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#dissonanza cognitiva
gregor-samsung · 1 year
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“ Con il 24 febbraio 2022 entriamo nel territorio della guerra rimosso dalla retorica e dalla prassi comunitaria. Cacciata dalla porta della legge, la guerra rientra dalla finestra della storia. Nessun decreto può cancellare la guerra dal percorso dell’umanità, figuriamoci se privo d’autorità sovrana deputata ad applicarlo. Non c’è legge né istituzione che possa sterilizzare la storia. Rovesciando Leonard Cohen: “C’è una crepa in ogni cosa / è così che penetra la guerra” [L. Cohen, Anthem, album The Future, 1992 (anno topico); NdA]. Abbiamo voluto vietarci questo pensiero. Abbiamo chiamato guerra l’epidemia di Covid-19, ma non ci consideriamo in guerra con la Russia anche se la sanzioniamo mentre armiamo l’Ucraina. Tabù semantico, figlio della dissonanza cognitiva che impone di non concepire reale ciò che non dev’esser tale. Con notevoli conseguenze operative. Esemplificate nel proliferare su impulso americano di sanzioni europee contro la Russia, inventiva tecnica parabellica di cui paghiamo prezzi almeno altrettanto alti di quelli che imponiamo ai russi – assai modesto il costo per gli Stati Uniti, che anzi fissano nella fine dell’interconnessione energetica russo-tedesca (europea) l’obiettivo di questa fase. La differenza è che noi non disponiamo di alternative in questo scontro. Stabilito che divisioni al fronte non intendiamo inviarne ma che non possiamo restare con le mani in mano, cos’altro resta se non sanzionare, cioè autosanzionarsi all’infinito? Mentre Mosca, varcato sconsideratamente il Rubicone, barcollando dispone di una tastiera tattica che va dall’intimidazione alla Bomba. Limiti strategici e vincoli tattici derivano da deficit di cultura geopolitica. Nelle opinioni pubbliche europee, segnatamente la tedesca e l’italiana, ci si è spinti a credere che la guerra – Guerra Grande, non conflitto locale, regionale o autocontenuto come quello jugoslavo – non esistesse più perché così Europa aveva statuito. Risultato: mancano a noi gli strumenti culturali oltre che tecnici per affrontare le “inutili stragi”, come ogni guerra appare ai moralisti che l’escludono per principio dall’orizzonte. Sembrerebbe esserci del vero nel postulato vecchio d’un secolo del protogeopolitico britannico Halford Mackinder, almeno se riferito ai regimi euroccidentali: “La democrazia rifiuta di pensare strategicamente finché non è costretta a farlo per difendersi” [H. Mackinder, Democratic ideals and reality, London 1919, Constable Publishers, p. 17; NdA]. Peccato l’Unione Europea non sia una democrazia perché non è uno Stato né è supposta diventarlo. Le esauste convenzioni democratiche che persistono in molti dei suoi Stati non sono attrezzate ad affrontare l’emergenza. Le istituzioni europee, che tendono a negare il principio della sovranità popolare e poggiano su uno strutturale deficit democratico – in espansione –, lo sono ancora meno. Anzi, contribuiscono a delegittimare le democrazie nazionali. In formula: più “Europa” uguale meno “democrazia” (le virgolette a marcare la distanza fra la parola e la cosa). “
Lucio Caracciolo, La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa, Feltrinelli (collana Varia), novembre 2022. [Libro elettronico]
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incidentale · 3 months
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ho un problema con la sad. non si può andare in giro così e non suonare un cazzo di strumento manco per finta. almeno due powercords un giro di basso e quattro colpi di cassa per fare scena
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falcemartello · 3 months
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"Se ti fai l'orto inquini".
La dissonanza cognitiva spiegata facile.
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Peggio ancora è volontà politica di proibire l'autoproduzione di cibo e costringere tutti ad essere dipendenti dal cibo prodotto dalle multinazionali per vivere.
I nostri nonni erano dei maledetti inquinatori a loro insaputa.
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tiaspettoaltrove · 1 month
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È ora di smetterla con gli intoccabili.
