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#circo per bambini
nanirossi · 5 months
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Sogni in Scatola ad Ozzano ecco un bellissimo video!
Screenshot Anche se breve la nostra presenza al festival ARTinCIRCO di Ozzano è stata intensissima! Tantissimi bambini nei matinè ma anche artisti e amici con cui non si incontra spesso. Grazie a tutti e grazie a Philippe che ci ha regalato questo bellissimo video ricordo!
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smokingago · 4 months
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L’ELEFANTE INCATENATO
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Quando ero piccolo adoravo il circo, ero attirato in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini.
Durante lo spettacolo faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune… ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri e anche se la catena era grossa mi pareva ovvio che un animale del genere potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.
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Che cosa lo teneva legato?
Chiesi in giro a tutte le persone che incontravo di risolvere il mistero dell’elefante; qualcuno mi disse che l’elefante non scappava perché era ammaestrato… allora posi la domanda ovvia: “se è ammaestrato, perché lo incatenano?” Non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente.
Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto. Per mia fortuna qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato tanto saggio da trovare la risposta: l’elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.
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Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato ad un paletto che provava a spingere, tirare e sudava nel tentativo di liberarsi, ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui, così dopo vari tentativi un giorno si rassegnò alla propria impotenza. L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare: sulla sua pelle è impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata e non è mai più ritornato a provare… non ha mai più messo alla prova di nuovo la sua forza… mai più!
A volte viviamo anche noi come l’elefante pensando che non possiamo fare un sacco di cose semplicemente perché una volta, un po’ di tempo fa ci avevamo provato ed avevamo fallito, ed allora sulla pelle abbiamo inciso “non posso, non posso e non potrò mai”.
L’unico modo per sapere se puoi farcela è provare di nuovo mettendoci tutto il cuore… tutto il tuo cuore!”
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scogito · 7 months
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Li fanno entrare in realtà virtuale mentre li inoculano. Praticamente gli alterano i sensi mentre fanno il cavolo che vogliono, senza avere la noia di gestire pianti, lamentele e urla.
Le mamme sono contente perché pensano di fargli evitare una brutta esperienza, mentre in realtà li portano nella stanza degli orrori.
Già qui si potrebbe aprire un capitolo sulla distorsione con cui troppi genitori credono di proteggere i bambini dalla sofferenza.
Poi un giorno, se capiranno, daranno la colpa ai medici, allo Stato e alle case farmaceutiche... Perché guardarsi allo specchio in questo Sistema non è mai preso in considerazione.
Qual è la parte più infantile in tutto questo circo? Chi è che fa figli quando per se stesso non ha raggiunto nemmeno il livello della logica?
La propaganda c'è e ti prenderá sempre per i fondelli, ma chi non sa fare 1+1 sono i singoli individui.
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falcemartello · 2 years
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Ricapitolando.
Gli stessi che negli ultimi anni hanno attuato le più violente politiche austeritarie, anti lavoriste e liberticide. Che hanno segregato la gente in casa, denunciato i loro vicini, privato migliaia di lavoratori del diritto al lavoro, impedito ai ragazzi di istruirsi e fare sport, ghettizzato e manganellato una minoranza di cittadini e invocato per loro la revoca del diritto di voto. Che volevano vaccinare i bambini pure contro la volontà dei genitori. Che hanno applaudito ad arresti dei sindacalisti pacifisti, censura sui giornali non allineati e commissioni d’inchiesta su reati d’opinione. Che hanno soffiato sul fuoco della russobia e delle conseguenti vergognose misure discriminatorie. Che tutt’oggi sostengono la guerra imperialista americana e il regime golpista e antidemocratico di Kiev che bombarda da 8 anni i suoi concittadini e mette fuori legge 12 partiti politici. E trasformano un branco di fetidi nazisti in patrioti ucraini oggi - centenario della Marcia su Roma - ci spiegano che il fascismo fu il male assoluto. Fate un piacere: andate al circo, buffoni.
@Antonio_DiSiena
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ballata · 8 months
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Qualche giorno fa e morto un Savoia. È morto come muore ogni giorno tanta gente. Alcuni di questi sono virtuosi altri no. Alcuni sono coraggiosi e probi, altri disonesti e vigliacch e questo è insindacabile vivo o morto che tu sia.
