#Nicola Carrara

[calyxthenerd]

My second consideration is that there were a million different alternatives for the finale, but my two favorites are:

Time skip of like 2/3 years (I don’t think they could’ve waited any more than that) and Leonletta wedding + showing how everyone’s lives are going

And the second one and the one I actually believed to have happened: (no joke I legit remember the show ending this way, my brain is freaky) with the kids in the zoom room, talking about memories and everything that has happened to them throughout the years, then they sing Crecimos Juntos while slowly leaving the Studio and then the door closes behind them just the last note hits.

[ernanileal]

Giovanni Pisano, "Púlpito de la Catedral de Pisa" (1301 - 1310) altura 4,61 m., materiales: mármol de Carrara, pórfido y mármol africano - Ubicación actual: catedral de Pisa, arco de la nave central. Ubicación original: Catedral de Pisa, en el presbiterio.

En la Catedral de Pisa antes de este ya existía otro púlpito, realizado por el Maestro Guglielmo entre 1159 y 1162, posteriormente donado a la Catedral de Cagliari.

En la antigua Roma, el púlpito era una superficie ligeramente elevada, utilizada para múltiples propósitos. Los actores, por ejemplo, lo utilizaban para representaciones teatrales y los magistrados para el ejercicio de la justicia. Durante la Edad Media, su uso pasó a ser predominantemente religioso. De hecho, suele estar situado cerca del altar mayor y se convierte en el lugar desde el que el predicador se dirige al público.

El púlpito de la Catedral de Pisa representa la culminación de la producción artística de Giovanni Pisano en términos de monumentalidad y complejidad, tanto a nivel iconográfico como formal; es una obra que crea "arte manus sole", es decir, sin ayudas, como él mismo subraya en la inscripción de la base del monumento. El púlpito ya no se encuentra en su posición original, que probablemente estaba en el presbiterio bajo la cúpula, ya que a principios del siglo XVII, tras un incendio en 1595, fue desmontado en varias partes, que luego se guardaron en diferentes lugares. Recién en 1926 se decide volver a montarlo pero, dado que no existe una documentación precisa de la estructura original, procedemos remitiéndonos a algunas descripciones de los visitantes ya los púlpitos construidos anteriormente. Se colocó en la posición actual diferente a la anterior, ya no con el propósito original, sino con una función exclusivamente museística.

El púlpito tiene una estructura casi circular, tiene más de cuatro metros de altura y toma la forma poligonal, independiente de la pared, de los púlpitos anteriores del propio Nicola y Giovanni. Su estructura es octogonal, pero las paredes son curvas, para que parezca circular. El arcón descansa sobre nueve apoyos, ocho exteriores y uno central, de los cuales cuatro están formados por columnas y los otros por cariátides y telamones, que aquí sustituyen por completo a las columnas: se trata de una novedad absoluta en los monumentos de la época. Las columnas y esculturas se unen a la caja superior con repisas de volutas, decoradas con motivos vegetales, y las estatuas se intercalan entre una y otra, dando continuidad a la decoración. Los temas de la balaustrada son los mismos que los del púlpito de la catedral de Siena de Nicola Pisano y cuentan la historia de la Salvación a través de Cristo, comenzando, sin embargo, con la Anunciación del nacimiento de San Juan Bautista y terminando con el Juicio Final. . Las figuras angulosas colocadas entre los relieves, que incluyen profetas, apóstoles, ángeles, Cristo y San Juan Bautista, guardan estrecha relación con las escenas ilustradas en las tablas. Los de abajo son en cambio las Sibilas, que anuncian la venida de Cristo.

En el púlpito hay dos inscripciones realizadas por Giovanni Pisano. Uno de ellos revela la fecha de cierre de las obras, el nombre del artista y los de los curadores de la Opera del Duomo. En ambos, además, el artista reafirma la dignidad de su obra, muy probablemente para defenderla de los juicios poco generosos de sus detractores.

[hqpeculiar]

mw personagens e fcs?

mod beel já falou os dela e agora vou falar alguns dos meus:

personagens:

finnick odair (the hunger games)

agostinho carrara (a grande família)

eloise bridgerton, anthony bridgerton, penelope featherington (bridgerton)

tiana e naveen (a princesa e o sapo)

fátima e sueli (tapas e beijos)

megara (hercules)

cleo de nile (monster high)

james potter, sirius black, marlene mckinnon, dorcas meadows (harry potter)

buffy summers (buffy the vampire slayer)

mia thermopolis (o diário da princesa)

daisy jones (daisy jones and the six)

evelyn hugo (os sete maridos de evelyn hugo)

addie larue (a vida invisível de addie larue)

percy jackson (percy jackson)

bellamy e octavia (the 100)

donna (mamma mia)

fcs:

anya taylor-joy.

enzo vogrincic.

zendaya.

andy samberg.

hugh dancy.

chase sui wonders.

michael b. jordan.

pedro pascal.

ayo edebiri.

tom blyth.

apo nattawin.

jenna ortega.

madelyn cline.

nicola coughlan.

nicholas galitzine.

[m2024a]

