Tumgik
#Roma- Milano 1990
curiositasmundi · 1 year
Text
Un personaggio sempre sullo sfondo di vicende misteriose, che appare e scompare, di quelli che non finiscono sulle prime pagine dei giornali, ma il cui nome affiora più volte negli atti giudiziari degli ultimi trent’anni. A volte perché accostato alla mafia siciliana, più di recente alla ‘ndrangheta. L’uomo di cui parliamo ha quasi ottant’anni, è nato in Libia ma vive a Catania.
Si chiama Francesco Rapisarda e nel corso della vita ha stretto relazioni pericolose che – seppure non abbiano mai portato a imputazioni per associazione mafiosa – hanno contribuito ad alimentare sul suo conto ombre e misteri. Alcuni dei quali intrecciati con la massoneria. Ora che è al centro di inchieste dell’antimafia, il modo migliore per conoscerlo è risalire la linea del tempo.
Per ultimo il suo nome è comparso nell’inchiesta della procura di Catanzaro che, a inizio luglio, ha riacceso i riflettori sul villaggio Sayonara di Nicotera (Vibo Valentia), passato alla storia per avere ospitato, nell’estate ’92, uno dei summit in cui le ‘ndrine decisero di aderire alla strategia stragista inaugurata da Cosa nostra con le uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che, l’anno dopo, avrebbe portato le bombe a Firenze, Roma e Milano.
Per i magistrati, tre decenni dopo quella riunione, il Sayonara era ancora in mano alla ‘ndrangheta. E a dimostrarlo sarebbe proprio la presenza al suo interno di Rapisarda. Sayonara simbolo di un’alleanza duratura tra le organizzazioni mafiose divise dallo Stretto di Messina.
[...]
Per gli inquirenti, Rapisarda sarebbe arrivato al Sayonara forte di alcune referenze mafiose. In particolar modo da parte della famiglia Santapaola-Ercolano, che a Catania rappresenta Cosa nostra.
A sostegno di questa ipotesi, citano i fatti che nel 2016, l’anno prima di prendere la conduzione del lido, avevano portato Rapisarda e il fratello ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Brotherood. Al centro dell’indagine erano finiti i punti di contatto tra esponenti della famiglia Ercolano e alcuni appartenenti a una loggia massonica di cui proprio Francesco Rapisarda era il sovrano.
Grazie a tali convergenze l’uomo, che è anche rappresentante di un’associazione che rimanda all’organo di governo del Rito Scozzese Antico ed Accettato, sarebbe riuscito a turbare un’asta giudiziaria e rientrare in possesso di un complesso industriale. Vicende per le quali Rapisarda è stato condannato a due anni e otto mesi in appello, dopo essere stato assolto in primo grado.
Per spiegare perché la vicinanza agli Ercolano avrebbe rappresentato un buon biglietto da visita agli occhi di Mancuso, i magistrati ricordano invece l’amicizia che lega il boss di Limbadi ad Aldo Ercolano, nipote del capomafia Nitto Santapaola e condannato all’ergastolo per diversi omicidi, tra cui quello del giornalista Giuseppe Fava.
[...]
l capitolo più misterioso della biografia di Francesco Rapisarda risale, però, a tempi più remoti. Si tratta di una vicenda in cui, in prima battuta, venne tirato in ballo insieme al fratello Carmelo, per poi uscire di scena: il duplice delitto della Megara.
È il 30 ottobre 1990 quando, nella zona industriale di Catania, l’auto su cui viaggiavano Alessandro Rovetta e Francesco Vecchio – amministratore e dirigente della più grande acciaieria di Sicilia – viene crivellata di colpi da un commando che, per gli investigatori dell’epoca, agì con «tecniche quasi militari».
Ad oggi non esistono colpevoli e l’indagine per tre volte è finita sul binario morto della richiesta di archiviazione. L’ultima attende il responso del gip, chiamato a valutare l’opposizione dei parenti delle vittime, convinti che non tutto il possibile sia stato fatto.
Sullo sfondo di questa storia c’è posto non solo la criminalità organizzata. Il 5 novembre 1990 una telefonata all’Ansa di Torino annunciò l’esecuzione di Rovetta e Vecchio per conto della Falange Armata, la sigla che ha accompagnato parte dei misteri italiani dagli anni Novanta in poi – dai delitti della Uno Bianca alle stragi – e che sarebbe sorta all’interno della settima divisione del Sismi, il servizio segreto militare. Di fatto, il duplice omicidio della Megara fu la seconda rivendicazione nella storia della Falange.
A mancare finora è stato anche il movente. L’acciaieria da tempo era nella morsa del racket e, con all’orizzonte una ristrutturazione miliardaria, Cosa nostra avrebbe avuto tutto l’interesse a evitare il clamore di un delitto eccellente.
È tra questi punti interrogativi che, a metà anni Novanta, compaiono sulla scena i fratelli Rapisarda: entrambi attivi nell’indotto della Megara, a citarli è il collaboratore di giustizia Giuseppe Ferone. Secondo il quale, Vecchio sarebbe stato ritenuto colpevole della riduzione di commesse a favore di una delle loro ditte e per questo destinatario di un’estorsione da parte degli emissari di un clan locale, a loro volta vicini ai Rapisarda.
[...]
13 notes · View notes
fashionbooksmilano · 5 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Gaetano Pesce Il tempo della diversità
a cura di Domitilla Dardi e Gianni Mercurio
Electa, Milano 2014, 296 pagine, 24x28cm, brossura con alette,ISBN 9788837099879
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Il catalogo della mostra al  MAXXI Roma (26 giugno-5 ottobre 2014) dedicata a Gaetano Pesce, designer, architetto, artista italiano di fama internazionale. In scena idee, progetti, realizzazioni dagli anni Sessanta ad oggi.
Attraverso le sue creazioni artistiche, architettoniche e di design, Pesce ha alimentato il dibattito su temi di grande importanza, tra i quali il sostegno della diversità degli individui, la stimolazione sensoriale per mezzo di esperienze intorno o dentro agli oggetti, il problema del ‘mal fatto’. Ha inoltre promosso esperienze di autoproduzione sia con il marchio Fortebraccio sia con i più recenti Fish design e Open sky. Tra i progetti sperimentali di architettura sviluppati da Pesce si citano: il Loft verticale (1982), un edificio con le pareti in mattoni di poliuretano rigido; la torre residenziale per l’habitat individualizzato a San Paolo del Brasile (1989); l’Organic Building di Osaka, con pareti esterne in materiale plastico (1990); la propria casa di vacanze a Baía in Brasile (con pareti in caucciù) del 2001; il Pink Pavillon a Milano (2008) il Pescetrullo (2008), abitazione realizzata nella campagna pugliese utilizzando casseforme di legno e poliuretano espanso. Ha sviluppato molteplici prodotti per molte aziende importanti e famose come le poltrone e sedute S erie U p (1969), la poltrona Yeti (1968-69), per C&B; insieme di tavoli (Arca) e le sedie Golgotha (1972-73); la poltrona Sit Down (1975), i divani Cannaregio (1987), il tavolo Sansone, il divano Tramonto a New York (1980) e le poltrone i Feltri (1987) per Cassina; le sedia Green street chair (1984) per Vitra; la bottiglia per l’acqua minerale Vittel (1986-87); la caffettiera Vesuvio (1992) per Zani & Zani; le collezione di mobili Nobody’s perfect (dal 2002) per Zerodisegno. Tra le opere in mostra anche una versione gigante della poltrona UP5 e lavori site specific pensati per il MAXXI.
05/05/24
4 notes · View notes
bongianimuseum · 11 days
Text
COMUNICATO STAMPA
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Retrospettiva di Gabi Minedi 1990-2024
“Presenze insolite in attesa di un esistere”
a cura di Sandro  Bongiani
15 settembre - 19 ottobre 2024
Inaugurazione:  Domenica  15 settembre  2024, ore 18.00
Pavilion Lautania Valley / Stranieri Qui e Altrove - Foreigners Here And Elsewhere
In collaborazione con l’Archivio Studio Gabi Minedi, Italy
Tumblr media
La Galleria Sandro Bongiani Arte Contemporanea, dopo le mostre retrospettive di Ray Johnson, Guglielmo Achille Cavellini, Ryosuke Cohen e Reid Wood è lieta di inaugurare  in coincidenza con il tema “Stranieri Ovunque  la mostra retrospettiva dell’artista italiana Gabi Minedi dal titolo: “Presenze insolite in attesa di un esistere”. Un evento a cura di Sandro Bongiani  in contemporanea con la  60.Biennale di Venezia 2024, incentrato  sul tema  dello straniero ovunque. Una sorta di rilettura delle proposte in atto presentate per l’occorrenza in un padiglione  del tutto virtuale, con un’area immaginaria di 3 sale presso il Pavilion Lautania Valley. Quella di Gabi Minedi,  è un’ulteriore proposta ai margini del sistema dell’arte ufficiale, vengono presentate per l’occasione 40 opere eseguite dall’artista tra il 1990 e il 2024.
Artista outsider e radicale della nuova scena underground internazionale, conosciuta per la leggerezza, l’originalità e la sintesi dei suoi personaggi ironici e beffardi che ci costringono a riflettere sulla vita e sul destino infame dell’uomo contemporaneo. La sua rappresentazione nata per essere disagio e rivelazione, vento sottile dell’essere che può tramutarsi in spina, tormento e salvezza. Non  conformata  a nessun movimento  artistico collettivo, irrequieta e nel  contempo solitaria, ci giunge come sortilegio e anche enigma costringendoci a meditare sulla vera natura delle cose. L’artista nel suo viaggio rappresenta insolite presenze dall’apparenza deformata, svuotata e inquieta, in un percorso esistenziale trasgressivo condizionato dagli eventi che riemergono dal fondo della tela con esseri precari carichi di malinconia e di solitudine, definiti in modo essenziale da un colore primario e da una rappresentazione sintetica giocata sul contrasto delle tinte. Nonostante la stesura piatta, l’impronta timbrica delle opere ad acrilico e delle pitture all’uovo, le opere sono spesso integrate anche da inserimenti polimaterici di cartoni, tappi, chiodi, vecchie latte, ritagli metallici, tele, sacchi, sabbia, sugheri, ritagli di stoffee persino da brani di grafismo metropolitano, di graffi e frasi scritte a denunciare le contraddizioni e la  condizione emblematica dell’uomo in questo travagliato momento storico. Solo la memoria resiste alla vita. “Nella sua pittura - scrive Sandro Bongiani - i suoi personaggi ibridi urlano da tempo a bocca aperta contro la tirannia dell’uomo  con insoliti innesti e protesi, esseri che al posto delle gambe possiedono ruote a forma di orologio, valigie, televisori al posto della testa, girandole come meteoriti che cadono dal cielo assieme ai nostri stupidi e inutili sogni, astronavi in attesa di spiccare il volo rinate dalla fantasia ma anche dalla memoria. Un viaggio sottile e solitario in cui recuperare l’essenzialità delle cose in senso poetico”. Tutto ciò rende la sua ricerca originale e unica nel panorama contemporaneo.
Si ringrazia l’Archivio Studio Gabi Minedi per la fattiva collaborazione alla realizzazione in Italia di questo importante evento.
