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#gruppo n
garadinervi · 1 year
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Zero. 1958-1968. Tra Germania e Italia, Edited by  Marco Meneguzzo and Stephan von Wiese, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 2004 [Exhibition: Palazzo delle Papesse, Siena, May 29 – September 19, 2004]
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gazzaladra · 2 years
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Gradi di separazione #1
Gradi di separazione #1
La teoria dei 6 gradi di separazione coinvolge persone e loro legami, da Wikipedia: “è un’ipotesi secondo la quale ogni persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 5 intermediari”. Mi viene sempre in mente questa teoria quando inizio ad approfondire qualcosa e finisco per scoprire qualcos’altro, di totalmente…
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pinturas-sgm-aviacion · 3 months
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1938 05 23 Fiat CR32 Chirri XVI Gruppo di Caccia La Cucaracha - Mark Postlethwaite
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During the afternoon of 23 May 1938, Maggiore Pilota Armando François led 28 CR.32s from his XVI Gruppo Caccia of the ‘Aviazione Legionaria’ on an interdiction patrol over the Balaguer bridgehead in Catalonia in support of the Spanish Nationalist Army’s offensive.
The Italian formation consisted of 12 fighters from 24a Squadriglia, led by Capitano Luigi Bianchi, nine machines from 25a Squadriglia, led by Capitano Roberto Fassi, and seven CR.32s from 26a Squadriglia, led by Capitano Vincenzo La Carubba.
An aerial clash had already taken place over the frontline earlier that day between CR.32s escorting S.79 and BR.20 bombers and Polikarpov I-15s and I-16s that had attempted to attack the latter aircraft. As the Fiat fighters of XVI Gruppo Caccia approached the bridgehead to escort the last of the S.79s home, the bombers were set upon by 27 I-16s of Republican Grupo 21.
Diving on the Italian aircraft from 19,000 ft, the Republican machines enjoyed a height advantage over the CR.32s. Nevertheless, Maggiore Piloto Armando François successfully led his fighters against the enemy machines.
Indeed, the XVI Gruppo Caccia pilots claimed five ‘Ratas’ (I-16s) destroyed and three more probably destroyed. Soviet patrol leaders Lt N I Marthishchenko from 2a Escuadrilla and Lt I I Turchin from 5a Escuadrilla, both of whom were flying newly delivered Tip 10 versions of the I-16 fighter, perished in this clash. In return, XVI Gruppo Caccia lost two CR.32s in a mid-air collision while chasing an I-16 (their pilots were captured). Three biplane fighters were also damaged by enemy fire. One of the confirmed victories was credited to Maggiore François himself, taking his final tally in Spain to six. His aircraft was also shot up during the engagement
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
IL SACRO NELL' ARTE DEL PRIMO NOVECENTO
Non è la prima volta che il sentimento del "sacro" e le espressioni dell'arte contemporanea s'incrocino nelle mie ricerche critiche.
È stato tema di almeno due conferenze, di un lungo video che lasciato sul mio canale YouTube, di riflessioni sparse nei libri che ho pubblicato.
Non si tratta di teologia: l'arte nasce dall'impulso a rendere contemplabile l'invisibile, le immagini di pensiero, l'anelito verso la forma irrealizzabile, il noumeno, l'archè (ἀρχή).
Ma non basta.
L'indagine scientifica sempre più fitta e profonda, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, seminò dubbi sulla validità dei modelli "causali" tradizionali per introdurre alla conoscenza dell'incorporeo, dell'immateriale, del nascosto.
Questi due elementi, l'antico afflato religioso e l'approccio alla fisica atomica e alla rivelazione di nuove frontiere nella percezione dello spazio-tempo, influenzarono varie correnti spiritualiste come l'antroposofia e la teosofia oltre a movimenti artistici impegnati in un esasperato simbolismo, l'attività dei "Nabis" e così di tutto l'espressionismo che caratterizzò quell'epoca di passaggio - da Munch a van Gogh a Gauguin, da Kandinsky a Mondrian a Malevic - nel contesto generico della febbrile indagine "modernista".
