Tumgik
#biografico
Text
Pressbook del film L'Ombra di Caravaggio
L'Ombra di Caravaggio è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Michele Placido, con Riccardo Scamarcio e Louis Garrel. Uscita al cinema il 03 novembre 2022. Distribuito da 01 Distribution.
L’Ombra di Caravaggio è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Michele Placido, con Riccardo Scamarcio e Louis Garrel. Uscita al cinema il 03 novembre 2022. Distribuito da 01 Distribution. lombra-di-caravaggioDownload
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
readplayerone99 · 5 months
Text
Per la Rubrica: 𝓝𝓲𝓰𝓱𝔂 𝓒𝓸𝓷𝓼𝓲𝓰𝓵𝓲𝓪📽
Tumblr media
Genere: biografico, sentimentale
Non potevo aspettare per consigliarvelo!!! Questo film è meraviglioso 😍
youtube
0 notes
aalbertosousa · 1 year
Text
Entendam que ele hoje…
Entendam que ele hoje… entendam que ele hoje ressuscitou e fez-se homem olhou-se no espelho e viu-se pela primeira vez… saltou do poço onde vivia e viu o céu… vestiu-se, e partiu pelo mundo, como se o mundo fosse seu Continua no Blog...
Entendam que ele hoje… entendam que ele hoje ressuscitou e fez-se homemolhou-se no espelho e viu-se pela primeira vez… saltou do poço onde vivia e viu o céu…vestiu-se, e partiu pelo mundo, como se o mundo fosse seusabia quem era, como era, quem queria, como queria, onde podia chegar…calçou sapatos novos, e caminhava na direcção oposta,altivo, consciente…entendam que ele hoje é diferente, não é…
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
campadailyblog · 2 months
Text
Alba Parietti: Showgirl e attrice, con disavventure legali.
Alba Parietti è una delle figure più iconiche e discusse del mondo dello spettacolo italiano. È nata come showgirl e poi si è evoluta verso l’attrazione e l’opinionista televisivo. Questo ruolo la rende un personaggio affascinante e controverso. Nonostante i grandi successi, la sua vita è stata spesso al centro di attenzioni e polemiche. Queste polemiche sono state causate da alcune disavventure…
0 notes
gregor-samsung · 7 months
Text
" La constatazione di non possedere un sentimento all'altezza dell'accadere tecnico può indurre ciascuno di noi a una ritirata emotiva che assume come regola della propria vita quello che uno “sente”. A determinare questa scelta è il bisogno di proteggere la propria vita che si sente assediata dalle crescenti pressioni esercitate dalla razionalità tecnica, per difendersi dalle quali non si vede altro rifugio se non nel proprio sentimento, legittimato dalla propria biografia. Un criterio, questo, che, in quanto biografico, si sottrae a ogni discussione e a ogni verifica. In questo modo, proprio partendo dall'“Io sento”, ciascun individuo cerca di produrre un mondo a sua immagine e somiglianza, realizzando così quell'autosufficienza che lo porta a sciogliere ogni legame con gli altri e, come effetto del progressivo assorbimento in se stesso, a perdere i contatti con il mondo comune e con la società.
Il collasso della vita sociale finisce con il mettere a rischio anche la vita interiore, quella intima, perché quando le emozioni e i sentimenti sono guidati da una fantasia che si sente libera, semplicemente perché si è liberata dalle verifiche imposte dall'esperienza comune del mondo, questa fantasia non tarda a sconfinare nelle allucinazioni che, in assenza di un mondo comune, si affermano indisturbate. In un’atmosfera caratterizzata da un diffuso senso di irrealtà, i soggetti hanno l’impressione di poter realizzare i più avventati voli della fantasia, perché sono stati rimossi gli ultimi ostacoli ai desideri più arbitrari, creando così una realtà conforme ai propri sogni che non tarderanno a rivelarsi come paurosi incubi. "
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
15 notes · View notes
gardenofkore · 1 year
Photo
Tumblr media
Et quia solum Guilielmum Capuanorum Principem habebat superstitem, veritus ne eumdem conditione humanae fragilitatis amitteret, Sibiliam sororem Ducis Burgundiae duxit uxorem, quae non multo post Salerni mortua est, et apud Caveam est sepulta. Tertio Beatricem filiam Comitis de Reteste in uxoris accepit, de qua filiam habuit, quem Constantiam appellavit.