Chi è Andrea Bisciotti, l’ortopedico che avrebbe conquistato il cuore di Chiara Ferragni Andrea Bisciotti: la biografia, la carriera, la vita privata e tutte le curiosità sull’ortopedico presunta nuova fiamma dell’influencer. Chiuso il matrimonio con Fedez, nella vita di Chiara Ferragni sarebbe entrato un altro uomo in grado di far battere forte il suo cuore. Ma non si tratta di Tony Effe, come si era vociferato per qualche giorno nel giugno 2024, bensì di Andrea Bisciotti. Un nome che forse non dirà molto ai più, ma che sarebbe diventato particolarmente importante per la nota imprenditrice digitale. Andiamo a scoprire alcune curiosità sull’ortopedico rubacuori finito suo malgrado al centro delle notizie di gossip. Andrea Bisciotti: la biografia Classe 1993 (non conosciamo la data di nascita precisa), Andrea Bisciotti ha origini toscane. In particolare, sarebbe nato a Pontremoli, piccolo comune della Lunigiana, in provincia di Massa-Carrara. Laureatosi presso l’Università di Parma, si è trasferito per motivi di lavoro a Milano. Non sappiamo chi siano i suoi genitori, ma sappiamo che dovrebbe avere un fratello. Stando a quanto riferito da Dagospia, sarebbe comunque figlio di Gian Nicola Bisciotti, conosciuto da tutti come Nanni, ex preparatore atletico dell’Inter e dal 2020 coordinatore del dipartimento performance del PSG. Andrea Bisciotti: la carriera Medico di riferimento del centro Kinemove fondato dal padre Nanni, da tempo Bisciotti si sarebbe trasferito a Milano, dove lavorerebbe in realtà già da diverso tempo presso l’Humanitas, come “specializzando in Ortopedia e Traumatologia”, stando a quanto scritto nella sua descrizione sui social network. Per il resto non si conoscono molti dettagli sulla sua vita professionale, anche perché lo stesso Bisciotti sembra molto attento alla sua privacy (non a caso ha un profilo privato su Instagram). Non sappiamo quali siano i suoi guadagni e il suo patrimonio. La vita privata di Andrea Bisciotti Sulla sua vita sentimentale non conosciamo molti dettagli. Non sappiamo se abbia avuto una storia importante prima di conoscere Chiara Ferragni. Stando a quanto riferito dal sito Mame – Estetica metropolitana dalla A alla Zip, l’incontro con l’imprenditrice digitale sarebbe avvenuto a Forte dei Marmi. Tra i due sarebbe subito esplosa una simpatia particolare, motivo per cui la stessa Chiara avrebbe passato tra maggio e giugno 2024 più tempo del solito in Versilia. Per il resto, non si conoscono altri particolari sulla vita privata di Andrea. Sappiamo comunque che al momento si divide tra Milano e Pontremoli, dove è rimasta a vivere la sua famiglia. 4 curiosità su Andrea Bisciotti – Ama viaggiare e sarebbe stato più volte in Africa. – Lavora spesso con i calciatori e ama il mondo dello sport. – Tra i calciatori con cui avrebbe avuto modo di lavorare ci sarebbe anche Nicolò Zaniolo. – È presente sui social network. Ha un account privato su Instagram e una pagina su Facebook. Per chi volesse avere informazioni sulla sua vita professionale, ha però una pagina anche su LinkedIn, seppur poco utilizzata.

[sounds-right]

19/5 Season Opening Sunset Aperitif al Doride Beach di Marina di Carrara (MS)

Sunset Aperitif al Doride Beach di Marina di Carrara (MS) dal 19 maggio 2024 torna a far divertire con un certo stile un pubblico che ha voglia di musica e di ballare. Il sound di questo appuntamento è house, house sempre solare e innovativa, ed è mixata da Saintpaul DJ e Luca Pedonese, spesso accompagnati da performer d'eccezione come Pippo Tendenza, dalla voce unica di Eliza G e pure dall'energia di Max The Voice. Quest'ultimo, oltre che un vocalist, è anche un ottimo sassofonista. Squadra che vince, ovviamente, non si cambia ma qualche guest arriverà. 

Ad esempio, per l'inaugurazione ecco in console anche Nicola Schenetti, uno dei dj simbolo del sound scatenato di Papeete Beach e VillaPapeete. Sono attesi anche personaggi, influencer... e soprattutto il pubblico di Sunset Aperitif, un appuntamento da sempre molto 'al femminile'. L'ingresso anche quest'anno, infatti, è libero, ma selezionato. Ogni domenica, dalle 17 alle 20, riassumendo va in scena una festa che non è come tutte le altre.

Dopo un pre opening con i fiocchi, l'estate '24 firmata Sunset Aperitif inizia quindi domenica 19 maggio. "Ballare di giorno rende tutto più affascinante perché 'informale' e naturale", racconta Saintpaul DJ. "La sensazione di essere liberi di poter ballare dove vuoi, con il sole che pian piano si abbassa nel cielo è bellissima... e poi il giorno dopo, visto che non hai fatto l'alba, puoi andare al lavoro sereno!". 

Sunset Aperitif @ Doride Beach 

Viale Amerigo Vespucci, 28, 54033 Marina di Carrara (MS)

info e WhatsApp 0585 631326

Ogni domenica dalle 17 alle 20

ingresso libero e selezionato

Prenotazione tavoli obbligatoria

[trastornadosrevista]

Mi Última Solución presenta su nuevo disco “Reflejos de uno mismo”

Mi Última Solución la banda más representativa de la escena post-hardcore nacional en la actualidad presenta su tercer álbum de estudio  “Reflejos de uno mismo”.  Impulsados por el deseo de crear nueva música y explorar nuevas facetas musicales la banda entró a estudio luego de nueve años para darle forma a su nuevo disco el cual consta de 9 tracks, en los que logran llegar al estado más puro y directo de la banda, transmitiendo emociones y mensajes profundos mediante sus letras, logrando así inmortalizar los estribillos en el inconsciente de sus oyentes.

A lo largo del disco su fusión musical navega entre el metal, el hardcore y el pop así la estructura y la concepción tradicional del metalcore.

“Reflejos de uno mismo” fue producido, mezclado y masterizado por Javier Casas en Infire Studio, donde también se registraron las voces. Las pistas de batería y bajo fueron grabadas por Nicola Carrara y Matías "Catu" Suarez en Camaronbrujo Música, mientras que la producción y grabación de guitarras estuvo a cargo de Manu Rivarola. El arte del álbum fue creado por Mark Rechax.

Sebastian Vázquez (Cantante): “Para nosotros Reflejos de uno Mismo es como un nuevo renacer, el disco mantiene la esencia de nuestros dos trabajos anteriores, pero al ser un disco que sale luego de 9 años del último material de estudio de la banda suena actual musicalmente y en el mensaje sin de dejar de ser MUS”.

