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#Sacco di Roma
adlerwache · 2 days
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Die Mauern wir erklettern, die Türme wir zerschmettern. Und in die Stadt hinein. Wer uns den Lauf will hemmen, sich uns entgegen stemmen. Der soll des Teufels sein!
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drrestlesshate · 2 years
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Hieronymus Cock - La morte del Conestabile di Borbone 1527
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omarfor-orchestra · 9 months
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Convinta amica a guarda le La Bella Estag. Mi ha detto che conosce Lea
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se sei del napoli perchè condividi cose della juve?? va be
perché faccio quello che mi pare hope that helps
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linguenuvolose · 1 year
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Any time I get a reel with some person cooking and speaking a regional language from Italy I’m like <33 thank you I love you let me hear your beautiful language and see your beautiful food
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platypus-quacks-too · 3 months
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Dottoressa, ma secondo voi conviene essere onesti nelle questioni di cuore? 🥹
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dhufflebee · 2 years
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questa maglia la sto adorando, un rosa stupendo
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francescosatanassi · 2 months
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SIAM DEL POPOLO GLI ARDITI
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Per rispondere alle violenze dello squadrismo, nel giugno del 1921 nacquero a Roma gli Arditi del Popolo, squadre di proletari con lo scopo di combattere il fascismo sul loro stesso terreno: quello dello scontro armato. La tendenza anarchica del movimento portò i partiti socialista, comunista e repubblicano a prenderne le distanze. In Romagna erano presenti sicuramente nel ravennate e nel riminese. Su Cesena si dice non fossero presenti, così come a Forlì, almeno secondo alcuni dirigenti comunisti che nel dopoguerra affermarono che ci furono alcune riunioni tra socialisti, comunisti e anarchici forlivesi ma alla fine non se ne fece nulla. In realtà, il 21 luglio, 'La Romagna socialista' dava notizia della loro formazione anche a Forlì. Negli stessi giorni, al funerale del comunista Pietro Casadei, ucciso durante alcuni scontri a Cesena, tramite un manifesto la famiglia ringraziò apertamente le squadre comuniste e gli Arditi del Popolo. Il 28 agosto su 'La lotta di classe' si parla di loro: “Abbiamo ricevuto un elenco di sottoscrizioni per Arditi del Popolo da Forlì”, mentre lo studioso locale Elio Santarelli li descrisse come dei "gruppi paramilitari che a Forlì si costituirono nel luglio 1921 seguendo l’esempio di altre parti d’Italia". Anche 'Il Pensiero Romagnolo' ne parlò, scrivendo che "alle bande fasciste si oppongono le bande proletarie.” Per togliere ogni dubbio, ho trovato due volantini firmati proprio dagli Arditi del Popolo forlivesi: uno (del quale ho tagliato una lunga citazione nella parte centrale) per chiamare il popolo a manifestare contro la pena inflitta agli anarchici Sacco e Vanzetti; l’altro per indignarsi dell'imminente patto di pacificazione tra socialisti e fascisti, e annunciare la nascita del movimento in città e la sua precisa finalità: “Rispondere con eguale violenza a tutte le violenze che saranno usate contro il popolo; adoperando gli stessi sistemi che finora sono stati adoperati contro di esso. La spietata ma necessaria legge del taglione sarà la nostra divisa!"
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
LE RADICI DELLA CRISI
Quando si pensa al "Rinascimento" in Italia, le espressioni si fanno idillio.
Ovviamente, è un errore.
Velato dalla bellezza delle arti plastiche e pittoriche in anni di densa produzione e di "maestri" inarrivabili, paradigmi della successiva "maniera".
Ma nell'Europa del Nord, la crisi spirituale e con essa il rivolgimento delle società e degli individui, la cui collocazione al centro della vita è già indice della modernità, si afferma senza infingimenti.
Nessuna illusione, neanche qui: si tratta di un'altra forma di retorica, severa, austera, grigia.
No, ancora di più: tormentata, angosciata, ossessionata.
L'intero vecchio continente ne verrà stravolto: l'età protestante, la riforma, la reazione delle gerarchie romane, le lotte di potere, il fanatismo religioso, la guerra, fino al "Sacco di Roma", avvenimento spartiacque che segna la fine della centralità della Chiesa cattolica e, paradossalmente, anche la fine dell'Impero incarnato da Carlo V.
