#aggredisce
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Tentativo di evasione di detenuto psichiatrico e aggressione al Personale di Polizia Penitenziaria presso il Tribunale di Napoli
CARCERI-OSAPP Tentativo evasione da parte di detenuto psichiatrico e aggressione al personale presso il Tribunale di Napoli –
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Aggredisce gli operatori 118 e spacca i vetri dell'ambulanza con una mazza
L’azienda sanitaria ha fatto sapere di riservarsi la possibilità di presentare formale denuncia nei confronti dell’aggressore. Sul luogo dell’accaduto sono intervenute anche le forze dell’ordine Prima avrebbe spaccato i finestrini del mezzo e poi si sarebbe scagliato contro gli operatori insultandoli e minacciandoli di morte. Protagonisti della vicenda sono stati i sanitari dell’emergenza…

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#Aggredisce gli operatori 118 e spacca i vetri dell&039;ambulanza con una mazza#n.c.c.#noleggio con conducente
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La farsa social dei “cacciati perché israeliani” I fatti: due turisti israeliani mangiano regolarmente nel locale. Nessun insulto, nessun cartello con divieti, nessuna discriminazione. Solo, a fine pasto, una conversazione — civile — con altri clienti, durante la quale si glorifica Israele. A quel punto, la titolare del locale spiega pacatamente che la Taverna aderisce alla campagna internazionale Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana e che si oppone, come atto politico e civile, al regime di oppressione in Palestina. Tutto qui. Ma la coppia israeliana non accetta che qualcuno possa dissentire dalla narrazione imposta. Accusa la ristoratrice di antisemitismo, la filma mentre la aggredisce verbalmente (“Terrorism supporter!”), cercando volutamente lo scontro per poi riversarlo sui social. Monta il caso. Falsifica il contesto. Trasforma la realtà in uno spettacolo lacrimevole, pronto a essere ripreso da giornali e TV senza una verifica, senza un contraddittorio, senza neanche chiedersi perché un ristorante di Napoli dovrebbe odiare un cliente a caso.
Dalla pagina di “Briganti”
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Do you notice a usual pattern?
Cecilia Sala, giornalista arrestata in Iran, anche se non lo è, sembra uscita da un certo format.
Ha lo stile del tipico giovane sveglio adottato dai servizi, magari dietro lo scudo di una grande agenzia di management dei professionisti della comunicazione, addestrato a fare il
"giornalista" di propaganda, che nell'entusiasmo dei vent'anni accetta magari anche di partecipare a operazioni d'intelligence, coperte da reportage.
Una che ha lasciato gli studi perché già le offrivano partecipazioni in tv, contratti con i giornali.
Ancora pochi giorni fa, su LA7 dove è di casa, appoggiava l'invio di truppe europee in Ucraina, spacciando le solite bufale sulla Georgia, sulla Russia pronta ad attaccarci.
Poi lavora al FOGLIO, un marchio di garanzia embedded. Un giornale che sta giustificando un genocidio.
Negazionista del genocidio la Sala, anche se poi si è accodata alle critiche di convenienza verso Netanyahu.
Furba anche nel dissentire dalle bufale sulla ragazza nuda a spasso per Tehran. Stava per fare due settimane di permanenza in Iran.
Fortunata ora a trovarsi dalla parte "giusta" in Iran, uno stato contro il quale, tempo zero, tutti i media occidentali sono già in rivolta per lei.
Trovandosi dalla parte "sbagliata", poteva finire macellata (peraltro come migliaia di bambini e come chiunque, donne, medici, sacerdoti cristiani) e presa appositamente di mira in quanto giornalista dal regime sionista, senza che un Crosetto di turno fiatasse.
Anzi, il nostro ministro è fresco di visita, baci e abbracci col suo pari grado dello stato macellaio ebraico.
Dalla parte "sbagliata" nessuno se la filerebbe, come è accaduto nel settembre 2023 a un italiano di origine palestinese arrestato dal regime di Tel Aviv senza spiegazioni, così come già accadeva da anni con migliaia di persone in Cisgiordania, solo perché palestinesi.
Cinque settimane di prigione e tre mesi prima di lasciarlo rimpatriare.