Inconsapevole interprete di eventi che hanno visto protagonista il nonno ed il padre, non si può dire abbia spiccato per doti particolari atte a renderlo noto e desiderabile per un ipotetico ritorno della monarchia .
A Londra durante la II guerra mondiale
a principessina Elisabetta con Margaret accanto tutte le sere
parla alla radio per tranquillizzare i bambini e così anche le madri e i padri. già alla prima incursione, la regina aveva affermato "Sono contenta che siamo stati bombardati, ora posso guardare in faccia da pari a pari la gente dell'East End" (il popoloso quartiere che aveva subito più volte i maggiori danni per i ripetuti bombardamenti).
Fu suggerito ai sovrani di allontanare le due bambine, mandarle in Canadà, ma la regina rifiutò:
"Senza di me loro non partono,
io non parto senza il re,e il re non lascerà mai l'Inghilterra".
In Italia i "reali" scappavano abbandonando il paese al caos e mentre lo facevano elargivano titoli nobiliari a chiunque gli aiutasse in quella fuga. Indimenticabile il "conte della scaletta" uno sconosciuto che abbasso la scaletta dell aereo che li fece scappare abbandonando la Patria a se stessa.
Quando un clown entra in un palazzo non diventa re. È il palazzo che diventa un circo. #monarchiedadimenticare
#savoia
#italia
#storieditalia
#buffoni
#recialtroni
#clown
#italia
#monaechia
#robertonicolettiballatibonaffini
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avalonishere · 1 year
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Dunque.....
Ci stramazzate con la tutela della natura. Giusto!! Però permettete che una donna sia una incubatrice di bambini, scelti da catalogo, come mutande del Postal market, permettendo anche la rinuncia al bimbo se non è di gradimento.
Emergono carte aberranti sulla gestione pandemica,non per incapacità ma per il business di Big Pharma.
Vi indignate se si filmano delle ladre dichiarate che ,pure si vantano della professione.
Vi preoccupate di accogliere indiscriminatamente, trattando poi chi arriva, da animale, spacciandovi per buonisti, invece è il business che vi rende buoni e, inoltre questi saranno un enorme bacino di voti, in futuro
Regalate redditi a iosa, anche ai criminali con i miei soldi , per avere voti.
Siete sempre contro le forze dell'ordine, rendendole incapaci di difenderci e di difendersi . Buonisti da 4 soldi dicono di non avere simpatia per le divise. Fra di voi un bieco personaggio apre un ristorante e lo chiama "allo sbirro morto", per voi tutto normale anzi ha pure una ong finanziata da voi.
Fate di una manifestazione canora uno spettacolo di bullismo da parte di signori nessuno...carovane di nani e ballerine di una sola parte, inscendando un pietoso circo, sempre con i miei soldi.
Imperversate in tv con fare arrogante , tutti sono cretini se non la pensano così usando il risolino idiota o gli insulti, i programmi non li avete ,quindi aggredite in quanto il re è nudo.
Ora tutto ciò per dire che "IO NON MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANA ,MA MI VERGOGNO CHE LO SIATE VOI!!!! ARRIVERÀ LA LIBERTÀ DALLA VOSTRA PRESENZA???? NON CREDO POICHÉ SIETE RIUSCITE A RENDERE ZOMBIES QUELLI CHE VI SEGUONO.
Detto ciò....MI FATE SCHIFO!!