Biographical Notes of Gabi Minedi
Tumblr media
Gabi Minedi nasce a Caracas in Venezuela. Vive e lavora tra Roma e il Mondo. Artista radicale ed indie della nuova scena Underground internazionale. Dipinge sin da bambina. Dal 1970 è presente in Collezioni, Gallerie e Musei Internazionali di Argentina, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Malta, Spagna, Stati Uniti d'America, Svizzera, Venezuela. Da diverso tempo ha lavorato con importanti Gallerie Italiane come la Galleria 32 e il Naviglio di Milano e inoltre, con una delle più grandi Gallerie Spagnole come la Galeria Mediterranea di Palma De Mallorca. Presente alle più importanti manifestazioni internazionali come Art Basel di Basilea e Miami, Biennale di Londra, Arco di Madrid e Documenta Kassel, Biennale di Venezia. Dal 1970, oltre ottanta mostre personali costituiscono l'esteso curriculum di Gabi Minedi, che ha esposto la propria opera in luoghi sparsi per i cinque continenti in spazi pubblici e privati, in Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Usa, Gran Bretagna, Malta, Irlanda, Brasile, Germania, Belgio, Porto Rico e Canada. Le sue opere sono presenti nelle piú grandi collezioni e Musei Internazionali. Hanno scritto per Gabi Minedi critici importanti come Enrico Crispolti, Franco Solmi, Ivan Graziani, Nonni, Miceli, Simongini, Falsetti, Joan Lluís Montané, Philippe Daverio, Carlo Bo, Del Vecchio, Floriano De Santi, Manuel Espluga, Leo Strozzieri, Maria Cristina Ricciardi, Sandro Bongiani, Emiliano Canali, Patrizio Maria, Maria Luisa Moretti, Nerio Rosa e tantissimi altri ancora...
Pavilion Lautania Valley 
“Stranieri qui e altrove - Active Marginal Generation Everywhere”
Mostra n°5 / Retrospettiva di Gabi Minedi
Spazio Ophen Virtual Art Gallery
Presenze insolite in attesa di un esistere”
Presentazione di 40 opere eseguite tra il 1990 e il 2024 
con un testo critico di Sandro Bongiani
15 settembre – 19 ottobre 2024
Salerno, opening  15 settembre 2024  ore 18:00  
ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
Via S. Calenda, 105  84126  Salerno
In collaborazione con l’Archivio  Studio Gabi Minedi, (Italy)
E-MAIL INFO: [email protected] PER INFORMAZIONI: +39  3937380225
0 notes
tastatast · 3 months
Text
Tumblr media
Materia
LA LOCALITZACIÓ.
Obert el setembre de 2016, el Materia està situat a Cernobbio (Llombardia), el poble del meravellós Hotel Villa d’Este i de la històrica residència Villa Erba, d'estil neorenaixentista i convertida en centre de congressos. Ens trobem a uns 40 km al nord de Milano, ben bé a la frontera amb Suïssa. De fet, Cernobbio és l’últim poble d’Itàlia, Suïssa està a tan sols 5 minuts. També, estem al costat del Radici d'en Mirko Gatti.
Cernobbio és un poble a 200 metres d’alçada, arran del Lago di Como i que, per molt que només tingui 6.000 habitants, hem de tenir en compte l’important poder econòmic que hi ha al seu voltant, per exemple, amb una gran quantitat de places hoteleres de més de 2.000 € la nit.
Tumblr media
Arribem al Materia a finals de juny del 2024, pràcticament 8 anys després d’haver obert i 15 dies abans que tanquin per a traslladar-se en una nova ubicació a tan sols 300 metres de l’actual restaurant que obriran el proper 1 d’agost i mantenint el local actual per a oferir una proposta més informal.
LES PERSONES.
En Davide Caranchini va néixer per Ferragosto, el 15 d’agost de 1990, a Montana Lucino, un poble d’uns 4.000 habitants de la província de Como, a la Llombardia. És un cuiner de la generació d’en Michele Lazzarini (1991), d’en Pau Navarro (1991), d’en Marc Comella (1992) o d’en Jacopo Ticchi (1994), evidentment, entre d'altres. Del 2004 al 2009,va estudiar cuina a Como i, després, va treballar a restaurants com: Le Gavroche** de Mayfair a Londres l’any 2011-2012 amb en Michel Roux junior (fill de l’Albert i nebot d’en Michel); Apsleys a l’hotel The Lanesboroughde Knightsbride (Londres), assessorat per en Heinz Beck de La Pergola*** de Roma; fent un stage de 6 mesos al Noma*** de Copenhagen el 2013 i treballant 1 any a l’Enoteca Pinchiorri***, tant amb en Riccardo Monco com amb l’Italo Bassi el 2013-2014, quan l’Annie Féolde ja estava mig jubilada.
Tumblr media
El 2018, poc després d’un any d’haver obert el Materia, va guanyar 1 estrella Michelin. Tot seguit, The World’s 50 Best el va considerar un dels 50 Best Discovery el 2019, el primer any que va sortir aquesta categoria. I, des d’aquest mateix any, apareix al rànquing Europe Top Restaurants de l’OAD entre la posició 53 i 140 com a “cuina italiana progressiva” amb un vaivé de posicions que no fa més que deixar en evidència la falta de rigor de les puntuacions d’aquest tipus de guia.
L’equip de sala el forma juntament amb la seva dona Ambra Sberna, nascuda l’any 1990 a Bizzarone, a la mateixa província de Como, qui va estudiar sala a l’escola d’hosteleria de Como (no a la mateixa que en Davide) i qui dirigeix el menjador del restaurant, a la vegada que fa de cambrera. També compta amb en Luca Sberna (1989, Bizzarone), sommelier i cosí de l’Ambra, i amb el cambrer Daniel Crimella. Tots tres, ofereixen un servei molt professional, rigorós, proper, especialment amable i coneixedor de tots els elements de la cuina i del restaurant.
A la cuina, són 7 cuiners, 2 dels quals són alumnes en pràctiques, per a un total de 30 comensals, relació que mantindrà al nou local, al menys al començament.
L’OFERTA CULINÀRIA.
Ofereixen l’opció de menjar a la carta, amb 16 plats d’entre 29 i 40€ i postres de 16€.
També, 3 menús: el Green Power (el seu menú vegetarià de 5 plats a 100€), el Revolution Revival (5 plats a 100€ i 7 plats a 120€) i el The Last Dance (13 plats a 160€).
VAM MENJAR.
El menú “The last dance” (160€) i vaig canviar les postres de “Pistacchio, mela verde e rafano” perquè tenia curiositat pel seu “Midollo e zafferano”. Normalment, quan vull menjar un plat en concret, demano afegir-lo al menú. Però com que no sóc gaire partidària d’acabar amb sucre i les postres acostumen a ser molt dolces, en aquest cas vaig preferir canviar el plat enlloc d’afegir unes postres més al menú.
Un menú que ells anuncien com a 13 Plats + 1 Introducció + 1 Final però que jo comptabilitzo amb 22 passes: 2 aperitius, el pa, 11 plats de la part salada, 1 pre-postres, 3 postres i 4 petits fours.
Un menú dividit en actes, cada acte amb el nom d’un dels seus menús més significatius dels últims 7 anys però actualitzat segons la seva idea de cuina actual. 
A títol personal, em sap greu que s’abusi dels anglicismes i preferiria que titulessin el menú com “L’ultima volta” o “L’ultimo ballo”. S’entendria igualment que es tracta de l’últim menú que van servir a l’antic local.
L’ÀPAT.
2 APERITIUS.
“Intro”.
Brodo caldo di pompelo con sesamo nero e con gelatina di dragoncello.
Un suc calent d’aranja amb una salsa de sèsam negra i uns dauets de gelatina d’estragó.
Tumblr media
Servit calent, com si fos un brou. Predominava l’olor de sèsam negre. Acidesa, amargor cítrica, gust de sèsam negre i textura gelatinosa pels dauets d’estragó.
Tot i ser un líquid calent, tal com m’agrada començar els àpats, trobo que no és un començament gaire amable, sobretot pel perfil gustatiu i pel fet de servir un suc de cítrics calent. Però no ho penalitzo, tot el contrari, em va agradar molt en el sentit que és tota una declaració d’intensions, un inici amb caràcter que ja fa pensar que l’àpat anirà bé. També em va semblar interessant la idea d’afegir una salsa en un brou.
2. Tartaleta con crema di cipolla stufata, maionesa di vino rosso, purea di cipolla brusciata e polvere di caperi.
Una tartaleta verda de ceba i pols de tàperes.
Tumblr media
La pols de tàperes no es notava, no tenia gust de tàperes, 
Tot i que la tartaleta estava farcida d’una crema de color blanc feta a base de ceba estofada a foc lent durant moltes hores, la crema tenia gust de ceba envinagrada. La massa era com de neula i tenia un gust un punt excessiu d’oli refinat.
EL PA AMB MANTEGA.
Pagnotta con farina di farro e lievito madre. Burro. Grissini.
Un pa rodó fet amb farina d’espelta bessona (Triticum dicoccum) i llevat de massa mare. Era una mica àcid, molt bo, calent, sortia fum quan el vam obrir.
Tumblr media
La mantega era local, de la Val d’Intelvi (Como), i estava muntada i, posteriorment, salada. Tenia una textura escumosa, era lleugera i semblava el gust de la del Sant Pau que em feia amb torradetes i tenia poc gust de vaca.
Els grissini no eren gaire especials, van ser millors els del D’O.
Tots els pans estan fet per ells.
11 PLATS DE LA PART CENTRAL DE L’ÀPAT.
“Caleidoscopio” - Primavera 2023.
3. Carote e semi di zucca.
Uns tirabuixons de pastanaga deshidratada i posteriorment rehidratada en un suc de pastanaga fermentada, entenc que aquest tractament es fa amb tirabuixons de pastanaga crua, sense prèvia cocció. Els tirabuixons anaven servits amb una vinagreta de pastanaga, miso i pipes de carbassa, mostassa de mel i extracte de llavors de pastanaga.
Tumblr media
Visualment, els tirabuixons de pastanaga semblaven algun tipus de pasta com farfalle o espirals.
L’olor global era de marialluïsa i de pastanaga crua i fresca, això que només hi havia uns trossets de la fulla i que no hi havia pastanaga crua i servida sense cap tractament.
En boca, la textura de la pastanaga era lleugerament crocant i una mica fibrosa, però no era el típic vegetal deshidratat remollit, sinó que la rehidratació amb el suc fermentat havia tingut el seu sentit aportant-li l’aigua pròpia de les verdures i complexitat gustativa i no pas servint els tirabuixons simplement crus.
Gustativament, es tornava a notar el gust de marialluïsa, era tan perfumat que semblava colònia i tot, i això que no era artificial. El gust de pastanaga de tot el plat era molt net i, gràcies a la fermentació del suc de pastanaga, lluïa una acidesa natural sense necessitar àcids externs com el cítric o l’acètic.
A sota els tirabuixons hi havia un puré de color verd fet a base de pipes de carbassa, api i poma verda, saladet i molt bo. 
També tenia un punt càlid de picantet agradable que no semblava de cap espècie, sinó d’alguna derivació fermentativa.
També hi havia alguna altra fulla d’alguna herba molt gustosa i aromàtica que perfumaven el paladar. Un contrast entre la frescor típica d’un jardí i les aromes fermentatives molt ben domades.
Un plat amb pastanaga en diferents estats i textures, trobant la seva versió més àcida, més dolça, més crocant, més cruixent i més cremosa.
Uns 3 primers plats amb una notable acidesa i un vaivé de gustos considerables.
4. Zuppa di calendula e polline.
Estèticament preciós, semblava un gira-sol. Un plat a base de calèndula, pol·len i pinyons que, tot i que l’anomenin “sopa”, tenia més densitat de la que entenc que tenen les sopes habitualment.
Tumblr media
Al centre, llavors de tomburi, conegudes com el “caviar del camp” per la seva semblança amb les freses d’esturió. Són les llavors de la planta Houkigi (Kochia scoparia), molt comunes a la prefectura d’Akita, al nord del Japó. De color negre verdós i d’1 o 2 mm de diàmetre, eren cruixents i amb un gust entre la carxofa i el bròcoli. De fet, visualment també podrien semblar les “boletes” verdes del bròcoli.