Chronicon Romualdi II, archiepiscopi Salernitani, p. 16
Beatrice was born around 1135 in the county of Rethel (northern France) from Gunther (also know as Ithier) de Vitry, earl of Rethel, and Beatrice of Namur.
On her mother’s side, Beatrice descended from Charlemagne (through his son, Louis the Pious), while on the paternal side she was a grandniece of Baldwin II King of Jerusalem (her paternal grandmother Matilda, titular Countess of Rethel, was the King’s younger sister). The Counts of Rethel were also vassals of the powerful House of Champagne, known for its successful marriage politics (Count Theobald IV of Blois-Champagne’s daughter, Isabelle, would marry in 1143 Duke Roger III of Apulia, eldest son of King Roger II of Sicily).
In 1151, Beatrice married this same Roger. The King of Sicily was at his third marriage at this point. His first wife had been Elvira, daughter of King Alfonso VI the Brave of León and Castile and of Galicia, who bore him six children (five sons and one daughter). However, when four of his sons (Roger, Tancred, Alphonse and the youngest, Henry) died before him, leaving only William as his heir, Roger II must have feared for his succession. In 1149, the King then married Sibylla, daughter of Duke Hugh II of Burgundy. She bore him a son, Henry (named after his late older brother), and two years later died of childbirth complications giving birth to a stillborn son. As this second Henry died young too, Roger thought about marrying for a third (and hopefully last) time.
It is possible that Roger’s choice of his third wife had been influenced by the future bride’s family ties with the Crusader royalties as Beatrice was related with both Queen Melisende of Jerusalem and the Queen’s niece Constance of Hauteville, ruling Princess of Antioch. Constance was also a first cousin once removed of Roger, who had (unsuccessfully) tried to snatch the Antiochian principality from her when her father Bohemond II was killed in battle 1130, leaving his two years old daughter as heir.
Beatrice bore Roger only a daughter, Constance, who was born in Palermo on November 2nd 1154. This baby girl (who would one day become Queen of Sicily) never knew her father as he died on February 26th.
Nothing certain is known about her widowed life, although we can suppose she took care of her only daughter. Beatrice died in Palermo on March 30th 1185, living enough to see  Constance being betrothed to Emperor Frederick Barbarossa’s son, Henry.
The body of the Dowager Queen was laid to rest in the Chapel of St. Mary Magdalene, together with her predecessor, Elvira, and her step-children, Henry, Tancred, Alphonse and Roger. Through her daughter, Beatrice would become Emperor Frederick II’s grandmother.
Sources
Cronica di Romualdo Guarna, arcivescovo Salernitano Chronicon Romualdi II, archiepiscopi Salernitani Versione di G. del Re, con note e dilucidazione dello stesso
Garofalo Luigi, Tabularium regiae ac imperialis capellae collegiatae divi Petri in regio panormitano palatio Ferdinandi 2. regni Utriusque Siciliae regis
Hayes Dawn Marie, Roger II of Sicily. Family, Faith, and Empire in the Medieval Mediterranean World
Houben Hubert, Roger II Of Sicily: A Ruler Between East And West
SICILY/NAPLES: COUNTS & KINGS
Walter Ingeborg, BEATRICE di Rethel, regina di Sicilia, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 7
32 notes · View notes
isteric4 · 11 months
Text
per questa tesi mi sto davvero dannando ma in compenso sono così felice che credo possa scoppiarmi il cuore. evitando di dilungarmi inutilmente, la mia ricerca è di carattere biografico/archivistico su alcuni personaggi storici vissuti a ravenna e sepolti nel cimitero monumentale della città. sembra una puttanata, ma oggi stavo analizzando la corrispondenza tra un commediografo e uno storico e mi sono emozionata. a forza di leggere della vita di sti stronzi mi sono affezionata. sarà il romagnolo.
Tumblr media
7 notes · View notes
lehtileike · 6 months
Text
Gian Maria Volonté
Tumblr media
언제인지 모르겠다. 아마도 70년대? 아무튼 볼론테는 영화제보다 시위 현장에서 찍힌 사진을 더 많이 본 것 같다.
출처는 https://www.agi.it/cultura/news/2024-04-04/cinema-treccani-celebra-volonte-entra-in-dizionario-italiani-25892925/ 인데 La storia vera della signora dalle camelie (1981)의 캐릭터인 Plessis 를 La certosa di Parma (1982)의 캐릭터라고 오기하고 있다.