Track-list: Incendio - Horizonte - Vértigo - Trauer - Resistiendo - Siempre - El Farsante - La Decisión - No te rindas.

“Reflejos de uno mismo” de Mi Última Solución ya está en todas las plataformas, para escucha en Spotify: https://open.spotify.com/album/4F9RwvN4JUJ2jPgquWMUYF?si=OUfir-1oQoeSQNu2Ut6eRw

“Reflejos de uno mismo” de Mi Última Solución disponible en YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=IIoEdqoPFgs&list=OLAK5uy_kdveEt9KpyaQnO0PTjM_RIffm6W15wUDs

“Reflejos de uno mismo” será presentado oficialmente el próximo 8 de junio en el Teatro Vorterix.

[aroundtheworldinoneday]

The Trevi Fountain Charm: History and Magic of Rome's Trevi Fountain

The Trevi Fountain, a mesmerizing work of art and a symbol of Roman opulence, is a breathtaking masterpiece that graces the heart of Rome. Designed by the talented architect Nicola Salvi and completed by Giuseppe Pannini in 1762, the fountain stands as a testament to the Baroque period's artistic grandeur and the city's rich history.

The construction of the Trevi Fountain was commissioned by Pope Clement XII in 1730. The Pope envisioned a grandiose monument that would celebrate the abundance of fresh water provided by the Aqua Virgo, one of the ancient aqueducts that supplied water to Rome. The Aqua Virgo had been instrumental in supplying water to the Baths of Agrippa during ancient times, and Pope Clement XII sought to commemorate its significance by creating a majestic fountain.

The decision to construct the Trevi Fountain was also influenced by the desire to renovate and beautify Rome. During the 18th century, the city underwent a series of urban improvements, and the construction of grand monuments and fountains was seen as a way to enhance the city's splendor. Pope Clement XII aimed to showcase the magnificence of Rome, not only as the spiritual center of Catholicism but also as a cultural and artistic hub.

Nicola Salvi, the appointed architect, skillfully designed the Trevi Fountain to reflect the Baroque style prevalent during the period. The fountain is a harmonious blend of architectural elements and sculptural details, showcasing a central figure of Neptune, the Roman god of the sea, standing atop a chariot drawn by two sea horses and two Tritons. The intricate sculptures depict the mythical narratives of Neptune's control over the waters and the sea.

One notable aspect of the Trevi Fountain's design is its theatrical and dynamic composition. The fountain seems to burst forth from the façade of the Poli Palace, creating a sense of movement and energy. The use of travertine stone and Carrara marble further adds to the monument's grandeur, providing a stark contrast to the surrounding urban landscape.

Beyond its aesthetic appeal, the Trevi Fountain has a functional aspect tied to the Aqua Virgo aqueduct. The fountain serves as the terminal point of the aqueduct, where the water is released into a large basin. This functional element not only adds to the fountain's significance but also ensures a continuous flow of fresh water, enhancing the practical utility of the Aqua Virgo.

The Trevi Fountain's construction became a collaborative effort involving various artists, sculptors, and craftsmen. Each detail, from the majestic central figures to the smaller reliefs and decorative elements, was meticulously crafted to create a cohesive and visually stunning ensemble.

Today, the Trevi Fountain continues to captivate visitors with its timeless beauty and cultural significance. The tradition of tossing a coin over the shoulder into the fountain, believed to ensure a return to Rome, has turned the monument into a symbol of wishes and dreams. The fountain's role as a cinematic backdrop in films like "La Dolce Vita" further solidifies its place in popular culture.

The construction of the Trevi Fountain was a visionary initiative by Pope Clement XII, aimed at celebrating the Aqua Virgo and beautifying Rome. Designed by Nicola Salvi in the Baroque style, the fountain stands as a testament to artistic brilliance and the city's rich history. With its mythological sculptures, dynamic composition, and functional connection to the Aqua Virgo aqueduct, the Trevi Fountain remains a jewel in Rome's crown, inviting visitors to marvel at its grandeur and partake in the timeless tradition of making wishes at its waters.

[lamilanomagazine]

