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#i dolci fanno la felicità
manoomagoo · 5 months
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Oggi è il compleanno di mio papà. Siccome sono una pessima primogenita mi sono ridotta ad oggi per pensare a un regalo che gli facesse piacere. Naturalmente non mi è venuto in mente nulla di originale, così, presa dallo sconforto, sono andata in un negozio di dolci e ho acquistato più o meno 1Kg e mezzo di caramelle alla liquirizia e gliele ho consegnate prima di cena, come pensierino da parte mia e di mia sorella. Giuro su tutti i dischi degli Oasis che non lo ho mai visto così contento! Negli anni gli abbiamo regalato libri, week-end fuori porta, accessori per l'auto, bretelle, cinture, attrezzi da lavoro ma non è mai stato così contento come quando stasera si è trovato davanti tutta quella liquirizia solo per lui!
Morale della favola: se volete sorprendere qualcuno, scoprite quali sono le sue caramelle preferite e regalategliele.
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sciatu · 2 years
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Quanto vivea la felicità?
Come i bambini, quando si chiedono chi spegne il sole la sera, o dove finisce il mare, come loro quando chiedono dove si nascondono le foglie in inverno o dove corre l’acqua dei fiumi, come sognano i bambini, quando giocano le loro battaglie senza morti o inseguono felici un pallone di plastica, come loro chiediti anche tu: quanto vive la felicità? Se vive più di una stella cometa, più a lungo  di un natale o quanto il volo di un gabbiano che plana sull’acqua. Chiedi se è grande quanto un vassoio di dolci colorati, o piccolo quanto una coccinella, se è alta più di una giraffa, o bassa quanto un porcino.
Chiedi se dura come il primo fiocco di neve sulla strada gelata  o più di un arcobaleno dopo la pioggia e meno di quanto corre un onda sulla lunga spiaggia? Se è eterna quanto un bacio o come le margherite a primavera, se è lunga come la danza dei fenicotteri in un lago salmastro, o il volo delle rondini nell’azzurro primaverile. Chiedi se la felicità è come una colata di lava infinita o come un sogno prima dell’alba, se è veloce come un temporale ad agosto, o lenta come il suono di una fisarmonica, corta come un bicchiere di vino, o grande come un gelato al sole, inquieta come una nube nera che tuona o serena come l’ondeggiare delle spighe in un campo di grano. Chiedi se rimane nell’aria come il canto ossessivo e monotono delle cicale, o scappa via nella luce pallida delle lucciole di notte, se è viva come il battito di un cuore o è un sogno come un raggio di sole che entrando dalla finestra attraversa una stanza buia. Come si risponde ai bambini che fanno domande semplici ma incredibili, banali, ma rivoluzionarie così, a chi chiederai quanto dura la felicità, ti risponderà che nessuno lo sa, tutti però sanno che tutte le cose belle, durano quanto la felicità.
Like children, when they wonder who turns off the sun in the evening, or where the sea ends, like them when they ask where leaves are hidden in winter or where the water flows from rivers, like children dream, when they play their battles without deaths or happily chasing a plastic ball, like them ask yourself: how long does happiness live? If it lives longer than a comet, longer than a Christmas or as long as the flight of a seagull gliding over the water. Ask if it's as big as a tray of colorful sweets, or as small as a ladybug, if it's taller than a giraffe, or as short as a porcini mushroom. Ask if it lasts like the first snowflake on the frozen road or more than a rainbow after the rain and less than a wave runs on the long beach? If it's as eternal as a kiss or like daisies in spring, if it's long like the dance of flamingos in a brackish lake, or the flight of swallows in the spring blue. Ask if happiness is like an endless lava flow or like a dream before dawn, if it's fast like a storm in August, or slow like the sound of an accordion, short like a glass of wine, or big like an ice cream in the sun, restless like a black cloud that thunders or serene like the swaying of ears in a wheat field. Ask if it stays in the air like the obsessive and monotonous song of the cicadas, or runs away in the pale light of the fireflies at night, if it's alive like the beating of a heart or is it a dream like a ray of sunshine entering through the window and crossing a dark room. How do you respond to children who ask simple but incredible, trivial but revolutionary questions like this, whoever you ask how long happiness lasts will answer that no one knows, but everyone knows that all beautiful things last as long as happiness.
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be-appy-71 · 8 months
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Non consiglierei a nessuno d’essere come me: troppa sensibilità, troppo provare, troppo sentire, troppo percepire, troppo immaginare, troppo desiderio.
Non consiglierei a nessuno d’essere come me: troppo fiducioso, ingenuo, spontaneo, impulsivo.
Desidererei guardare le cose secondo la loro misura, senza il bisogno di ingigantire sempre tutto. Perché, per quelli come me, è un guaio. Quelli come me, e non consiglio di esserlo, si sentono mancare l’aria ogni giorno per un’attenzione in meno, per una carezza in meno. Quelli come me sopportano e si tengono tutto l’amaro dentro. Quelli come me implodono ogni giorno e poi mostrano il loro più bel sorriso.
Quelli come me sono difficili, complessi, inseguono sogni immaginari. Parlano da soli nel silenzio della notte, sperano e hanno gli occhi lucidi al sorgere di una nuova alba.
Quelli come me sono così: forti nel corpo da possedere la fragilità dell’anima.
E fanno finta di credere alle bugie, alle speranze, ai sorrisi di circostanza quelli come me. Ma più di tutto, li riconosci dagli occhi. Sono il portale della vita, sono pensieri, parole, cuore, felicità, chiarore, buio, ansia, malinconia.
Più di tutto quelli come me li riconosci perché non sono quasi mai i primi ad abbracciare, a dire parole dolci, ma sarebbero in grado di amare fino a distruggersi.
Quelli come me, quando amano, amano forte, si svelano, si spogliano, si riconoscono. Hanno un cuore troppo grande e colmo di cose amabili. E danno, danno troppo.
Hanno mani fiduciose, sguardo perso, sempre alla ricerca di qualcosa e quel pizzico di malinconica allegria che profuma l’anima....♠️🔥
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popolodipekino · 1 month
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senza feste comandate
XLIX - LOS GORRIONES La mañana de Santiago está nublada de blanco y gris, como guardada en algodón. Todos se han ido á misa. Nos hemos quedado en el jardín los gorriones, Platero y yo. ¡Los gorriones! Bajo las redondas nubes, que, á veces, llueven unas gotas finas, ¡cómo entran y salen en la enredadera, cómo chillan, cómo se cogen de los picos! Este cae sobre una rama, se va y la deja temblando; el otro bebe en un charquito del brocal del pozo, que tiene en sí un pedazo de cielo; aquél ha saltado al tejadillo lleno de flores casi secas, que el día pardo aviva. ¡Benditos pájaros, sin fiesta fija! Con la libre monotonía de lo nativo, de lo verdadero, nada, á no ser una dicha vaga, les dicen á ellos las campanas. Contentos, sin fatales obligaciones, sin esos olimpos y esos avernos que extasían ó que amedrentan á los pobres hombres esclavos, sin más moral que la suya, son mis hermanos, mis dulces hermanos. Viajan sin dinero y sin maletas; mudan de casa quando se les antoja; presumen un arroyo, presienten una fronda, y sólo tienen que abrir sus alas para conseguir la felicidad; no saben de lunes ni de sábados; se bañan en todas partes, á cada momento; aman el amor sin nombre, la amada universal. Y cuando las gentes, ¡las pobres gentes!, se van a misa, los domingos, ellos, en un alegre ejemplo, se vienen de pronto, con su algarabía fresca y jovial, al jardín de las casas cerradas, en las que algún poeta, que ya conocen bien, y algún burrillo tierno, los contemplan fraternales. da J. R. Jiménez, Platero y yo
La mattina di Santiago è nuvolosa, bianca e grigia, come se fosse avvolta nell'ovatta. Tutti sono andati a messa. I passeri, Platero e io, siamo rimasti in giardino. I passeri! Sotto le nuvole rotonde, che a volte fanno piovere gocce sottili, come volano dentro e fuori le piante rampicanti, come stridono, come si afferrano il becco a vicenda! Questo cade su un ramo, se ne va e lo lascia tremante; l'altro beve in una pozzanghera sul cordolo del pozzo, che ha in sé un pezzo di cielo; quello è saltato sulla tettoia piena di fiori quasi secchi, che il giorno bruno sta ravvivando. Benedetti uccelli, senza feste comandate! Con la libera monotonia del nativo, del vero, nulla, se non una vaga gioia, dicono loro le campane. Contenti, senza obblighi fatali, senza quegli olimpi e quegli inferni che rapiscono o spaventano i poveri uomini schiavi, senza altra morale che la loro, sono i miei fratelli, i miei dolci fratelli. Viaggiano senza soldi e senza valigie; cambiano casa quando ne hanno voglia; presumono un ruscello, intuiscono una fronda, e devono solo aprire le ali per raggiungere la felicità; non conoscono né il lunedì né il sabato; fanno il bagno ovunque, in ogni momento; amano l'amore senza nome, l'amore universale. E quando il popolo, la povera gente, va a messa la domenica, essi, con un gioioso esempio, arrivano all'improvviso, con il loro fresco e gioviale trambusto, nel giardino delle case chiuse, dove qualche poeta, che già conoscono bene, e qualche tenero asinello, li contemplano fraternamente. Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)
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justmythings-stuff · 2 years
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Il nervoso che fanno venire le supporter di Benedetta (lo dico da sua seguace)sotto al post di Federico c’è solo tanta immaturità da parte loro, pagine che non seguono nessuno dei due che si prendono la briga di andare sul loro profilo solo per mettere like a commenti disgustosi e commentare, io da sua fan (di Benni) ho la decenza di dire che sono felice per lui, che abbia trovato una persona che lo renda felice anzi vi dico,anche se ora mi mangiano le altre ,lui è più felice con Lucia,non capisco perché non lo accettano e lo ammettono loro stesse, sono bellissimi e lui è felice più che mai,non l’ho mai visto così. (Se vuoi ti dico anche chi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso oltre a tutti i commenti da quando hanno detto di stare insieme portandomi a questo sfogo,ma certe cose non le reggo, se devono fare così pensassero solo a Benni, a volte non mi sento neanche parte di questo fandom non sono cose che mi appartengono quello che fanno, sul serio penso che loro due sono molto belli e dolci e quando vedo le loro foto penso solo a quando siano fortunati ad essersi trovati,non meritano tutto l’odio che ricevono nessuno dei due sono solo due ragazzi che si sono innamorati, accettatelo se no lasciateli stare.) scusate lo sfogo ma ci voleva 😚
Questa cosa delle pagine che non seguono nessuno dei due e poi non si perdono mai una foto è divertente. Perché farsi del male così? Bah.