Sono stanco di questo mondo fatto sempre di troppi pesi e troppe misure, di intoccabili, di eccezioni che non confermano la regola, ma cercano di demolirla. Sono stanco di questo mondo in cui si sfugge dall’onestà intellettuale, dalle riflessioni sofferte ma necessarie, dalla trasparenza. Un mondo in cui non ci si mette a nudo, ma si “scrolla” Tik Tok al posto d’indagare se stessi. E dire che una cosa non escluderebbe l’altra. Un problema enorme del nostro tempo, certamente uno dei più grandi in assoluto, è quello della personalizzazione del crimine. Ovvero: non è importante la cattiva azione in sé, quanto chi la compie. Ed è così che, a seconda di chi è il colpevole, tutto può essere affievolito o aggravato. Eppure, di fatto, la violenza è violenza. Giusto? Si è parlato, in questi giorni, di una giornalista che ha denunciato Rocco Siffredi, reo di averla molestata nell’ambito di un’intervista sulla serie tv Netflix a lui dedicata. Esistono i tribunali, i processi, i giudici, quindi in questa sede non parlerò del caso specifico. Mi limito però a dire che non è la prima volta che assistiamo a dinamiche simili. Sempre lo stesso personaggio, diversi anni fa (credo nel 2006, non sono riuscito a comprenderlo con certezza) si è reso protagonista di un episodio altamente discutibile (quantomeno) in una trasmissione televisiva francese. Vedere oggi il video di quello che è accaduto in quel frangente è agghiacciante, perché per la mia sensibilità descrive senza timore di smentita una violenza in piena regola (peraltro tra le risate generali dei conduttori e di parte del pubblico). Eppure, in seguito non è accaduto nulla. Nemmeno quella volta. Qualche articolo di giornale, qualche polemica, e tutti felici e contenti. Come si può accettare tutto questo? “Era un programma goliardico”, dice qualcuno, “e certi siparietti avvenivano in tutte le puntate”. È una giustificazione? Secondo me no. Ma siamo qui, nel 2024, e su uno dei maggiori servizi streaming del mondo (Netflix, appunto) ci ritroviamo una serie tv dedicata a quest’uomo. Per quanto mi riguarda, sapete, si è rotto qualcosa. C’è chi la chiama “dissonanza cognitiva”, e non penso che siamo molto lontani dalla verità. Ho usato il nome di quel personaggio solo per esemplificare un concetto, che però purtroppo troppo spesso vediamo concretizzarsi. Mi chiedo in questi casi dove sia il (vero) femminismo, ammesso che esista. Dove sia la lucidità mentale che ci consenta di guardare la realtà con obiettività, e senza cercare scuse o giustificazioni che non esistono. È possibile fare le persone serie, per una volta? A quanto pare no. L’ipocrisia, la falsità, la superficialità devono vincere sempre. È per questo che viviamo nel fango, che tutto è crollato, e che mancano le basi solide, per un futuro degno di questo nome. Siamo sempre, tutti, troppo distratti da quel che ci vuol essere imposto. Dalle frasi fatte, dagli slogan, dai tentativi di lavarsi la coscienza. E facciamo tante brutte figure, agli occhi di Dio.
