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#austroungarica
giovaneanziano · 4 months
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Finalmente una quota austroungarica a farci tirare il fiato
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netmassimo · 5 months
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Il romanzo "I biplani di D'Annunzio" di Luca Masali è stato pubblicato per la prima volta nel 1996 da Mondadori nel n. 1296 di "Urania" per poi essere ristampato da Todaro Editore nel n. 1 di "Meteore", da Sironi editore in "Questo e altri mondi" e di nuovo da Mondadori nel n. 252 di "Urania Collezione". Ha vinto il Premio Urania 1995.
Il Capitano Matteo Campini partecipa a un attacco dell'aviazione austroungarica sulla laguna di Venezia ma il suo aereo viene abbattuto. Unico sopravvissuto dell'equipaggio, viene salvato da Flavia Manin, una misteriosa donna che gli rivela che nel 1921 la guerra dovrebbe essere già finita.
Hans Kriegmann viene incaricato da Hermann Göring di trovare Matteo Campini. Si tratta di una missione per lui difficile perché Hans e Matteo sono vecchi amici ma viene convinto che Matteo abbia disertato. Per essere preparato alla sua missione, Hans viene portato nel 2021, dove scopre che gli Imperi Centrali hanno perso la guerra ma alcuni agenti stanno lavorando per ribaltare quell'esito.
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italianiinguerra · 6 months
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10 dicembre 1917, i MAS affondata la corazzata austroungarica Wien
Impostata nel 1893 e varata nel 1895 nei cantieri dello Stabilimento Tecnico Triestino di San Rocco, la Wien era una delle tre navi da battaglia tipo pre-dreadnought della classe Monarch in servizio con la k.u.k. Kriegsmarine, la marina militare dell’Impero Austroungarico. Le altre due unità con un dislocamento di poco meno di 6 mila tonnellate ed armate con 4 cannoni Škoda da 24o mm, 6 pezzi da…
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lamilanomagazine · 10 months
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Trento: nuovo parco in piazza Centra, un'area di gioco e aggregazione per bambini e adolescenti
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Trento: nuovo parco in piazza Centra, un'area di gioco e aggregazione per bambini e adolescenti. A seguito alla realizzazione del parcheggio pertinenziale interrato in piazza Centa, a Trento, è necessario rifare la superficie del parco. In accordo con la Circoscrizione l’ufficio Parchi e giardini ha incaricato l’architetta Roberta Di Filippo di realizzare un progetto per offrire ai bambini e agli adolescenti delle aree limitrofe (San Martino e Cristo Re in primis) un’area di gioco e di aggregazione inclusiva completamente rinnovata, con strutture gioco di particolare attrattività. A ciò si aggiunge un altro elemento centrale per la sua valenza di memoria storica: si tratta della valorizzazione in superficie della piscina austroungarica, delle dimensioni di 45 metri per 20, scoperta durante gli scavi. Costruita nel 1870, era alimentata dalle rogge che affluivano al fiume e veniva utilizzata prevalentemente dalle compagini militari presenti in questa parte della città a fine Ottocento. Il manufatto sarà valorizzato con elementi d’arredo prefabbricati colorati che fungeranno principalmente da seduta. In posizione centrale al giardino, questo perimetro racchiuderà l’area gioco dei più piccoli in cui saranno inseriti nuove tipologie di gioco per stimolare la fantasia e la socializzazione: una grande farfalla blu per l’arrampicata, un’altalena pentagonale per dondolarsi insieme disposti a cerchio (anche con seggiolino inclusivo), un trampolino a filo pavimento adatto anche per le sedie a rotelle, e infine i classici giochi a molla, distribuiti su una superficie in gomma anti-trauma azzurra per ricordare l’acqua dell’antica piscina. L’altra metà della “piscina” sarà lasciata a prato e ospiterà il grande albero esistente. Qui verranno installati altri giochi in legno per l’equilibrio e una pedana tonda in legno per la pratica dello yoga o piccoli spettacoli. Sul lato nord-est del giardino, il meno trafficato, verranno collocati i giochi per i più grandi: l’attrezzatura per la pratica del calistenics, composto da una sequenza di spalliere, pali e sbarre per eseguire un allenamento in totale sicurezza e infine un canestro posizionato su un’area pavimentata di circa 10 metri per 10. Nell’area sud-ovest verrà ricollocato il ping-pong. Questa ricollocazione centrale dell’area gioco è accompagnata a un parziale ridisegno dei vialetti che lambiranno l’area gioco centrale creando i collegamenti con i quattro ingressi principali esistenti agli angoli. Le panchine e i lampioni verranno ricollocati secondo il nuovo disegno dei vialetti. L’area cani verrà ampliata nell’area sud-est - attorno alla cabina Set esistente - con la ricollocazione di due fontanelle. Il costo dell’intervento ammonta a 260 mila euro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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praesidiummilitum · 3 years
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10 Giugno 1918....Impresa di Premuda.
