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#chiave di sol
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fashionbooksmilano · 1 month
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Ephimera Dialoghi sulla moda
a cura di Sofia Gnoli
testi di Antonio Mancinelli, Maria Luisa Frisa, Alessandro Michele, Anna Piaggi, Luca Stoppini, Mariuccia Casadio, Quirino Conti, Bonizza Giordani Aragno, Maria Grazia Chiuri, Giuseppe Scaraffia, Gabriella Pescucci, Valeria Palermi, Daniela Baroncini, Silvia Venturini Fendi, Andrea Mecacci
Electa, Milano 2020, 115 pagine, 16x24cm, brossura con alette, ISBN 9788892820319
euro 29,00
email if you want to buy [email protected]
La moda nelle sue innumerevoli sfaccettature è la protagonista Ephimera, un volume nato dal ciclo di conversazioni che si è tenuto al Parco archeologico del Colosseo, nella Curia Iulia, cuore della civiltà romana, tra il 2019 e il 2020.
Fugace, velocissima, radicata nel presente, la moda sta sempre sul punto di diventare qualcos’altro, di cambiare pelle. È proprio per questo che la curatrice Sofia Gnoli ha scelto Ephimera – da epi “sopra” che messo insieme ad emera “giorno”, significa di un sol giorno – come titolo di questi dialoghi. Il risultato è un libro che esplora la moda da una molteplicità di punti di vista: moda come linguaggio di segni, come espressione artistica, senza trascurare argomenti classici quali l’androginia o il dandysmo e il suo legame con il cinema e con la letteratura, con la fotografia e con il kitsch.
Il continuo scambio tra presente e passato, così come la natura polimorfica di questa disciplina si riflettono anche sulla diversa formazione dei partecipanti di Ephimera, nonché autori del volume: direttori creativi, artisti, saggisti, studiosi e giornalisti, hanno approfondito, attraverso la loro personale visione, un aspetto della contemporaneità. Attraverso tutti questi racconti, Ephimera traccia un quadro della moda con le sue mutevolezze, le sue imprevedibilità e le sue compulsive morti e rinascite. Così, tra presente e passato, tra effimero ed eternità, la moda non smette di incantare.
EPHIMERA SOFIA GNOLI L’AVVENIRE È LA PORTA, IL PASSATO È LA CHIAVE ANTONIO MANCINELLI E SILVIA VENTURINI FENDI ALESSANDRO MICHELE: ARCHEOLOGO DELLE COSE A VENIRE MARIA LUISA FRISA E ALESSANDRO MICHELE MODA: STRUMENTO DI CONSAPEVOLEZZA, ARTE DEL POSSIBILE VALERIA PALERMI E MARIA GRAZIA CHIURI LE D.P. “DOPPIE PAGINE” DI ANNA PIAGGI LUCA STOPPINI ANNA PIAGGI “PRIVATE” PAOLO CASTALDI FENOMENOLOGIA DEL DANDY GIUSEPPE SCARAFFIA IL DANDISMO DI LUIGI ONTANI MARIUCCIA CASADIO L’INDISTINTA SESSUALITÀ DELLA MODA QUIRINO CONTI OSCAR AI COSTUMI GABRIELLA PESCUCCI IL GUARDAROBA DELL’EROS: LETTERATURA, MODA E EDUZIONE DANIELA BARONCINI SGUARDI ITALIANI: LA FOTOGRAFIA DI MODA IN ITALIA BONIZZA GIORDANI ARAGNO CONSIDERAZIONI SUL KITSCH ANDREA MECACCI
23/05/24
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lunamagicablu · 1 year
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Tutti i giorni, con il sole Dio ci concede un momento in cui è possibile cambiare ciò che ci rende infelici. L’istante magico, quel momento in cui un “sì” o un “no” può cambiare tutta la nostra esistenza. Tutti i giorni fingiamo di non percepire questo momento, ci diciamo che non esiste, che l’oggi è uguale a ieri e identico a domani. Ma chi presta attenzione al proprio giorno, scopre l’istante magico: un istante che può nascondersi nel momento in cui, la mattina, infiliamo la chiave nella toppa, nell’istante di silenzio subito dopo la cena, nelle mille e una cosa che ci sembrano uguali. Questo momento esiste: un momento in cui tutta la forza delle stelle ci pervade e ci consente di fare miracoli. Paulo Coelho (Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto, 1996) art by Jungsuk Lee ************** Cada día, con el sol, Dios nos concede un momento en el que es posible cambiar lo que nos hace infelices. El instante mágico, ese momento en el que un "sí" o un "no" puede cambiar toda nuestra existencia. Todos los días hacemos como que no percibimos este momento, nos decimos que no existe, que hoy es igual a ayer e idéntico a mañana. Pero quien presta atención a su día descubre el instante mágico: un instante que puede esconderse en el momento en que, por la mañana, introducimos la llave en la cerradura, en el instante de silencio inmediatamente después de la cena, en las mil y una cosas que se ven iguales. Este momento existe: un momento en el que toda la fuerza de los astros nos invade y nos permite obrar milagros. Paulo Coelho (A orillas del río Piedra me senté y lloré, 1996) art by Jungsuk Lee 
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montag28 · 1 year
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Luna in chiave di Sol
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la-novellista · 1 year
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Tra spazi e righe, pause e note con tempi più o meno lunghi. Poche righe sulle quali stiamo in equilibrio con un piede solo. Insieme in ancor meno spazi, vicini per sentire respiri, sospiri e sussurri scambiando ritmi e pause brevi e lunghe. Poche righe ancor meno spazi di in-finiti spartiti in accordo di registri incomprensibili scritti a quattro mani in chiave as-SOL-lutamente privata.