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gregor-samsung · 2 years
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“ Mentre la vita pubblica e persino quella privata assumono i caratteri dello spettacolo, è in atto un contromovimento che cerca di modellare lo spettacolo, il teatro, tutte le forme di espressione artistica, sulla realtà — di annullare la differenza stessa tra arte e vita. Entrambe le tendenze diffondono un senso dell’assurdo caratteristico della sensibilità contemporanea. Va notata la stretta connessione tra un eccesso di elementi spettacolari, il cinismo dell’atteggiamento disincantato ormai diffuso anche tra i bambini, l’impermeabilità alla sorpresa o alle emozioni violente e la conseguente indifferenza a distinguere tra illusione e realtà. Siamo troppo ciniche [scrive Joyce Maynard di se stessa e di una bambina di quattro anni che ha portato al circo], per non intuire il trabocchetto nel gioco di prestigio, l’imbottitura del Santa Claus dell’Esercito della Salvezza, i trucchi della telecamera negli show pubblicitari alla TV (“Non è la mano di un folletto che spunta fuori dalla lavatrice,” mi dice Hanna, “è soltanto un attore coi guanti.”) Non diversamente al circo... ella si appoggiò indietro sul sedile imbottito, la mia bambina di quattro anni... prevedendo capitomboli e scivoloni, severa, sveglia, triste, saggia, matura, disincantata, più assorta nello zucchero filato che affascinata dal Più Grande Spettacolo del Mondo. [...] Avevamo assistito, impassibili, a spettacoli ben più straordinari, tutto il nostro mondo era un’indigestione per gli occhi, un circo a dieci piste con cui non avrebbero potuto competere neppure i Ringling Brothers. Un uomo ficcò la testa nelle fauci di una tigre e io lo indicai alla mia gelida, imperturbabile amica, con espressioni di sbalordimento esagerato, e quando essa non si curava di guardare... le giravo la testa verso la tigre, la costringevo a seguire il numero. La tigre, penso, avrebbe potuto staccare la testa al domatore con un morso, inghiottirlo in un boccone e tramutarsi in scimmia e lei non avrebbe battuto ciglio. Davanti a noi almeno due dozzine di clown ammucchiati in una Volkswagen cercavano di uscirne senza che Hanna capisse qual era lo scopo di tutto ciò. Non è solo perché sa che escono da una botola che Hanna non riesce a entusiasmarsi. Anche se non fosse a conoscenza del trucco, non dimostrerebbe maggiore interesse.
La sovraesposizione a illusioni prefabbricate distrugge rapidamente la loro efficacia rappresentativa. La componente illusoria del reale non produce, come sarebbe prevedibile, una intensificazione del senso della realtà, ma genera, nei confronti della realtà stessa, uno stato di allarmante indifferenza. Il nostro senso della realtà si trova allora a dipendere, per quanto sembri strano, dalla nostra disponibilità ad accettare l’aspetto illusorio del reale. Persino la comprensione razionale delle tecniche illusorie non annulla la nostra capacità di considerare l’illusione prodotta come una rappresentazione della realtà. La smania di conoscere i trucchi del prestigiatore, come l’interesse suscitato recentemente dagli effetti speciali di un film quale Guerre stellari, hanno in comune con lo studio della letteratura il desiderio di apprendere dai maestri dell’illusione lezioni sulla realtà stessa. Ma quando si riscontra un’indifferenza totale persino per la meccanica dell’illusione, è prevedibile il collasso della stessa idea di realtà, che dipende in ogni suo elemento dalla distinzione tra natura e artificio, realtà e illusione. Tale indifferenza rivela l'erosione della capacità di interessarsi a qualsiasi cosa esterna al sé. Così la bambina impassibile, che ha già visto tutto, si riempie di zucchero filato e quanto succede non le importerebbe neppure se non sapesse in che modo ventiquattro clown riescono a infilarsi in una macchina. “
Christopher Lasch, La cultura del narcisismo. L’individuo in fuga dal sociale in un’età di disillusioni collettive; Nuova postfazione dell’autore, traduzione di Marina Bocconcelli, Fabbri (collana Saggi Tascabili), 1992. [Libro elettronico]
[Edizione originale: The Culture of Narcissism: American Life in an Age of Diminishing Expectations, W. W. Norton, New York City, 1979]
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susieporta · 1 year
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E’ PIÙ FORTE DI ME
Quante volte sentiamo le persone esprimersi con queste frasi ( o le pronunciamo noi stessi):
-HO DOVUTO FARLO
-NON RIESCO A LASCIARLO
-non posso cambiare lavoro
-E’ più forte di me
-Non ho avuto scelta
-Non so perché l’ho fatto
Secondo alcuni autori e maestri tra cui Gurdjeff, viviamo in uno stato di sonno, dal quale, se va bene, ci destiamo soltanto per alcuni istanti.