Le MAS 15 e 21 della Regia Marina Italiana comandate dal Capitano di Corvetta Luigi Rizzo affondano la Corazzata Austroungarica “Santo Stefano” durante un’incursione.
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Per ciò che può valere la penso esattamente come te sono del tuo stesso parere anche a me piace cruda giovane rossa rosa tiepida e silenziosa cedevole umida, leggermente africata un pelo austroungarica con un leggero alito scandinavo e oceanico, e poi sofferta sofferente soffocante con base quadra poliedrica e appena convessa ma circostanziata dura al tatto e che si sciolga in bocca, con un contorno che sia pallido netto che profumi d’organico di limone e pronta all’uso all’abuso, che induca che possa indurre alla sincerità alla capienza alla morbidezza, e che non sappia fare male, mai. 
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mizan1975 · 6 years
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#stratigrafie del potere al #forte di #pule #pola #Istria #Croazia #hrvatska #castelliere protostorico #castrum romano #castello medievale #forte #fortezza veneziana e #asburgica #austroungarica #forte jugoslavo #3000anni di storia #archeologia #architetturamilitare #archaeoporn #archiporn (presso Pula, Croatia) https://www.instagram.com/p/BnN9K_ClCBF/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=h338ezsmwmz2
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theulisse66 · 6 years
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Il #ForteBelvedereGschwent è una fortezza #austroungarica ben conservata , ora trasformata in museo della #PrimaGuerraMondiale al cui interno si trovano delle installazioni interattive che mirano a far provare al visitatore ciò che hanno vissuto i soldati #100annifa asserviti alla guerra. Da visitare assolutamente, per non dimenticare “l’inutile strage”. (presso Forte Belvedere Gschwent)
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unasortadisogno · 6 years
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A memoria, vicino al cuore 27 agosto-2 settembre 2018 quartiere Scala, Pavia
Dopo l’esperienza del progetto SUL CONFINE, per l’allestimento di un labirinto sensoriale presso gli splendidi spazi naturali del Centro Parco Ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo, siamo pronti a vivere una nuova esperienza di labirinto, questa volta nel contesto urbano di un quartiere periferico della città di Pavia e con il valore aggiunto della presenza di Iwan Brioc, a condurre il lavoro di ricerca.
Cerchiamo persone che abbiano voglia di mettersi in gioco e vivere questa “sorta di sogno”. Non è necessaria specifica esperienza teatrale.
Una settimana di laboratorio da lunedì 27 agosto a venerdì 31 agosto. Tutti i pomeriggi dalle 14 alle 20. Si lavorerà parte in teatro e parte per le strade del quartiere, alla ricerca di storie, immagini e suggestioni da cui farsi ispirare.
Sabato 1 settembre e domenica 2 settembre nel pomeriggio sarà allestito il labirinto sensoriale per il pubblico.
Per informazioni e iscrizioni: Alessandra 348.0624218 e Elisa 338.9311336
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b0ringasfuck · 3 years
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feldgraugruppe · 6 years
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Photo by Paolo Prandini
Nel consueto raduno d'inverno Gruppo Feldgrau ha presenziato nella ottocentesca fortezza Austroungarica di Forte Ardietti, con lo scopo di ricostruire sia la vita di caserma del soldato dell'epoca che i combattimenti a cui poteva essere sottoposto. Le seguenti foto mostrate non hanno alcune fine politico ne di esaltazione razziale Feldgrau Gruppe attended the usual winter convention in the Austro-Hungarian fortress “Forte Ardietti”, which dates back to the XIX century. The aim was to recreate both the barracks life and the combats which could involve a WWII soldier. The following pictures shown are not for political purposes and neither are for racial reasons.
