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#biopolitica
crazy-so-na-sega · 3 months
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Anche l'ultimo dei conigli, quando non rischia nulla, trova la forza per fare il figo. Non lo avrebbero fatto uno contro uno senza essere spalleggiati.
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-Drake
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gregor-samsung · 11 months
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“ C’era un brutto clima. Da mesi i complottisti e gli ambientalisti, che spesso sono la stessa cosa, insistevano a dire che la causa di tutti quei tumori erano le armi che si sparavano al Poligono ed eravamo nervosi, militari e cittadinanza. Qualcuno in paese aveva dato retta alle voci sull’utilizzo dell’uranio impoverito e un magistrato aveva aperto un’inchiesta, facendo tirar su dalla terra salme vecchie addirittura di dieci anni. Colpa delle denunce dei veterinari della ASL, che erano venuti per fare le analisi agli animali e invece che sulla salute delle pecore avevano raccolto informazioni su quella dei pastori. Sono venuti anche a casa nostra a parlare con mio marito devastato dalla chemio, chiedendogli di tutto senza rispetto, dove pascolava, e quanto vicino era al Poligono, e dove macellava e un sacco di altre domande che con le pecore non c’entravano niente. Quando lo dissi al Colonnello lui stette al telefono per più di un’ora con qualcuno a Roma e quello è stato l’unico caso in cui gli ho sentito alzare la voce. Quando ha chiuso la telefonata mi ha detto: «Vede signora cosa succede quando uno vuole fare il dottore e non passa l’esame di ammissione a medicina? Finisce a fare il veterinario, visitando le persone come se fossero animali e gli animali come se fossero persone. Ciascuno dovrebbe fare solo il servizio di cui è incaricato». Lo capivo benissimo. In un posto dove si lavora già con fatica, dove i militari dicono che non c’è niente, il ministro della Difesa dice che è tutto regolare e la gente che ci vive non ha nulla di cui lamentarsi, perché la parola di un veterinario deve valere di più? Parlavano di uranio impoverito, ma eravamo noi a essere stati impoveriti per anni, prima che aprissero la base militare e dessero lavoro a mezza comunità. Lo capisce anche un bambino che se ti metti ad aprire le tombe dicendo che si muore per colpa del Poligono metti a rischio l’economia di una provincia. “
Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori, maggio 2023¹; pp. 76-77.
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catatando · 5 months
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Limpeza étnica e biopolítica
Estava aqui lendo o vol. I da História da Sexualidade (A Vontade de Saber) e parece difícil não entender o que ocorre hoje em Israel, sob a limpeza étnica da Palestina, como uma espécie de consequência natural das políticas disciplinares e biopolíticas descritas por Foucault. Ele demonstra muito bem como as práticas de segregação populacional se coadunam com a identificação de certo corpo…
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L'unica scelta che ci hanno concessa è di non averne
L’unica scelta che ci hanno concessa è di non averne
Anna Lombroso per il Simplicissimus Che sorpresa, la Grande Democrazia che ha confezionato un modello di vita esportato in gran parte del mondo e fecondo di benessere e sviluppo, pare abbia delle tare che non riguardano per una volta il suo ruolo di nume tutelare della sicurezza e dell’ordine mondiale, bensì  quelle prerogative e conquiste che dovrebbero salvaguardare comportamenti, inclinazioni…
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radiotatuapefm · 2 years
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#Repost @aloka_club with @let.repost • • • • • • Nesse domingo 22 de maio no #projetogrind na #aloka, #performance especial de @aliprando.exe no show #algoritmos. Será imperdível! #tecnogenero #biopolitica (em Radio Tatuape FM) https://www.instagram.com/p/Cd4rP92DIMo/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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dominousworld · 2 months
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LA BIOPOLITICA DI FOUCAULT
LA BIOPOLITICA DI FOUCAULT
a cura di Mike Plato Quanto segue fu scritto in tempi non sospetti da Michel Foucault….Riportatelo agli ultimi 3 anni e capirete quanto avesse dannatamente ragione: Il corpo è un campo politico, teso tra le lotte di potere che agiscono e lasciano il segno su di esso, lo limitano, lo sottopongono a torture, punizioni, rituali. La violenza è uno dei meccanismi attraverso i quali i corpi di minor…
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falcemartello · 9 months
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+++Breaking News+++
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L'uso degli eventi in chiave narrativa implica la privazione della libertà. La pandemia ha aperto la strada alla biopolitica.
