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#il sapore della vendetta
wolfman75 · 2 months
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questo articolo avrete il dubbio, come me, su cosa effettivamente arrivi sulle nostre tavole. Non sono certamente un fobico, ma qualche volta mi è capitato di pensare a quale carne effettivamente ci venda il macellaio all’angolo, se ci dia maiale o carne di cane, o ancora peggio, carne umana. Ormai non dovremmo stupirci di nulla: proprio recentemente sui giornali è apparsa la notizia di carne infettata dal virus HIV; prima di questo si è parlato di carne di ratto servita in alcuni ristoranti cinesi; ancora prima di carne di serpente al posto di quella di coniglio …
Ricordate quella volta in cui la carne aveva un sapore strano? Siete davvero sicuri di non aver mangiato carne di qualche animale insolito spacciata per vitello o maiale? E non vi è mai passato per la testa che almeno una volta nella vita potreste aver comprato un panino con all’interno carne umana? Questo articolo vi dimostrerà che può succedere!
Comincio con le stesse parole del killer, Joe Metheny, intervistato in prigione poco tempo dopo la sentenza.
«Ti dirò di me, di quello che sono adesso, cioè da quando sono bloccato in prigione. Ho 48 anni, peso circa 205 kg, ma questo non è solo grasso. Sono qui in questa cella da quasi otto anni, ma quando qualcuno è condannato a diverse pene di vita senza possibilità di liberazione anticipata il tempo non è più importante.
Merito di essere qui perché mi ha processato gente giusta che ha fatto giustizia. Ha! Ha! Sono stato condannato solo per due omicidi e un rapimento; lei però mi è sfuggita …
Per il primo omicidio sono stato condannato a vita senza la possibilità di richiedere un rilascio anticipato; per il secondo mi hanno dato la pena di morte e per tre anni ho atteso nel braccio della morte in Maryland. Alla fine hanno cambiato la mia condanna e mi hanno dato un’altra condanna a vita senza alcuna liberazione.
Ho ucciso sette persone, tre uomini e quattro donne. Due uomini li ho fatti a pezzi con la mia ascia sotto un ponte nel sud di Baltimora; sotto lo stesso ponte ho ucciso altre due donne e un uomo che stava pescando: lui era nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La polizia ha controllato quel posto circa tre anni dopo, quindi non hanno trovato nulla per condannarmi per quegli omicidi.
La mia frenesia assassina era motivata da un desiderio di vendetta, ma il gusto del sangue mi ha anche dato la meravigliosa sensazione di potere ogni volta che privavo qualcuno della sua vita.
Tutto è iniziato nel luglio 1994. Al tempo lavoravo come camionista. Una notte sono tornato a casa e quando ho aperto la porta e acceso la luce ho notato che non c’era più niente: la mia donna ha preso tutto, incluso mio figlio, e mi ha lasciato.
Avrei anche accettato la sua fuga, ma lei mi ha preso il mio figlio di 6 anni. L’avrei pagata per scomparire dalla mia vita: tutto quello che doveva fare era portare mio figlio a mia madre e poi tutto sarebbe andato bene.
Sei mesi più tardi ho saputo che viveva in un’altra parte della città con qualche idiota che la stava imbottendo di droghe. Sono stati beccati per il possesso e l’uso di quelle schifezze e mio figlio è stato portato via perché lo trascuravano e lo hanno picchiato. Così ho raccolto tutto il mio odio per i due che hanno fatto male a mio figlio e sono andato a cercarli. Ho saputo da qualcuno che erano sotto quel ponte e stavano dormendo con i senzatetto che erano lì.
Non erano lì, ma ho trovato due nani che avevano visto insieme a loro. Li ho fatti a pezzi e credo che nemmeno se ne siano accorti.
Quella stessa sera ho attirato sotto il ponte la prima cagna. Ho cercato di farmi dire dove fosse mia moglie, ma lei ha detto che non sapeva niente, quindi l’ho picchiata, l’ho violentata e l’ho uccisa. Ho gettato il suo corpo nei cespugli e sono andato a cercare un’altra cagna. Ho fatto la stessa cosa di quella precedente, ma quando l’ho gettata in mezzo ai cespugli ho notato un nero che mi stava guardando. Così ho preso un tubo metallico che era nella spazzatura e gli ho spaccato il cranio. Alla fine ho gettato tutti nel fiume …
Era una notte davvero difficile per me: cinque omicidi in circa sette ore. Due settimane e mezza dopo sono stato arrestato e accusato di aver ucciso i due nani con l’ascia. Ho trascorso quasi 18 mesi di carcere a Baltimora, in attesa del processo. Il processo è durato una settimana ed è stato chiuso per mancanza di prove.
Ho attirato ancora due puttane nel mio rimorchio, ma nemmeno loro sapevano dirmi nulla di mia moglie. Le ho uccise e ho fatto a pezzi i loro corpi; ho tagliato la carne e l’ho messa nei contenitori e poi nel congelatore.
Nei fine settimana aprivo un piccolo bar su ruote e vendevo sandwich di maiale e carne di manzo: mi dicevano tutti che erano buonissimi anche se non sapevano che in mezzo a quei panini c’erano i pezzi di quelle puttane. La carne umana ha un sapore simile alla carne di maiale e se mescolate questi due tipi di carne nessuno sente la differenza.
Tutto è andato bene finché non ho finito la carne speciale. Così ho invitato un’altra puttana sul mio rimorchio. Ho cominciato a strapparle i vestiti e lei iniziò ad urlare, ma oltre a me non c’era nessuno che la sentisse. E io me la ridevo.
Mi sono voltato per un secondo e quello è stato il mio errore, perché quella troia è riuscita ad uscire dalla porta prima che potessi agguantarla. Quella cagna si arrampicò sui pallet del giardino come una scimmia e saltò oltre il recinto, dove un ragazzo si fermò e la portò alla stazione di servizio, dove hanno chiamato la polizia. Sapevo che i poliziotti erano in zona, ma me la presi con calma: ho preso i suoi vestiti, ho preso le chiavi e sono uscito. Non ho fatto in tempo a tornare a casa che è arrivata un’auto e uno sbirro ha tirato fuori una pistola dicendomi di sdraiarmi per terra. È così che finisce la storia.
Mi hanno arrestato. L’unica cosa che mi rammarica è che non ho ucciso i due figli di puttana che volevo uccidere. Questa è la mia storia, terribile ma vera. Quindi, la prossima volta che scendete in strada e notate un barbecue su ruote che non avete mai visto prima, ricordate questa storia prima di mangiare il vostro panino. Non potete sapere cosa state mangiando davvero. Ha! Ha!»
Questo lungo monologo riassume effettivamente i crimini di Joseph Roy Metheny. Durante l’ultimo processo, quello per l’assassinio di Cathy Ann Magaziner, Metheny confessò di averla uccisa nel 1994 e fornì tutti i dettagli per ritrovare ciò che restava del suo corpo, ovvero le parti non utilizzate per i suoi “speciali” sandwich di carne e seppelliti in un bosco poco distante dal suo luogo di lavoro. Metheny stesso supplicò il giudice di dargli la pena di morte, ma i suoi avvocati riuscirono a convincere in appello la giuria che il suo era stato un omicidio senza scopo di furto (un’aggravante che consente di deliberare la pena di morte) e la sua pena si tradusse in una seconda condanna all’ergastolo.
Metheny stava già scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Kimberly Spicer nel 1996 e 50 anni di carcere per tentato stupro e sequestro di Rita Kemper, la ragazza che scappò dal suo rimorchio e riuscì ad andare alla polizia.
Vi risparmio in questo caso tutta l’infanzia di Joe Metheny, anche perché, stando alle dichiarazioni della madre Jean, non ha mai avuto traumi tali da sviluppare il mostro che è diventato da adulto. Veniva descritto come intelligente e non si tirava indietro dai lavori pensanti. La morte del padre quando era piccolo non lo segnò particolarmente e una volta terminato il servizio militare si diede subito da fare per guadagnarsi da vivere.
I colleghi di Metheny lo descrissero come una persona comune, ovviamente molto più imponente degli altri, ma anche in caso di litigi nessuno avrebbe mai pensato che avesse potuto uccidere qualcuno.
Il caso di Metheny ha però un punto oscuro: la moglie non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito e oggi non si sa dove viva. Nelle dichiarazioni dell’assassino è evidente che anche dopo anni di prigione mostrava un risentimento verso la sua compagna colpevole di essere scappata di casa, ma ci sarebbe da capire se gli omicidi, il cannibalismo e la vendita di carne umana siano scaturiti dalla rabbia o da una perversione di Metheny al di là della ragione.
Termino l’articolo facendo un po’ di ordine sugli eventi, perché del monologo di Metheny si capisce poco il lasso temporale.
Metheny ha dichiarato di aver iniziato ad uccidere nel 1994, dopo la fuga della moglie. Gli omicidi di quella notte non sono mai stati provati perché si indagò quasi quattro anni dopo su di loro, ma in quell’anno fu trovato il corpo mutilato della 28enne Toni Lynn Ingrassia lungo la Interstate 95, a breve distanza dalla società di trasporti per cui lavorava Metheny. L’uomo fu sospettato anche di quell’omicidio, ma non trovarono prove sufficienti ad accusarlo (sebbene in carcere rivendicò anche quell’omicidio).
Nel 1995, Metheny attirò le prostitute Cathy Ann Magaziner, 45 anni e Kimberly Spicer, 26 anni nel suo rimorchio dove le violentò, le strangolò e le fece a pezzi per mangiarne alcune parti e rivenderne altre sotto forma di panini di carne.
Il 19 dicembre 1996 Joe Metheny, ormai 41enne, fu arrestato per il sequestro, il tentativo di stupro e il tentato omicidio della 37enne Rita Kemper. Le indagini sul luogo dei fatti portarono al ritrovamento dei resti del corpo decomposto di Kimberly Spicer, che furono trovati sotto un rimorchio nei pressi dell’azienda.
Fu condannato a morte il 13 novembre 1998, ma la sua pena fu commutata in appello al carcere a vita il 24 luglio 2000.
Joe Roy Metheny nella sua prigionia ha confessato di aver ucciso 10 persone nella zona di Baltimora e di averlo fatto anche per mangiare carne umana e servirla nel suo barbecue su ruote ai suoi clienti del weekend.
Metheny è morto proprio di recente , il 5 agosto 2015 all’età di 62 anni: è stato trovato accasciato a terra da una guardia carceraria nel Maryland, dove stava servendo due condanne a vita. La morte sarebbe avvenuta per infarto.