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aven90 · 6 months
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Il pentagramma a Natale
Le avventure del Pentagramma potete trovarle qui Esistevano un sacco di spartiti natalizi, ma per la chiave di Sol esisteva solamente un brano. Ogni volta che glielo chiedevano, lei rispondeva solo in un modo.“Beh, ma Sol This Is Christmas, no?”“E invece no!”Squillarono le trombe e molti Bemolle si misero in posizione di attenti. Stava chiaramente passando il Re, ma la Chiave di Sol ebbe proprio…
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tuttooniente · 8 months
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Con qual coraggio osa profanar le labbra di costei...
Con qual coraggio prova compiacere a veder me, miserabile e senza forze...
Con qual coraggio permette alla sua bocca di pronunciar nome tanto bello quanto il suo...
Lei donna di infinita bellezza e cultura...
Che io sia dannato, che possa bruciare nelle fiamme roventi dell'inferno per aver pensato di farla mia...
Io sia maledetto da mattina fino a sera...
Che le forze maligne prendano pure i miei sogni per averla pensata...
Per averla bramata sol con l'occhio destro e per averla posseduta con quello sinistro...
Possa io morire ogni dì al canto del Gallo e viver solo incrociando i suoi occhi.
Possa dunque lui appropriarsi del suo corpo...
Ma il cuor suo sotto chiave dovrà custodirlo...
Ne ho visto un brandello...
E l'amo!
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lamilanomagazine · 8 months
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La salute femminile va in scena: dal 28 ottobre laboratori teatrali nell’ospedale Humanitas san Pio X
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La salute femminile va in scena: dal 28 ottobre laboratori teatrali nell’ospedale Humanitas san Pio X. Milano. Dalla nuova collaborazione tra il Teatro Carcano di Milano e il centro Humanitas per lei dell’ospedale Humanitas San Pio X di Milano nasce l’iniziativa “La salute femminile va in scena”: teatro e prevenzione si incontrano per sensibilizzare sull’importanza del mantenimento di stili di vita sani e sul ruolo della donna nella società attuale, al fine di superare pregiudizi ancora profondamente radicati. In programma dal 28 ottobre due laboratori teatrali gratuiti in ospedale, dedicati alla prevenzione in menopausa e gravidanza ed ai tabù sulla salute femminile in queste delicate fasi della vita, per promuovere una maggiore consapevolezza di sé. A seguire, una performance di e per sole donne, Svelarsi, che porta sul palco del Carcano il corpo femminile. Una provocazione dai risvolti lampanti: svelarsi per le donne prelude alla cura dei tabù che ammalano l’anima e delle malattie che aggrediscono i corpi. A tenere le fila di questo ambizioso progetto è la drammaturga, regista e attrice Silvia Gallerano, che torna ad indagare le verità rivelate dal mettersi nuda in scena dopo l'esperienza dello spettacolo La merda di Cristian Ceresoli che ha riempito per 10 anni i teatri di tutt'Italia. La salute femminile va in scena è un virtuoso e innovativo progetto che sfrutta la potenza dell’arte teatrale e il suo linguaggio esperienziale per promuovere la salute della donna. Un’occasione per portare fuori dall'ospedale importanti consigli clinici di prevenzione, diagnosi e cura, e un’occasione per portare l’arte performativa fuori dal teatro come efficace strumento educativo capace di influenzare positivamente le persone. Un impegno rafforzato dai dati: nonostante la prevenzione sia un fattore chiave per la salvaguardia della salute femminile, buona parte delle donne italiane non si è sottoposta nell’ultimo anno a screening per cancro, malattie cardiache, diabete o malattie/infezioni sessualmente trasmissibili. Senza dimenticare che, negli ultimi anni, è aumentata l’incidenza di tumori. I più frequenti nel 2022 per le donne: il tumore della mammella (55.700 casi), del colon-retto (22.100), del polmone (14.600), dell’endometrio (10.200) e il tumore della tiroide (8.700). Un felice connubio, quello tra il centro Humanitas per lei, che con team multidisciplinari e percorsi clinici personalizzati garantisce qualità e sicurezza delle cure con un’attenzione ai bisogni specifici di salute delle donne in ogni fase della vita, e il Teatro Carcano, diretto dal 2021 da tre donne coraggiose, che si prepara ad avviare la nuova stagione mantenendo vivo uno dei punti forti che ha contraddistinto la programmazione a cura della nuova direzione artistica: la