Entrambe le istituzioni protagoniste della storia stanno per subire l'avvento delle Nazioni.
Lunga fu la scia, si estenderà per tutto il XVI secolo fino alla Guerra dei Trent'anni tra il 1618 e il 1648 e alla pace di Vestfalia che darà un nuovo assetto all'Europa.
La Germania rimarrà frammentata in Stati che potranno trovare unità solo oltre due secoli dopo.
È il riflesso del passaggio dall'unità religiosa alla fede vissuta come traccia individuale.
Ma non regge al fanatismo della verità: questi, non conosce la tolleranza.
E incombe, dai nuovi pulpiti.
Come il cavaliere attraversa saldo nella sua armatura di fede il dramma della morte e l'incombere del male, così l'uomo che l'arte del Nord immagina, è figura della solitudine e del sacrificio, eroe della lotta: l'unico affidavit è riposto in se stesso.
Dürer intuisce, come ogni vero artista, l'avvento di un modello diverso di umanità: più libera, cosciente.
Ma sa anche che questo modello richiede la ricostruzione di principi guida, di un'identità che dall'individuo passi alla dimensione collettiva: ecco la crisi.
La città, sul picco della montagna, è un enigma lontano, silenzioso.
Il cavaliere, meditabondo nella sua dignità di spada e di obblighi, segue il cammino e i suoi pericoli.
Li attraversa, non li teme.
Perché ne riconosce l'essenza: è identica alla sua.
Uno stanco mendicare che ha solo l'apparente baldanza muscolare di un cavallo al trotto e l'incosciente vitalità di un cane.
L'esteso simbolismo dell'immagine è anch'esso un barlume che non riesce a mascherare il senso di rassegnazione delle tre figure: fiacche comparse in un circo abbandonato al "memento mori".
Come radici senza più terra, abbarbicate sulla roccia.
Dura.
Pesante.
Scenario estremo che nulla potrà accogliere.
- Albrecht Dürer (1471 - 1528): "Il cavaliere, la morte e il diavolo", 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe (Germany)
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gregor-samsung · 11 months
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“ C’era un brutto clima. Da mesi i complottisti e gli ambientalisti, che spesso sono la stessa cosa, insistevano a dire che la causa di tutti quei tumori erano le armi che si sparavano al Poligono ed eravamo nervosi, militari e cittadinanza. Qualcuno in paese aveva dato retta alle voci sull’utilizzo dell’uranio impoverito e un magistrato aveva aperto un’inchiesta, facendo tirar su dalla terra salme vecchie addirittura di dieci anni. Colpa delle denunce dei veterinari della ASL, che erano venuti per fare le analisi agli animali e invece che sulla salute delle pecore avevano raccolto informazioni su quella dei pastori. Sono venuti anche a casa nostra a parlare con mio marito devastato dalla chemio, chiedendogli di tutto senza rispetto, dove pascolava, e quanto vicino era al Poligono, e dove macellava e un sacco di altre domande che con le pecore non c’entravano niente. Quando lo dissi al Colonnello lui stette al telefono per più di un’ora con qualcuno a Roma e quello è stato l’unico caso in cui gli ho sentito alzare la voce. Quando ha chiuso la telefonata mi ha detto: «Vede signora cosa succede quando uno vuole fare il dottore e non passa l’esame di ammissione a medicina? Finisce a fare il veterinario, visitando le persone come se fossero animali e gli animali come se fossero persone. Ciascuno dovrebbe fare solo il servizio di cui è incaricato». Lo capivo benissimo. In un posto dove si lavora già con fatica, dove i militari dicono che non c’è niente, il ministro della Difesa dice che è tutto regolare e la gente che ci vive non ha nulla di cui lamentarsi, perché la parola di un veterinario deve valere di più? Parlavano di uranio impoverito, ma eravamo noi a essere stati impoveriti per anni, prima che aprissero la base militare e dessero lavoro a mezza comunità. Lo capisce anche un bambino che se ti metti ad aprire le tombe dicendo che si muore per colpa del Poligono metti a rischio l’economia di una provincia. “
Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori, maggio 2023¹; pp. 76-77.
