, ma porca miseria, tre anni in meno di me, con un passato che manco 5 anni di telegiornale basterebbero a spiegare, e ti metti così, a cazzo, per tutti? Con un figlio piccolo oltretutto!!!
Io sono davvero sconcertato. È difficile farmi rimanere di merda.
Quando ridono perché dico "single a vita" io lo dico sul serio. Perché conosco me stesso e le ragazze di oggi, la maggior parte ovviamente. Solo che ci sono cascato, non so come e perché, ma è così.
Nulla, mi sentivo di confidarmi con te, anche se non ci sentiamo e non te ne frega un cazzo. Solo, vorrei un tuo abbraccio, anche se il primo, uno di quelli che non finisce mai.
Ciao, ti voglio bene.
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mi preoccupa quasi meno "scrivi ciocca e vota lega"(cantato) che non capire se la Salis sia colpevole o meno, perché una che è saltato fuori essere un'abusiva(non paga l'affitto da tot anni a quanto pare) e che non ho capito se abbia o meno aggredito chiunque fosse in non ricordo che stato MI ANGOSCIA PIÙ DI AVERE IN TESTA QUELLA CAZZO DI CANZONCINA DEL LEGHISTA CHE HA FATTO CAMPAGNA ELETTORALE COL VIDEO DA BALLETTO DI TIKTOK CON UNA BASE ORECCHIABILE CHE TI RIMANE IN TESTA, PORCA TROIA.
tra le altre cose sul manifesto c'è scritto "no insetti" o "basta insetti"(MO MI SFUGGE, OK?) e me ne sono accorta oggi DOPO CHE UNA VESPA MI SI È INFILATA SOTTO AL CARDIGAN E MI HA PUNTO SULLA SCHIENA
HAI RAGIONE, TI AIUTO A STERMINARE CIMICI, LOCUSTE E CAVALLETTE IN TUTTA EUROPA... ah no intendeva nel cibo, farina di grilli.
OK QUESTE ELEZIONI MI HANNO LASCIATO PERPLESSA MA SE LO SCRIVO SU INSTAGRAM LA GENTE LEGGE A PEZZI E VIENE A DISCUTERE E NON HO OGGETTIVAMENTE VOGLIA DI DISCUTERE.
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3.
Siamo davanti ad un enorme fiume. Posto sconosciuto per quanto spaventoso.
Tu mi abbracci, mi spingi in avanti incoraggiando ogni mia pretesa e tentativo di tornare indietro nella buia casa, nel triste quadro.
Mi aggrappo alle tue braccia ed ogni passo avanti è un passo verso il nulla e tremo, urlo e prendo a pugni l'aria e scalcio al vento e piango. Ho paura.
Mi butti nella bocca della belva. Mi manca l'aria. Buio, non vedo, il nulla più totale e resto sul fondo del spaventoso fiume. La corrente mi porta lontana. Non ho bisogno d'aria e mi trasformo in squalo, nuoto alla ricerca della mia casa. Mordo strappando vite al mondo e destinata alla solitudine proseguo avanti. Non ho paura, io incubo, terrore e stammi alla larga, nasconditi o grida aiuto, ma scappa finché non è troppo tardi. 
Amore, caro amore mio. 
Riapro gli occhi ed il buio della notte mi culla. Cammino a passo svelto seguendo la strada vuota che mi riporta a casa. Il vento freddo risveglia i miei sensi e la luce dei lampioni crea ombre scure sulla deserta strada. Le gambe seguono la loro strada portando il mio corpo nel accogliente appartamento. Cammino svelta verso la scura porta. Le chiavi quasi prendono fuoco sotto il mio tocco. 
Le 01:00. Varco la soglia della mia camera. Nella stanza non c'è più ossigeno e sento i polmoni forzare la cassa toracica alzandosi ininterrottamente alla ricerca disperata d'aria. 
Mi distendo sul pavimento, accendo una Marlboro ed è l'unico calore vicino a me che pian piano si consuma. Come noi. 
Amore, caro amore mio.
Al buio tra le mura della stanza ti racconterò in un sospiro una storia. La mia anima a nudo davanti al tuo giudizio e subirò punizioni atroci. 
Sarò il libro scritto da leggere al buio, in solitudine, così paura, vergogna saranno all'oscuro, penombra buia, il nero della mia anima sarà la cornice. Cuore nero, viscere consumate, corpo distrutto. 