근데 이건 저 기사의 근거가 되는 인명사전에서부터 시작된 오류다 😠
https://www.treccani.it/enciclopedia/gian-maria-volonte_(Dizionario-Biografico)/
6 notes · View notes
fashionbooksmilano · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Labirinto Luzzati
Un percorso biografico
a cura di Sergio Noberini
Genova University Press, Genova 2022, 79 pagine, 21x21cm, ISBN 978-88-3618-117-9
euro 22,00
email if you want to buy : [email protected]
Il volume è la testimonianza della mostra omonima voluta dal Comune di Genova nel 2019 per ricordare Emanuele Luzzati a dieci anni dalla sua scomparsa. Il testo vuole documentare i criteri e i materiali dell’allestimento espositivo per sezioni corredate di testi e testimonianze. Luzzati, insieme a Paolo Poli, Aldo Trionfo, Alessandro Fersen e altri, è stato uno dei protagonisti della cultura del ’900, operando nel mondo del teatro, dell’illustrazione e del cinema d’animazione. La mostra è nata come traccia per un ciclo di esposizioni tematiche con approfondimenti e ulteriori materiali originali. La pubblicazione costituisce il primo appuntamento per documentare le numerose discipline ed esperienze artistiche di Emanuele Luzzati. Le cinque sezioni ripercorrono la carriera di Luzzati dalla formazione presso l’École des Beaux Arts di Losanne e le prime opere realizzate con la tecnica dell’incisione, per continuare con l’esperienza teatrale e la lunga attività nel campo dell’illustrazione e concludendo con la produzione ceramica, gli arredi urbani e navali e il cinema d’animazione.
26/07/23
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:@fashionbooksmi
instagram:         fashionbooksmilano
                         designbooksmilano
tumblr:               fashionbooksmilano
                         designbooksmilanoillustration books
11 notes · View notes
canesenzafissadimora · 3 months
Text
Un’analisi non è solo il racconto biografico di ciò che è già avvenuto, non è il racconto di ciò che il soggetto sa già di se stesso, ma è la produzione di un nuovo sapere su di sé, è l’incontro del soggetto con ciò che di sé costituisce un mistero per se stesso. In questo senso essa è, se si vuole dire così, una esperienza di realizzazione del desiderio inconscio, ovvero una sua messa in forma inedita che punta a scardinare il peso mortifero della ripetizione.
Massimo Recalcati - "Elogio dell'inconscio. Come fare amicizia con il proprio peggio"
2 notes · View notes
Text
Leopardi a Bologna
«Il mezzo più efficace di ottener fama è quello di far credere al mondo di esser già famoso» (Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri, Bologna, 21 novembre 1825)
Duecentoventicinque anni fa nasceva a Recanati uno dei più grandi poeti della letteratura italiana: Giacomo Leopardi. A lui dobbiamo liriche intense e penetranti quali “L’infinito”, “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” e “Il sabato del villaggio” e riflessioni filosofiche estremamente attuali come quelle che troviamo nelle “Operette morali” e nello “Zibaldone di pensieri”.
Il poeta marchigiano fu a Bologna per quattro volte: dal 18 luglio al 27 luglio 1825, dal 29 settembre 1825 al 3 novembre 1826, dal 26 aprile al 20 giugno 1827 e infine dal 3 al 9 maggio 1830. In omaggio alla sua permanenza più prolungata (oltre un anno tra il 1825 e il 1826), il comune di Bologna pose una lapide in via Santo Stefano 33 (dove Leopardi alloggiò a lungo) per ricordare «che in questa città dall’ammirazione universale, da care amicizie e da teneri affetti, ebbe conforto il poeta del dolore».
Tumblr media
Da Bologna, Leopardi scrisse alla famiglia e ad alcuni amici, annotando impressioni e riflessioni sulla città interessanti tanto dal punto di vista biografico quanto dal punto di vista storico, sulle quali sono stati scritti numerosi saggi e persino un volume interamente dedicato al rapporto dell’autore de “L’infinito” con la città delle Due Torri, curato dall’editore Massimiliano Boni. Il titolo del libro, “Questa benedetta Bologna” è tratto da una lettera che Leopardi scrisse il 5 giugno 1826 all’amico, oltre che medico di famiglia, Francesco Puccinotti.
