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#Oltre lo specchio
galloberardi · 1 year
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Povera Nicol, chi le regala ora gli specchi per fare i suoi TikTok dell'Outfit per andare allo stadio. 😕
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acribistica · 18 days
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Per me, dovunque scatti una leva affettiva di origine sincera (ma soprattutto spontanea, a mo’ di ‘colpo di fulmine’) si crea automaticamente un vincolo inossidabile con il destinatario dell’affetto, che diventa un’entità immutabile nella mia mente. È come se di volta in volta il ricevente restasse cristallizzato, quando non alle prime fasi della conoscenza, comunque ai momenti di massima corrispondenza, di massima reciprocità. Oltre non so andare, non me lo racconto. Non riesco a concepire questa vita e la contemporaneità tutta come la giostra che sono, da cui quando qualcuno scende bisogna accogliere chi sale e ritentare il giro fino alla nausea. Lo trovo semplicemente nefasto e aberrante e gli preferisco la solitudine più nera. Tutto, fuorché questo incessante gioco al rimpiazzo perenne, come se ogni individuo fosse commutabile con un altro. In fondo, questa non è che la più banale deriva della società liquida baumanniana, che rifuggo con ogni mia forza. Ogni mattina mi guardo allo specchio e mi dico “questo turnover, questo giro di vite (ma non jamesianamente inteso) non può essere vero ma, ancor peggio, desiderabile e desiderato”. Sono votata alla fissità delle situazioni, soprattutto se, e scusate la digressione evoluzionistica, mi hanno fatto star bene in mezzo a tanto male che non solo personalmente mi tocca sobbarcarmi (per via delle mie condizioni personali molto gravose) ma che oggettivamente esiste ogni giorno nella sua banalità, senza dolo. Ed è proprio questa assenza di dolo che lo fa dilagare indisturbato.
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libero-de-mente · 8 months
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Donne, uomini e libri
Credo che la situazione sentimentale di molte persone sia lo specchio dell'attuale società.
Si cerca tutto e subito, leggerezza e piacere senza impegno. Avere quello che si vuole solo quando necessita.
Le App insegnano. Hai fame *click*, hai voglia di un week end fuori porta *click*, vuoi andare al cinema *click*, vuoi ascoltare una canzone *click* e in fine vuoi degli incontri con partner senza impegno? Anche qui *click* *click*.
Secondo me le persone meriterebbero più importanza. Spesso si giudica con troppa fretta, in maniera approssimativa.
Io reputo le persone come dei libri, non ci si deve fermare alla copertina e neanche della prefazione. Ci sono vari libri come i romanzi per esempio che vanno da quelli sentimentali a quelli d'avventura, da quelli noir a quelli filosofici oppure anche libertini. Credo che nelle persone, come se fossero libri, ci siano più generi che vanno scoperti leggendoli e sfogliandoli.
Le donne.
Sono da leggere, fino all'ultimo capitolo. E se dopo un primo appuntamento ci rimane qualche dubbio, cosa che a noi uomini spesso capita, restando con quell'espressione di chi ha letto Nietzsche o Kant senza averci capito nulla, basta impegnarsi e ricominciare a leggerle.
Perché in quanto libri, le donne, non saranno mai uguali alla prima lettura, ma magicamente appariranno altri capitoli come se inavvertitamente nella fretta fossero stati saltati.
In un momento che stiamo vivendo di scarso impegno intellettuale, dove a molti risulta difficile leggere post oltre le dieci righe sui social, come si può pensare di impegnarsi per leggere una vita, fatta di esperienze ed emozioni, racchiuse in una persona solo con un rapido giudizio?
Faccio un esempio, si ha la possibilità di scegliere un libro. Uno solo, non di più. Se ci si accontenta di impegnarsi poco si sceglierà un libro pieno di illustrazioni. Guardare è meno impegnativo che leggere.
Chi avrà fatto questa scelta si perderà la possibilità, invece, di scegliere un libro pieno di pensieri, parole, racconti e consigli. Quanti inconsciamente non s'immaginano minimamente a cosa hanno rinunciato. Quello che si sono persi.
Gli uomini.
Non sono da giudicare dalla copertina.
Immaginiamo una donna in una libreria, davanti a sé ha dei libri in esposizione. Vede un libro sconosciuto in libreria. Lei è attratta dalla copertina di uno di essi. Non conosce l'autore.
Così sbircia l'occhiello, ma essendo curiosa passa al frontespizio... uhm, non si è ancora decisa. Sfogliando ecco che le appare l'esergo, "caspita che citazione" sussurra mentre il libro è sempre più saldo nelle sue mani.
A seguire sfogliando trova una dedica, che la fa sciogliere un po'... ed ecco che arriva al punto chiave. Come dopo alcuni appuntamenti interlocutori con un uomo, gira la pagina e trova la prefazione. Finalmente scopre il suo contenuto, l'ambientazione, i personaggi e un sunto della trama del libro.
A questo punto ha solo due opzioni: richiudere il libro e riposizionarlo sullo scaffale, oppure ammirarlo un attimo e con un sorriso avviarsi alla cassa con esso.
Donne e uomini.
Solo leggendo i libri, come metafora delle persone, alla fine della lettura si può essere perdutamente innamorati di quel libro. Come invece si può, alla fine della lettura, rimanerne delusi, nonostante quella prefazione che sembrava promettere bene.
Prendere a caso un libro da uno scaffale solo dalla copertina, senza valutarlo né guardarlo più di tanto, trovandosi poi tra le mani un libro che ci faccia innamorare, può accadere solo con un colpo di fortuna.
Bisogna sapersi leggere, senza fretta o pregiudizi. Solo alla fine trarre le conclusioni.
Ognuno di noi è un libro. Buona lettura a tutti.