Frosinone: vernissage per il Parco dell'Arte al Matusa

Frosinone: vernissage per il Parco dell'Arte al Matusa. Frosinone. Una platea festante ha salutato, ieri, l'inaugurazione del Parco dell'Arte del Matusa. Al vernissage, insieme al Sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, erano presenti l'on. Nicola Ottaviani, il questore Domenico Condello, il direttore dell'Accademia di Belle Arti Loredana Rea, il dirigente dell'IIS Bragaglia Fabio Giona, gli assessori Rossella Testa e Angelo Retrosi, i consiglieri Corrado Renzi e Andrea Turriziani, Alfio Borghese e una nutrita rappresentanza degli alunni dei quattro comprensivi e del Cpia di Frosinone, accompagnati dai propri docenti. Madrina dell'iniziativa, Adriana Russo. "Cultura e bellezza si incontrano in questo bellissimo parco – ha dichiarato il Sindaco Mastrageli - Il Parco Matusa, già 'casa' dei Canarini, è diventato, dal 2018, un punto di riferimento per l'incontro e l'aggregazione intergenerazionale di giovani, famiglie, bambini, anziani e sportivi. È oggetto di un importante progetto di riqualificazione, che prevede tra l'altro un nuovo impianto di illuminazione ecosostenibile e la creazione di un'area polivalente per il fitness". Quattro le nuove sculture, figurative e astratte, nel Parco del Matusa di Frosinone, che sono state installate allo scopo di ampliare il Parco dell'arte, voluto dall'ex primo cittadino Nicola Ottaviani e confermato fortemente dal sindaco Riccardo Mastrangeli. Di Enrico Roberti "L'Espressione del Libero Arbitrio" in ferro, del 2021, opera che è stata esposta anche nella Biennale di Arte Contemporanea del 2023 ad Anagni; di Leonardo Antonucci "Immutabili Legami", in marmo di Carrara, del 2023, che l'affianca contribuendo a ribadire l'importanza della figura geometrica nella nuova tendenza dell'arte internazionale. Luciano Sarracino, con "La Chiave", bronzo del 2016, propone un elemento importante della sua ricerca portata avanti anche con una scultura che è stata installata presso l'ospedale di Frosinone. Pierluigi Proietti, con "Il Calciatore", acciaio commerciale del 2022, torna al tema originario del Matusa, proponendo una doppia immagine di quelli che sono stati i primi protagonisti a vivere i campi verdi del vecchio stadio di Frosinone. Le opere sono state donate dagli autori e sistemate sui basamenti a cura del Presidente della Biennale di Arte Contemporanea, Alfio Borghese, in collaborazione con l'Assessore alla Cultura Simona Geralico e il Sindaco Riccardo Mastrangeli. I lavori sono stati diretti dall'architetto Bruno Sacchetti. Le quattro opere si affiancano così alle due già installate al centro dell'ingresso nel 2020. L'opera più alta, circa due metri, di Elena Sevi, in bronzo, raffigura Camilla, regina dei Volsci, la mitologica amazzone figlia leggendaria della nostra terra, citata da Virgilio, Dante, Boccaccio, Torquato Tasso e altri poeti e raffigurata da tanti pittori nel corso dei secoli. L'opera è fortemente dedicata al coraggio delle donne, alle donne guerriere e agli uomini che non hanno paura di amarle. La scultura è stata immaginata come se fosse stata rinvenuta nel greto del fiume Amaseno, carezzata dall'acqua e dai secoli. Elena Sevi, diplomata in scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Frosinone, ha esposto in Italia e in tutto il mondo. La seconda, Viola, mezzobusto in bronzo alto 80 centimetri, rappresenta le donne violentate dai militari marocchini incorporati nell'esercito francese, i famigerati goumier, ai quali, dopo aver attraversato la linea Gustav tedesca a Cassino, il generale Alphonse Juin avrebbe concesso 50 ore di diritto di preda. Lo stupro come ricompensa, il furto e la violenza come premio. Ore terribili per le popolazioni inermi e stremate della Ciociaria e non solo. Gente che aspettava fiduciosa l'arrivo dei liberatori e non il nemico. Sono state stuprate più di 60 mila donne, molte uccise insieme a mariti, bambini e genitori. E ancora sofferenza e morte, dopo le violenze subite, per suicidi e malattie. Viola, testimone e testimonianza di questi atroci delitti, è stata realizzata dalle allora allieve del Liceo Artistico di Frosinone: Cecilia e Veronica Caponera, Sara Carbone, Valentina Coccarelli, Giulia Iacovacci, Alice Napoli e Michela Reali nel 2015, in creta, in occasione della manifestazione "Sculture in Piazza" a piazzale Vittorio Veneto, ed è stata poi fusa in bronzo da Alfio Borghese. A dirigere le allieve dell'Anton Giulio Bragaglia l'insegnante Giusy Milone, valente scultrice.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article

[tempestainmare]

Te.M.@

Inventa un principe per Natale.

SVOLGIMENTO

Risposta semplice: due parole che non coincidono con il ti amo ma sono non esiste. Dove trovare un principe allora? Inventiamolo. La Disney ci ha fatti sognare con quelle divise dell'alta forza armata e quei balli di corte a cui solo l'élite poteva parteciparvi. Era il titolo il biglietto da visita preferenziale. Eppure lei si è svegliata e la mela è stata digerita e pur espulsa da tempo. Le storie del focolaio, il pater familias e tutte quelle maledettissime versioni di Cesare e i suoi amici. Dove siete, amici? Una di Noi mi ha scritto affranta, "non comprendo chi sia lui oggi". Samantha a tutto c'è rimedio, la tecnologia ha fatto miracoli, pure i cani sono robot fidati. I siti d'incontro sono il must have della ricerca sul web. Poi lo vieni a scrivere proprio a me? Argomento tedioso. Esistono se tu sai far circolare la moneta. Lui è più semplice di una lei? No, sono uguali. Dalla mia esperienza culinaria posso aiutarti. Samantha scusa, se ricordo bene è quello creato da te nella realtà proprio come quel film dove c'è lei che lo disegna e lui che lo recita. Hai capito quale? A te serve solo fuori, non il web, la vita socializzante. Non è difficile. In primis devi fare acquisti. Non sul web ma anche si. Dipende in che parte del mondo vivi. Nel mio di City c'è tutto, siamo oltre il Medio Evo e la Super Nova. Non so da dove digiti però i soldi servono a lui non a te. Qualcuno dirà ingegnere. Io ti dico soldi.

Altezza: discutibile assai. E' qualcosa che puoi avere e non. Madre Natura ducet. Il protocollo di corte esige lo sport. Il muscolo flaccido non è mai andato di moda. Lo statuario Adone si. Il pettorale in bella vista, l'aderenza che traspare la perfezione di un marmo di Carrara. Gambe lunghe si ma quanta palestra fai? Non quella del The Sims University, i pesi, il bilancino, la forza portata allo stato estremo. Samantha, l'uomo curato è principesco sempre. L'estetista non deve mancare mai. Capello lungo? Si se ti chiami Sansone o come piace a voi/noi il greco. Gay anche lui. Che tristezza la vita in due. Il pelo. depilazione completa sempre e comunque. Non puoi mai sapere quando dovrai riparare il tubo dell'acqua di casa tua. Barba mai incolta e rivolta verso l'alto, non sei mica Babbo Natale ma Nicola lo gnometto si. L'occhio azzurro è principe sempre, l'occhio di Panzi è profondissimo. Mio padre era verde nel grigio, mia madre nocciolato, mia nonna celeste, mio nonno ateo. Gemelli da parte di madre e padre da 13 generazioni. Torniamo al principe. Mani estetista. Mani curate è sinonimo di eleganza. Anelli si ma solo all'anulare. La fede al dito e basta. Curato nel vestire. Giacca e pantalone è avvocatura, gilet è impiegato comunale, capello ribelle è maestro di musica. Squattrinato no. Quelli non piacciono a nessuno. Azienda di famiglia: stabilità economica e mai sotto il padrone. I principi non si fanno comandare, comandano l'azienda. Grey per intenderci. Le sfumature e ... lui. Voleva sempre e solo lei. La vecchiaccia gli ricordava sempre che lei casomai poteva colmare il vuoto della sua infanzia mancata e invece no, voleva solo lei. I soldi, i soldi e lei. Viaggi, villa al mare, in montagna, vacanze e le cene di famiglia. Lui è il prototipo del principe di oggi. Lei la PRINCIPESSA UNICA DEL SUO IMPERO.