Fonte: https://www.ilparanormale.com/serial-killer-e-delitti/joe-metheny/
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orianagportfolio · 7 months
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«Quando lei è felice, il nostro caffè è più buono», forse la morale è questa, ho bisogno che lo sia. Sclero di Edoardo Vecchioni il libro che fa pensare. / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 59/60, dicembre 2021/gennaio 2022.
Forse perché è Natale. Forse perché ho finito di leggere il libro in treno con Michael Bublé nelle orecchie. Ma è l'ultima frase di Sclero che mi rimane in testa più di tutto il resto della rocambolesca storia scritta da Edoardo Vecchioni: «E quando lei è felice, il nostro caffè è più buono». Forse la morale è questa. O forse ho bisogno che lo sia. È la felicità che porta il buono. Non la frustrazione, non il rancore, non il bisogno di rivalsa, né la vendetta.
Cornelio, il protagonista di Sclero, è arrabbiato per la maggior parte del tempo. Vaga, per la maggior parte del tempo. Il mondo che vede intorno è distorto. Ma è questo l'effetto che fa una diagnosi cronica prima dei trent'anni. E se è degenerativa, come la sclerosi multipla, l'unica promessa che ti fa è che sarà sempre peggio. Ed è normale arrabbiarsi, sentire tutto, specialmente il negativo, amplificarsi ogni minuto che passa. Se poi la tua ragazza ti lascia perché non regge l'idea della malattia, ti cornifica col tuo migliore amico, ti trovi solo. Solo e arrabbiato. E se, per caso, ti capita di trovarti nelle mani di un altro, solo e arrabbiato più di te, che si propone come mentore, via d'uscita da quella rabbia e quella solitudine, beh, è facile che il tuo mondo si ribalti.
È difficile definire il romanzo di Edoardo. Ma è difficile sempre entrare nella testa di «uno di noi», B.Liver, ragazzi che con la malattia vanno a braccetto anche quando non te ne accorgi, quando è invisibile, quando ci ridono sopra perché faccia meno paura. Il nostro cervello diventa facilmente un labirinto intricato e impenetrabile, complesso da raccontare. Il cocktail di emozioni ha sapori strani, mai completamente felice, mai completamente arrabbiato, oppure sì, anche troppo. L'unica forma plausibile è suo fedele riflesso: un racconto strano, un'avventura che inizia romanzo di formazione, tocca lo splatter alla Tarantino, si rivela poi thriller, con romantico finale. Sembra e diventa tutto e il suo contrario.
Vi è mai capitato di sbagliare barattolo, e mettere il sale nel caffè, al posto dello zucchero? Ecco, a volte vivere con una malattia cronica, un passato orrendo, un trauma mai risolto, ha lo stesso sapore. In questo, molti personaggi di Sclero si somigliano: Angelo, affetto da nanismo e per questo abbandonato, Cornelio, neodiagnosticato con sclerosi multipla, Yayo, suo migliore amico, disorientato dai suoi cambi di rotta, Napoleone, doppiatore cinico ma con un gran bisogno di tenerezza... Tutti hanno una scelta. Rifilare per rabbia un pessimo caffè col sale a chiunque incontrino, o perdere un secondo in più, respirare profondamente e decidere di zuccherarlo.
«E quando lei è felice, il nostro caffè è più buono». Vale anche il contrario: se il caffè è buono, e me lo fai «sentire», io di riflesso torno felice. E non perché la rabbia, la frustrazione, la solitudine spariscano. Torneranno. Ma quel caffè concede una tregua, ossigena il cervello, fa dormire qualche ora in più, la visione del mondo è meno distorta.
Ed è più difficile che un nano sadico e fissato con gli imperatori romani ti usi come un burattino, usando la tua umana debolezza a suo disumano vantaggio. È il ruolo di Ambra, che da sempre lavora ad AmikaMokA, il bar dei suoi, e grazie a quel caffè non si limita a deliziare i clienti, ma li salva, in molti modi.
È difficile dire se, o a chi, consiglierei di leggere il romanzo di Edoardo Vecchioni. Non è semplice. Anzi, rasenta l'assurdo. Ma è il nostro mondo. Benvenuti tra i B.Liver. Vi va un caffè?
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weirdesplinder · 7 months
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#Podcast Amiche di Drama e Trama: Age gap 
Oggi io e la mia amica Manuela parliamo di differenza d’età all’interno dei drama asiatici. E’ un tema in auge che la coppia protagonista abbia una a volte notevole differenza d’età oppure no? La cosa di piace? E’ di moda che sia lei più matura e lui più giovane? Questo e molto altro nel nostro piccolo podcast se lo vorrete ascoltare.
Se l’argomento vi interessa ecco anche una piccola lista di drama su questo tema:
- Love me again (thai drama)
Trama: una donna innamorata di un uomo più giovane, insicura dei sentimenti di lui, si traveste e riesce ad entrare a far parte del gruppo di cantanti di cui lui è agente in modo da stargli accanto. Inutile dire che questo scambio di persona creerà un sacco di problemi ad entrambi.
- Something in the rain
Rakuten Viki link: https://www.viki.com/tv/39776c-something-in-the-rain
Trama: Yoon Jin Ah ha 35 anni. Lavora come responsabile in una famosa catena di coffee  shop. È piuttosto ottimista su molte cose, ma di recente è stata  scaricata dal suo ragazzo. Anche la sua migliore amica Seo Kyung Seon  ha 35 anni e lavora nello stesso settore. La vita cambia improvvisamente per Yoon Jin Ah quando il fratello minore della sua migliore amica Seo Joon Hee   torna in Corea del Sud dopo tre anni vissuti negli Stati Uniti. Questi  ha lavorato come designer di personaggi presso una casa di videogiochi. È  passato molto tempo da quando Yoon Jin Ah ha visto o pensato a Seo Joon  Hee, ma i due iniziano a passare un po' di tempo insieme e a provare  un'attrazione reciproca. Dato che Seo Joon Hee ha quattro anni meno di  Yoon Jin Ah, gli usi e costumi tradizionali ostacolano la loro  relazione. Ma a Cupido sembra importare poco delle convenzioni. L'amore  avrà la meglio? Oppure la tradizione e le pressioni sociali saranno un  ostacolo troppo grande?
- One spring night (kdrama)
Netflix link: https://www.netflix.com/search?q=one%20spring%20night&jbv=81094069
Trama: Sentendosi intrappolata in una relazione stantia durata quattro anni e riluttante a fare il passo successivo verso il matrimonio, quando Lee Jung In si imbatte una mattina nella farmacia di Yu Ji Ho, alle prese con i postumi di una sbornia dopo una notte passata a bere con la sua amica, accade un colpo di fulmine.  Ciò che inizia come un'innocente interazione quotidiana, si sviluppa in un attaccamento più profondo quando i due si ritrovano attratti l'uno dall'altro. Si imbarcano in un'amicizia segreta mentre navigano nel campo minato delle aspettative familiari e sociali. Lui è più giovane ed è un ragazzo padre, mentre lei ha ancora un fidanzato.
- Search www (kdrama)
Rakuten Viki Link: https://www.viki.com/tv/36618c-search-www
Trama:  La trentenne maga della tecnologia Bae Ta Mi sta vivendo un momento di grande successo, rivestendo il ruolo di responsabile di un motore di ricerca chiamato Unicon.Bae  Ta Mi crede vuole concentrarso esclusivamente sul rendere Unicon il più famoso motore di ricerca della Corea... ma la sua esistenza viene  stravolta quando, dopo un'udienza in tribunale, si ritrova  improvvisamente senza lavoro a causa di un complotto  architettato dalla sua ex mentore Song Ga Kyung. Ancora scossa e depressa incontra Park Mo Geon, un autore di musica per videogiochi che prova chiaramente dei sentimenti nei suoi confronti.Bae  Ta Mi decide di vendicarsi di Song Ga Kyung andando a lavorare per il  più grande rivale di Unicon, Baro, dove deve collaborare con la  direttrice Cha Hyun che ha da ridire su tutto e che è anche un'esperta di judo.La  vendetta avrà un sapore dolce per Bae Ta Mi? E riuscirà a trovare un  equilibrio tra la sua storia d'amore appena sbocciata e la frenetica  vita lavorativa?
- She would never know (kdrama)
https://www.iq.com/album/she-would-never-know-2021-1udb7v50bt5
Trama: Yoon Song Ah lavora come direttrice marketing in un’azienda di cosmetici. Le piace il suo lavoro e un giorno sogna di poter lanciare un suo brand di prodotti.  Chae Hyun Seung è un suo collega più giovane che si innamora di lei e cerca di corteggiarla, ma lei non vuole cedere a causa della loro differenza d’età.  
- Find yourself (kdrama)
Netflix link: https://www.netflix.com/title/81137134
Trama:  L'azienda di He Fan Xing rischia di essere acquisita mentre la sua relazione con Yuan Song, più giovane di lei, deve affrontare pressioni sociali a causa della differenza di età. I colpi consecutivi nel suo lavoro e nella sua vita amorosa la spingono in un pantano emotivo ed è durante questo periodo che Ye Lu Ming entra nella sua vita. Lui è più vecchio di lei,  maturo, stabile e ben informato. Diventa il life coach di He Fan Xing e la fonte del conflitto tra la coppia. Per He Fan Xing, non è semplicemente questione di scegliere l'uomo che ama, ma anche di considerare le contraddizioni derivanti dall'adozione della mentalità tradizionale sul matrimonio in Cina.
- My Fated boy (kdrama)
YOUTUBE link: https://www.youtube.com/watch?v=ADgzXJKiNWM
Trama:  Da piccoli Lin Yang e il suo vicino di casa Lu Zheng An erano  inseparabili, nonostante lei fosse più  grande di lui di sette anni, e ne combinavano di tutti i colori, per la  disperazione dei loro genitori anch’essi grandi amici. Ora trentunenne,  Lin Yang lavora in un ufficio e vive in  affitto. La sua vita non è andata proprio come sperava, ma riesce  comunque a  barcamenarsi. Tuttavia un giorno, i suoi ricordi del passato tornano   con prepotenza quando Lu Zheng An, ora 24enne, ritorna a casa dopo essersi laureato  all’estero. Lei non lo sa, ma lui la ama da sempre e ora che è adulto è  intenzionato a riaccendere la loro  amicizia e a far nascere una storia d'amore tra loro, inserendosi a  forza nella sua vita con ogni sotterfugio possibile. Lin Yang lo vede  ancora come il ragazzino con cui giocava da piccola, ma più tenpo  passerà con il ragazzo che ora è diventao un uomo molto attraente più la  sua propsettiva cambierà, anche perchè lui farà di tutto per  conquistare il suo cuore.