In quel caso, il ministro Tajani riuscì a dire che "non possiamo interferire con attività giudiziarie di un altro paese".
A maggior ragione allora, non possiamo interferire con le attività giudiziarie dell'Iran, uno stato sempre corretto nelle relazioni con l'Italia, a differenza di altri.
L'Iran che almeno, fino a prova contraria, non aggredisce stati esteri, non macella migliaia di donne, bambini e giornalisti, non rade al suolo ospedali, chiese, moschee e città intere solo per la conquista di quello che ritiene il suo spazio vitale.
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Atene, 7 marzo 2024. Prima della partita contro l’Olympiacos, in nutrito gruppo di tifosi del #MaccabiTelAviv in trasferta aggredisce brutalmente un ragazzo arabo in piazza Syntagma lasciandolo esanime sul marciapiede. La sua colpa? Aver sventolato una bandiera palestinese. Sono in tanti contro uno solo, nessuno si mette in mezzo per difendere l’aggredito. Chi resta ai margini della scena si limita a osservare, facendo il verso della scimmia. Oggi qualcuno cerca di far passare questa gente per vittime. Sempre la stessa storia.
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Poco prima un'altra in tang.est, altre lunghe code.
Azzardo, da gomblottishta moderato che non sparacchia a sentimiento ma al contrario, lo fa se e quando conosce i polli che razzolano.
"Auto prende fuoco per strada, cause da stabilire", mi pare topòs standard tipo "aggredisce a coltellate" o "picchiano coppia omo": una tipologia di evento che di per sé determina i soggetti anche se il giornalaio non è motivato, diciamo, a rivelarli.
Esplicitiamo: nel secondo caso son "risorse", difficile sbagliare (se son maschi bianchi trovi subito foto con nome indirizzo e codice fiscale); la tipologia in questione, emergente, invece puzza tanto da autocombustione di elettrico/ibrido, causata cioè da autoinnesco delle batterie (accumulo chimico di energia). L'articolaro non lo specifica, chissà mai perché, ma quando aggiunge: "l'incendio ha richiesto l'intervento di diversi mezzi dei pompieri", per me il caso indiziario è chiuso.
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Di fronte a questi atti #vergognosi, non possiamo voltare lo sguardo.
#Bastoni e #violenze non appartengono a chi manifesta, ma a chi semina caos e aggredisce lo #Stato.
Dalla parte delle Forze dell’Ordine, sempre.
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Ciao. Ultimamente mi sta tornando continuamente alla mente quanto è successo a Genova nel 2001. Ci abbiamo messo anni a processare quanto è successo, nessuno dei responsabili è stato punito (anzi, sono stati pure promossi), è stato fatto pochissimo per cercare di imparare qualcosa da quello scempio e per fare in modo che quello schifo non si ripeta più.
Adesso nonostante tutti gli sforzi mi sembra che stiamo tornando in quella direzione. Hanno caricato manifestanti pacifici, hanno caricato dei ragazzini. Ho paura che siano pronti a caricare di nuovo giornalisti, personale medico, associazioni pacifiche, studenti minorenni, persone assolutamente pacifiche. Ho paura che diano di nuovo l'ordine di sparare, paura che ci scappi di nuovo un morto.
Dovevamo imparare qualcosa da Genova e invece i governi hanno messo di nuovo la testa sotto la sabbia e siamo di nuovo qui
Ehi ciao a te anon
Quanto vorrei rispondere che stai esagerando, che stai andando in paranoia, e che si tratta di casi isolati, ma mentirei, perché tutti abbiamo pensato al G8 di Genova.
Vorrei rassicurare in qualche modo, ma sinceramente l'aria che si respira non mi piace per nulla, qua sono 2 settimane che continuiamo a parlare di polizia che aggredisce manifestanti pacifici, e non si fermano neanche coi ragazzini e sindaci con la fascia tricolore, praticamente non hanno rispetto di niente e di nessuno ormai.