[moochilatv]

Nicola Carrara presenta "Obnubilado"

Disponible a partir del 20 de agosto

Foto: https://www.instagram.com/joni__morel/

Nicola Carrara es un músico multi-instrumentista y productor oriundo de Resistencia, Chaco. Radicado desde 2015 en Buenos Aires, Nicola dio sus primeros pasos limpiando baños y haciendo pequeños shows acústicos en la ciudad.

En 2016 empezó a trabajar como técnico en el estudio de grabación camaronbrujoMúsica donde inició su carrera discográfica.

En 2018, el cantante redobló la apuesta y comenzó a presentarse en vivo en formato eléctrico acompañado de Guido Klein (batería), Juan Cruz Retamozo (guitarras) y Maximiliano Osuna (bajo), y realizaron una gira por las ciudades de Corrientes, Chaco y Buenos Aires.

A principios de 2019 comenzó con la grabación de su disco debut del cual adelanta los sencillos "Revolver" y "Recuerdos (Ya Nada Existe)" acompañado de su primer videoclip oficial, y a mediados de año estrenó "Melancosuite", su primer disco.

El 2020 encontró a Nicola grabando a tiempo completo. En marzo salió a la luz el sencillo "Libre" seguido por su segundo disco "Cuare-a-ntena" lanzado en abril, y en septiembre estrenó “Entretiempo”, producido junto a Daniel Melero.

Actualmente se encuentra promocionando su nuevo sencillo “Obnubilado”, grabado en Laboratorio Guatemala y camaronbrujoMúsica entre mayo y junio.

Este single se estrenará con su videoclip oficial realizado junto a Axel Millar.

Pre-Save "Obnibulado": https://show.co/RCFNQ6Q

IG: https://www.instagram.com/soynicolacarrara/

TBT recordamos el paso de Nicola Carrara por nuestro programa

[fromthedust]

Nicola Samorì (Italian, b.1977) 

Cunea (detail) - black Carrara marble - 2018

[vladdocs]

From the Order of the Dragon to Dracula - Constantin Rezachevici [Professor Constantin Rezachevici is chief researcher at the Nicolae Iorga National Institute of History, a member of the Romanian Academy, and Professor with the Faculty of History at the University of Bucharest. He is author of The History of the Neighbouring Countries and the Romanian People in the Middle Ages (1998).] ___________ The name “Dracula” has witnessed periods of both brilliance and fame. It became famous in the second half of the fifteenth century through the actions of Vlad Tepes (Dracula), ruler of Wallachia (1448, 1456- 1462, 1476).i It has continued to exist, although less known, through his legitimate descendants, the noble family Dracula of Sintesti and of Band, established in Transylvania between the fifteenth and seventeenth centuries. Families that originated from Vlad’s marriage to a close relative of the Hungarian King Matias Corvin in February of 1462 can provide an explanation of the Szekely ancestry wrongly attributed to Vlad Tepes and his literary metamorphosis the vampire Count Dracula. As a result of the novel of Irish writer Bram Stoker, the name “Dracula” has obtained universal fame during the modern epoch. The origin of the name “Dracula” has a very interesting history, very different from what has been commonly believed. For a long time, many theories have existed about its genesis, ranging from the claim by Grigore Nandris that it was the genitive Slavonic form meaning “the son of Dracul” (Vlad Dracul was the ruler of Wallachia from 1437-1442 and 1444-1447) to the false connection with a coincidentally similar Romanian word “dragulea”, meaning the dear one or lover.ii All these theories are connected to the starting point of this name exclusively for Vlad Tepes, until this popular name, meaning “son of Dracul” became confused with the Romanian word “Dracul”, meaning “the devil” (Andreescu 149-50). To clarify matters, Dracula (Draculea) has represented from the beginning a new popular Romanian form (from the name Vlad Dracul) applied to Vlad Dracul’s famous son Vlad Tepes (Andreescu 156, Stoicescu 201), while the nickname given to Vlad by the Turks was “Tepes”, the Romanian word for impaler. Even before Vlad Tepes’ reign in Romania, the boyar Albu had called Vlad Dracul (which was a nickname known outside of Romania), simply Draculea (Andreescu 150-51), the popular exclusively Romanian name. The Venetian messenger Bartholomeo de Jano and his contemporary Greek chroniclers Leonicos Chalkokondyles and Critobul of Imbros have also called him Draculea (Andreescu 154-55). Even Iancu of Hunedora, who executed him, made mention on December 17, 1456, of “infidelem Drakwlam wayvodem” (Documenta 461). In the end, the Turkish chronicler Asakpasazade, referring to the year 1442, calls Vlad Tepes “Dracula” instead of “Draculea” (Cronici 88), while the Serb janissary who wrote from 1496 to 1501, called him “voievodul valah Dracula” (Calatori 125), which in English means the Wallachian prince Dracula. It is clear that Draculea (Dracula) was a popular nickname for Vlad Dracul, meaning a person belonging to the Order of the Dragon. For his son, Vlad Tepes, the name “Dracula” became through affiliation an alternative, not only a nickname, with the side effect of increasing his bad reputation, with its diabolical meaning, even though originally, in his father’s days, “Dracul” did not have a malevolent meaning. Vlad (the father) had obtained the nickname “Dracul” in connection with his receiving the Order of the Dragon from Hungary’s king Sigismund of Luxembourg, at Nürnberg around February 8, 1431. The German name for this order was “Drachenordens,” and in Latin “Societatis draconistarum.” The Order of the Dragon, which some confuse with a decoration, was really an institution, just like the other chivalric orders in medieval times.iii As a model, Sigismund of Luxembourg took

