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#il giovane favoloso
valentina-lauricella · 9 months
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Origine del titolo "Il giovane favoloso"
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(Anna Maria Ortese)
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girlboccaccio · 1 year
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Last evening I rewatched Il giovane favoloso and decided to try a programme screen-to-gif to capture some scenes, I wanted to collect the most large number of parts with the Leopardi siblings and I managed to create almost 22 gifs, until at some point Raiplay went coocoo bananas and happened this:
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This is, most likely, the scene when Paolina Leopardi understand that she will have a shitty lowqual life due to her pressing parents and social conditions of the time, and her great, beautiful brain just end processing it.
Good job Martone to having use this direct way of storytelling to explain this to us.
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segretecose · 10 months
Note
i'm trying to pick up italian (mostly for work), do you have any podcast/tv/movie recommendations? i need to immerse myself in the language a bit more :)
i always recommend older italian movies for beginners because actors still had a modicum of good diction back then but if you're more interested in more modern stuff off the top of my head i'd say
il giovane favoloso (2014)
antonia (2015)
il padre d'italia (2017)
capri revolution (2018)
martin eden (2019)
il traditore (2020)
il signore delle formiche (2022)
le otto montagne (2022)
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aitan · 2 months
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CHARLES MINGUS E ORSON WELLES
CAPODANNO AL FIVE SPOT
Capodanno 1959, seduto in prima fila, proprio sotto il contrabbasso di Mingus c’era Orson Welles, quasi un alter ego del jazzista, per genialità, esuberanza, fierezza, complessità. E anche per le tante disavventure artistiche. Per Mingus era un idolo, lo seguiva dai tempi radiofonici di The war of worlds, adorava Quarto potere (dove in una scena c'era il suo amico d'infanzia Buddy Collette che suonava il sax in una festa sulla spiaggia), ammirava il suo modo di vestire, il suo impegno politico (sempre in prima linea per la difesa dei diritti civili, il suo Macbeth tutto nero è del 1936), la sua voce (“mi ricorda Coleman Hawkins. Potevi sentirla a un miglio di distanza”). E non era il solo jazzista a essere stato sedotto dalla voce radiofonica di Orson Welles, anche Miles Davis lo citava come un’influenza sul suo modo di suonare: “Fraseggio, tono, intonazione: tutte queste cose possono avere come modello un maestro della parola”.
Il 1959 sarà un anno d’oro del jazz per quantità, qualità, creatività. Al Five spot, piccolo, fumoso, maleodorante locale di Bowery, scelto come luogo di riferimento da artisti e intellettuali, l'anno comincia con un formidabile double bill: sono di scena, uno dopo l’altro, Sonny Rollins, alla testa di un trio con il bassista Henry Grimes e con il batterista Pete La Rocca, e Charles Mingus con il pianista Horace Parlan, il batterista Roy Haynes (che sostituisce il fedelissimo Dannie Richmond arrestato) e i sassofonisti Booker Ervin e John Handy. È la prima sera dell’anno, ma nel club di Bowery dei fratelli Joe e Iggy Termini è anche l’ultimo impegno di quel prestigioso, favoloso cartellone con Mingus molto irrequieto per tutta la scrittura. Aveva appena registrato la musica per il film di John Cassavetes Shadows, una colonna sonora bocciata nel rimontaggio finale (la stessa cosa sarebbe successa anni dopo con Todo modo di Petri), aveva ripreso i suoi musicisti brutalmente e una volta aveva minacciato violentemente i clienti di un tavolo che, durante il suo set, non smettevano di parlare. Oltretutto ogni sera tendeva ad allargare il suo set e Sonny si inferociva, talvolta rifiutandosi di suonare. Ma era un gran clima, entusiasmante e effervescente. Rollins era in un momento di transizione, alla vigilia di un ritiro clamoroso per rinnovare il linguaggio del suo sax tenore con il leggendario e solitario corso di aggiornamento stilistico sul ponte di Williamsburg: «In un posto tranquillissimo, un angolo morto che oggi sarebbe impossibile ritrovare con il traffico che c’è» il suo racconto, dove poteva esercitarsi liberamente.
Anche Welles, come Mingus, era reduce da una delusione cinematografica: la Universal gli aveva tolto di mano la post-produzione del nuovo film, L’infernale Quinlan, ne aveva tagliato una ventina di minuti e aveva fatto girare nuove scene, modificando il primo montaggio. Più o meno nello stesso periodo era finito in soffitta un documentario intitolato Viva Italia (Portrait of Gina) perché Gina Lollobrigida aveva messo un veto, non gradendo il suo ritratto di giovane attrice ambiziosa e la Abc tv lo aveva bocciato ritenendolo cosi poco ortodosso da non poter essere trasmesso. Era un film di mezz’ora scarsa sull’Italia, paese che Orson ha frequentato per 20 anni (la terza moglie è stata l’attrice italiana, Paola Mori). Dopo un lungo oblio (Orson aveva perduto l'unica copia esistente all'Hotel Ritz di Parigi) è stato riscoperto nel 1986, proiettato al festival di Venezia ma poi di nuovo bandito su intervento della Lollobrigida.
La presenza del regista di Quarto potere al Five spot non era casuale
Nel club di Bowery si poteva incontrare chiunque, da Jack Kerouac che leggeva le sue poesie, alla mitica baronessa Pannonica de Koenigswater scesa dalla sua Rolls Royce, a William de Kooning che voleva respirare la libertà del jazz, a Leonard Bernstein che si divertiva a curiosare nella notte, allo scrittore Norman Mailer con la sua passione per quella musica. Ma la musica da sempre è stata una grande passione di Welles. La mamma pianista gli aveva fatto prendere lezioni di piano e violino e Orson aveva anche mostrato un certo talento, tanto da essere considerato un ragazzo prodigio. In gioventù era stato un grande sostenitore del jazz di New Orleans, ma sicuramente ammirava Charles Mingus per la sua musica e la sua personalità, il suo impegno, il suo agire tellurico.
(Marco Molendini)
Non potevo non condividerlo.
Due miei ingombranti miti nella stessa foto, nello stesso locale, nello stesso articolo.