A sota, una pasta de pipes de gira-sol.
Pel voltant, una salsa preparada amb calèndula, pol·len i pinyons i, també pel voltant, pètals de calèndula i oli de pol·len.
Em va agradar que només posés pètals de calèndula a la meitat del cercle deixant destapada la salsa que hi havia a sota.
L’olor general era àcida, encara que l’acidesa sigui un gust imperceptible en nas, però va ser així.
La textura del tomburi semblava de llavors hidratades (com lli o xia hidratada) i cruixien com les petites freses de peix volador.
La part interior de la “mandonguilla” “arrebossada” amb tomburi era densa com un hummus de fruits secs, era la pasta de pipes de gira-sol.
Diverses textures, sempre jugant amb la cremositat (per la salsa), la greixositat dels greixos vegetals (fruits secs, pol·len, flors…), la farinositat fina (per la pasta de pipes), l’oliositat neta i agradable (no d’excés d’oli d’oliva, sinó una oliositat de pol·len i de flor, d’oli essencial) i el cruixent (per les llavors de tomburi).
Complexitat, tan per les múltiples i laborioses elaboracions, com pels gustos variats i també per les diferents densitats.  
Calèndula i pol·len, una harmonia visual d’un color taronja ple de vida i alegria.
Molt bo.
5. Uova di coregone, lievito, limone e aglio orsino.
Freses de coregone (Coregonus lavaretus), un peix de llac de la família dels salmònids molt apreciat a latituds nòrdiques i escandinaves, en aquest cas, del Lago di Garda, servides amb uns dauets de llimona confitada per sobre i, a la base, una salsa de llevat i un oli d’all bord (Allium ursinum).
Tumblr media
Estèticament, preciós, combinant el groc-ataronjat transparent de les freses amb el groc transparent de la llimona confitada i el groc-amarronat de la salsa de llevat amb el verd intens de l’oli d’all bord.
Feia una olor àcida (una vegada més), cítrica i de llevat.
La salsa de llevat era saladeta i gustosa, molt bona. El gust de llimona era molt subtil, agradable, no emmascarava.
Les freses tenien un gust lleuger i subtil i eren crocants però no massa, una mica toves i tot, del calibre de les de peix volador. No eren fresques, sinó tractades com el caviar en sal (més aviat malossol, amb poca sal), en conserva i sense fumar.
Tot i que gustativament no fos dels plats estridents d’en Davide, la combinació freses de peix amb llevat és d’allò més extravagant: salabror marina i salabror fermentativa?
Havia menjat un tàrtar del filet d'aquest peix al St. Hubertus d'en Niederkofler el setembre de 2021.
“Green Power” - Menú vegetal que fan des que van obrir el 2016.
6. Risotto alle olive verdi, succo di semi di coriandolo e pomodoro.
Un risotto servit fred (deliberadament), amb una salsa d’olives verdes, extracte de llavors de coriandre i encenalls de tomàquet concentrat i deshidratat.
Tumblr media
Un risotto d’arròs Carnaroli Gran Riserva de l’Azienda Agricola Riso Buono de Casalbeltrame (Novara, Piemont), un arròs envellit que augmenta significativament el seu volum original, creant menys dispersió de midó i minerals durant la cocció i servit bastant al dente. Un arròs amb el gust de les olives verdes i el tomàquet amb el que està fet, que recordava el gust d’aquestes galetes salades de tomàquet i parmesà d’en Balaguer, del Bubó i de tantes pastisseries, però sense la part pesada, feixuga i greixosa d’aquestes galetes i quedant-se únicament amb l’aromàtica i la textura.
Conceptualment, tot el contrari del que és un risotto, un plat calent i calòric, era un plat fresc i lleuger. A més, sense cap mena de làctic ni greix animal, aconsegueix reproduir la consistència d’un risotto “mantecant” l’arròs amb un extracte del greix de les olives que congela. Diria que va ser el meu primer risotto fred.
Deliciós i amable, una recepta ben mediterrània i estiuenca. Simplement, ho serviria amb cullera enlloc de forquilla o amb tots dos coberts.
7. Verdure di stagione (zucchini e fagiolini) al curry verde.
Petits daus de carbassó i petits trossets de mongeta tendra rodona servits amb una crema de pèsols fermentats, una salsa de curri verd i oli de menta. Per sobre, brots i fulles de la pesolera.
Tumblr media
Olor vegetal dels pèsols i dels brots de pèsol. Hi havia dauets de carbassó i de mongeta tendra però no hi havia pèsols sencers, aquests només eren a la crema/puré de pèsols fermentats que hi havia al fons, al centre, a la foto no es veu, era de color verd fosc. La salsa verda que es veu a la foto era la de curri verd.
Servit calent, era un punt picantet (molt amable) pel curri verd i suposo que també per la fermentació dels pèsols.
Boníssim!
8. Biete e salvia.
Tiges de bledes fermentades, glassejades amb una glassa reduïda de bleda.
Tumblr media
A la base, una emulsió de bleda, oli de sàlvia i pols de bitxo.
Olor de sàlvia. Quina bona textura la tija de les bledes! Frescor i molt bona qualitat dels productes vegetals. Acideses i picants d’espècies i de fermentats.
“Untitled” - Hivern 2023.
9. Tagliatelle in bianco “sporco”.
Tallarines (pasta llarga i plana) amb una salsa de parmesà feta a base de dues salses de Parmigiano Reggiano de 24 mesos: una a base del parmesà fresc i l’altra a base de fermentar la característica porció triangular de parmesà durant 30 dies a 60ºC i un 20% d’humitat en una cambra de fermentació. Per sobre, pols de llimona fermentada i una reducció d’un extracte de llimona.
Tumblr media
Olor cítrica i fermentativa. La cocció de la pasta estava bé, m’agradaria un punt menys de cocció i tot. Salinitat làctica del parmesà i salinitat de la fermentació del formatge. Tot i així, no era excessivament salat ni feia venir set.
Molt bo, menys agosarat que altres plats. Simplement, una vegada és ho serviria amb cullera enlloc de forquilla o amb tots dos coberts, més que res per la salsa.
“Revolution Revival” - El menú sorpresa de 5-7 plats que oferien el 2020-2021.
10. Cetriolo alla scapece.
Basant-se en el plat napolità dels zucchini alla scapece, canvia el carbassó pel cogombre.
Tumblr media
Un cogombre cuit al vapor, assecat i cuit a la brasa. Servit amb una reducció de cogombre, oli de menta i una fulleta de menta.
El millor cogombre de la meva vida! Em va fer pensar en el Mugaritz, tan conceptualment com de gust.
Semblava un carbassó, no tenia cap gust de cogombre. Realment, un vegetal que esdevé carn, tan per textura com pel gust de la fermentació. La brasa era molt neta, no es notava pas aquest sistema de cocció. Acidesa d’escabetx. 
Servit amb un ganivet de carn Laguiole de Jean Dubost, un ganivet que, tot i ser del prestigiós poble, era industrial i d’escassa qualitat.
Possiblement, el que considero el millor plat del menú i un plat que trobo que justifica el desplaçament fins al restaurant.
11. Mandorla, radicchio sott’aceto, caviale e midollo affumicato.
Caviar Baïkal d’esturió siberià (Acipenser baerii) del llac Baikal (Sibèria oriental, Rússia) i processat a França. A dins, una crema d’ametlla, una compota d’olives negres, aranja, ametlles laminades i torrades, fulles de rave marinades i una vinagreta de moll de l’os fumat. Embolcallant les elaboracions, radicchio (la varietat de xicoira de fulla vermella i nervis blancs) en vinagre balsàmic de Mòdena.
Tumblr media
L’olor predominant era de moll de l’os de vedella; en canvi, en boca no es notava tan, només hi havia l’oli/vinagreta a la base.
Gustativament, el puré blanc d’ametlla (que no es veu a la foto) tenia el gust amarg que associem al cianur i, juntament amb l’amargor del radicchio van fer que la salabror del caviar quedés mitigada. 
Un plat amb textures tan diverses com la cremositat del puré d’ametlla, el crocant del caviar, el cruixent sec de l’ametlla laminada, l’oliositat del moll de l’os i la gomositat de la fulla de col, que costava tallar però en boca no era xicletosa.
Un dels plats agosarats que juga a la fina frontera del m’agrada o em desagrada, sobretot per l’amarg de l’ametlla.
12. Millefoglie di pecora e alghe.
Una crema de carn de xai (de diferents parts) cuita més de 12 hores amb un brou de xai (pràcticament estofada) de la que n’obtenen un extracte que redueixen i que és la crema que trobem al plat embetumant les capes d’herbes i fulles (algunes fresques i unes altres fetes a la brasa) i algues que formen el milfulls. També hi havia 4 crostonets de pa.
Tumblr media
Olor predominant d’alga nori.
La crema de carn d’ovella tenia una textura densa i pastosa com de puré de cigrons i molt bon gust de xai i tenia una concentració salada.
Un plat que em va fer pensar amb el plat “Verza e civet” d’en Baronetto pel fet de servir una carn desnaturalitzada, alterada profundament fent-li perdre les qualitats característiques i transformant-la en salsa; servint un plat de carn únicament amb l’acompanyament, que sovint és millor que la carn.
13. Aletta di pollo “à la crème” e spugnole.
A partir d’un plat de tradició francesa com és el pollastre amb bolets i crema de llet, en Davide n’elimina el greix animal (sobretot la crema de llet). Fa l’aleta de pollastre al vapor i la glasseja amb una crema d’anacards i una múrgola a la brasa.
Tumblr media
Una aleta de pollastre amb pell i desossada.
L’únic greix que presenta el seu plat és el que pugui tenir la pell i el greix vegetal dels anacards.
Feia olor de múrgola a la brasa i de la glassata de crema d’anacards.
L’aleta de pollastre quedava totalment embolcallada per la pell, fent pràcticament com un farcellet i, tot i estar cuita al vapor, no va quedar gens eixuta ni fibrosa, era melosa i tendra.
La múrgola a la brasa estava molt ben cuita, era gustosa (conservava el gust de múrgola i marcava una mica la salabror i el gust de la brasa, com de carn a la brasa) i, tot i estar fet a a la brasa i sense crema de llet, era sucosa, m’imagino que gràcies a acabar-la barrejant amb la crema d’anacards abans de servir-la. De fet, rebentava a la boca desprenent una mica d’aquesta crema, boníssima.
Una combinació de cuina clàssica portada als gustos actuals.
“Andare lontano per comprendere il vicino” = Viatjar per entendre el local - 2019.
1 PRE-POSTRES.
14. Asparago, uova e anice.
Espàrrec verd tallat a trossets, rovell d’ou de gallina curat amb sal i sucre (no hi havia la clara), anís i acetosella (pa de cucut, Oxalis acetosella).
Tumblr media
Frescor vegetal, verdor, cremositat pastosa del rovell semblant a la de l’alvocat. Unes pre-postres no dolces i refrescants, però amb cremositat, evitant els gelats i el gel picat, evitant les fredors extremes que tan desagradables em resulten. L’únic element que podia fer pensar en postres era l’anís, molt ben integrat.
Em va fer pensar en les postres “Huevo / Coco” dels Bagá, segurament pel fet d’utilitzar ou a les postres, evidentment d’una manera poc convencional, ja que els ous són ben presents al món dolç.
Boníssim, i més com a pre-postres. Em va encantar.
3 POSTRES.
15. Prova de llesca de pa de xocolata.
Un plat que ens van afegir, una prova que estava fent en Davide.
Tumblr media
Pa, xocolata, oli i sal. Una llesca de pa torrada i enxocolatada, un sorbet i una crema de xocolata, un gelat d’oli, unes gotes d’oli d’oliva i sal.