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freedomtripitaly · 4 years
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Il Gourmet e Boutique Hotel Tanzer nasce come casa della famiglia Baumgartner. Cinque generazioni sono nate e vissute in questo luogo, dove il rispetto della tradizione è protagonista, al pari della modernità. L’hotel si trova nel cuore della natura incontaminata della Val Pusteria, a Issengo/Falzes, a pochi metri da un’incantevole pieve austroungarica, di cui la [...]→ https://ift.tt/3e6LQHQ Val Pusteria: il Gourmet e Boutique Hotel Tanzer, una storia di famiglia Il Gourmet e Boutique Hotel Tanzer nasce come casa della famiglia Baumgartner. Cinque generazioni sono nate e vissute in questo luogo, dove il rispetto della tradizione è protagonista, al pari della modernità. L’hotel si trova nel cuore della natura incontaminata della Val Pusteria, a Issengo/Falzes, a pochi metri da un’incantevole pieve austroungarica, di cui la [...]→ l Gourmet e Boutique Hotel Tanzer nasce come casa della famiglia Baumgartner. Cinque generazioni sono nate e vissute
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stellina90blog · 5 years
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#workinprogress 😏😏 #casalinga #ragazzasemplice #amadecasa #consejos #organizzazionecasa #organizatuvida #organizzazione #orden #stellina #red #fucsia #pc #merenda #comida #mivida #momenti #work #workinprogress (presso Centro Parco Ex Dogana Austroungarica) https://www.instagram.com/p/B1wM1aXIaGL/?igshid=12kvov7i2078w
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matteolosa · 5 years
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#pilloledifelicità Se avete anche solo la minima idea di quanto difficile sia la mia vita, sempre in bilico tra la vita e quell’altra cosa, allora provate per un momento a immaginare come può essere la vita della mia mamma... È da tredici anni, da quando tutto è incominciato, che non la vedo sorridere. Ieri, invece, per il suo compleanno ha sorriso e riso e scherzato come non le accadeva da una vita. Ieri era felice. E questo è solo merito delle cose straordinarie che stiamo costruendo in questi anni. Tutti noi, insieme. Perché #insiemesipuò. Allora, auguri alla mia mamma e grazie a tutti voi perché mi state aiutando a farla sorridere e per me non esiste pillola di felicità più grande 💛🙏. #buonlunedi da #fairitales #piccolefiabepergrandiguerrieri #mamma #compleanno (presso Centro Parco Ex Dogana Austroungarica) https://www.instagram.com/p/Bs5rKBfgwTV/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=y0cfb6dns7mz
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italianiinguerra · 4 years
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4 settembre 1917, gli Arditi conquistano il Monte San Gabriele
4 settembre 1917, gli Arditi conquistano il Monte San Gabriele
Intorno alle 14 del 3 settembre 1917, il colonnello Bassi raduna i suoi uomini intorno a sé i reparti degli Arditi che la mattina seguente, alle 5,45 esatte avrebbero dovuto lanciare l’attacco al Monte San Gabriele, una inesupugnabile roccaforte austroungarica, piena di gallerie e trincee. Da una improvvisata tribuna con due cassette di petardi, legge il fiero messaggio del comandante della 2a…
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pangeanews · 4 years
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“Rimane la realtà, cruda come un chiodo”: Paolo Universo, ritratto di un poeta radicale, che ha fatto di tutto per scomparire, “il Rimbaud triestino”
Di Paolo Universo sono venuto a conoscenza durante uno degli innumerevoli momenti di flânerie trascorsi per i vicoli di Trieste. La gloriosa e deceduta libreria “In der Tat”, nei pressi di Piazza Hortis, conservava ancora due copie, salvate dal macero, del poema Dalla parte del fuoco di questo Poeta deragliato, visionario, consanguineo della follia, semignorato dai suoi stessi concittadini.
Chi era dunque Paolo Universo?
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Sappiamo che nacque nella Pola in orbace del 1934 e si spense (se una stella si spegne di un Universo dovremmo forse dire che collassa?) a Trieste nel 2002. Della sua fisionomia restano sparute fotografie in un bianco e nero che odora già di epigrafe. “Il Piccolo”, storico quotidiano locale delle città giuliana, lo definisce in un articolo commemorativo del 2005 ‘il Rimbaud triestino’. Eppure, se il maestro d’oltralpe decide di non lasciare traccia di sé dopo la sua deflagrazione letteraria (a tal proposito Jean Cau avrà a scrivere: «Ci sono mille modi di suicidarsi. Balzac scelse il caffè, Verlaine l’assenzio, Rimbaud l’Etiopia»), Universo imbocca la via del silenzio già in vita.