particolare attenzione allo sguardo femminile, per interpretazione e tematica. Il primo laboratorio, in programma sabato 28 ottobre presso il centro Humanitas per lei, sarà dedicato alla menopausa, un passaggio importante nella vita di ogni donna, spesso associato all’idea della sottrazione, alla perdita della fertilità, della sessualità, dell’energia. Un “meno” che in realtà nasconde tanti “più”, tante occasioni da cogliere per affrontarla al meglio, con un nuovo equilibrio e una nuova qualità della vita. Il secondo laboratorio è invece previsto sabato 18 novembre, sempre in ospedale, e sarà rivolto alle mamme e alle future mamme, che potranno affrontare ansie e paure attraverso un’esperienza di movimento, recitazione, ascolto e confronto con le proprie compagne di laboratorio. Gli spunti più interessanti emersi durante i laboratori saranno poi raccolti dalla regista Silvia Gallerano e condivisi attraverso un costante aggiornamento del copione dello spettacolo Svelarsi, in scena al Teatro Carcano di Milano dall’8 all’11 febbraio 2024. Otto attrici in scena, solo corpi femminili per una platea solo femminile, per non contaminare il rito del comune sentire da cui nasce la catarsi propiziata dal teatro. Un percorso di ricerca dedicato alle donne per riappropriarsi dello spazio negato dal patriarcato. E per farlo non si può che parlare di corpo, svelandolo, anche fisicamente. Un vero e proprio happening, unico e originale, per esplorare l'identità femminile a trecentosessanta gradi. Al termine delle performance in programma una talk di approfondimento a cura degli specialisti del centro donna Humanitas per lei. Approfondimenti laboratori teatrali in ospedale e spettacolo Svelarsi MENO CHE? MENO A CHI? IN SCENA TUTTI I PIU’ DELLA MENOPAUSA SABATO 28 OTTOBRE, ore 15.00-18.00 Centro Humanitas per lei - Ospedale Humanitas San Pio X, via F. Nava 31, Milano Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria a questo link sul sito www.humanitas-sanpiox.it Posti limitati La premenopausa e menopausa sono un passaggio importante nella vita di ogni donna, spesso associato all’idea della sottrazione, alla perdita della fertilità, della sessualità, dell’energia. Un “meno” che in realtà nasconde tanti “più”, tante occasioni da cogliere per affrontarla al meglio, con un nuovo equilibrio e una nuova qualità della vita. Come? Con consapevolezza e fiducia in sé stesse. Durante il laboratorio, attraverso il dialogo, il movimento e la recitazione verranno “messi in scena” tutti i cambiamenti che la menopausa porta, dall’aumento o la perdita di peso alla comparsa delle prime rughe fino ad una nuova sessualità per conoscerli e affrontarli con serenità anche grazie ai consigli clinici degli specialisti. Obiettivi: - Prendere consapevolezza dei cambiamenti fisici, psicologici e sociali di questa nuova fase della vita - Rielaborare in modo positivo e concreto i cambiamenti della premenopausa e menopausa - Scardinare i pregiudizi e falsi miti nella rete familiare e sociale - Continuare a fare prevenzione e prendersi cura della propria salute. Un’occasione per conoscere e vivere a pieno tutti i “più” della menopausa. Il laboratorio in collaborazione con il Teatro Carcano si svolge con Silvia Gallerano, drammaturga e regista dello spettacolo teatrale Svelarsi e con le specialiste del Centro Humanitas per lei. MAMME IN SCENA SABATO 18 NOVEMBRE DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 17.30 – Centro Humanitas per lei - Ospedale Humanitas San Pio X, via F. Nava 31, Milano Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria a questo link sul sito www.humanitas-sanpiox.it Posti limitati Dall’allattamento esclusivo al seno al cesareo fino al rientro al lavoro e all’accettazione del proprio corpo nel post parto. L’esperienza laboratoriale, attraverso il teatro e strumenti di comunicazione alternativi a quelli consueti, vuole dare alle future mamme la possibilità di affrontare ansie, paure, tabù attraverso un’esperienza di movimento, recitazione, ascolto e confronto con le proprie compagne di laboratorio. Niente giudizi e pregiudizi, solo la libertà di esprimersi e di approfondire ogni scelta ed opportunità. Obiettivi: - Entrare in contatto profondo con il proprio corpo, le sensazioni e le emozioni senza giudicarsi - Rielaborare in modo positivo e concreto inquietudini e speranze - Valorizzare il proprio ruolo di donna e mamma nella rete familiare e sociale Un’occasione di spensieratezza per raccontarsi, sorprendersi, emozionarsi, ma anche divertirsi! Il laboratorio in