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stellastjamessongs · 2 years
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Los Angeles Calling
Quella mattinata era trascorsa in una marea di emozioni contrastanti in cui erano predominanti il nervosismo, l'ansia di superare tutti gli step necessari all'imbarco e la trepidazione per l'idea stessa di lasciare la propria città seppur per pochi giorni. Sentiva quell'atavico tremore alle gambe che sembrava quasi suggerirle di scappare, ma era stato indubbiamente utile poter avere già quasi tutto il bagaglio pronto, con la dovuta eccezione delle cose da inserire all'ultimo secondo (aveva preso il caricabatterie e la base di ricarica dello spazzolino elettrico, vero?) e sapere che non sarebbe stata lei a mettersi al volante e affrontare il traffico dell'inizio settimana. Superfluo dire che la madre, appena giunta, l'avesse stritolata in un abbraccio persino più lungo e serrato del solito e aveva insistito, durante il tragitto in auto, di poter tenere Pooka con sé, per compensare la mancanza di coccole dei giorni successivi. Era stato piuttosto divertente quando gli aveva persino intimato di “non osare crescere troppo!” come se stessero per allontanarsi per mesi interi. Era giunta in aeroporto a orario più che opportuno per i vari controlli e aveva letto più volte il tabellone ma no, non erano previsti ritardi alla partenza. Neppure perturbazioni che potessero ritardare il volo o costringerli a uno scalo temporaneo. Tutto sembrava perfetto, compreso il controllo sulle vaccinazioni di Pooka che era più che autorizzato a compiere il viaggio ed, essendo ancora cucciolo, non era necessario separarlo da sé o costringerlo a restare in una gabbietta.
Il congedo dai genitori, doveva ammetterlo, era stato piuttosto commovente,  ma anche fonte di ulteriore incoraggiamento. Come si era ripetuta più volte, quella “pausa” dalla vita di tutti i giorni non avrebbe potuto che giovarle: era quasi sicura che sua madre, seppur in modo tacito, l'avesse “scansionata” quasi ad assicurarsi che lo stress dell'ultimo periodo non le avesse causato un dimagrimento. Curioso, considerando che lei per prima si assicurava che avesse scorte di cibi ipercalorici  e nutrienti. Si era anche detta, memore degli scambi con le amiche del giorno precedente, che l'eventuale insuccesso del colloquio non significava certamente la fine di tutto. E avrebbe comunque potuto godere di una breve e salutare vacanza. Senza contare l'idea non solo di rivedere il giovane ma persino di trascorrervi del tempo insieme. Era stata infinitamente grata a Lizzie perché non aveva lasciato trapelare nulla delle confidenze al riguardo, ma non aveva mancato (nel tragitto in auto mentre la riportava a casa) di esortarla di qualsivoglia possibile aspetto “favoloso” delle loro conversazioni, seppur dubitasse che fossero possibili. E non avrebbero dovuto esserlo, si era ripetuta, pensando alla sua ragazza. Anzi, avrebbe dovuto, tra le altre cose, prepararsi all'eventualità di incontrarla e di rassicurarla sulle proprie innocue intenzioni.
Si era accomodata al proprio posto e sembrava che anche la scelta del volo fosse più che fortunata: non vi erano persone eccessivamente rumorose o bambini viziati e difficili da gestire. Pooka, come sempre, era apparso emozionato di fronte a qualcosa di così diverso da quello che aveva vissuto fino a quel momento. Come sempre, aveva accettato più che felice le attenzioni degli estranei e non erano stati in pochi (compreso il copilota e una delle hostess) ad avvicinarsi per una carezza, tanto da farlo diventare una sorta di mascotte generale. Si era persino rilassato al punto da essersi appisolato nel sellino accanto al proprio su cui aveva disteso la sua coperta preferita. Da parte propria, dopo aver contemplato per breve tempo il paesaggio fuori dal finestrino, aveva deciso di approfittare di quel tempo per iniziare Wives and Daughters di Elizabeth Gaskell, sospirando di quando in quando per qualche descrizione tipica dei romanzi di quell'epoca storica. Non aveva dubbi che, se mai avesse coronato il proprio sogno, si sarebbe tolta lo sfizio di ambientare in quello scenario un suo videoclip musicale.
Contro ogni propria aspettativa, si era persino assopita e si era risvegliata quando mancava poco più di mezzora all'atterraggio. Aveva sorriso al cucciolo che, nel frattempo, aveva stretto amicizia con una ragazza dall'altra parte della fila che le aveva rivolto diverse domande sulla cura di quella razza, lodandone il pelo morbido e profumato e l'indole dolce e giocosa. Si sorprese quando la hostess annunciò che mancava poco più di una quindicina di minuti e sentì il proprio cuore tambureggiare più nervosamente, ma si affrettò a riporre il libro nella borsa a mano. Prese persino la propria agenda e scelse una pagina in cui aveva trascritto qualche luogo di interesse che aveva spulciato su internet e, naturalmente, l'indirizzo dell'ufficio a cui avrebbe dovuto recarsi. Avrebbe dovuto premunirsi anche di comprare una piantina della città, annotò con la penna.
Prese Pooka tra le braccia durante la fase di atterraggio, un po' per rincuorarsi personalmente e un po' per rassicurarsi che non si spaventasse, per poi emettere un sospiro quando si fermarono. “Siamo arrivati,” lo informò con un sorriso. Attese per essere certa che l'aereo fosse del tutto stabile e si rimise in piedi, trattenendo il cucciolo in braccio, dopo aver controllato di aver riposto tutti i loro effetti personali nella borsa. Seguì la fiumana di persone verso il nastro trasportatore per il recupero dei bagagli e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che era tutto giunto a destinazione, a dispetto delle fobie della madre al riguardo. Se non altro si era tranquillizzata all'idea che venisse ospitata da una persona di fiducia a cui appoggiarsi nella malaugurata ipotesi di uno smarrimento degli stessi. Recuperò con cautela anche la busta di cellofan che ripiegò sul trolley nella quale era racchiuso il completo selezionato con Quinn (ma principalmente da Quinn) per il colloquio e si assicurò che fosse integro, prima di allacciare il collare di Pooka perché potesse muoversi in autonomia. Ora non resta che trovarlo, pensò tra sé e sé, mordicchiandosi il labbro inferiore, trascinando il trolley con la mano libera e facendosi largo tra centinaia di persone, già sentendo la necessità di slacciare la giacca che indossava sopra il completo il viaggio. Stava per cercare il cellulare dalla borsa, rendendosi conto che non aveva ancora tolto la modalità aereo, quando sentì il latrato del cucciolo che aveva iniziato ad agitarsi al suo fianco, cercando di muoversi alla sua destra. “Che c'è, Pooka?” gli domandò interdetta mentre lui continuava ad abbaiare festosamente, la coda così energica nel suo moto da sbatterle contro il polpaccio. Ne seguì lo sguardo e fu allora che le parve di scorgere una sagoma familiare che si stava avvicinando e il suo cuore iniziò a tambureggiare nervosamente. Restò per qualche secondo immobile, le labbra schiuse e il cellulare in mano, dopo aver momentaneamente lasciato la maniglia del trolley. Oh, mamma.