In questo stato di addormentamento siamo come delle auto (auto-mi), ma a guidare non c’e’ la nostra volontà,non ci siamo noi con la nostra personalità e meno che mai con la nostra essenza: a guidare quindi ci sono altri.
E chi sono questi altri ?
Il nostro inconscio
L’inconscio familiare
L’inconscio sociale
Condizionamenti di vario tipo
Un aspetto che non consideriamo spesso sono le influenze delle forme pensiero.
Queste forme pensiero sono pacchetti di pensieri, emozioni, comportamenti, frasi preconfezionati che scendono su di noi e che noi assorbiamo senza rendercene conto.
In larga parte esse sono entità galleggianti che entrano nel nostro campo aurico.
Prendete la forma pensiero ‘paura di ammalarsi’ ad esempio.
Non tutti ce l’ hanno perché questa forma deve trovare la ‘serratura’ combaciante.
La persona assorbe del tutto passivamente e inconsapevolmente il copione della forma-pensiero, ed inizia ad agire e parlare secondo quella.
Ora potete vedere che molte persone, anche famose, anche i politici, sono del tutto rapiti e imbambolati da queste forme pensiero.
HO DOVUTO FARLO, DOVETE FARLO E’ GIUSTO COSÌ, ripetono come sotto un incantesimo.
E ne sono convinti, badate bene: sono del tutto identificati col personaggio e col copione.
Un po’ come Jessica Rabbit, il fumetto diceva ‘ non sono cattiva, mi disegnano così’
La persona magari un po’ più sveglia, immediatamente percepisce un’incongruenza, qualcosa che non torna.
Questi copioni si creano in altre dimensioni ed hanno la funzione di mantenere le persone addormentate.
Una buona domanda potrebbe essere: come si creano queste forme pensiero?
A questo risponderò soltanto a poche persone perché solo poche accettano la risposta.
Una delle più potenti forme pensiero è quella della PAURA.
La paura è un potentissimo sonnifero e anche un attivante comportamentale che spinge continuamente a far qualcosa per placare questa paura.
So che vi sembrera’ strano perché la paura muove ansia, insonnia, e attivazione psico fisica in generale, ma il risultato di ciò è una visione a tunnel, che vi fa vedere praticamente il 5% di quello che e intorno a voi, cioe’ crea e mantiene uno stato tale di sonno per cui si vive ma si diventa qualcosa di non del tutto umano.
E la paura è soprattutto paura di aprire questa visuale e ampliarla, perché quella visuale anche se ristretta e spaventosa, è diventata la nostra ‘casa-gabbia’.
NON POSSO FARLO
NON POSSO ANDARMENE
NON SO PERCHÉ L’ho fatto
l’IO non è padrone a casa sua diceva Freud.
Noi non siamo padroni a casa nostra e nemmeno i politici, i cantanti, gli attori, lo sono.
Il grande paese dei balocchi che e’ questo pianeta, sforna ogni giorno milioni di bambini-adulti con code e orecchie da asino, che vogliono solo divertirsi e prendere cose gratis, pensando che questo ad un certo punto non si paghi.
Entrano per essere intrattenuti, e finiscono al circo ad essere frustati, costretti ad intrattenere altri asini.
Tutti prima o poi siamo stati attori inconsapevoli di qualche copione che ci ha portato a ragliare come asini.
Pochi si rendono conto, ad un certo punto di essere in un circo.
Pochissimi sanno come uscirne.
Alcuni tornano a casa e diventano veri bambini e poi veri adulti .
La favola della buona notte e’ finita.
_ClaudiaCrispolti_
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fashionbooksmilano · 1 year
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Saltimbanchi
Marie Desplechin, Emmanuelle Houdart
Logos, Modena 2012, 48 pagine, ill. , Rilegato, 28x37,5 cm, ISBN 9788857604411
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
"Accorrete, non abbiate paura in città è arrivato il circo. Siamo saltimbanchi e viviamo alla giornata. Venite a vedere, grandi e bambini, lasciatevi cullare dalle nostre parole: siamo narratori di favole, mescoliamo magia, illusione e poesia. Sotto il nostro tendone tutto è possibile!" 