- I need romance (kdrama)
Netflix link: https://www.netflix.com/search?q=i%20need%20love&jbv=81415953
Trama:  Una donna di trentatre anni direttore marketing presso un'azienda che si occupa di televendite legate al settore dell’abbigliamento canali pur di vaere successo nel lavoro ha sviluppato una corazza esterna cinica e fredda. e dopo molteplici relazioni fallite, ha rinunciato all'idea di trovare l'amore. Poi un giorno incontra di nuovo il bambino di cui faceva la babysitter qunado era giovane che ora è adulto ha 26 anni e dopo 17 anni passati all’estero è tornato in Thailandia per proseguire la sua carriera di cantautore. Lui è da sempre innamorato di lei, mentre lei lo considera ancora il poppante di tanti anni prima e lo tratta di conseguenza, ma lui ha un piano dia conquista ed è disposto a tutto pur di non fallire e farla innamorare. (la trama è la brutta copia di My fated boy che è un drama molto ma molto più bello, guardate quello piuttosto che questo)
- The rational life (kdrama)
Netflix link: https://www.netflix.com/title/81452916
Trama:  Shen Ruo Xin è una donna in carriera di trent’anni che deve destreggiarsi tra mille cose: i problemi sul lavoro dovuti al nepotismo imperante allo spionaggio industriale e ai colleghi invidiosi, una madre impicciona che la vorrebe solo veder sposare, corteggiatori falsi e bugiatdi e i problemi delle sue amiche che chiedono a lei aiuto per risolverli. Ha veramente tanto che la tiene occupata ma con coraggio dedizione e intelligenza si occuperà di tutto e magari riuscirà anche a trovare tempo per l’amore vero stavolta.
- 30 Kin Sore wa 30-sai Miman Okotowari no Koi  (dorama)
Trama:  A 30 anni, Moriyama Shino ha un lavoro appagante ma nessuna vita amorosa. Vuole uscire e sposarsi con qualcuno della sua stessa età. Tuttavia, un giorno, inizia ad essere corteggiata da Sato Mayuki, un uomo di 9 anni più giovane di lei. Sorpresa ma colpita dalla sua schietta confessione, accetta di uscire con lui solo per divertirsi finché non troverà un uomo dell’età giusta da sposare.
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micro961 · 8 months
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Stikkio - 118 elementi
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Fuori il terzo singolo da solista del cantautore emiliano
Il brano racconta della materialità della vita e del suo aspetto più crudo. ll ritornello recita: "E' questo che mi tocca di ammettere la vita mia è sul tavolo servita a fette.." L’autore si esprime tramite doppi sensi e citazioni filosofiche .La vita cruda come un piatto di affettati servito sul tavolo del commensale, la sua stessa vita. Come da citazioni: "la vendetta è un piatto che va servito freddo" : la stessa si vendica quando ce ne cibiamo con ingordigia, è solo uno step per l'accettazione della propria materialità.. per essere ora qui .. nel momento presente.. Tutto ciò scatena un'ossessionata ricerca di equilibrio.E' questo uno dei tanti messaggi velati nei testi dell'autore Emiliano … Stikkio all'anagrafe Stefano Lo Conti, cantautore emiliano, viene influenzato dalla musica e il ballo fin da tenera età. Le sonorità pop, rap, reggae sono predominanti ma lui con questo connubio ha creato uno stile personale dal sapore anni '90 .Nei suoi testi, troviamo riferimenti letterari talvolta biblici, semi esoterici, citazioni di fisica, chimica e tante situazioni che che la vita ci presenta.Il suo primo brano, uscito il 17 marzo 2023, racconta di redenzione, di rinascita; singolo molto apprezzato fino al raggiungimento di oltre 19.000 ascolti su Spotify.Il suo progetto è portare uno show basato su storie vere di vita vissuta per far giungere a tutti un messaggio …nulla è finito fin che non lo si vuole finito, del resto si presenta al pubblico solo ora, alla soglia dei 43 anni. All’attivo 3 singoli, prime opere in assoluto, pubblicate sulle principali piattaforme digitali ed ora è al lavoro per la pubblicazione di un primo album.
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nonlodireanessuno · 10 months
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Sono quasi le 3, dovrei dormire, fra poche ore parto per le vacanze. Dopo due anni i miei piedi affonderanno di nuovo nella sabbia e il mio corpo perderà un po’ di peso, almeno in un’illusione della mia mente, e galleggerà finalmente, ancora, nell’acqua del mare. Lo vivo un po’ come una vergogna il fatto di andare al mare con mio padre a 25 anni, ma tant’è (mi vergogno perché penso che gli altri mi schiferebbero se lo sapessero, non perché mi vergogno davvero; ho scoperto di essere totalmente ossessionata dalle convenzioni sociali secondo cui una ragazza per essere ritenuta normale, meritevole di considerazione e rispetto dovrebbe andare in vacanza con gli amici, o al massimo con il fidanzato, non con il padre o la madre). Comunque dovrei dormire, eppure mi sembra di essermi appena svegliata dall’incubo in cui ho vissuto nell’ultimo anno e mezzo. Mi sembra di averci capito qualcosa solo ora dopo tutto questo tempo. Lui me l’aveva detto. Me l’aveva detto tante volte, prima, me l’aveva detto chiaramente: quando mi parlava del gioco d’azzardo, delle dipendenze, delle droghe ai festival (non è sbagliato di per sé, ma io non sono così, per quanto faccia fatica ad accettarlo), quando mi aveva confessato, con una tranquillità agghiacciante, di aver picchiato la ex, e pure la madre. Però quella stessa ex continuava ad averci un rapporto, e quindi mi dissi che avrei potuto anche io, che era sicuro in fondo stare con lui. Me lo diceva tutte le volte che impazziva davanti alla mia sensibilità ed io avevo paura, ma “io” in quel momento non era importante, non più di lui almeno, anzi, era solo un fastidio, un ostacolo alla nostra relazione. Mi odiavo. E pensavo davvero di essere solo un cazzo di ostacolo. E, infine, me l’aveva detto quando voleva convincermi, riuscendoci anche, per un po’, che il mio sesto senso era, in realtà, follia. Non so perché tutto questo non è stato abbastanza. Non so se mi potrò mai perdonare. Per me il fatto che potesse tradirmi era molto peggio che essere tirata per i capelli o quasi fatta schiantare contro un muro, e infatti sono riuscita a lasciarlo solo dopo aver avuto la certezza di un tradimento. Eppure mi aveva detto anche quello, cazzo, anche dei tradimenti, me l’aveva detto davvero quell’ultima sera in cui mi ha portata a casa. Lui me l’aveva detto, ma io me ne sono accorta solo ora. Ho fatto finta di niente per tutti questi mesi, ed ora non riesco a dormire. L’ho nascosto involontariamente a tutti, ho raccontato tutto a molti ma ho omesso quella parte, l’ho omessa anche a me stessa. L’ho volutamente rimossa. Forse per proteggermi, come faccio sempre quando mi racconto le bugie, ma non so se questo basta a potermi perdonare. Stasera ho riletto quella mail per la centesima volta, eppure solo questa volta ho capito davvero. Ho messo insieme i pezzi e tutto ha avuto un senso. Tutto. Vorrei vomitare lo schifo che ho dentro e che provo per lui, perché non merita di stare dentro me nemmeno sotto questa forma. Vorrei buttare fuori tutta la rabbia, la pena, la voglia di vendetta. Mi vergogno, ma adesso vorrei potergli fare del male fisico. Spero di non essere diventata come lui. Vorrei non averlo mai conosciuto. Il pensiero che possa sfiorarmi, anche solo nei suoi pensieri, mi manda in bestia, il pensiero che mi abbia davvero avuta ancora di più. L’avevo sentito quel sapore acido e sconosciuto in bocca quella volta. Spero tu possa marcire all’inferno, e che l’inferno sia per te su questa terra, Davide. Non ho più paura del tuo nome
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celestica-1988 · 11 months
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Per la prima volta avevo gustato il sapore della vendetta. Mi era sembrato di sorbire un vino aromatico e caldo, ma che lasciava in bocca un gusto metallico e corrosivo, che mi dava la sensazione di essere avvelenata. Ora sarei andata volentieri a chieder perdono alla signora Reed; ma sapevo in parte per esperienza e, in parte per istinto che sarebbe stato il mezzo per farmi respingere con raddoppiato disprezzo, eccitando in quel modo tutto lo slancio impetuoso della mia natura.