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barrenwomb · 2 months
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alcune volte provo un rancore improvviso nei confronti dei miei genitori, che poi mi fa sentire terribilmente in colpa. penso che mi dispiace per mia madre, che ha bisogno di me più di quanto io abbia bisogno di lei. penso anche che teoricamente non dovrebbe essere così. avrei voluto piangere tra le sue braccia, ma c'era sempre lei a piangere tra le mie. i miei genitori danno per scontate tante cose. per loro a me viene tutto semplice, non perché mi credano particolarmente in gamba, ma perché se riesco a farcela io allora non può essere così difficile, no? a 24 anni sono finalmente riuscita ad andarmene di casa e sono andata più lontano che potessi e mi sono ritrovata da sola in un posto sconosciuto. questa può essere una cosa più o meno semplice a seconda delle persone. vivere in un'altra città, lavorare in un'altra città, dover trovare casa, dover affrontare spese da sola, tutto da sola. alla fine sono sola. il punto è che sono sola. i miei genitori sono sempre stati una presenza ingombrante e allo stesso tempo assente insieme. non c'erano ma c'erano così tanto che mi sentivo di soffocare. alcune volte penso che non mi hanno insegnato nulla. quando andavo al liceo e mia madre si è ammalata e mio padre passava tutto il giorno a lavoro ero praticamente orfana. svincolarmi completamente da loro mi ha restituito l'anima che sembravo aver person ma in compenso ho imparato a soffrire di solitudine. non per la loro mancanza, ma per la mancanza di qualcosa che non ho mai avuto. mi piacerebbe qualche volta che mi chiedessero "ei, come stai? hai bisogno di una mano?", pur sapendo che una mano da loro non l'accetterei mai. se gli mostro di essere in un momento di fragilità vengo accolta da un'ingenua incredulità. loro dimenticano sempre. dimenticano di quando stavo male perché anche se stavo male non hanno mai dovuto preoccuparsene più di tanto. dimenticano che malattia, violenza e problemi economici fanno male ai figli tanto quanto a loro. dimenticano. o non sanno. hanno così tanto bisogno di me che non pensano che io possa aver bisogno di loro. e non mi hanno insegnato nulla. non mi hanno insegnato nulla. gli voglio bene e mi dispiace. mi dispiace veramente tanto. non sono cattive persone. ma io sono terribilmente sola. sono così sola. quando l'altro giorno mia madre mi ha detto che sono pigra, e me l'ha detto al telefono quando stavo tornando a casa dopo otto ore di lavoro, ho pensato che non è giusto. non è giusto. me lo dico da quando ero bambina, che sono una pigra buona a nulla. non è giusto. magari quello che faccio non è straordinario ma è straordinario per me. non è vero che sono sola perché ci sono persone che si preoccupano per me. e non sono i miei genitori. loro si preoccupano ma ogni mio tentennamento è un loro vedi te lo avevo detto non montarti la testa torna qua. mi hanno partorita con un buco nel petto. vola ma non troppo in alto non troppo distante vola ma non tanto da farci sentire inadeguati. non voglio essere più lo schermo su cui loro proiettano. non so. questa solitudine che provo. non so di cosa farmene. e poi di questo bisogno di indipendenza assoluta, di questa voglia di essere completamente svincolata. pura dissonanza cognitiva.
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kon-igi · 1 year
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PUZZOLENTI PEZZI DI PUZZLE
C’è che aveva l’amico immaginario con cui parlare e giocare e poi c’ero io che avevo l’amico immaginario con cui parlare e giocare ma era un bambino mutante del Popolo della Notte che avevo conosciuto in sogno. In un certo modo capisco la maestra che in terza o in quarta elementare chiamò il prete che mi asperse di acqua santa davanti a tutta la classe.
‘Il Sintetico più simpatico’ era l’appellativo di un personaggio (persona artificiale, per l’esattezza) che intorno ai 18 anni creai per una serie di tavole cyberpunk ambientate nel 2020. La storia ci insegna, però, che per quanto tu possa futurizzare con la fantasia, la gente che vuole l’hoverboard di Ritorno al Futuro è decisamente meno di quella che desidera una macchina con rombante motore alimentato a diossina.
Sempre da bambino, pronunciavo la parola ‘puzzle’ così come la leggevo, finché un giorno mio padre mi corresse... Si dice ‘pàsol’ - e io controbattei che no, se c’è scritto PUZZLE si dice PUZZLE sennò avrebbero scritto PASOL! E poi senti che odore cattivo di colla e carta vecchia! PUZZANO! Fu la prima vera lezione sulla dissonanza cognitiva del mondo degli adulti.
‘L’italiano deve morire!’ ho detto l’altro giorno a una persona non italiana che parlava l’italiano meglio del 70% degli italiani. E ovviamente non mi riferivo a un ostaggio in mano a una milizia straniera ma alla lingua. Nello specifico, dell’idea di lingua come immutabile fregio di superiorità nei confronti dell’altro. Siccome tra 350 milioni di anni ci sarà l’impatto del supercontinente e tra 1,5 miliardi di anni l'inclinazione assiale della Terra subirà uno spostamento fino a 90° con la devastazione totale di ogni forma di vita sulla superficie, non vedo perché perdere tempo a lagnarsi di chi usa termini come cringe o triggerare. Moriremo tutti e nel frattempo io ghosto tutti i rompicoglioni puristi in anticipo.