Le sorelle siamesi, la donna barbuta, il colosso, la lillipuziana, il musicista senza braccia e senza mani… Undici ritratti strani e bellissimi che immortalano artisti circensi come altrettanti inviti a immaginare per loro vite straordinarie e numeri stupefacenti. L’illustratrice ha affidato i suoi personaggi a Marie Desplechin, che ha dato loro un nome e ha inventato per loro un destino necessariamente fuori dal comune: “Emmanuelle ha immaginato e disegnato undici personaggi favolosi. Me li ha affidati. Sono arrivati alla spicciolata, prima le gemelle siamesi, poi l’uomo senza arti e la donna barbuta, poi il colosso, la cartomante e la lillipuziana… Uno dopo l’altro, ho dato a ciascuno di loro un nome e una storia, poi una famiglia che andava formandosi da sola man mano che scrivevo. È stato facile e divertente: ai vari personaggi i ritratti calzavano a pennello! Così abbiamo inventato il nostro circo itinerante, una famiglia profondamente umana, in cui regnano la fantasia, il coraggio, l’ingegno. E, ovviamente, l’amore.” Marie Desplechin
Dal racconto di una vita rocambolesca a un altro, Emmanuelle e Marie intrecciano i legami che uniscono questi saltimbanchi e ci raccontano questo circo con un umorismo tenero e una profonda poesia. Su un tema dalle immagini abbastanza stereotipate, Emmanuelle trova nuove piste per trascinarci al centro di una moltitudine di personaggi favolosi. Le figure rappresentate appaiono insieme stranamente familiari e al contempo molto enigmatiche, ben riconoscibili e tuttavia avvolte da un velo trasparente che ce ne separa; gli sguardi, le pose, gli elementi che li compongono e li circondano ce li rendono lontani e misteriosi. Hanno una presenza magnetica e stupefacente. Ritroviamo qui l’universo ibrido di Emmanuelle Houdart – corallo o vegetale, maschio o femmina, piuma o pelo? – e i suoi motivi ricorrenti – l’uovo, la spugna, i libri. E quando l’immagine potrebbe rivelarsi troppo disturbante o crudele, ecco che il testo di Marie Desplechin interviene a rassicurare. La diversità diventa fonte di fascino e seduzione. E come al circo, ci si stupisce, si trema, si ride con quegli uomini e quelle donne che non sono come tutti gli altri ma sono comunque nostri simili, nostri fratelli.
08/07/23
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Arte circense la sua storia
Quando si parla di circo si pensa subito al circo moderno ma non tutti conoscono le vere origini di quest’arte Oggi siamo abituati a pensare al circo come una compagnia itinerante di artisti, in giro per tutto il mondo a donare sorrisi a grandi e bambini ma inizialmente non era questo il modus operandi del circo. Video selfie 360 eventi in piazza Le origini del circo Per scoprire le origini…
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nanirossi · 4 months
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Ultimi giorni di laboratori @Artematta per le scuole dell’infanzia
In questi giorni siamo ritornati tra le valli e i fiumi dell’amata lunigiana per fare gli ultimi due laboratori per le scuole primarie del comprensorio di Fivizzano (IC Moratti). Un emozione avere nostra figlia che in una delle sue prime uscite con il pulmino… viene a trovarci a in palestra 😅😃
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lamilanomagazine · 5 months
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Bologna: "C’era una volta il gioco", iniziative in tanti luoghi della città per realizzare il diritto al Gioco tutto l'anno
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Bologna: "C’era una volta il gioco", iniziative in tanti luoghi della città per realizzare il diritto al Gioco tutto l'anno Quest'anno, per festeggiare la Giornata mondiale del Gioco, che si celebra il 28 maggio, la rete di Consulta Cinnica e Circo Sotto Sopra in collaborazione con il Comune di Bologna e insieme a numerose altre associazioni sensibili al tema, organizza non un solo appuntamento, ma un'intera rassegna di iniziative dedicate al gioco: C'era una volta il gioco. ante feste per affermare che il diritto al gioco va esercitato ogni giorno, e che lo spazio cittadino può essere di tutte e tutti! La rassegna vedrà otto appuntamenti il sabato pomeriggio, distribuiti nei sei quartieri della