In quel crogiolo maturò anche la figura della svedese Hilma af Klint, la prima ad aver concepito la pittura astratta, prima di Wassily Kandinsky, eppure rimasta sconosciuta al pubblico per moltissimi decenni.
Nata nel 1862, perì in un incidente stradale nel 1944.
Lasciò le sue tele, circa 1.200, con la clausola della loro diffusione a distanza di vent'anni dalla sua morte, a un nipote.
Tuttavia, la scomparsa prematura di quest'ultimo depositò su quelle opere la patina silenziosa dell'oblio per altri decenni, fino alla metà degli anni '80 dello scorso secolo.
Al loro apparire, quei dipinti offrirono scorci di uno sguardo intensamente originale, maturato nella congerie di una struggente riflessione artistica: come un respiro bloccato, come desiderio imprecisato, come inquieta esplorazione di forme inattingibili.
Eppure, queste sorgono alla vista.
E affermano per l'arte il suo esserci come segno del "sacro", il "distante" che diviene manifesto dell'impossibile.
- Caos primordiale, n.16, 1906/07; Albero della conoscenza, n.1, 1913/15; Gruppo X, n.1, Pala d'altare, 1915; Caos Primordiale n. 7, 1906/07; Gruppo X, n. 2, Pala d'altare, 1915
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kyda · 15 days
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esperienza negativa n.1 in irlanda, giorno n.5, uscita n.1 (la colpa è degli uomini):
abbiamo deciso di raggiungere un pub a 10 minuti a piedi da casa nostra perché attratte dall'idea di sentire la musica live che era in programma; atmosfera super bella, noi vestite normalissime, capelli legati, jeans e camicia, ci sediamo con le nostre due birre in un angolino e ci mettiamo a chiacchierare e raccontarci cose. alle spalle della mia amica noto un uomo che mi guarda spesso e che si aggira intorno al bancone per un bel po' fino a quando non lo vedo venire verso di noi con due birre che ci lascia al tavolo prima di salutarci e andare via abbastanza gentilmente. dopo poco altri due vengono verso di noi e iniziano a parlare, sedendosi troppo vicini a noi senza neanche chiedere e vedo che quello di prima li raggiunge e si siede al tavolo anche lui. accento incomprensibile, musica troppo alta, quello delle birre dice che sono suoi amici e stanno cercando di metterlo in imbarazzo. lui quasi neanche parla se non per chiederci come ci chiamiamo e da quanto siamo qui. i due continuano a stare al nostro tavolo anche se noi siamo visibilmente a disagio, ci salutano dieci volte ma non se ne vanno mai e quando finalmente si decidono a farlo dura poco perché ritornano poco dopo per ben due volte. a questo punto noi parliamo a malapena e li salutiamo per andarcene e loro dopo molto disagio da parte nostra, sguardi insistenti, vicinanza esagerata e mani sulle cosce finalmente si allontanano. noi chiamiamo un uber per non fare 10 minuti a piedi da sole, lasciamo le birre non toccate a un gruppo di ragazzi qualche tavolo più in là e ce ne andiamo via.
tornata a casa molto seccata perché giusto prima di uscire avevo detto non può essere peggio di un'uscita a palermo e invece. bonus: il più fastidioso e insistente di tutti aveva la fede 🤢
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jorgedaburgos · 2 months
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Quando fare la conserva di pomodoro diventa un momento per stare insieme e fare gruppo, anche tra persone di famiglie diverse.
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libero-de-mente · 2 months
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Alberto Angela: Un divulgatore nell'Antica Roma
(Spunto per un racconto di fantasia)
Immaginatevi se Alberto Angela, con la sua solita passione e il suo inconfondibile stile, si trovasse catapultato indietro nel tempo, nell'antica Roma. In quell'epoca del passato che tanto lo affascina e rapisce.