Ti racconterò della zona oscura della mia mente. Ti racconterò del mio Quasi Mondo dove la gente conosce il giorno, l'ora e il momento della sua morte. Si ha una persistente consapevolezza, quasi come un condannato alla ghigliottina. 
La morte ti avverte qualche giorno in anticipo, ti concede la preparazione. Sei un Quasi Morto con la possibilità di fare ciò che non hai mai avuto il coraggio, il tempo o la prontezza di fare. 
Il Quasi Morto vive un momento di disagio quando gli arriva la lettera per posta con sottoscritto: "Ti aspetto nell'aldilà, buon fine settimana." 
Amore, caro amore mio. 
E' crudo ed inquietante, è tremendo e, merda, io entro nel Quasi Mondo, e temo quando mi tocca controllare la posta. 
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occhialeecaschetto · 9 months
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Gennaio 2024
di Carlo Romano.
Ci sono post sconsigliatissimi dalla netiquette, il regolamento non scritto – ma molto sentito dagli utenti - del bon ton e della tolleranza social. Ma, a quanto pare, sono inevitabili. Eccoli piovere puntualmente sul web, per citare Boris, “così de botto, senza senso”.
L’ultimo della lunghissima collezione è apparso 2 giorni fa su Stappamamma, frequentatissima pagina Facebook. Nata come punto di incontro virtuale delle mamme di Roma Nord, ha presto allargato i suoi confini al resto della Capitale.
È su questo gruppo di 48 mila genitori che si scambiano in continuazione informazioni e consigli, che da qualche ora si è abbattuto il post di un’utente. Sfondo simil tramonto, nel mezzo quattro parole: “Cerco filippino riordino casa”.
Il post, letto dal popolo di Stappamamma come un tragicomico misto di ignoranza e razzismo, è diventato un instant meme. Una figuraccia da condannare, ma anche di cui ridere.
“Poteva scrivere che aveva bisogno di una persona per aiuto domestico e che se fosse stata di origine Filippine sarebbe stato gradito, magari per esperienze pregresse. Ma non tutti i filippini puliscono bene, non tutti gli egiziani sanno fare la pizza e così via”, si legge nel commento più pacato.
Il resto è un’unica grossa collettiva presa in giro. “Non sono filippino, ma posso venire se avete casa libera”. E ancora: “Sono il filippino, m’ha cercato qualcuno?”. C’è pure chi ribalta ruoli e nazionalità: “Cerco italiana come filippina”.
La pioggia si fa cascata: “Cerco jamaicano per togliere le ragnatele”. E poi un “cerco cubano per riordinare bene” e un “cerco pompiere australiano per amica”. Il sunto? Eccolo qui: “Cerco italiana con livello culturale sopra al minimo”.
I commenti continuano, ce ne sono a centinaia. E allora vale il consiglio di una sapidissima utente di Stappamamma: “Nell’attesa dei commenti ho disdetto Netflix e comunque ho commentato solo per tenere alto il post così finisco i pop corn”
A questo punto resta solo una domanda senza risposta: la signora del post che ha dato il via alla tempesta alla fine (indipendentemente dalla nazionalità) avrà trovato un collaboratore domestico?
