Tumgik
#il male nero
omarfor-orchestra · 5 months
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Bella questa scena per il mio brainrot per Gianni
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harshugs · 2 years
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una cosa che non riuscirò mai a fare è giocare con i colori per vestirmi
evviva il nero, se proprio devo esagerare metto i jeans color jeans
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kon-igi · 6 months
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ELEGIA PER L'AMICO DI UN AMICO
Arrivederci, Nero. Oramai la vita ti era troppo faticosa e visto che tu non potevi scegliere, lo hanno fatto per te gli umani che ti sono stati accanto per quasi tutta la tua vita. Quasi tutta. Perché anche se hai avuto l'amore della tua mamma, sei poi stato tradito da 'padroni' che ti accusavano di non capire e che hanno usato il bastone per punirti della tua 'disubbidienza'. E tu sei diventato 'cattivo'. Ma la tua non era veramente cattiveria... era paura. Paura che il tuo non capire ti causasse dolore, abbandono, solitudine. E improvvisamente non è stato più così, con una mano che si allungava per accarezzarti e non più per picchiarti. Ma nonostante tutto quell'amore ricevuto, la paura è rimasta conficcata là, in fondo al cuore. E io ti perdono, Nero, per avermi morso, non con rabbia ma per paura, paura che l'umano che ti aveva accolto con sé non tornasse più dall'ospedale dove stava lottando per la sua vita, paura che io facessi male alla tua umana, che attendeva il suo ritorno. Io non ho provato rabbia per il tuo morso, solo tristezza, perché subito dopo ho visto che tremavi, in attesa di quella punizione che credevi di meritare. E ora è tutto finito. La sofferenza nelle ossa, la fatica di camminare senza una zampa, le scale che sembravano ogni giorno sempre più alte. Rimane solo il calore che eri convinto di non meritare e che invece è rimasto nel cuore di chi si è preso cura di te, fino alla fine. Arrivederci, Nero. Porterò la cicatrice del tuo morso con amore e riconoscenza.
Questo pomeriggio il mio amico @salfadog ha accompagnato il suo cane dal veterinario per l'ultimo viaggio e io gli ho detto, anzi, gli ho assicurato con la più profonda delle certezze che Nero lo avrebbe atteso con calma insieme a tutti gli altri compagni andati, oltre la cortina di pioggia di questo mondo, per correre ancora una volta assieme e non avere mai più paura.
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ross-nekochan · 1 month
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Ora che sono in ferie voglio parlare di una cosa di cui volevo parlare già da settimane, ma la vita di merda che faccio non me lo aveva permesso.
Allò, settimane fa per la prima volta dato che mi ero depilata le cosce mi sono messa in casa non solo in cannottiera, ma anche in pantaloncini. Passa un giorno e mi ritrovo la mail nella foto.
Come ben sappiamo, qui a Tokyo non è che si muore di caldo, PEGGIO, quindi un giorno di questi mi vesto come in foto a dx in ufficio (che è come mi vestirei in Italia in un giorno normale) e nello stesso giorno inoltrano una mail per dire di rispettare il "business dress code" aziendale che è letteralmente "business casual", pure se non si capisce né che cazzo sia né il perché, dato che non ci sono clienti e siamo solo tra di noi, ma okay.
Mo, premettendo che quando ho lavorato a Napoli, ci andavo in PANTALONCINI (ovviamente non quelli di jeans, ma un tipo più carini e "formali" insomma), qua invece così non va bene perché la maglia ha una stampa + i pantacollant sono considerati il demonio.
Tutti sono sempre a lodare i giapponesi perché sono un popolo omogeneo, che dà la prevalenza al gruppo piuttosto che all'individuo, ma non sono omogenei e uniti perché ci sono nati, sono omogenei perché sei LETTERALMENTE FORZATO (nelle maniere più passivo-aggressive possibili) a omologarti. E questo vale con i vestiti, vale con il peso (perché se pensate che sono tutti secchi di natura, beh col cazzo) e con mille altre cose.
Ora è vero che questa prevalenza dell'interesse di gruppo in alcune cose funziona ed è il motivo per cui noi della cultura euroamericana li ammiriamo, ma voi sareste disposti a rinunciare alla vostra libertà pure sulle piccole cose pur di accontentare l'interesse generale?