‘Non sono queste le cose importanti’ (o ‘Mi ci sciacquo il culo!’ se sono indispettito) è un mantra che via via sto ripetendo(mi) sempre più frequentemente: perché perdere tempo (sebbene io apprezzi grandemente chi lo fa tipo @firewalker) a spiegare alla gente che l’aggettivo SINTETICO accanto a CARNE non ha senso alcuno? Le persone vogliono sentir strillare un ipotetico maiale e credersi al sicuro nella quotidiana routine tradizionale, senza mai soffermarsi a riflettere che il vino con cui si demoliscono il fegato ha lo stesso alcol di quello che bevevano i loro nonni, tranne che questi ultimi inorridirebbero davanti ai correttori di acidità, ai solfiti e agli acceleratori di macerazione dei processi di vinificazione moderni. Sì, ok... tu che stai per lussarti il dito sul tasto del reblog il vino lo fai in modo ‘naturale’ ma cerca di capire il senso di quanto vado dicendo.
Se fosse per me, imporrei nelle scuole un’ora a settimana di addestramento a ChatGPT. E non intendo che i bambini imparino a conoscerlo ma che proprio lo addestrino con ogni minchiata che viene loro in mente. Vi prego... molto meglio che lo facciano loro piuttosto che una masnada di cinquantenni col terrore delle novità. Preferisco che il navigatore prenda il controllo della mia macchina e cominci a chiedere con tono lamentoso ‘Siamo arrivati? Siamo arrivati? Ma quando si arriva?’ rispetto ad algoritmi che girano sempre attorno a cali di peso, soldi facili e malattie immaginarie.
Per quanto io sia consapevole che questo comporterà altrettanti problemi, mi ha fatto piacere sentirmi dire da @ross-nekochan che io sono un BOOMER INVERSO cioè che invece di fossilizzarmi sulla sedia a dondolo e indicare col bastone i giovinastri moderni in modo sprezzante, al contrario mi sto aprendo sempre di più nei loro confronti. Lo so che il rischio è diventare il meme di Steve Buscemi "How do you do, fellow kids?" ma al massimo sarò considerato un bizzarro vecchietto simpatico e non quello che si lagna rabbioso che ai suoi tempi giocava a tirare sassi ai maiali e non ai videogames violenti.
E comunque @ross-nekochan, non è che le donne non facciano seppuku con la katana... nemmeno gli uomini lo fanno! La katana è troppo lunga per essere impugnata correttamente e sventrarsi in modo efficace (è lunga circa 1 metro con 70 cm di lama), perciò si usava il wakizashi, cioè la spada più corta (mezzo metro di lama) che era la ‘guardiana dell’onore’, mano sinistra sull’impugnatura, mano destra su un panno di seta avvolto attorno alla lama. Di solito la propria katana veniva consegnata a una persona fidata che, messasi dietro, avrebbe decapitato il sacrificante per evitargli disonorevoli smorfie di dolore.
Le donne, invece, facevano seppuku con il tanto (pugnale corto) e tagliandosi la gola... ma dopo essersi legate le gambe con l’obi perché sia mai che qualcuno sbirciasse sotto il kimono mentre agonizzavi.
Credo che per oggi basti così <3
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mestruazioni · 11 months
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dissonanza cognitiva
io: si va beh mamma ma adesso non mi pare il caso di fare un lutto nazionale per il berlusca
mia mamma: era un grandissimo imprenditore, amava tutti i suoi dipendenti, il fidanzato di X quella che mi faceva le unghie lavorava per lui e diceva che stringeva la mano a tutti e li conosceva tutti per nome. anche quelli che lavoravano dietro le quinte come costumisti e sarti. era un grande uomo buono
io: ma scusa questo conosceva per nome tutti i suoi dipendenti e non era a conoscenza di chi gli entrava in casa, soprattutto se minorenni?