Diciamoci la verità, non sono fans di Federico, sono fans solo della ex e hanno preso le parti di quest'ultima; niente di male, ma che smettano di rosicare e pensare che la felicità la meriti solo lei. Che immaturità, si comportano come se Federico avesse lasciato tutte loro. Il problema è che ciò in cui hanno creduto non corrispondeva alla realtà alla fine. Speriamo si mettano l'anima in pace a 'na certa, perché ogni volta è un circo, non si rendono conto di quanto sono infantili.
Chi ti ha fatto perdere le staffe, anon? Cos'hai letto? 👀
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Ho gli occhi lucidi a volte, mi manca il fiato quando mi emoziono, faccio lo scemo, cerco la pace perché ho combattuto la guerra. Scopro la bellezza nelle piccole cose, mi capita di avere bisogno di silenzio per mettere tutto in ordine. Penso troppo, parlo poco. Ho gli occhi che fanno un casino tremendo, il cuore che batte più forte quando non ho il controllo delle cose che faccio. Mi piace avere tutto in ordine, per questo sono disordinato per natura. Amo i baci lenti, gli spaghetti con le vongole e il ceruleo del cielo. Mi piace la notte perché è tutto buio, un po' come me, mi piace l'estate perché regala serotonina. Amo le cose dolci, le persone gentili, i bambini, la doccia tiepida d'estate, le passeggiate tra i tramonti. Ipocondriaco bipolare, ho un orologio che segna i battiti e il bisogno di abbracci intensi che segnano l'amore. Mangio con gli occhi, parlo con i sorrisi, trattengo con i dettagli, quelli che nessuno nota. Mi piacciono gli sbagli perché si impara sempre qualcosa, odio chi fa troppe domande, mi piace chi ha il coraggio di lasciarsi andare. Penso tanto, troppo, mi nascondo nella musica, scrivo poco, ma quando lo faccio ci lascio l'anima, abile nell'autodistruggersi. Sono bravo a cadere perché lo prevedo sempre, a volte l'anima è un peso, a volte è tutto nascosto, il buon cibo, il sole e il sesso, chi dice che la felicità non esiste non ha mai davvero perso.
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#adessoscrivo
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spokenitalics · 4 years
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"Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciriddo si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e ‘stampato’, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire."
Il giorno che i morti persero la strada di casa, da I racconti quotidiani di Andrea Camilleri
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Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine.
Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si
può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)
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susieporta · 4 years
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Molto tempo fa, una notte d'inverno mi trovavo per lavoro in una città americana. Il mio aereo era arrivato in forte ritardo, ero rimasto senza soldi, faceva un freddo del diavolo e non avevo mangiato. Per di più, nel quartiere in cui dovevo orientarmi, a me sconosciuto, era mancata d'improvviso l'illuminazione stradale ed ero al buio. Ecco una situazione in cui, cadute una dopo l'altra le protezioni che la civiltà di solito ci offre, uno si sente alla mercé dell'irrazionale. Anche se la ragione mi diceva che non correvo nessun serio pericolo, tutti i miei sistemi ancestrali di allarme erano entrati in azione: fame, buio, freddo, nessun punto di riferimento, nessuna presenza amica. E infatti non sapevo più che fare: vagavo in preda al panico.
A un certo punto udii pronunciare il mio nome nell'oscurità. Non sono mai stato così felice di sentirlo. E mai mi sono sentito toccare così a fondo da una voce. Subito ho avvertito il calore di una presenza amica: era la persona che dovevo incontrare e che, non so bene come, era riuscita a riconoscermi nel buio. Quella voce significava la salvezza.
In quel momento ho capito quanto è precaria la situazione umana, e come siamo indifesi e vulnerabili in un mondo impersonale e distratto. Ho capito che la condizione infantile, così bisognosa di cure, di affetto e di calore, è in fondo la situazione di tutti noi. Ogni giorno innumerevoli persone muoiono, muoiono un poco, per mancanza di calore: i bambini lasciati a se stessi, i lavoratori sottopagati e sfruttati, gli anziani soli e dimenticati da tutti nel mondo anonimo delle grandi città. E ogni giorno miliardi di persone compensano alla meglio la cronica mancanza di calore con sostituti di ogni genere: rimpinzandosi di cibo, ricorrendo al sesso senza cuore, inseguendo nei miraggi del consumismo una felicità illusoria.
Di solito è il senso del tatto quello che più associamo al calore. Ma il suono, che è una forma di tatto a distanza, può portare calore là dove la mano non arriva. Ed ecco un'altra storia di suoni: una donna di mia conoscenza - che chiamerò Dorotea - ogni sera, attraverso le pareti sottili del suo appartamento, sente piangere la bambina piccola dei vicini: i genitori la fanno dormire da sola al buio. Mentre loro stanno in un'altra stanza a guardare la televisione, la bambina urla disperata, e si avverte in quel pianto tutta la sua angoscia, la sua solitudine. Che fare? Dorotea è incerta. Parlare con i genitori potrebbe peggiorare la situazione. Allora decide di cantare. Proprio così: come lei può sentire la bambina, la bambina può sentire lei. Ogni sera, dopo che i genitori hanno lasciato sola la bambina, Dorotea le canta dolci ninne nanne, le parla attraverso la parete sottile, la consola, e la rassicura. La bambina sente questa voce amica, smette di piangere. E si addormenta tranquilla. Il calore di una voce sconosciuta l' ha salvata dal gelo della solitudine.
Piero Ferrucci
da: La forza della gentilezza
La temperatura della felicità
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veronica-nardi · 4 years
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The Legends
"Even if I have to kill my way through the Underworld, I will still get you back."