Spero che si diano una svegliata perché davvero qua presto potrebbe esserci un nuovo g8 di Genova
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BARI, Detenuto Ricoverato nel Reparto Detentivo Ospedaliero Aggredisce Due Agenti
Polizia Penitenziaria sempre più ai confini del sistema. A Bari, un detenuto ricoverato nel reparto detentivo del nosocomio cittadino aggredisce due agenti. “Ne dà notizia l’O.S.A.P.P. per voce del Segretario Generale Aggiunto Pasquale Montesano”. Pochi minuti fa, un detenuto di origini italiane, presumibilmente affetto da patologie psichiatriche, ha dapprima devastato la stanza di pernottamento…
#.it#agenti#aggiunto#aggredisce#alsippe#anppe#asppe#autonoma#autonomo#bari#carcere#carceri#casa#cgil#circondariale#cisl#cnpp#comunica#comunicato#comunicato stampa#consippe#CORPO#cosp#della#detentivo#detenuta#detenuti#detenuto#detenzione#DI
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La comunità che aggredisce le donne su Threads è la medesima che si ritrova su r/Italia di Reddit: tale account è presente anche su Threads (pubblica le stesse cagate). In base alle risposte che ricevono, scelgono le vittime da aggredire.
Su Reddit Italia si trovano gli stessi maschi tossici che hanno account anche sugli altri social, perché questi nullafacenti passano tutto il tempo sui social.
Gli stessi moderatori di r/Italia sono incel, perché il canale è fatto per raccogliere sprovveduti e poi tartassarli.
Reddit è un brutto social, ben lontano oggi dagli ideali del suo fondatore.
#Reddit#donne#molestie sulle donne#Threads#r/Italia#vittime da aggredire#Reddit Italia#maschi tossici#nullafacenti#social#brutto social
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A chi siede nei palazzi,a chi scrive leggi col cuore distante, a chi si riempie la bocca di “giustizia” senza mai sporcarsi le mani.
Noi siamo quelli che arrivano quando tutti scappano.
Quelli che lavorano di notte, con la pioggia, il freddo e l’ansia di non tornare.
Quelli che entrano nei casini mentre il resto del mondo filma col telefono.
Quelli che si portano addosso le urla, il sangue, le minacce… e poi devono anche giustificarsi per aver fatto il proprio dovere.
Siamo stanchi.
Stanchi dei turni massacranti, dei riposi saltati, delle famiglie trascurate, dei figli visti solo quando dormono.
Stanchi di leggere che chi delinque ha più tutele di noi.
Stanchi di sentirci dire “dovevate pensarci prima di scegliere questo lavoro”.
No, non ci stiamo più.
La legge dovrebbe proteggerci, non incastrarci.
Siamo servitori dello Stato, non bersagli mobili da sacrificare, per una narrazione buonista e ipocrita che non regge più.
Abbiamo giurato fedeltà a una Repubblica che però troppo spesso si dimentica di noi.
Ora che finalmente si parla di una riforma che ci tutela, che riconosce il nostro diritto a difenderci mentre difendiamo, qualcuno grida allo scandalo.
Lo scandalo è stato lasciarci soli fino ad ora.
Lo scandalo è stato processare noi mentre chi ci aggredisce va libero.
Lo scandalo è trattarci come carne da macello quando siamo noi a tenere in piedi l’ordine ogni giorno.
Non vogliamo privilegi.
Vogliamo solo rispetto.
Vogliamo che chi indossa una divisa non debba aver paura di finire sotto processo per aver salvato una vita, o per essersi difeso da chi impugna un coltello.
Siamo stanchi. Ma non siamo finiti.
E se lo Stato decide finalmente di stare dalla parte di chi lo serve, noi ci saremo. Ancora. Come sempre.
Ma non chiedeteci più di chinare la testa.
Quel tempo è finito.
Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò!
Ma che almeno, stavolta,
l’Italia risponda.

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1) Not all men, non tutti i maschi sono così, non potete generalizzare.
Non generalizzo, ma non vedo per quale ragione dovrei lodare qualcuno per non essere un assassino. Quando un uomo si sente in dovere di precisare di essere diverso da un tizio che controlla, rapisce, aggredisce, uccide una donna che cosa vuole esattamente, un applauso? Una medaglia? Riceviamo forse un premio per non essere criminali?
Non commettere violenza è il livello base di convivenza civile: non si dipinga il minimo della decenza come una prova di virtù.