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weirdesplinder · 8 months
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La mia top ten dei classici della letteratura mondiale
Era un po' che ci pensavo. In questa era di TIKTOK i nostri giovani leggono gli stessi classici della letteratura che abbiamo letto noi, oppure sono ormai finiti nel dimenticatoio? Mi sono posta questa domanda e molte altre simili e ho deciso che era il caso di rimboccarsi le maniche e mettersi a parlare anche dei classici di cui di solito non parlo perchè do' per scontato che tutti già li conoscano o li abbiano addirittura letti a scuola. Ma visto che temo non sia più così e credo sia meglio rinfrescare la memoria a qualcuno o farli proprio conoscere a chi magari non li ha mai neppure sentiti nominare attraverso un aserie di video e post.
Iniziamo a parlarne molto in generale con un classico del mio blog, la mia lista di preferiti, la mia top ten dei classici della letteraura mondiale. A cui seguiranno liste più specifiche divise geograficamente.
Naturalmente come al solito è una lista estremamente soggettiva che riguarda me, perciò siete liberissimi di aggiungere nei commenti i vostri preferiti in questa categoria:
Guerra e Pace, di Lev Tolstoj
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Trama: In questa celeberrima opera si fondono due narrazioni: da una parte, i grandi avvenimenti storici che travolsero la Russia all'inizio del XIX secolo; dall'altra, le vicende delle due famiglie dei Bolkonskij e dei Rostov, unite dalla figura del conte. In tutto il romanzo emerge chiaro il pensiero di Tolstoj, per il quale non sono gli eroi, i generali e i re a fare la storia, ma le grandi masse, con le loro paure, le loro sofferenze e le loro speranze. La storia è infatti una successione inarrestabile di eventi che il singolo non può modificare. L'autore è abilissimo nel descrivere l'identità psicologica dei personaggi: dal principe Andrej, altero e deluso dalla vita, alla bella Nataša, vivace e affascinante, al conte Pierre, fragile e tormentato, ma le loro vicende non avrebbero senso senza il racconto della storia del popolo russo, di cui essi divengono dei simboli. In "Guerra e pace" sembra che i veri protagonisti siano proprio lo scorrere del tempo e l'avvicendarsi ineluttabile degli eventi, che rendono questo capolavoro della letteratura quasi un poema epico.
La mia opinione: se stupisco qualcuno con questo primo posto mi dispiace perchè secondo me questo è un classico imprenscindibile, un romanzo storico che veramente contiene tutto e scavalca tutti i sottogeneri del romanzo storico perchè li comprende tutti. E' la storia di una guerra, di un'epoca, di due famiglie, di un popolo, di una nazione, dell'Europa, di personaggi indimenticabili. Ha tutto perciò come non mettterlo al primo posto?
2. Il Conte di Montecristo, di Alexandre Dumas
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Trama: Nel febbraio del 1815, a Marsiglia, il marinaio Edmond Dantès viene falsamente accusato di bonapartismo e arrestato nel giorno delle nozze, alle soglie di una brillante carriera navale. Durante la prigionia nel castello d'If, uno scoglio in mezzo al mare, affina un odio feroce per gli autori della sua rovina e, quando l'amicizia con un altro prigioniero gli procura l'evasione nonché un favoloso tesoro, ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata.
La mia opinione: come non amare Dumas? Io adoro tutti i suoi romanzi, come scrive, le sue trame, erano già dei film su carta prima delle loro trasposizioni cinematografiche. Avventura, intrigo, insomma il padre di D'Artagnan, La maschera di ferro e Robin Hood non ha bisogno di presentazioni.
3. Umiliati e offesi, di Fedor Dostoevskij
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Trama: Fra le strade di Pietroburgo, nelle fredde prospettive della capitale, si incrociano le vicende di esseri umani in lenta rovina. La famiglia Ichmenev, amministratrice dei terreni del principe Valkovskij, viene allontanata dalla casa familiare a causa dell'amore sorto fra la giovane Natasha e il figlio del principe, l'ingenuo Alesa, ed è costretta a trasferirsi nella capitale; qui si muove anche Nelly, orfana poco più che bambina, che ha assistito impotente alla malattia della madre e all'indifferenza del nonno. Ivan Petrovic, studente e scrittore, ritratto di un Dostoevskij ventenne, è testimone protagonista: innamorato di Natasha sin da bambino, la aiuta nella fuga d'amore con Alesa, e decide di adottare Nelly per sottrarla agli abusi e alla mendicità. In "Umiliati e offesi", uno dei primi romanzi di Dostoevskij, emergono da una nebulosità ancora diffusa i personaggi e le situazioni che saranno propri del grande scrittore: i tormenti e l'amore, i personaggi candidi, l'indagine e la comprensione dell'animo umano.
La mia opinione: non ricordo nemmeno più perchè comprai questo romanzo, forse perchè visto che non avevo amato Delitto e Castigo, mi rifiutavo di non riuscire ad apprezzare un opera di questo scrittore così osannato da tutti e infatti Umiliati e Offesi mi piacque molto di più. E' un opera ottimista? No. E' molto triste e malinconica? Sì. Ma al contempo il fatto che al centro del romazo ci siano i rapporti famigliari, in particolar modo padre/figlia la rende per me più capibile a molti livelli. Poi il quadro storico è stupendo, i personaggi ben delineati. E' un romanzo forse poco nominato di Dostoevskij, ma che per la mia formazione è stato importante.
4. Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen
Link: https://amzn.to/3qqD976
Trama: I Bennet sono una famiglia rispettabile, ma non agiata, che vive nell'Hertfordshire, composta dai genitori e da cinque sorelle: Jane, Elisabeth, Mary, Catherine e Lydia. La signora Bennet è una donna frivola e dal comportamento spesso imbarazzante, il cui unico scopo nella vita è quello di trovare un buon marito alle proprie figlie. Quando il ricco Charles Bingley si trasferisce vicino alla tenuta dei Bennet con le due sorelle e l'amico Darcy, si verificano cambiamenti importanti.