Immaginiamo il nostro amato divulgatore cortese, con la sua barba curata e i capelli con quel disordine ordinato, in mezzo ai Fori Imperiali, ma invece di spiegare ai telespettatori, di ritrovarsi a dover interagire con i romani dell'epoca.
Tutto inizia quando, durante la ripresa per una nuova puntata di Stanotte sul Grande Raccordo Anulare, Alberto si avvicina troppo a una strana macchina del tempo nascosta che sbuca dal terreno, dopo l'ennesima ricognizione archeologica in merito ai lavori della nuova metropolitana, la Linea Legio XV.
Alberto inavvertitamente calpesta la parte appena sporgente, un bagliore improvviso e... ecco fatto! Si ritrova in toga, con i capelli raccolti in un elegante nodo, e una pergamena in mano invece degli appunti di Stanotte a.
"Salve, cittadino romano!" - lo saluta un centurione, guardandolo con aria perplessa.
Alberto, pur cercando di mantenere la calma, non può fare a meno di balbettare - "Ehm... salve! Io sono... Alberto Angela, un umile studioso del vostro tempo".
Il centurione lo osserva attentamente, poi esclama - "Un umile studioso? E cosa mai studierai, cittadino? Forse la filosofia? O forse la retorica?"
Alberto, con un sorriso imbarazzato, risponde - "Beh, diciamo che studio un po' di tutto dalla storia all'archeologia, passando per la paleontologia".
Il centurione, con gli occhi spalancati, lo interrompe - "Paleontologia? Ma chi è mai questa paleontologia? Forse una nuova divinità?"
Il centurione trovando alquanto strano questo Albertus Angelus (io quando ero in Spagna negli anni '80 parlavo in italiano mettendo sempre la "s" finale, così come con il latino metto "us" e vado da dio... anzi da Giove) decide di portarlo in Senato.
Da quel momento in poi, Alberto davanti ai senatori, cercherà di spiegare cosa sia un documentario ma viene scambiato per un mago; tenta di analizzare un reperto archeologico con una lente d'ingrandimento ma viene accusato di spiare; per non parlare del momento in cui cerca di spiegare la teoria dell'evoluzione.
Mentre cerca di spiegare il concetto di "evoluzione" ai senatori romani, Alberto si ritrova a disegnare un albero genealogico che parte da un pesce e arriva fino all'uomo moderno. L'assemblea scoppia in una risata fragorosa - "Un pesce che diventa un uomo? Cittadino, forse hai bevuto troppo vino!"- esclama un senatore con aria di sufficienza.
Per nulla sconfortato, Alberto cerca un modo per dimostrare le sue teorie e decide di organizzare una sorta di "lezione pratica" nei Fori Imperiali. Raduna un gruppo di bambini romani, i quali si dimostrano entusiasti della novità, iniziando a mostrare loro fossili e reperti archeologici. Ma le cose non vanno come previsto, un bambino affascinato da un teschio, lo scambia per una maschera e inizia a usarlo per giocare.
Nel frattempo, a palazzo imperiale, l'imperatore Tito, incuriosito dalle strane voci che circolano sulla presenza di un "mago" che parla di pesci che diventano uomini, decide di incontrare personalmente Alberto.
Alberto viene invitato a una cena sontuosa e, durante il banchetto, l'imperatore gli chiede di eseguire una dimostrazione delle sue capacità. Alberto, ricordandosi i consigli di Paco Lanciano, improvvisa una sorta di "esperimento scientifico" con del vino, dell'acqua e un uovo sodo, cercando di simulare la formazione della Terra.
L'imperatore, pur non capendo nulla, rimane affascinato e lo nomina "mago ufficiale" della corte.
Ma l'avventura non finisce qui. Alberto infatti verrà da prima coinvolto in una rissa tra gladiatori, poi tenterà di introdurre l'uso della carta igienica nel mondo romano e, per sbaglio, attiverà un meccanismo all'interno del Colosseo, facendo uscire tutte le fiere ingabbiate nei sotterranei dell'anfiteatro.