Tot i que a Itàlia no són unes postres ni una combinació coneguda, per a nosaltres són gustos amb els que hi estem molt familiaritzats i hi trobem poc risc, més si ho comparem amb la cuina salada d’en Caranchini. No acabo d’entendre com pot servir unes postres tan comunes amb elaboracions tan habituals a tants i tants restaurants, amb la creativitat que demostra tenir. En qualsevol cas, molt ben executat, cruixent, cremós i sucós. Molt bo i plaenter.
16. Midollo e zafferano.
Unes postres que vaig demanar especialment, canviant-les pel “Pistacchio, mela verde e rafano” del menú.
Tumblr media
A la base, una escuma de safrà; a l’interior d’aquesta escuma, un gelat de moll de l’os; a sobre, una fina oblia (hòstia) de moll de l’os torrat; a sobre, un disc gelat de moll de l’os. A dalt de tot, encenalls de gel de moll de l’os ratllats i pell de llimona ratllada.
Unes postres inspirades en el tradicional risotto milanès a base de safrà i moll de l’os. 
Servit a molt bona temperatura, fred però no desagradable, permetent desprendre aromes i gustos i desfent-se a un bon ritme. L’escuma era de sifó. En general, es notava més el safrà que el moll de l’os, trobo que seria més agosarat que es notés més la vaca que el safrà. En qualsevol cas, va ser molt bo i va fugir una mica dels sabors habituals i avorrits de les postres.
17. Desert 2030 o Primavera-Estate 2030.
Unes altres postres que ens van afegir i que no estaven al menú The Last Dance.
Tumblr media
L’únic moment de relat del menú, i va ser molt breu. Presenten el plat explicant que les perspectives climàtiques no són les millors i que, per aquest motiu, han volgut representar visiblement la idea d’una terra àrida on quedi palesa la sequera i l’estrès hídric que pateixen els camps. Per mantenir aquest missatge sobre la sostenibilitat, utilitzen parts d’ingredients que descarten per a les elaboracions del menú. 
Un missatge sobre sostenibilitat que no em molesta, però que tampoc necessitaria. Per a mi, fa molt més per a la sostenibilitat, per exemple, utilitzar bons productes ben cultivats (ja siguin del regne animal o vegetal) i donar-los a conèixer al llarg del menú tot aportant valor i cultura al teixit sòcio-econòmic i, a la vegada, donant a conèixer regions poc conegudes i despoblades. Tot i així, disculpo aquest incís amb relat, si aquest tipus de detalls (juntament amb altres pràctiques) es fan per a guanyar l’estrella verda i la maleïda visibilitat i reconeixement internacionals. Pràcticament, em sembla una utopia intentar pretendre no estar-hi involucrat quan es té un negoci de restauració.
A la base, una crema de llimona, un caramel de miso, pa sec (pane raffermo) que sobre del servei i que tornen a fermentar amb miso i llevat de massa mare, crumble d’ametlla i un gelat d’algues. Per sobre, tot ben cobert per una pols de xocolata i, com missatge de vida i d’esperança, una flor blanca que es diu fiore di alisso.
Tot un poema visual força ben aconseguit estèticament i que em va fer pensar en les postres “Cretto” d’en Baronetto inspirades en l’obra “Cretto” del pintor Alberto Burri, una obra d’art ambiental d’uns 80.000 m2 de ciment en els que hi va haver les runes del terratrèmol de Belice (Sicília) el 1968.
Pel que fa al menjar, l’olor general era semblant a la del Nesquik (no al Cola-Cao), per la pols de xocolata. I, gustativament, semblava un lemon pie amb xocolata en pols per sobre. Tal com va passar amb la llesca de pa amb oli, sal i xocolata, unes postres ben executades però de gustos amables, coneguts i amb poc risc. En tot cas, faria sobresortir més el gust del miso o hi afegiria algun ingredient per mantenir el perfil gustatiu propi de la cuina d’en Davide.
4 PETITS FOURS.
“Outro”.
“Outro” és un joc de paraules entre la “intro“ de l’inici i la paraula anglesa “out”, que vindria a voler dir “de sortida”, com si es tractés d’un check-out per a presentar els petits fours.
Tumblr media
PICCOLA PASTICCERIA a menjar en l’ordre que desitgi el comensal.
18. Xocolata blanca, ametlla i llimona (la bola blanca): cuirassa se xocolata blanca farcida duna mena de crema pastissera amb algun gust insípid.
19. Praliné d’avellanes (el quadrat): tenia gust de xocolata amb avellanes com un Ferrero Rocher, però de textura més cruixent, més fràgil i lleuger.
20. Poma verda marinada al buit amb aranja, alfàbrega i gingebre: tenia gust d’aigua de roses i una textura molt menys fibrosa que moltes fruites osmotitzades. 
21. Trufa de xocolata blanca i pebre negre: gust de xocolata negra amb llet, no vaig pas notar la xocolata blanca.
Una vegada més, gustos amables, coneguts, sense risc i que no tenen res a veure amb la cuina d’en Davide. 
L’OFERTA LÍQUIDA.
Pels menús, ofereixen 2 maridatges de 4 i 5 copes pel Green Power i el Revolution Revival a 55€ i 65€, respectivament; i pel The Last Dance, 2 maridatges més a base de 6 i 9 copes a 75€ i 110€.
VAM BEURE.
Una ampolla de Ribolla Gialla 2011 de Gravner, Venezia Giulia IGT. Visualment, ja es veia que era un pèl més fosc que anyades com la 2009, 2012, 2014 o 2016. Aromàticament, mostrava un perfil de cera d’abella i mel que feia pensar en un toc de botrytis, cosa curiosa ja que justament la 2011 va ser una anyada especialment seca i sana, permetent acabar la verema el 23 de novembre. En nas, també es percebia un punt d’oxidació dins l’espectre aromàtic dels vins de maceració pel·licular. De totes maneres, el conjunt era intens i plaenter. En boca, com sempre, va ser un bon acompanyant per a aquests menús tan variats en gustos. Vinositat, estructura (més per l’acidesa que pel pes de fruita) i sense una percepció alcohòlica que dominés per sobre dels altres elements. Dins de l’estil Gravner, segurament, una versió més evolucionada del compte, tot i que desconec si era l’anyada o l’ampolla que puntualment estès excessivament evolucionada. Tot i així, també s’ha de dir que tenia 13 anys. 
Tumblr media
LA CUINA - L’ESPAI.
Tot i que ensenyar la cuina no formi part del guió del Materia, cada vegada m’agrada més veure amb quin equipament i condicions cuinen el que mengem a taula. Per això, al final de l’àpat, vaig demanar si ens la podrien ensenyar i, molt amablement, així ho van fer. Em sap greu quan als cuiners sembla que els avergonyeixi ensenyar la cuina quan la consideren petita i poc equipada. Precisament, trobo que és quan n’hi ha per presumir-ne i estar orgullós del que aconsegueixen amb poc recursos, moltes vegades amb una espardenya i un esclop.
Tumblr media
La cuina del Materia no és pas especialment petita, però no és pas una cuina cara i espectacular. Es veu una cuina viscuda i, això sí, és molt calorosa, és clar que era un dia de finals de juny.
Cuinen amb gas, tot i que la del nou local tindrà inducció i deixarà el gas únicament per a coure la pasta (en Davide explica que el gas és indispensable per a la bona cocció d’aquesta).
També tenen una petita brasa japonesa amb carbó vegetal binchotan (normalment, amb fusta d’eucaliptus o de litxi), un tipus de carbó japonès que, pel que tinc entès, té un percentatge molt alt de carboni (95,9% de carboni, gairebé és carbó pur), cosa que fa que produeixi molta calor i sigui molt eficient. A més, en principi, és un carbó que no genera fum i aconsegueix un fumat molt subtil.
Sobre la taula de la cuina també s’hi veia una Paco Jet i, més amagades, una Ocoo i una Rooner que diu no utilitzar gaire. No s’hi veien potets de texturitzants ni cap mena de substància d’aquest tipus. Explica que fermenta en una caixa, però no la vam arribar a veure.
La cuina del nou local, que molt amablement ens va ensenyar en obres, és més espaiosa, molt ben separada per partides i, segurament, amb tots els departaments més ben organitzats per a facilitar la feina i fer agradable les hores de treball.
LA CUINA - L’ESTIL.
ELS INGREDIENTS.
Sense fer bandera de tenir hivernacle propi (havia tingut La Serra, sobretot per les herbes aromàtiques, però crec que l’estan abandonant), utilitza ingredients locals, tan de l’entorn més proper com de tota Itàlia, com la mantega de la Val d’Intelvi (Como); les verdures, herbes, fruites i cítrics de pagesos de la zona. Precisament, vam visitar el mercat de Como abans d’anar a dinar i, sense saber-ho, vam conèixer un dels pagesos a qui li compren els pèsols i els enciams. També utilitza peix dels llacs més propers, sobretot del de Como i del de Garda, com les freses de coregone del Lago di Garda. Pel que fa a la carn, vam menjar l’ovella dels Abruzzo.
Per altra banda, també utilitza ingredients de fora d’Itàlia com el caviar Baïkal d’esturió siberià (Acipenser baerii) del llac Baikal (Sibèria oriental, Rússia) i processat a França i com m’imagino que deu ser de fora el cacau i, possiblement, el miso.
Utilitza entre 3 i 6 o 7 ingredients i elaboracions per plat, moltes de bastant laborioses.
El preu dels productes és més aviat baix (enciams, verdures, fruites, fruits secs, moll de l’os, pasta, arròs…), els més cars devien ser la múrgola, les freses de coregone, el caviar i el safrà.
Un menú amb molta presència de vegetals, en el que també hi havia una pasta, un arròs i una carn i mitja (l’aleta de pollastre i la salsa de xai). No va oferir cap peix, només freses.
Pel que fa a les tècniques culinàries, n’utilitza de més aviat tradicionals: maceracions, fermentacions, brasa, vapor, reduccions, estofats, al buit, osmosi…
L’ESTÈTICA.
L’emplatat en sí està molt cuidat, tan per la disposició de les elaboracions com per una vaixella de qualitat, variada i de cases internacionals ben conegudes.
El que podria millorar és en aspectes com el local, el mobiliari, la cristalleria… cosa que ja deurà aconseguir amb el trasllat al nou local.
La mida de les racions és molt correcta, amb la justa mesura per poder tastar una àmplia varietat de plats i gaudir de cada ració amb vàries cullerades.
EL RELAT.
Al Materia no hi ha gens de relat, exceptuant el breu incís a les postres Desert 2030. Anuncien els plats explicant els ingredients i l’elaboració de manera clara, directa i concentrada per no allargar-se però explicar el més important perquè el comensal sàpiga què menja i com ha estat fet. A partir d’aquí, totes les preguntes que vaig fer, les van saber respondre tots els membres de l’equip demostrant un coneixement profund dels plats del menú.
EL PERFIL GUSTATIU.
Una cuina en la que hi predomina l’acidesa, tan cítrica com de fermentacions; l’amargor, tan cítrica, com de vegetals; i el picant, un picant de calidesa calenta (no coent ni de picant mentolat/balsàmic com el wasabi), un picant provinent de les espècies (curri verd, bitxo, rave picant) i de derivacions fermentatives.
En menys mesura, també hi ha salabror, en tot cas per la brasa o ingredients com les olives verdes i negres i les tàperes, però no per un excés de sal.
Però és una cuina on la dolçor (que únicament apareix en diminutes quantitats de pol·len o de mel) o els gustos rancis i agres no hi són gens presents.
Una cuina amb una molt bona qualitat i frescor dels productes vegetals (marialluïsa, sàlvia, menta, estragó, flors com la calèndula, brots de pèsols, poma verda, cítrics com l’aranja i la llimona, enciams i verdures com l’all bord, mongetes verdes, carbassó, pèsols, bledes, cogombre, api…). 