Se poi la paura è legata alle relazioni (“le donne hanno paura degli uomini, resterò scapolo tutta la vita”), si sappia che per chiunque l’intimità è anche vulnerabilità. Il timore d’essere temuti credo possa almeno pareggiare con il timore di subire violenza, no?
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2) Cherry picking e benaltrismo (Non c’è un aumento di casi! E allora i maschicidi? Gli infanticidi? E allora i paesi islamici?)
Primo. Se si parla di violenza sulle donne il tema è la violenza sulle donne, se ritenete meritevoli di dibattito altri temi fatevi i post vostri.
Secondo. L’allarme sociale si crea di fronte a fenomeni statisticamente rilevanti, non necessariamente in numeri assoluti. Esibire il grafico che mostra che le vittime femminili di omicidio restano costanti negli anni, come se quel dato fosse una vittoria, mostra la mancata comprensione della tendenza, visto che, a fronte della generale diminuzione dei reati (e degli omicidi) la mancata flessione delle vittime femminili non può essere interpretata positivamente.
Terzo. Il fatto che le donne in Iran siano perseguitate e oppresse non rende sopportabile la violenza di genere altrove, né rende capricci o voluttà le rivendicazioni femministe.
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3) Volemosebene, basta guerra tra i sessi!
Denunciare la violenza di genere, riflettere sul patriarcato non significa, né ha mai significato, odiare i maschi, né ingaggiare un derby donne contro uomini, ma casomai criticare un certo tipo di maschi (ma pure di femmine, che ne adottano retorica). In altri termini, significa riconoscere l’egemonia culturale che il privilegio maschile ha imposto e impone. E far emergere questo conflitto, non tra maschi e femmine, ma tra patriarcato e parità, richiede anche argomentazioni forti e toni aspri: nella lotta contro disuguaglianze e discriminazioni, il bon ton non è un requisito essenziale.
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E, quanto a retorica, anche in buonafede, sappiate che non abbiamo bisogno di sentirci dire che doniamo la vita o che siamo esseri angelicati: siamo tutte diverse, con idee, temperamenti, caratteristiche differenti, così come i maschi, così come chiunque. Abbiamo bisogno, e abbiamo diritto, tuttə, di avere potere sul nostro corpo, sul nostro spazio, fisico, psicologico e sociale. Abbiamo bisogno di elaborare e rivendicare, di vivere e di convivere, di legarci restando persone, individualità che esistono non solo in funzione di qualcuno o di qualcosa.
E tra i maschi non cerchiamo, né dovremmo cercare, eroi, salvatori, giustizieri o principi azzurri. Se davvero, sinceramente, autenticamente, non per provocazione o polemica, temete il femminismo e non cogliete problemi nel modello patriarcale, ma vorreste non essere parte del problema, siateci alleati. Riconoscete il privilegio di cui godete (che non è una colpa, è un vantaggio), iniziando da quello della parola: per una volta, lasciate il palco, il microfono, il megafono, l'editoriale, l’ospitata in tv. E chiedete, leggete, ascoltate, cercate di capire e non convincetevi subito di esserci riusciti. Imparate a condividere e rilanciare le parole altrui: ci sono persone che parlano veloci per l’abitudine di essere interrotte, ci sono discorsi che meriterebbero ascolto invece che lezioni, ci sono voci che andrebbero amplificate.
E quando si ha un privilegio il miglior servizio è farsi cassa di risonanza.
Roberta Covelli
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OSSERVA CHE…
quando qualcuno tenta di manipolarti, o anche svalutarti, provocarti, ora non parlo di aggressioni vere e proprie, la prima cosa che fai è sbilanciarti energeticamente verso l’altro ossia perdi immediatamente o poco dopo la connessione con te stesso.
A questo punto l’altro ha ottenuto ció che voleva, cioè portarti a se, prendere energia, godere di averti fatto arrabbiare, perdere le staffe, vederti col fianco scoperto.
Intanto finché accadono queste cose quotidianamente in una relazione di coppia, significa che il rapporto è da rivedere, che è ancora basato sul potere e non sull’amore, ma per ora osserviamo questa dinamica in generale.