Per rabbonirle e permettere la loro cattura, Alberto imposterà la voce come quando narra i documentari della BBC durante Noos. I felini così incantati, con tanto di fusa, rientreranno docilmente nelle gabbie.
Alla fine, esausto ma felice, Alberto riuscirà a tornare nel presente, portando con sé un'esperienza unica. Con tanti spunti per scrivere un nuovo libro: Magus Scriptor - Come si divulgava cultura nell'antica Roma. Prossimamente solo nella libreria di casa mia.
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anonpeggioredelmondo · 4 months
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Cosa caspita sono queste community?
Non bastavano i mutuals?
Diventeranno come i gruppi whatsapp in cui da ciascun gruppo con n partecipanti derivano n gruppi con n - 1 partecipanti?
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diceriadelluntore · 3 months
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Storia di Musica #330 - Lucio Battisti, Don Giovanni, 1986
Questo disco ha "provenienza" certa: lo ha comprato all'epoca mio papà, che ha sempre avuto una grande passione per il ragazzo di Poggio Bustone. E spesso, negli ultimi anni, qualche volta abbiamo discusso di come, nella lunghissima carriera di Lucio Battisti, la parentesi del decennio '80, per certi versi davvero sorprendente, sia molto meno famosa, al limite dell'inesistenza, del periodo precedente. Un po' perché dopo il 1980 decise di concentrarsi solo sull'aspetto musicale abbandonando le apparizioni televisive, le interviste radiofoniche e dei giornali (ultima rilasciata alla Tv Svizzera Italiana nel 1979), e un po' perché decise di fare tutto da solo, abbandonando il sodalizio con il paroliere Mogol. I primi indizi si hanno nel 1978, quando va in Inghilterra per registrare Una Donna Per Amico: tentativi precedenti di sfondare nel mercato internazionale fallirono, ma Battisti cercava un bisogno di internazionalizzare la proprio musica. Il disco fu prodotto da Geoff Westley, già con i Bee Gees, e con aggiunta di contaminazioni folk, un piccolo valzer (la canzone Perché No) diviene un disco memorabile, e vende 800 mila copie solo in Italia. Il soggiorno inglese sforna un altro lavoro, Una Giornata Uggiosa (1979), ancora con Westley che raduna un gruppo di sessionisti che avevano lavorato con Simple Minds, Cockney Rebels e addirittura il sassofonista dei King Crimson Mel Collins. Il disco, altro successo clamoroso, attinge stavolta al funk e ai ritmi primigeni della new wave. Uscito nel 1980, il disco è l'ultimo lavoro a firma Battisti-Mogol. Sulla separazione ci sono decine di storie sui motivi mai chiariti della decisione. Questo episodio fu l'inizio della reclusione mediatica di Battisti. Che aspetta due anni per ritornare con un disco, E Già, che spiazza completamente il pubblico e la critica. Prodotto da Greg Walsh, già assistente di Westley, è un freddo disco di musica elettronica (non c'è un solo strumento acustico, solo tastiere elettroniche programmate da Walsh) dove Battisti canta i testi scritti da Velezia, pseudonimo della moglie Grazia Letizia Veronese. Un disco che segna un cambiamento profondo, che verrà in parte accolto dal suo pubblico (il disco arriverà al numero 4 in classifica). Nel 1983 aiutando a scrivere le musiche del disco del suo amico Adriano Pappalardo, Battisti incontra Pasquale Panella, poeta romano dalla vena sperimentale e dadaista, con il quale la sintonia è subito interessante, fino a creare un sodalizio, unico e per certi versi irripetibile, che porterà a 5 dischi, descritti poi dalla critica come il "periodo bianco" di Battisti, per via delle copertina di questo colore. In verità, il primo disco della loro collaborazione, ha la copertina beige. Forse quasi a sottolineare il graduale e ulteriore passaggio di concezione musicale.