mia mamma: AH PERCHE' TU ADESSO TI METTI A CHIEDERE LA CARTA DI IDENTITA' A TUTTI QUELLI CHE PORTANO I TUOI AMICI EH
io: ma onestamente siamo quasi 30enni nessuno dei miei amici -
mia mamma: SEI PROPRIO UNA POVERA COMUNISTA GUARDA
io: ma mamma io e i miei amici all'alba dei 30 anni non conosciamo ragazzini di 18 e 17 anni e in ogni caso non entrerebbero in casa mia, cioè, [mia cugina di 17 anni] te la guardi in faccia e la scambieresti per una 20enne? anche no dai. perchè noi che abbiamo 30 anni non usciamo neanche con i 18enni figurati i minorenni ma uno di 70 anni se li portava in casa o si portava in casa amici che poi portavano i ragazzini?
mia mamma: SMETTILA CHE QUELLE GLI SI LANCIAVANO ADDOSSO. NON ASPETTAVANO ALTRO
io: ma come fai a vedere il problema nella 17enne che non sa neanche da che parte è girata ma che vuole sfondare e fare i soldi in qualche modo e non vedere i problema nel maiale 70enne che se la vuole scopare
mia mamma: ADDOSSO GLI SI BUTTAVANO. IL PROBLEMA SONO I GENITORI
io: ho capito concordo ma anche il maiale che se le scopa o se le vuole scopare è il problema
mia mamma: HA FATTO TANTO BENE A QUESTO PAESE
io: okidoki mamma vado al lavoro tvb ciao
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crossroad1960 · 5 months
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Analfabeti funzionali affetti da grave dissonanza cognitiva🤡
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abr · 9 months
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Le dissonanze cognitive non si combattono con dissonanze cognitive uguali ed opposte.
Si potrebbe chiamare Teorema del colonnello Kurtz di Apocalypse Now: l'orrore non si estirpa con l'orrore, anzi lo amplifica. E ti fa diventare merda come chi combatti.
Veniamo a noi: ce l'avete con mammausa invadente? A me me pare 'na strunzata (senza guardare indietro alle cause che ci rimettete voi, oggi oltre il 90% delle critiche e delle contromisure all'andazzo suicida dell'Occidente, da là proviene, come sa chiunque sia in Rete; oltretutto il Vero Nemico, la Finanza Globale, è per l'appunto globale apolide delocalizzata) ma va bene, anche a me i Dems. paravento dle Deep State mi stanno dimolto sulle palle.
Almeno finitela di menarla col falso allunaggio. Mettetevi nei VOSTRI PANNI: state sostenendo che un reggime cinico spietato si sarebbe auto impedito il raggiungimento di un traguardo propagandistico massimo, apporre l'impronta umana sulla luna, accontentandosi di simularlo in studio ... non perché impossibile (le sonde c'eran arrivate, la circumnavigazione lunare provata con foto idem) ma solo perché troppo rischioso per le vite di MILITARI in missione ?!? Se fossero stati così bravi da simulare un allunaggio, che ci sarebbe voluto a nascondere un fallimento. Pensiero debole da dissonanza cognitiva.
Dài raga, basta lì con gli anni '40 come con gli anni '70: it's time to move on, è ora di guardare avanti, di farsene una ragione.
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zadigo · 7 months
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Il paradosso della carne - Il Post
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bitseventimes · 3 months
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dissonanza cognitiva tra il mio amore per Cenere e l'odio per la frase "direi piuttosto che facciamo l'odio"
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Cosa ho appena visto! 😳
Attenzione, questo filmato NON É UNA PARODIA. Si tratta di una campagna ufficiale di sensibilizzazione del comune di Verbania.
Notare le prime parole pronunciate: "L'han detto ieri alla televisione". 🥺
Dissonanza cognitiva a livelli mai visti.
p.s. Qualcuno dica a questi poveri ragazzi che l'unica cosa che dovrebbero spegnere è la TV. E che provino a informarsi in altri modi... scoprirebbero forse che la verità è un'altra! 📌
by Matteo Gracis
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falcemartello · 20 days
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Il meccanismo che usano ormai è noto: è caldo? E' normale, c'è il riscaldamento globale (dato dal tuo scaldabagno, dalla tua auto ecc) e perciò la teoria è confermata; piove e non è caldo? Non è normale, non lo deve fare, perciò la teoria è confermata.