La mia opinione: vi ho già parlato di questo libro in quasi ogni mia lista, un romanzo che ha segnato la storia del romanzo e del romanzo femminile in particolare, una bella storia raccontata con garbo e arguzia e che per questo è rimasta nei nostri cuori senza tempo, sempre attuale. La si può traslare in qualsiasi epoca questa trama e funziona sempre
5. Il visconte dimezzato, di Italo Calvino
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Trama: La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio "buonista"). "Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti" disse Calvino in un'intervista "tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra.
La mia opinione: altro classico della mia infanzia e lettura scolastica, divetente, piacevole e molto più profondo diq uello che sembra se lo si analizza.
6. Il signore degli anelli, di Tolkien
Link: https://amzn.to/442zPNi
Trama: La Compagnia dell'Anello si apre nella Contea, un idilliaco paese agricolo dove vivono gli Hobbit, piccoli esseri lieti, saggi e longevi. La quiete è turbata dall'arrivo dello stregone Gandalf, che convince Frodo a partire per il paese delle tenebre, Mordor, dove dovrà gettare nelle fiamme del Monte Fato il terribile Anello del Potere, giunto nelle sue mani per una serie di incredibili circostanze. Un gruppo di hobbit lo accompagna e strada facendo si aggiungono alla banda l'elfo, il nano e alcuni uomini, tutti uniti nella lotta contro il Male. La Compagnia affronta un cammino lungo e pericoloso, finché i suoi membri si disperdono, minacciati da forze oscure, mentre la meta sembra allontanarsi sempre di più.
La mia opinione: nelle mie liste dedicati ai classici della lettteartura cercherò di non citare romanzi di generi specifici come il fantasy o la fantascienza, ma per lui faccio un'eccezione.
7. L'antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters
Link: https://amzn.to/3Yz6vwz
Trama: «Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, / il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, il beone, il rissoso? / Tutti, tutti dormono sulla collina». L'autore dei versi, un avvocato del Kansas, compose il documento forse più completo, realistico e lirico sulla vita nella provincia americana di fine Ottocento, testimoniata dagli abitanti defunti del paesino di Spoon River. Con distacco, con passione, con ironia, con rabbia, si presentano su un palcoscenico ideale e raccontano la propria storia. La poesia nuova di Masters, asciutta, limpida, forte, procede nel racconto come una lente d'ingrandimento che rivela anche gli inganni meglio dissimulati, le frodi, le ipocrisie. O i desideri e la bellezza di uomini e donne cui la società negò ogni riconoscimento.
La mia opinione: opera che forse non molti conoscono estremamente d'impatto che ha un posto speciale tra le mie letture. racconta la vita e la sua caducità in sintesi senza fronzoli.
8. L'Orlando furioso, di Ludovico Ariosto
Link: https://amzn.to/3YrONLz
Trama: Poema cavalleresco di travolgente intensità narrativa e inimitabile equilibrio formale, l'Orlando furioso ha attraversato ogni epoca e stagione letteraria senza smettere di incantare i propri lettori. Ideale prosecuzione dell'Orlando innamorato, il Furioso porta ai massimi sviluppi la ricca sostanza umana e artistica dell'opera boiardesca: il conflitto tra le forze cristiane e quelle musulmane, l'amore non corrisposto del paladino Orlando per la principessa Angelica, la travagliata unione dinastica tra Ruggiero e Bradamante. Ma nel poema dell'Ariosto gli ideali della società cortese si separano definitivamente dalla realtà, segnata da quell'irrazionale intrico delle passioni che sarà raffigurato nella forsennata giostra dei cavalieri. Una tensione drammatica dietro cui si cela l'amara consapevolezza della crisi dei valori su cui si fondava l'utopia della civiltà umanistica.
La mia opinione: in teoria andrebbe studiato a scuola, ma in realtà già quando io andavo allae superiori veniva trattato molto in fretta per potersi dedicare maggiormente ad altri autori italiani ed è un vero peccato. In realtà è un'opera che meriterebbe la stessa analisi accurata che i programmi scolastici dedicano a Dante e Manzoni eppure non è mai così. Quindi perchè non leggerla nel tempo libero come romanzo di storie cavalleresche e cortesi? Tutte le edizioni pubblicate sono ben commentate in modo che chiunque possa leggerla e capirla senza problemi.
9. Miseria e Nobiltà, di E. Scarpetta
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Trama: La commedia ha come protagonista Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, e la trama gira attorno all'amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano, un cuoco arricchito. Il ragazzo è però ostacolato dal padre, il marchese Favetti, che è contro il matrimonio del figlio per via del fatto che Gemma è la figlia di un cuoco. Eugenio si rivolge quindi allo scrivano Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, un altro spiantato, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione si ingarbuglia poiché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze.
La mia opinione: per quanto mi riguarda le opere teatrali, Shakespeare docet, sono opere letterarie valide quanto le altre e alla stessa altezza, quindi ne vedrete comparire molte nelle mie liste. Questa l'avrò rilettta cento volte e ogni volta mi fa ridere. Un classico.
10. La bisbetica domata, di Shakespeare
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Trama: Petruccio è un avventuriero che parte da Verona e va a cercare fortuna a Padova. È un maschio giovane, forte e avvenente, assai dotato, e ha quella libertà di movimento che agli uomini è pienamente concessa nell'Italia immaginata da Shakespeare – così come nella sua Inghilterra. E quale modo migliore di fare fortuna se non trovare moglie? Moglie vuol dire dote. Anche se brutta come il peccato, o scontrosa come la proverbiale Santippe, la donna assolverà comunque al suo compito, se il padre-padrone com'è suo dovere la consegnerà al futuro sposo coprendola d'oro il giorno del matrimonio. È così che il giovane Petruccio s'imbatte nella giovane Caterina, la quale non sarà brutta, ma senz'altro è la più scorbutica delle spose. Caterina è la sorella ribelle dell'angelica Bianca, che tutti vorrebbero in moglie, ma che non potrà sposarsi, se il padre non si sarà prima liberato di quella gattaccia selvatica che è Caterina.
La mia opinione: e per concludere ancora teatro, stavolta del grande Shakespeare che non ha bisogno di presentazioni.
Lista come sempre molto soggettiva e riduttiva che rispecchia la mia formazione letteraria e i miei gusti, per fortuna potrò citare molti altri miei classici preferiti nelle altre liste specifiche altrimenti mi sarei sentita troppo in colpa!
Ora sono curiosa di conoscere i vostri classici delle letteratura preferiti, lasciatemeli nei commenti.