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lamilanomagazine · 9 months
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Nigeria, strage di cristiani a Natale: quasi 170 morti
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Nigeria, strage di cristiani a Natale: quasi 170 morti. Il Natale 2023 è stato segnato da gravi violenze a Bokkos, nello Stato di Plateau, in Nigeria. Gli aggressori, presumibilmente oltre un migliaio di Fulani, dal 23 al 26 dicembre hanno preso di mira innanzitutto comunità cristiane. È stata accertata la morte di quasi 170 persone, e il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare ancora. Molti sfollati hanno cercato rifugio nelle chiese, con le organizzazioni religiose che hanno fornito assistenza primaria, data l’assenza di sostegno da parte del governo. Gli attacchi si sono verificati in circa 26 comunità soprattutto a Bokkos, ma anche in alcune parti di Mangu e nelle comunità locali di Barkin Ladi, sempre nello Stato di Plateau. Dal 1999 si sono registrati crescenti conflitti relativi ai terreni tra i pastori Fulani, a maggioranza islamica, e gli agricoltori locali, principalmente cristiani. Sotto l'amministrazione dell’ex presidente Muhammadu Buhari si è diffusa una certa tolleranza nei confronti delle attività dei pastori Fulani, che ha generato fenomeni di banditismo, rapimenti e attacchi. Padre Andrew Dewan, Direttore delle comunicazioni della Diocesi di Pankshin, nel cui territorio si sono verificati gli attacchi, in un colloquio con Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) racconta che le vittime accertate sono «167, ma il numero è destinato ad aumentare, perché ci sono ancora molte persone negli ospedali, con lesioni e ferite di diverso grado». L’attacco è stato sferrato contro comunità cristiane. «Vivo in questa stessa comunità e posso confermare che nelle zone in cui sono avvenuti questi attacchi le vittime sono cristiane al 100%, tranne alcuni. Questa violenza è iniziata di notte in una comunità rurale chiamata Mushu. 18 persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite», successivamente i terroristi sono passati a Tudun Mazat. «Le persone sono state uccise sommariamente, le case e il mais raccolto sono stati dati alle fiamme, anche le chiese e le cliniche sono state date alle fiamme. Quella mattina ero andato in quella stessa comunità per la Messa di Natale per la comunità cattolica. Da Tudun Mazat, i terroristi Fulani sono scesi a Maiyanga, uccidendo tredici persone. Nella notte sono state attaccate circa altre 20 comunità». Quanto all'identità degli aggressori, il sacerdote afferma che «i sopravvissuti e i testimoni oculari sono stati categorici nel dire che si tratta chiaramente di miliziani Fulani. Nelle comunità in cui i cristiani vivono fianco a fianco con i Fulani, nessuna persona Fulani è stata colpita e nessuna casa Fulani è stata bruciata, quindi non c'è dubbio che gli aggressori fossero Fulani. Per quanto riguarda il motivo, non sono sicuro - prosegue Padre Andrew -, ma potrebbe essere collegato agli attacchi avvenuti nella vicina amministrazione locale, Mangu. I Fulani lì hanno attaccato le comunità, e si aspettavano che i cristiani di Bokkos, in particolare le comunità al confine con Mangu, permettessero loro l'accesso, ma questi hanno rifiutato. Quindi, penso che siano tornati ad attaccare le comunità per questo motivo». Quanto alla matrice anticristiana, il sacerdote spiega: «Per coloro che credono che questo conflitto non sia religioso, quest’ultimo attacco dimostra che si tratta chiaramente di un conflitto religioso. Il fatto che abbia avuto luogo a Natale e che i cristiani siano stati deliberatamente presi di mira in una comunità mista, in cui i musulmani non vengono attaccati, manifesta chiaramente le caratteristiche di un conflitto religioso. So che non tutti vorrebbero ammetterlo, ma per me, che sono stato sul campo, ho osservato e scritto al riguardo, vi sono i segni di un conflitto religioso». Le vittime di queste violenze spesso lamentano la mancanza di risposta da parte delle forze di polizia. Padre Andrew racconta che queste ultime «avrebbero dovuto ricorrere all’intelligence», perché prima delle aggressioni «c’erano state delle voci, e ciò avrebbe dovuto mettere la sicurezza in allerta rossa, ma come spesso accade sono stati colti di sorpresa». Quanto ai responsabili politici, sono «assenti; i nostri leader - aggiunge il sacerdote - non vivono nella comunità, quindi non capiscono i problemi che affliggono la gente». La Diocesi di Pankshin sta fronteggiando «un enorme diluvio di sfollati interni. I cristiani dai villaggi si riversano nei centri urbani per cercare riparo, cibo e vestiti, in un momento in cui il clima è molto freddo, paragonabile a quello attuale in Europa. A causa della mancanza di una risposta ufficiale, spesso sono le Chiese a dover rispondere a tali emergenze», conclude. Il Presidente esecutivo di ACS, Regina Lynch, ha commentato: «Chiediamo al governo di affrontare finalmente questo problema e di garantire sicurezza ai suoi cittadini, ed esortiamo i nostri amici e benefattori a continuare a pregare per la Nigeria, proprio come noi ci impegniamo a continuare ad aiutare in ogni modo possibile. I nostri fratelli e sorelle cristiani uccisi in Nigeria, e in altri Paesi del mondo, sono i “Santi Innocenti” del XXI Secolo. Il sangue versato come seguaci di Gesù sarà, ne siamo certi, il seme di nuovi cristiani».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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