No ma non sono dei pagliacci nooooo...
Chi non si rende conto della perfetta coincidenza dei metodi utilizzati dalla narrazione pandemica e da quella climatica è affetto da dissonanza cognitiva irreversibile.
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raffaeleitlodeo · 2 years
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L'aspetto di Giorgia Meloni più imbarazzante (nel senso che mette, letteralmente, in profondo imbarazzo) è che di soffitti di cristallo ne ha bucati due, e l'altro è ancora più poderoso della misoginia: la barriera di classe. Meloni dice e propugna politiche orrendamente regressive, ma chi è -  la sua biografia - è qualcosa di  innegabilmente e dirompentemente progressista. In questo senso, Meloni  è l'esatto speculare di una Cirinnà, di una Boldrini - che dicono parole progressiste, ma sono, incarnano, manifestano con i loro toni e vere preoccupazioni appena si gratta di un millimetro, una società elitaria, in cui si va avanti per conoscenze di famiglia e casta, irriducibilmente e incorreggibilmente classista, più o meno soavemente distaccate da quello che dovrebbe essere il proprio elettorato (vedi scena di Boldrini con le ragazze durante la campagna elettorale). Questa è la dissonanza cognitiva della vita pubblica italiana in questi giorni,  e non è roba da poco. Chi nega questa dissonanza, chi la sminuisce, chi dice che non importa chi sia Giorgia Meloni - una donna e per di più di origini popolari - e che importa solo quello che farà, semplicemente non sta facendo i conti con la realtà, e con il proprio disagio davanti a questa realtà. L'Italia è un paese misogino e classista, e la persona che in questo momento incarna  la rottura di questi due schemi in maniera più dirompente, senza confronto alcuno, è una persona che propugna una società ancora più misogina e classista (solo per dirne una, il ministero "per il merito"). Ma la sua storia personale è commovente e a raccontarla alle bambine è straordinaria. Non così la storia di Enrico Letta - una parola sola anzi due: suo zio. Si, sta roba  è un casino, da prenderne atto. Fastidiosissima. Ma abbiamo voglia di farci qualcosa, con questa dissonanza cognitiva? O ci basta dire che 'non conta'?
Francesca Melandri - Facebook
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charlievigorous · 2 years
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IL LAVAGGIO DI CERVELLO PIÙ EFFICACE È AVVENUTO CON QUESTO PICCOLO E SEDUCENTE STRUMENTO. COSA FARE? | NoGeoingegneria
Coloro che sopravviveranno ai prossimi dieci anni – l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite o il Grande Reset – potranno diventare schiavi volenterosi e gioiosi – senza possedere nulla, ma con un perenne sorriso di totale felicità.
Questo può davvero accadere, se restiamo impassibili, imbevuti del nostro meraviglioso comfort, il comfort trasmesso dai media 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Sappiamo che qualcosa non va bene, ma scegliamo di non vederlo. Si chiama Dissonanza cognitiva. È un’afflizione psicologica che colpisce le persone che hanno paura – e soprattutto quelle che non vogliono vedere la realtà – e che hanno paura di agire contro questa imposizione mostruosa.
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noneun · 1 year
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È razzista?
Un tifoso di una squadra di calcio canta a squarciagola il nome di un giocatore di colore della propria squadra e subito dopo urla insulti con riferimento al colore della pelle di un giocatore di una squadra rivale, è razzista?
Se lo è, perché non insulta anche il suo giocatore? Gli perdona di essere nero solo finché è sotto contratto? È un sintomo di una grave forma di dissonanza cognitiva?
Se non lo è, il colore della pelle dell'avversario è solo un pretesto per l'insulto? Un modo per insultare qualcuno quando mancano le idee? Così come quando si usa l'appartenenza etnica, la religione e le preferenze sessuali?
Nel dubbio, però, definirlo "solo un coglione" è fargli un complimento.
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