collaborazione con il Teatro Carcano si svolge con Silvia Gallerano, drammaturga e regista dello spettacolo teatrale Svelarsi e con le specialiste del Centro Humanitas per lei. SVELARSI Dall’8 all’11 febbraio 2024 – Teatro Carcano Milano drammaturgia e regia di Silvia Gallerano di e con Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini, Silvia Gallerano con la voce di Greta Marzano e il contributo di Serena Dibiase. Allestimento luci Camila Chiozza, consulenza costumi Emanuela Dall’Aglio. produzione Teatro di Dioniso in collaborazione con PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe in collaborazione con SIAE con il contributo di MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio Spettacolo in collaborazione con il Centro Humanitas per Lei dell’ospedale Humanitas San Pio X Solo corpi femminili: è questo l’esperimento. Si tratta di una chiamata. Risponde chi se la sente. Non è per tutti. È per chi ha voglia di incontrarci. Non ci mostriamo come animali di uno zoo. Accogliamo chi è interessata a rispecchiarsi. Ci sono parole. Tante. Che coprono, che proteggono i corpi. E poi ci sono i corpi. Così come li guardiamo allo specchio quando ci svegliamo. Prima di camuffarli per camminare in mezzo agli altri. Sai quando si dice: immagina una persona che ti fa paura mentre è nuda. Per smontarla. Per vedere che è composta dagli stessi pezzi che compongono te. Ecco, noi ci spogliamo proprio. I nostri pezzi li mostriamo tutti. E come i nostri corpi mostrati a pezzi, così si presenta il lavoro. Una composizione di quadri, fatti di immagini e parole. Una successione di tappe, per arrivare ad assemblare i giusti pezzi, per trovargli collocazione. Per trovargli visione. Svelarsi è un’altalena tra un senso di invasione, una mancanza di spazio, una compressione, da una parte; la potenza, lo strabordare, la risata travolgente, dall’altra. La cultura patriarcale che ancora ci circonda insegna alle donne, sin da piccole, a limitare i propri desideri di potenza, ad accettare invasioni di campo da parte dell’altro sesso (dove il campo è il corpo), a mettersi in disparte e per senso di costrizione spesso a esplodere. Si parte da vissuti diversi che hanno una nota comune: di umiliazione, di mutilazione, di invisibilità. Messi insieme, tutti questi vissuti, si mostrano per quel che sono: semplici soprusi, spesso meschini. Se ne vedono i contorni tragicomici, si impara a riderci su e a rispondere con una potenza che non è stata sopita. Il lavoro di scrittura è un lavoro condiviso: ogni attrice ha scritto con le parole o con il proprio corpo la sua presenza in questo lavoro. La scrittura non è solo di parole, anzi è soprattutto una scrittura di corpi. Le parole a volte sono gli inganni, il rumore dell’abituale: i corpi, in questi momenti di svelamento rivelano la vera essenza, il discorso non articolato ma presente. Svelarsi è un percorso di ricerca. Per questo si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne (cis, trans e non binarie). Tutte quelle che si sentono e definiscono donne. Non si tratta di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma di indagare che cosa succede ai corpi simili di chi assiste, domandarsi se il proprio corpo risuona più profondamente con quello che vede, nudo, in scena.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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spritzapeiron · 1 year
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Bene e male in quel di Hyrule
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L’eterno ritorno del male
Bene e male sono gli opposti di una narrazione che dura da migliaia di anni, da quando l’uomo si rifugiava nella caverna quale luogo sicuro, lasciando la propria traccia sulle pareti, le prime pagine di una storia lontana. Bene e male sono appartenuti alle memorie di chi ha calpestato la terra di questo piccolo globo, tramandando leggende di eroi che il male hanno saputo affrontarlo. Religione, letteratura, cinema ci hanno raccontato un’idea di bene, un’idea di male, le loro differenze e i loro antagonismi, lo scontro fra un qualcosa che è di natura opposto a qualcos’altro: una dicotomia che non può essere spiegata facilmente senza il contrasto dei due termini che la fondano. Il perseguimento del bene parzialmente disinteressato come quello religioso, la promessa di un paradiso dove vivere in pace il resto dei tempi, a patto che si abbia agito secondo un ethos stabilito dall’interpretazione giusta del divino, è soltanto un esempio di quanto l’uomo si sia storicamente