@boni_castellane
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iviaggisulcomo · 1 year
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“Perché sempre si oppone? Si erge come diga. Perché non si fa vicina? Come tutte le madri, o almeno la madre che io vorrei, e non bacia, non accarezza, non pettina i capelli, non rassicura, non incoraggia, ma solo giudica e pretende, ma solo mortifica con parole e accuse, e sottolinea la fine dei sogni e delle speranze. Mi fa sentire molto da meno, un fallimento, una caduta, un ingranaggio spezzato, un pendolo fermo alle sei del mattino quando ormai è notte fonda: fuori fase, balorda, non so dove cercherò, non so a chi chiederò, come mi arrangerò, perché non so arrangiarmi, io so attendere che mia madre arrangi. Mi tornano in mente con chiarezza le caramelle che succhiava la mia professoressa di italiano, l’odore d’anice e i consigli per trovare lavoro, perché a quello dovevo mirare, invece di perdere tempo e farfugliare e scimmiottare una vita non mia, una carriera intoccabile, che miserevole, che poverina, senza borse di studio, senza sostentamenti, senza artifici resto solo io che valgo assai poco. Mi guardo intorno e voglio esplodere, fare boom: i quaderni, le fotocopie, i libri, gli schemi, i riassunti, gli appunti, i calendari, le date, le scadenze, i moduli di richiesta, il mio nome ritagliato e appeso all’armadio – un nome che non mi si addice, che detesto venga detto ad alta voce – l’universalismo delle differenze, la retorica del riconoscimento, il libro gamma di Aristotele, la biopolitica, il messianesimo, la secolarizzazione, il Leviatano, il secondo sesso, l’io nomade, lo scetticismo, la redenzione, la soglia urbana, lo spettro dei colori, il linguaggio egocentrico, il sadismo, la nausea di Sartre, tiro giù ogni cosa dalle mensole e dal muro, tutto viene colpito e squadernato, tutto finisce a terra e io lo calpesto. Poi lo vedo, è dritto e robusto, il mio dizionario, se ne sta lì placido, non teme giudizi o cattiverie, allora lo assalto, perché è stato lui il primo a mentirmi, a farmi credere che con le parole avrei cambiato la mia vita, l’avrei riscritta, narrata in prima persona e invece no, sono sempre gli altri a raccontarci, sono loro che trovano le nostre definizioni, le nostre parentesi quadre, le radici da cui proveniamo.”
(G. Caminito)
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Bourbon in un giro di blues di GiovanniCoppola
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Il Pub Charlie Brown Bourbon in un giro di blues di Giovanni Coppola edito da Algra Editore è un romanzo che cattura il lettore fin dalle prime pagine. L’ iniziale atmosfera accogliente prepara il lettore alla dura realtà delle pagine seguenti che si intrecciano con le chiacchiere al Charlie Brown, il pub di Felix, l’isola felice dei quattro protagonisti del romanzo. A fare da sfondo ai sogni, alle speranze e alle delusioni dei personaggi c’è Catania, la città di Giovanni Coppola, che ci restituisce storie di mafia e di connivenze che la avvelenano e che racconta un clima di corruzione e immobilismo.  In Bourbon in un giro di blues di Giovanni Coppola si parla anche di anni di piombo, di malavita, di droga e di corruzione, temi che aprono ferite in ognuno di noi e che si alternano alle disillusioni dei protagonisti di questo romanzo, ricco di spunti e riflessioni. Ringraziamo Giovanni Coppola per le sue interessantissime risposte che ci hanno dato la possibilità di capire la necessità che ha spinto l’autore a trattare determinati temi.  Bourbon in un giro di blues di Giovanni Coppola Salve Giovanni, lei è nuovo ai lettori di Cinquecolonne Magazine, ci racconta brevemente cosa le piace e cosa fa nella vita? Innanzitutto, un caro saluto ai lettori di Cinquecolonne Magazine e un grazie particolare a voi. Le rispondo: sono attratto dalla semplicità, dalla convivialità e dai libri. Mi piacciono anche le tradizioni, autentici forzieri di valori e saperi. Nella vita oltre che scrivere svolgo l'attività di imprenditore e non so decidermi quale considerare professione e quale hobby. Il suo romanzo è decisamente contro il politicamente corretto. Come le è nata l’idea? C’è stata una notizia, un evento che le ha fatto scattare la scintilla? Il mio è un romanzo “contro” non solo il politicamente corretto, ma anche contro la biopolitica e contro l'ipocrisia di certe narrazioni egemoniche. Mi risulta insopportabile sia il tentativo insistente di rimuovere la natura e sia l’opprimente coltre biologica che si vuol mettere sopra le nostre vite. Natura significa mondo originario, differenze