Per continuare con l'esempio dei vestiti, loro si vestono così:
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A maniche lunghe (anche con 50°C), con diversi strani addosso spesso inutili (perché sono ossessionati dai tumori alla pelle); le donne o tutte fate dei fiori con i tacchi tutte pronte (e io col cazzo che le imito) o come fossero state cacciate via di casa (e io col cazzo pt.2). Ma tutti hanno un comun denominatore: colori scuri o neutri (nero, grigio, bianco) o pastello, senza chissà quale fantasia o stampa particolare.
Se non segui l'omologazione, spicchi, ti si vede o ti senti in qualche modo osservato. E questo è già lo standard ad essere euroamericano in mezzo ad asiatici, figuriamoci se ti vesti seguendo le tue regole e non le loro.
Uno poi dirà "vabbè sono cose da poco, ci si abitua" e lo capisco, ma non funziona così. Anzi, sono le piccole cose che, accumulandosi, diventano le più pesanti da sopportare.
Oppure i weaboo del cazzo direbbero che "bisogna rispettare la loro cultura e rispettare le loro regole" (cit.), ma loro quella degli altri quando letteralmente non fa male e non cambia un cazzo a nessuno perché non la rispettano?
Questo non è un paese libero, non puoi MAI fare come vuoi, ci sono sempre regole da rispettare, ma fossero regole con un senso uno capirebbe, invece sono regole inutili che letteralmente mìnano la libertà di espressione individuale a livelli base. Invece qua niente o fai la pecora in mezzo al gregge oppure pecora ti ci fanno diventare, perché altrimenti sei, di nuovo, il gaijin di merda che vuole fare di testa sua.
E sapete cosa fanno i gaijin quando hanno le palle piene di ste stronzate? Fanno i gaijin di merda e le regole senza senso le mandano a fanculo.
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francesca-70 · 7 months
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Sono donna anche oggi, anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi, che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena...loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno, quando mi alzo e ho la forza di dire ''tocca a me'', senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna, non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna, perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo; mi piace essere donna perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia?
Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno, voglio esser donna anche quando le cose si metton male e c'è da rimboccarsi le maniche, voglio esser donna quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata, voglio essere donna e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io. Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza. Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi, che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
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Silvana Blasco
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elperegrinodedios · 5 months
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Tante volte noi ci sentiamo stanchi anche senza aver fatto nessun lavoro. Troppo spesso infatti la stanchezza non è soltanto fisica, il nostro corpo, i nostri muscoli, non sono affaticati da qualcosa di materiale. È il nostro intimo ad essere stanco, a non avere più il vigore giusto, per affrontare le situazioni della vita. E siamo stanchi perchè non sappiamo cosa fare, o dove andare, perchè non riusciamo a capir bene qual'è la nostra posizione nel mondo e, a capire la nostra condizione nella vita. Vediamo tutto nero, tutto ci sembra troppo grande e sentiamo che ci mancano le forze, che non siamo più in grado di andare avanti, o che ci manca la spinta necessaria. Ci sentiamo vecchi, vecchi dentro, stanchi di lottare, si stanchi delle delusioni che la vita procura ogni giorno di più e noi ci sentiamo spossati, senza voglia e indifesi.
=👣=
Ricordo che durante i primi anni di cammini nei luoghi sacri, mi debilitavo molto, tornavo a casa dopo centinaia di km percorsi con vari acciacchi da curare, tra tendiniti, distorsioni, caduta delle unghie e vesciche e nonostante tutto, agli amici della taverna raccontavo che il cammino per me era riposante ed era veramente una buona cura antistress. Beh si, alcuni di essi mi dicevano che ero matto e non capivano bene perchè invece di andarmi a riposare sulle spiagge alle Seychelles o Copacabana, io preferivo andare a scalare con lo zaino in spalla le montagne del cammino. E si certo, tornavo a casa sempre con vari acciacchi ma tutto ciò, dopo pochi giorni sarebbe guarito, mentre tutti i tanti e vitali tesori e le ricchezze e, gli insegnamenti che portavo via da lì sarebbero rimasti per sempre. Dunque piano piano sempre più, qualcuno ha cominciato a fare caso alla mia perseveranza ha notato la mia serenità e ha cosi iniziato a chiedermi notizie sul cammino e la mia motivazione. Oggi, alcuni di quei qualcuno, sono veri pellegrini e molti di loro fratelli nella fede.