dibattuto nel cercare di comprendere questo istinto primordiale, perché forse di istinto si tratta, rispetto alla benignità o malvagità delle cose che lo circondano. Come detto sopra, a soffermarsi su questi due concetti così umani sono state spesso proprio le numerose storie figlie della nostra civiltà. Questo perché i racconti hanno una funzione fondamentale per l’uomo, in quanto gli offrono una chiave di lettura della realtà alquanto accessibile, suscettibile di essere appunto raccontata, trasmessa e appresa da intere generazioni. Le storie sanno semplificare la realtà, o perlomeno toccarla da vicino. Ma c’è n’è una in particolare che racconta l’eterno contrasto tra il bene e il male. Si tratta di una leggenda, figlia di una saga videoludica che ha appassionato milioni di giocatori in giro per il mondo: The Legend of Zelda. Noi autori da bar siamo particolarmente affezionati alla saga in questione, e per questo vogliamo trarne uno spunto per riflettere: la famosa chiave di lettura che solo certi racconti ci sanno offrire.
La leggenda di Zelda va ben oltre il racconto tradizionale dell’eroe che deve salvare la sua principessa, seppur tra Link, il giovane ragazzo dentro la tunica verde e Zelda, principessa dispensatrice di saggezza, forse un po’ di amore c’è stato. Questa storia racconta il destino di una terra immaginata, Hyrule, che ciclicamente viene afferrata dalle grinfie del male, sottoforma di spirito o essere malvagio che vuole farla sua, sprigionando il proprio potere a tal fine. Sia questo male Ganon, Ganondorf, Vaati, Zant poco importa: sono solo nomi che mascherano ciò che è malvagio e ha come unico scopo quello di estinguere ogni forma di bene. Ciò che rende unica la storia in questione è la semplice ma lucida visione di questi due dualistici concetti. Quando il male comincia a dominare e consumare tutto ciò che gli si oppone, l’eroe del tempo si reincarna per porre fine a questo processo di distruzione, esorcizzandolo, ma badate bene, senza mai annichilirlo totalmente. La saga firmata Nintendo, infatti, è figlia di programmatori e autori nati ad oriente, culturalmente perciò vicini a una certa filosofia, in buona parte lontana dalla nostra visione occidentale del mondo. La saggezza del pensiero del sol levante emerge qui dalla sua accettazione dell’incompiuto. In poche parole, il male non potrà mai essere definitivamente sconfitto. Link dovrà personificarsi eternamente nell’eroe prescelto che non estingue ciò che è malvagio, ma lo tiene a bada, scacciandolo. Non a caso, una volta che i giochi di questa saga vengono terminati, si riparte quasi sempre dal salvataggio che precede l’ultimo atto. Di conseguenza, il giocatore sarà costretto a sfidare nuovamente nel duello finale il grande antagonista, oppure ad accettare il fatto che il male non si dissolverà mai del tutto, ma farà ritorno, e così la sua nemesi, l’eroe che lo esorcizza. Un’esperienza che potrebbe sembrare spietata nei confronti di bambini sognanti che hanno stretto tra le loro mani almeno una volta uno dei videogiochi più famosi della casa produttrice giapponese. Ma è forse questa un’alternativa interessante all’educazione tradizionale sulla millenaria tematica affrontata brevemente in queste righe, un approccio convincente a una questione che tanto ci tocca. Non importa che a raccontare di ciò siano creature bizzarre, grottesche, o belle principesse, perché bene e male sono un qualcosa di molto umano, che abbiamo necessità di comprendere per meglio vivere la nostra sempre incerta esistenza. Il male di Hyrule, in fondo, non è che qualcosa di molto simile al male che noi crediamo di conoscere, ma di cui non comprendiamo un aspetto fondamentale, ossia il suo ciclico ritorno, almeno finché l’uomo abiterà questo mondo. Il male è un qualcosa che chi è buono può soltanto allontanare, come una fiera feroce che viene respinta da un fuoco abbagliante, una luce non necessariamente celeste. E all’oscurità seguirà la luce, e poi ancora l’oscurità, finché un eroe tornerà, a Hyrule o chissà dove. La leggenda di Zelda non fa altro che raccontarci un qualcosa di molto semplice. Ma è proprio la semplicità che sfugge spesso agli occhi di noi uomini e donne d’occidente, troppo impegnati a trarre conclusioni, senza prima capire che certe storie non hanno e mai avranno una fine. Finché a Hyrule regnerà il bene, il male non potrà fare altro che tornare a bussare alla porta del regno. Saremo allora pronti ad accettare di brandire la spada che esorcizza il male pur sapendo che esso non avrà mai fine?