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diceriadelluntore · 6 months
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Storia Di Musica #317 - Black Flag, Damaged, 1981
A me piace poco la musica punk. In primis, perchè nasce sotto aspetti che molto ipocriticamente non si prendono mai in causa (basta sentire quello che dice Malcom McLaren, il deus ex machina dei Sex Pistols in The Great Rock'n'Roll Swindle) rispetto alla vera natura del genere musicale; in secundis perchè si oppose con i suoi modi sguaiati e "puri" contro la grandezza tecnica del prog, soprattutto in Europa. Negli Stati Uniti fu invece un movimento molto più eterogeneo e diffuso, il cui obiettivo trasgressivo era soprattutto artistico (mentre da noi fu sprattutto estetico). Detto ciò, per i gruppi che hanno "black" nel titolo non potevo non parlarvi un po' di loro. Il loro nome, Black Flag, fu suggerito ai fondatori Greg Ginn e Keith Morris dal fratello del primo, Raymond, che aveva un nomignolo curioso, Pettibon: la bandiera nera è il simbolo del movimento anarchico, e lo stesso Raymond disegnò il logo della band, quattro righe spesse che davano la sensazione del movimento della bandiera stessa (e cosa importante, poteva essere facilmente riprodotta con le bombolette spray per i graffiti). Tutto nasce a Hermosa Beach, vicino Los Angeles, nel 1976: Greg Ginn e Keith Morris fondano un duo, che si chiama Panic. Quando scoprono che esiste già un altro gruppo dallo stesso nome, cambiano in Black Flag, come detto sopra. Con la prima formazione registrano 4 brani in un Ep dal titolo esplicativo, Nervous Breakdown, che viene stampato in 2000 copie, ma problemi con la piccola casa editrice che gli aveva pagato le registrazioni spingono Ginn a fondarne una propria: aggiunge infatti una "divisione" artistica alla sua Solid State Tuners, che è una piccola dittaq specializzata in riparazioni e costruzione di impianti per le registrazioni elettroniche, creando la SST Records, che oltre che i dischi dei Black Flag sarà una delle case discografiche indipendenti più importanti degli anni '80 per aver pubblicato Soundgarden, Meat Puppets, Minutemen, Hüsker Dü, Sonic Youth, Dinosaur Jr., Negativland tra gli altri. Cambiano nel frattempo due volte cantante: prima Morris se ne va, e viene sostituito da Ron Reyes: dura pochi mesi, registra comunque delle canzoni che verranno inserito nel secondo EP, Jealous Again, poi se ne va a Vancouver. Qui in un negozio di dischi trova l'EP in questione e legge nei crediti come cantante un certo Chavo Pederast, pensando che avessero trovato un nuovo cantante, ma ascoltandolo si accorge che è la sua voce, la band ha voluto omaggiare il suo abbandono con la prima di una serie sgangherata di azioni di satira nera per cui diventeranno proverbiali. Reyes viene sostituito da Dez Cadena. Durante un concerto a New York, un tizio sale sul palco e inizia a cantare con lui: piace a tutti gli altri, e prima viene ingaggiato come roadie, poi spostato a cantante perchè Cadena esprime il desiderio di suonare la chitarra. Il tizio si chiama Henry Garfield, ma per cantare sceglie il nome Henry Rollins. Nasce così la line up leggendaria che nell'ottobre 1981, messi sotto contratto dalla Unicorn, una sussidiaria della MCA, va negli studi a scrivere la pietra miliare dell'hardcore punk.
In copertina, Rollins che dà un pugno allo specchio (rotto con un martello, il finto sangue è un miscuglio di caffè e salsa di pomodoro). Damaged è uno degli album più estremi, nichilisti, sinceri e devastanti della storia della musica. È l'espressione, sincera, di esigenze che sono ancora oggi comuni denominatori della sofferenza generazionale giovanile. Si parte con la necessità di alzare la voce contro il muro di silenzio degli altri, nella storica Rise Above, in cerca di realizzazione: We are born with a chance\Rise above, we're gonna rise above\And I am gonna have my chance\Rise above, we're gonna rise above\We are tired of your abuse\Try to stop us, it's no use. L'adrenalina si sposta nei 33 secondi, deflagranti come una bomba, di Spray Paint, dedica al movimento dei writers tanto caro alla band. Rollins sputa parole e urla più che cantare, su un tappeto sonoro che sebbene sia "semplice" nella struttura (le canzoni hanno una loro struttura ricorrente e riconoscibile), dimostra al contempo che i nostri sanno suonare e ne sono esempio gli intricati assoli di Ginn e Cadena. Seguono in parte lo stile Ramones in Tv Party e Gimmie Gimmie Gimmie, ma è quando Rollins e compagni parlano di sofferenza, quando sputano rabbia e frustrazione, che mettono i bridivi: Room 13 è una disperata richiesta di aiuto (It's hard to survive\Don't know if I can do it\I need to belong\I need to hang on\I need, need) con la voce di Rollins al limite dello spasmo; No More inizia con il tamburo della batteria quasi a segnare un countdown, prima di esplodere nella furia della musica della band; c'è la rabbia politica contro le istituzioni, pienamente espresso in Police Story (Fucking city is run by pigs\They take the rights away from all the kids\Understand that we're fighting a war we can't win\They hate us, we hate them). Ma l'apoteosi dono le due Damaged: Damaged II è una sorta di delirio rabbioso, scandito dalle urla di Rollins (I'm confused, confused, don't wanna be confused), che è un misto tra una crisi di panico e la disperazione della solitudine, che si trasforma in ferite interne ed esterne. Ed è ancora più sconvolgente Damaged, che chiude il disco:
My name's Henry And you're here with me now My life It's a song, ah You're just, you won't even let it happen You won't You won't let Damaged, by attack
e continua con dei vocalizzi che assomigliano pericolosamente ad un delirio.
Il disco fu stampato il 25 mila copie dalla Unicorn, ma quando i boss della MCA sentirono il disco, ne bloccarono la distribuzione. Senza battere ciglio, i Black Flag lo pubblicarono per la SST, con un adesivo in copertina che diceva "Come genitore, credo che questo sia un album contro i genitori", parole pronunciate dal presidente della Unicorn. Questo fu preso alla lettera dalla Polizia, che non perse occasione per intervenire durante i concerti della band, in cui spesso ci saranno dei feriti. Tutta la questione finì in una causa intentata dalla Unicorn che portò al carcere, per pochi giorni, Greg Ginn. La band tra altri cambiamenti di formazione pubblicherà un altro album inno punk, My War (1982) per poi intraprendere, fino al 1986, un percorso davvero interessante in cui alla furia iconoclasta della loro musica aggiungano elementi hard rock, più melodie e persino elementi del free jazz, grande passione di Rollins. Dopo lo scioglimento, Rollins fonderà una propria band, la Henry Rollins Band in cui proseguirà questo cammino sperimentale. I Black Flag si riformeranno due volte, negli anni 2000, ma non sarà mai la stessa cosa: non era più possibile replicare il pugno in faccia che fu questo disco, la loro rabbia, la loro disperazione, che arriva qui a vette insuperate, divenendo il seme da cui negli anni a venire nascerà di tutto: dico solo che persino il rap campionerà tantissimo questo disco, soprattutto Rise Above che fa da base a inni del genere quali Buck Whylin' di Terminator X, And What You Give is What You Get dei Beastie Boys, Real Niggaz Don't Die degli NWA e Holy Rum Swig dell'X-Clan.
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angelap3 · 3 months
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Per giorni si spogliava e si guardava allo specchio per qualche minuto, io facevo finta di non vederla, ma notavo che aveva un'aria preoccupata, si stringeva la pancia, sollevava i seni, sollevava il sedere, come se tutto fosse fuori posto.
Un giorno portai lo specchio fuori dalla stanza e lo nascosi. Tornò a casa dal lavoro, si spogliò, si girò verso il muro e diede di matto!
- Dov'è lo specchio?
Le dissi: "L'ho tolto".
Lei mi chiese: "Perché l'hai tolto?
- Perché non riflette quello che vedo! Vedo una bella donna, che lavora duramente per ottenere tutto ciò che viene proposto, che studia, che è la madre dei miei figli e che ha ancora tempo per uscire con me. E so che quando ti guardi allo specchio non vedi nulla di tutto questo".