=📷=
=🙏=
Rivolgiamoci a Dio, chiediamogli l'aiuto che ci è necessario per andare avanti e per affrontare le difficoltà, che bene o male ogni giorno vengono a tappezzare la nostra esistenza. Credere in Dio accettare Gesù nella nostra vita, come amico e compagno di viaggio, oltre che come salvatore, non ci immunizza dalle vicissitudini nè ci rende la vita più facile ma ci rende di molto migliore il cammino. Pensaci bene amica, anche tu amico.
lan ✍️
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mikaelarebel · 6 months
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Molti mi definiscono “diversa”, io semplicemente, penso di essere “rara”; ho dei difetti, ne ho parecchi, ma ho anche dei pregi, forse pochi.
Sono una persona di cuore, lo sono troppo. Non do mai tanto quanto gli altri danno a me, se posso e se voglio do tutta la mia vita. E no, non me ne pento mai, se c’è una cosa che voglio lasciare dentro una persona è il mio bel ricordo. Amo lottare per chi penso possa valerne la pena, e non mi tiro indietro al primo problema, anzi, abberei muri e cancelli.
Lascio agli altri la libertà di farmi del male, non sono stupida e nemmeno una fifona, purtroppo vedo del buono anche nelle brutte persone provando a tirar fuori il loro meglio, vorrei davvero che le persone fossero come realmente le vedo io. Sono un’ingenua, basterebbe solo aprire un po’ di più gli occhi. Le brave persone, quelle che ti amano soprattutto, non ti farebbero mai lo sgambetto.
Sono testarda, quando mi impunto non c’è verso che io cambi idea, ho bisogno di sbattere contro un palo e di cadere 1000 volte, per far sì che ascolti i consigli degli altri. Non ho paura del giudizio altrui, anzi non mi tocca minimamente, ma voglio sbagliare e camminare con le mie gambe, voglio poter capire da sola quali sono le cose che ostacolano il mio cammino e non mi lasciano passare.
Sono impulsiva, maledettamente impulsiva. Se c’è qualcosa che odio sono le bugie e le doppie facce. Ho bisogno di dire tutto ciò che penso, non riesco a trattenermene una. A volte questo mio lato viene “condannato”, non a tutti piace la verità sbattuta in faccia, eppure penso si vivrebbe meglio. Viviamo in un mondo fatto di menzogne.
Odio il grigio, o è bianco o è nero, le mezze misure non mi piacciono. Quando chiudo una porta, butto via la chiave, non torno indietro, tendo a farmene una ragione sin da subito.
Sono la persona più paziente al mondo in assoluto, sopporto fino a quando non scoppio, ma quando mi incazzo non mi trattengo.
Sono una romanticona, mi piace l’amore, io amo l’amore. Odio le sdolcinatezze, non mi si addicono per niente (sono quasi una scaricatrice di porto). Preferisco il cinema alla discoteca, un film con una pizza piuttosto che una cena a lume di candele al ristorante. CHE IMBARAZZO!! Sono passionale, mi piace fare l’amore con la persona per la quale mi batte il cuore. Sono una sognatrice, mi piace immaginare cose che per la maggior parte delle volte non accadono, però mi fanno star bene, meglio di niente, no?
Mi chiudo a riccio quando non conosco qualcuno, sono sfiduciosa verso il genere umano, ma quando prendo confidenza divento logorroica e inizio a parlare di tutto il mio albero genealogico e della mia vita dalla mia prima parola.
Sono insicura, non sempre mi convincono le decisioni che prendo e spesso, tendo a cambiare idea facilmente anche mentre la sto cambiando, mi sento una pazza!!
Sono folle, mi piacciono le pazzie, d’amore...
Sono una persona gelosa, non morbosa ma controllata, so cosa è giusto e cosa è sbagliato, nei limiti.
Sono complicata, è vero, ma non chiedo né pretendo nulla da nessuno, sono questa PRENDERE O LASCIARE
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der-papero · 7 months
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In questo post parlerò bene dei tedeschi, in un contesto anche molto delicato, ma quando se lo meritano ben venga, però non vi ci abituate, che un wurst non fa barbecue. Spero di non urtare la sensibilità di nessuno più di quanto la mia è stata urtata.