Estem acostumats a associar la cuina fresca a gustos més aviat subtils, a l’equilibri i el balanç. En canvi, en Caranchini ofereix una cuina fresca però a la vegada de gustos contundents i amb algunes estridències i combinacions poc habituals.
Tot i així, tan ofereix plats amb combinacions poc comunes i amb gustos extrems com plats amables i de sabors coneguts (com el risotto d’olives i tomàquet o el carbassó i mongetes amb la crema de pèsols). El punt en comú és que tots els plats tenen un punt de trempera gustativa creativa.
Una cuina lleugera (gens pesada), sense excessos de greix ni de sal, sense pràcticament làctics ni gluten, de molt bona digestió i, a la vegada, plena de sabor i intensitat. 
Com he dit, és una cuina en la que hi predomina l’acidesa, una acidesa que combina amb el greix, però un greix vegetal (fruits secs, llegums, llavors, olis essencials, oli d’oliva), cosa poc habitual, ja que estem molt més acostumats (històricament i en cuines de geografies ben diverses) a combinar l’acidesa amb greix animal.
Pel que fa a les postres, excepte amb l’“Asparago, uova e anice” i el “Midollo e zafferano”, tan la “llesca de pa amb oli, sal i xocolata” com el “Dessert 2030”, són postres que no s’adiuen a la cuina salada d’en Caranchini, ben executades però de gustos amables, coneguts i amb poc risc. No m’explico per què no aporta també el seu perfil gustatiu a la part dolça del menú i acaba l’àpat d’una manera tan convencional, tan pel que fa al perfil organolèptic com a l’estructura, acabant amb dolç i petits fours.
LES TEXTURES.
En Davide presenta moltes textures i densitats a cada plat. 
Textures cruixents de llavors de tomburi, de freses de coregone, de l’arròs i la pasta cuits al dente, de verdures deshidratades (pastanaga inicial, tomàquet del risotto), però no hi ha ni crocants de verdura crua ni cruixents de fregits.
Domina el greix vegetal (fruits secs, llegums, olives, pol·len, flors, olis essencials, oli d’oliva) mostrant les diferents textures que aquests ens poden oferir: textures pastoses, farinoses, cremoses, greixoses, olioses (una oliositat neta i agradable, no d’excés d’oli d’oliva, sinó una oliositat de pol·len i de flor, d’oli essencial) i líquides (vinagretes, oli d’aglio orsino, oli del moll de l’os) jugant, a la vegada, amb densitats diverses.
LES CONCLUSIONS.
Una cuina amb complexitat, tant per les múltiples i laborioses elaboracions, com pels gustos variats i també per les diferents textures i densitats.
Em sembla una cuina genial, en la que en Davide demostra un gran domini de les aromes fermentatives, les acideses, les amargors i el greix vegetal.
En canvi, em sorprèn que sigui tant clàssic de servir el pa amb mantega salada (encara que la mantega sigui airejada) i finalitzi l’àpat amb dolçor i petits fours.
Una cuina que no brilla per la qualitat del producte (tot i que ja he mencionat la seva frescor) ni per un producte ostentós, sinó que brilla per la qualitat del cuiner, pel seu enginy i el seu caràcter, per la seva manera de resoldre els plats, per la combinació poc habitual d’ingredients i pel perfil aromàtic i gustatiu que presenta, per la frescor i agilitat d’idees combinant gustos, perquè demostra un plantejament diferent i original.
Una cuina que, sense presentar un univers creatiu gaire complex, no deixa de trempar i estimular tan les papil·les gustatives com el cervell.
Tumblr media
______________________________________________________________
Traducción automática del artículo en castellano
Automatic translation of the article into English
0 notes
alessandro55 · 3 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Pizzigoni
testo Franco Purini e Marco Vallora
Arti Grafiche Fiorini, Milano 1990, 100 pagine, 56 ill., 24x30cm
euro 20,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Acropolis Arte Borgogna, Milano 1990
Nasce a Milano e si laurea in Architettura a Roma nel 1984. Nel 1986 é la sua prima personale di pittura (presentazione di Alessandro Mendini). Nel 1987 inizia la sua collaborazione con Olivetti che culminerà nel 1990 con la pubblicazione di un libro di disegni sulle città delle “Mille e una notte”. Nel 1994 crea le scene e i costumi per “Die Frau Ohne Schatten” di Richard Strauss al Teatro dell’Opera di Zurigo (regia Cesare Lievi). Nel 1995 crea le scene e i costumi per “Gesualdo” di Alfred Schnittke allo Staatsoper di Vienna con la direzione musicale di Mstislav Rostropovic. Per il New National Theatre of Tokyo ha disegnato le scene ed i costumi per numerose opere liriche e balletti. L’esperienza del teatro lo spinge, a partire dal 1995, a iniziare una ricerca sullo spazio che si verrà delineando sempre più come una vera e propria indagine su “La Forma del Vuoto”. Questa ricerca prosegue tuttora con la realizzazione di progetti in cui parti mobili sono in grado di modificare a vista lo spazio, mettendone così in evidenza le potenzialità plastiche oltre che dinamiche. Davide Pizzigoni ha tenuto mostre personali a Milano, Roma, New York, Tokyo e Osaka. La prima monografia sui suoi lavori è stata pubblicata nel 1990 con scritti di Franco Purini e Marco Vallora
15/06/24
1 note · View note
carmenvicinanza · 3 months
Text
Gianna Nannini
Tumblr media
Gianna Nannini, cantautrice e musicista è, senza alcun dubbio, la regina del rock italiano.
Con la sua grinta intramontabile, la voce graffiante capace di toccare le corde più recondite dell’anima, dopo quasi cinquant’anni di carriera, continua, con trascinante energia, a esaltare le folle che accorrono ai suoi concerti.
Dal 1976, ha pubblicato trentuno dischi e venduto milioni di copie, conquistando innumerevoli dischi di platino.
Simbolo della libertà femminile, le sue canzoni hanno fatto la storia della musica italiana.
Insolito ibrido di toscanità e respiro internazionale, è amata da pubblico e critica. Ha pubblicato dischi in Europa, Australia, Sud America, Stati Uniti, Canada e Corea del Sud e suonato coi più grandi musicisti esibendosi in importanti contesti internazionali.
Nata a Siena il 14 giugno 1954, nella contrada dell’Oca, da Giovanna Cellesi e Danilo Nannini, noto industriale dolciario, è cresciuta in un ambiente privilegiato e formale che le è sempre stato stretto.
Per racimolare il denaro che le sarebbe servito per andare a vivere fuori casa, la mattina presto, prima di andare a scuola, lavorava nell’impresa del padre. Per l’inceppo di una macchina, si era tagliata due falangi della mano sinistra, incidente che aveva compromesso lo studio del pianoforte classico, facendola fermare al quinto anno del Conservatorio di Lucca.
Finito il liceo, a 18 anni, è scappata via di casa per andare a Milano e rincorrere il suo sogno di fare musica, desiderio osteggiato totalmente dal padre, che desiderava per lei un destino diverso
Dopo aver peregrinato per farsi ascoltare dalla gente giusta, è stata ingaggiata dalla Numero Uno, casa discografica di Mara Maionchi e Claudio Fabi che, all’inizio, l’avevano scritturata come voce femminile del gruppo Flora Fauna Cemento.
Nel 1976 è uscito il suo primo album Gianna Nannini, pubblicato con Ricordi. Per i contenuti femministi come nel brano Morta per autoprocurato aborto, ha suonato in diversi festival organizzati dal movimento delle donne.
La fama è arrivata nel 1979, dopo un’esperienza negli Stati Uniti, col disco California, anticipato dal fortunatissimo singolo America che le ha portato un successo internazionale. Metafora sulla masturbazione, sulla copertina c’è la Statua della Libertà con in mano un vibratore a stelle e a strisce.
Da lì la sua strada è stata tutta in ascesa, ha sperimentato stili diversi, trovato un‘identità mediterranea, collaborato con grandi producer esibendosi e collezionando dischi di platino in tutta Europa.
Nel 1983 ha avuto un crollo psicologico che le procurava allucinazioni e attacchi di panico. Forse a causa dei troppi impegni assunti, abusi di droghe, la pressione della richiesta di sfornare nuove hit entro i tempi stretti richiesti dalla discografia, le hanno fatto rischiare il ricovero in una struttura psichiatrica. La ripresa piena è arrivata nel 1990, anche se sostiene di essere nata una seconda volta proprio quell’anno.
Il brano Un’estate italiana scritto assieme a Edoardo Bennato su musica di Giorgio Moroder, è stato la sigla di Italia ’90, le sue royalties sono state devolute ad Amnesty International.
Gli anni Novanta sono stati costellati di successi, tour internazionali e impegno sociale. Ha partecipato a numerosi concerti di solidarietà, fatto un tour usando esclusivamente energia solare e iniziato una collaborazione con Greenpeace che l’ha vista protagonista di un’azione eclatante: il 4 luglio del 1995 durante un clamoroso blitz per protestare contro gli esperimenti nucleari nell’atollo di Mururoa, in Polinesia, si è arrampicata sul balcone dell’ambasciata di Francia a Roma. Un’azione simbolica che ha posto l’attenzione sulla causa più di mille parole.
Autrice di colonne sonore per film nei quali, talvolta, ha anche recitato, nel 2002 ha vinto il Nastro d’Argento per le musiche di Momo alla conquista del tempo.
Ha scritto tre libri: IO, un anti-diario a ritmo di rock, biografia del 2006;  Stati D’Anima, testi e immagini con suoi pensieri, un racconto di Edoardo Nesi con il progetto visivo di Alberto Bettinetti; Cazzi miei del 2016.
Nonostante i tanti impegni artistici in vari campi, oltre a dischi e tour, ha anche composto PIA, un’opera lirica moderna con libretto di Pia Pera, messa in scena da David Zard.
Si è messa in gioco anche nell’arte. Nel 2007 a Mosca ha presentato l’opera Superficie in ceramica, al Museo d’Arte Contemporanea, prodotta con Carla Accardi e l’installazione Il Terzo Paradiso firmata con Michelangelo Pistoletto presso il National Centre for Contemporary Arts. Del 2009 è la mostra con Emilio Prini, Fotocopiami la voce!, installazione sonora che ha come tema propria la voce. Il sodalizio artistico con Pistoletto si è rinnovato alla Serpentine Gallery di Londra e al MAXXI di Roma nel 2011.
Gianna Nannini è stata più volte premiata come musicista e anche per il suo attivismo in diverse cause sociali.
Nel 2003, durante l’invasione dell’Iraq, è stata due volte a Baghdad per dare il suo contributo alla ricostruzione dell’Accademia delle Belle Arti e alla Scuola di Musica. Ha partecipato al concerto Amiche per l’Abruzzo, al concerto per sostenere le vittime dell’alluvione in Sardegna e a Una. Nessuna. Centomila. Il Concerto il più grande evento musicale di sempre contro la violenza di genere.
Nel 2024 è uscito il film Sei nell’anima, tratto dalla sua biografia che ripercorre il difficile momento del suo tilt mentale.
Gianna Nannini ha una compagna di vita da quarant’anni, Carla Accardi, che ha sposato a Londra e, a 56 anni, è diventata madre di una bambina, Penelope, concepita con l’inseminazione artificiale.
Una vita all’insegna della ribellione, in pieno stile rock’n roll.