the Order of St. George (Societas militae Sancti Georgii) created by the king of Hungary Carol Robert of Anjou (1308_1342) in 1318. Its statute from 1326 requires the protection of the king from any danger or plot against him; the symbol of the Order of the Dragon was a red cross on a silver field and a black mantle. With the exception of the last object, these are also found in the new order. In a battle with the anarchical Hungarian nobles and in the background of the other battles for the possession of Bosnia, Sigismund of Luxembourg and the queen Barbara Cilli created the Order of the Dragon on December 12, 1408, mainly meant to protect the king and his family, with the help of a big part of the Hungarian nobility, led by the families of Gara and Cilli. The statute of this Order of the Dragon, elaborated by the chancellor of the Hungarian court, Eberhard, bishop of Oradea, maintained only in a copy from 1707 and published in a Hungarian edition in 1841, has remained almost unknown, even to the investigators of this problem. The analysis of this important document shows that the order aimed at defending the cross and at the destruction of its enemies, symbolized by the ancient Dragons (Draconis tortuosi) with the help of St. George. The battle was against the Turkish pagan armies and the husits, who were outside the Orthodox nations who were faithful to the cross and to King Sigismund (Romanians etc). Barons, priests and leaders of the kingdom gathered below the sign of the dragon, submitted to the cross and proclaimed loyalty to King Sigismund and the queen. The members who founded the order were 24 nobles of the kingdom, led by the despot Stefan Lazarevici, the leader of Serbia, among whom were Nicolae of Gara, the Hungarian prince, Stibor of Stibericz, the prince of Transylvania, Pipo of Ozora, the Ban (local ruler) of Severin etc, in general great local noblemen. They were all engaged in serving with loyalty no matter the price, the royal couple, their family and their friends. The symbol of the order was, after the statute of 1408, a circular dragon with its tail coiled up around its neck. On its back, from the base of its neck to its tail, was the red cross of St. George, on the background of a silver field. According to the first Medieval encyclopedist, Isidor of Seville, it was a “serpens,” a dragon that lives on land. As the years went by, the Order of the Dragon expanded, including two classes, a superior one, whose symbol was a dragon being strangled with a cross stretched out on its back, which, especially from the late fifteenth century to the seventeenth century surrounded a family coat-of-arms. Sometimes foreign members were allowed in, but only as allies, who did not have to take the oath of eternal loyalty to King Sigismund of Luxembourg, for example, the king of Poland, Vladislav Jagiello, his former brother-in-law Vitautas (Witold), the great duke of Lithuania, King Henry the fifth of England, the members of the Italian families Carrara, della Scala and leaders of Venezia, Padova and Verona. During the life of King Sigismund, from 1408 to 1437, the Order of the Dragon became the most important noble political association in Hungary, loyal to the king, the main political force in the kingdom, second to the king. Immediately after being established, it served as a model for the setting up in 1409 of the Spanish order of Calatrava. Into this prestigious European chivalic institution, which was symbolized by the dragon, was admitted the aspirant to the Wallachian throne, Vlad (Dracul) in February 1431, in his position of vassal of Sigismund of Luxemburg, according to the statute of the Order. Admission was into the superior

class of the order. The symbol of this class evolved up to 1431 in two phases: the first one, as it has been reminded earlier, was a dragon with a cross drawn on his back, between its wings, from the base of the neck to its tail and lasted from 1408 to 1418; the second one, until the death of Sigismund of Luxembourg, was completed with another cross perpendicular to the coiled up dragon, having on the equal sides of the cross the writing “O quam misericors est Deus” (vertical) and “Justus et paciens” (horizontal). This sign was worn on a sash, like in the portrait of Dichters Oswald von Wallenstein in 1432. The necklace of the order was made of two gold chains joined by the sign, a Hungarian cross with a double bar above the coiled up dragon. But on the seal, another dragon was represented, with a big body, with dented wings, not coiled, only two feet with a free tail, with a very small Greek cross on its chest. Sigismund of Luxembourg himself introduced in 1433 the seal for the Order of the Dragon of this type, one of the last seals he made as a Roman-German emperor. Unfortunately, the symbol that Vlad Dracul had wasn’t kept. But the elements of the symbol of the Order of the Dragon on his royal seal of 1437 clearly show that Vlad Dracul was the possessor of the Order of the Dragon necklace: the Hungarian double cross, instead of the Latin cross; the dragon illustrated on the reverse of the six silver and bronze coins that were beat by Vlad at Sighisoara in Transylvania (or after his occupation of the Wallachian throne) is similar to the dragon in Paolo Uccello’s picture, St. George and the dragon; and the coat-of-arms from the episcopacy built by him at Curtea de Arges. Furthermore, he transformed the dragon from the seal to his personal coat-of-arms, not directly but as an original heraldry composition. This coat-of-arms was carved from stone, and represented the dragon attacking a lion, the headed snake, the dragon, emerging victoriously from this battle, therefore illustrating metaphorically Psalm 90 (“You will step on lions and on vipers and walk over lion cubs and snakes”). This phrase’s purpose was to symbolize the victory of Christianity and that of Vlad Dracul over his enemies. In this case the dragon was a benefic symbol, and the picture of Vlad with his name (Dracul, Draculea-Dracula) had a positive meaning which was only common in Wallachia during his reign. The spreading of the image of the dragon by Vlad Dracul through the large circulation of seal, small coins and heraldic stone carving had a powerful impression on its Romanian subjects. This was increased by the Order of the Dragon necklace, which no other Romanian ruler had worn, and even more so the ceremonial costume of the Order of the Dragon knights - red garments and green mantle. Thus, Vlad Dracul, the father of Vlad Tepes, has forever remained in a bond with both versions of his nickname. This paradox has been interpreted incorrectly. The dragon of the order with the same name was not an evil element during the fifteenth century, but a positive symbol of knighthood. The dragon choking itself with its own tail, which in Occidental St. George heraldry and iconography, from where it originates, represented the defeated Satan, becomes, in the absence of the saint and of the cross, a Christian chivalry order of positive significance. The circular dragon, strangled by its own tail, is represented on the coat-of-arms of many noble families in the Hungarian kingdom who were the descendants of some of the knights who were part of the Order of the Dragon during the reign of Sigismund, until the seventeenth century. This supports the fact that the Order of the Dragon enjoyed great prestige throughout the first half of the fifteenth century. In Transylvania, it also appeared in the coats-of-arms of the families