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5 STORIE DI FANTASMI DELLA SARDEGNA
Oltre le cime delle montagne e le scogliere della costa, la Sardegna nasconde segreti antichi e oscuri, avvolti dal mistero e dal terrore. 
La terra sarda è infestata da creature spettrali, creature che affondano le loro radici nella storia stessa dell'isola. Queste presenze sinistre possono manifestarsi in qualsiasi momento, dall'oscurità della notte all'ora del tramonto, per terrorizzare coloro che incappano nei loro percorsi.
In questo articolo, esploreremo cinque storie di fantasmi della Sardegna che sono state tramandate di generazione in generazione e che sono giunte sino a noi.
Cunfraria
Nella storica Sassari, città del nord Sardegna, si racconta la leggenda di una processione di fantasmi che appare la notte del 31 ottobre. Secondo la tradizione locale, questi fantasmi possono essere visti vicino all'incrocio tra via San Sisto e via Santa Apollinare. Le loro forme spettrali si muovono silenziosamente per le strade come per qualche commissione invisibile.
Alcuni dicono che questa processione di anime che viene chiamata “Cunfraria” cioè confraternita, sia composta da spiriti di defunti che ritornano nel regno dei vivi in questa notte santissima. Altri sostengono che siano la manifestazione di antiche maledizioni, evocate dalla magia oscura e da intenti malevoli. Qualunque sia la loro origine, si dice che la vista di queste apparizioni spettrali riempia i cuori di coloro che le vedono di paura e terrore.
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Don Blas
Nell'oscuro e antico castello di Burgos, c'è una leggenda di un terrificante fantasma che custodisce un favoloso tesoro. Il suo nome è “Don Blas d'Aragona”, un grande e potente cavaliere iberico del XVI secolo che ha incontrato la sua prematura scomparsa in una sanguinosa battaglia molto tempo fa, quando la Sardegna viveva il periodo della dominazione spagnola. Secondo i racconti, “Don Blas” fu condannato a trascorrere l'eternità a custodire il tesoro che gli era stato affidato in vita. Così il suo spirito infesta il castello, legato per sempre alle sue mura. La sua presenza è un costante promemoria del potere e della ricchezza che giacevano nascosti all'interno.
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Panas
In Sardegna esiste una leggenda colma di tristezza e terrore che per secoli ha perseguitato i cuori e le menti degli uomini. È una storia di dolore e disperazione, di perdita e rimpianto, una storia che è stata tramandata attraverso i secoli.
Si racconta che i fantasmi delle donne morte di parto siano condannati a tornare nel mondo dei vivi per sette lunghi anni, infestando la terra durante le ore buie della notte.
Gli anziani sussurrano che questi fantasmi, noti come “Panas”, appaiano vicino ai corsi d’acqua e si possano vedere intente a lavare i panni insanguinati del loro figlioletto. Non possono comunicare o interrompere il lavoro per nessuna ragione. Se qualcuno le disturbasse, dovrebbero ricominciare il loro rituale di penitenza daccapo e si vendicherebbero spruzzando acqua verso chi osa disturbarle.
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Femminedda
Nelle remote regioni di Sant'Antioco, presso le colline che circondano Maladroxia, esiste un antico Nuraghe noto come sa “Femminedda”.Il suo nome è legata ad una strana leggenda che narra di uno spirito inquieto che ancora oggi aleggia intorno alle rovine del monumento.
Si dice che lo spirito appartenga a una giovane donna giustiziata in circostanze violente e misteriose secoli fa, la cui anima è stata  condannata a vagare senza pace. 
La fanciulla, accusata di un crimine infamante, fu sottoposta a una punizione esemplare e brutale, che mirava a fare di lei un monito per il popolo. Fu decapitata e il suo corpo fu sepolto in una chiesa sconsacrata fuori dal centro abitato, mentre la sua testa sarebbe nascosta nel cuore del borgo.
A causa di questo trattamento crudele e sconsiderato, l'anima della giovane, ribattezzata “sa Femminedda”, è stata condannata a vagare senza pace lungo i sentieri di campagna e le vie del paese.
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Marchesa Malaspina
A  Bosa, paese di mare senza tempo, la figura spettrale della marchesa Malaspina continua a vagare senza pace. Letizia, questo il suo nome, fu accusata di un grave crimine: l'adulterio con un amante sconosciuto. Il marito, geloso al punto da perdere la ragione, fece scavare una rete di tunnel segreti dal castello al paese, in modo che la marchesa potesse muoversi al riparo dagli occhi indiscreti.
Ma neppure l'inganno più elaborato riuscì a sfuggire alla furia distruttiva del marito. In preda ad un raptus di gelosia, egli fece mozzare le dita della marchesa, conservandole gelosamente in un fazzoletto che mostrò ad alcuni amici. Lui fu condannato a morte e lei sparì senza lasciare tracce.
Tuttavia, non tutti credono che il fantasma di Letizia sia scomparso del tutto. In molte notti, si possono ancora udire i suoi lamenti disperati provenire dalle rovine del castello dei Malaspina. Si dice che l'anima della marchesa sia rimasta intrappolata in quel luogo, tormentata dai suoi rimpianti e dalla sua disperazione.
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deathshallbenomore · 2 years
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guardando il giovane favoloso e il mio commento tecnico è: verso la fine del film leopardi da vero king se ne frega dei dpcm e si aggira per napoli nonostante l’imperversare del colera. visionario lungimirante antesignano degli abitanti del ventunesimo secolo
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valentina-lauricella · 8 months
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occlusivavelare · 2 years
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I was tagged by @fromthefishbowl and @demandingbillydolls (yeah, finally replying, lol) ... NINE FAVORITE MOVIES OF MINE!
1) The Hours (Stephen Daldry, 2002)
2) Annihilation (Alex Garland, 2018)
3) Arrival (Denis Villeneuve, 2016)
4) Il Divo (Paolo Sorrentino, 2008)
5) Kedi (Ceyda Torun, 2016)
6) Il giovane favoloso (Mario Martone, 2014)
7) Lust, Caution (Ang Lee, 2007)
8) Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (Ettore Scola, 1968)
9) De Oost (Jim Taihuttu, 2020)
(I did the fancy movie posters thing and I don’t want to mess it up with the tenth movie, sorry. lol2) tagging @pigsinablanketfort @starlightervarda @zambomarti @thatpratdragonlady @godihatethisfreakingcat @yusufs-stew-of-romance and idk, whoever wants to do this: feel free!