-Jane Eyre, Charlotte Bronte
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Orso in Trentino è caccia a JJ4
Orso in Trentino è caccia a JJ4. Individuata l'orsa che ha aggredito il giovane runner Andrea Papi nei boschi. È partito immediato l'ordine di abbattimento dell'animale che si è reso reo dell'attacco mortale e, al solito, sono partite le polemiche di rito. Da una parte le istituzioni e dall'altro le associazioni animaliste. JJ4 non è nuova ad attacchi verso le persone e già in passato si è resa protagonista di altri episodi che, per fortuna, non hanno causato nessun morto ma solo alcuni feriti. Il Trentino è stato scenario, ma anche altre regioni, di casi che hanno visto al centro altri orsi e sempre l'idea iniziale è stata quella di abbattere l'animale ma spesso ricorsi e contro ricorsi hanno portato al nulla di fatto con i tribunali che hanno annullato le direttive ritenendo non congrua la "pena" rispetto ai fatti accaduti. Questa occasione non fa eccezione, infatti la LAV già ha fatto sapere che: Orso in Trentino: dolore e accuse «Il nostro Ufficio Legale è già a lavoro per impugnare questa ordinanza, che ha più il sapore di una vendetta nei confronti dell’orso, che non la ricerca di sicurezza attraverso la convivenza pacifica, nel rispetto della vita dei cittadini e degli animali» Di segno totalmente opposto, ed a giusta ragione, la posizione dei genitori di Andrea Papi che in occasione della celebrazione dei funerali non hanno potuto non esprimere tutto il loro rammarico dichiarando: «Non hanno fatto niente per evitare il primo morto: non ci abbandonate» la madre e «Chi ha sbagliato faccia un passo indietro» il padre. Un dolore composto ma che ha sottolineato con forza che qualcosa non è sicuramente andato per il verso giusto nell'opera di ripopolamento che è stata fatta con l'apposito programma pubblico in Trentino. Il sentire comune è che si avverte una grande insicurezza. I cittadini trentini non si sentono al sicuro rispetto ad animali fuori controllo che non sono più neppure tutti monitorati con i Gps. Non è più tempo di difese ideologiche, valide in teoria ma fallaci nella pratica. Il problema c'è è va affrontato subito ed in maniera risolutiva, magari con spostamenti degli animali e riconsiderazione totale del piano di ripopolamento o altro. Negare le responsabilità, anche solo oggettive, degli orsi (in questo caso) non fa bene a nessuno. Equilibrio è la parolina magica e questo va trovato senza alzare barricate e solo con criteri scientifici. Read the full article
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lilith270770 · 1 year
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I capelli arricciati scendevano lungo il corpo coprendo il seno generoso di una Donna viziosa e dallo sguardo malizioso, coglievo il suo respiro mentre le forme del corpo in controluce sfumando donano una piacevole sensazione alle emozioni, come un mistero mescolato al peccato.Una serie di pensieri impuri albergava nel mio cervello per uscire l'istante dopo attraverso uno sguardo attento ad ogni piccolo impercettibile movimento che il suo corpo ancora astratto mi regalava.Riuscivo a rimanere ancora fermo ed immobile, l'attesa era come una partita a scacchi, il ticchettio di un orologio a muro era l'unico rumore che riempiva la stanza, forse nel suo volto vi era un sorriso, si forse.Il mio invece era attento e paziente, mi sentivo come il ragno che attendeva la sua preda, paziente dal respiro soave, ignaro che anche un ragno può diventare a sua volta preda, come sa essere meravigliosamente bizzarra la Natura, come può mutare il senso di vittoria in una tremenda sconfitta.Di scatto si alzò in piedi e davanti a me il suo corpo ora non più sfumato dalla luce intensa, diventa nitido come l'alba di una giornata tersa, la guardo con brama, lo sguardo tratteggia i contorni del suo corpo, ammirando i delicati lineamenti, volevo parlare ma le parole restano strozzate in gola, mentre nel suo volto è certo quel sorriso che prima potevo solo immaginare, era un'angelo con gli occhi da diavolo e il mio sguardo si abbassò, fu in quell'esatto istante che da cacciatore divenni preda, e inizio un altro gioco.Iniziò a parlarmi e il timbro della sua voce mi ammaliava, senza capire bene come finii per fare tutto quello che mi ordinava, ero consapevole di starmi a mettere in trappola da solo ma non riuscivo ad oppormi, trovandomi disteso coi polsi legati allo schienale del letto, uguale le caviglie, gambe leggermente divaricate, le sue mani che sfioravano la mia carne che iniziava a bruciare in quell'inferno, la sua voce mi penetrava, ogni sillaba rimbombava nel cervello, dandomi molteplici e opposte sensazioni, ora di serenità e il secondo successivo, che pareva infinito, mi trovavo col cuore in gola, agitato, inquieto, la fissavo, si questo lo ricordo nitidamente.Era china sul mio torace, la mano aperta sfiorava la pelle, le sue labbra si concentrarono verso un capezzolo che divenne sempre più turgido ad ogni leccata, adoro la sua lingua così ribelle ed imprevedibile, poi quel piacevole dolore quando coi denti strizzava quel piccolo chiodo che era diventato un capezzolo, dannata costrizione, l'avrei rivoltata, ahimè intenzione presente solo nel mio cervello, così punendomi strinse più forte labbra e denti e mi lasciai sfuggire un'imprecazione che trovò la sua soddisfazione.Subito dopo ripeté le stesse azioni sull'altro capezzolo, intanto il braccio scendendo iniziò a torturare il mio piacere ora molto attento, con le mano giocava coi peli arruffati che ben presto si ritrovarono attorcigliati a un suo dito e iniziò a tirarli, leggermente, mentre le labbra continuavano a torturarmi, e continuò con quel suo sadico piacere che ora era anche il mio.Ogni tanto cercavo di muovermi agitandomi, ma subito dopo sbuffando ero costretto a rinunciare, potevo solo inarcare e di poco la schiena o allungare il collo, null'altro, ero prigioniero delle mie stesse fantasie, e mi piaceva, ad occhi chiusi mi passavano mille immagini dove era Lei ad essere costretta e legata, così si liberò un sorriso beffardo che mi riportò alla realtà.Lasciò i peli al loro destino, allentò la morsa dal capezzolo diventanto rosso, si alzò in piedi e mi fissò per alcuni attimi, come se stesse pensando alla prossima mossa che non tardò ad arrivare, montò sopra il letto dandomi la schiena, l'avrei dipinta marchiandola coi denti, poggiò le ginocchia sul materasso che affondò di poco sotto al suo peso, si girò come per prendere le misure e si spostò poco più indietro verso di me, macchiandomi il torace coi suoi umori, un'altra occhiata con quel sorriso da sberle, e mentre stavo per prenderla a male parole mi tappò la bocca con la sua fica,
ricacciando indietro tutte quella parole che avrei voluto vomitarle addosso, mi zitti immediatamente, respirando quel sapore intenso che emanava, spalancai la bocca con l'intento di prendere tra le mie labbra le sue che erano umide, la lingua già proiettata verso quel sublime monte, il mio cervello già gustava quel piacere, ma durò un niente, Lei alzò di quel poco il bacino privandomi del mio piacere, solo allora aprii gli occhi e potei vedere la sua fica a pochi centimetri da me, poco sopra e cercando di alzare il busto e allungando anche il collo, restava sempre qual niente a separarci, le urlai Stronza, così forte che echeggio per tutta la stanza per poi sbattere contro una sua risata provcatoria e quasi di scherno, non so cosa le avrei fatto se fossi stato libero, anche se dentro di me cresceva quel senso di vendetta che ero certo mi sarei preso prima o poi, si ma non ora.Continuò a prendersi gioco di me, alzandosi e abbassandosi più volte, nel farlo riuscii a darle alcune leccate, cazzo aveva un sapore che mi scioglieva, entrando fin dentro al cervello e facendo crescere l'eccitazione già alta nella quale mi trovavo, poi si staccò leggermente e si chinò verso la cappella ormai infuocata e grossa, ora ci siamo, mi ripetevo dentro di me, non tenendo in considerazione quanto stronza potesse essere.Sentivo il suo fiato soffiarmi contro l'asta, la punta della lingua passarmi sulla cappella fino a raccogliere qualche goccia che era uscita, i suoi erano gesti teatrali, parlava amme guardando lui, lo accarezzava, lo sfiorava continuamente con la mano e con la pelle del suo viso, lo faceva sparire per un attimo dentro la sua bocca per poi ritrarsi subito dopo, così da sommare eccitazione ad altra eccitazione, voglia ad altra voglia, ma ogni volta che sentiva di avermi portato al limite, si ritirava dando tregua.Andò avanti così alcune volte, potevo solo attendere e muovermi nervosamente, ma era lei a condurre quel perfido gioco, fino a quando al colmo del piacere si alzò per andarsi a sedere sulla poltrona al bordo del letto, stizzito sbuffai, mentre le sue gambe si allungavano lungo al letto, leggermente divaricate, qualche raggio di luce che entrava dalla finestra illuminava quel suo volto da cazzo, nel suo viso un sorriso tirato e quel ghigno arrogante di chi sapeva di star vincendo ma forse, guardandomi, anche consapevole che l'avrebbe pagata e anche cara.Ma continuava a condurre Lei questa battaglia, fai fai le dicevo con voce tremolante, era quasi un singhiozzo di rabbia soffocata, non volevo darle soddisfazione ma non sono sicuro che ci stavo riuscendo, lei lo sapeva, prese un seno con la mano e lo portò verso la bocca, spalancandola fece uscire la lingua che si mise a succhiare il capezzolo, non prima di averla fatta ruotare sull'ampia rosa marrone scura, proseguì prendendolo con le labbra, stringendolo tra i denti, e l'altra mano era in mezzo alle cosce spalancate, la sua fica rossa a due metri da me, la desideravo cazzo, l'avrei divorata come un animale, le dita che prima si sfioravano il clitoride per poi entrare dentro a quella fessura, ne potevo sentire l'odore, intanto in quel suo piacere di dentro e fuori dal ritmo irregolare vedevo i suoi umori appiccicati alla pelle rosa delle sue dita.Immerso in uno strano piacere la vedevo insistere e continuare sempre con più decisione, lo sguardo che ora non riusciva più a guardarmi, l'occhio chiuso e il volto sempre più tirato, ad ogni movimento il suo corpo aveva come degli spasimi, la schiena si inarcava e ogni volta che capitava si tirava forte il capezzolo, fino a lasciarsi scappare dei delicati rantoli di piacevole dolore, poi si fermò, le dita impiantate dentro, ferme, immobili, il respiro sospeso, il corpo teso in quel fascio di nervi e muscoli tirati al massimo, ed eccolo, quell'urlo liberatorio che accompagnava un orgasmo forte e d intenso, la schiena inarcata le ginocchia piegate i muscoli delle cosce scolpiti come marmo, e la fissavo estasiato e gonfio di dolore, avrei goduto su di lei, l'avrei riempita di me,
ma intanto la potevo riempire di bizzarri epitafi che so piacerle molto, si lasciò andare sulla poltrona, il cuore le batteva forte, il respiro veloce, solo qualche minuto dopo tornò normale, alzandosi mi diede un bacio, dolce, delicato, sulle labbra e mi slegò.Mai dare per scontato ciò che all'improvviso potrebbe cambiare, mai pensare di avere tutto sotto controllo, che da cacciatori a prede è veramente un attimo, però sa essere un attimo lungo e piacevole, come piacevole e lunga sa essere l'attesa per una giusta "vendetta".
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sguardimora · 2 years
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Ieri sera abbiamo assistito allo  spettacolo "La buona educazione", l’ultima tappa della Trilogia della fine del mondo della Piccola Compagnia Dammacco. La serata è proseguita con una Festa di Paese con la comunità di Mondaino per festeggiare il Premio Ubu a Mariano Dammacco e il Premio internazionale Ivo Chiesa a Serena Balivo. Due riconoscimenti molto importanti per la Piccola Compagnia Dammacco che da due anni ha scelto di vivere a Mondaino. 