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Una ragazza ingenua e onesta di nome Zhao Yao salva il Figlio del Re Demone, Mo Qing, dalle grinfie delle Sette Immortali che vogliono condannarlo a morte. Dopo che il nonno muore per riuscire a farla scappare, Zhao Yao apre gli occhi sull’ipocrisia del mondo, fonda una sua Setta e si prende la sua vendetta sigillando il corpo della Divinità Aurea Mingxuan. Per acquistare più poteri tenta poi di impadronirsi della spada Wanjun, ma rimane vittima di un’imboscata e perde la vita, convinta che Mo Qing sia dietro l’inganno. Cinque anni dopo torna in vita grazie all’aiuto inaspettato di Qin Zhi Yan, una ricca ragazza proveniente da una delle Sette Immortali con cui Zhao Yao è costretta a collaborare visto che ne assume magicamente l’aspetto. Torna alla sua Setta, e scopre che Mo Qing ne è diventato il leader. Piena di rabbia, giura di ucciderlo. Il tempo le farà vedere il silenzioso Mo Qing in modo diverso, le sue convinzioni vacilleranno, e la bella e impetuosa Zhao Yao metter�� in discussione tutto quello in cui credeva.
Perché non ho sentito parlare prima di questo drama??? Perché mi è piaciuto tantissimo ed è di certo uno dei miei preferiti di quest’anno, so già che si porterà a casa alcune categorie nel quiz finale. Beh, forse non è così conosciuto come meriterebbe perché la storia viene narrata lungo la bellezza di cinquantacinque episodi, e immagino che quando qualcuno si trova davanti un numero del genere non è esattamente spronato a cominciare.
Ma a me questi innumerevoli episodi non hanno fermato per niente, anzi forse mi hanno addirittura entusiasmato, perché Arsenal Military Academy mi ha fatto talmente tanto innamorare di Xu Kai e Bai Lu - di loro due come attori, della loro bellezza, della loro fantastica chimica, insomma quasiasi cosa - che appena ho scoperto l’esistenza di questo drama con loro due insieme di nuovo, sono scoppiata di felicità e mi ci sono subito buttata.
Ho guardato The Legends nell’arco di un mesetto circa. e la prima cosa che mi sento di dire è che questo drama poteva davvero diventare il nuovo The Untamed, sia per me a livello personale che per il grande pubblico.
Voglio dire, è ovvio che The Legends non avrebbe potuto davvero conquistarmi quanto The Untamed, perché TU è semplicemente inarrivabile, ma fin dal primo episodio le vibrazioni che mi hanno ricordato TU sono state parecchie.
Non inizio nemmeno ad elencare le circostanze, gli eventi e le caratteristiche caratteriali dei personaggi simili a quelli di The Untamed, perché sono troppi e sarebbero spoiler.
Ma cosa intendo quando dico che The Legends “poteva diventare il nuovo TU”? Perché parlo al passato? E’ evidente che qualcosa non ha funzionato. Che cosa?
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Ci sono alcuni aspetti in cui The Legends regge molto bene il confronto con The Untamed o addirittura risulta superiore, come per esempio per i costumi o gli effetti speciali (non che ci voglia molto a creare qualcosa di migliore di quella specie di brutto cane gigante spelacchiato @dilebe06). The Untamed poteva vantare alcune bellissime scenografie - Gusu sempre nei nostri cuori - ma The Legends è una meraviglia per gli occhi: ogni singolo set è caratteristico e le inquadrature del mondo fantasy nel quale ci troviamo mi hanno incantata per tutto il tempo.
La colonna sonora di The Untamed rimane la mia preferita, ma The Legends sfoggia una soundtrack epica e bellissima, che va dai toni più potenti e badass, a quelli tragici, e a quelli dolci e romantici.
Anche la recitazione è meravigliosamente ottima, sopratutto quella dei due protagonisti, esattamente come The Untamed. Bai Lu ha fatto un lavoro eccellente nell’interpretare la sua Zhaoyao, un personaggio sfaccettato e che nel corso della storia cambia tantissimo presentando tre diverse evoluzioni: dapprima una ragazza allegra, innocente e spensierata, poi una giovane donna piena di rancore, combattiva e sfacciata, e infine una donna matura, consapevole, che impara ad amare e ad essere amata, che rivede totalmente i propri orizzonti e sogni. 
Xu Kai dal canto suo ha dovuto interpretare un personaggio forse più semplice a livello di caratterizzazione, ma che ha comunque richiesto una certa bravura recitativa: il suo amore per Zhaoyao è palese in ogni suo sguardo e gesto, la sua gentilezza mi ha toccato il cuore più volte, ma penso che i momenti di disperazione e quelli in cui deve lottare contro l’essenza demoniaca dentro di lui sono stati quelli in cui ha dato il meglio di sé. Mi ha inoltre molto stupita come sia riuscito a rendere così bene un personaggio così diverso dal Gu Yanchen che interpreta in Arsenal.
Bai Lu e Xu Kai ci regaleranno così tante soddisfazioni nei prossimi anni.
La storia d’amore portata in scena è ricca - nel senso che è proprio stra piena - di angst, proprio come quella di The Untamed. Romantica come sono, adoro le storie d’amore in cui i due innamorati sono destinati a stare insieme, ma ammetto che adoro ancora di più le storie in cui del destino non si fa nemmeno menzione, come in questo caso. Sono due persone le cui strade si incrociano per qualche motivo, si innamorano profondamente - lui per primo ed è fottutamente adorabile, mentre lei per l’80% del tempo NON SE LO MERITA - e lottano contro tutto e tutti, morte compresa, per stare insieme.
Lottano anche con se stessi, con gli errori del passato, le incomprensioni, le occasioni perse, con le proprie paure e gelosie. Una coppia che affronta mille sfide e pericoli, che impara a conoscersi e a combattere insieme, il tutto in un arco temporale di quindici anni. Non dirò come va a finire, ma al di là di quello è una storia costruita bene, una storia romantica, triste e tormentata, e in un mondo di drama in cui spesso non è ben chiaro per quale motivo i personaggi si innamorano o sembra che si mettano insieme in modo forzato, ho adorato come siano ben chiari i motivi che portano Lu Zhaoyao e Mo Qing a innamorarsi l’uno dell’altra.
Impossibile battere la Wangxian, ma The Legends mi ha regalato una stupenda storia d’amore.
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Venendo ai personaggi, nel mio cuore Wei Wuxian e Lan Zhan avranno sempre un posto specialissimo, e obiettivamente parlando sono davvero due gran bei personaggi. I protagonisti di The Legends fanno la loro bellissima figura, e ammetto che me li hanno ricordati tanto. Lu Zhaoyao è praticamente una Wuxian versione femminile - sarà per questo motivo che l’ho adorata così tanto? Chi sa. Cioè, ovviamente non è esattamente uguale a Wuxian, ma il modo in cui muore e ritorna in vita, certi suoi modi di fare, la fondazione di una setta odiata da tutti, non hanno potuto fare a meno di ricordarmelo. E l’amore silenzioso, incrollabile e fedele di Mo Qing mi ha ricordato tanto quello di Lan Zhan.
Per quanto mi riguarda, sono due protagonisti assolutamente promossi.
Per quanto riguarda i personaggi secondari invece, qui è dove The Legends non è riuscita assolutamente a sostenere il confronto con The Untamed. The Legends, come qualunque drammone cinese, è piena di personaggi e storyline diverse, e pensavo che, come in molti altri casi, tutti questi personaggi, se costruiti bene, potevano essere uno dei punti di forza della serie. Ma la verità è che, a conti fatti, i personaggi secondari di TL sono semplicemente carini. Sono caratterizzati bene, per carità, e anche le storyline che li riguardano trovano tutte il loro spazio, ma siamo ben lontani dalla bellezza di TU, dove i personaggi riuscivano a lasciare un potente segno anche se presenti in sole tre o quattro scene - Signora Yu sempre nei nostri cuori @dilebe06.
Attenzione: non sto dicendo che i personaggi secondari di TL fanno schifo, dico solo che sono meno belli di quelli di TU. La storia d’amore di Sima Rong e Yue Zhu ad esempio, è sì tragica, ma anche abbastanza banale.
Ci sono tuttavia alcuni personaggi che mi sono piaciuti molto e che voglio citare perché ritengo essere i più validi. Prima su tutti Zhi Yan, l’alter ego di Zhao Yao per metà serie: un personaggio che compie una bella evoluzione da ragazza ingenua, superficiale e spaventata, a donna forte, indipendente, sensibile, saggia e consapevole. Non solo uno dei migliori personaggi della serie, ma anche una delle migliori interpretazioni da parte dell’attrice Shane Xiao, che è riuscita a interpretare due personaggi molto diversi tra loro in modo splendido.