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circusfans-italia · 2 months
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IL CIRCUS KNIE GUARDA AL FUTURO: Foto, video e recensione della Premiere
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IL CIRCUS KNIE GUARDA AL FUTURO L’operazione di ringiovanimento del pubblico iniziato qualche anno fa sta dando i suoi risultati e il Circo Knie (che ha debuttato il 15 marzo con la nuova tournée 2024) oggi è all’avanguardia nel proporre uno spettacolo che guarda ai giovani garantendosi una continuità nel tempo.
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Lo struggente spettacolo del centenario con il ritiro dalla pista di Fredy Knie è come se avesse segnato una cesura, tracciando un prima e un dopo, uno spartiacque. Tra la incrollabile tradizione elvetica e la necessità di rinnovamento. Una rivoluzione copernicana che ha toccato tutti gli aspetti della vita dell’inossidabile complesso: dalla logistica all’organizzazione interna, dal modo di viaggiare (sono usciti di scena gli storici vagoni ferroviari prediligendo i viaggi su gomma), alla struttura della tournée (che non si conclude più a novembre come un tempo, bensì prosegue fino ai primi di gennaio, lavorando dunque anche nel periodo natalizio). Pur avendo eliminato dagli spettacoli i grandi felini e gli elefanti (che ora svernano nel Kinderzoo di Rapperswil che merita assolutamente una visita) Knie rimane fedele alla tradizione equestre e nonostante i più moderni ritrovati tecnologici siano protagonisti dello show, lo spettatore è ancora rapito dall’inconfondibile odore di segatura che è già di per sé essenza del circo.
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Ecco la chiave del successo che Knie continua a riscuote anche in questa nuova e seducente fase: la riduzione del parco animali non ha portato un impoverimento dello spettacolo, ma è stata controbilanciata da elementi di grande spettacolarità. Dal 2020 a oggi abbiamo trovato le moto freestyle, un globo con 10 motociclisti, enormi rampe per le BMX acrobatiche, il cantante Bastian Baker amato dai giovani, una nuova pista ipertecnologica rialzata di circa 150 cm dall’arena di segatura che nasconde un bacino idrico, da cui zampillano getti d’acqua, lingue di fuoco, vampate di idrogeno, fumo di scena, effetti pirotecnici. In cupola uno sbalorditivo ring rotante e oltre 300 punti luce e fiaccole di scintille. E ancora droni, pedane telecomandate che si sollevano, si abbassano, si richiudono ed escono di scena su ruote. Parliamo di effetti e dotazioni tecniche che si vedono in concerti, e grandi eventi live, ma è quasi impensabile immaginare in un circo itinerante che nella sua tournée annovera anche permanenze di soli 2 giorni in alcune città. GUARDA IL VIDEO DELLA PREMIERE (Ospiti vip e flash dello spettacolo)
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Anche il contenitore è favoloso: chapiteau a visibilità totale, con archi esterni, una gradinata interamente di poltroncine imbottite e una hall lussuosa (per le città più importanti e le aree che consentono di allestirla) dotata di ogni comfort; e nello spettacolo musica e cantanti dal vivo.
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L’estetica dello spettacolo, come si diceva in apertura, punta a un pubblico giovane e non teme il confronto con le altre forme di spettacolo, dalla tv ai live: opening e finale sempre studiati per sorprendere e stupire. In apertura oltre alle coreografie dei Bingo e dell’intera compagnia, quattro valchirie su pali oscillanti ondeggiano tra la pista e le prime file della gradinata, interagiscono tra di loro, danzano, si librano leggere magicamente. Il trait d’union dello spettacolo è il cavallo alato: grandi ali bianche compaiono durante tutto lo show, tornano nei diversi quadri e al finale (avviso ai naviganti… spoiler in arrivo!) un grande cavallo bianco alato fluttua leggero sulle teste del pubblico, grazie a due droni. Il finale è un’apoteosi di acqua, fuoco, giochi pirotecnici ed effetti speciali.
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Il programma è vario e le esibizioni, veloci e rapide, danno un ritmo ottimo allo show che scorre molto piacevolmente. La selezione dei numeri è molto buona e regala al pubblico spunti innovativi e moderni: a partire dal “giocoliere in orizzontale” Victor Moiseev (apprezzato a Latina e al Salieri) protagonista di una performance a luce fluo messa in scena da Viktor Kee; i danzatori georgiani portatori di foga e temperamento; i campioni di football freestyle Marc Jonin e Sebastian Ortiz Hernandez, due outsider del circo che hanno riscosso grande successo; i saltatori della troupe Catwall al Monster Tramp, un grande trampolino elastico le cui estremità si sollevano dando forma una struttura a U che consente evoluzioni originali e spettacolari: Molto efficace il quadre che vede protagonisti gli Extreme Light (visti a Monte Carlo a gennaio scorso) qui in una versione inedita tra tamburi, schermi e luci led, giochi d’acqua, fiammate di fuoco e una contorsionista nella sfera aerea.
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La prima parte si chiude con il marchio di fabbrica, il quadro equestre portato in pista da Chanel, Maicol Jr e Ivan Knie, sempre all’altezza della storica tradizione di famiglia. In seconda parte svettano i pattini di Holler & Carmen, il palo aereo di Kateryna Korneva che termina l’esibizione con due spettacolari spilli appendendosi al cerchietto con i talloni (prima due poi uno solo) e senza protezioni; molto interessante la Troupe di Dalian che propone il classico repertorio delle meteore liquide, ma declinato con una coreografica estremamente moderna e lontana dai cliché orientali; infine la doppia ruota della morte dei Navas.
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Il pubblico di Rapperswil (e poi di tutta la Svizzera tedesca) si è divertito con la comicità del duo Pfändler mit! Amstutz, volti noti del piccolo schermo e della radio elvetica. Ma il vero mattatore dello spettacolo è senza dubbio Dustin Nicolodi la cui verve e simpatia ha fatto, letteralmente, “venire giù il circo”. Nonostante l’ampia arena, Dustin ha instaurato da subito un eccellente feeling col pubblico con gag fulminanti e di notevole efficacia. Un giovane talento che sta riscuotendo il meritato successo e che il pubblico accoglie con entusiasmo ad ogni suo ritorno in pista. Bravo Dustin!