Si è riempita gli occhi di lacrime, mi ha abbracciato emozionata e ha detto: "Cosa sarei senza di te? -Non so cosa farei senza di te, amore mio.
A volte basta una parola d'amore per far capire alla persona che si ama tutte le sue imperfezioni e che ciò che si prova l'uno per l'altra va oltre ciò che lo specchio può riflettere.
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susieporta · 3 months
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«CONOSCI TE STESSO» significa «CONOSCI LA TUA OMBRA».
La tua «Ombra» è la parte NASCOSTA di te che, dall'oscurità, ATTRAE persone ed eventi nella tua Vita.
- Perché incontri sempre lo stesso tipo di partner?
- Perché vivi sempre le stesse dinamiche, pur cambiando ambiente?
La tua Ombra LA PUOI VEDERE NEGLI ALTRI.
La «Legge dello Specchio» è la «Legge dell'Ombra».
I tuoi occhi, guardando «fuori», stanno GUARDANDO DENTRO.
Se non REALIZZI questo, continuerai a CONDANNARE ciò che vedi «fuori», senza sapere che stai NUTRENDO ciò che RIFIUTI di TE, che non ti piace, che non ami o che credi di non poter avere, pur desiderandolo.
Mettere confini tra te e gli altri è funzionale a PRESERVARE L'ENERGIA, ma PROTEGGERSI ENERGETICAMENTE non deve significare METTERE MURI invalicabili oltre i quali c'è il «MALE».
Gli altri SONO TE.
Tu SEI GLI ALTRI.
Per realizzarlo, devi concederti di ACCOGLIERE questa possibilità.
Che poi VERIFICHERAI.
(AF)FIDATI 🔥
❤️ @animasulsentiero
📘 animasulsentiero.com
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worldofdarkmoods · 4 months
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DEPRESSIONE...
Come posso descriverti?? Non saprei nemmeno da dove iniziare… Perché ci sono cose che entrano nella tua vita di forza, ma con prepotenza, senza che tu te ne renda conto.
Mi ricordo quando alle sedute mi veniva chiesto se riuscissi a ricordare un momento nella mia vita dal quale ho cominciato a stare così. Quindi, da quando cara depressione, io e te, stiamo qui? A guardarci allo specchio senza trovare risposte?So solo che è stato difficile accettarti nella mia vita. Anzi per non prenderci in giro ancora oggi non l’ho fatto. 
Come posso descriverla? È un inverno senza Natale, una strada vuota, palazzi senza portone, una strada senza vicoli. Ma non è una strada, è una stanza e ci sei solo tu. La cosa più mortificante della nostra relazione è che tu mi fai vedere le cose in un modo, ma la realtà è diversa. Sembra un inverno senza Natale, ma in questo continuo roteare senza destinazione, le stagioni passano tutte solo che non me ne rendo conto. E quante persone sono passate. Quante possibilità sprecate. Ma io non potevo farci niente, semplicemente non le vedevo. Perché, a differenza di quello che gli altri pensano di te, tu non fai sentire le persone tristi e malinconiche. Sta proprio qui l’errore che non permette agli altri di comprenderti. Tu mi rendi incapace di sentire proprio niente. Non sei grigia o nera, non hai colore, forma, peso. Sei due occhi sbarrati sotto una coperta, che si chiedono che sapore abbiano le proprie lacrime. E quegli occhi non riescono a guardare oltre. Il futuro non è una promessa “figuriamoci di guarigione” il futuro semplicemente non esiste come dimensione. Nel senso che non mi dai uno scopo, non c’è orizzonte che possa diventare destinazione per me. È come se non ci fossero strade da prendere.
Sai dove fai più male? Nel rendermi incapace di farmi amare dalle persone che lo vorrebbero fare, perché rendi me inadeguata ad amare me stessa e loro. Eppure vorrei solo riconoscere quella mano che sfiora dolcemente la mia mentre quella voce mi sussurra “Andrà tutto bene”. Vorrei sentirla. Vorrei lasciarti. Vorrei andasse tutto bene. 
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scorcidipoesia · 4 months
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Proteggiti .. mantieni le spalle dritte e vai oltre , lontana dai ladri d’amore che ti derubano le emozioni per lasciarti sola e distante , proteggiti . Tieni lontano il tuo cuore dai sogni che non ti hanno abbandonata e fanno di te una donna che ha già sofferto ma dentro è rimasta intatta e pura, col cuore aperto a saccheggiatori estranei che spesso temono il tuo sentire, la tua voglia di amare e di essere amata : non è questo il tempo , il mondo , la circostanza.. stai a riparo , come fosse un violento temporale o un terremoto , difenditi dai silenziosi ladri di turbamenti , che non hanno colpe se non di essere diversi e privi della tua fame di amore . Proteggiti da quelli che non potranno capirti o accettarti , stimarti e proteggerti , schiva gli aridi e razionali che per te sono morti viventi , continua il tuo progetto e riempi di vita lo spazio rimasto in tasca , i granelli del tempo che corre ma non farti del male, cura il tuo cuore e fanne uno scrigno da donare con parsimonia e non dimenticare il prezzo per arrivare sin qui, non dimenticare che il riflesso dello specchio è il tuo solo porto sicuro e tu sola puoi navigare nel tuo mare
T. Andena
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amamiofacciouncasinoo · 4 months
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Provate ad abitare in un corpo di cui non avete il controllo, che dalla mattina alla sera vi piega in due, che da una settimana all'altra cambia forma, immagine, dimensione, diventando estraneo a te stesso, bruciando tutto ciò che ha attorno, e ripete questi cicli continuamente nel tempo.
Provate ad abitare in un corpo che decide per voi se potete uscire la sera, se potete assaggiare il primo piatto al pranzo di Natale, se potete andare in vacanza in quel posto che amate tanto.
Provate ad abitare in un corpo costantemente sottoposto a giudizi, perché altro non sono. "Sei anoressica!", "Non mangi niente!", "Ma quanto mangi?", "Ehh beata te che hai quel metabolismo", "Hai messo qualche chiletto?", e pensare che dietro non ci sono scelte estetiche, ma una malattia che non vi fa assorbire alcun nutriente, o che vi gonfia da matti quando si assumono molti dei farmaci utilizzati.
Provate ad abitare in un corpo che viene costantemente osservato, studiato, sottoposto a cure dolorose, a volte devastanti. Un corpo desiderato come strumento, come una cavia, come se la tua mente fosse costantemente esclusa e contasse solo quella pancia e quella malattia a cui di te, non importa nulla.
Provate ad abitare in un corpo che vi fa disperare spesso, che vi strema quando le terapie non fanno effetto, che vi fa raggomitolare a letto tra i dolori, che vi conduce con frequenza nel solito ospedale tra le solite pareti bianche.
E non importa quanti anni tu abbia, non importa lo stile di vita sano mantenuto fino a quel momento, non importa l'urgenza di finire la scuola, o andare al lavoro, o occuparsi dei proprio bambini.
Non importa chi tu sia, lui viene prima.