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C’è poi Jiang Wu, il coglione della serie a cui io non avrei dato due lire e che è finito per essere uno dei miei personaggi preferiti. Sborone, antipatico, ambizioso, astuto, infido - mai fidarsi di lui come alleato - nel corso della storia trova il suo perché e a mio parere spacca di brutto. Un personaggio di cui ci viene svelata la provenienza, ci viene mostrata la cattiveria, e ci vengono raccontati i suoi sentimenti e i suoi lati più umani in un modo che ti portano ad empatizzare anche per lui e magari anche ad amarlo (sì, io l’ho amato, non me ne vergogno).
La parte più bella di Jiang Wu è stato il suo amore per Zhao Yao, che io non credevo credibile ma che mi ha stupita non poco, non dico altro.
Nota di merito per Gu Han Guang, il medico tsundere della serie, che passa il 90% del tempo a sclerare dietro al lead minacciando di non curarlo più perché invece di riposarsi continua a farsi male, ma che alla fine è sempre al suo fianco a fasciargli le ferite ogni santa volta. Per non parlare di quando guarda schifato i due lead che fanno i piccioncini quando lui è il primo a fare il sentimentale e a guardare con occhi a cuore la sua amata. Mi ha sempre fatto morire dalle risate.
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È ora dei villain, e qui andiamo bene. Paragonarli con The Untamed è inutile, perché Jin Guangyao e Xue Yang sono dei mostri, ma ho adorato Liu Su Ruo, la mia “cattiva” preferita della serie. La metto tra virgolette perché una delle cose più belle di The Legends è che i personaggi sono tutti molto grigi, con pregi e difetti, che compiono errori e anche delle belle azioni, che provano emozioni molto umane.
Non so se sia piaciuto a tutti, ma ho adorato come si siano presi del tempo per raccontare la storia d’amore tra Su Ruo e Mingxuan. Anche se sono i cattivi della serie, perché non mostrarci il loro lato più amabile e dolce? Anche se sono quei personaggi che i protagonisti dovranno sconfiggere per completare la storia, rimangono comunque degli esseri umani con cui si pu�� anche empatizzare.
Su Ruo fa cose orribili per risvegliare quello che per metà del tempo è il bell’addormentato della serie, non guarda in faccia nessuno, uccide persone, diventa egoista, ma allo stesso tempo ci viene mostrato che sa essere anche giusta e comprensiva. Le cattive azioni che compie non la rendono un mostro umano, in fondo stiamo parlando dell’uomo che ama, del marito con cui vorrebbe felicemente passare la vita e che invece è costretta a guardare mentre dorme un sonno dal quale forse non si risveglierà mai. E comunque devo farle i complimenti per la perseveranza e la fedeltà, non tutti avrebbero avuto la forza e la pazienza di aspettare così a lungo: il suo era vero amore.
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The Legends è pieno di storie d’amore - tutte molto tragiche perché il #maiunagioia deve sempre regnare sovrano - e mi sto accorgendo proprio ora che sono tutti amori veri, forti, potenti, che spingono le persone a fare qualsiasi cosa e a sopportare qualsiasi dolore.
Abbiamo poi la capitana Lin, la seconda cattiva femminile della storia e second lead poraccia della situazione, che è l’eccezione che conferma la regola. Sì, poraccia perché non c’è altro modo per definirla. Ammirevole la sua lealtà verso Mo Qing, mi cade però in basso quando si offende e si definisce delusa nel momento in cui lui in modo molto onesto non ricambia il suo amore. Semplicemente patetica negli ultimi episodi.
Cambiando argomento, mi sono resa conto scrivendo che The Legends manca di una dinamica per me molto importante: una parte politica entusiasmante e gioco del trono. In The Untamed quest’ultimo era giocato in modo feroce dal quel genio del male di Jin Guangyao - le sue fossette assassine sono indimenticabili - e la questione dei sopravvissuti Wen aveva davvero colorato le cose. Anche qui si parla di ipocrisia e di cosa è bianco e cosa è nero, ma la questione rimane abbastanza sul generale: mentre quella di Wei Wuxian era una lotta sociale, quella di Zhao Yao è più una battaglia personale di una ragazza ferita e desiderosa di vendetta.
Praticamente inesistente poi il gioco del trono all’interno delle Sette Immortali. L’unico che fa l’ambizioso della situazione è Jinxiu, che io speravo fosse il nuovo Nie Huaisang ma che non è riuscito a conquistarmi. Più interessante invece la questione del leader della Setta Wan Lu: una setta fondata da Zhao Yao ma di cui Mo Qing ha più palesi capacità per occuparsene. A una certa si fa avanti pure l’ambizione di Jiang Wu, e ammetto che in questo frangente le cose si sono fatte davvero divertenti. Senza spoilerare, dico solo che alla fine mi è piaciuto molto vedere quel personaggio sedere su quel trono.
Ho scoperto che Legends è tratto da una novel, come il 90% delle serie cinesi a quanto pare, e intendo leggerla. Ho letto in un commento che la serie ha reso i due protagonisti più deboli, a livello di poteri, rispetto alla controparte cartacea, dove lui era praticamente sempre invincibile e anche lei era super potente. Se ciò è vero, apprezzo moltissimo la scelta del drama di averli indeboliti, rendendoli quindi più vulnerabili e facilmente attaccabili, perché non vado molto d’accordo con i personaggi costantemente over power. E poi, sai, qualunque motivo è buono per aumentare un po’ l’angst XD.
Di cose da dire ce ne sarebbero ancora molte, ma non ho più la voglia per dilungarmi. Solo un paio di appunti ancora.
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Sono molto contenta perché The Legends mi ha regalato due buone bromance: la più bella e la più importante quella al femminile tra Zhao Yao e Qin Zhi Yan, e quella molto carina tra lo tsundere Gu Han Guang e il suo lontano compagno di Setta Jiang He.
La mia considerazione sul finale: senza rivelare nulla, posso dire che mi è piaciuto come è andata a finire, ma non il modo in cui l’hanno messo in scena. Avrei gradito un montaggio più comprensibile.
The Legends rimane un drama molto godibile, tragico, romantico, che parla di amore, di amicizia, di vendetta, delle scelte che facciamo e le loro conseguenze, i cui cinquantacinque episodi non risultano mai pesanti grazie a un ottimo mix di romanticismo, tragedia, un po’ di divertimento, tensione e combattimenti.
Punteggio: 8.2
Volevo chiudere il commento con la parte senza spoiler, ma non ce la faccio. Ci sono due o tre appunti che mi devo togliere, tipo sassolini nella scarpa.
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Voglio innanzitutto dire che ho adorato Zhao Yao, un personaggio grigio e sfacettato, ma mi ha fatto porconare non poco per oltre metà del tempo per il suo atteggiamento verso Mo Qing. Lo odia, lo vuole uccidere, lo manda in missioni altamente pericolose, sposa un altro perché preferisce la vendetta sull’amore (minchia i santi che ho tirato giù in quella scena), lo inganna fingendosi un’altra e prova pure a sedurlo, gli sparisce davanti agli occhi - facendo letteralmente puff - rischiando di farlo morire di crepacuore, e manco ricorda di aver passato una notte di passione con lui.
E lui non è che a un certo punto perde la pazienza, la manda a quel paese, o si arrabbia. Lui continua ad amarla profondamente, fedelmente, e la aspetta. Quest’uomo è un santo.
Battute a parte, riconosco che Zhao Yao ha sempre avuto le sue ragioni, e poi devo ammettere una cosa: Mo Qing l’avrà amata moltissimo, ma dopo che ha capito di essere innamorata anche Zhao Yao ha amato tantissimo lui, in modo altrettanto profondo e fedele. Ci vuole una grande forza d’animo e devi nutrire un vero amore se rimani al fianco dell’uomo che ami anche quando lui sta male e ha le sue crisi, anche quando diventa addirittura pericoloso. Un’altra avrebbe potuto abbandonare Mo Qing, soprattutto quando perde il controllo dell’essenza demoniaca e uccide le sue guardie. Voglio dire, avrebbe potuto uccidere la stessa Zhao Yao. Quindi l’ammiro molto per aver avuto il coraggio di essere rimasta al suo fianco, anche nei momenti più difficili.
Se questo non è vero amore non so cosa sia.