* I passages dalla residenza #La buona educazione
È una casa senza fondamenta, piena di mobili e oggetti grotteschi e antropomorfi suppellettili di legno, quella abitata da Serena Balivo nei panni della zia de “La buona educazione” e messa in forma dalle scene di Stella Montesi. È una casa che sa anche un po’ di cimitero: il palcoscenico è ricoperto da una terra scura e smossa che rende permeabili i confini tra la vita e la morte, e tra il sogno e la realtà. In questa scena semibuia l’attrice, novella Amleto, seduta nel suo divano stile retrò condivide lo spazio con il fantasma dei genitori, e del padre in particolare, che le annuncia lo sconquasso che di lì a poco avrà la sua vita solitaria. Giunge la comunicazione della morte della sorella e dell’arrivo nella sua vita del nipote adolescente. Ma come crescere un ragazzino con l’anima piena di quelle ombre che stanno a segnalare i traumi subiti e viverci insieme? Di questo tratta lo spettacolo che, mescolando la vena ironica e la dimensione poetica che è propria della scrittura di Mariano Dammacco, evidenzia le difficoltà dell’essere genitori e dell’essere figli. Tra chat di genitori assetati di vendetta nei suoi confronti, scelte del ragazzo poco condivisibili e un dialogo che sembra bloccato nel tempo indefinito dei verbi infiniti attraverso i quali il giovane articola i discorsi, la donna trova ulteriore sconforto dal mondo di fantasioso delirio che le sta attorno, abitato dai famigliari morti che la ossessionano per correggere le sue azioni. L’arrivo del nipote, il confrontarsi con quell’unica figura che sembra reale, segna per la donna un riattraversamento della sua vita passata e, nel tentativo di educarlo, sfida sé stessa e le sue paure. Fino alla prova di coraggio estrema quando nel tentativo di salvalo dalla tecnologia reciderà la spina di tutto ciò che resta acceso grazie all’elettricità: l’estrema unzione di smartphone e videogame, elettrodomestici e lampadine segna il count down finale della relazione tra il nipote e la zia, che, in quella notte dal sapore ottocentesco, tormentata dalle sue ansie, non resiste e riaccende tutto. In questa raffinata e progressiva caduta nel baratro, la bravura di Serena, sta nel non farci mai sprofondare, nel restare sempre in equilibrio su di un filo teso tra l’ironia e il dramma, il grottesco delle posture e l’armoniosità delle danze. “Chi fa un figlio da un ostaggio al destino” dice quasi all’inizio la zia non appena scopre di essere una possibile madre adottiva del ragazzo, ma quel destino non sarà lei che nonostante tutti gli sforzi, tra abbracci mancati e sentimenti via via più presenti, non riuscirà a superare le prove di questa fiaba amara.  Ma un varco si apre su di un lieto fine che lascia spazio all’adolescenza. Seppur non ci sia il ragazzo in scena, ma lo svelamento della sua presenza avviene solo attraverso il racconto della zia stessa, e solo per un breve momento appare sotto forma di esserino di legno che ha per torace uno sportello dal quale si può vedere dentro, mi sembra che sia l’adolescente l’unico ad essere alla fine dipinto come consapevole del futuro: lui stesso, il solo a salvarsi da un manipolo di adulti, che trasudano un amore soffocante, un desiderio di controllo senza fine, sceglierà la fuga da quella nuova matrice famigliare.
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florence-castle · 3 years
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Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE
NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.
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PUNTATA 5: ELITA ONE, la robot guerriera per eccellenza
Fra le primissime Fembot ad apparire nell’universo dei Transformers, la più famosa è certamente ELITA ONE, che esordisce nella storica puntata Alla Ricerca di Alpha Trion come capo della resistenza Autobot contro i Decepticon su Cybertron, dopo che Optimus Prime e Megatron partirono dal pianeta per finire sulla Terra. Nel vecchio doppiaggio italiano la chiamavamo “Elita Uno”, ignorando del tutto l’etimologia effettiva del nome. Esso, infatti, rispecchia quello della sua controparte maschile sia nella pronuncia sia nel significato di “ottimo” e “primo”; più specificamente, “Elita” è un derivato di “elite”, a sua volta dal latino electa, che vuol dire “colui/colei che è stato scelto/a”. Quindi, potremmo dedurre che il nome di questa Fembot è traducibile in “La Prescelta”.
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Nome a parte, ciò che ha reso famosa Elita One nella G1 (oltre a essere leader delle Femmine Autobot e una Bot che “non conosce la paura”), è il suo legame affettivo, quasi al limite del sentimentale, con Optimus Prime, nonostante tale scelta rischi di cadere nella trappola dell’incesto. Come i fan di vecchia data sanno, infatti, nell’episodio della Stagione 2 L’Alba della Guerra i due (al secolo Ariel e Orion Pax, rispettivamente) furono ricostruiti dall’anziano Alpha Trion utilizzando pressoché le stesse “componenti genetiche”, come se i due fossero fratelli ante litteram. I più, al massimo, potrebbero notare un’analogia nella mitologia antica, in quanto anche Zeus ed Era sono sì fratelli ma comunque coniugi e sovrani dell’Olimpo.
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Sfortunatamente, Elita One non conserva altre controparti omonime all’infuori della “Movie” e della breve ma intensa apparizione in Animated. Nel primo caso, è attiva più nei fumetti che nel film dove effettivamente il personaggio debutta (il secondo della saga, La Vendetta del Caduto del 2009) e, estetici omaggi G1 sul cartaceo a parte, di certo la conosciamo meglio come la motocicletta viola “sorella maggiore di Arcee e Chromia e uno degli ufficiali più stretti di Optimus Prime” del Movie-verso di Michael Bay. La versione Animated del personaggio, invece, ha l’aspetto della forma iniziale di Elita One, cioè Ariel, di cui riconosciamo la caratteristica “coda di cavallo”. Lo schema cromatico utilizzato qui è però verde acquamarina e giallo – ben diverso dal rosa e bianco del personaggio G1. Sempre per strizzare l’occhio al G1, anche questa Elita One ha un potere speciale, sebbene di natura ben diversa: “prendere in prestito” e riprodurre fedelmente le abilità altrui, il che ricorda Rogue dei supereroi mutanti X-Men della Marvel. Inoltre, secondo quanto detto da Derrick J. Wyatt, il suo altmode avrebbe dovuto essere una futuristica auto Cybertroniana (ennesima citazione dell’omo-nima G1), se almeno si fosse salvata in tempo dalla mutazione biosintetica che di lì a poco l’avrebbe trasformata in Blackarachnia (di quest’ultima parleremo in una puntata apposita).
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Il suo recente ritorno, almeno tra le pagine della IDW nella saga dedicata a Windblade, la riporta ad assumere lo stesso look aggiornato e migliorato della “vecchia” G1, molto rosa e bianca ma con una caratterizzazione molto diversa all’originale, poiché in questo universo viene ritratta come una spietata tiranna e carceriera, decisamente meno femminile e dolce. Per quanto riguarda le apparizioni su schermo, invece, segnaliamo la trilogia War for Cybertron, nuova serie in onda su Netflix che ripercorre la guerra sul pianeta natale dei Transformers in salsa G1-esca e in versione quasi integrale – e quindi con un sapore completamente diverso da quello a cui eravamo abituati dai videogiochi Activision/High Moon Studios. Eccola di nuovo come capitana della Resistenza Autobot e affiancata dalla storica socia Chromia, con l’assetto vintage un po’ stilizzato e un’inedita livrea sul rosso magari per distinguerla meglio da Arcee, che anche lei ha il rosa come colore predominante.
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Ancor più infelice è il destino del personaggio nelle vesti di modellino Transformer. Per Elita One, infatti, non è mai stata prodotta alcuna figure che la rappresenti in nessuna iterazione conosciuta, neanche un modellino G1 della stessa. A omaggiare tale versione, semmai, è stato il Deluxe della linea Cybertron uscito esclusivamente per la BotCondel 2009, ma era solo un repaintdella Decepticon Thunderblast – una scelta, tutto sommato, non errata, data la forma della testa di quest’ultima molto reminiscente a quella dell’Elita One originale.
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Anche la linea Movie le è stata particolarmente ostile: la Hasbro, all’epoca della linea legata al secondo film della saga, aveva più volte annunciato la presenza di questa Fembot (in classe Deluxe) assieme alle sue sorelle in modo che i fan potessero finalmente cercare di riprodurre il fantomatico Combiner che le tre motociclette avrebbero dovuto formare nella pellicola – una scena poi tagliata per ragioni tuttora sconosciute. Altrettanto ignoto è, invece, l’esclusione di Elita dalla linea principale, scatenando l’indignazione generale da parte dei fan... finché l’azienda l’ha “resuscitata” nel 2010 come repaint del Deluxe Chromia, anche se il risultato finale non soddisfaceva per nulla i più puristi, neanche la versione giapponese Takara con i colori più fedeli alla controparte cinematografica. Solo il set esclusivo dei negozi Target che la vede insieme alle altre due moto contro Sideways ridipinto ad hoc, e la figure inclusa assieme a Skids nella linea Dark of the Moon: Human Alliance del 2011 hanno in parte aggiustato il tiro. Una piccola luce in fondo al tunnel inizia a intravedersi grazie all’arrivo dei Studio Series, e in questo caso Elita One è venduta insieme alle sue sorelle moto come un trio in classe Legion, e “finalmente” col design fedele alla controparte Movie. Certo, la modalità Combiner è ancora fan-made, ma è rassicurante avere tra le mani un modellino scolpito come dovrebbe essere, seppur con dieci anni di ritardo!
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Fino a oggi, per l’iconica leader delle Femmine Autobot non esisteva un effettivo modellino che la ritragga simile alla G1 o, volendo, una versione migliorata e moderna di quest’ultima. A parte l’ennesimo omaggio come carta collezionabile nel vecchio videogioco TRANSFORMERS: Legends per dispositivi mobili, in cui la si vede sì col suo look originale, ma con l’altmode di motocicletta col quale è diventata famosa (o famigerata, che dir si voglia) nella saga cinematografica di Michael Bay. Poi, finalmente, la macro-famiglia Generations ci propone non uno ma due bei modelli, un Voyager da Power of the Primes e un Deluxe da War for Cybertron: Earthrise. Purtroppo non sono stampi originali ma remold pesanti di personaggi preesistenti, ovvero quel mostro di Starscream da una parte e un’accettabile Arcee dall’altra... il che ha senso, poiché negli anni Ottanta Elita One aveva l’altmode di una quattroruote Cybertroniana. Rossa e bianca, ma pur sempre nostalgica.