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Knie anche quest’anno si riconferma per i numerosi motivi elencati sin qui, come un fenomeno da vedere e comprendere. E’ fondamentale possedere una tradizione e una storia luminosa alle spalle, ma è altrettando importante tracciare i solchi da percorrere nel futuro. Knie sta lavorando oggi per consolidare un prodotto che sia attuale e al passo con i tempi. Senza questo lavoro, il circo rischia di rimanere un prodotto nostalgico, ma tenendo gli occhi aperti verso ciò che accade al di fuori dei cancelli questo rischio si scongiura. Non si tratta di rinunciare agli animali esotici, non è tanto questo il punto, bensì di mirare a un target che non sia esclusivamente quello delle famiglie con bambini. Il Knie di oggi parla a tutti: ai giovani, come abbiamo detto, ma anche agli adulti e ai bambini che continuano a trovare elementi della tradizione. Ma tutto ciò che viene proposto è declinato ad altissimi livelli, tecnici e tecnologici con una estrema cura dei dettagli grazie allo straordinario lavoro di composizione dello show da parte di Geraldine Knie e dei fratelli Errani instancabili e onnipresenti in ogni aspetto del backstage e della direzione di pista. 
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- Opening con Bingo Circo Teatro e tutta la compagnia - Viktor Moiseev, giocoliere - Pfändler mit! Amstutz, comicità - Secret of My Soul, Cerchio aereo con cantante live - Danzatori georgiani - Pfändler mit! Amstutz, comicità - Catwall Acrobats, Trampolino "monster trap" - Football freestyle - Dustin Nicolodi, comicità - Chanel, Maycol Jr. e Ivan Knie, Cavalli in libertà - Intervallo - Extreme Light, Sfera aerea e percussioni - Dustin Nicolodi, magia comica con le carte - Holler & Carmen, Pattini - Assolo di sax e violino dalle gradinate - Pfändler mit! Amstutz, parodia del distributore - Kateryna Korneva, Palo volante - Troupe di Dalian (Cina), meteore liquide - Dustin Nicolodi, comicità - Doppia ruota della morte, Navas Team LA FOTO GALLERY Testo di Dario Duranti Credit foto Nicole Boekhaus e per la gallery the Ghost IL CIRCUS KNIE GUARDA AL FUTURO
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segretecose · 10 months
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sooo sorry to bother, do you know of a site that has captions for italian movies? i started watching il giovane favoloso without them but as a beginner i definitely need italian captions lol was just wondering in case you also use captions when watching movies, i know some people do even for their native language (myself included). have a marvelous day x
the only streaming sites i can think of are altadefinizione and eurostreaming i think some have subtitles? raiplay has subs but you'd need a vpn. sorry to be useless hgsdfh PLEASE if anyone knows let me know in the replies let's help anon out
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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I capolavori del cinema italiano da scoprire e rivedere
Lo streaming e la televisione, che ci offrono una vasta gamma di opzioni cinematografiche a portata di clic, ci danno l'opportunità di scoprire e apprezzare tanti capolavori del cinema italiano degli ultimi anni. Con le festività natalizie e qualche giorno libero in più, è il momento ideale per dedicarsi alla visione di quei film che, nel trambusto quotidiano, spesso finiamo per trascurare. I capolavori del cinema italiano da scoprire e riscoprire Dunque non resta che mettersi comodi sul divano telecomando alla mano. Non dimenticate la copertina e una tisana calda rilassante (o digestiva, considerato il momento). Se l'offerta è troppo ampia e avete l'imbarazzo della scelta vi diamo noi qualche suggerimento. Dogman (2018) di Matteo Garrone. In uno dei tratti più abbandonati del litorale domitio, si snoda la storia del perverso rapporto tra un carnefice e la sua vittima. Vittima che finirà per ribellarsi facendo emergere il lato più animalesco di sé. La cruda pellicola, liberamente ispirata a un fatto di cronaca quale l'omicidio del Canaro, offre le brillanti interpretazioni di Marcello Fonte e Edoardo Pesce. Chiamami con il tuo nome (2017) di Luca Guadagnino. Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di André Aciman, il film racconta con delicatezza, la struggente storia d'amore tra Elio e Oliver nata in una lenta e assonnata estate. La narrazione è sempre più intensa a mano a mano che ci si avvicina al finale. Il traditore (2019) di Marco Bellocchio. Regista che si è più volte confrontato con le pagine più oscure della storia italiana del secondo Novecento, Bellocchio ci propone un ritratto del mafioso Tommaso Buscetta. In questa pellicola ci restituisce una ricostruzione della sua vita dai tempi d'oro fino alla collaborazione con il magistrato Giovanni Falcone. Anche questo film si distingue, tra l'altro, per una grande prova attoriale di Pierfrancesco Favino. Il giovane favoloso (2014) di Mario Martone. Cambiamo decisamente genere ed epoca con il film di Martone sulla vita di Giacomo Leopardi. Uno strepitoso Elio Germano incarna lo scrittore e poeta con tutto il suo travaglio fisico ed esistenziale. Un animo sensibile in aperto contrasto con la fragilità del suo corpo e la superficialità del mondo che lo circonda. Smetto quando voglio (2014) di Sydney Sibilia. Sono alquanto amare le risate che questa pellicola ci ispira. Le avventure della sgangherata banda di ricercatori dell'Università della Sapienza di Roma mette in luce tutta la precarietà del mondo della ricerca in Italia. Narra, a suon di battute, il triste destino di tanti giovani italiani i cui sogni, dopo tanti anni di studio, si infrangono di fronte alla triste realtà. Il film inaugura una trilogia tutta da ridere. Perfetti sconosciuti (2016) di Paolo Genovese. Metti una sera a cena tra amici in cui si decide di condividere i messaggi che arrivano al proprio cellulare. Da quel momento si scoprono retroscena e segreti che nessuno avrebbe mai sospettato. Nessuno si salverà. La pellicola cult di Genovese mette in luce un altro aspetto dei nostri tempi: l'esistenza di tre sfere, la pubblica, la privata e la segreta. Read the full article
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I find it interesting/funny?/positively unusual how historical movies and biopics are probably the two genres that can be most easily influenced by previous knowledge (this is mostly concerning biopics and historical movies about real events, cause genre-bias can definetely influence someone to a degree in the case of historical movies with an original story)
Like it all depends on how much you know about the topic or person depicted and how do you take what is given to you.
At the top of my head the only thing I could name is that one tweet that circulated shortly after the release of Oppenheimer where the guy went "I really didn't wanted to get nitpicky, but why are they using a flag with 50 stars in a scene that takes place in 1946".