Ed è qui che mi collego alla seconda cosa che voglio dire. Quella di Zhao Yao e Mo Qing è una bellissima storia d’amore, ma dopo che l’amore scoppia più o meno a metà serie, i due diventano due piccioni che tubano: guardano la luna, parlano di stelle, e si dicono cose altamente sdolcinate. Ho proprio sentito il miele colare da tutte le parti.
Ora, la situazione era comunque piena di angst per via del problema di lui dell’essenza demoniaca e la presenza minacciosa del cattivo, e le loro scene romantiche non sono state troppe, quindi non sono mai risultati noiosi, ma c’è una cosa che voglio ammettere.
Jiang Wu è stato uno splendido second lead. Il dono del suo cuore e il sacrificio della sua stessa vita mi hanno colpito molto. Il rapporto tutto “sale e pepe” tra lui e Zhao Yao mi è piaciuto molto, e la scena di loro che scherzano e ridono insieme è stata davvero carina.
SÌ, IO UN PO’ LI HO SCIPPATI.
MO QING PERDONAMI.
L’ultima cosa che voglio puntualizzare riguarda il finale. Sono contenta del lieto fine, ma non del modo in cui ci siamo arrivati. Pensavo di essere stupida io, invece tantissimi commenti che ho letto hanno lamentato la poca chiarezza delle sequenze negli episodi finali.
Perché creare un montaggio così incasinato? E non ho davvero capito il senso della scena della visione in cui loro due combattono nella grotta e lei “per sbaglio” lo uccide. Era per farci vedere come sarebbero potute andare le cose se lui si fosse lasciato dominare dall’essenza demoniaca? Ma siccome non sarebbe successo, l’ho trovata una scena un po’ fine a se stessa e più che altro per far soffrire lo spettatore. E ammetto che ci sono riusciti: ho pianto disperatamente per dieci minuti.
La sera in cui ho finito il drama ho scoperto che il regista è lo stesso di The Untamed.
TUTTO TORNA.
La storia d’amore piena di angst, i parallelismi tra le due serie, la somiglianza tra Zhao Yao e Wuxian, il finale incasinato: tutto torna.
A quanto pare i finali incasinati sono il marchio di fabbrica di questo regista XD.
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sour-reality · 4 years
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LE POESIE DELLO SCRITTORE FRANCESE
Paul Verlaine, le poesie più belle del poeta maledetto
Paul Verlaine è stato uno dei massimi esponenti della poesia francese del Novecento assieme a Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud
MILANO – Paul Verlaine (1844-1896) è riconosciuto come il maestro dei giovani poeti del suo tempo, nonché come uno dei massimi rappresentanti della poesia simbolista francese. La sua breve vita fu estremamente travagliata e drammatica, dalla relazione omosessuale con Arthur Rimbaud (che gli valse la nomea di poeta maledetto), all’incarcerazione, fino alla conversione al cattolicesimo e alla morte di tifo a soli 52 anni. Oggi ricorre l’anniversario della morte del poeta e lo ricordiamo con le sue poesie più belle.
La poesia e la musica
La poesia di Verlaine ebbe un effetto dirompente nel panorama poetico francese del tempo. Sulla scia di Baudelaire, Verlaine sente l’esigenza di rompere gli schemi delle metriche tradizionali, con i loro ritmi regolari e simmetrici, e si dedica alla creazione di versi liberi, irregolari, estremamente musicali. Secondo Verlaine la Parola è un simbolo, incapace di descrivere esaustivamente la realtà, ma capace di evocare immagini potenti dietro a cui risiede il senso profondo delle cose. La sua poetica pone al centro l’esigenza della musicalità, assimilando i componimenti poetici ai testi musicali attraverso il rifiuto dell’eloquenza, della rima e delle strutture metriche tradizionali. La poesia, dunque, necessariamente deve essere vaga, e non limitarsi alla semplice descrizione di eventi ed emozioni, ma trasmettere immagini, alludere, evocare sensazioni, proprio perché il senso profondo delle cose risiede al di là della Parola.
 
Arte poetica
La musica prima di ogni altra cosa,
E perciò preferisci il verso impari
Più vago e più solubile nell’aria,
Senza nulla in esso che pesi o posi…
È anche necessario che tu non scelga
le tue parole senza qualche errore:
nulla è più caro della canzone grigia
in cui l’Incerto al Preciso si unisce.
Sono dei begli occhi dietro i veli,
è la forte luce tremolante del mezzogiorno,
è, in mezzo al cielo tiepido d’autunno,
l’azzurro brulichio di chiare stelle!
Perché noi vogliamo la Sfumatura ancora,
non il Colore ma soltanto sfumatura!
Oh! la sfumatura solamente accoppia
il sogno al sogno e il flauto al corno.
Fuggi lontano dall’Arguzia assassina,
dallo Spirito crudele e dal Riso impuro,
che fanno piangere gli occhi dell’Azzurro,
e tutto quest’aglio di bassa cucina.
Prendi l’eloquenza e torcile il collo!
E farai bene, in vena d’energia,
a moderare un poco la Rima.
Fin dove andrà, se non la sorvegli?
Oh, chi dirà i torti della Rima?
Quale fanciullo sordo o negro folle
ci ha forgiato questo gioiello da un soldo
che suona vuoto e falso sotto la lima?
Musica e sempre musica ancora!
Sia il tuo verso la cosa che dilegua
che si sente che fugge da un’anima che va
verso altri cieli ad altri amori.
Che il tuo verso sia la buona avventura
Sparsa al vento increspato del mattino
Che porta odori di menta e di timo…
E tutto il resto è letteratura.
Spleen
Le rose erano tutte rosse
e l’edera tutta nera.
Cara, ti muovi appena
e rinascono le mie angosce.
Il cielo era troppo azzurro
troppo tenero, e il mare
troppo verde, e l’aria
troppo dolce. Io sempre temo
– e me lo debbo aspettare!
Qualche vostra fuga atroce.
Dell’agrifoglio sono stanco
dalle foglie laccate,
del lustro bosso e dei campi
sterminati, e poi
di ogni cosa, ahimé!
Fuorché di voi.
.
Viviamo in tempi infami
Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
.
Vola, canzone, rapida
Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce
un raggio, dissipando,
santo lume, le tenebre
dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida – la senti?
– l’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.
.
.
Il clown
Saltimbanco, addio! Buona sera, Pagliaccio! Indietro, Babbeo:
Fate posto, buffoni antiquati, dalla burla impeccabile,
Fate largo! Solenne, altero e discreto,
ecco venire il migliore di tutti, l’agile clown.
Più snello d’Arlecchino e più impavido di Achille
è lui di certo, nella sua bianca armatura di raso:
etereo e chiaro come uno specchio senza argento.
I suoi occhi non vivono nella sua maschera d’argilla.
Brillano azzurri fra il belletto e gli unguenti
mentre, eleganti il busto e il capo si bilanciano
sull’arco paradossale delle gambe.
Poi sorride. Intorno il volgo stupido e sporco
la canaglia puzzolente e santa dei Giambi
applaude al sinistro istrione che l’odia.
.
.
Noi saremo
Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?
.
..
Le conchiglie
Ogni incrostata conchiglia che sta
In quella grotta in cui ci siamo amati
Ha la sua propria particolarità.
Una dell’anima nostra ha la porpora
Che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
Quando io brucio e tu a quel fuoco ardi;
Un’altra imita te nei tuoi languori
E nei pallori tuoi di quando, stanca,
Ce l’hai con me perché ho gli occhi beffardi.
Questa fa specchio a come in te s’avvolge
La grazia del tuo orecchio, un’altra invece
Alla tenera e corta nuca rosa;
Ma una sola, fra tutte, mi sconvolge.
.
.
Poiché l’alba si accende
Poiché l’alba si accende, ed ecco l’aurora,
poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l’imploro,
poiché questa felicità consente ad esser mia,
facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! Soprattutto
basta con l’ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz’anima trionfava.
E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s’incontrano;
basta con l’abominevole rancore! Basta
con l’oblìo ricercato in esecrate bevande!
Perché io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che è anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bontà,
io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;
sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spingerà il destino,
senza violenza, né rimorsi, né invidia:
sarà questo il felice dovere in gaie lotte.
E poiché, per cullare le lentezze della via,
canterò arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolterà senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.