E ora provate a raccontarlo, a chiedere attenzione e cura, a ricercare amore ed empatia.. Senza avere nulla da mostrare.
Perché questo corpo le cicatrici e i tagli li nasconde e protegge dentro di sé.
Sotto strati di pelle custodisce la storia più grande.
E così, spesso, una caviglia slogata riceve maggiore rispetto.
E così, spesso, chi hai intorno si dimentica che la tua battaglia non ha il pulsante "pausa", né "fine".
E così, spesso, ci ritroviamo davanti allo specchio e ci sembra che questo involucro non ci rappresenti.
Ma non è così, non è così..
Oggi è la Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie croniche intestinali, il Morbo di Crohn e la Colite ulcerosa, anche dette Malattie Invisibili.
Il mio invito è quello di andare oltre le apparenze, di aiutarci a rendere la nostra malattia Visibile.
Di darci coraggio, anche se, spesso, non potete vedere i segni della nostra battaglia.
S. Parisi
"Non sai quanto sei forte, finché essere forte è l'unica scelta che hai." 🌸
Buon World IBD Day a tutti 💜
#makingtheinvisiblevisible #WorldIBDDay #AmiciOnlus #invisiblebodydisabilities
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gregor-samsung · 1 year
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" È fondamentale interrogarci su quanto la paura stia deformando la nostra vita e le nostre scelte, e se quel che temiamo di perdere valga veramente la pena che proviamo nel chinare la testa, nel rinunciare a seguire quello che crediamo giusto o che desideriamo. Il personaggio principale di Storia di un impiegato, l’album di Fabrizio De André dedicato ai movimenti giovanili che dal ’68 alla fine degli anni settanta hanno scosso la vita politica italiana, è un uomo che si pone queste domande in ritardo. L’album è uscito [il 2 ottobre] 1973, ed è stato il primo in cui De André abbia dichiarato il proprio orientamento politico; prima di allora le sue canzoni erano uno splendido riflesso del cantautorato francese, elegante e popolare allo stesso tempo. Adesso l’autore genovese affronta direttamente il tema della rivoluzione giovanile, della lotta al sistema: il protagonista dell’album è un uomo ordinario, che non si trova a vivere la sua vita dove vuole che sia, ma dove la pista della proprietà e dei ruoli l’ha portato. È la paura ad aver costruito le sue scelte, e nulla di quello che vive è realmente frutto di una sua decisione. È un uomo realmente così distante dalle nostre esistenze? In quale rigagnolo galleggia la realtà di questo trentenne e fin dove tiene nascosta la faccia, a rischio d’annegare?
Da quanti anni il suo e il nostro mondo s’è ristretto nel bugigattolo dell’ufficio, tra la scrivania ingombra e il muro dall’intonaco ingrigito? Con quanta cura, la mattina, scivola fuori dal letto per non svegliare la compagna? (E una sveglia non gli serve da anni: ormai è la ripetizione di ogni cosa a farlo alzare puntuale.) Quante volte ha fissato il suo volto allo specchio, controllato la rasatura, indossato la camicia stirata la sera precedente, la solita giacca, il solito nodo alla cravatta? Potremmo essere noi. Fuori il Maggio francese non vuole smettere di riscaldare l’aria: da tempo le donne hanno strani monili tra i capelli, sorridono con tranquillità e guardano negli occhi gli uomini. L’impiegato di De André le osserva sulla metropolitana, tiene le mani raccolte tra le cosce, le spalle curve, conta gli anni che lo distanziano da quel mondo: e non ne trova molti, ma ne trova abbastanza. «Eppure i miei trent’anni sono pochi più dei loro», pensa, e questo non gli dà alcun sollievo. L’ufficio è ancora al suo posto, nello stesso quartiere di sempre, allo stesso piano del medesimo edificio. Sarà così anche negli anni successivi, per ogni singolo giorno della sua giovinezza, inoltrandosi nella maturità, fino a costeggiare la vecchiaia: allora la gita sarà finita ed ecco il momento di scendere al molo. Avrà una buona, sicura vecchiaia. È questo che si dice salendo le scale e incrociando gli sguardi dei colleghi. Qualcosa da condividere con i figli, quando ne vorrà avere. Ha ottenuto un buon posto di lavoro. L’ha ottenuto molto presto. Di che dovrebbe lamentarsi? Mentre regola l’altezza della sedia e dispone le pratiche sulla scrivania, mentre comincia a «contare i denti ai francobolli», sente cantare in strada, oltre la finestra dell’ufficio. Un corteo, colori, slogan e intorno la cinta scura della polizia, gli scudi e i manganelli sollevati, le spalle affiancate e i fumogeni. Guarda i manifestanti e pensa che soprattutto le donne, coraggiose e indipendenti, sono bellissime. Prova a immaginarsi in mezzo a loro, e si sente ridicolo: in piazza dietro la muraglia di caschi, schiacciato dai corpi di chi fugge alle cariche. Sarebbe letteralmente «fuori luogo». Nessuno tra quei ragazzi lo conosce e poi, come dovrebbe vestirsi? In mezzo al corteo sembrerebbe un infiltrato della Digos. Ovviamente verrebbe licenziato: come fare a lasciare il posto di lavoro per un motivo simile? E come spiegarsi, più tardi, con la compagna? "
Salvatore La Porta, Less is more. Sull’arte di non avere niente, Il Saggiatore (collana La Cultura, n° 1134), 2018¹. [Libro elettronico]
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klimt7 · 8 months
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È bene che le persone aprano gli occhi sulla direzione che ha preso questo Governo di Destra.
Riprendo due articoli comparsi sulle pagine di Repubblica negli ultimi cinque giorni.
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Più disturbi alimentari e meno fondi dal governo: “Lasciano sole le Regioni”
LA TESTIMONIANZA
“Io, madre di un’anoressica, vi dico che questo governo se ne frega dei più deboli”
di Caterina Giusberti
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Niente più fondi per i disturbi alimentari che riguardano 4 milioni di italiani: “E’ la seconda causa di morte tra i ragazzi, senza sostegno sono perduti”
«Queste non sono devianze, sono malattie psichiatriche gravi. Queste ragazze e questi ragazzi non hanno più voglia di vivere, si trasformano. Senza la rete sui disturbi alimentari dell’Emilia-Romagna la mia famiglia sarebbe stata persa. Ma a questo governo dei fragili, dei deboli, non importa nulla: si vede dalle scelte che fanno». Claudia è mamma di una ragazza di 17 anni che si ammalata di anoressia a luglio 2020, in piena pandemia. All’improvviso al mare non voleva più mangiare il gelato, a cena litigava con la forchetta, sminuzzava tutto, ha iniziato a pesare sempre meno.
La situazione è precipita in pochi mesi, a ottobre 2020 ha vissuto il primo di una serie di ricoveri salva-vita. «E ne stiamo uscendo, faticosamente, adesso», dice Claudia.