Don Giovanni (1986) è un disco che musicalmente riesce a coniugare la nuova passione elettronica con il caro, e fortissimo, senso melodico di Battisti, che stavolta è accompagnato da un gruppo di musicisti di respiro internazionale, producendo una musica che è perfettamente inserita nel periodo (a me ricorda certi passaggi dei sofisticati e bravissimi Talk Talk di Mark David Hollis). Ma la dimensione completamente innovativa, e che fece discutere moltissimo, sono i testi di Panella. Infarciti all'inverosimili di figure retoriche, doppisensi, metrica estemporanea e che hanno l'incredibile pregio di sembrare perfetti nella loro assurdità. Esempio classico è Le Cose Che Pensano, diventato suo malgrado un classico: Su un dolce tedio a sdraio\Amore, ti ignorai\E invece costeggiai\I lungomai\M'estasiai, ti spensierai\M'estasiai, e si spostò\La tua testa estranea\Che rotolò (...) Cadere la guardai\Riflessa tra ghiacciai\Sessanta volte che\Cacciava fuori\La lingua e t'abbracciai\Di sangue m'inguaiai\Tu quindi come stai?. Ma si può continuare: E ne parlò, certo che ne parlò\E che saziò i gusti di chi\Vide o intuì, non visto\Gli opposti su un ponte e brume\Su un fiume con molte schiume (Il Doppio Del Gioco); la lista di nomi fantasiosi di Equivoci Amici (Cassiodoro Vicinetti, Olindo Brodi, Ugo Strappi, Sofio Bulino, Armando Pende, Andriei Francisco Poimò, Tristo Fato e così via). Due canzoni spiccano: Il Diluvio, dal bellissimo tappeto sonoro, che nei suoi sognanti 6 minuti ci regala perle come "Dopo di noi diluvierà\Non spioverà, va bene\Noi la fortuna degli ombrellai\Chili di liquidi dopo di noi\Va bene, come vuoi, dopo di noi" oppure "Piove con ghiaccia semplicità\Con truci gocce dal bel luccichio\E piove, piove, piove, siamo annaffiatoi\Dopo di noi il bello verrà\Finché terrà l'ombrello. E poi Don Giovanni, che i più maliziosi vedono come una risposta di Battisti a Mogol che gli aveva rivolto parole pungenti dopo la conclusione del loro rapporto professionale, nel brano La Massa Indistinguibile, interpretato da Mango nell'album Australia (1985): lì Mogol scrive "Cos’è successo al tuo successo\Era un miraggio, un messaggio vuoto\Tu ci hai creduto ed hai perduto\L’autoritratto adesso è scolorito" e Battisti-Panella rispondono così:
Non penso quindi tu sei
Questo mi conquista
L’artista non sono io
Sono il suo fumista
Son santo, mi illumino
Ho tanto di stimmate
Segna e depenna Ben-Hur
Sono Don Giovanni
Rivesto quello che vuoi
Son l’attaccapanni
Poi penso che t’amo
No anzi che strazio
Che ozio nella tournee
Di mai più tornare
Nell’intronata routine
Del cantar leggero
L’amore sul serio
E scrivi
Che non esisto quaggiù
Che sono
L’inganno
Sinceramente non tuo
(Sinceramente non tuo)
Qui Don Giovanni ma tu
Dimmi chi ti paga
Una chiara e credo definitiva concessione alla libertà di non inseguire più il successo, e della libera scelta di scrivere e cantare di altro dal cantar leggero a l'amore sul serio. E l'attaccapanni del testo è il disegno, stilizzato, della copertina, da cui scende uno sciarpone felliniano.