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apatiap0rtamivia · 4 years
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La verità è che nessuno si è mai innamorato del mio modo di essere, del mio modo di esasperare qualsiasi emozione e come biasimarli?
io devo vivere qualsiasi cosa fino a portarla all'eccesso, eccessi di felicità, eccessi di tristezza, ci sono giorni in cui non smetterei di ballare e cantare da quanto sono felice e non riesco proprio a trattenermi, non ci riesco.
Ci sono però, anche giorni, in cui la tristezza prende il sopravvento, è proprio in quei giorni in cui sento di svuotarmi un po'.
Tutti mi fanno i complimenti per i miei occhi o per i miei sorrisi, ma questi occhi, questi sorrisi non bastano mai, saranno sempre messi da parte per gli occhi, per i dolci sorrisi di un'altra.
Io non piaccio mai abbastanza.
Questa è la verità.
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m-ice-03 · 4 years
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avrei voluto parlarti di me ma non ne avevo la benché minima voglia,
perché è di granlunga più interessante la tua storia;
non desidero la gloria
ma vorrei ascoltare tutti i tuoi discorsi,
tutte le tue paure,
i tuoi sogni più grandi mentre mi guardi con i tuoi occhi lucidi che mi riempiono il cuore di emozioni mai provate prima.
il tuo respiro che si differenza tra gli altri come se il tempo si fermasse intorno a te, il tuo profumo unico e inebriante che per le strade è uno shapò che nessuno può indossare.
immaginarti tra la folla e sapere che non sei realmente lì è struggente.
e chiedendomi sempre:"mi penserà come la penso io?"
"gli mancherò come lei manca a me?"
"mi amerà come la amo io?"
la risposta è SI ma è anche NO.
^Coscienza^
non c'è mai un solo modo di vedere le cose nè un solo modo per farle, sopratutto se dentro di te ti senti come se avessi due entità, due anime che si scontrano in costanza tra di loro su qualsiasi cosa come acqua e fuoco, come l'angelo e il demone che risiedono nel proprio corpo, il bene e il male in sostanza e certe volte il conflitto dentro sé stessi è talmente forte che rinchiudersi in un silenzio assordante sembra essere la scelta "migliore" anche quando vorresti solamente gridare, sbraitare e dimenarti contro qualcuno o qualcosa.
non fa bene tenersi tutto dentro, perché poi rischi di esplodere e così facendo pensi di rovinare tutto, di sbagliare di non essere abbastanza e così finisci con il perdere te stesso/a
^Reagire^
e poi ti viene da pensare:"ma chi me lo ha fatto e me lo sta facendo fare!
perché succede quello, perché succede questo è quest'altro?"
e vorresti fare qualcosa per non restare lì con:<le mani in mano> inizi a viaggiare con la mente per trovare una soluzione, un'opportunità, l'essere accettato come per chi come me e come te non si sente a suo agio
con le persone.
I familiari.
gli amici.
ma poi
arrivi tu.
e tutto cambia.
perché ogni scelta ha una conseguenza se nel bene o nel male sarà il tempo a deciderlo.
c'è sempre qualcosa per cui valga la pena lottare, c'è sempre qualcosa.
e tu per me sei quel qualcosa.
sei il motivo per cui ancora ho voglia di svegliarmi il motivo per cui farei imprese folli e straordinarie
un motivo per andare avanti e se non c'è sarà la forza stessa a rappresentarlo.
e ora mi chiedo ogni passo che ho fatto dove mi ha portato? ogni scelta giusta, ogni scelta sbagliata le scelte non prese e quelle prese alla leggera, quelle su cui ti fai mille paranoie ancora prima che possano accadere ma che non puoi farci niente una volta successe. *qualcosa*
perché se ti lasci trascinare dalla paura a volte è più forte dei sentimenti devi scegliere se evitarne o accettarne le conseguenze, ma la verità è che molto spesso non si può scegliere a volte le cose fanno solamente parte della vita e devi mandarle giù o sputare quel veleno come meglio puoi..
senza ferire nessuno.
la causa del mio dolore l'ho lasciata alle spalle.
la causa della mia felicità la tengo stretta a me.
che mi guarda con quegli occhioni dolci ma freddi che trasmettono sicurezza e desiderio, passione e follia, con un pizzico di instabilità mentale che in ambe le parti confluiscono
sembra quasi di poter leggere il pensiero delle altre persone a volte perché sembrano scene già viste, già vissute a ripetizione, come un film ché uscì il secolo scorso ma è da che è uscito che non puoi fare a meno di guardarlo.
ascoltarlo.
entrare nella sua ottica riguardandolo giorno dopo giorno all'infinito per una vita intera senza mai stancarti.
questo è ciò che vorrei per noi.
fai parte di me come io faccio parte di te.
e la conseguenza del nostro dolore, la causa dello stare male è dovuta molte volte allincapacita di essere.
semplicemente essere.
l'amore.
l'emotività.
I sentimenti.
il sangue.
le lacrime.
la pace.
la serenità.
la perdita.
lo sconforto.
il bene e il male.
io.
tu.
noi.
ieri.
oggi.
domani.
per sempre.
ti amo.🖤🖇️
~M.ice
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rubrumosculum · 4 years
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一百天𝟷𝙾𝙾𝚁𝙴𝙰𝚂𝙾𝙽𝚂𝚆𝙷𝚈𝙸𝙲𝙷𝙾𝙾𝚂𝙴𝚈𝙾𝚄。
𝒔𝒄𝒆𝒍𝒈𝒐 𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́…
1. il tuo animo buono mi fa sentire una persona migliore.
2. il tepore che trapela dai tuoi confini aurei mi fa sentire giusta per la prima volta.
3. il tuo sorriso è l'arma più potente al mondo contro ogni traccia di negatività.
4. il suono della tua risata è il battito d'ali di un lepidottero: laddove sopraggiunge, dall'altra parte del mondo cessano le catastrofi naturali.
5. i solchi che si riuniscono per amare la cima del tuo naso e si stringono attorno ai tuoi dolci occhietti per scaldare i loro astri sono uno spettacolo perpetuo e senza precedenti.
6. la forma perfetta dei tuoi denti potrebbe rammentare due file di perle vere e proprie; pregiate e da baciare.
7. il cuore che si cela sulla superficie della bocca tua dichiara l'esistenza degli angeli. amanti e totalmente gentili da intimarmi di baciarti un'infinità di volte.
8. l'arco di cupido, invece, conferma quel lato tuo apollineo, onirico, d'incredibili e dolci perimetri divini che tanto mi ricordano eros e le conseguenze del suo amore.
9. l'avvallamento che prende il nome di prolabio: casa affidabile per i miei polpastrelli, fedeli abitanti della conca d'amore.
10. i tuoi magnifici baci… vertiginosi sino a farmi mancare l'aria ed incrementare lo spirito di dipendenza nei tuoi confronti. più ne ho, più ne desidero.
11. il modo in cui quello sprazzo di cicatrice, parvenza di ricordi passati, si ristringe e si distende uniformandosi alla perfetta forma dei tuoi sorrisi; delle parole che intraprendono le tue splendide labbra.
12. i tuoi zigomi, giacigli prediletti dei miei piccoli palmi, totalmente bisognosi di porgervi la solidità che necessitano.
13. quelle piccole e fresche orecchie su cui le mie falangi planano per esser rinfrescate in estate e per scaldarne le increspature in inverno.
14. le stesse orecchie che continuano ad ascoltare le mie perpetue ripetizioni, le mie lamentele, i miei problemi; coloro che mai smetterò di ringraziare abbastanza.
15. il neo che mi solletica le labbra tra quelle magiche increspature rosee: talmente piccolo, eppure infinitamente pregno d'amore e di significato per me.
16. l'ennesimo pigmento castano che saluta chiunque dalla sua posizione privilegiata, baciando di tanto in tanto il delicato naso che tanto amo.
17. il morbido promontorio che divide perfettamente in due il tuo viso divino, quello che tanto discrimini ma che io non posso far a meno di contemplare.
18. le melliflue scintille che scaturisce quando si bacia col mio ed i nostri respiri s'infrangono.
19. i docili battiti che vivono nelle tue narici a forma di cuore ogni volta che espiri ed inspiri.
20. i delicati lineamenti del tuo nasino, calda dimora dei miei respiri.
21. la maniera in cui i pensieri tuoi sì raggrumano sulla fronte e tra le sopracciglia dalla perfetta forma, esprimendo silenziosamente ciò che non vuoi dire o non riesci ad esprimere.