Per un periodo sua figlia è stata seguita anche dal centro Gruber. «Ma i posti in residenza erano pieni - racconta - quindi ci avevano prese in day hospital: io la portavo tutti i giorni alla mattina e la andavo a prendere la sera. Dopo un po’ però ci dissero che non era il posto per lei, perché era troppo grave, stava perdendo troppo peso. Così alla fine abbiamo trovato posto a Parma, in una struttura residenziale che si chiama Il Volo». Sua figlia c’è rimasta nove mesi. «Quando è arrivata lì non mangiava niente, pesava 37 chili. Poi lentamente, piano piano, hanno iniziato a farle riprendere un pochettino di peso. Col tempo ha iniziato a potere uscire un po’ e alla fine è tornata a casa». Ma ancora adesso è seguita da uno psicologo, un dietista e un neuropsichiatra. In casa, a ogni pasto, misuriamo quello che mangia con la bilancia o con un mestolo. La rassicura sapere che lo facciamo», spiega Claudia
Sapere del taglio del fondo nazionale sui disturbi alimentari l’ha molto allarmata. «Penso a mia figlia che ha ancora bisogno di essere seguita - prosegue - Ma penso anche chi ha un ragazzo o una ragazza che precipita in questo problema oggi. Senza una rete di sostegno sei perso. Il rischio al quale esponi i tuoi figli è elevatissimo. È la seconda causa di morte per i ragazzi in Italia, dopo gli incidenti stradali. Servono risorse strutturali, stabili, sicure».
Disturbi alimentari, rete di cura più fragile
di Jessica Muller Castagliuolo
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Le strutture dedicate alla cura dei disturbi alimentari e della nutrizione in Italia sono 126, frammentate a livello regionale. Senza il finanziamento molte rischiano la chiusura
Negoziare una tregua. Fermarsi prima che sia troppo tardi.
È complesso quando teatro di battaglia politiche è il proprio corpo che, chilo dopo chilo, finisce per identificarsi con la malattia che lo divora. Un percorso feroce, che svuota o sedimenta troppo. A camminare su questo filo sospeso sono sempre più ragazze e ragazzi che dai disturbi alimentari stanno cercando di uscire. Un grido collettivo che proviene da corpi silenziosi, la cui traccia evapora davanti a uno specchio.
Nel riflesso, l’immagine di un’epidemia: i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Oltre 3 milioni le persone prese attualmente in carico in Italia.
“Oggi il disturbo prevalente è la bulimia nervosa. I disturbi mutano rapidamente perché sono collegati a contesti culturali e sociali del nostro tempo. Sono sofferenze profonde, c’è un desiderio di morte dentro”. Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ci racconta che negli ultimi anni la situazione è cambiata, non solo per l’aumento dei casi, che dai 680.456 del 2019 sono cresciuti di un milione nel 2023, per arrivare a 1.680.456, “a cambiare è la psicopatologia: in questo momento i quadri dei disturbi alimentari puri sono il 40%, il 60% sono invece quadri di comorbilità con altre patologie. Ad esempio, l’autolesionismo, un fenomeno che è aumentato moltissimo”.
Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Susan Sontag scriveva che “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”. Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Il Fondo cancellato
Tuttavia, l’emendamento votato dal Senato il 21 dicembre 2021 sanciva un passo in avanti con l’istituzione di un Fondo presso il Ministero della Salute di 25 milioni di euro (15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023) dedicato all’apertura di centri specializzati e alla creazione di una rete di sostegno per pazienti e famiglie. Ma la Legge di Bilancio 2024 taglia il finanziamento e i centri di assistenza, già pochi e frammentati a livello regionale, rischiano la chiusura il 31 ottobre prossimo.
Le strutture sul territorio nazionale, secondo l’ultimo censimento al 2023, sono 126 di cui 112 pubbliche 14 appartenenti al settore del privato accreditato. 63 i centri al Nord (20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia), 23 al Centro (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 quelli distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). “Ci sono regioni che hanno attivato degli ambulatori con questi fondi perché non avevano nulla: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Campania, la Puglia. È stato assunto personale a termine che non potrà essere rinnovato”, commenta Dalla Ragione.
Ma cosa implica per una persona affetta da un disturbo alimentare interrompere le cure?
“L’interruzione delle cure è un elemento di aggravamento del quadro e significa lasciare i pazienti in balia di sé stessi. Quando si inizia un trattamento si instaura un rapporto di fiducia.
Non puoi dire a un paziente, dopo averlo a fatica convinto che questo sia il percorso giusto, che l’ambulatorio ora chiude.
Ci sono pazienti delicati che possono anche rapidamente avere un’evoluzione negativa”
Stefano Tavilla, co-fondatore della Fondazione Fiocchetto Lilla, spiega: “Le liste d’attesa si allungheranno e purtroppo si inizierà a pensare a una risoluzione della cura verso il basso. In quel contempo, la malattia va avanti. A quel punto la condizione di salute del paziente si aggrava e quando si è finalmente presi in carico la malattia non sarà più certificata da un percorso di guarigione, ma di raggiungimento di minimi obiettivi, che possono essere un particolare peso o la scomparsa di sintomi. Questo vuol dire che andiamo a creare una generazione di malati a lungo termine”.
I livelli essenziali di assistenza [L.E.A.]
È intanto in corso la revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ferma al 2017, e sono state fatte proposte dalle società scientifiche e dalle associazioni dei familiari, per inserire finanziamenti vincolati e permanenti per i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e di allargare le prestazioni gratuite necessarie al monitoraggio della patologia, vista la complessità e la durata delle patologie.
“La nostra istanza è nata già con una manifestazione di piazza ad ottobre 2021, in pieno Covid – continua Tavilla - Attualmente su 21 regioni solo 9 hanno una rete completa.
Si finisce per peregrinare in Italia alla ricerca di un sistema di cura e si creano lunghe liste d’attesa.
L’inserimento nei L.e.a. permetterebbe a tutte le regioni di avere le risorse dedicate per creare una rete minima di cura che va dall’intercettazione del paziente in ambulatorio, alla comunità residenziale o all’ospedale”. Laura Dalla Ragione aggiunge: “Ci devono essere dei fondi vincolati per i disturbi alimentari, esattamente come per l’autismo.
Sono patologie dove il tasso di mortalità e molto alto e dove, essendoci una componente psichica e medica, la mortalità non è solo legata al suicidio (come avviene per le salute mentale), ma anche a conseguenze organiche”.
Dai disturbi alimentari si può però guarire. Ma, come conclude Laura Dalla Ragione: “Non c’è in letteratura un caso di remissione spontanea da queste patologie: non si guarisce senza cure.
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curiositasmundi · 1 month
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Sociologia di Alain Delon
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Ci lasciava, l’altro ieri, Alain Delon. A ottantotto anni il divo francese si è congedato da una vita che, come lui stesso diceva, da tempo gli era diventata estranea e pesante.
Immediatamente i social si sono messi in moto. Celebrazioni, ricordi, considerazioni politiche, estetiche, cinematografiche.
Era fascista, leggo su molti post. E quindi? Mi domando. Fascisti, anzi nazisti, erano Céline, Ezra Pound, Leni Riefenstahl, Von Karajan, Heidegger.