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nipresa · 1 year
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1. No, riprova e controlla
2. Uno dei più famigerati roghi di libri fatto dagli eroi di un sacco di gente che milita in FdI, quello del 10 maggio 1933, fu alimentato dalla biblioteca dell’Istituto per lo Studio della Sessualità di Berlino, un’istituzione che persino se esistesse oggi, chessò, a Roma, sarebbe criticata e contestata dalla destra di governo.
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liesmyth · 2 months
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salve!! mi sembri una persona che si tiene parecchio informata e volevo chiederti cosa usi per farlo -- adesso mi spiego peggio! uso un'applicazione per i feed rss così posso scegliere le mie fonti ma inevitabilmente scopro le cose perché la gente ne parla sui social, probabilmente la cronologia di un feed non mette in risalto l'ultima ora o c'è qualche altro motivo oppure non l'ho configurata bene io che è la cosa più probabile. tutto questo per chiederti, concretamente, che applicazioni usi, che testate apri per prime (soprattutto per un'informazione generale sul paese perché gli stati in cui ad es. il corriere o la repubblica si trovano: lasciamoli mai dove sono), etc.
grazie in anticipo! ^^
ma usi squid per caso? io la usavo in passato ma non ricordo bene per quale motivo ho smesso di leggere. In realtà principalmente guardo un sacco di tv durante i pasti (rainews24 la mattina e i vari report / otto e mezzo la sera) (so che la rai è invasa da fascisti ma rainews rimane abbastanza okay per l'informazione) e poi da lì se qualcosa mi interessa approfondisco, ma dai social proprio vedo molto poco tranne le 5 persone in croce non-fandom che seguo su twitter.
Per le notizie estere do un'occhiata al Guardian tutti i giorni. C'era un periodo in cui leggevo la newsletter di Politico abbastanza fedelmente (sia EU che US) perchè era gratis e davvero approfondita, ma non più da un paio d'anni e non ho idea se sia ancora gratis. Quotidiani/riviste ecc: tramite il portale biblioteche di Roma solo se mi gira, abonamenti non ne ho. Confesso che l'edizione attuale de La Republica >>> il modo clickbait in cui fanno notizie sui social, però ecco non ci spenderei su soldi. Però su L'Espresso si.
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parole-parole-parole · 11 months
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Grazie a @mafaldinablabla il tag! Finalmente una scusa per parlare un po' di me su questo blog dove parlo solo di me.
Come persona autocentrata I'm living the dream✨
1. Are you named after anyone?
No, cioè mio padre dice spesso che, essendo mia madre del Friuli Venezia Giulia, mi abbiano chiamato così in onore della regione. Ma è solo una battuta.
Credo.
Spero.
I miei secondi nomi sono in onore delle mie nonne, tho.
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Sono in periodo esami e mi sta per venire il ciclo, i dati e la scienza confermano quindi sia avvenuto da poco, ma non ricordo con certezza. Fidiamoci.
3. Hai figli?
Ha! No! Meglio morì.
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Una spolverata di tanto in tanto, ma cerco sempre di metterlo al punto giusto con le persone giuste. Non vorrei mai far sentire qualcunɜ a disagio con una mia battuta, e il sarcasmo, se mal dosato, ha la tendenza a far sentire scemo il prossimo.
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
Quattordici anni di nuoto agonistico, con conseguente maratona dallo psicologo :)
W lo sport!
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Se ha lo sguardo gentile.
Poi, appena ci parlo, se ha senso dello humor.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Non per fare quella speciale a tutti i costi, ma ho un occhio verde e uno azzurro. La butto là.
8. Scary movies o happy endings?
Non penso che le due cose siano agli antipodi. Ciò detto, i film horror non li guardo perché mi fanno paura :/ Quindi "Happy endings", immagino, sebbene sia una categoria così ampia che potrebbe significare molte cose.
9. Qualche talento particolare?
Mia mamma dice che sono molto saggia (lei non sa che in realtà io sono tre anziani impilati l'uno sull'altro in a trenchcoat). Mi è stato detto che faccio sentire le persone accolte e al sicuro, il che, se vero, è una cosa preziosa che mi inorgoglisce. Inoltre, la mia amica Sara una volta ha detto che sono una delle poche persone al mondo che quando dice "mi faccio i cazzi miei" effettivamente si fa i cazzi suoi, e penso sia uno dei migliori complimenti mi siano mai stati fatti.