Ieri sera, mentre mi dilettavo con un po' di Typescript, avevo in sottofondo su una normale emittente tedesca Fast & Furious 8, detto tra noi una puttanata siderale, ma giusto per vedere qualche cartone ben assestato in faccia ai cattivi.
Ad ogni modo, parte la pubblicità, e tra i vari spot alzo la testa per puro caso, e vedo una coppia con una bimba, in riva ad un lago, i primi due sotto ad un albero in costume (qui i tedeschi vanno spesso al lago a farsi il bagno), e la bimba sulla riva a giocare con l'acqua.
Mo', tutto mi sarei aspettato, che cazz ne so, la pubblicità del formaggio in mezzo al pane, qualche automobile, la crema solare, e invece qui veramente ci sono rimasto di un male incredibile: la telecamera fa un primo piano sugli occhi di lui, poi della bimba che gioca, poi di nuovo su di lui, e vi giuro che fa uno sguardo che mi ha tagliato in due, che non saprei nemmeno definirvi, perché io stavo iniziando a sentirmi male senza manco avere il tempo di realizzare perché. All'improvviso la scena si interrompe, e compaiono delle scritte bianche, lente, su un pannello nero, non vi saprei manco ripetere il contenuto perché ormai io volevo solo portare lo sguardo altrove e dimenticarmi tutto, e diceva più o meno una roba del tipo "se questo lo chiami amore, allora chiamaci, perché possiamo aiutarti".
Ora, personalmente per me è stata una botta allucinante, ci penso da ieri e spero di non rivederla più quella scena, poi chissà, magari la seconda volta potrei razionalizzarla meglio, perché ieri ero totalmente impreparato a vedere una roba simile, come se uno sconosciuto per strada vi rifilasse un cazzotto ad altezza stomaco senza il minimo sentore che potesse accadere, tuttavia ho massima stima verso un modello di società che non nasconde la merda sotto al tappeto, la mostra per quello che è, te la sbatte in faccia senza filtri e mette in piedi (almeno ci prova) un processo che possa prevenire prima che sia troppo tardi.
Qualsiasi imbecille riesce ad urlare "castrazione chimica", ma è in queste cose che si misura la maturità sociale di un popolo.
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rideretremando · 1 year
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"Che paese incivile la Francia. Non sopportano che un bravo poliziotto, che la mattina si era fatta la barba e preso il caffè senza nessuna intenzione di fare del male a chicchessia, spari per sbaglio (per un riflesso automatico) a una canaglia banlieusarde, disarmata e già controllata (dettagli) e allora mettono a ferro e fuoco tutte le città francesi per tre giorni. Che Imparassero dall'Italia, dove quattro poliziotti hanno buttato un disabile rom giù dalla finestra a Primavalle e nessuno ha mosso un dito. Dove vari migranti sono stati ammazzati perché pretendevano il salario arretrato ( ma siamo matti?) o rubavano lamiere in cantieri dismessi per costruirsi una baracca dove dormire dopo il lavoro nei campi (bella pretesa!),suscitando qualche ore di sciopero e accorate interrogazioni parlamentari. Dove c'è un deputato nero (che bizzarria, un ex-bracciante che si permette di parlare un italiano forbito in un consesso dove i colleghi parlano come mangiano), ma quando prende la parola è subissato da lazzi e ululati belluini. Mica espellono gli urlatori, come fanno in Francia (paese incivile e repressivo), qui siamo liberi, è il paese delle curve razziste, degli omicidi impuniti di ambulanti, barboni e mendicatnti molesti, sensa sciocchi riguardi alla fama e alla ricchezza (sì, facciamo il verso della scimmia pure a Lukaku, vedete come siano egualitari). In Francia per queste cose si incazzano, sanzionano eletti del popolo , allenatori di successo, incriminano perfino il poliziotto di cui sopra quando la fa troppo grossa. Saccheggiano i negozi Nike e i supermercati, appiccano fuoco dappertutto, come se si trattasse delle loro pensioni o di fondamentali diritti democratici violati. Un paese di teppisti, insomma, che hanno un dignitoso salario minimo, vanno in pensione, finalmente!, a 64 anni, fanno figli perché le coppie godono di congrue facilitazioni, ma teppisti restano, rivoltosi.
