poesia italiana 2017-18. una rassegna / vincenzo ostuni. 2018
Passati in rassegna i libri di poesia e prosa breve italiana usciti fra il settembre ’17 e l’agosto ’18, occorre intensificare quel che scrive Gianluigi Simonetti nel suo recente La letteratura circostante: non solo pubblicare per la «Bianca» Einaudi o lo «Specchio» Mondadori «non significa più nulla di per sé»: pubblicarvi si avvicina ad essere un chiaro predittore negativo, per lo meno di certe…
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Nanni Balestrini, Tristano, «I Narratori di Feltrinelli» 96, Feltrinelli, Milano, 1966, First Edition
/ «In effetti per me Tristano è stata un’operazione definitiva, ultima, nel senso che vedo in quell’opera il risultato della distruzione radicale di quello che è l’istituto formale chiave della borghesia, cioè appunto il romanzo, come storia di un personaggio-individuo che in vari modi entra in conflitto con la società per quasi sempre finire male (se è una donna, poi, finisce sempre malissimo), e che viene raccontato attraverso i suoi momenti e passaggi psicologici. Con Tristano ho voluto fare un libro che non raccontasse alcuna storia, non avesse personaggi, non ammettesse alcun tipo di psicologia e debordasse completamente da tutte le regole della sintassi tradizionale. Si tratta di una negazione completa – sotto tutti gli aspetti, a cominciare da quelli formali appunto – dell’ideologia borghese sottesa alla forma-romanzo.» – Nanni Balestrini interviewed by Andrea Cortellessa, 2018; in Balestrini Uno, Due e Tre: letteratura, politica, Vogliamo tutto (1972-2018), Edited by Andrea Cortellessa, «Alfabeta2», May 26, 2019 (via slowforward) /
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«i grandi russi non si son mai obliati fino a ricercare l’umanità nelle sue più meschine e ignobili, direi meccaniche, manifestazioni. Dell’uomo, non c’è ignominia che non possano sorprendere e svelare; ma a patto che non sia una inerte vergogna, un sordo dato, che abbia almeno nobiltà rappresentativa o poetica».
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cose carine
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La mia review di Rachel Cohen, «Bernard Berenson», Adelphi, Milano 2017 (2013), oggi @Alfabeta2
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IL CASO: Volkswagen e il capitalismo
IL CASO: Volkswagen e il capitalismo
di Gianluca D’Andrea
IL CASO: La bellezza di stare da soli – Volkswagen e il capitalismo
Il caso della centralina truccata, il caso volkswagen e il post-fordismo, il caso della Germania, il caso del capitalismo avanzato, il caso dell’Europa che tenta di unirsi, il caso del mondo occidentale, il caso dei totalitarismi e del consumo, il caso del popolo, il caso della bellezza di stare da soli e…
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Io non so se sono uno della sinistra, non so bene cosa voglia dire, e Recalcati non perde il suo tempo a spiegarmelo. Io preferisco definirmi come un lavoratore truffato dalle politiche del neoliberismo che hanno decurtato il mio salario di insegnante, hanno distrutto la scuola in cui insegnavo e mi hanno costretto ad andare in pensione diversi anni più tardi di quanto prevedeva il mio contratto... ....ridurre il salario, privatizzare i servizi sociali, sottomettere la scuola agli interessi delle grandi corporation, distruggere le organizzazioni dei lavoratori, prolungare il tempo di lavoro, rinviare i pensionamenti, di conseguenza sprofondare i giovani nella disoccupazione, e costringerli ad accettare lavoro senza garanzie e senza contratto.Poi viene Recalcati e chiede: ma perché mai dovete odiarlo?
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Lezione del 23 marzo 2017
La lezione è iniziata esaminando l’indice del volume Sculpture and Vitrine a cura di John Welchman (Routledge 2013), una raccolta di saggi in cui vengono analizzati il ruolo e la fortuna della vetrina nel display espositivo, dalle Wunderkammern all’architettura moderna del Crystal Palace (1851) fino alle esperienze artistiche contemporanee. I temi della vetrina e della trasparenza sono stati ripresi alla fine della lezione a proposito del libro di Riccardo Donati Critica della trasparenza (Rosenberg & Sellier 2016), tra le letture segnalate in bibliografia.
Il volume ci è servito da spunto per introdurre il Cubo Garutti, opera realizzata nel 2003 dall’artista Alberto Garutti nel quartiere Don Bosco di Bolzano. Il “Piccolo Museion”, come viene anche chiamato, è una sorta di sede distaccata del Museion che prevede l’esposizione a rotazione di opere della collezione per avvicinarle a un pubblico generalmente lontano dallo spazio del museo.
ph. www.museion.it/collezione/cubo-garutti
A Roma (in via del Consolato 12) nel 2013 è stata aperta Una Vetrina: uno spazio “ridotto al raggio critico di visione di una vetrina” - appunto - dove “tutto ciò che accade e viene accolto nella vetrina è la sua arte ed è già il suo museo”.
ph. www.fondazionemaxxi.it
Per approfondire: Monsieur Bovary incontra Mr Dalloway in una vetrina, l’articolo di Antonella Sbrilli su Alfabeta2.
Nella seconda parte della lezione abbiamo analizzato in parallelo la mostra The Art of Assemblage al MoMA di New York nel 1961 e il libro Il pensiero selvaggio di Claude Lévi-Strauss pubblicato nel 1962, nel quale l’antropologo francese discute il concetto di bricoleur.
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oggi, 27 settembre, a roma, presso lo studio campo boario: un (primo) incontro/seminario sulle riviste, online e cartacee
Riviste su carta e riviste online a confronto.
Materiali, problematiche, linee di ricerca e padri nobili del Novecento
PRIMO INCONTRO
OGGI, mercoledì 27 settembre 2023, dalle ore 16 alle ore 20
presso lo Studio Campo Boario (Roma, viale Campo Boario 4/a)
Un seminario a cura di
Alberto D’Amico, Marco Giovenale e Cetta Petrollo Pagliarani
con
Carmen Gallo, il verri || Francesca Bernardini,…
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Nanni Balestrini, Canzonetta di Buonanno, Edizioni Eos Libri d'Artista / Studio Varroni, Roma, 2013, Edition of 10 signed and numbered copies. Designed by Piero Varroni
Canzonetta di Buonanno
le cose non hanno nomi
le case non hanno muri
i tetti non hanno porte
i treni volano bassi
chi parte non ha meta
c'è poco da stare al passo
la lingua è artificiale
poltiglia cerebrale
la morte non fa sconti
non basta tirar le somme
per star bene travestiti
spegni tutto non muoverti
gironzola senza organi
arrampicati fin dove puoi
lasciati pure cadere hai
la fortuna di non essere eterno
a che serve sentirne il ritmo
l'ebete natura sballa
la vita bela balsamiche
iniziative a cuore aperto
lampeggianti tentazioni
che non lasciano segni
tentacolari stagioni in
accecati sintagmi
ma facciamo finta facciamo
in fretta aggrappati
dove puoi stanno
per cadere tutte le ore
e disegnano strabici
affreschi evanescenti
la cosa esce dai muri
la casa ha tanti nomi
il tetto vola via altissimo
il treno non sai dove porta
chi parte ha molte mete
chi passa ha mille vite
– Nanni Balestrini
(«Alfabeta2», December 29, 2013)
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