Il disco nonostante la sua natura così strana e straniante ottenne un successo notevole, continuando la serie lunghissima di Numeri Uno di Battisti (che terminerà solo nel 1990 con La Sposa Occidentale, un altro disco stupendo). Rimarrà sempre il dubbio di quando e quanto fosse provocazione e quando e quanto no, Panella dichiarò: Il difetto della canzone e’ quello di avere un senso. Quando sarà insensata sarà vera poesia (…) a me piace portare la canzone all’estenuazione, cercarne il limite estremo, dare alle parole e al loro susseguirsi una strana configurazione. Mettere a rischio le parole, provare a confonderle, prima che loro e la noia abbiano il sopravvento. Lui continuerà anche con altri, regalando delle perle pop che ricordiamo tutti, tipo il Trottolino Amoroso per Minghi e Mietta di Vattene Amore, Dindondio di Zucchero (“Quindi non io, ma una canzone, ti parlerà. Un’emozione, cosa cos’è? È questa qua) e persino In Amore per Gianni Morandi e Barbara Cola (“Ti supererò, in amore andrò molto più lontano dove tu stupore sei, con le mani andrò dove sento il cuore che mi fa capire come stai aspettando me”). Rimane l'inizio di un percorso geniale, a tratti forse anche troppo, che segna l'ultimo periodo di un artista unico come Lucio Battisti. In effetti però capisco che al falò della spiaggia è più facile cantare di bionde trecce, occhi azzurri e poi piuttosto che di:
Con tante madri e il tempo un laghetto
Coi pesci dei giorni
È il gamberetto del mio compleanno che torna lì
Fu molto dopo che dentro la pioggia
Vidi tra mille la goccia d'acqua mia
Prigionia
da Madre Pennuta, 1986.
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fashionbooksmilano · 5 months
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Alfa Castaldi
Progetto grafico/ Graphic design Claudio Dell'Olio assistito da Alessandro Marchesi
testi di Giuliana Scimé e Susan Bacheider, foto di Paolo Castaldi
Carla Sozzani Editore, Milano 2013, copia n.0313, 50 pagine, ISBN
9788879428507
euro 60,00
email if you want to buy [email protected]
Stampato da NAVA Milano in occasione della mostra "Alfa Castaldi" Galleria Carla Sozzani Febbraio 2013
Fotografo curioso e completo, Alfa Castaldi nella sua carriera professionale ha esplorato vari generi e tutti con grande passione e competenza. La mostra alla Galleria Carla Sozzani è un’esauriente retrospettiva arricchita da una sezione di ritratti alla moglie, la giornalista Anna Piaggi.Ad Alfa Castaldi, brillante allievo dello storico dell’arte Roberto Longhi, risultano fatali i tavolini del bar Jamaica in quel di Brera. Rientrato a Milano all’inizio degli anni ’50 dopo gli studi a Firenze, prende a frequentare l’ambiente intellettuale ed artistico che ruota attorno all’Accademiadi Belle Arti, soffermandosi spesso nel locale che, ancor’oggi, è punto di ritrovo per artisti ed intellettuali. In quegli anni, nelle sale del Jamaica piene di fumo e modelle in cerca di ingaggio, il giovane Alfa conosce Cesare Peverelli, Gianni Dova e Piero Manzoni ma anche un gruppo di fotoreporter – Ugo Mulas, Mario Dondero e Carlo Bavagnoli: per inciso, quelli che si sarebbero poi rivelati i migliori della loro generazione – che si struggono per essere considerati artisti alla stessa stregua di pittori e scultori.
Stimolato da queste nuove conoscenze, Castaldi si avvicina alla fotografia ed inizia a fare sperimentazioni, indagando il mondo attraverso l’obiettivo. Tra gli anni ’50 e ’60 viaggia moltissimo, soprattutto all’estero, documentando stili e movimenti culturali; attingendo al ricordo dei viaggi nell’Italia del dopoguerra, ancora povera e rurale, nel 1980 realizza per Uomo Vogue il servizio Compagnia di Stile Popolare, passato alla storia del costume come un reportage antropologico sulle radici popolari dello stile maschile piuttosto che come mero servizio di moda.