E se invece quel relativo benessere se lo sono meritati perché fanno casino? Se la lotta contro l'ingiustizia dei settori sfavoriti– che ha tanti aspetti scomodi e violenti, signora mia non ci piove – fosse un segno di civiltà e prima ancora di vitalità rispetto all'assordante silenzio italiano? Se si delineasse una convergenza fra poveri e sfruttati al di là della struttura razziale e coloniale?
Ma che brutti pensieri vengono con il caldo estivo, meno male che resiste la pax meloniana."
Augusto Illuminati
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lunamarish · 3 months
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La mia mente vaga da sola e va in luoghi così lontani e isolati che nessun altro riuscirebbe a ritrovare la strada.La mia mente potrebbe viaggiare per migliaia di chilometri in pochi secondi, solo per tornare indietro con più domande sulla morte, sull’amore e sul significato dell’esistenza.Ho una mente che non riesco a raggiungere, un uragano di emozioni avvolto in un unico, enorme groviglio dentro la mia testa, che cerca di farmi impazzire. Ho una mente che non può davvero essere domata.
Resto a letto per giorni. Qualche ora dopo, potrei ritrovarmi su un tetto e urlare per l’intensa euforia che mi riempie le vene, con una magia che il mio corpo trova incomprensibile ma a cui si adatta lo stesso. Sono un’altalena terrorizzata, che un momento prima vola tra le stelle e quello dopo cade giù con tutta la sua forza. Ho così tanto amore da dare, eppure sono incapace di farlo. Dentro di me ci sono due mostri che combattono per un primo posto dove al vincitore non spetta altro che dolore.
Quando sono sovraeccitata, sono la regina del mondo. Me ne vado in giro con una sicurezza che nessuno può compromettere. Sono una vincente, sono imbattibile, posso fare qualsiasi cosa. Posso fare in modo che inizi a piovere. Posso far sì che smetta. Posso cambiare il modo in cui vedete il mondo e provo pena per chi non lo guarda attraverso i miei occhi. Mi dispiace per quelle povere anime che non riescono a trovare la luce alla fine del tunnel. Sono entusiasta, sono amorevole. Voglio vedervi felici, non voglio mai vedervi piangere. Voglio che dimentichiate le ferite che il mondo vi ha riservato, e che vediate tutta la bellezza che contiene. Sono in cima al mondo e niente e nessuno può toccarmi.
Poi crollo. Voi non siete voi e io non sono io. E il mondo sta per finire. Questa vita è la nostra punizione. È quello che ci spetta per aver pensato di meritare felicità e amore. Spegnete le luci e andatevene perché non c’è speranza e io morirò da sola. Se mi vedete piangere, fate finta che non stia accadendo perché niente di quello che direte cambierà il fatto che sono disperata e pronta a morire. Non potete salvare me, non potete salvare voi stessi. No, non uscirò stasera, andate senza di me ragazzi. Mi spiace che non riusciate a sentirmi presente. Mi dispiace di essere sempre così triste. Chiedo scusa se riesco a parlare solo di perdita. Scusate, perché non so più come parlare. Perché siete ancora qui? Andate, correte! Via! Non meritate una persona come me nella vostra vita, perché sono fatta di dolore e dovreste davvero andare, adesso. Non riesco a controllare ciò che faccio, le mie mani non mi appartengono. Non so dove sto andando.
Non è momentaneo. Non è una fase. Non è la parte in cui piombate da me per dirmi che le cose andranno meglio, perché non è quello che ho bisogno di sentire. Quello di cui ho bisogno, ma di cui non parlerò mai, è sapere se resterete o ve ne andrete. Se riuscirete a sopportare qualcuno che cambia continuamente personalità, come nel gioco dei mimi. Se un giorno vi sveglierete e deciderete che è troppo, che non potete gestirla.
Sono cose che non dirò mai perché sono troppo orgogliosa e perché non piangerò quando un giorno deciderete di allontanarvi da tutto questo. Farà male, ma non lo saprete mai. Mi squarcerà in due, ma vi mostrerò soltanto che non siete mai stati importanti per me. Non ci proverò, non supplicherò. Mi richiuderò la porta alle spalle nel momento in cui vi sentirò titubare, perché la vita mi ha già dato abbastanza lezioni su come essere sola.