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CONCLUSIONE
Per quanto relativamente ancora rare, la scelta di proporci anche dei TF femminili allarga la categoria di utenza dei fan, avvicinando il franchise sempre più alla sempre più ambita parità di genere. Non siamo più portati a vedere i robottoni come prodotti esclusivamente per ragazzi, e questo ha anche ampliato il nostro modo di vedere il loro universo. Elita One è stata la capostipite, insieme alle sue colleghe, e poi vedremo l'arrivo di Arcee nel film dell'86... insomma, anche Cybertron assomiglia sempre più alla nostra Terra. Il che è un bene, secondo me.
Arrivederci alla prossima puntata! 😘
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the-ballad-of-me · 3 years
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L'odio e l'amore sono la stessa cosa
Ho iniziato ad amarti quando ancora non conoscevo la lingua dell'amore. Con passo innocente, nei miei delicati 16 anni, sono entrata nella tua vita.
Ho iniziato ad odiarti quando finalmente ho conosciuto la lingua dell'amore. Come un'onda passeggera ma travolgente, mi sono allontanata da te nei miei sofferenti e pesanti 21 anni, che piano piano iniziano a profumare di libertà e cambiamento.
Ti ho amato tanto, ti ho dato tanto, ti ho donato piccoli pezzi di me, e tu non sei riuscito a rispettarne neanche la minima parte.
Mi davo la colpa per il male che mi facevi.
Dopo aver scoperto che mi hai mentito fino all'ultimo minuto della nostra relazione, ho deciso di non sceglierti più.
La mia tristezza si è trasformata in rabbia.
Ora sento che non hai più potere su di me. Ti ho lasciato andare.
La mia vendetta è non essere più nella tua vita.
Hai perso l'unica persona che ti ha amato con ogni fibra del suo corpo. Avrei fatto di tutto per te, e in cambio ho ricevuto solo un profondo menefreghismo. Ero troppo innamorata per capirlo, troppo presa da te, troppo fragile per non sentirmi al sicuro tra le tue finte rassicuranti braccia.
Spero tu possa imparare ad amare un giorno. Spero tu possa avere qualcuno al tuo fianco che non sia dipendente da te, qualcuno che non sia una tua vittima.
Forse ti perdonerò un giorno. Devo perdonare me stessa per aver permesso a una persona come te di consumarmi dall'interno. Mi hai distrutta per rincorrere cose inesistenti che servivano solo a gonfiare il tuo ego, cose che ti facevano sentire l'edonista che tanto proclami di essere.
Non ti dirò che ti auguro il meglio, perché mentirei. Se dovessi vederti soffrire ora, starei meglio, perché probabilmente capiresti come mi sono sentita in tutti questi anni.
Non meritavo tutta questa sofferenza. Io non merito di stare male per te, ma tu meriti di stare male per me.
Ho deciso di lasciarti indietro per trovare la forza di guardare avanti, senza il desiderio di scorgerti in lontananza.
La tua sagoma diventa un punto nero. Il tuo profumo non voglio più sentirlo. Le tue braccia forti non le voglio più intorno al mio corpo. Il sapore delle tue labbra non esiste più nella mia bocca. Le tue grandi mani non voglio più sentirle accarezzare il mio volto. I tuoi occhi non incontrano più i miei. I tuoi capelli non si posano più sui miei vestiti.
Tu non sei più tu nel profondo del mio cuore. Sei scivolato giù, nel buco nero delle cose da cui mi difendo.
Addio.
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Il dolce sapore della vendetta.
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In sala di registrazione.
Tu e Yoongi lavorate insieme nell’industria della musica da anni ormai. Hai ottenuto il tuo posto nella compagnia a qualche mese dal debutto dei Bangtan e, non occorre mentire a riguardo, all’inizio non eravate certo in ottimi rapporti, specialmente se si considera il fatto che ricoprivi il ruolo di produttrice come avrebbe voluto fare lui sin dall’inizio. Questo per anni ti ha fatto credere che dietro al suo tono freddo si celasse qualche sorta d’invidia o astio nei tuoi confronti ma, ora che lo conosci meglio, ti dai della stupida per aver anche solo pensato potesse essere quel tipo di persona. Così come ti dai della stupida per esserti presa una cotta per lui. Hai provato a dare la colpa a qualsiasi cosa: alla ridicola legge degli opposti, alla sua ammirevole professionalità, al timbro suadente, al fascino da cattivo ragazzo, allo stress accumulato per via delle scadenze troppo a ridosso del tuo compleanno, al meteo, agli ormoni, alla solitudine, al calcolo delle probabilità, a tutto. Eppure niente ti ha dissuasa dal guardarlo, al di là del vetro in sala registrazione, con occhi brillanti ma dalla smorfia assente. “Che dici, la abbassiamo di mezzo tono?” ti domanda in cuffia spezzando questa pessima abitudine che da mesi ti fa distrarre durante l’orario di lavoro. “Fammela ascoltare un’altra volta” rispondi premendo il tasto della console per far arrivare la tua voce alle sue orecchie. Speri di essere apparsa ai suoi occhi come una perfezionista. Non hai lavorato sodo, forse il triplo degli altri colleghi uomini, per apparire come la ragazzina poco professionale con la testa tra le nuvole. “Due” ti suggerisce coinciso riferendosi al numero di battute che si aspetta tu mandi indietro. “Concedimene almeno cinque, andiamo!” Ti lamenti in tono ironico, interpretando la rotazione dei suoi occhi al cielo come un sì. Mandi l’audio, Suga reinterpreta quelle cinque battute nello stesso tono ed alza la testa verso il vetro, una faccia inquisitoria che esclama ‘allora?’ “Se la abbassi di un altro mezzo tono, rischi di perdere troppo fiato prima della quarta. Joon e Hobi possono chiuderla per te ma non credo sia la scelta migliore per il pezzo, perderesti armonia. Dopotutto non è un cypher, non hai bisogno di quel tipo di flow” torni in te esprimendo ad alta voce il pensiero logico che ti passa per la mente. “Posso chiuderla.” “No, non puoi” lo contraddici schietta concedendo la tua attenzione visiva ai comandi in console. “Il tempo che hai non è sufficiente per prendere un respiro da 160 sillabe in 15 secondi.” La sua espressione sembra offesa -lo saresti anche tu se qualcuno ti dicesse che non puoi fare qualcosa- ma non lo ritieni il momento più opportuno per provare a scendere a patti. Vuoi che il pezzo sul quale apparirà il tuo nome nei crediti sia degno di essere collegato al tuo lavoro. “Proviamo così: marco il beat-” “Il beat è già costante.” Sembra che lo faccia per darti fastidio, non perché creda sia una cattiva idea. Il che riesce a farti alterare abbastanza da farti sollevare il sopracciglio. “Aggiungo delle note nella linea della Kick nella 1, 5, e 9″ continui imperterrita. Lo stai avvisando di quello che accadrà, non stai chiedendo il permesso. Se vuole fare lo scontroso, troverà pane per i suoi denti nella tua tenacia. “Dimmi come la senti e fai una prova.″ “Lasciami in tempo a 120 bpm. E aggiungi anche nella 13.” Il demo parte, Suga chiude gli occhi e comincia a rappare nel nuovo pattern musicale; lo vedi dare il meglio di sé, come sempre, e ora che il tuo lato professionale è soddisfatto, quello personale ritorna a galla per farti apprezzare anche il lato umano dell’artista. Qualche ora dopo avete concluso le registrazioni. Yoongi esce dalla cabina stringendo gli occhiali da vista in una mano e strofinandosi gli occhi con l’altra. Sono le dieci di sera, niente di troppo folle; avete decisamente avuto notti più lunghe. Prende posto nulla sedia girevole accanto alla tua, dà un’occhiata rapida ai file che hai copiato ed etichettato per lui sul suo laptop e chiude lo schermo.  “Hai fatto un buon lavoro oggi.” Una delle tante preconfezionate frasi coreane che includono nel pacchetto un senso di gratitudine non verbalmente espresso. Non te lo fai bastare. Vuoi la vendetta. “Ti ho fatto il culo a strisce, Min Yoongi” provochi con un sorrisetto. “Che linguaggio colorito per una signorina” ti prende in giro premendo sul pulsante dell’ironia. Mille volte avete parlato di quanto le etichette, specialmente in quella parte del mondo, siano assurde. Tante volte ti hanno fatta sentire come inadeguata solo perché dicevi parolacce quando eri arrabbiata o per esserti presentata in tuta da ginnastica a lavoro piuttosto che con una gonna o un vestito. Bisogna normalizzare la neutralità di genere, hai sempre affermato. Ed in lui hai trovato un alleato ogni santissima volta. Dio solo sa in quante occasioni abbiate preso in giro il sistema con battute del tipo ‘Ma guarda, oggi sei più truccato di me, che sono una ragazza! Quale scandalo per il Paese!’. Ridi del vostro comune senso dell’umorismo, il cuore indeciso se sciogliersi per il suo lieve sorrisetto o meno, e ruoti la tua sedia verso di lui, squadrandolo per davvero da cima a fondo. “Come mai così eleganti?” Ti viene spontaneo chiedere. “Devi andare ad un appuntamento, per caso?” Il fatto che tu dica queste parole con sarcasmo rivela una grande, gigantesca crepa nel colossale muro della carriera da idol. “Il tuo dentista ne sarà onorato!” “Perché, sarebbe un problema per te?” ti stuzzica riportando gli occhiali sul naso e completando l’outfit da professore. È ricoperto di nero dalla testa ai piedi, il lungo cappotto scuro disegna eleganti curve sulle spalle, il turtleneck morbido risalta in contrasto la linea spigolosa della mandibola, le lenti incorniciano un taglio degli occhi perennemente stanco ma al momento soffice, nonostante le parole pungenti. Non rispondi subito. La cosa ti crea dei problemi. “La compagnia lo sa?” “Sa che non mi importa, certo.” “Non è quello che intendevo ma immagino risponda comunque alla mia domanda.” “Non risponde alla mia, però” ribatte mettendo fine al vostro pingpong di battute.  “Fammi indovinare: ‘Perché dovrebbe’, giusto?” intona imitando la tua cadenza di città. La sicurezza che hai sfoderato durante la registrazione va a farsi benedire. Ti dai una spinta per ruotare la sedia girevole verso la scrivania e torni a fissare lo schermo del tuo laptop, improvvisando spostamenti di cartelle inutili. Lui resta una manciata di secondi a fissarti e poi si alza dal posto in un sospiro intenzionalmente rumoroso. “Tua madre non ti ha mai detto che passare tante ore davanti allo schermo fa male agli occhi?” “Senti un po’ da chi viene la predica” borbotti continuando ad occupare tempo e mente con mansioni fantasma. Mancano meno di una ventina di secondi prima che il file venga trasferito con successo sul drive ma il braccio di Yoongi spunta da dietro le tue spalle e chiude anche il tuo di laptop, guardandoti dall’alto con inespressività. “Prego” sillaba non appena incontra i tuoi occhi spalancati dalla sorpresa.  “Devo finire” si esprime non verbalmente il tuo corpo mandando la mano sul pc per aprirlo nuovamente e riprendere il lavoro. Il tuo orgoglio ferito vuole imporsi ma fallisce; a mezz’aria la tua intenzione viene fermata dalla mano di Yoongi che ti afferra per il polso e costringe la sedia a ruotare su se stessa fino a fermarsi una volta di fronte a lui. China il capo per raggiungere il tuo viso e non ti lascia scampo. Le vostre labbra si scontrano in un amaro impatto che fa del tuo labbro inferiore suo prigioniero; una dolce resa, la tua. Il polso soffre la stretta ma spera di non ritrovare mai più la libertà. La sua bocca è avvolta dalle fiamme dell’Inferno tra le quali la tua lingua si diverte a contorcersi in estasi, nutrendosi del sapore di caffè americano che incontra sulle papille gustative. Il fuoco divampa fino a raggiungere i tuoi organi interni; il cuore arde ed i polmoni si colorano di un nero carbone. Brucia, scotta, fa quasi male. Il poggiatesta ti impedisce di tirare indietro la testa per prendere fiato perciò l’unica opzione che ti resta è quella di muovere la mano verso il suo viso per scostarlo ma la sua presa te lo vieta diabolicamente. Ti sta impedendo di respirare di proposito. Prima che possa subentrare il panico però, il ragazzo si allontana di scatto. Ti osserva mentre inspiri come se fosse una questione di vita o di morte e ti sorride malefico. “Te l’avevo detto che un respiro da 160 sillabe non era un problema per me” commenta istigatore sciogliendo la presa sul braccio. “Ma ne riparliamo domani” chiude quella parentesi tornando con la schiena dritta e dirigendosi verso la porta. Recupera la tua giacca dall’appendiabiti e te la lancia con nochalance. “Andiamo a bere qualcosa” ti dice non facendola sembrare una proposta. “Abbiamo lavorato sodo, ce lo meritiamo.“ Non capisci cosa sia successo, la mancanza di ossigeno ha reso lenta la capacità di processare il tutto. I riflessi però rispondono al posto tuo, afferrando il copri abito e facendoti alzare in piedi per seguirlo.  Dopotutto la notte è giovane. 