Appena riceviamo un attacco esterno, perdiamo il contatti con la nostra verità e iniziamo a spiegare, controbattere, convincere, insomma iniziamo a stare al gioco.
Prova a fare questo esercizio: la prossima volta che senti che qualcuno inizia questa danza, visualizza un arco con delle frecce che lui stesso o lei, scocca verso te, e immagina che anziché colpirti, cadano a un metro da te, nel vuoto.
Respira. E rimani ancorato al cuore e al diaframma. Senti l’energia che ti ancora bene a terra e continua a visualizzare le frecce.
Rimani in assoluto silenzio e totalmente connesso a te.
Ad un certo punto, l’altra persona si renderà conto di un fatto strano, e cioè che più quella spinge verso te, più come un boomerang la spinta gli torna indietro facendogli/le male.
A questo punto, solitamente la persona in questione, smette il suo gioco e se ne va, cambia stanza. A volte, poco dopo tornerà a per scusarsi con voi, perché non riesce a sostenere i propri demoni. A volte andrà a cercare un alleato con cui continuare a sfogarsi ( magari continuando a parlare di voi )
Il risultato importante è questo: non avete donato energia al provocatore, non lo avete nutrito.
E adesso riflettiamo: durante queste discussioni, provocazioni ecc, vuoi davvero evitare di sprecare energia “difendendoti” oppure anche tu hai bisogno di buttare fuori un po’ di rabbia che si è accumulata e quindi usi quella situazione per sfogare qualcosa di repressi che sta lì da mesi?
Riflettici.
A volte c’è bisogno di farsi sentire, di combattere, di ristabilire dei confini, ma il piu delle volte ci facciamo agganciare perché anche noi abbiamo qualcosa che spinge per uscire.
(Ripeto: se qualcuno vi aggredisce fisicamente, difendetevi, qui parliamo di cose un po’ più subdole e sottili che nuoccio comunque alla salute nel lungo periodo, ma che comunque non definiremo urgenti.)
ClaudiaCrispolti
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[sugli uomini tradizionalisti]
È logico che un uomo tradizionalista non dirà mai apertamente ad una donna emancipata "fai bene ad essere così", ma dove può la aggredisce pubblicamente per tornaconto; ricordo però che non sono nata ieri: so bene che gli uomini tradizionalisti sono poligami non meno di altri e cercano due tipi di donne: una donna fatta di coccio da sposare che dia loro sicurezza di restare in casa a prescindere da tutto (a prescindere dal loro comportamento corretto o meno), e una donna fatta di carne da incontrare fuori casa, in segreto, che li faccia sentire vivi.
#uomini#tradizione#tradizionalista#dire#mai#apertamente#donna#emancipazione#emancipata#fai bene#bene#fare bene#fai bene ad essere così#aggredire#pubblico#pubblicamente#tornaconto#ricordare#nascere#ieri#nata ieri#poligamia#cercare#tipo#carne#donna fatta di coccio#donna fatta di carne#coccio#sposare#sicurezza
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«Lei non ti dice le sue ragioni, ti aggredisce».
«E’ fredda, dura…sembra senza cuore».
«E’ distaccata, le persone le tiene a distanza».
Ci sono donne che hanno fatto della ruvidità il loro stile di vita. Sono come la carta vetrata. Graffiano, convinte che un po’ di morbidezza sia pericolosa.
La psiche di queste donne è in costante difesa. Lasciarsi andare, soprassedere e dolcificare sono modi di essere non contemplati. Meglio le spine. Sono più sicure. Pungono chi si avvicina e garantiscono una distanza di sicurezza.
E’ una vita vissuta in difesa, dove la regola prima diventa: «Se non tengo gli altri al loro posto, se ne approfittano». Non è facile. Il comportamento spinoso diventa come una seconda pelle. Ci si dimentica che insieme a quei pungiglioni ci sono anche dei petali dalla superficie setosa, che vogliono far parte della vita, delle relazioni con gli altri.
Pungere, alla lunga, diventa molto faticoso se non ci concediamo mai di accarezzare. E inaridisce l’anima.

Simona Oberhammer – "La Via Femminile"
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