Perciò, mi dispiace se pensate che io sia fredda, distante. Mi dispiace che parliate incessantemente della mia folle capacità di essere totalmente autonoma, a volte. Mi dispiace se, ogni tanto, vi sembro egoista o minacciosa. Posso soltanto mettere nero su bianco quello che sento. Se state leggendo, allora dovreste sapere che vi amo, nel miglior modo in cui posso farlo. L’unico modo in cui posso farlo.
(via huffpost)
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tuttalamiavitarb · 1 year
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Kafka , de noattri
Da circa 6 mesi ho un dolore tremendo sotto un piede, provato di tutto umano ed equino, non passa.
Un amico mi dice, prova dal professor Coso, è un osteopata,ed è un genio
Il professore coso riceve su appuntamento ,vicino al piazzale Michelangelo, location che di solito vuol dire emorragia finanziaria.
Infatti il professore coso si prende 120 al nero o 150 con fattura
Propendo per il lato oscuro
3 volte , e risolviamo. mi dice il professore coso
240 euri spesi.
Mi ha massaggiato , tirato, scrocchiato , pestato dappertutto tranne nel punto interessato che fa male esattamente come quando avevo 240 euro in più.
360 euri spesi.
Provo a parlare col professore, facendo presente che ,per carità m ha ringiovanito di 20 anni dappertutto ma se magari provasse ad appoggiare le sue manine magiche sotto al mio piede sx magari ne usciamo un po' prima.
I problemi non si risolvono a valle ma a monte, si fidi di me.
Mi fido.
480 euri spesi .
non ho più un dolore in tutto corpo, mi piego come un fachiro, mi posso allacciare le scarpe da impiedi, ma il sotto del piede mi dà il tormento.
Punto della situazione difronte alla mia perplessità il professore Coso prende appunti.
Ha subito qualche trauma nella zona del volto nell' ultimo anno?
Si, ho perso un dente in una rissa.
Ed ha avuto altri traumi al volto in quella sede?
No, non è stata una vera e propria rissa, diciamo che una prostituta, offesa perché non intendevo usufruire dei suoi servigi, mi ha tirato un portagioie di avorio che ha colpito il dente, che è saltato. Fine
È colpa del dente
Il dolore sotto il piede è colpa del dente?
Si fidi , adesso che conosco la causa 5/6 sedute al massimo e risolviamo.
Dottore io mi fido, ciecamente, ma vede io faccio il contractor, a me mi pagano quanto il lavoro è finito.
Quindi Io mi fido e verrò tutte le volte che riterrà opportuno. Ma anche lei si deve fidare di me, ho intenzione di pagarla, in unica soluzione e senza battere ciglio, quando il dolore sarà migliorato.
Ecco l ha presa benissimo
ha iniziato ad urlare, battere i pugni sul tavolo, paonazzo in volto come se gli avessi messo π/2 la mamma.
Persona venale! Persona ingrata! Persona infida
Se ne vada! Vada via e non torni più pezzente
Io ho provato a farlo ragionare, e per tutta risposta lui ha iniziato a schiaffeggiarmi e spingermi.
Ecco adesso mi serve un osteopata ed un penalista.
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nitroglycerin-a · 25 days
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Penso che a mio padre da piccolo gli abbiano aperto la scatola cranica e gli abbiano pisciato dentro sennò non si spiega quanto è un deficiente del cazzo, speravo di non dirlo ma tra lui e un complottista boomer medio razzista misogino omofobo apologista dello stupro (e nemmeno sa che mi è successo e se lo sapesse sono sicura troverebbe un modo per dirmi che è stata colpa mia) preferenza sulle minorenni illetterato mezzo analfabeta non c’è alcuna differenza anzi sono proprio la stessa persona, che vergogna, quando dico che la mia personalità si è formata in modo completamente indipendente senza nessun singolo stimolo da parte di entrambi perché sono solo 1) un’automa disilluso lobotomizzato dal sistema che lavora solo come uno schiavo e che poi sta a casa ad odiare lo stesso sistema che serve inconsapevolmente 2) una donna depressa, asociale, senza scopo se non quello di servire mio padre come una mamma, entrambi non hanno mai letto un libro, entrambi sono così profondamente frustrati, entrambi vivono male, malissimo, anzi viviamo tutti male qua dentro, mio padre non crede