originarie, pensiero originario. La nostra civiltà nasce da tutto questo. Così come non tollero l'ipocrisia che ha ammantato un certo periodo storico denominato “anni di piombo”, che ha come parentesi di apertura l'omicidio dell'agente di polizia Annarumma e quella di chiusura l'omicidio del militante di destra Paolo Di Nella; all'interno di esse sono state scritte orribili bugie e commesse terribili ingiustizie. Nessun evento, ma una presa di coscienza ha determinato la mia denuncia. C’è un protagonista a cui si sente particolarmente vicino, che le assomiglia? Io vivo, diluito, nei miei personaggi, ognuno di loro ha una parte di me. Quindi ritengo che, anche minimamente, tutti mi somigliano. Gli scrittori sono dei demiurghi, dei creatori di mondi a loro somiglianza. Tecnicamente non può esistere nessun distacco asettico tra lo scrittore e i suoi personaggi. È come se Dio voltasse le spalle alle sue creature, pensiero che cozzerebbe contro il dogma che accomuna tutte le religioni. Impossibile...impossibile. Lei ambienta Bourbon in un giro di blues a Catania, la sua città. E’ difficile raccontare la parte brutta della propria città. C’è più speranza o più rabbia nella penna di chi scrive quando si affrontano certi nodi? Catania è la città delle contraddizioni, ha delle caratteristiche che la rendono bella e che solo lei possiede, ma è anche la città delle grandi periferie, che la rendono brutta e appesantita. Le grandi periferie sono quelle che determinano il futuro sociale, politico ed economico di una città. Le periferie catanesi sono luoghi anonimi, di un brutto che abbrutisce, che non hanno narrazione e che rappresentano per chi ci vive quadri di riferimento che contengono una piramide capovolta di valori. Lo scrittore ha il dovere di evidenziare i limiti e le storture della città che ama. Io amo troppo Catania e per questo attraverso la scrittura denuncio i suoi limiti e le sue brutture. Alcuni pensano che gli scrittori abbiano temi particolari, quasi delle ossessioni su cui scriveranno per tutta la vita. Lei ne ha? É vero che gli scrittori hanno dei temi particolari che si evolvono in ossessioni. Penso a James Ellroy, tormentato dall'omicidio della madre o a Celine con il suo disgusto per il genere umano. I loro romanzi sono caratterizzati fortemente da queste ossessioni. I miei romanzi esprimono un realismo critico che fa emergere diverse denunce, non solo un tema o un tormento. Denuncia contro il politicamente corretto, contro l'abbandono e l'abbrutimento delle periferie, contro la fascinazione delle organizzazioni criminali, contro l'abbandono in senso lato. Però se devo considerare un comune denominatore dei miei due romanzi, credo che sia quello dell’amore scorbutico.    Read the full article
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nicolae · 3 months
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Biopolitica și geopolitica
Bioputerea face referire la practica statelor naționale moderne prin o explozie de numeroase și diverse tehnici pentru realizarea subjugării corpurilor și controlul populațiilor. Foucault a folosit termenul pentru a se referi în mod specific la practicile de sănătate publică, printre alte mecanisme de reglementare. Biopolitica este un concept care ia în considerare administrarea vieții și a populațiilor unei regiuni guvernate. Biopolitica produce o societate disciplinară generalizată și controale de reglementare prin biopolitica populației. Incluziunea biopolitică produce efecte geopolitice, prin politicile de grijă față de propria etnie, creând motivațiile pentru încorporarea unor teritorii separatiste. Discursurile biopolitice și geopolitice se întăresc și se susțin reciproc, și se pot condiționa reciproc. Studiul acestor corelări ne poate ajuta să înțelegem mai bine motivul acțiunilor. Read the full article
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paoloferrario · 5 months
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lista documentale in tema di bioetica e suicidio assistito
qui una lista documentale in tema di bioetica e suicidio assistito : https://mappeser.com/category/bioetica-e-biopolitica/suicidio-assistito-assistenza-medica-alla-morte-volontaria-eutanasia/
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crazy-so-na-sega · 5 months
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Il gusto di approfondire. Di andare oltre i confini disciplinari. Solo per curiosità, per ampliare le conoscenze, solo per il desiderio di sapere fine a se stesso, senza ritorno. Oggi quasi tutto si fa per un fine: un voto, un esame, un concorso, un titolo. È la morte del sapere.