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weirdesplinder · 3 years
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Johanna Lindsey
Johanna Lindsey è stata una delle scrittrici americane di romance più amate al mondo e la sua scomparsa nel 2019 ha colpito il mondo rosa, e non solo, in modo molto forte. Senza la sua voce e i suoi libri nulla sarà più lo stesso, ma almeno ci ha lasciato in eredità moltissimi romanzi, perché era veramente un’autrice molto prolifica.
Se la conoscete già e avete letto i suoi libri, non avete bisogno che cerchi di descrivere la sua scrittura, ma nel caso non abbiate mai letto nulla di suo (e vi invito a rimediare a questa mancanza) posso dirvi che la descriverei come una scrittrice romance classica ma estremamente chiara. Mi spiego meglio. La Lindsey ama le trame classiche, gli archetipi romance già usati da mille altri autori, ma li mette in pratica con estrema semplicità e chiarezza e questo dona loro freschezza. Potete ad esempio pensare che non volete leggere l’ennesimo romance su un vichingo che rapisce la figlia del capo di un clan nemico, o la solita debuttate londinese che deve trovare un marito nobile e ricco per sfuggire alla sua orribile. Ma scritti dalla Lindsay queste trame già lette e sentite diventano qualcosa di nuovo. Vi aggiunge particolari storici interessanti, i suoi personaggi principali sono sempre simpatici, i dialoghi verosimili, e soprattutto scrive in modo semplice e chiaro, non complica né la sintassi né le trame che restano essenziali e coinvolgenti.
I suoi romanzi storici sono molto chiari e facili da leggere, risultano freschi, pur non essendo per niente superficiali, infatti la parte storica è sempre molto curata, ma mai appesantita. E i suoi personaggi, pur cadendo a volte nello stereotipo (molte protagoniste femminile sono molto belle), sono sempre intriganti perché non sono mai perfetti. Hanno difetti, e caratteri molti vari e variegati. Non ho mai letto un suo personaggio che fosse blando, o senza sapore, tutti hanno caratteri ben definiti, con chiare caratteristiche che ce li rendono più realistici e umani. Inoltre mi piace anche il fatto che la sua produzione sia estremamente varia con romance storici medievali, regency, western e addirittura alcuni paranormal e romanzi rosa futuristici. Era una scrittrice eclettica, ma sempre all’interno del suo ambito romantico e sempre molto riconoscibile.
Credo si capisca che ve la consiglio caldamente.
E ora vediamo di presentavi in modo sintetico, ma abbastanza esaustivo le sue opere. Non sarà un elenco completo di tutti i suoi libri perché sarebbero veramente troppi, pensate che ha scritto più di 50 bestsellers, ma cercherò di presentarvi i più famosi e quelli che più la rappresentano e mostrano la sua ecletticità. Quasi tutti i suoi romanzi sono stati pubblicati anche in italiano, e io vi elencherò solo titoli in italiano, perciò non preoccupatevi potrete reperirli senza problemi sia nuovi che usati.
Iniziamo con la sua serie vichinga The Haardrad Family series (una trilogia adatta a chi ama il telefilm Vikings senza dubbio) formata dai libri:
  1. FUOCHI D’INVERNO (Fires of Winter)
Lady Breanna, un'audace e volitiva giovane celtica, viene fatta prigioniera da un gruppo di invasori vichinghi giunti dal mare. La donna però giura che mai un barbaro sarà il suo padrone, nemmeno il bello e brutale Garrick Haardrad. La determinazione di Brenna, tuttavia, poco potrà di fronte ai baci di Garrick e al fuoco della passione che arde e infiamma le notti nordiche.
  2. CUORI IN FIAMME (Hearts Aflame)
Wessex 873.La bella e ribelle Kristen Haardrad è prigioniera di Royce, barone di Wyndhurst, che vede rispecchiati in lei l’orgoglio, la forza, la ferocia e la passionalità che lo animano. Kristen, inconsapevolmente riporta alla memoria il tormento che divora l’anima di Royce: i fantasmi di un lontano passato dovranno essere sconfitti perchè i due possano stringersi in un’eterna promessa d’amore.
  3. CEDI AL MIO AMORE (Surrender My Love)
Scambiato per una spia,il tenebroso vichingo Lord Selig Haardrad viene torturato nei sotterranei del castello di Lady Erika di Gronwood. Tenuto in catene in condizioni disumane, un unico pensiero lo sostiene: la vendetta. Ma i suoi piani saranno imprevedibilmente stravolti da un sentimento ben più forte dell'odio: l'amore.
Passiamo poi alla serie più famosa della Lindsey, quella che l’ha consacrata al grande pubblico e l’ha portata al successo internazionale: la Malory Family series, un’avvincente saga familiare ambientata sullo sfondo della Londra ottocentesca. Personalmente io non adoro questa serie. A parte il primo e il decimo romanzo che mi sono piaciuti, gli altri li ho trovati un po’ troppo sopra le righe per quanto riguarda i protagonisti che sono tutti estremamente focosi e volitivi ed estremi nei loro sentimenti o nelle loro azioni. Ma i Malory sono fatti così, o li ami o li odi. La serie è formata da 12 libri di cui però solo 11 disponibili in italiano:
  1. Quell’unico amore (Love Only Once)
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C’è un’ombra nel passato di Nicholas Eden, visconte di Montieth. Un’ombra che lo ha indotto a decidere di non innamorarsi mai, conducendo una vita da impenitente seduttore. Eppure, nell’attimo stesso in cui incontra la delicata, raffinata lady Regina Malory tutte le sue certezze vacillano. Riuscirà Nicholas a cedere a quei sentimenti che si possono provare una sola volta nella vita?
  2. Irresistibile ribelle (Tender Rebel)
Roslynn Chadwick, ricca ereditiera, lascia la Scozia per sfuggire a Geordie, un cugino senza scrupoli che per unico interesse ha il suo denaro. Trovato rifugio a Londra, incontra Anthony Malory, affascinante canaglia, e se ne innamora. Ma quando anche il cugino giunge in città, Roslynn comprende che l’unico modo per liberarsene davvero è convolare a nozze. E Anthony è disposto a portarla all’altare, anche se dice di non amarla…
  3. Oceano di Passione (Gentle Rogue)
Georgina Anderson, il cuore infranto per aver abbandonato la terra d’America, compie una scelta estrema: travestita da mozzo, si imbarca sulla Maiden Anne. Quello che non immagina neppure lontanamente è di ritrovarsi a fare i conti con James Malory, irrefrenabile e inflessibile capitano del vascello. Pecora nera di una famiglia potente e rispettabile, l’affascinante ex pirata ha giurato che non si farà mai convincere a sposarsi. Ma, in alto mare, la passione per una fanciulla spregiudicata e bellissima finisce con il far naufragare ogni sua certezza.