I soggiorni bolognesi di Leopardi furono per lui piuttosto piacevoli. A Bologna era presente l’amico Pietro Giordani, ex segretario dell’Accademia di Belle Arti e già ospite a Recanati della famiglia Leopardi, con cui intratteneva scambi epistolari dal 1817. Grazie a lui Giacomo fece alcune conoscenze importanti e fu accolto con favore nei salotti letterari cittadini. A Bologna, Leopardi frequentava spesso il Caffè del Corso, tuttora esistente in via Santo Stefano, dove amava consumare quasi ogni giorno una colazione di cioccolata e biscotti.
Nelle sue lettere descriverà Bologna come una città «quietissima, allegrissima, ospitale», «piena di letterati nazionali, e tutti di buon cuore, e prevenuti per me molto favorevolmente». Ed al fratello Carlo dirà: «Mi sono fermato nove giorni e sono stato accolto con carezze ed onori ch’io era tanto lontano d’aspettarmi, quanto sono dal meritare.» Positivo è anche il giudizio complessivo: «Bologna è buona, credilo a me che con infinita meraviglia, ho dovuto convenire che la bontà di cuore vi si trova effettivamente, anzi vi è comunissima.» Il 31 luglio 1825 Leopardi scriveva al fratello Carlo: «in Bologna nel materiale e nel morale tutto è bello e niente è magnifico.»
Nel 1825 un decreto del cardinale e arcivescovo Carlo Oppizzoni ripristinò l’usanza delle Processioni generali, che coinvolgono ogni dieci anni, a turno, le parrocchie cittadine, secondo un regolare calendario. La prima Festa degli Addobbi, dopo il ripristino, si svolse nell’estate del 1826 nelle parrocchie di Santa Maria Maggiore in via Galliera e di San Giuliano in via Santo Stefano. Su quest’ultima festa vi è il ricordo di Giacomo Leopardi, che la descrive come «una cosa bella e degna di essere veduta, specialmente la sera, quando tutta una lunga contrada, illuminata a giorno, con lumiere di cristallo e specchi, apparata superbamente, ornata di quadri, piena di centinaia di sedie tutte occupate da persone vestite signorilmente, par trasformata in una vera sala di conversazione.»
Nel 1826 Francesco Orioli, professore di Fisica all’Università di Bologna, e Filippo Miserocchi, ingegnere comunale, curarono l’installazione di un impianto parafulmine sulla torre degli Asinelli: i condotti metallici sulla torre ispireranno alcune considerazioni di Leopardi sulle invenzioni del suo tempo, appuntate nello Zibaldone durante il suo soggiorno.
Nello stesso anno il pittore Luigi Lolli di Lugo vinse un concorso per un dipinto a fresco, da eseguire presso l’ingresso della Pinacoteca dal lato dell’Accademia di Belle Arti. L’amico e stampatore Pietro Brighenti, dopo molte insistenze, riuscì a convincere Leopardi a farsi fare da Lolli un ritratto, da allegare alla sua raccolta di poesie: sarà l’unico documento originale della fisionomia del poeta in vita e servirà da base per molti suoi ritratti postumi.
Il 27 marzo del 1826, lunedì di Pasqua, Giacomo Leopardi venne invitato da Vincenzo Valorani a leggere pubblicamente nella sede dell’Accademia dei Felsinei l’“Epistola al conte Carlo Pepoli”, dedicata al vice-presidente dell’Accademia e suo caro amico. Lo stesso Pepoli ricorderà l’argomento nel suo poemetto “L’Eremo” del 1828.
Nello “Zibaldone”, Leopardi si espresse anche riguardo i dialetti del Nord Italia, e in particolare sul bolognese: «Il detto altrove dell’incontrastabilmente maggior numero di suoni nelle lingue settentrionali che nelle nostre, causa, in parte della lor mala ortografia, per la scarsezza dell’alfabeto latino da loro adottato; è applicabile ai dialetti dell’Italia superiore, perciò difficilissimo ancora a bene scriversi. [Giuseppe] Mezzofanti diceva che al bolognese bisognerebbe un alfabeto di 40 o 50 o più segni.»