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-Il Rabdomante
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Ogni tentativo di ripensare le nostre categorie politiche deve muovere dalla consapevolezza che della distinzione classica fra zoé e bios, tra vita naturale ed esistenza politica (o tra l’uomo come semplice vivente e l’uomo come soggetto politico), non ne sappiamo piú nulla. Nel diritto romano arcaico homo sacer era un uomo che chiunque poteva uccidere senza commettere omicidio e che non doveva però essere messo a morte nelle forme prescritte dal rito. È la vita uccidibile e insacrificabile dell’«uomo sacro» a fornire qui la chiave per una rilettura critica della nostra tradizione politica. Quando la vita diventa la posta in gioco della politica e questa si trasforma in biopolitica, tutte le categorie fondamentali della nostra riflessione, dai diritti dell’uomo alla democrazia alla cittadinanza, entrano in un processo di svuotamento e di dislocazione il cui risultato sta oggi davanti ai nostri occhi. Seguendo il filo del rapporto costitutivo fra nuda vita e potere sovrano, da Aristotele ad Auschwitz, dall’Habeas corpus alle Dichiarazioni dei diritti, il libro di Agamben cerca di decifrare gli enigmi – prima di tutti il fascismo e il nazismo – che il nostro secolo ha proposto alla ragione storica. Fino a vedere, nel campo di concentramento, il paradigma biopolitico nascosto della modernità in cui città e casa sono diventate indiscernibili e la possibilità di distinguere tra il nostro corpo biologico e il nostro corpo politico ci è stata tolta una volta per tutte.
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gregor-samsung · 22 days
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" Serena ci lascia sempre guardare il notiziario. Dobbiamo prenderlo per quello che vale, chissà se è vero in ogni sua parte? Potrebbe trattarsi di vecchio materiale di repertorio, potrebbe essere falso. Ma lo guardo comunque, sperando di essere in grado di leggere tra le righe. Qualsiasi notizia, ora, è meglio di niente. Notizie dalla prima linea. In realtà non c'è una prima linea, pare che la guerra divampi in molti punti contemporaneamente. Colli coperti di boschi, visti dall'alto, alberi di un orribile giallo. Almeno sistemasse il colore. I monti Appalachi, dice la voce del commentatore dove gli Angeli dell'Apocalisse, Quarta Divisione, stanno snidando col fumo una sacca di guerriglieri battisti, con il sostegno aereo del Ventunesimo Battaglione degli Angeli della Luce. Ci vengono mostrati due elicotteri, neri con ali argentee dipinte sui fianchi. Sotto di questi, esplode un gruppo di alberi. Appare il primo piano di un prigioniero, la faccia sporca e ispida, tra due Angeli, nelle loro perfette uniformi nere. Il prigioniero accetta una sigaretta da uno degli Angeli, se la porta impacciato alle labbra con le mani incatenate. Fa un sorriso sbilenco. L'annunciatore dice qualcosa, ma non riesco a sentirlo: guardo gli occhi di quest'uomo, tentando di capire che cosa stia pensando. Lui sa che la macchina da presa è su di lui: quel sorriso è un atto di sfida, di sottomissione o esprime solo il disagio di chi non sa che atteggiamento prendere? Ci mostrano solo vittorie, mai sconfitte. Chi vuole cattive notizie? Forse è un attore.