città, con piazze e strade trasformate in spazi di gioco, confronto, aggregazione per bambini e bambine, famiglie e cittadini. L'idea di fondo è quella di facilitare il gioco libero dei bambini e delle bambine nelle nostre strade e nelle nostre piazze, valorizzando la loro autonomia, perché giocare all'aperto fa bene a grandi e piccoli e alla città, che apre così i suoi spazi per il divertimento e la socializzazione rendendosi accogliente e accessibile a tutti. Questo il programma delle feste con date e luoghi: - 4 maggio, dalle 16 alle 19.30: piazza Bernardi, Quartiere Borgo Panigale-Reno - 25 maggio, dalle 16 alle 19.30: piazza della Pace, Quartiere Porto-Saragozza - 8 giugno, dalle 16.30 alle 20: piazza Carducci, Quartiere Santo Stefano - 22 giugno, dalle 16.30 alle 20: piazza Lambrakis, Quartiere Savena - 6 luglio, dalle 16.30 alle 20: piazza dell'Unità, Quartiere Navile - 14 settembre, dalle 16 alle 19.30: via Benini, Quartiere San Donato-San Vitale - 12 ottobre, dalle 16 alle 19.30: via Milano, Quartiere Savena - 19 ottobre. dalle 16 alle 19.30: via Legnano, Quartiere Borgo Panigale-Reno Le attività sono adatte a tutte le età: dai 2 ai 99 anni. Inoltre, il 28 maggio nell'auditorium Enzo Biagi in Biblioteca Salaborsa, si svolgerà il convegno Il gioco libero nello spazio urbano. Istruzioni per l'uso. Tra le voci, ospiti e relatori ci saranno Francesco Tonucci, pedagogista creatore della rete delle Città amiche dei bambini e delle bambine, e la Garante dell'Infanzia Claudia Giudici. La rassegna C'era una volta il gioco è realizzata in collaborazione e con il contributo del Comune di Bologna, con l'adesione a ConCittadini - Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e grazie ai fondi Otto per Mille Chiesa Valdese. Maggiori informazioni al seguente link. Contatti: [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giardinoweb · 5 months
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agrpress-blog · 6 months
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Pneumatici Green: la sfida Avete presente quei pavimenti che circo... #gomma #idrocarburipolicicliciaromatici #Ipa #NORUBTREET_4_LIFE #parchi #Pneumatici #StefanoGialanella #UniversitàdiTrento https://agrpress.it/pneumatici-green-la-sfida/?feed_id=4308&_unique_id=660d2a40c66da
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archivio-disattivato · 7 months
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Affamare Gaza. Un rapporto dell’ARCI da Rafah
“Siamo rientrati da poco più di 1 ora dal valico di Rafah. Non credevo di poter sentire e vedere cose peggiori di quelle ascoltate in questi giorni. E invece sì. Le file interminabili di tir fermi con aiuti provenienti da tutto il mondo; due parcheggi principali uno con 800 e l’altro con oltre 1000 tir per non parlare di quelli parcheggiati lungo la strada. Sotto il sole cocente con ogni tipo di materiale, alimentare e non. Impressionante vedere tutto fermo con questi autisti parcheggiati senza spiegazioni, informazioni e servizi da 10/20 e addirittura 30 giorni. L’arrivo al valico e vedere passare in in circa 3 ore 15 tir e sentirsi dire da Scott Anderson, Deputy Director di UNRWA Gaza, uscito da Gaza appositamente per incontrarci che ieri è stata una giornata fortunata: 40 tir tutto il giorno. Pare che i nostri tir siano tutti entrati ma è una magra consolazione di fronte a tutto ciò. E il suo racconto per quanto incredibile ha peggiorato il quadro che ieri i suoi colleghi ci avevano fatto. Ma non è stata questa la parte più difficile da digerire: lasciato il valico ci siamo diretti ad uno degli hub della Mezzaluna Rossa egiziana. Migliaia e migliaia di materiali umanitari stoccati da mesi qui a pochi km da dove si muore di fame e di mancanza di adeguate cure sanitarie, oltre che per le bombe. Qui percepisci l’intenzionalità della politica israeliana nel perseguire, oltre all’azione militare devastante, anche la persecuzione umana di donne, uomini e bambini colpevoli solo di essere nati palestinesi. Non ci sono parole che si bloccano in gola quando il responsabile della Mezzaluna Rossa egiziana ci dice che tutti questi materiali sono stati respinti dall’esercito israeliano. Cioccolata compresa perché non ritenuta un bene primario.