Il rapporto di Leopardi con Bologna comincò in realtà ancor prima delle ripetute visite del poeta. Nell’agosto del 1824 la tipografia Nobili di Bologna stampò le “Canzoni” di Leopardi. Si tratta della prima edizione collettiva dei suoi versi, realizzata anche grazie all’amico Pietro Brighenti che, oltre a trovare lo stampatore, riuscì ad evitare la censura pontificia. Questa edizione bolognese comprende dieci canzoni, composte tra il 1818 e il 1823: “All'Italia”, “Sopra il monumento di Dante”, “Ad Angelo Mai”, “Nelle nozze della sorella Paolina”, “A un vincitore nel pallone”, “Bruto Minore”, “Alla primavera o delle favole antiche”, “Ultimo canto di Saffo”, “Inno ai patriarchi o de’ principii del genere umano”, “Alla sua donna”.
Il capoluogo emiliano non risparmiò però al poeta recanatese le delusioni d’amore, che sfoceranno in alcune splendide (anche se sconsolate) riflessioni in linea con la sua concezione pessimistica della vita. L’incontro del maggio 1826 con Teresa Carniani, moglie di Francesco Malvezzi de’ Medici, donna coltissima e animatrice di uno dei più importanti salotti letterari della città, regalò a Leopardi inedite emozioni.
«Nei primi giorni che la conobbi, vissi in una specie di delirio e di febbre», confida al fratello Carlo. E ancora: «questa conoscenza forma e formerà un’epoca ben marcata della mia vita, perché mi ha disingannato del disinganno, mi ha convinto che ci sono veramente al mondo dei piaceri che io credeva impossibili, e che io sono ancor capace d’illusioni stabili, malgrado la cognizione e l’assuefazione contraria così radicata, ed ha risuscitato il mio cuore, dopo un sonno, anzi una morte completa, durata per tanti anni». Poco meno di due anni dopo le convinzioni del poeta saranno nettamente in contrasto con quelle maturate inizialmente: «Come mai ti può capire in mente che io continui d’andare da quella puttana della Malvezzi? Voglio che mi caschi il naso, se da che ho saputo le ciarle che ha fatto di me, ci sono tornato, o sono per tornarci mai».
Fonti: Nerio Zanardi, Giacomo Leopardi e la dolce vita bolognese negli anni Venti del secolo XIX, in “Strenna storica bolognese”, 51, 2001; Giacomo Leopardi, “Questa benedetta Bologna”: Impressioni e annotazioni su Bologna tratte dall’epistolario con alcuni appunti tratti dallo Zibaldone, Massimiliano Boni, Bologna, 2002.
9 notes · View notes
nusta · 1 year
Text
Tumblr media
Ho appena passato una bella serata con una mia amica ed era un po' che non mi capitava e sono contenta. Mi piace stare in giro di sera e di notte, vorrei farlo più spesso, anche se poi la mattina dopo la stanchezza si fa sentire.
Tumblr media
Siamo state a teatro a vedere uno spettacolo che era un po' stand up comedy e un po' monologo biografico al femminile da donna moderna ma non troppo o forse sì o forse non abbastanza ma ci si prova e questo alla fine è quello che conta e mi è piaciuto molto, mi sono pure commossa in un passaggio.
Tumblr media
Poi siamo andate a fare la cosa che evidentemente tutti i bolognesi questa settimana stanno facendo, ovvero la passeggiata lungo il portico di San Luca illuminato con le luci dei concerti di Cremonini. Abbiamo resistito 10 minuti, poi tra la folla e il ritmo del cambio luci, stavamo per strippare e siamo tornate sui nostri passi. Peccato perché avevamo trovato un parcheggio comodissimo senza nemmeno cercarlo, ma come notava giustamente la mia amica "pensa quanto sarebbe stata peggiore la delusione se avessimo resistito 10 minuti dopo aver cercato per mezz'ora!"
Tumblr media
Poi siamo state a chiaccherare camminando giro in giro sotto casa mia, perché panchine manco l'ombra nella mia zona, scambiandoci le impressioni su Il Colibrì, dato che la terza amica del mini book club ha desistito e ci ha dato il via libera al commento. A lei è piaciuto più che a me, ci siamo chieste anche se averlo "letto/ascoltato" come audiolibro (con un bravo lettore, peraltro) abbia avuto il suo peso, specie in alcuni capitoli che a me sono risultati molto noiosi.