nelle malattie mentali ma non sa che è completamente senz’anima ormai e che si vede trovi unico scopo di svegliarsi la mattina quello di andare a lavorare, prende la pensione e viene pagato in nero per il 90% perché ha competenze e brevetti a non finire ed è arrivato a prendere 4 k al mese (mai fatte in tutta la sua vita ste cifre ovviamente; operaio da sempre) ma lo stesso vive come uno stronzo che non arriva a 900 euro perché alla fine a lui dei soldi non frega niente, lui lavora perché sennò si uccide; che tristezza che peccato che spreco, non c’è mai stata una volta in cui sia stata trattata da vera figlia, o un accollo o un pupazzo, nessuna via di mezzo
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canesenzafissadimora · 2 months
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Vieni a prendermi. Tienimi, non abbandonarmi come si fa coi deboli di successo. Sono la maga delle onde, sono la mia pozione, sono il miracolo che non sai. Sono l'andare e venire. Come faccio a dire il mare, dire dove mi porta, dove mi tiene, dove mi tace, dove mi parla e mi racconta la trasparenza del velo d’acqua, come faccio a dire del rumore che scava, mi scova, mi fissa, mi buca il cuore e mi agonizza, mi balla sulle vene asciutte, mi resuscita, come faccio se tu non mi vieni a cercare? Come fai senza me? Come faccio a non ascoltare il mare quando gli mostro la nuca del ritorno. S'è fatto tardi e dice: aspetta, aspetta, lasciami le parole, le lavo col sale, dove vai, resta qua che ti racconto i baci delle conchiglie, i segreti della moltiplicazione dell’acqua, l’ordine misto dei sassi sul fondale!? Come faccio a non ascoltare l'ordire ardito del mare? Vieni a prendermi, dico a te. Quando il mare dice: vieni che ti svelo la storia delle sillabe del vento sulla riva dove il fiato muore sotto il nero di seppia, vieni che ti racconto l’odore del sale, della vittoria, del dolore andato a male, vieni, resta, non andare via, ascolta la musica ai tuoi piedi che batte il tempo della costanza infinita, la fedeltà di ritorno dell'onda, come te lo racconto l’amore liquido dell’acqua, se te ne vai, come? Tienimi, non abbandonarmi come si fa coi deboli di fortuna. Sono la maga delle onde, sono la mia pozione, sono il miracolo della parola, vuoi sapermi? Vieni a prendermi, dico a te, e poi tienimi.
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umi-no-onnanoko · 9 months
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Sono strana lo so, quasi un ossimoro vivente tant'è che spesso di come io sia non ci si capisce proprio niente.
Ho come due sfumature preponderanti in mezzo ad una tavolozza di mille altre tonalità.
Sono sensibile, ma posso essere acida.
Sono forte, ma fragile come il cristallo.
Sono leggera come una piuma e pesante come un masso.
Parlo piano, ma come una macchinetta per paura di dimenticare di dire qualcosa di importante.
So quanto valgo, ma a volte ho bisogno di rassicurazioni.
Sono calma come il fiume che scorre, ma distruttiva come il vulcano che erutta.
Sbatto, inciampo e cado, ma ho sviluppato abbastanza resilienza da rialzarmi ogni volta.
So stare sola, ma so chiedere aiuto.
Amo la mia solitudine, ma amo ancora di più chi mi apporta la sua compagnia.
Amo l'amore quello romantico, ma ci vuole anche la dose passionale.
Sogno ad occhi aperti, ma so essere concreta.
Preferisco dire la verità, ma posso risultare dura.
Da fuori sembro fredda e distaccata, ma dentro sono come la cioccolata calda con la panna.
Aiuto sempre e odio le ingiustizie, ma sono la prima ad andarmene se mi fai del male.
Sono empatica e sensibile, ma anche permalosa.
Somatizzo gioia e malessere.
Parlo poco, ma so ascoltare.
Se vedo qualcuno felice mi sento felice e se sento qualcuno soffrire e star male mi spengo.
Sento sempre tutto amplificato, non c'è un volume più basso a volte.
Non so esprimermi bene a parole, ma so scrivere.
Sono ansiosa, ma so gestire le situazioni difficili.
Mi piace il rosa, ma vesto di nero.
Ascolto la musica rock insieme alla classica.
Mi piace essere e non apparire.
Sono una ottantenne in un corpo da ventenne.
Ho le mani fredde, ma il cuore caldo.
So parlare in silenzio.