E, lo ricordo a me stesso: 30 mila morti che potrebbero diventare presto 85 mila per l’aggravarsi della situazione medico/sanitaria nel giro di pochi mesi. Giriamo per questa struttura in mezzo a migliaia e migliaia di tonnellate di aiuti e strumenti, bombole di ossigeno, incubatrici, macchine per il filtraggio dell’acqua, cibo e, appunto, cioccolata. Fuori si sfiorano i 25 gradi oggi. Non solo, all’esterno, sono parcheggiate decine e decine di ambulanze molte delle quali nuove. È umanamente devastante questo circo di morte. Io non so se si possa ancora definire disumanità; forse sadismo è la parola giusta. O almeno così pare a noi che qui tocchiamo con mano come il Governo israeliano, per mano del suo esercito occupante calpesti con impunità il diritto internazionale. Il lungo rientro non placa la rabbia di essere stati a pochissimi chilometri dall’inferno e non aver potuto fare nulla. Grazie alla mia Arci e ad Arcs che in questi giorni davvero intensi non mi ha fatto sentire solo. E grazie a Clara e Francesco per tutto quello che hanno fatto per questa missione e per la loro militanza; le loro lacrime al valico erano le mie, erano le nostre”.
Almeno 1.500 camion carichi di aiuti umanitari per la popolazione di Gaza sono fermi in Egitto. Bloccati a Rafah, gli è impedito di entrare nella Striscia dove la fame ha raggiunto livelli gravissimi. Continua ad aumentare il numero dei bambini morti di stenti, così come gli anziani. Il numero dei morti di fame è salito a 23.
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libroazzurro · 10 months
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I SEMI DI GIANGAGAVA #3 - QUANDO IL CIELO È UNA SCOPERTA
«Si fece silenzio, poi Giangagava puntò un dito su un bambino, e gli disse: racconta tu. Il bambino si alzò, si schiarì la voce, si guardò attorno tutto soddisfatto vanitoso per essere stato scelto, e poi cominciò a recitare.Non ci credi?, disse il bambino, impersonando, così come d’uso quando si fa questo racconto, la parte del figlio del baro rom, del primo Giangagava, quello che fondò la famiglia; fingendo di essere il figlio orgoglioso di questo antenato spiritato. Non ci credi? Eppure è così. Guarda nel foro del tendone, proprio dove indica la bocca del cannone. Ci siamo nati in questo circo e chissà quante volte ci hai guardato. Ma ora guarda bene, con attenzione. Quella stella, quella lì in alto, piccola ma luminosa come il fondo di una birra illuminata sotto i fari del bancone di un bar notturno, quella stella è mio padre».
La raffigurazione di uno scenario archetipico implica l’approfondimento di quelle passioni ed emozioni attraverso le quali viviamo e riviviamo sempre la stessa scena fondamentale: in questo caso, quel momento ancora sano, infantile, in cui il cielo è una scoperta e non un dogma. Conosciamo l’essere nella sua negazione, l’eterno nel movimento transeunte del divenire, e questo movimento perfetto ci disorienta, e come bambini, guardiamo in cielo per cercare una stella che ci guidi, un padre. In questa raffigurazione lo sforzo è concentrato nell’abolizione della verticalità, nell’enfasi sullo stupore e il divertimento che tutti abbiamo provato nella scoperta delle stelle.
Nell'immagine, uno dei bozzetti preparatori delle figurazioni che Veronica Leffe sta realizzando per “I semi di Gianagagava”, secondo capitolo de “Il libro azzurro”.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.
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