Per fortuna mi ero segnata le mie impressioni a lettura fresca, perché di alcune cose mi ero già dimenticata. Ho pensato che dovrei farlo più spesso, di scrivermi le impressioni a caldo, ma come tutti i miei buoni propositi non so se resterà nel cassetto. Vorrei farlo per lo spetttacolo di stasera e per Wild, che ho finito l'altro giorno, così come per altri libri o film che ho amato e che consiglierei.
Mo' però è tardi e devo per forza andare a nanna, sennò chi ci va domani in ufficio. Uffa però, queste serate non dovrebbero finire mai u_u
Tumblr media
7 notes · View notes
aalbertosousa · 2 years
Text
Ser mãe onde se desconfia
Ser mãe onde se desconfia Ser mãe onde se desconfia Ser mãe é de mulher assumir a fibra ser mãe é doação a todo o amor alheio dar vida a partir de todo o seu seio, saber sorrir se por dentro a dor vibra. Leiam no Blog...
Ser mãe onde se desconfia Ser mãe onde se desconfiaSer mãe é de mulher assumir a fibraser mãe é doação a todo o amor alheiodar vida a partir de todo o seu seio,saber sorrir se por dentro a dor vibra.saber doar-se, do perigo seu filho livrasorrir ao mundo por todo seu anseio,largar no tempo ao assumir o receio,pesar entre a pressão assim o equilibra!No todo amor dedicado a um filho,reflexo de si…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
garadinervi · 2 years
Photo
Tumblr media Tumblr media
Album fotografico di Giorgio Manganelli. Racconto biografico di Lietta Manganelli, Edited by Ermanno Cavazzoni, «Compagnia Extra» 18, Quodlibet, Macerata, 2010, pp. 99-100 [© Lietta Manganelli, Quodlibet]
20 notes · View notes
t-annhauser · 1 year
Text
Abbiate buoni maestri
Mio padre mi fece leggere per primo Andrea Savinio, uno dei due dioscuri, e ne rimasi così folgorato che mi diede in qualche modo l'imprinting. Mi accorgo infatti che quando scrivo spesso inseguo inconsciamente il suo stile, ovviamente con i mezzi espressivi di cui dispongo. Inseguo lo stile di tre libri in particolare: Narrate, uomini, la vostra storia, Ascolto il tuo cuore, città, e Nuova Enciclopedia. Mi piace quel tono biografico e saggistico, la sua vena surreale e ironica. Io credo che per scrivere bisogna darsi un modello e inseguirlo, magari non verrà bene come l'originale, ma nel tentativo, alla lunga, molto alla lunga, ne uscirà prima o poi qualcosa di originale, di buono o di cattivo che sia, per cui: abbiate buoni maestri.
4 notes · View notes
gregor-samsung · 2 years
Text
“ Il male oscuro di Giuseppe Berto esce nello stesso anno di Frost, di Thomas Bernhard. Erano gli anni sessanta e la prosa di moda era per lo più sperimentale, poesia in prosa, tentativi di estenuare le ultime avanguardie, in Europa dico. Entrambi esordiscono in un anno difficile, presi tra ansie ideologiche e spinte neo-neorealistiche (come si diceva allora), con due romanzi curiosamente accordati vicendevolmente: poco drammatici, anzi per nulla; estremamente tragici, e furiosamente comici. L’italiano prenderà una strada poi raccolta da altri e non mantenuta. L’austriaco, invece, comincerà un attraversamento ossessivo delle sue compulsioni, dei suoi pensieri e dei suoi fantasmi, diventando uno dei più grandi scrittori del Novecento. Berto ogni cinque anni viene riscoperto, la gente compra la nuova edizione ma comunque alla fine non lo legge. Vi inviterei a raggiungere la vostra biblioteca, a prendere la copia che avete (lo so che ce l’avete) e a leggere le prime dieci pagine del Male oscuro. Un assoluto capolavoro di lirica, di tono e di equilibrio della dismisura. Con Berto si ride tanto, come con Bernhard, e si ride a denti stretti, ma si ride soprattutto col cervello. Bernhard diventa gigantesco per me quando ne scopro il teatro, ma è un dato biografico. Ma visto che non sto scrivendo un saggio va bene anche il dato biografico, no? “
Giovanni Spadaccini, Compro libri - anche in grandi quantità. Taccuino di un libraio d’occasione, UTET, 2021. [Libro elettronico]  
10 notes · View notes