Bathory, Bocskay, Bethlen, Szathmary, Rakoczi and many others, even though the Order of the Dragon had lost its importance after the death of Sigismund of Luxembourg in 1437 and it practically disappeared with the demise of the members who had been admitted by him. Over five millennia of the dragon’s universal existence, it went through many transformations until the fifteenth century and it was known as a fabulous creature, sometimes with the head of a vulture, other times like the animal represented on the Order of the Dragon, with the body of a snake and the wings of a bat. The European Dragon had a lot of sources: Greek mythology (dracon), Roman_Greek tradition, Celtic mythology, the Bible, the Apocalypse, the lives of saints and Oriental influences. During pre- Christian times, the dragon often had a beneficial meaning (often connected with fecundity) and perpetuated in folklore until the late Middle Ages. However, in literature, culture and clerical Christianity, starting from Bibical text, it takes on a different role, and in the fifth century it becomes a symbol of Satan -- “draco iste significat diabolum” (Le Goff 58). This dragon, identified with Satan, was defeated and was dominated by spiritual forces but was not killed; rather, according to the symbolism of Celtic folklore, at some extent, “they even became allied with it” (Le Goff 45), by numerous saints and bishops of the Occident. In the art of Roman influence, the crutch of the bishop often has a defeated and twisted dragon at its tip. Both St. Michael and St. George, whose cult began to spread from the Bizant during the eighth and throughout the tenth, and respectively eleventh centuries, defeated the dragon physically in a fight. In Occidental heraldry, the physical strength of the dragon was said to have been in his head, but also in its big and strong tail, which in the nineteenth century was considered the illustrative element of the dragon. All this European clerical and folklore heraldry, strengthened in a millenary existence (from the fifth century to the fifteenth century) can be identified in the basic illustration of the Order of the Dragon, the snake-like dragon that is strangling himself with his own tail, which, according to tradition, is twisted three times around the dragon’s neck, signifying that he had been subdued by means of Christian spiritual powers, and the dragon with big paws and wings was the symbol of the one who was defeated by the Saints Michael and George. However, we must also remember the fact that, despite the fact that it had been defeated and subdued, the snake-like dragon and the flying dragon still were evil and the symbols of Satan. In the Romanian space to which Vlad Dracul and his son Vlad Tepes belonged, the dragon, named “balaur”, a thraco_dacian word, or “zmeu”, a slavonic word, had its roots in geto-dacian antiquity, whose military flag was representing a snake with the head of a wolf, included the large category of dragons used as flags, which one finds from the times of the Greeks and Romans until the fifteenth century. This divinity represented on the “geto-dacian” flag, became known in the time of the Roman ruling of Dacia as “draco” (in Romanian “drac” (meaning devil). Along with Christianity, it spread all throughout Europe, and came to symbolize Satan. However in pagan terms, as the Romanian historian Vasile Parvan observed, “out of all the Romance languages, the Romanian language was the only one in which ‘draco’ has the meaning of an evil spirit, demon or devil, whereas in others, the word only has the meaning of snake or dragon” (228-30). In Romanian folklore, even the snake, which in certain conditions, has the ability to turn into a dragon, has a strong malefic meaning. If “Dracul” and “Draculea” have a positive meaning in connection with the Order of the Dragon during Vlad Dracul’s time and later on during

Vlad Tepes’ reign, the same words have an exclusively negative, diabolical meaning, synonymous to the Romanian word “dracul” (the devil), without doubt in connection to the bloody and law_enforcing character of Vlad. In 1459, the aspirant Dan III, accused his rival “Draculea” (Vlad Tepes) of collaborating with the Turks, aided and guided by the devil (Tocilescu 71-2), and in 1460 mentioned “the law-offender and barbaric tyrant, unfaithful and the devil that is Vlad Voievod” (Harmuzeki 53). During Vlad Tepes’ captivity in Hungary (1462-1475), the representative of the pope in Buda, Nicolaede Madrussa, declared that he saw “their tyrant Dracul, a name which they [Romanians] use for the Devil” Papacostea (164). In 1486, the author of the Novel about Dracula voievod, translated in Russian, referred to “Dracula in Romanian, and in our language - devil, that’s how evil he was” (Panaitescu 200, 207). Although Vlad Tepes and his descendants have never used the symbol of the Order of the Dragon, he has inherited the nickname of his father Draculea/Dracula, which has become a family name (outside the country). And his successors in Transylvania, the Dracula (Draculea) family kept this name until the seventeenth century, settling in the sixteenth century among the “secui,” not far from the place where in 1897, Bram Stoker, located the setting of his novel and the Transylvania castle of “Count Dracula.” This way, over a long period of time, from the name of a small pagan deity (Greek, dracos, Latin draco), by means of the name of the Order of the Dragon (in German Drachenordens, Latin Societas draconistarum) to the fifteenth century Romanian nickname of Dracul/Draculea from which the nickname and then the family name, Dracula, comes and was used in 1897 by Bram Stoker, at the suggestion of the Hungarian Jewish orientalist, well known scholar of his time (Florescu & McNally 142-3). If the Order of the Dragon did not exist, with all its symbols and its being awarded to a Romanian Ruler, the name “Dracula” would not be famous today. _____ Works Cited: Andreescu, Stefan. Vlad Tepes (Dracula) intre legenda si adevar istoric. Bucharest, 1976. Calatori straini despre tarile romane. Bucharest, 1970. Cronici turcesti privind tarile romana. Bucharest 1966. Documenta Romaniae Historica. Bucharest, 1977. Florescu, Radu & Raymond McNally. In cautarea lui Dracula. Bucharest, 1992. Harmizachi, Eudoxiu. Documente privitoare la istoria romanilor. Bucharest, 1911. Le Goff, Jacques. “Cultura ecleziastica si sultura folclorica in evul mediu.” Pentru un alt evmediu, II. Bucharest, 1986. Nandris, Grigore. “A Philological Analysis of Dracula and Romanian Place-names and Masculine Personal Names in -a, -ea.” The Slavonic and East European Review. 36 (1959): 370-77. Panaitescu, P P (ed), Cronicile slavo-romane din sec. XV-XVI publicate de Ion Bogdan. Bucharest, 1959. Papacostea, Serban. “Cu privire la geneza si raspandirea povestirilor despre factele lui Vlad Tepes.” Romanoslavica 13 (1966). Parvan, Vasile. “Contributii epigrafice la istoria crestinismului daco-roman.” Studii de istoria culturii antice. Bucharest, 1992. Stoicescu, Nicolae. Vlad Tepes. Bucharest, 1976.