Adesso compare sul video il commentatore. I suoi modi sono garbati, paterni; ci fissa dallo schermo con la sua carnagione abbronzata, i capelli bianchi, lo sguardo candido, sagge rughe qua e là, come il nonno ideale di tutti noi. Quanto ci sta dicendo, implica il suo sorriso sereno, è per il nostro bene. Presto tutto andrà a posto. Lo prometto. Ci sarà la pace. Dovete aver fiducia. Dovete andare a dormire, come bravi bambini. Ci dice ciò cui vogliamo credere. È molto convincente. Cerco di resistergli. È come una vecchia star del cinema, mi dico, coi denti falsi e una faccia stereotipata. Nello stesso tempo mi sento attratta da lui, come ipnotizzata. Se solo fosse vero. Se solo potessi credere. "
Margaret Atwood, Il racconto dell'ancella, traduzione di Camillo Pennati, Ponte alle Grazie, 2019², pp. 112-113.
[Edizione originale: The Handmaid's Tale, McClelland and Stewart, 1985]
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aoeu-aoeu · 9 months
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Tengo que escupir en algun lado para despejar la cabeza
Algunas cosas que dejo como disparadores para algun otro momento o para nunca, para no tenerlas flotando en la cabeza
y/o recordarlas como delirio.
Mi quiebre no fue el encierro de la pandemia, mi quiebre por alguna extrania razon fue sentir, tener la intuicion de tener chatbots que
nos van a sobropasar en el paso del tiempo. Al encierro estoy acostumbrado.
Entender que hay una realidad material, el metadiscurso de su pensamiento, lisa y llanamente lo entiendo como pensamientos que invaden mi cabeza,
no es algo que pueda controlar, es estar horas haciendo nada y pensando en todo, a esta altura del partido, ya no se si es un tema de internet, identidad o lo que corno sea.
Ese metadiscurso, es para mi la realizacion de lo alienado que estoy y separado de la realidad material concreta, por ahora no encuentro mejor definicion.
El pensamiento desde un punto de vista productivo esta cada vez mas destruyendose desde esa auto realizacion dentro de la alienacion.
Prefiero descargar esto, para no seguir almacenandolo en la memoria a corto plazo.
Cada vez entran menos cosas
Soy la carne que normalizo la miseria de fines de los 90.
En esa burbuja de promiscuidad, violencia, y encierro habitar es un hecho anarquico.
En el fondo seguro somos varios hacinados por la basura de los 90.
No hay politicas de izquierda, y derecha, sino identitarias que son transversales a todos los espacios.
El feminismo, y el movimiento LGBTQ+ hicieron mas por la politica que todas las instituciones que venimos arrastrando.
La biopolitica es la autorealizacion de la mierda que nos toco por ser parte de este circo
Todos somos experimentos sociales, sintomas del tejido social cristalizados a traves de la identidad.
La locura es una ruptura de ese tejido, la realizacion del absurdo, el cerebro no queriendo ser mas mutilado en
comportamientos arbitrarios.
FIN
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L'unica scelta che ci hanno concessa è di non averne
L’unica scelta che ci hanno concessa è di non averne
Anna Lombroso per il Simplicissimus Che sorpresa, la Grande Democrazia che ha confezionato un modello di vita esportato in gran parte del mondo e fecondo di benessere e sviluppo, pare abbia delle tare che non riguardano per una volta il suo ruolo di nume tutelare della sicurezza e dell’ordine mondiale, bensì  quelle prerogative e conquiste che dovrebbero salvaguardare comportamenti, inclinazioni…
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infosannio · 10 months
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“Schedare il Dna di tutti i cani per sapere chi di loro ha fatto la cacca per strada”: la trovata del sindaco fa discutere
La solerzia di molti primi cittadini italiani ha già superato la severa manovra anticacca di Robert Ménard, sindaco di Beziers, in Francia (ilfattoquotidiano.it) – Schedare il Dna di tutti i cani per sapere e multare chi di loro ha fatto la cacca per strada. L’ultima follia biopolitica se l’è inventata Robert Ménard, sindaco di Beziers, una bella cittadina del sud della Francia di circa 70mila…
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