Tommaso Mosole
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jacopocioni · 1 year
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La porti un bacione a Firenze.
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Credo che la canzone sia abbastanza famosa per mettersi a commentare più di tanto, datata si, ma soggetta a successive interpretazioni. Il suo autore ed interprete è Odoardo Eugenio Giano Spadaro un fiorentinaccio calato nel signorile uomo di spettacolo. Non solo famoso in Italia, ma in Francia, nelle Americhe, tanto da essere considerato artista internazionale al suo rientro in patria. Un artista di teatro, di cabaret e soprattutto cantautore puro, cioè scrittore ed interprete delle proprie canzoni. La porti un bacione a Firenze è fra le tante la canzone che l'ha reso indimenticato, soprattutto a Firenze, ma anche nel resto del mondo.
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Targa Odoardo Spadaro Vi rimando a wikipedia per leggere chi era Odoardo Spadaro, vi dico solo che muore il 26 giugno 1965 ed al funerale i posteggiatori fiorentini intonano in suo onore proprio "La mi porti un bacione a Firenze". Firenze gli ha intitolato una strada e nel quarantesimo anniversario della sua morte ha omaggiato l'artista con una targa sulla facciata della sua abitazione in via Luca Landucci. Ovviamente il tempo passa e le persone dimenticano. Allora per rinverdire passate memorie vi ripropongo questo pezzo interpretato dallo stesso Odoardo, ma anche da altri artisti in modo da valutare modi e cambi di tempo. 1° artista Odoardo Spadaro  (Firenze, 16 gennaio 1893 – Firenze, 26 giugno 1965) https://www.youtube.com/watch?v=oT9Pv_Fu2nQ 2° artista Carlo Buti (Firenze, 14 novembre 1902 – Montelupo Fiorentino, 16 novembre 1963) https://www.youtube.com/watch?v=U53WdBhdw2s 3° artista Narciso Parigi (Campi Bisenzio, 29 novembre 1927) https://www.youtube.com/watch?v=5hg6Y7gr5i8 4° artista Nada (Gabbro di Rosignano Marittimo, 17 novembre 1953) https://www.youtube.com/watch?v=TSyHosnlX5I Testo della canzone Partiva una mattina co'i' vapore 'gli era un signore d'una certa età Vedendolo gli fo: Scusi signore! Perdoni, l'è di' ffiore, sì lo so Lei torna a casa lieto, ben lo vedo ed un favore piccolo le chiedo La porti un bacione a Firenze, che l'è la mia città che in cuore ho sempre qui La porti un bacione a Firenze, lavoro solo per rivederla un dì Son figlia d'emigrante, per questo son distante, lavoro perché un giorno a casa tornerò La porti un bacione a Firenze: se la rivedo glielo renderò E quel signore m'ha risposto allora Il tuo bacione a'ccasa porterò e per tranquillità sin da quest'ora, in viaggio chiuso a chiave lo terrò Ma appena giunto a'ccasa te lo giuro, il bacio verso i'ccielo andrà sicuro Io porto il tuo bacio a Firenze che l'è la tua città anche l'è di me Io porto il tuo bacio a Firenze nè mai, giammai potrò scordarmi te Sei figlia d'emigrante, per questo sei distante, ma stà sicura un giorno a'ccasa tornerai Io porto il tuo bacio a Firenze e da Firenze tanti baci avrai L'è vera questa storia e se l'un fosse la fo passar per vera sol perché, so bene e'lucciconi e quanta tosse gli ha chi distante dalla Patria egli è Così ogni fiorentino ch'è lontano, vedendoti partir ti dirà piano: La porti un bacione a Firenze gli è tanto che un ci vò; ci crede? Più un ci stò! La porti un bacione a Firenze un vedo l'ora quando tornerò La nostra cittadina pettegola e carina, la ci ha tant'anni eppure la un n'invecchia mai La porti un bacione a Firenze e a tutti i fiorentini che vedrà Read the full article
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ayurveda-for-all · 1 year
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SET 1 Campane cristallo Chakra con 7 campane 432 Hz
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Il set verrà selezionato in base alle note dei Chakra e non in base alle dimensioni. Per tanto, sarà possibile che all'interno dello stesso set vi siano più campane della stessa misura. Euro 820,00= + IVA (spese di spedizione escluse) CHIEDI INFORMAZIONI PER ORDINARE INVIANDO UNA MAIL A [email protected]