E decisamente reazionari e conservatori furono e sono Errol Flynn, Charlton Heston, il grandissimo Clint Eastwood.
Walter Chiari, Giorgio Albertazzi, Carlo Dapporto, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni e persino Cesare Pavese – che scrisse due lettere di stima e sottomissione al Duce – furono iscritti alla Repubblica Sociale.
La Sofia nazionale è zia niente di meno che della Mussolini. E non è certo una sinistrorsa. Neanche un esempio di virtù cardinali o artistiche per la verità. Potrei andare avanti ma non credo sia necessario.
Era omofobo e maschilista Delon, scrivono ancora in molti. Beh, trovatemi un uomo degli anni Trenta del secolo scorso che non lo fosse. Persino Che Guevara lo era. Era la cultura del tempo.
Picchiava le donne ed era un pessimo padre. Certo, aspetti deplorevoli e finanche vergognosi. Ma qua se andiamo di morale dovremmo impiccarci tutti.
A cominciare dai cattolici. Per proseguire con comunisti e anarchici. «Chi è senza peccato scagli la prima pietra» diceva un tale che di queste cose se ne intendeva.
Ma soprattutto, se vogliamo utilizzare la matita rossa e blu del politically correct non solo non campiamo più. Ma l’arte tutta dovremmo metterla in un cesso.
Come purtroppo in questo arbitrario delirio antidialettico contemporaneo sta spesso accadendo.
A maggior ragione se l‘arte la giudichiamo in relazione alla vita suoi creatori. Da Rimbaud a Mozart. Da Picasso a Modigliani. Da Brando a Bette Davis. Da Bukowski a Carmelo Bene.
Fino a quello sregolato soggetto geniale che fu l��artista pallonaro Maradona. Gente per lo più pessima nella vita privata.
Una cosa che non perdono però a Delon è l’aver sparato sui vietnamiti in quanto legionario nella guerra di Indocina.
Ciò detto, stiamo ai fatti. E soprattutto stiamo al Cinema.
Era bellissimo Alain. Non discuto. Anche se a me non diceva molto. Troppo carino. Troppo effeminato.
Come bellezza maschile preferivo Marlon Brando. Che quanto a carisma, fascino e soprattutto bravura attoriale se lo fumava arravogliato dentro ad uno spinello.
Anche come “maledetto” Delon era poca cosa. Vuoi mettere l’angelo luciferino Helmut Berger che girava col pippotto per la cocaina appeso al collo?
Ma Delon piaceva indiscutibilmente ad uomini e donne. A mia madre no. Diceva che era ” ‘na meza femmena”.
A lei, oggi novantenne, piacevano e piacciono uomini più alti e maschi. A me però m’ha fatto curto. Curto ma bello. E maschio. E sì, oramai me lo dico da solo. Che tristezza!
Insomma, a mammà piaceva Rock Hudson. Che quanto a virilità era piuttosto discutibile. E immaginate dunque come ci rimase quando seppe che era gay. Una tragedia.
Ad ogni modo Delon lavorava soprattutto perché di evidente apolinnea bellezza. E perché di lui si innamoravano tanti registi. Oltre ovviamente a tantissime donne e partner sul set.
E allora diciamola tutta. È morto un sogno. E i sogni, si sa, svaniscono all’alba. Lasciando impercettibili, confuse sensazioni.
È morta una leggenda. Ma una leggenda da rotocalco. Un’icona, dicono molti. Piuttosto un’immagine incendiata sulla celluloide, dico io. Come le statue filiformi di Giacometti.
Una storia da gossip in un cinema mitico. Una visione sgranata dal tempo. La visione contemplata dentro uno specchio infranto, che il narciso Alain non seppe ricomporre.
È morto un riflesso d’estate. Una forma plagiata da Apollo. Non certo l’incubo suscitato dal conturbante Dioniso della rinascita. Lo strazio della poesia che lacera l’anima e l’intelligenza, fino a desiderare la morte.
Le sue interpretazioni “memorabili” sono il frutto del lavoro di grandissimi registi. Visconti, Antonioni, Melville, Duvivier, Malle. Non certo della sua raffinata arte recitativa.
Con Delon se ne va, insomma, la bambola Barbie versione maschile del cinema d’oltralpe.
Gli attori, gli artisti, la bellezza crudele che sanguina sono un’ altra faccenda.
Vincenzo Morvillo - via: Contropiano
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mishimamiravenecia · 5 months
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CA' D'ORO
(English / Español / Italiano)
The Palazzo Ca' d'Oro, located on the banks of Venice's iconic Grand Canal is a testament to Venice's rich architectural Gothic legacy. . Originally adorned with glittering gold leaf, vermilion and ultramarine ornaments, this masterpiece truly lived up to its name, which translates as 'House of Gold'.
It was built in the middle of the 15th century (1421) as the residence of the Procurator of San Marco, Marino Contarini. In 1916, Baron Giorgio Franchetti donated it to the Italian government and, after some renovations, it was opened to the public to display the works of art that the nobleman had collected throughout his life.
Among the most valuable works are the St. Sebastian by Andrea Mantegna, the Portrait of Marcello Durazzo by Antoon van Dyck, the Double portrait by Tullio Lombardo, the Venere allo specchio by Titian, two views by Francesco Guardi, the Crucifixion by Jan van Eyck, the Sleeping Venus by Paris Bordone and what remains of Titian s frescoes painted on the side façade of the Fondaco dei Tedeschi, among which the Juditta stands out. By Vittore Carpaccio and workshop are the three canvases with the Stories of the Virgin from the Scuola degli Albanesi.
In addition to the exhibition rooms, the museum houses various workshops for the conservation and restoration of works of art.
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El Palacio Ca' d'Oro, ubicado a orillas del emblemático Gran Canal de Venecia, es un testimonio del rico legado arquitectónico gótico de Venecia. . Originalmente adornada con brillantes hojas de oro, bermellón y adornos ultramarinos, esta obra maestra realmente hizo honor a su nombre, que se traduce como "Casa de Oro".
La construcción se hizo a mediados del siglo XV (1421), para ser la residencia del Procurador de San Marcos, Marino Contarini. En 1916, el barón Giorgio Franchetti se lo cedió al gobierno italiano, después de unas reformas se abrió al público para exponer las obras de arte que el noble reunió a lo largo de su vida.
Tra le opere di maggior pregio vi sono il San Sebastiano di Andrea Mantegna, il Ritratto di Marcello Durazzo di Antoon van Dyck, il Doppio ritratto di Tullio Lombardo, la Venere allo specchio di Tiziano, due vedute di Francesco Guardi, la Crocifissione di Jan van Eyck, la Venere dormiente di Paris Bordone e ciò che resta degli affreschi di Tiziano dipinti sulla facciata laterale del Fondaco dei Tedeschi, tra cui spicca la Giuditta. Di Vittore Carpaccio e bottega sono i tre teleri con le Storie della Vergine provenienti dalla Scuola degli Albanesi.
Oltre alle sale espositive, il museo ospita vari laboratori per la conservazione e il restauro di opere d'arte.