10. Dove sei nato?
A Roma, zì.
11. Quali sono i tuoi hobby?
Beh, anche se lo faccio di lavoro, direi disegnare. Cantare, magari, ma non penso di essere molto brava (non che serva essere bravi per avere un hobby, ma vallo a dire tu al mio perfezionismo), e ascoltare un sacco di musica. Leggere. Nonostante tutto, nuotare. Presumo guardare serie TV di merda e poi recensirle al mio amico Luca in audio da 10 minuti.
12. Hai animali domestici?
Sì! Una gatta di nome Frida! È rotonda 🟠
13. Quanto sei alta?
Guarda, solitamente ti direi "nella media", ma pochi giorni fa due miei amici ubriachi mi hanno dato della nana. Vedi te.
14. Materia preferita a scuola?
In realtà a me è sempre piaciuto studiare tutto ciò che non fosse matematica, sono una persona curiosa, direi. Ciò detto, lettere, storia, letteratura inglese, storia dell'arte e, per nessun motivo al mondo, fisica.
15. Dream job?
Se potessi illustrare libri di cucina, sarei al culmine delle mie mire lavorative. Ciò detto, illustrare libri in generale e, perché no? pure scriverli sarebbe il sogno. Coronabile?
In this country?
I n t h i s e c o n o m y ?
Figurati.
Io sono su Tumblr dall'alba dei tempi, ma essendo profondamente asociale su internet, non ho mai intrecciato rapporti veri e propri (la persona con cui ho più interazioni è quella che mi ha taggata, per dire). Pertanto, magari questa è un'occasione per avere un contatto più ravvicinato con alcunɜ bloggerz che vorticano nella mia orbita e nella cui orbita vortico @acidyellowlava @clovdiest @chaoticpizzaloversblog (ciao!)
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libriaco · 1 year
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Le coincidenze
All'improvviso è comparso, sul mio comodino, un libro di Leskov: "Una famiglia decaduta".
Quel bel piano di legno, dove riposano pile di cartalibri, un ereader, due cellulari, due tablet, un paio di cuffiette bluetooth, un power-bank, una moleskine per le note e alcuni lapis, evidentemente è stato l'oggetto di una 'messa in ordine' da parte di mia moglie. Ora, io considero quell'ampia superficie una naturale estensione delle mie scrivanie (plurale!) e quindi soggetta alla stessa regola che vige per loro: nulla deve essere toccato, spostato, aggiunto o tolto, pena il mio impazzimento nel ritrovare un qualsiasi oggetto che, con memoria fotografica, ricordo a quale livello di stratificazione appartenga, vicino a cosa sia e perché lo abbia amorevolmente accomodato lì (certo in attesa che, un anno o l'altro, mi punga vaghezza di riaverlo tra le mani). Questa 'riorganizzazione' del piano in noce mi ha proprio infastidito ma mi sono ben guardato dal fare commenti; si sa, siamo nel periodo delle feste...
Il libro era in bella evidenza, chissà perché; se siete buoni lettori sapete senza dubbio che i libri, dotati di una vivace vita autonoma, spesso si nascondono e non si fanno trovare nonostante ricerche capillari, per poi sbucare fuori, all'improvviso, dove meno ci si aspetta. Questo libro però io non lo stavo cercando, quindi, da bell'esibizionista, ha evidentemente trovato il modo di mettersi in mostra per imperscrutabili motivi tutti suoi. Si tratta di un economicissimo pocket Longanesi, risale alla fine degli anni '60 e quasi certamente apparteneva alla biblioteca di mio suocero; però il romanzo devo averlo letto anche io, nel periodo adolescenziale dell'innamoramento con gli scrittori russi; sicuramente dopo i Grandi, però. Lo sfoglio e vado a cercare chi ne sia il traduttore: noi common readers abbiamo un sacco di fissazioni, una di quelle che ho io è di sapere chi traduca/tradisca i testi che leggo; nel caso specifico si tratta di una coppia: Dan Danino di Sarra e Leo Longanesi. Rimango perplesso: mi passa per la mente che il primo, sconosciuto, sia un nom de plume; che Leo Longanesi conoscesse il russo non l'ho mai saputo e forse ha solo 'aggiustato' la traduzione, facendo da editor al primo traduttore: in fondo lo ha pubblicato nella sua stessa casa editrice e avrà voluto avere un buon 'prodotto'.