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Le juvenilia della sua produzione poetica – non più di 50 componimenti – trovano eco solo sulla rivista “Nuovi Argomenti” nel 1971 e sull’“Almanacco dello Specchio” mondadoriano nel 1972. All’indomani della scomparsa dell’Autore altre poesie, espunte dalla parva pubblicazione, faranno capolino in una pubblicazione postuma: Poesie giovanili 1967-1972, a cura di Giorgetta Dorfles. Stop.
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Quando Universo viene pubblicato sullo Specchio del 1972, accanto al suo nome campeggiano dei ‘mostri sacri’ della poesia italiana e straniera: Pound, Montale, Bertolucci, Sereni, Mandel’stam, Kavafis ecc. La vis polemica del triestino appare subito evidente:
io ti vedrei piuttosto in una parodia di Franz Lehar vedova allegra con lo sguardo gaio in una grande birreria di Marsovia scintillante di cristalli di Boemia brindare ad un peto asburgico di Magris
Universo odiamava Trieste:
Trieste… io ti vorrei vedere distrutta casa per casa al suolo vorrei che un nuovo Scipio ti mettesse a ferro e fuoco come Cartago vorrei che vere orde di barbari ti mettessero a sacco vorrei vederti squassata dal mare come Messina vorrei che sulla tua austroungarica rovina fosse cosparso il sale
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Il porto dell’Impero simboleggia tutto quell’ideale borghese che il Poeta detesta, declinato nella nostalgia del ripiegamento sui passati splendori che conducono alla mitizzazione della città asburgica. MITTELEUROPATICA; questa è la diagnosi implacabile che Universo fa della sua città adottiva. Luigi Nacci, classe 1978 e rigorosissimo studioso della letteratura giuliana del secondo Novecento, nel suo impagabile Trieste allo specchio ricorda un aneddoto – e l’aneddotica su Universo è ben più corposa della sua produzione letteraria, quantomeno di quella edita – a sua volta ricevuto dalla vedova del Poeta: « […] Universo, invitato a presentarsi a Milano per firmare un importante contratto di pubblicazione ed essere così introdotto nei salotti “bene” degli intellettuali più in voga, giunto alla stazione lombarda, voltò le spalle alla fama per ritornare immediatamente a Trieste» [citato in L. Nacci, Trieste allo specchio, Battello Stampatore].
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Lo sberleffo supremo è in una poesia lanciata come una granata contro Vittorio Sereni, proprio colui che tanto si era prodigato per includerlo nel mazzo degli autori da dare alle stampe sullo “Specchio” del 1972:
in attesa di una tua risposta da milano passavano i postini i frutti di stagione le settimane i mesi io invecchiavo a vista d’occhio ma tu col cavolo che mi rispondevi
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Universo è una rivolta permanente, contro tutti i dogmi: il capitalismo, peculiarmente nella sua deformazione borghese, il cristianesimo (rivolgendosi a Dio il Poeta scrive: «tu/ solitario come un verme/ non ci interessi più»), le convenzioni e la pubblica morale («ho già pronto/ il dito/ infilami/ una fede/ sicura/ faremo tanti figli per sfamarci/ con cura ho tirato/ le somme/ puoi lasciare la pendola/ madonna/ ritornare con me/ sedentaria/ respirare l’aria pura/del bidet»). Una dissacrazione voluta, inseguita e portata alle estreme conseguenze: di Universo, come Rimbaud tra le sabbie di Aden, si sono perdute le tracce. Dopo la frammentaria pubblicazione delle poesie giovanili l’Autore sceglierà di trascorrere (ancora da Nacci, op. cit.) «i suoi ultimi anni tra i “matti” del Padiglione M di S. Giovanni, in mezzo ai reietti, gli emarginati». Risalgono a questo momento storico (non sarà superfluo rammentare che negli anni in cui Universo si emargina, a Trieste esercita Franco Basaglia) le ultime ‘pubblicazioni’ dell’Autore: «decine di slogan aforistici ideati per la realizzazione di maglie stampate all’Opp» (Nacci, op. cit.).