[brokehorrorfan]

Remote will be released on Blu-ray and DVD on February 8 via Full Moon Features. The 1993 family comedy-fantasy is executive produced by Charles Band (Puppet Master, Ghoulies).

Ted Nicolaou (Subspecies, TerrorVision) directs from a script by Tommy Sledge. Chris Carrara, Jessica Bowman, and John Diehl star.

Remote has been remastered in high definition from the original 35mm camera negative. No special features are included.

When 13-year-old whiz kid Randy Mason creates a fleet of sophisticated remote controlled toys, he soon runs afoul of both the local bully and his school principal, leading to a suspension and his mother banning him from using his ingenious devices. But when a cabal of crooks comes to call, Randy must defend his turf and rescue his lady love Judy using only his wits and his radio-controlled pals.

Pre-order Remote.

[the-prat]

the view from the afternoon . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . #nicola #mikauria #nicoladiluni #nicoladiortonovo #luni #festamedievale #medioevo #festa #ortonovo #igersluni #ig_luni #lunigiana #liguria #toscana #massa #carrara #laspezia #panorama #italy #bagpipes #cornamuse #green #fair #appennino (at Nicola di Ortonovo) https://www.instagram.com/p/ByvV9CBoADx/?igshid=hci8q7v66jp9

[met-european-sculpture]

Mantel clock with Venus and Cupid, Renacle-Nicolas Sotiau, ca. 1782–91, Metropolitan Museum of Art: European Sculpture and Decorative Arts

Bequest of Mary Clark Thompson, 1923 Size: 16 3/4 × 14 3/4 in. (42.5 × 37.5 cm) Medium: Case: gilt bronze, Carrara marble; Dial: white enamel

https://www.metmuseum.org/art/collection/search/195131

[heyitsararts]

PULPITO DEL DUOMO DI SIENA

Nome🌱: Pulpito del Duomo di Siena

Autore🌱: Nicola Pisano, con la collaborazione del figlio Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio, di Goro e dei fratelli Lapo e Donato di Ricevuto.

Data🌱: 1265-1268

Materiale e tecnica🌱: marmo di carrara

Contesto originale🌱: Inzialmente, il pulpito era sotto l'esagono della cupola e rimaneva sulla destra guardando il coro della navata centrale. Fu spostato nel 1532 nella posizione dove si trova ora, e nel 1543 fu dotato di una scala e di un ponte rinascimentale, scolpito da Bernardino di Giacomo. Probabilmente, i committenti avevano deciso per un'opera colma di pathos e affollata, ed ecco perché quest'opera presenta un'ispirazione classica mento forte rispetto al Pulpito di Pisa.

Stile e descrizione🌱: La struttura è stata ripresa dal pulpito del Battistero di Pisa, opera dello stesso autore. La sua base è ottagonale e le scene dei pannelli principali sono la visitazione e la natività, l'adorazione dei magi, la presentazione al Tempio e Fuga in Egitto, la Strage degli Innocenti, Crocefissione, il Giudizio Universale- gli Eletti, il Giudizio Universale- i Dannati. Ci sono poi, sugli spigoli, altre figure: la Madonna Annunciata, San Paolo tra i discepoli Tito e Timoteo, la Madonna col Bambino, Due Angeli, Cristo Misto, Simboli dei Quattro Evangelisti, Cristo Giudice, Angelo. Il pulpito è basata inoltre su nove colonne, tutte corinzie: quella centrale posa su uno zoccolo ottagonale decorato con figure delle arti liberali e della filosofia. Abbiamo poi otto colonne laterali che fungono da appoggio per archi a tutto sesto trilobato: sopra i capitelli abbiamo figure raffiguranti Virtù, ed è molto importante notare che non sono solo Virtù teologali e cardinali, ma anche di altra natura. Rispetto al pulpito di Pisa, possiamo notare decise e importanti differenze stilistiche ed architettoniche. Ad esempio, notiamo che la base è ottagonale e che la struttura a pannelli isolati viene abolita, per intregrare invece uno schema più continuativo, che permette la costruzione di un unicum. Possiamo dire che la differenza più significativa in realtà si trovi però nella struttura dei rilievi dei pannelli, poiché troviamo scene molto affollate e disposte su vari piani: la patina classicheggiante che invece era presente nel Pulpito di Pisa è totalmente scomparsa. I movimenti sono due più naturalistici e le emozioni espresse più drammaticamente, come vediamo nelle figure del Cristo Crocifisso e della Madonna della Natività.

Collocazione attuale🌱: Duomo di Siena, Toscana.