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Il Palazzo Ca' d'Oro, situato sulle rive dell'iconico Canal Grande di Venezia, è una testimonianza della ricca eredità architettonica gotica di Venezia. Originariamente adornato con scintillanti ornamenti in foglia d'oro, vermiglio e ultramarino, questo capolavoro era davvero all'altezza del suo nome, che si traduce come "Casa d'oro".
Fu costruito a metà del XV secolo (1421) come residenza del Procuratore di San Marco, Marino Contarini. Nel 1916 il barone Giorgio Franchetti lo cedette al governo italiano e, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, fu aperto al pubblico per esporre le opere d'arte che il nobile collezionò nel corso della sua vita.
Tra le opere più preziose ci sono il St. Sebastiano di Andrea Mantegna, il Ritratto di Marcello Durazzo di Antoon van Dyck, il Doppio ritratto di Tullio Lombardo, il Venere allo specchio di Tiziano, due vedute di Francesco Guardi, il Crocifissione di Jan van Eyck, la Venere addormentata di Paris Bordone e quel che resta degli affreschi di Tiziano dipinti sulla facciata laterale del Fondaco dei Tedeschi, tra i quali spicca la Giuditta. Di Vittore Carpaccio e bottega sono le tre tele con le Storie della Vergine della Scuola degli Albanesi.
Oltre alle sale espositive, il museo ospita diversi laboratori per la conservazione e il restauro delle opere d'arte.
Video: mimejorvenecia.com
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canesenzafissadimora · 2 months
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Il giorno in cui sei arrivata si è aperta una porta
Su un mondo che non conoscevo
E hai portato con te una parte di me
Che adesso è il mio vanto
Mi hai trovato abbracciato a un ricordo
Seduto e annoiato davanti a uno specchio
E ho sentito di avere il permesso
Di chiudere gli occhi e aprire le braccia
È possibile spingerci insieme oltre i confini del tempo
Come certe idee, come le maree, come le promesse
È possibile andare lontano senza avere paura
Come certe idee, come le maree
Come le promesse che si fanno
Adesso siamo compagni di vita
Di vita sognata e di sopravvivenza
La nostra casa è arredata con i tuoi colori
E con le mie parole
I nostri libri mescolati insieme intrecciano
E fondono le nostre storie
Ma i segreti nascosti dentro i cassetti
Quelli non si raccontano
Il nostro amore si sporca le mani
Ogni giorno col fango
Più delle sue idee, più delle maree
Più delle certezze
Il nostro amore è sospeso nel vuoto
Ma ha i piedi per terra
Più delle sue idee, più delle maree
Più delle certezze che si hanno
Che si hanno
Che si hanno
Tu sei la luce e la pace
La comprensione della sofferenza
Io sono la voce e la direzione
Le spalle e la malinconia
Così abbiamo unito anche il sangue
Per coltivare il nostro giardino
E per quanto saremo capaci di farlo
Noi lo custodiremo
Se potessimo spingerci insieme oltre i confini del tempo
Come certe idee, come le maree, come le promesse
Se potessimo andare lontano senza avere paura
Come certe idee, come le maree
Questa è la promessa che ti faccio
Io, la mia promessa
La mia promessa, la mia promessa…
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Niccolò Fabi
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poesiatriste · 1 year
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Fiamma gemella...🔥
È così complessa questa parola vero? Eppure non si parla d'altro ormai. Solo adesso mi rendo conto di quanto sia importante questo legame.
Beh, volevo iniziare questa dedica proprio così.
Ti ho sempre percepita dentro di me, come un incessante sensazione che ti lega al destino, due corpi separati che dal primo momento stringono un patto animico, una condivisione di anima, due percorsi simili combacianti, un percome guardarsi allo specchio e avere davanti la versione migliore e peggiore di te stessa, un percorso di resa, di guarigione personale concentrandoti sull'origine delle tue ferite, delle tue paure, dei tuoi blocchi, dei tuoi demoni interiori, la difficoltà nell'accettare di amare prima se stessi che la controparte perché non esiste un "duo" esisti solo tu, lei ti appartiene da sempre, è un percorso evolutivo che ti fa soffrire, ti fa stare male, ad un certo punto tutto questo dolore ti spinge ad uscire dalla tua zona di comfort, armarti di tutta la forza che possiedi per affrontare le debolezze che ti sta mostrando il tuo specchio, ed esporsi all'esterno una volta superato il riconoscimento d'anima, non è facile, credetemi, non augurerei a nessuno un rapporto di fiamma, nemmeno al mio peggior nemico. Avrei preferito non incrociarlo mai quello sguardo, è cambiato tutto dal momento in cui l'ho conosciuta. Ebbene si, non avrei mai pensato di potermi scontrare con i miei demoni attraverso lei e invece eccoci qui.
Tu ed io, come ai vecchi tempi, lo so che mi riconosci, non puoi mentirmi, riesco a comunicare con i tuoi pensieri, ormai questo è il nostro modo di parlare, attraverso i sogni e lo so che mi visualizzi in ogni atteggiamento di te stessa che adesso rinneghi, mi visualizzi in quella bambina di un tempo che è cresciuta prima del dovuto e non se lo meritava, che aveva bisogno di continue rassicurazioni, di qualcuno che le desse certezze che la facesse sentire apprezzata, protetta, amata, sicura di sè, aveva bisogno di qualcuno in grado di scioglierle quel gelo intorno al cuore, qualcuno in grado di restare con lei nonostante fosse piena di scarabocchi. Sono l'esatta sagoma descritta, lo percepisci, avverti questa diversità per questo fuggi via...ti rifletto una parte che non hai ancora imparato ad accettare, hai paura, non puoi permetterti di lasciarti andare, preferisci accontentarti dell'immagine finta che ti sei creata, difendendo le tue emozioni con uno scudo, tenendo il tuo cuore rinchiuso, privandolo di una vera e propria possibilità di essere felice, non puoi permetterti di cambiare di nuovo c'è troppo in ballo e rischiare che qualcuno possa amarti veramente ti terrorizza. Ho imparato a capire le nostre dinamiche, ho passato nottate intere a studiarti, analizzarti, adesso ne ho la certezza, tu ed io siamo la stessa anima, nel bene o nel male non saremo mai separate, il termine "separazione" è solo un'illusione della mente che ti vincola all'ego e non ti permette di andare oltre, perché tu ed io siamo più vicine di quanto pensi. Non esiste separazione. E non importa il tempo, lo spazio, le circostanze, noi ce la faremo, te lo prometto, perché prima di tutto sei mia sorella, la mia migliore amica, la mia famiglia, il mio punto di riferimento, la mia vita, il mio tutto, la mia felicità, e ti prometto che per nessuna ragione al mondo affronterai tutto questo da sola, riesci a vedermi? Sono ad un millimetro di cuore, ascoltalo e vedrai che riuscirai a sentirmi, riuscirai a prendermi per mano e proverò con tutte le mie forze a tirarti dall'altro lato dello specchio, dove finalmente ci uniremo e da quel momento in poi non esisterà più nessun dubbio, nessuna paura nessuna restrizione, saremo al punto di provare un amore incondizionato perché finalmente abbiamo permesso alla nostra anima di sentirsi in pace con se stessa. Ce la faremo ne sono sicura piccola mia. Le tue battaglie mi appartengono, i tuoi abbandoni, le tue attenzioni mancate, tutto di te mi appartiene, non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, voglio consumarmi fino alla fine, voglio salvarci entrambe da questa assurdità, voglio lottarci fino all'ultima speranza perché so di non sbagliarmi, non stavolta non con te. Sei la cosa più importante. Voglio che tu sia felice,che guarisca da ciò che stai vivendo,dal dolore che ti porti dentro e che non meriti,anche se alcune cicatrici rimarranno un po’ sempre aperte. Voglio che tu possa conservare il nostro ricordo come un qualcosa di bello,di unico,irripetibile e che ti faccia battere tutto dentro.