22. sul tuo collo potrei scrivere interi poemi: le mani giacciono su quelle delicate sfumature cerulee e il pulsar del cuore si propaga tra le mie venature. ne bacerei le pulsazioni e seminerei infiniti papaveri.
23. l'avvallamento che connette le tue clavicole ㅡ è perfetto per posarvi le mie labbra.
24. gl'intervalli tra le tue costole, laddove scorgo lo sfarfallare dei nostri lepidotteri d'amore ed amo riporre i miei scarlatti papaveri.
25. il piccolo neo che si staglia a lato del tuo cuore.
26. … ed anche quello appena sotto il tuo ombelico.
27. amo sapere di esser l'unica a conoscere questi e molti altri.
28. i fluidi movimenti della tua gabbia toracica. al suo svuotarsi, io mi nutro. al suo riempirsi, io ti amo.
29. accostare le orecchie al tuo petto mi fa sentire la protagonista del capolavoro meglio riuscito di tutti i tempi: gli scalpitii del cuore, il suono del respiro. li amo immensamente.
30. l'ombelico stesso, centro del mio mondo. berrei da lì: renderebbe pregiato lo champagne più economico, sebbene a te verran dedicati quelli più costosi. perché la tua perfezione è l'amore che mi lega a te non ha prezzo.
31. le pernacchie che ti farei, proprio su quell'addome birichino! mi farei perdonare coi baci, però, non temere.
32. dovrei farci quattro chiacchiere, col signor pancino: spesso è impulsivo e ti riempie di pizzicotti fino a farti del male! però… però amo anche lui, da impazzire.
33. i tuoi abbracci, yoon jeonghan, sanno di vita.
34. le tue braccia sono il sentiero preferito delle mie, di braccia… della bocca mia, delle unghiette, dei dentini.
35. le tue braccia sono il mio porto sicuro.
36. le tue mani. quelle mani che terrei tra le mie perpetuamente, senza mai cederle per nemmeno un istante.
37. creano talmente tanti capolavori da farmi innamorare continuamente del loro e del tuo talento, sempre di più.
38. le tue falangi che si frappongono alle mie sin dal ventidue aprile.
39. le tue belle dita tra i miei capelli, sul mio nasino, sul sottile collo mio, sui polsi, sul mio grembo.
40. ti ho già detto che mi emozionano i tuoi palmi sui miei? sul mio ombelico? la differenza delle nostre sagome è l'ennesimo motivo per cui ti amo.
41. doni le più calorose e belle carezze del mondo.
42. oh, e sai bene come usarle… non potevo non accennarlo, mio dolce principe. sei sempre impeccabile ed io altrettanto alla tua completa mercé.
43. amo quando le vedo incastrate tra le mie ginocchia; in macchina, a letto, sul divano… in pubblico.
44. amo stare sul palmo della tua mano, perché è così che mi tratti! ed io non mi sdebiterò mai abbastanza, amore mio…
45. amo, amo baciarti i polpastrelli, le unghie, le nocche, i loro avvallamenti; i solchi della vita, i nei microscopici che questi celano; il dorso, il polso, il gomito ed il suo interno.
46. amo carezzare le pellicine, per non fartele mordicchiare via.
47. amo quando, la notte, cercano la mia esile figura per attirarmi a te e mi stringono con quella forza di chi teme di perdere le speranze.
48. interruzione pubblicitaria per rammentarti che sei tu, solo tu, la mia unica speranza.
49. amo il modo in cui reggono la mia nuca quando ci baciamo, quando ci amiamo, spiritualmente e carnalmente.
50. le amo sui miei fianchi, sulle mie anche, sulla mia schiena, sulle mie… zampette!
51. amo la nostra intimità… è così poetica e unica da essere fuori dal comune.
52. e le attenzioni che riservi alla mia intera anima e alla mia persona ne sono la prova, assieme al modo in cui ami i miei piccoli piedini.
53. chissà se riesco a restituire la tua stessa tenerezza baciando quei piedi che sorreggono la miglior creature del cosmo.
54. amo prendermene cura in ogni modo, lo sai?
55. hai il neo più carino e piccolo della storia, proprio all'interno del mignolino destro. come si può non amarlo?
56. la forma delle tue gambe è mozzafiato.
57. le tue ginocchia sono il miglior trono che io potessi desiderare, jagiya.
58. giacere tra le tue gambe, con la nuca sulla fedelissima anca, è una delle posizioni che più mi fanno sentire al sicuro.
59. quant'è splendido aggrapparmi alle tue gambe?
60. … e mordicchiartele, sbaciucchiarle, riempirle di nontiscordardimé e spennellate varie di sfumature tiziane.
61. amo ritrovarle tra le mie, di gambe. magari nel bel mezzo della notte, per scaldarci durante le ore più fresche… o semplicemente per star più vicini.
62. amo perfino quando m'immobilizzano nei momenti d'intenso solletico!
63. amo il tuo esser agguerrito e determinato, indipendentemente dal contesto e dagli avversari.
64. amo come le caviglie precipitano a strapiombo nelle tue scarpe come le più curate delle opere marmoree di antonio canova.
65. amo le fossette dietro le ginocchia che mi salutano quando le lasci respirare. bacerei anche quelle, costantemente.
66. amo i tenui lineamenti delle tue anche e di quell'opera statuaria che spesso tendi a sottovalutare. se non l'amassi, non tenterei costantemente di addentarla, frr…
67. amo quando per scherzo ti siedi addosso a me ed io ti pizzico ovunque, piccolo furfante!
68. incastrare i polpastrelli sulle tue fossette di venere è pura poesia.
69. in realtà, credo che la tua spina dorsale sia un pentagramma colmo di note da suonare coi più delicati dei baci e le più aggraziate delle falangi. ed io spero di essere adatta a tale mansione, perché vorrei essere l'unica ㅡ eternamente.
70. le insenature che gli dei dell'olimpo hanno scolpito su tutta la tua schiena: hai mai visto quanti capolavori crei solamente flettendola? cammina più spesso senza maglietta, jagi. non mi dispiacerebbe, sebbene potesse essere logorante per il mio povero, buon senso!
71. al suo inarcarsi, io ti desidero ancora di più. desidero solleticarti, compiacerti e soddisfare i tuoi desideri. dai più superficiali, ai più reconditi.
72. le tue folte ali: mi fai toccare l'iperuranio con ambi i palmi. mi fai raggiungere lande inesplorate di felicità, sensazioni e amore. mi fai vivere. mi rendi tanto felice da farmi sentire volare, mio angelo.
73. la perseveranza con cui continui a scegliermi giorni dopo giorno, la perseveranza con cui continui ad amarmi, nonostante tutto.
74. i tuoi timori, anch'essi specchi dei miei. non annichilirò mai la loro comparsa né li scaccerò mai via. piuttosto, m'impegnerò ad amarli allo stesso modo in cui amo te. proverò a spegnerli ogni volta che si presenteranno e da lì ci daremo un bacio.
75. i tuoi messaggi del buongiorno poetici. colmi di sentimento e commoventi sin dalle prime luci del mattino. non fai altro che sbalordirmi, mattina dopo mattina. mai avrei creduto di poter meritare tanto affetto, tanta dedizione da parte di qualcuno.
76. amo le tue vulnerabilità. amo da impazzire anche la tua tendenza all'addormentarti quando capita. mi fa battere il cuoricino, vederti così vulnerabile, lo sai? mostrati vulnerabile a me, ogni volta che ne senti il bisogno.
77. i nostri baci assonnati.
78. i nostri “ti amo” assonnati.
79. la costanza con cui continuiamo a dedicarci le 00:03 e le 00:52 come se fossero ancora i primi giorni di relazione.
80. la tua costanza, niente di più, niente di meno.
81. la tua pazienza. non fai altro che rassicurarmi, star dietro al mio perpetuo farneticare… amarmi. ci vuole davvero tanta pazienza, con me.
82. la tua forza è sconfinata. sei talmente forte da riuscire a sollevare tutte le negatività dalle mie spalle. sei addirittura in grado di farmi pensare al futuro, senza mai guardarmi alle spalle.
83. sei sempre così deciso nelle tue scelte, quando si tratta di noi, di me. mi ami con decisione ed io ti amo altrettanto con decisione.