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Questo set comprende le seguenti campane:  Nota LA - 30 cm (cod. prod. A1702) Nota SI - 30 cm (cod. prod. B1702) Nota DO - 30 cm (cod. prod. C1702) Nota RE - 25 cm (cod. prod. D1701) Nota MI - 30 cm (cod. prod. E1702) Nota FA - 25 cm (cod. prod. F1701) Nota SOL 25 cm (cod. prod. G1701) 7 batacchi (simili all’articolo 1716) 7 anelli di stabilità in gomma Extra: 1 batacchio di gomma (articolo 1715) ​ La scala musicale “DO RE MI FA SOL LA SI" è collegata ai nostri chakra. DO: 1° chakra - chakra della radice RE: 2° chakra - chakra sacrale MI: 3° chakra - chakra del plesso solare FA: 4° chakra - chakra del cuore SOL: 5° chakra - chakra della gola LA: 6° chakra - chakra del terzo occhio SI: 7° chakra - chakra della corona 432 Hertz (Hz) Il suono e la musica consistono in vibrazioni. Maggiore è il numero di vibrazioni al secondo, maggiore è il tono. L'unità per misurare la frequenza è detta Hertz (Hz). 432 Hz è il naturale "tono" dell’universo. Questo tono è presente in natura, nella matematica, nelle orbite planetarie, nell'intero universo. Tutta la musica classica di Bach, Brahms e così via è stata composta ed è stata originariamente eseguita utilizzando lo ‘standard’ LA (=LA4) a 432Hz. Anche la nostra serie di campane di cristallo "432 Hz" è sintonizzata in questo modo. Di seguito le differenti frequenze disponibili*: DO4 = 257 Hz RE4 = 289 Hz MI4 = 324 Hz FA4 = 343 Hz SOL4 = 385 Hz LA3 = 216 Hz SI3 = 244 Hz Non solo i 432 Hz sono più piacevoli all'orecchio, ma assicurano anche un'armonica risonanza dell'intero "essere" con il nostro pianeta e l'universo. Questa risonanza naturale porta a un maggiore benessere sia del corpo che della mente.  * Una deviazione fino a circa 4 Hz è considerata normale. Ulteriori informazioni Le sette note corrispondono ai colori dell’arcobaleno e questi sono relazionati ai sette principali punti energetici del corpo, i Chakra. Ogni Chakra ha una determinata frequenza di risonanza. I toni puri delle campane di cristallo producono un campo sonoro vibrazionale che risuona nei Chakra e nelle corrispondenti aree fisiche. Le campane di cristallo agiscono direttamente sui nostri Chakra portando maggiore equilibrio, maggiore consapevolezza e lo sblocco dei Chakra. Nel corso della storia, il suono è sempre stato usato in molte culture per risvegliare, valorizzare e sintonizzare i Chakra. Poiché i Chakra sono composti anche da vibrazioni e risuonano a differenti frequenze, vi sono specifici ‘suoni-base’, canti e toni utilizzati proprio per questi scopi. Uno dei più popolari sistemi di terapia del suono è quello di utilizzare toni specifici per risvegliare o armonizzare ciascun Chakra. Il moderno sistema musicale occidentale si basa in realtà su antichi derivati di suono e toni in allineamento con quello che gli antichi chiamavano ‘Armonie universali’. Era ben noto che differenti frequenze, toni e armonie potevano portare diversi livelli di guarigione, ma anche il contrario! Comprendere e integrare nella nostra vita questi concetti, può risultare difficile, per questa ragione non andremo oltre! Queste campane sono fatte al 100% in cristallo di quarzo puro, un elemento naturale. Il cristallo viene riscaldato a 2200 gradi Celsius (4000 gradi Fahrenheit) e colato in uno stampo. Poiché anche il nostro corpo è composto da una struttura cristallina, usare le campane di cristallo per ragioni terapeutiche o la meditazione, ci permette di rispondere più rapidamente e favorevolmente al potere terapeutico del suono. Ecco perché i cristalli sono un elemento chiave in molte pratiche di medicina olistica. Attenzione: Qualunque proprietà curativa descritta qui sopra non è in alcun modo destinata a sostituire la diagnosi o il trattamento da parte di un terapista o di un medico qualificato. Read the full article
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cibafilbijoux · 2 years
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Ciondolo chiave di sol musicale di violino in argento 925 - 4,00 € https://www.cibafil.com/bijoux/ciondoli/88-ciondolo-chiave-di-sol-musicale-di-violino-in-argento-925.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=tumblr