Essere così caotica a volte è difficile, a volte essere strana e diversa, altre una condanna.
Starmi vicino a volte è complicato, potrei aver voglia di spiegarti come sto, ma non riuscire a farlo.
La mia vita è come stare sulle montagne russe, ma questi alti e bassi la rendono ricca e pregna di significato.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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gabryellamoon · 6 months
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Sai che dentro ho un mare nero che s'illumina?
Sei capace a trasformare il male in musica
E ti ritrovo ovunque vada
Nelle canzoni e in autostrada
Perché sei la mia condanna e la cura
Tumblr media
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situazionespinoza · 8 months
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Voci
Da quando ho avuto la diagnosi di OCD e depressione, cioè da 1 anno e mezzo a questa parte, il mio ragazzo ha iniziato ad attribuire a suoi comportamenti normalissimi l'etichetta di ossessioni.
Se si soffia il naso due volte di fila non è perché è raffreddato, ma perché ha "l'ossessione del muco".
Se fuma una canna e gli viene una paranoia non è perché la marijuana l'ha preso male, ma perché ha "l'ossessione del fumo".
Se conta il numero di pagine che mancano alla fine del capitolo che sta studiando non è perché vuole semplicemente sapere quanto ancora deve stare seduto alla scrivania, ma perché ha "l'ossessione di sapere".
Io non gli dico nulla, mi limito a sorridergli e a cambiare discorso. Non provo sinceramente alcun fastidio quando lui o altre persone attribuiscono la definizione di una patologia a loro azioni e reazioni perfettamente nella norma. Piuttosto, mi fa ridere la loro ingenuità.
Il mio ragazzo non sa - e mi auguro che non sappia mai - che il problema non sono tanto le ossessioni quanto le compulsioni.
Lui e tutte quelli che credono fermamente che essere fissati con l'ordine e la pulizia sia disturbo ossessivo compulsivo, non sanno che il vero problema non è il disordine ma le azioni più semplici.
Per un anno ho avuto paura di tenere in mano i coltelli da cucina, perché ogni volta che ne afferravo uno immaginavo di piantarmelo nei polsi.
E visto che in quello stesso anno lavoravo nella cucina di un pub, quindi non c'era modo di fuggire alla persecuzione dei coltelli, la soluzione che avevo escogitato era quella di indossare sempre i guanti in nitrile. "Così c'è una distanza tra me e i coltelli", mi dicevo.
Per le stesse ragioni mi viene da ridere quando sento una persona triste definirsi depressa.
Darei volentieri via l'anima per potermi sentire semplicemente triste per qualcosa, piuttosto che sprofondare in un baratro nero ogni due settimane senza uno straccio di ragione reale.
La mia mente non è fatta come quella della maggior parte delle persone. Per accettarlo ci ho messo più di vent'anni.
E' come se dentro di me abitassero delle Voci che ogni tanto iniziano conversazioni tra loro stesse, fregandosene di quelli che sono i miei bisogni e i miei impegni reali.
Queste Voci spesso ripetono frasi sentite dalla mia famiglia. "Non vali un cazzo". "Sei una puttana." "Sei disgustosa". "La tua laurea è inutile." "Hai sprecato la tua intelligenza". "Statti zitta che non capisci un cazzo". "Che cazzo piangi, non hai problemi".
Altre volte tirano fuori le parole delle persone con cui ho lavorato. "Come fai a non capirlo?" "Ma ci sei o ci fai?" "Tu non hai idea di cosa sia il burnout".
E per funzionare a dispetto di queste voci, mi trovo costretta a fare delle cose che sono oggettivamente strane.
Controllare le posate prima di mangiare. Sistemare le scarpe in un dato modo. Grattarmi fino a scorticare la pelle. Trascorrere ore e ore e ore con le cuffie addosso anche senza ascoltare niente. Lavare il bagno tante di quelle volte da consumare le piastrelle.
Non sono cose che voglio fare. Si tratta di azioni che devo svolgere per far stare in silenzio le Voci.
La cosa più esilarante è che se io spiegassi al mio ragazzo o alle altre persone che nella mia testa abitano queste voci, finirei per essere etichettata definitivamente come pazza da TSO.
Quindi mi rassegno ad ascoltare la loro "depressione" e le loro "ossessioni" con un sorriso sulle labbra e un sospiro nel cuore.
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