Faccio qualche ricerca e scopro che Dan Danino (detto Dante) di Sarra era uno slavista, profondo conoscitore di lingue e civiltà slave, docente presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, traduttore di autori russi, polacchi e cèchi tra cui Ljeskov, Gor’kij, Achmatova. "Il suo curriculum annovera attività didattica, pregevoli traduzioni di autori russi, polacchi e cèchi, autorevoli riconoscimenti per la promozione della cultura dell’Est in Italia, collaborazioni a riviste nazionali e straniere di rilevanza intellettuale, rigorose ricerche filologiche nel grande gruppo delle lingue slave. La severità dei suoi studi lo pose tra gli intellettuali bene considerati nei Paesi slavi e nel mondo della Slavistica italiana."  Leggo  QUI. Lo studioso era originario di Fondi. Quest'ultima informazione mi fa accendere, fioca, una lampadina: Fondi, Alberto Moravia, Elsa Morante, “La ciociara”... (uno dei peggiori libri che abbia mai letto).
Approfondisco e scopro che quando Moravia e consorte sfollarono da Roma nel 1943, sperarono di essere aiutati proprio da due loro buoni conoscenti che vivevano a Fondi: i giovani fratelli di Sarra; all'arrivo nel paese non trovarono però Dante, che era impegnato in una docenza a Bratislava, tuttavia la sua famiglia, per i coniugi Pincherle  (che si erano sposati nel 1941, testimone di nozze Leo Longanesi...), riuscì a trovare, nei dintorni, una casetta dove si rifugiarono per mesi e dove Moravia scrisse “La Ciociara”, il suo capolavoro (ironia, eh, ironia!).
Resto tuttavia pensieroso: perché il libro sarà improvvisamente comparso in bella vista? Vorrà ricordarmi di andare a leggere anche "L'angelo suggellato" di cui mi parlò con calore un'amica tempo fa? Mi starà suggerendo di riprendere in mano il saggio di Benjamin su Leskov?   Vorrà che lo rilegga perché il messaggio che mi deve comunicare è contenuto proprio nel testo? Oppure c'è  qualcos'altro che non ho ancora capito?
N. Ljeskov (sic) [Захудалый род - Zahudalyj rod, 1874 ], Una famiglia decaduta, Milano, Longanesi, 1967 [Trad. D. di Sarra, L. Longanesi]
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HCS-La Squadra’s Dictionary, where are they from? Part 2
Part 1 Melone and Ghiaccio
Formaggio; Illuso
Formaggio
Lazio, (Rome)
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Formaggio was born in the Centocelle district.
Knows how to properly cook 'Carbonara' and 'Spaghetti cacio e pepe'
Romanesco D.O.C
Says "AÒ" to start EVERY sentence.
Definitely NOT from Roma-Nord.
When He was a teen, Formaggio used to hang out in the Parioli district, only to bang a couple of young chicks from rich families.
Definitely NOT a Pariolino. (a native or inhabitant of Parioli · (informal) a person with a bourgeois standard of living and right-of-centre politics.)
Favourite expressions (dialect)
"Daje!" (Let's do this!/let's go)
"'Ndo cojo cojo." (I don't really know what I'm doing but I'm doing it.)
"Stacce." (It's the way it is. Whether you like it or not)
"Che tajo!" (So cool!)
"M'arimbarza." (I don't care.)
"ME STO A TAJÀ!" (I'm dying of laughter!)
"Stai a sgravà." (You got it all wrong)
"Me stai a cojonà?" (Who are you trying to fool?)
"Accanna. Accanna i gheims." ( Whatever you're doing. Stop it.)
"È na crema" (that's top notch)
"FIODENA" ( Linguistic contraction for "fio de 'na mignotta", son of a bitch.)
"Lo sto a fà" ( literally means: 'I'm going to do that' but it's used to express the opposite: 'Don't kid yourself, I'm not going to do that.)
"L'ho già fatto." (Now I'm DEFINITELY not going to do that)
"Sta pischella m'assangua." (I really like this girl.)
"Te dò una pizza che t'arestano pe' vagabondaggio!" (I'm gonna slap you out of this world.)
"Sei proprio da 'a Lazio." (This is the worst thing a Romano could say to anybody.)