0 notes
cinquecolonnemagazine · 9 months
Text
La voce del jazz italiano: i cantanti che hanno portato il genere nel mondo
Il jazz italiano è una musica che nasce negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo, ma che ha rapidamente conquistato il mondo, anche l'Italia. Negli anni, numerosi cantanti italiani hanno contribuito a diffondere e valorizzare questo genere musicale, dando vita a una scena jazzistica ricca e variegata. I pionieri del jazz italiano I primi cantanti italiani a cimentarsi con il jazz furono quelli che si esibivano nelle grandi città, come Milano e Roma, all'inizio del XX secolo. Tra questi, si ricordano soprattutto: - Nilla Pizzi (1919-2011), che nel 1958 vinse l'Eurovision Song Contest con la canzone "Volare"; - Fiorella Mannoia (nata nel 1954), che ha iniziato la sua carriera cantando jazz negli anni '70 e che ha continuato a esplorare questo genere anche in seguito; - Ornella Vanoni (nata nel 1934), che ha registrato numerosi dischi di jazz, tra cui "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria" (1976) con Vinícius de Moraes e Toquinho. - Paolo Conte (nato nel 1937), pianista di formazione jazz che ha portato la musica d'autore al suo massimo splendore in Italia e nel mondo Gli anni '70 e '80 Negli anni '70 e '80, il jazz italiano si è arricchito di nuove voci, come: - Daniela Pedali (nata nel 1953), che ha registrato numerosi dischi di jazz, tra cui "Tango en Paris" (1997) con il chitarrista argentino Jorge Dalto; - Gianluca Petrella (nato nel 1964), che ha collaborato con artisti di fama internazionale, come Chick Corea e Pat Metheny. Gli anni '90 e 2000 Negli anni '90 e 2000, il jazz italiano ha continuato a evolversi, dando vita a nuove tendenze, come il jazz fusion e il jazz vocale. Tra i cantanti italiani che si sono distinti in questo periodo, si ricordano: - Fabrizio Bosso (nato nel 1966), che ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui il Grammy Award per la migliore performance jazz vocale solista nel 2014; - Simona Molinari (nata nel 1983), che ha saputo coniugare il jazz con la musica popolare italiana; - Tiziana Ghiglioni (nata nel 1964), che è considerata una delle più importanti interpreti di jazz in Italia. - Gianluca Grignani (nato nel 1972), che ha iniziato la sua carriera cantando jazz e che ha continuato a sperimentare questo genere anche dopo aver raggiunto il successo con la musica pop; I nuovi talenti Negli ultimi anni, la scena jazz italiana ha visto emergere numerosi nuovi talenti, tra cui: - Debora Petrina (nata nel 1972), che ha vinto il premio Top Jazz come "Migliore cantante jazz femminile" nel 2022; - Camilla Battaglia (nata nel 1990), che ha collaborato con artisti di fama internazionale, come Wayne Shorter e Chick Corea; Una scena ricca e variegata per il jazz italiano Il jazz italiano è una scena ricca e variegata, che continua a evolversi e a rinnovarsi. I cantanti italiani che si sono cimentati con questo genere musicale hanno contribuito a diffonderlo e a valorizzarlo, portando la voce del jazz nel mondo. Foto di decrand da Pixabay Read the full article
0 notes
personal-reporter · 11 months
Text
Rodin e la danza al Mudec di Milano
Tumblr media
Fino al 10 marzo 2024 è da vedere presso il  Museo delle Culture di Milano la mostra Rodin e la danza,  che illustra il ruolo chiave della danza nell’ispirare la produzione artistica di Auguste Rodin e l’influsso che le opere dell’artista hanno ancora oggi sulla danza contemporanea.  L’esposizione. promossa dal Comune di Milano (Cultura), prodotta da 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore e curata da Aude Chevalier, Elena Cervellati e Cristiana Natali, vede la collaborazione con il Museo Rodin di Parigi da cui provengono 53 opere, con  15 statuine di danzatrici dedicate dall'artista francese a Movimenti di danza, di cui 14 provengono dal museo parigino, e a questo nucleo, in occasione della mostra, è affiancata una quindicesima statuetta, conservata presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma. La raccolta delle 15 sculture presenta il lavoro di Rodin nello studio dei movimenti della danza occidentale come massima espressione nell’arte plastica e scultorea. Il mondo delle danzatrici permise a Rodin di rappresentare la possibilità di movimento che il corpo umano rivela attraverso la danza, soddisfacendo così il desiderio di leggere e tradurre in forma estetica la vita dei corpi, il loro movimento, la loro energia ed espressione. Secondo tema della mostra è il rapporto di Rodin con la cultura extraeuropea del sud-est asiatico, che fu un momento di svolta per il canone classico di bellezza plastica che ha rinnovato profondamente la cultura e le pratiche artistiche occidentali, affiancando ai disegni di danzatrici cambogiane di Rodin, una selezione di oggetti cambogiani provenienti da collezioni museali etnoantropologiche italiane e immagini lasciate dalla danza cambogiana nella cultura italiana. A conclusione del percorso espositivo  la terza sezione della mostra esplora, attraverso un confronto tra 7 capolavori di Rodin e 6 coreografie concepite tra il 1990 e il 2021, il legame e la contaminazione tra la ricerca di Rodin e il mondo della danza. L’artista ha dedicato tutta la sua vita ad allo studio dei corpi delle ballerine, analizzandone i gesti più significativi e cogliendo la vera essenza della danza. La ricerca di Rodin  anticipa la questione del ritmo e della danza, di estremo interesse sia per i giovani scultori della sua epoca, sia per i coreografi e i danzatori che ancora oggi traggono ispirazione continua dalle sue opere. La sorprendente libertà di sperimentazione di Rodin lo portò ad occupare ancora oggi un ruolo di rilievo non solo tra l’Ottocento e il Novecento, ma anche tra la fine di una tradizione e l'inizio di una nuova visione, con una contaminazione tipica delle più recenti sperimentazioni artistiche. La mostra Rodin e la danza è visitabile nei seguenti orari :  lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30. Sono previste aperture straordinarie  mercoledì 1 novembre (Tutti i santi) 9.30-19.30; giovedì 7 dicembre (Sant'Ambrogio) 9.30-22.30; venerdì 8 dicembre (Festa dell’Immacolata Concezione) 9.30-19.30; domenica 24 dicembre (Vigilia di Natale) 9.30-14.00; lunedì 25 dicembre (Natale) 14.30-19.30; martedì 26 dicembre (Santo Stefano) 9.30-19.30; domenica 31 dicembre (San Silvestro) 9.30-14.00; lunedì 1 gennaio (Capodanno) 14.30-19.30 e  sabato 6 gennaio (Epifania) 9.30-22.30. Read the full article
0 notes
micro961 · 1 year
Text
Cosmopòliti - “Solita Storia”
Il singolo della band palermitana dal 29 settembre nelle radio
Tumblr media
“Solita Storia” è il nuovo singolo della rock band palermitana dei Cosmopòliti, sui principali stores digitali e dal 29 settembre nelle radio in promozione nazionale. Nel brano il rapporto tra l’essere umano e la ricerca della felicità, del raggiungimento del proprio equilibrio, della fortuna, rappresentata nel videoclip dalla Dea bendata, una ballerina che interpreta proprio questo ruolo. Fortuna che spesso non va cercata perché è lei che cerca noi. È un brano dalle sonorità mediterranea con contaminazioni anche orientali.
“La canzone parla della ricerca del riscatto della vita cercando nuove vie e opportunità, ricche di stimoli e di emozioni nuove, al di fuori della routine. Magari inseguendo o affidandosi alla fortuna o semplicemente lasciando che sia Lei a trovarti.” Cosmopòliti
Guarda il video:
youtube
Storia della band
I Cosmopòliti nascono nel 1990 a Palermo affascinati dal Med-Rock; decidono pertanto di sperimentare sonorità, intrecciando melodie rock con le diverse influenze del panorama culturale e musicale di una terra che affonda le proprie radici nella mescolanza straordinaria e unica delle contaminazioni portate dai popoli d’oltremare. “Cosmopòliti” esprimeva il bisogno di essere cittadini del mondo, attraverso messaggi universali con cui toccare le corde dell’anima. L'eterogeneità sonora
dei popoli mediterranei li affascinava, non volevano essere accademici, ma decisamente istintivi.
La band milita per dieci lunghi anni nel panorama musicale locale e nazionale, maturando innumerevoli esperienze tra festival, manifestazioni, ospitate in radio e tv partendo dalla vittoria del “Notamatch”, nel 1991, gara tra band palermitane che li porta ad incidere il loro primo 45 giri; sono ospiti ad una manifestazione al Palazzo del Turismo di Riccione (RN); registrano la loro prima demo-tape dal titolo “Mantra”; partecipano alla selezione regionale di “Arezzo Wave” e nel 1996 alle semifinali del “Festival Di Castrocaro” (FC). Tanti i palchi, le piazze tra cui lo Spazio Rock della Favorita per “Palermo di Scena”; finalisti al “Festival di Caltanissetta” (CL); presenti alla manifestazione “Non Dire No Live Concert”, prima giornata Nazionale donazione e trapianto di organi, organizzata dai maggiori comuni d'Italia e trasmessa in diretta Rai. Tanti concerti, innumerevoli ore di prove, pagine di giornali, foto e passaggi radiotelevisivi.
Essendo poco più che ventenni la vita li porta ad intraprendere strade lavorative e musicali diverse e la band si scioglie pacificamente. Con lo scoppio della pandemia, la voglia di riprendere da dove avevano lasciato li spinge a ricominciare, con l’ultima formazione di allora. Oggi si ritrovano con cinque singoli disponibili sui maggiori digital store rispettivamente dal titolo “Ho dentro un pensiero”, “Falsi dei”, “In Fondo al Cuore”, “Solita Storia” e “A lei”.
“Ho dentro un pensiero”, uscito il 4 giugno 2022, parla di una storia d'amore vissuta attraverso gli sguardi piuttosto che con le parole le quali, a volte, possono essere fraintese mentre un singolo sguardo può significare molto di più che centomila parole. Il brano è stato scelto per la partecipazione della band all’ undicesima edizione del Premio Lucio Dalla che si svolgerà a Roma dal 30 novembre al 2 dicembre 2023.
“Falsi Dei”, uscito il 16 luglio 2022, brano presentato alla 35^ edizione di Sanremo Rock (settembre 2022), parla di ricercare dentro di sé la vera forza di riscatto continuando a credere in se stessi e di non lasciarsi affascinare dai falsi miti dettate da mode e stereotipi sociali. Proprio a seguito della partecipazione a Sanremo Rock vengono contattati da un’etichetta milanese con la quale intraprendono una collaborazione che li porta l’11 dicembre 2022 ad un live al Rock’n Roll di Milano, club degno di nota che ospita spesso artisti di fama nazionale e internazionale, live che ha riscosso consensi positivi da parte di un pubblico al quale si affacciavano per la prima volta.
“In fondo al cuore”, uscito il 2 dicembre 2022, narra della complessa realtà del musicista o dell’artista in genere che pur di realizzare il proprio sogno è disposto a spostarsi in luoghi lontani rispetto al proprio paese di origine, trovando quindi soddisfazione e realizzazione dovendosi però districare tra la malinconia e la gratificazione.
In “A Lei”, ultimo singolo pubblicato il 12 agosto 2023, scritto e dedicato ad una giovane donna, viene descritto il primo fortuito incontro, il primo bacio, le prime sensazioni amorose. “A Lei”, con la sua ritmica incalzante e liriche profonde, stimola la riflessione sul sentimento dell’amore verso il prossimo e verso la natura che ci circonda.
Sito Web: https://www.cosmopoliti.it
Facebook: https://www.facebook.com/Cosmopoliti.RockBand
Instagram: https://www.instagram.com/cosmopoliti_band
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBn3wNgOvwXBr-_9eNbGaHQ
Spotify: https://open.spotify.com/artist/01DtvGBsQUFpv42vNPUvm8
0 notes
cacuocfrance98 · 1 year
Text
Tiểu sử và thành tích của CLB bóng đá Inter Milan
Inter Milan là đội bóng mạnh từng một thời thống trị nước Ý. Một đội bóng chưa từng xuống hạng tại mùa giải Serie A. Điều này cho thấy CLB này có sức mạnh cực kỳ tốt. Vậy hãy cùng France98 tìm hiểu thêm về đội bóng này qua bài viết dưới đây nhé. 