15/04/24
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garadinervi · 2 years
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licht und bewegung / lumière et mouvement / luce e movimento / light and movement / kinetische kunst, Kunsthalle Bern, 1965 [Exhibition: July 3 –  September 5, 1965]
(via typoswiss)
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rabbitmotifs · 1 year
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tagged by @patrickbategirl to shuffle ten songs from my playlist :-) im just gonna use my liked playlist even tho theres like 4k on there
lysergic bliss by of montreal
i woke up in love this morning by david cassidy
girl by jukebox the ghost
new rules by turnstile
На Дне by molchat doma
fuck it! by days n daze
a cry for help in a world gone mad by agent orange
i hate children by adolescents
daloy politzei by gruppo folk internationale '75-'79
house fire by someone still loves you boris yeltsin
i tag @audiodramatist @morgue-ruins @petrosapian @plaguery @writes-and-rambles @collectoroflovelythings @paintedvanilla @corvids-corner @radioactivehimbo @adamfucknerstanheight @zhongli-lover-69 n anyone else who wants 2 do this
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ilfascinodelvago · 11 months
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Per comprendere molti dei principali eventi politici, delle crisi e delle controversie del nostro tempo è necessario tener conto dei meccanismi della rabbia, della divisione, della proiezione e dell’introiezione. Per esempio, la demonizzazione culturale e politica del nemico si fonda proprio sulla proiezione e l’introiezione: l’idea è che nazione, etnia e gruppo incarnino il bene, e tutto ciò che non rientra all’interno di questo gruppo incarni il male. Tracciare una linea tra bene e male significa gettare le basi per il razzismo, il nazionalismo, il conflitto etnico e i tentativi di pulizia etnica o di genocidi. Questa linea di separazione può anche tenere lontani elementi percepiti come minacciosi perché troppo allettanti (riferendosi a misoginia e omofobia) attrazioni e desideri troppo carichi d’ansia perché possano essere contenuti nell’io.
N. J. Chodorow
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autolesionistra · 1 year
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Ultimamente si inizia a parlare con un po' meno timidezza di un problema matematico tutto sommato abbastanza semplice:
Se uno stato prevede un calendario scolastico che annovera fra le 13 e le 14 settimane continuative di ferie estive (escluse quindi ferie natalizie e pasquali) e contratti lavorativi che prevedono in media (quando regolari) 22 giorni in un intero anno (incluse quindi ferie natalizie e pasquali), si spieghi: 1) con che faccia rappresentanti di suddetto stato possono parlare di diritto al lavoro e parità di genere o di crisi della natalità 2) come coppie di genitori lavoratori ci possono mettere una pezza
Risposte: 1) da culo o di bronzo (valide entrambe) 2) secondo l'equazione:
Gestione estiva cinni = € + N² + Lm
Dove € è la pecunia, N sono i nonni, Lm è lavorare di merda (ove uno di questi addendi tende allo zero, gli altri dovranno essere aumentati di conseguenza).
In questo emblematico articolo la situazione è descritta in maniera più circostanziata e impietosa: https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/sono-una-madre-parcheggina-e-per-questo-odio-lestate-hld1bsfn anche se manca completamente (e mi rendo conto di essere un disco rotto) una chiave di lettura di classe, perché i genitori che hanno carenze economiche (o di nonni) rischiano di offrire ai propri figli (ma anche a sé stessi) un periodo estivo di qualità radicalmente diversa rispetto ad altri genitori con prevedibili effetti negativi sulla mobilità sociale.
La questione è comunque complessa perché come tocchi, sbagli. Come dice un amico, il dramma è che sotto sotto è una guerra fra poveri; chiunque proverà a risolverla scontenterà inevitabilmente una fettona di persone (che è poi uno dei motivi per cui a livello nazionale nessuno sul tema muove un dito da mezzo secolo) (oltre al fatto che finché le guerre restano fra poveri, non c'è forte motivazione a intervenire).