That is a seemingly tiny thing, or at least, upon learning it, that was my first thought, but as more little things potentially slip (of different extents), they can rack up and eventually sour the experience of someone with extensive knowledge on the subject.
Except that there could be someone with similar level knowledge that maybe would have forgot a detail or two or been at peace with minor imprecisions.
Or there could have been me, who had no concrete awareness of who the hell oppenheimer was until summer and would have ate everything up, whathever thing that was given to me and amending any potentially incorrect or poorly handled information with research would have been my successive duty. (I didn't even watch oppenheimer, but you get the drill)
Like most of the time you're not gonna see me rate any biopic or historical movie egregiously low cause I either had no concrete awareness of the topic before watching the film or most I knew about the topic was "oh yeah, this person existed/this and that happened"
The only two biopics (one that I have watched when I was 12 I believe and that I should rewatch if I wanna log it properly and one I'd have to watch) where I can theorize that I would possibly have the grounds of being nitpicky and potentially sour my experience by knowing too much are il giovane favoloso and that one biopic about pirandello that came out last years (have yet to study the guy in literature, so I'll be lesving it for then)
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silviascorcella · 5 months
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Laure de Sagazan: l’arte del sogno nonchalant
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Il racconto di stile dedicato a Laure de Sagazan, e allo stupore inaspettato allacciato alle sue creazioni, è meritevole di un esordio favoloso, nel senso più letterario e suggestivo del termine: sì, proprio di quel “c’era una volta…” come fosse una fiaba dal sapore tradizionale, di quelle allocate in un luogo così lontano da sfumare la geografia in una terra di fantasia, abitato da una principessa vestita di grazia e bellezza.
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Ecco, senza interrompere il gusto assaporato dall’immaginazione, ora riconduciamo i nostri piedi sulla terra: più precisamente a Parigi, dove si trova l’atelier in cui Laure de Sagazan crea abiti che, una volta indossati, come per magia trasformano immediati ogni fanciulla in una principessa. Ovvero, abiti da sposa: incantevoli per la raffinatezza sottile e preziosa con cui son confezionati, deliziosamente sorprendenti per il gusto nient’affatto cerimonioso, bensì in equilibrio delicato e giocoso tra il fascino rétro e la semplicità contemporanea.
Anche la storia stessa di Laure de Sagazan è impreziosita dalla suggestione della fiaba: giovane, anzi giovanissima, dà vita al brand che porta il suo nome a partire da una scintilla squisitamente personale: l’aver esaudito la richiesta di sua cugina di confezionarle un abito da sposa che fosse su misura dei suoi desideri e della sua personalità, e per nulla plasmato sull’immaginario collettivo della sposa che affollava il mercato.
Era il 2019, ed era l’occasione per Laure di attingere alle passioni che l’accompagnavano sin dall’infanzia, ovvero il gusto per la ricercatezza elegante e svelta dell’abbigliamento vintage dei primi decenni del ‘900 che già da tempo aveva iniziato a collezionare, i pizzi francesi di Calais, i ricami inglesi, e quel fascino inconfondibile dell’imperfezione perfetta, della rilassatezza sofisticata, che è parte integrante e intrigante del dna francese.
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Ça va sans dire che l’abito fu un successo, e fu l’inaugurazione del suo progetto che nel 2011 divenne una realtà stabile: l’atelier parigino dove, assieme alle sue collaboratrici, crea abiti sartoriali completamente su misura del gusto e dei desideri delle spose, consentendo loro di comporre l’abito assemblando anche porzioni che appartengono a modelli differenti tra loro.
Perché non deve esserci nessun vincolo alla valorizzazione della bellezza personale, mai: soprattutto per un giorno così denso di emozioni indimenticabili.
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Ebbene, che nessun eccesso di volumi gonfiati a mo’ di meringa e di stratificazioni opulente composte da merletti e brillanti venga qui paventato: il segreto dell’incanto, e del successo, degli abiti nati dal gusto di Laure de Sagazan e realizzati dalle mani francesi sagge, artigiane, artiste del merletto e del ricamo, come già accennato, continua ad essere quell’alchimia inconfondibile di atmosfera rétro, seduzione spontanea e nonchalance elegante.
Opere sartoriali di poesia contemporanea in stoffa, che prendono vita nella leggerezza della seta italiana, possibilmente crêpe, la favorita di Laure, e nell’amore per il patrimonio artigianale tessile francese.
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Per la collezione 2020 l’ispirazione è un vero e proprio invito al viaggio sensuale e sensoriale: un’immersione nel Sud della Francia, dove i sensi si sciolgono nei profumi caldi e la femminilità fa risplendere tutte le sue sfaccettature intriganti, come rievocando Brigitte Bardot a Anna Karina, le muse della Nouvelle Vague di Godard: i pizzi scoprono la pelle con delicatezza intrigante, le silhouette minimali accarezzano le forme e liberano i movimenti, le scollature intrigano con leggerezza elegante, con quell’appeal gustoso che sa di flirt estivo, di leggerezza intensa, di libertà di sentirsi a proprio agio nella propria bellezza.
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La collezione non si compone solo di abiti lunghi, ma anche di composizioni romantiche formate da gonne con le tasche, pantaloni e top per la parte superiore: si vi accarezza l’idea che queste proposte possano essere promesse di poter continuare ad indossare l’abito anche nella vita quotidiana, afferrate quest’idea e gustatela pure, immaginando ad esempio di appaiare il top raffinato ad un jeans essenziale, e così via. Il segreto delle creazioni di Laure de Sagazan è anche qui: un’arte della suggestione che può essere indossata anche nella vita quotidiana. Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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pr3ttycameras · 8 months
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so there is an Italian author, Giacomo Leopardi, who’s always been extremely dear to me, since i relate to his personal life experience and i find it extremely easy to empathise with him. he never failed to make me cry (istg i never cried so much over a man and he’s the only man who deserves my tears). Leopardi happened to become friends with Pietro Giordani, and their bond (which is perfectly shown in the movie “Il giovane favoloso”) reminds me of the bond i created with my former philosophy professor, who i still email from time to time. i’m actually unable to talk about this without crying like a little child because she means so much to me. she made me fall in love with my sensibility, which i used to despise and try to erase desperately. i know she never loved me in a romantic way, but she always showed her care towards me (in the most discreet, respectful and appropriate way) just like Giordani did with Leopardi. moreover, it was Giordani who showed Leopardi what life is outside of the small rural reality he was living in, the same way she did with me. a piece of my heart will always be hers.
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