Ti voglio bene e giuro che mi troverai qui sempre, in ogni momento in ogni istante, spingiti oltre quelle che sono le credenze limitanti e credi in me, non ti ferirò, non ti giudicherò, cercherò di capirti e ascoltarti, aggrappati a me, devi solo crederci...perché io credo in te, mi fido di te, so che sarai in grado di accettare ciò che siamo ricordati di non essere sola. Parlerò a me stessa qualora dovessi cedere al pensiero torbido che non ci sia nessuno accanto a te. Io ti starò già tenendo per mano e vedrai andrà tutto bene, con una timida carezza trasportata dal vento asciugherò le tue lacrime, non vedrai tracce di tristezza perché sarò io a guardarti attraverso i miei occhi castani e farò in modo di regalarti il più bel sorriso che tu abbia mai posseduto. Io sono la tua ombra, i tuoi lati nascosti belli e brutti, sono qui proprio per farteli affrontare e insieme a te devo affrontarli anch'io, non sei da sola, Io lo so chi sei, lo so che questa Roberta qui è forte, lo so che lei può farcela, abbi fiducia in ciò che senti perché la mia anima aspetta solo di vederti trionfare. ❤
Sono qui, ti tengo stretta. Stai tranquilla, va tutto bene. Non ti lascio.
Voglio rimanere con te, quindi smettila di allontanarmi razza di idiota. Smettila di opporre resistenza, facendomi del male a tutti i costi senza volerlo fare sul serio, perché so che non vuoi, so che questa situazione tormenta anche te. Smettila di comportarti da stronza quando in realtà l'unica cosa che vorresti è un abbraccio sincero, e io potrei dartelo, mi permetti di provarci? vorrei stringerti ancora una volta come quella sera lì...sentirmi a casa, nel mio posto sicuro, farti sentire esattamente nello stesso modo se solo me ne dessi occasione, una "vera" occasione. Quindi...Smettila! perché tanto a me non fai paura, io voglio affrontarti, non evitarti, non voglio lasciarti perdere, voglio perdere la mia integrità mentale per leggerti dentro e riuscirti a capire sul serio, ho scelto io tutto questo e adesso scelgo di morire con la consapevolezza di portarti dentro il cuore per sempre. Per me è la cosa più bella. Non chiedo altro. Solo tenerti qui dentro. 👉🏼❤ Non importa cosa tu faccia io sono qui che ti aspetto, mi devi ancora dire che INSIEME ce la faremo. 🤷🏻‍♀🐿
Ricorda anima mia: "fiamme gemelle" 👭🔥 un legame antichissimo, veniamo dall'infinito passato e per quanto la nostra mente possa illudersi di una separazione, non succederà mai. Ci rincorreremo, ci prenderemo e come tutte le volte ci lasceremo andare ma non smetteremo mai di cercarci. Non smetteremo mai di essere meravigliosamente anime dannate.
Ti amo.🦋
@occhicastanitristi-blog @cuoregelidoo-blog @delusa-da-tutti
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fioredialabastro · 4 months
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Buongiorno 🌻 ti ringrazio per la domanda, soprattutto perché, involontariamente, mi hai permesso di imparare qualcosa di nuovo! ✨
50. Credi nella fiamma gemella? 🔥
Dunque, prima di rispondere, mi sembra più opportuno fornire una brevissima spiegazione su cosa sia la fiamma gemella e su quali siano le differenze tra essa e l'anima gemella, in modo da rendere questo post comprensibile anche a chi, come me, fino a qualche minuto fa era a conoscenza solo della seconda possibilità. 🤓
🫂 Anima gemella = persona a te molto affine, quando la si incontra si prova la sensazione di conoscersi da sempre, c'è una forte intesa. Ce n'è più di una per ciascuno di noi e non necessariamente è un partner, può essere anche un amico, un parente o addirittura uno sconosciuto. Ciò che è certo è che entra nella tua quotidianità per accompagnarti in un processo che ti darà una lezione di vita e può restarti accanto per sempre o solo per un breve periodo.
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🔥 Fiamma gemella = non è un'anima affine, è proprio una parte della tua anima, come tu lo sei della sua, perché in origine facevate parte di un solo essere, poi diviso in due corpi. Lo scopo dell'incontro non è relazionale, ma un viaggio per scoprire sé stessi, guarire dai traumi del passato, imparare ad amarsi e ad essere indipendenti emotivamente. Infatti, dapprima ci si allontana e poi, dopo aver compiuto quel viaggio, ci si rincontra, per intraprendere insieme una missione mirata all'amore universale. Anche in questo caso non è per forza un partner, però a differenza dell'anima gemella è soltanto una, in quanto è il tuo specchio; inoltre, quando vi incontrate non solo vi sentite a casa, ma vi percepite anche se vi trovate dall'altra parte del mondo, attraverso la telepatia.
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Di questo si tratta, in soldoni, anche se devo dire che nella mia breve ricerca ho incontrato pareri discordanti e in contraddizione tra loro. Mi verrebbe da pensare che nessuno abbia capito davvero fino in fondo che cosa sia questa fiamma gemella. 🤭
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Ad ogni modo, la mia sentenza è questa: è innegabile, considerando la mia esperienza personale e quelle di molti altri, che esistano anime molto affini alle nostre, con le quali nascono connessioni particolari e si instaurano legami speciali e indissolubili. Sia se siano anime gemelle, sia se in quel marasma ci sia pure la fiamma gemella poco importa, perché comunque nessuna di loro ha l'esclusiva: possono nascere relazioni valide, profonde e durature anche con altre tipologie di anime. Fortunatamente l'amore, in tutte le sue forme, va oltre queste distinzioni puramente astratte e fini a sé stesse, in quanto può farci crescere all'interno di qualsiasi legame e situazione, se lo si mette al centro della propria vita. Ogni persona che si incontra lungo il cammino, infatti, può essere un insegnamento, nel bene e nel male, che sia gemella, fiamma, diversa, o non complementare. Sta a noi scegliere che cosa fare di quell'esperienza e come trasformarla in qualcosa di positivo per sé e per gli altri.
Amen. 😇
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