A livello di indirizzo, anche volendo ignorare completamente l'articolo 31 della ns. costituzione (no, il gruppo musicale non ha preso il nome da quello) che recita che la Repubblica "protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo." credo valga la pena farsi un paio di domande sul modello di nucleo familiare che uno stato vorrebbe promuovere perché allo stato attuale non è uno sport agevole per coppie di lavoratori e in media queste difficoltà pesano prevalentemente sulla componente femminile.
Questo scritto in realtà è nato da aneddoti personali elevati a considerazioni generiche (che è sempre indice di grande qualità), visto che sono ormai svariate estati che vedo amiche lavoratrici e amici lavoratori (ma prevalentemente amiche lavoratrici) avere un evidente aumento di stress e flessione di benessere psico-fisico con saltuarie penalizzazioni lavorative (quando non direttamente abbandono temporaneo o permanente del posto di lavoro) dovute all'organizzazione estiva dei propri figli.
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sottotraccia · 3 months
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In ricordo di Francesco Cecchin 🌹
16 giugno 1979, Roma, Ospedale San Giovanni, su un letto che lo teneva in coma da diciannove giorni, muore il diciassettenne Francesco Cecchin. Dai referti medici emergono gravi fratture e traumi, tra cui una profonda lesione alla milza, distrutta durante il pestaggio precedente al lancio del suo corpo da un terrazzo alto 5 metri.
Francesco è un giovane militante del Fronte della Gioventù e frequenta la sezione di via Migiurtinia, la zona più rossa del noto “quartiere Africano” . A scuola viene preso di mira dai compagni e isolato, costretto a cambiare istituto, esattamente come accadde quattro anni prima a Sergio Ramelli, un copione che si ripete in un teatro di odio e violenza: l’Italia degli Anni di Piombo.
Il 28 maggio 1979 è un giorno apparentemente ordinario. Sono le 20 e Francesco è intento a preparare un’affissione con altri due militanti, quando viene notato da un gruppo di comunisti, giunti con una Fiat 850, che considera la zona di sua “proprietà”. Seguono insulti e intimidazioni che Francesco respinge con la sua forte personalità. I comunisti si dileguano. Ma non finisce così quella notte. Verso la mezzanotte Francesco esce accompagnato da sua sorella maggiore, Maria Carla. È buio e dal marciapiede di via Montebuono scorge la stessa Fiat 850 bianca da cui scendono due uomini che iniziano a correre contro di lui e scappa, dopo aver detto alla sorella di fare altrettanto.
Si rifugia nel palazzo al civico n.5 della stessa via, dove abitava un suo amico, ma viene raggiunto sopra il terrazzo su cui si consuma la brutale aggressione. Viene ritrovato così, disteso a terra, ancora vivo, ma privo di conoscenza.  Perde sangue dalla tempia e dal naso.
L’evoluzione giudiziaria del suo omicidio è un delirio mediatico in cui si intrecciano scarsa accuratezza delle indagini, assurdità, silenzi, fino alla sentenza definitiva: «È convinzione della Corte che, nel caso di specie, non si sia trattato di omicidio preterintenzionale, ma di vero e proprio omicidio volontario».
Una morte scomoda che, ancora oggi, è rimasta senza colpevoli.
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bangtanitalianchannel · 4 months
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[TRAD ITA] 240608 TWEET DI BTS OFFICIAL:
"[#2024BTSFESTA]
'Anpanman' dei BTS (Bangtan Sonyeondan) versione con il focus di gruppo al TODAY Citi Music Series (youtu.be/AeY01SsyD-M)
#11AnniversarioDeiBTS #Anpanman #ÈPassatoUnPoDiTempoVero #Un_Solo_Colpo_Di_Questa_Canzone*🎵"
(N/B: *Parte del testo di 'Anpanman')
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Xina) | Trans ©btsinthemoment
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