84. la nostra infinita complicità.
85. la devozione reciproca che ci connette.
86. la costanza con cui ci amiamo.
87. giorno dopo giorno mi fai realizzare che ormai, amore mio, so amare. ho ancora tanto da amare, ma la certezza d'esserne consapevole mi fa venir voglia di urlarti che ti amo consapevolmente.
88. la tua infinita attenzione ai dettagli. è sempre stata una qualità che apprezzavo, ma… tu me la fai amare ancor di più. quando credevo non esistesse nessuno con tanta sensibilità nell'indole, sei arrivato tu e m'hai fatta ricredere. ho ripreso le speranze nel genere umano e sono certa di aver trovato la mia anima gemella.
89. amo guardare film, cartoni, serie e programmi stupidi insieme a te.
90. e perché no, amo anche spettegolare! non lo faccio mai, perché non mi piace immischiarmi o parlare a sproposito. ma con te sorge naturale commentare qualsiasi cosa. questo… fa di noi due partners in crime?
91. il precedente motivo si lega strettamente al mio perpetuo bisogno di confidarmi con te, volente o nolente. spero accada la stessa cosa anche a te.
92. so di potermi fidare di te. ti fidi di me?
93. sentire il tuo profumo sui miei vestiti.
94. avere i vestiti che sanno dello stesso ammorbidente m'inebria a tal punto da trasferirmi in una delle nostre future case, quando saremo marito e moglie accerchiati da un numero spropositato di bagigini.
95. il nostro regno! credevo nessuno avrebbe mai condiviso questa mia piccola pazzia del mondo immaginario. però tu… tu lo rendi concreto, vita mia. con la tua dedizione, la tua voglia di rendermi partecipe delle tue giornate.
96. vogliamo parlare della nostra affinità? della similarità tra i nostri gusti? sono stata graziata da qualche incantesimo divino, perché sennò non riesco proprio a trovare una spiegazione a tanta fortuna.
97. amo persino il nostro essere indecisi sulle cose da fare insieme. non fa altro che denotare il nostro reciproco senso d'amore, il nostro continuo bisogno di far una miriade di cose insieme.
98. il coraggio con cui affronti la vita. quello con cui hai affrontato la mia famiglia, mettendo alle spalle le tue insicurezze, riuscendo sin da subito a farti accettare e adorare da ogni suo componente. il coraggio con cui mi hai donato questo splendido e prezioso anello d'ametista.
99. la tua infinita fantasia, il tuo talento nella scrittura, nella danza e nel canto. ammiro ognuna delle tue sfaccettature e ciò è addirittura riduttivo. vorrei essere come te, vorrei sapermi esprimere come fai tu. desidero scrivere con te, leggere con te, cantare con te, ballare con te. fare ognuna di queste cose per te. migliorare insieme a te. migliorare per te.
100. ti amo perché sei tu. ed è assurdo vedere che cento ragioni annichiliscono il mio amore sconfinato per te. continuerei all'infinito e non scherzo. avrei potuto togliere qualche motivo più piccolo per far rientrare tutti i miei pensieri in questa lista, ma ho deciso di lasciarli lì e dimostrarti quotidianamente gli altri. e comincio dal prossimo motivo…
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•quante cose dici rispetto a quelle che pensi ?
-Solo quelle necessarie
•Dovrei fare anche io così
se non avessi creato un paradosso mi sarebbe piaciuto dire a sofia che io sono una persona che ama il silenzio e che non sente la smania di riempirlo con chiacchiere inutili. so godermi il silenzio e non mi imbarazza, mai
quella stessa sera quando sofia mi ha confessato di avere un animo tormentato e con gli occhi spenti e il cuore turbato mi ha chiesto un opinione io non l'ho rassicurata e nemmeno buttata giù. la cosa giusta da fare in questa situazione non mi era chiara e non è chiara tutt'ora. chiunque le avrebbe detto che tutto passa ma io da persona addolorata so che non è esattamente così, io so che a distanza di anni sento ancora le stesse voci di cui lei si lamenta che risuonano in testa. certo dopo un po' di tempo il dolore passa in sottofondo ma non scompare mai del tutto e se sofia è fatta come me l'oscurità è sempre dietro l'angolo. avrei voluto dirle che non andrà meglio.
non ti puoi offendere perché io mi sono arrabbiata con te, la stronzata qui l'hai fatta tu ed io ho bisogno di tempo per processare la cosa.
il perdono non è semplice da elaborare e tu facendo il bambino allunghi solo il tempo necessario. hai diritto di arrabbiarti solo se la mia reazione è sproporzionata o se rimango arrabbiata troppo a lungo e dato che sono passati solo sei minuti da quando hai fatto la stronzata non credo sia il caso dell'uno o dell'altro. mi dovresti chiedere scusa invece di fare l'offeso
•scusa
è ok io ti ho perdonato ma non mi piace quando litighiamo. so che è difficile perché è la nostra natura ma dovremo cercare di migliorarci e trovare compromessi, io proverò a contenere la mia rabbia ingiustifiacata e tu le tue reazioni drammatiche, ti va bene ?
•si
ok
è inutile che mi dici che ti manco solo quando sei ubriaco se poi da sobrio mi dici a malapena ciao
su che base dovrei costruire questa amicizia che vuoi tanto avere eh?
sulle sue parole che ci scambiamo in macchina ?
io voglio quest’amicizia moltissimo ma non investirò le mie energie in un rapporto a senso unico, io non ho più energie, non ho forze, non ho amore. se io investo in questo rapporto tu mi distruggi e io lo so. perché tu non sei pronto a crescere e io non ho tempo di aspettarti
non sono arrabbiata con te è solo che mi fai male. mi fai malissimo. il peggio è che non te ne accorgi. il peggio è che io non faccio niente a riguardo perché si tu mi fai male da morire ma io ricordo che mi hai fatto stare bene una volta e ora non riesco più a distinguere bene e male. mi hai creato una dipendenza e lascerò che tu mi provochi un dolore enorme purché tu mi dia un secondo di felicità ma un giorno tu mi farai così tanto male da uccidermi e io sarò così distratta da non rendermi conto di essere morta
è calmo, nei suoi occhi vedo la follia da mare. ha venticinque anni e da quello che ho visto nella vita ha superato il tempo di stallo e temo che rimarrà nel mare a vita. dopo la maturità ci sono sette anni nei quali puoi lavorare, divertirti o studiare e dopo i quali se non ti sei sitemato o se non inizi a sistemarti puoi dichiararti fallito. puoi avere un figlio o essere felice sul piano emotivo e quello che ti pare ma per me rimani un fallito. lui sa che il suo tempo è finito e spera che tutto si sistemi senza che lui agisca ma io so che lui rimarrà in mare. è calmo, mi trasmette serenità è una di quelle persone che fanno vivere meglio i soggetti complessati come me . ma è una relazione che potrebbe sopravvivere solo nella quiete della notte o nel mare, la frenesia del giorno ci farebbe troppo male, figuriamoci quella della città . io non voglio che lui sia il mio stallo, so che se mi legassi a lui rimarrei intrappolata nella sua rete e che non riuscirei più a liberarmene. so anche che lui ha il potere di farmi stare malissimo, so che quando i suoi occhi così dolci assumeranno il barlume della follia mi distruggerà poiché io rimarrò intrappolata in quella parvenza di calma. non voglio rimanere bloccata in mare ma infondo è solo una scopata no?
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thepictureofdeath · 4 years
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Il luogo
Ho trovato il mio posto, quello a cui appartengo, quello in cui la mia anima risiederà per sempre.
È un luogo magico, almeno per me. È l’unico in cui riesco a sentirmi veramente me stessa, in cui sono in pace, dove non devo mettere nessuna maschera, dove tristezza e felicità non fanno alcuna differenza. Mi fa stare bene, mi culla e mi sussurra all’orecchio parole dolci come il miele o affilate come lame.
È un luogo vero. Così vero da sembrare finto.
È puro. Così puro da spaventare. Avevo paura di sporcarlo portandoci i miei demoni, ma loro non sono riusciti a entrare.
Lì ogni cosa è eterna. Il giorno e la notte sono solo periodi che non cambiano la sua essenza. Nemmeno l’oscurità riesce a macchiarlo.
Si, l’ho trovato da tempo e me ne rendo conto solo adesso. È l’unico posto in cui riesco davvero a respirare.
Me.
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