"Mecojoni." (Damn)
"LI MORTACCI TUA" (Go fuck yourself)
"MANNAGGIA AR CORE DE CRISTO!" (Blasphemy)
Formaggio praising Illuso's cunningness
"Sei tarmente fijo de 'na mignotta che li papponi te stanno a cercà pe' offritte 'n lavoro."
(You son of bitch, you did it again.)
Formaggio driving with Ghiaccio
"AO', ma che è bisestile 'sto semaforo?"
(This red light is lasting more than 'Beautiful People')
Ghiaccio:"tasi diocancaro."
(Shut the fuck up.)
Formaggio criticizing Melone's babyface
"Sta maghina è pormonitica. Che c'hai preso un virus pe vedè tutto quer porno?"
(This thing is so slow. Are you sure you didn't catch a virus watching all that porn?)
Melone:"Boia deh, Un se po' lavorà 'hosì."
(For god's sake, I can't work like this.)
Bonus: Monetary Units in Romanesco
'NA PIOTTA /PAIOT: monetary unit corresponding to 100 lire or 100.000 lire.
UN MILLANTE/UN SACCO: monetary unit corresponding to 1.000 lire.
'NO SCUDO: monetary unit corresponding to 5,000 lire.
'NA FELLA: monetary unit corresponding to 100.000 lire.
'N BOCCOLONE/'N TESTONE/'NA BRANDA/'NA FRONDA: monetary unit corresponding to 1.000.000 lire.
Illuso
Piedmont, (Turin)
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He was born in Turin, but also worked as a model in Milan during his teenage years.
Illuso loves Milan but is always second to Turin.
Adds "già" at the end of every question.
"Roma provincia, Torino capitale" (Rome is a province, Turin the capital.) says EVERY Torinese ever. This sentence is written on many walls in Turin.
Anything under the 'Po' river' is 'Africa'.
Constantly harasses his teammates from the South by saying " Sotto al Po', tutti terroni".
Would never directly call Risotto 'terrone' (and neither would Ghiaccio) cause it may sound pretty offensive.
Illuso drinks the 'tamango' a cocktail with rumored hallucinogenic abilities that everyone loves.
Always argues with Ghiaccio that "Le Panche" Cocktail bar is better than any "Bacaro Tour".
Almost died when a GTT bus caught fire. This happens at the rate of one every 6 months.
Illuso is fond of 'Cri Cri' , hazelnut chocolate candies covered in sugar granules.
He heard that they are going to held '2006 Winter Olympics' in Turin and he's totally bragging it with Formaggio.
"Roma? Dove stava Roma già? È forse una provincia?" (Rome? I don't know her. Is it some kind of province?)
Favourite expressions (dialect)
"Non mi oso/non si osa." (I would never.)
"Com'è?" (how are you?)
"Ziofa." (filler word.)
"Boja faùss." (this clever imprecation historically substitutes a terrible blasphemy)
" Vate caté na mola!" (Go fuck yourself!)
"Fatti furbo." ( Get a grip/ stop talking nonsense.)
"Boh." ( I don't know.)
"Neh." ( True dat.)
"E bon." (That's it.)
"Piciu!" (dumbfuck!)
"Pirla!" (Milanese version of 'piciu')
"Preso bene/male." (I'm having/NOT having fun)
"Facciamo che..." (Let's...)
"Mica hai voglia di..." (Would you mind...)
"Oh basta là." (Quit it!)
"Cerea." (Goodbye)
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idettaglihere · 1 year
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vorrei dire a mia zia che non voglio più andare a Roma e se possiamo cambiare le cose prenotate a mio nome con quello di una sua eventuale amica così che possa andare con lei; perché ho davanti un sacco di spese da affrontare che gravano solo e soltanto su di me essendo il mio stipendio l'unica entrata, e con mia madre sempre pronta a farmi sentire in colpa per ogni singolo € che spendo per me stessa non è il massimo, soprattutto perché mi rinfaccia già il fatto di dover pagare le visite di controllo post-intervento, posso solo immaginare cosa mi aspetta dopo l'ipotetico viaggio, che non mi godrei nemmeno perché avrei sempre paura di un imprevisto che richiede soldi, che io non ho; devo trovare il modo di parlargliene, ma ho paura si offenda, spero di no
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