Sơ lược về đội bóng hàng đầu nước Ý – Inter Milan
Tumblr media
Inter Milan, còn được gọi là FC Internazionale Milano, là một trong những đội bóng hàng đầu của Ý và là một trong những câu lạc bộ bóng đá nổi tiếng trên thế giới. Dưới đây là một số thông tin cơ bản về Inter Milan:
Lịch sử: Inter Milan được thành lập vào năm 1908 và có trụ sở tại Milan, Ý. Đội bóng có một lịch sử đầy thành công và đã giành nhiều danh hiệu quốc tế và quốc nội.
Màu sắc và biểu tượng: Inter Milan nổi tiếng với màu áo xanh đen, và họ được gọi là "Nerazzurri" (đen-xanh) trong tiếng Ý. Biểu tượng của câu lạc bộ bao gồm một hình ngôi sao và huy hiệu vương quốc.
Sân nhà: Sân nhà của Inter Milan là Giuseppe Meazza, còn được gọi là San Siro, một trong những sân vận động nổi tiếng của Ý. Sân này cũng là sân nhà của câu lạc bộ Milan khác là AC Milan.
Danh tiếng: Inter Milan được biết đến với danh tiếng của mình trong cả nước và quốc tế. Họ đã giành nhiều Scudetto (chức vô địch Serie A) và nhiều danh hiệu khác trong quá khứ.
Các danh hiệu quốc tế: Inter Milan đã giành nhiều danh hiệu quốc tế quan trọng, bao gồm 3 lần vô địch UEFA Champions League và 2 lần vô địch Cúp C1 Châu Âu.
Các cầu thủ nổi tiếng: Inter Milan đã từng có nhiều cầu thủ nổi tiếng thi đấu cho câu lạc bộ, bao gồm Javier Zanetti, Ronaldo, Diego Milito, Wesley Sneijder, và nhiều ngôi sao khác.
Tham gia Serie A: Inter Milan thường tham gia Serie A, giải bóng đá hàng đầu của Ý, và thường cạnh tranh với các đội bóng khác như AC Milan, Juventus, và AS Roma.
Chủ sở hữu: Hiện tại, câu lạc bộ được sở hữu bởi tập đoàn Suning Holdings Group, một tập đoàn đa quốc gia có trụ sở tại Trung Quốc.
Inter Milan có một đám đông fan hâm mộ trên toàn thế giới và luôn là một trong những đối thủ đáng gờm trong cả nước lẫn quốc tế. Đội bóng này đã và đang tiếp tục xây dựng truyền thống của mình và không ngừng đua tranh cho các danh hiệu mới.
Chặng đường phát triển CLB bóng đá Inter Milan 
Tumblr media
Chặng đường phát triển của CLB Inter Milan là một câu chuyện lịch sử đầy thành công và uy tín trong làng bóng đá quốc tế. Dưới đây là một số điểm chính trong quá trình phát triển của Inter Milan:
Thành lập và Thập kỷ đầu (1908-1920s): Inter Milan được thành lập vào năm 1908 bởi một nhóm cầu thủ Italy và Switzerland. Đội bóng này đã nhanh chóng tham gia vào giải Serie A và giành được Scudetto (chức vô địch Serie A) đầu tiên của họ vào năm 1910. Trong thập kỷ đầu, họ còn đạt được nhiều thành công trong cả nước và quốc tế.
Thập kỷ Vàng (1960s): Thập kỷ 1960 được gọi là "Thập kỷ Vàng" của Inter Milan. Dưới sự dẫn dắt của HLV Helenio Herrera, họ giành ba lần chức vô địch Serie A liên tiếp từ 1963 đến 1965 và đạt đến đỉnh điểm với việc giành Cup C1 Châu Âu (nay là UEFA Champions League) vào năm 1964 và 1965.
Các thành tựu quốc nội và quốc tế (1970s-1990s): Inter Milan tiếp tục giành thêm danh hiệu quốc nội và quốc tế trong giai đoạn này. Họ giành Scudetto và Coppa Italia nhiều lần và tham gia vào các cuộc đua ở Cúp C1 Châu Âu và các giải đấu quốc tế.
Những năm 2000 và sau đó: Inter Milan đã có một thập kỷ đầy thành công trong giai đoạn này. Dưới sự dẫn dắt của HLV Jose Mourinho, họ giành "Triplete" vào năm 2010, bao gồm chức vô địch Serie A, Coppa Italia và UEFA Champions League. Đây là lần đầu tiên một đội bóng Italy đạt được thành công đỉnh cao trong cả ba giải đấu trong một mùa giải.
Các chủ sở hữu và khởi đầu mới: Năm 2016, tập đoàn Suning Holdings Group của Trung Quốc mua lại Inter Milan và bắt đầu một giai đoạn mới trong lịch sử câu lạc bộ. Họ đã đầu tư mạnh mẽ vào đội bóng và tìm kiếm sự phục hồi của Inter Milan ở cả quốc nội và quốc tế.
Kết luận
Inter Milan là một trong những đội bóng hàng đầu của Italy và có lịch sử và truyền thống đầy ấn tượng. Họ luôn là một đối thủ đáng gờm trong các giải đấu quốc nội và quốc tế và có một lượng fan hâm mộ đông đảo trên khắp thế giới.
Xem thêm: https://france98.com/cau-lac-bo-bong-da-inter-milan/
0 notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Punkreas, il 31 marzo esce il nuovo album “Electric Déja-vu”.
Tumblr media
Punkreas, il 31 marzo esce il nuovo album “Electric Déja-vu”.   Con l’uscita del nuovo album “Electric Déjà-Vu” prevista per venerdì 31 marzo, i PUNKREAS si preparano a dare il via al tour di presentazione in programma ad aprile dove, in occasione delle date all’Alcatraz di Milano e a Largo Venue di Roma, saliranno sul palco due degli artisti che hanno collaborato con la band nel disco. Il primo aprile a Milano è atteso un doppio ospite: saranno presenti, infatti, Raphael, una tra le voci più note del reggae in Italia, featuring nell’album nel brano “Disagio”, e il cantautore Giancane, che ha duettato con i Punkreas nel brano “Dai Dai Dai (Die Die Die)”. Quest’ultimo salirà anche sul palco di Roma, impreziosendo la serata prevista a Largo Venue il 22 aprile. Ad arricchire ulteriormente l’evento milanese, oltre a Cippa, Paletta, Noise, Gagno ed Endriù, sul palco ci saranno anche la chitarra aggiunta di Roberto Rhobbo Bovolenta (tra i produttori del disco) su alcuni brani e la sezione fiati dei Fiatellas con Fabrizio Sferrazza (ex Meganoidi) e Diego Servetto. “Electric Déjà-Vu” sarà disponibile nei formati cd, vinile e su tutti gli store digitali. In apertura oggi il preorder e il presave digitale del disco al link: virginmusic - DejaVu A questo link sono inoltre disponibili in esclusiva i formati speciali Vinile giallo autografato e CD autografato: virginmusic DejaVuLimited La band svela anche la cover del disco, con lo speciale artwork firmato da Myoopia. Dopo aver celebrato i trent’anni di carriera nel 2022 con il tour “XXX e… Qualcosa” che ha registrato numerosi sold out nei principali club della penisola, i Punkreas tornano con un lavoro energico mostrando ancora una volta quell’attitudine e quell’impegno che li ha resi tra i principali esponenti del punk rock e ska punk in Italia. Il disco è stato anticipato a gennaio dal brano “Le mani in alto”, accompagnato da un lyric video: PunkreasLMIAvideo TRACKLIST “ELECTRIC DÉJÀ-VU” 01_LE MANI IN ALTO 02_DAI DAI DAI (DIE DIE DIE) feat. Giancane 03_NON C’È PIÙ TEMPO 04_BATTAGLIA PERSA 05_TEMPI DISTORTI 06_DÉJÀ-VU 07_I SIGNORI DELLA GUERRA 08_DISAGIO feat. Raphael 09_GIORNO PERFETTO 10_UOMO MEDIOEVO 11_IL PROSSIMO SHOW (electric version)   PUNKREAS BIOGRAFIA I Punkreas si formano nel 1989 a Parabiago dall’incontro fra Cippa (voce), Flaco (chitarra), Paletta (basso), Noyse (chitarra) e Mastino (batteria). La band ottiene un ottimo riscontro nella scena punk italiana sin dal primo EP autoprodotto “Isterico” (1990) a cui seguono i full-lenght “United rumors of Punkreas” (1992), “Paranoia e potere” (1995) e “Elettrodomestico” (1997). Nel 1998 partecipano al “Teste vuote ossa rotte Festival” e al “Vans Warped Tour 1998” condividendo il palco con Bad Religion, Lagwagon, NOFX e Rancid. La prima metà degli anni 2000 vede un cambio di formazione, con Gagno al posto di Mastino alla batteria, e una serie di lavori in cui il gruppo sperimenta nuovi generi ed influenze, a partire da “Pelle” (2000), passando per “Falso” (2002), dove spicca la collaborazione con il cantante degli Ska-P “El Pulpo” sul singolo “Toda la noche”, fino ad arrivare a “Quello che sei” (2005) e “Futuro imperfetto” (2008). Sempre nell’ottobre del 2005 i Punkreas concedono il brano “WTO” per la compilation “GE 2001” uscito per Manifesto CD, aderendo all’iniziativa per la raccolta fondi a favore della Segreteria Legale del Genoa Legal Forum, impegnata nei processi seguiti ai fatti del G8 di Genova del luglio 2001. Alla fine del 2012 la band pubblica l’ottavo album in studio “Noblesse Oblige”, l’ultimo prima dell’arrivo di Endriu al posto di Flaco alla chitarra, che vede la collaborazione con ‘O Zulù dei 99 Posse e un giovanissimo Fedez e al quale fa seguito nel 2014 “Radio Punkreas”, una serie di cover di hit italiane che vanta numerose collaborazioni tra cui Freak Antoni (Skiantos), Samuel (Subsonica) e Davide Toffolo (Tre allegri ragazzi morti). Tra il 2016 e il 2019 i Punkreas collaborano con alcune etichette indipendenti tra cui Garrincha Dischi per la pubblicazione degli album “Il lato ruvido” (2016) e “Inequilibrio instabile” (2019). Alla fine del 2019, per festeggiare i 30 anni di carriera, la band fa uscire con Universal Music Italia “XXX”, una compilation che raccoglie i singoli di maggior successo con l’aggiunta dell’inedito “Sono vivo”, mixato da Tommaso Colliva. La festa dei 30 anni di carriera si tiene il 25 gennaio 2020 all’Alcatraz di Milano, con un concerto sold out che avrebbe dovuto dare il via al tour celebrativo durante tutto il 2020 ma che viene invece sospeso a causa ridimensionamento delle location per l’emergenza covid-19. La band sceglie allora di portare dal vivo uno spettacolo diverso dal titolo “FUNNY: The Best Story of Punkreas”, uno show musicale che strizza l’occhio al cabaret alternando esilaranti racconti tratti dalla loro carriera con i grandi classici del repertorio rivisti in chiave acustica. Il successo ottenuto dai nuovi arrangiamenti spinge i Punkreas a pubblicare il disco “Funny goes acoustic” (2021), uscito sempre per Universal Music Italia. Nella primavera del 2022, con il graduale allentamento delle limitazioni, la band riparte con il “XXX e… Qualcosa” tour, con una doppia scaletta che include le migliori canzoni pre 2000 e i pezzi del nuovo millennio. Nei mesi estivi il gruppo fa tappa nei festival e nelle location open air per un tour che supera le venti date e che il 21 giugno li porta sul palco del Carroponte Sesto San Giovanni di Milano poco prima dei The Offspring e preceduti da Lagwagon e Anti Flag. Il 27 gennaio 2023 esce “Le mani in alto”, primo estratto dal nuovo album “Electric déjà-vu” in uscita il 31 marzo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
telodogratis · 2 years
Text
Qatar 2022, dal Meazza all'Olimpico ecco gli altri stadi iconici firmati Webuild
Qatar 2022, dal Meazza all’Olimpico ecco gli altri stadi iconici firmati Webuild
Read More(Adnkronos) – Lo stadio Al Bayt in Qatar, che ospiterà le partite della Coppa del Mondo Fifa 2022 ma non solo. Sono numerosi gli stadi iconici, dal Meazza di Milano all’Olimpico di Roma, che sono stati firmati da Webuild. Due stadi, entrambi ricostruiti quasi da zero dal colosso delle costruzioni, in occasione dei Mondiali di Calcio del 1990. Due opere simboliche per il calcio italiano e…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
fashionbooksmilano · 2 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Immagine Donna
Lo stile e l’eleganza femminile negli ultimi quarant’anni
Lancôme, Paris 1990, 30 x 30 cm,  immagini in b/n, copertina morbida con custodia cartonata rigida
euro 70,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Roma Marzo 1990, Milano Maggio 1990
Foto di Eve Arnold, Harry Benson, Henry Cartier-Bresson, Elisabetta Catalano, Elliott Erwitt, Giovanni Gastel, Philippe Halsmann, Frank Horvat, Peter Knapp, Willy Maywald, Carlo Orsi, David Seymour, Alberta Tiburzi, Bruce Weber
“Immagine Donna nonè solamente una mostra fotografica dedicata allo stile e all’eleganza femminile. E’ un omaggio alla Donna. Al suo fascino, al suo carattere, alla sua capacità di mutare il proprio ruolo.