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Dalla ricognizione storica di Nacci resta escluso – per ragioni metodologiche adottate dal critico e poeta nella sua trattazione – il poema cui Universo si dedicherà per tutta la vita e che sarà dato alle stampe dopo la morte dell’Autore in virtù di una iniziativa editoriale commemorativa: Dalla parte del fuoco (Hammerle Editori, 2005). Il testo è corredato da una serie di testimonianze di amici ed estimatori dell’opera universale. Ed è proprio da questi testi che si possono cogliere altri scorci di una esistenza al ‘termine della notte’: «Benché ostentasse una preferenza per gli animali, quei “nostri fratelli minori” di cui in gran numero era popolata anche la sua casa, amava gli uomini e amava l’infinita varietà di storie con cui essi sono capaci di animare il teatro del mondo. Sembrava averne collezionati di tutti i tipi, dai più comuni ai più singolari ed eterogenei. Nella mia lunga frequentazione con lui, non mi era mai capitato di vedere altrettanta abbondanza di tipologie umane tra le più anomale e disparate come nella sua casa» [Nicoletta Brunner Tamburini, in Dalla parte del fuoco, op. cit.)
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Dalla Parte del fuoco è un poema in prosa ‘sinfonico’, costruito in 6 movimenti/capitoli contrappuntati da annotazioni di tempo all’inizio di ogni sezione. I primi 5 movimenti si concentrano sullo squallore della metropoli industriale – quella Milano alle cui lusinghe aveva rifiutato di cedere: «bisogna inventare bisogni indurre in tentazione nutrire i satolli darle a bere agli assetati vestire i nudisti subornare le nonne stimolare gli stitici – dovunque… anche in tram. statistiche interviste ricerche di mercato indagini demoscopiche vendite di propaganda campagne campione sondaggi d’opinione buoni premio punti qualità…» [Dalla parte del fuoco, I, Sinfonia della città – allegro vivace].
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La scrittura ha un andamento frantumato, come di appunti sulla distruzione, fortemente onomatopeico e con abbondante uso di calembour, allitterazioni e rime interne. Mi richiamo al docufilm ispirato a La distruzione di Dante Virgili perché la sperimentazione linguistica di Universo si approssima molto a quella del Céline italiano. La città è percorsa come un girone infernale guidato dal Capitale cui nulla e nessuno può sfuggire se non con un atto di rivolta camusiano. I sintagmi attingono alla poesia beat tanto quanto alle avanguardie ma le tematiche sono più affini a La vita agra di Bianciardi che ai mantra lisergici di Ginsberg. L’umanità che vi è dipinta – come in una raffigurazione di Bosch – è una umanità alla deriva, in malora.
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L’ultimo movimento, il solo ad avere carattere non prosastico – si intitola profeticamente “L’isola che non c’è”. Dalla città apocalittica all’Ospedale Psichiatrico. Mondi lontani che si toccano nel dolore e nello squallore. La tensione delle prime 5 sezioni si stempera in un ‘Adagio’ amaro, una ballata ininterrotta da misantropo innamorato dell’uomo:
scelto nel dolore sono stato ma l’enorme privilegio più non sento sempre dentro dentro dentro dentro quattro pareti ingabbiato tutto finisce troppo presto in un precipitare di parole rimane la realtà cruda come un chiodo il vuoto…
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Questo era Paolo Universo, il poeta senza voce che urlava al mondo dalle abissalità del bigbang. In Francia, che di poesia se ne intendono gli è stata dedicata da una piccola editrice una antologia di ottima fattura, Dans un lieu commun j’ai fini par te trouver, poésie, che racchiude tutto il corpus poetico giovanile, gli aforismi dell’OPP e l’ultima sezione di Dalla parte del fuoco.
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«la mia vita da poeta drammatico – lirica fino alla pazzia. ora suono la cetra teutonica dentro una grande cattedrale nera stracarica d’oro in una città dal cranio di madreperla che aizza le sue teste bionde nell’urlo della bora…» [Dalla parte del fuoco, I, Sinfonia della città – allegro vivace]
Luca Ormelli
*Desidero ringraziare Luigi Nacci per le preziose indicazioni cimiteriali e Gianfranco Franchi per la fratellanza concessa ad un triestino infiltrato come il sottoscritto.
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Indicazioni bibliografiche:
Paolo Universo, Dalla parte del fuoco, Hammerle Editori, 2005, Trieste.
Paolo Universo, Dans un lieu commun j’ai fini par te trouver, poésie, ERES Edizioni, 2015, Tolosa.
A.A.V.V., Almanacco dello Specchio, Mondadori, 1972, Milano.
Luigi Nacci, Trieste allo specchio, Battello stampatore, 2006, Trieste.
*In copertina: un’opera di Roland Topor (1938-1997)
L'articolo “Rimane la realtà, cruda come un chiodo”: Paolo Universo, ritratto di un poeta radicale, che ha fatto di tutto per scomparire, “il Rimbaud triestino” proviene da Pangea.
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