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cancionesfedez · 2 years
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Notte Brava
Tutta la notte nella tua ferita Non voglio saperne del foro di uscita Ma rimanere dentro, odio il cambiamento Anche se è tutto finito, come il Novecento
Il libro ha esaurito le pagine Esaurito le lacrime E le mie sigarette automatiche Se sei convinta anche tu Dai, non vediamoci più Sveglio da quattro notti e centoventi giorni È così bello il sogno e alla fine non dormi Giorni interi, no stranieri, muti come l'acca Naufraghiamo in una goccia di 'sto letto ad acqua
Forse un giorno mi dirai dov'è Quella voglia di fottere il mondo È colpa delle macchine Se qui sotto si vende l'amore Lo so che ci credevi in me Ma non ce l'abbiamo fatta e torniamo a casa Coi segni sulla faccia, notte brava Tra un'ora inizia un'altra settimana
Volevi la festa, sei su un'autostrada Quanto sei molesta quando sei ubriaca Chiudimi la bocca, aprimi la testa Godiamoci la notte che ci resta E balli in metro col vestito da sposa Di una tua amica che per questo ti odia Tanto sono tutte false le tue amiche americane Quanto amore ci rimane, la vuoi indietro la tua chiave?
Forse un giorno mi dirai dov'è Quella voglia di fottere il mondo È colpa delle macchine Se qui sotto si vende l'amore Lo so che ci credevi in me Ma non ce l'abbiamo fatta e torniamo a casa Coi segni sulla faccia, notte brava Tra un'ora inizia un'altra settimana
Questa camera brucia, vista sull'equatore Cento gradi di sol e di separazione Giochi di strada, sangue sopra la firma di Prada Se cade una stella l'assicurazione non paga Cosa resta di me? Giochi rotti dell'asilo Sentimenti con te, aquiloni senza filo Vendi i ricordi e facci quattro soldi È così bello un sogno e alla fine non dormi
Forse un giorno mi dirai dov'è Quella voglia di fottere il mondo È colpa delle macchine Se qui sotto si vende l'amore Lo so che ci credevi in me Ma non ce l'abbiamo fatta e torniamo a casa Coi segni sulla faccia, notte brava Tra un'ora inizia un'altra settimana
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gaetaniu · 2 years
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Carbonio organico su Marte: è di più che in alcuni luoghi della Terra
Carbonio organico su Marte: è di più che in alcuni luoghi della Terra
Curiosity MAHLI Sol 279 foro su Cumberland. Grazie ai dati del rover della NASA Curiosity, gli scienziati hanno potuto misurare per la prima volta il carbonio organico totale, un componente chiave nelle molecole della vita. “Abbiamo trovato da 200 a 273 parti per milione di carbonio organico. Questo è paragonabile o addirittura superiore alla quantità trovata nelle rocce in luoghi in cui c’è…
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manumanuzone · 4 years
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Pausa
Rincorreresti mai il vuoto? In una pausa rincorri il tempo.
Come in un pentagramma le note fanno la vita, le pause i respiri, sai che la tua è la chiave di violino e i puntini ti indicano il riferimento di quelle vite.. il Sol. E come nelle vite reali può essere il sole. Anche in un pentagramma possiamo riscaldarci. Anche la melodia più malinconica può suonare al ritmo di Jazz, sincopata da astratti spazi che portano al cambio-tempo che la stessa vita ci concede.
Tu. Deserta fra i righi e gli spazi. Sei la nota più dolce che un rosso vino cela nel retrogusto finale.
Tu. Che arrivi di soppiatto, che ti spogli dai colori e sei stesso arcobaleno.
Tu. Esile e pura. Rappresenti il complesso metodo di riuscire a saltare fra tasti neri e bianchi con l’intento di suonare la canzone di una vita. E se la nota è una vita e tu fai vita, vinci la battaglia dell’universo musicale.
Rintocco di campana, cinguettio degli uccelli. Prima prepotente
poi leggera.
Sei il volgere del giorno
l’irrompere della sera.
Nota rossa speziata, dove il mio animo spera.
Manu
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giuggioloo · 3 years
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la giacca di amadeus❤️
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