Immagine Donna nasce da un’idea di  Lancôme che ha saputo per la prima volta riunire i più grandi maestri della fotografia in una rassegna che interpreti l’evoluzione dell’universo femminile degli ultimo quarant’anni.”
Tumblr media
23/07/22
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:         @fashionbooksmi
instagram:   fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr:          fashionbooksmilano, designbooksmilano
11 notes · View notes
teotalksaboutstuff · 3 years
Text
Big World, Big Adventures Railtour Program Part 7: The World Works On The NWR
This will detail my HCs for some of the visiting engines, specifically the ones that actually worked on the railway during their visit. Visitors from the Mainland UK happen so often that I will not be counting them here despite the fact that I mentioned it in earlier parts. One engine joined the fleet after her arrival, and her name is italicized.
Etienne (France)
Etienne would work on the Peel Godred Branchline when he came to Sodor. He is the SNCF BB 9004 and was built in 1954 as a prototype, setting the world speed record for rail transport on March 29, 1955, reaching a speed of 331 kmh (about 206 mph). He was withdrawn in 1973 and placed on static display in the Cité du Train in Mulhouse. He remains there today, and his visit was during January 2016.
Gina (Italy)
Gina worked on the Ffarquhar branch line.  She is a Società Ferrovie Del Ticino 0-4-0T. She started life in 1877 as No. 204, and was renumbered as No. 205 in 1888 when the Ferrovie Nord Milano acquired her railway, and later would be renumbered as No. 200-05. Initially she was used on local passenger trains, before being allocated as station pilot at Milano Cadrona railway station in the 1920s. She remained there until the 1960s, when she was withdrawn. In 1974, she was restored to working order. She would visit a twice: in July 2019 and July 2020.
Lorenzo (Italy)
Lorenzo was employed on the main line as a goods engine. He started life as an FS Class 740 2-8-0, No. 740-283 in 1918, only to be rebuilt into a Class 743 in 1952. He would remain in service with the FS until 1979, at which point he was at last withdrawn and preserved. He would visit the railway together with Gina, and returned to Italy afterwards. He is currently stored inoperable in Torino.
Settebello (Italy)
Settebello worked on the Peel Godred branch line. He is an FS ETR 300, specifically No. 302. He was built in 1953 and used on the Settebello trains between Milano and Roma, hence his name. He would later be downgraded to less important passenger trains in 1984 before finally being withdrawn in 1988. Even after this, he was hired out for railtours and static displays until 2004, when he was stored. He went to Sodor in June 2015, and has since returned to Italy.
Yong Bao (China)
Yong Bao worked the main line as a passenger engine. He is a China Railways RM Pacific built in 1963 as No. RM-1163. He worked until the early 1990s when he was withdrawn and preserved at Aioi, Japan. He went to Sodor three times: in August 2018, July 2019, and July 2020.
Hong Mei (China)
Hong Mei worked on the Ffarquhar branch line. She is a China Railways GJ 0-6-0T built in 1958 as No. GJ-1018. She was a works engine at Chengdu works until her wtihdrawal in the 2000s. She was preserved and is currently on display at Sujiatun works. She visited Sodor alongside Yong Bao.
Kenji (Japan)
Kenji worked on the Peel Godred branch line. He is a 0 series Shinkansen train built in 1964 for the Tookaidou Shinkansen. He worked here until 2008 abd was last of his class in service. He is set R61. He visited the NWR in June 2020, and is otherwise on display at Kawasaki Heavy Industries in Hyogo Prefecture.
Hilo (Korea)
Hilo is this AU’s version of Hiro and is a Korean National Railways Mika 7 Class. This is, in fact, identical to Canon Hiro’s basis, a JNR D51, though standard gauge. He is one of two engines built for the Korean National Railway in 1950 and the only one to be preserved. He is currently on static display in Busan, though worked the main line as a mixed traffic engine on the NWR. He is an anomaly by the program’s standards, as he has visited the NWR on several occasions beginning in September 2009 despite the program only being launched in 2015. He did in fact remain on the NWR on long-term loan between January 2010 and June 2020.
Tracy (Australia)
Tracy worked on the Peel Godred branch line. She was built in 1955 and worked all over the Melbourne tram system until withdrawal in 1992. She was purchased by the Bendigo Tramway at this time, where she acts as a mobile restaurant. She is No. 976 and visited Sodor twice: from July to September 2017 and in August 2018.
Sam (USA)
Sam was actually the first engine to visit the Island of Sodor to kick off the program in February 2015, working heavy goods trains on the main line. He is also the largest, being Virginian Railway Class AG 2-6-6-6, specifically No. 906. He was built in 1945 and withdrawn in 1960. He is one of only two surviving engines from his railway, and the only survivor of his class. He would remain on the railway until August of 2015 before leaving. He is currently in storage in Roanoke.
Vincent (USA)
Vincent “Vinnie” was built in 1936 for the Grand Trunk Western Railway. He is No. 6407 of the U4A class, and worked the main line as a passenger engine during his NWR visit. He was an express engine for the GTWR until 1960 when he was withdrawn and put on static display in Ottawa, Canada. He visited the NWR in May 2016, and the engines regard him as by far their worst experience with any visitors brought to the NWR by the BWBA Railtour Program.
Genoa (USA)
Genoa is by far the oldest visiting engine that actively worked on the NWR, doing so on the Brendam branch line. She was built as an American Standard 4-4-0 in 1873 as the Virginia and Truckee Railway’s No. 12. She worked as a mixed traffic engine, running services along the line between Carson and Reno in Nevada before being withdrawn in 1908, going into storage at Carson works. In 1938, she was restored by the Eastern Railway as No. 60 “Jupiter” in New York for the World’s Fair. She was restored once again as her original No. 12 guise afterwards and shipped to Oakland to become a static display in 1940. She would masquerade as “Jupiter” twice more: in 1948 at the Chicago Railway Fair and in 1969 at the Golden Spike Centennial in Promontory, UT, after which she was restored into her 1902 livery, the one she currently carries. She visited the NWR in July 2018, during which she wore the Jupiter livery, albeit bearing her true name and number. She’s also this universes version of Beau.
Natalie (USA)
Natalie is a General Electric 25 ton shunter, and as her class suggests, these are the duties she performs on the NWR today. The type was used by many American railways. She was built in 1961 as an industrial engine and is a standout here, as she had only recently been withdrawn within the year she came to the NWR, being alongside Genoa in July 2018.
Carlos (Mexico)
Carlos is a GR3 2-8-0 of the Ferrocarriles Nacionales de México (National Railways of Mexico). He was in fact built in 1910 as a narrow gauge engine for the Veracruz Terminal Railway. He would later go on to work for the Teziutlan Copper Railway before being bought by NdeM in 1945. He was regauged to standard gauge in 1950 and withdrawn in 1963, he is currently on display at the  José Cardoso Tellez Railway Museum in Acámbaro, Guanajuato. He visited the NWR in May 2016 and July 2018, where he worked the main line as a goods engine.
11 notes · View notes
der-papero · 3 years
Text
'Sta cosa di riprendere la metro dopo tanti anni mi ha riportato alla memoria i primi anni del Liceo.
In una realtà nella quale vivevo la stragrande maggioranza dei maschietti preferiva la carriera militare, perché forniva un posto sicuro e una mezza indipendenza economica (tradotto: per uscire la sera con gli amici non dovevi chiedere nulla ai genitori, anche se la divisa te la lavava e stirava sempre mamma') e, statisticamente parlando, diventava più facile di conseguenza avere una ragazza, ma non tanto per i soldi, ma per il fatto di avere un lavoro sicuro, che non ti costringesse a fare le valigie e dover mollare i genitori, e guai a vivere lontani da mamma e papà.
Contestualizziamo. Non è il 2021, era il 1990, e siamo in una piccola provincia del Sud. Non c'era Internet, non c'erano luoghi di aggregazione, il massimo per un ragazzo era il bar di paese con degli anziani che scatarravano tra una madonna e un calo di asso a tressette, il massimo per una ragazza era l'Azione Cattolica e il timore di Dio, e si ragionava ancora sulla base del "buon partito" e sulla "ragazza casa e chiesa", e bisognava scegliere bene, perché il divorzio era una onta sociale e quindi "questo ti sei sposato e questo ti tieni" (e la scelta era già una grande conquista sociale, visto che i miei nonni, 50 anni prima, dovettero sposarsi in un matrimonio combinato, conoscendosi per la prima volta sull'altare. Sì, non è l'India, non è l'Iran, è l'Italia).
Io scelsi la strada degli studi, della squattrineria e del PCI (molto perché ci credevo, un po' per mandare affanculo quel fascista di mio padre), fui l'unico della mia classe tra gli uomini, ed ero quello, di conseguenza, che doveva sciropparsi queste storie mitologiche su Milano o Roma, tipo come Mezzacapo che racconta Milano ai fratelli Caponi in Totò, Peppino e la Malafemmina
youtube
di questi padri che accompagnavano i figli ai vari concorsi per Carabinieri, Finanza e robe varie, e dichiaravano trionfi
Milano è un altro pianeta ... parte una metro e dopo 10 secondi ne arriva subito un'altra! Efficienza, pulizia, serietà, tutti in fila, ordine ... al Nordde funziona tutto!
Il che, per carità, relativamente è corretto, assolutamente è una stronzata, e chi ha preso la metro ai bei tempi pre-Covid a Loreto o a Cadorna alle 8 di mattina mi capisce benissimo :)
13 notes · View notes
abatelunare · 2 years
Photo
Tumblr media
A roma alloggiavo, un po' per timidezza e un po' per tirchieria, in alberghetti pidocchiosi (Raffaele Crovi, Le parole del padre, Milano, Rusconi, 1990).
4 notes · View notes