  4. Incantesimo del cuore (The Magic of You)
Ribelle e sconsiderata come i suoi incorreggibili cugini, Amy Malory ha sì raggiunto l’età per sposarsi ma ha anche messo gli occhi sul partito meno adatto: l’americano Warren Anderson, capitano tutto d’un pezzo e dai saldi principi morali. Come se non bastasse, lo zio di Amy ha cercato di farlo impiccare per pirateria. Warren rimane spiazzato dalle esplicite avance della giovane nipote del suo nemico ed è fermamente deciso a resisterle. Peccato che Amy abbia già fatto breccia nel suo cuore…
  5. Dimmi che mi ami (Say You Love Me)
Londra, XIX secolo L’innocente e bellissima Kelsey, per aiutare la famiglia ormai sul lastrico accetta di essere iniziata ai giochi proibiti della Casa dell’Eros, frequentata da numerosi aristocratici fra i quali i componenti dell’illustre casato dei Malory. E durante una singolare asta, l’inquieto e affascinante Derek Malory si aggiudica Kelsey, contesa anche dal suo acerrimo rivale David Ashford…
  6. Il dono (The Present)
Un misterioso pacchetto viene recapitato in casa Malory, mentre tutta la famiglia è riunita per celebrare il Natale. Esso nasconde una sconvolgente e segreta storia d'amore, che ha il potere di cambiare la vita dei Malory, da quella del capofamiglia Jason, in procinto di sposare Molly, la donna che lo ha reso padre, fino al ribelle James, la pecora nera della famiglia, in perenne guerra con la moglie Georgina…
  7. Le trasformazioni del cuore (A Loving Scoundrel)
Danny si veste come un maschio, parla come un maschio e vive per la strada, come gli altri piccoli ladruncoli con cui condivide un'esistenza di espedienti nella Londra ottocentesca, ma in realtà è una ragazza incantevole e a Jeremy Malory la cosa non è sfuggita. Lui, nobile e ricco, si è spinto in un alberghetto di quart'ordine perché sa che lì potrà reclutare qualcuno che faccia al caso suo.E quando Danny gli arriva a tiro, le propone l'affare: dovrà infilarsi nella casa di un nobile e recuperare dei preziosi gioielli di famiglia che un incauto amico ha perso al gioco.
  8. Sulla rotta del desiderio (Captive of My Desires)
Non si può certo dire che la giovane Gabrielle Brooks abbia avuto una vita tranquilla. Rimasta orfana della madre, ha deciso di lasciare Londra per andare in cerca del padre, che ha scoperto non essere il tranquillo commerciante che credeva, ma addirittura un pirata. È stato lui, infatti, a salvarla dalle grinfie di un altro pirata, il pericolosissimo Pierre Lacross, prima di portarla con sé nei Carabi, dove Gabby ha iniziato una nuova vita. Da quel giorno sono passati tre anni e ora per lei è giunto il momento di cercarsi un marito.
Non nel piccolo paradiso in mezzo al mare in cui vive, ma nel bel mondo della Londra ottocentesca, dove Georgina Malory e suo fratello Drew penseranno a introdurla nei salotti giusti e a presentarle i migliori partiti sulla piazza. Già, Drew. L´affascinante, tenebroso, irresistibile Drew, da cui Gabby si sente pericolosamente affascinata, sebbene conosca la sua fama di impenitente seduttore.
  9. Una moglie per finta (No Choice But Seduction)
Dopo aver trascorso tanti anni per mare, Boyd Anderson, affascinante e ricco armatore, sta pensando di mettere radici a Londra e di cercarsi una moglie. Ed ecco che, forse per caso, forse per destino, una giovane donna irrompe nella sua vita. Il suo nome è Katey Tyler e, dallo sperduto paesino nel Connecticut in cui è nata, ha deciso di prendere il largo e di vedere il mondo. Imbarcata sulla nave di Boyd Anderson, Katey non tarda ad accorgersi che l´uomo le ha messo gli occhi addosso e, siccome teme che un coinvolgimento sentimentale possa mettere fine al suo viaggio, decide di farsi passare per una giovane moglie in procinto di ricongiungersi al marito…
  10. Per non sposarti (That Perfect Someone)
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Sulla carta Julia e Richard potevano essere una coppia perfetta: ricchissima e priva di un titolo lei, nobile con esiguo patrimonio lui. Per questo le rispettive famiglie hanno deciso di farli fidanzare fin dalla più tenera età, non sapendo che tra i due sarebbe stato odio a prima vista. Così, non appena cresciuto, Richard abbandona la famiglia, scappa nei Caraibi e diventa un pirata. Julia, invece, accetta di buon grado la condizione di “zitella”, sperando che lui non si faccia più vivo per poter rescindere il contratto che li lega. Ma durante una festa in costume, la giovane s'imbatte in un affascinante straniero mascherato e tra i due si accende una scintilla…almeno finchè non si tolgono la maschera e si riconoscono. I due si odiano ancora, ma decidono di fare un patto, fingeranno di volersi sposare davvero e nel frattempo cecheranno il contratto stilato dai loro genitori per distruggerlo una volta per tutte.
  11. Un’adorabile debuttante (Stormy Persuasion)
Le cugine Judith e Jacqueline Malory salpano dall'Inghilterra alla volta degli Stati Uniti, dove festeggeranno insieme il debutto in società. A bordo del Maiden George fanno la conoscenza dell'affascinante Nathan Tremayne, un contrabbandiere sfuggito al patibolo con la promessa di consegnare alla giustizia una coppia di ladri che ruba navi inglesi da rivendere in America. Judith rimane di sasso nel riconoscere in Nathan il bellissimo “fantasma” che alcuni anni prima ha visto in una casa abbandonata confinante con la sua tenuta di campagna nello Hampshire. Ai due giovani basta uno sguardo per ritrovarsi in preda a un'attrazione irresistibile. E per abbandonarsi, notte dopo notte, a furtivi incontri che sfociano in una notte di passione poco prima dell'arrivo. Ma quando i gioielli delle ragazze scompaiono dalle loro cabine per riapparire sotto il materasso di Nathan, Judith si convince di essersi imbattuta in un truffatore.
Non potevo poi nominare almeno una delle serie western della Lindsey, che in questo genere mi piace molto (anche se è particolarmente tradizionale come trame in questo sottogenere) , e ho scelto la Straton Family series:
  1. Cuore selvaggio (A Heart So Wild)
Kansas, 1868
Edward Harte decide di trasferirsi in Texas con la nuova moglie e la figlia Courtney, ma durante il viaggio il gruppo viene assalito da una tribù indiana e l'uomo scompare. Courtney, convinta che il padre sia ancora vivo, cerca una guida che la aiuti a ritrovarlo. Il prescelto è il pistolero Chandos, selvaggio e imprevedibile.
  2. Prigionieri del desiderio (All I Need Is You)
La caparbia Casey Straton ha ereditato gli stupendi occhi della madre e il temperamento ostinato del padre. Così, quando le viene negata l'opportunità di gestire da sola il ranch lasciatole dal nonno (nonostante sappia sparare e cavalcare meglio di un uomo) la giovane ribelle lascia la famiglia, determinata a dimostrare di saper fare più che qualche lavoretto “da donna”.E diventa il cacciatore di taglie più famoso della zona. È lo spirito di vendetta, invece, ad aver portato all'Ovest il ricco uomo d'affari Damian Rutledge III che, sebbene possegga un fisico atletico e un innegabile coraggio, si trova spesso in difficoltà in quel mondo così diverso dal suo e finirebbe in guai seri senza il provvidenziale intervento di un piccolo e determinato cacciatore di taglie chiamato “Kid”.
A mio avviso la Lindsey dà il meglio di sé nei romanzi storici medievali (e vichinghi) e la sua serie medievale più famosa è la Shefford’s Knights series:
  1. Non sfidare il cuore (Defy Not the Heart)
Inghilterra, ultimo scorcio del XII secolo. Anche se è fragile come uno scricciolo, Reina ha l'anima di un leone e non si lascia intimorire dalla possanza di Ranulf, il cavaliere biondo come l'oro che l'ha in suo potere. Piuttosto che lasciarsi consegnare all'ambizioso e vile Lord Rothwell, Reina propone a Ranulf di diventare sua moglie: in cambio della sua protezione, farà di lui un gran signore. Il talamo nuziale, ovviamente, non fa parte dell'accordo, ma l'orgoglioso cavaliere d'oro, abituato a vedere le donne ai suoi piedi, non intende affatto accettare un mero matrimonio di convenienza…
  2. Il primo bacio (Joining)
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Milisant, nobile ereditiera, combatte da sempre contro i vincoli della sua classe sociale e del suo essere donna. Nell'Inghilterra del Duecento, in cui i matrimoni aristocratici vengono decisi in base a ricchezze e prestigio, Milisant e Wulfric sono promessi sposi fin da quando erano bambini. Ma Mili, che ha un lupo e un falco come animali domestici, è assolutamente contraria a diventare la docile mogliettina di qualcuno. Soprattutto se quel qualcuno è un guerriero come Wulfric de Thorpe, che non nasconde di trovare ben poco attraente quella diciottenne dal piglio mascolino. E questi non sono che i primi ostacoli all'unione. Al debole e infido re Giovanni senza Terra, infatti, la fusione di due fra i maggiori patrimoni del regno pare proprio inaccettabile. È dunque lui il mandante dei sicari che inseguono la ragazza per boschi e castelli? Ma se lo scopo è quello di impedire le nozze, perché solo Milisant diventa bersaglio degli agguati? Di chi potrà fidarsi, costretta com'è ad abbandonare l'amata dimora paterna di Dunburh per l'imponente fortezza di Shefford, residenza dei de Thorpe? A complicare la sua esistenza si aggiunge poi un sentimento che scaturisce, inaspettato, da un primo, sorprendente bacio…
Ma ho adorato anche la sua serie romance sci-fi, un sottogenere raro e sottovalutato purtroppo, di cui vi ho parlato spesso sul blog citando proprio la sua Trilogia  Ly-San-Ter:
1. L’amante del guerriero (Warrior’s woman)
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Trama: Tedra è una guardia di sicurezza di un pianeta altamente psicologico, forte e molto alta, non ha mai trovato uomini che sapessero batterla in una lotta e perciò non si è mai innamorata veramente. Quando il suo pianeta viene conquistato da un tiranno riesce a sfuggire insieme al suo computer super intelligente, che con voce di donna le da consigli non richiesti e crede sempre di sapere ciò che è meglio per lei. Il supercomputer trova il pianeta di origine dei soldati mercenari che hanno aiutato il tiranno. Su questo pianeta madre, gli uomini sono enormi, altissimi e muscolosissimi, molto più forti dei loro discendenti che unendosi ad altre razze si sono indeboliti. Tedra scende sul pianeta decisa ad ingaggiare dei guerrieri per salvare il suo pianeta ma viene sconfitta in combattimento e deve perciò assoggettarsi per un mese alla volontà di un guerriero…..
2. Il Custode del cuore (Keeper of the heart)
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Trama: Questo libro narra la storia della figlia di Tedra, Shanelle, che sua madre ha voluto educare come lei era stata educata e che perciò sente strette tutte le regole che il pianeta di suo padre impone alle donne, come il fatto che debba essere lui a scegliere il suo futuro marito…..cosa importa che Shanelle quando lo incontra se ne innamori subito? Lei è testarda e non intende cedere.
3. Cuore di guerriero (Heart of a warrior)
Trama: Questo libro narra la storia del fratello di Shanelle, lui deve scegliersi da solo una moglie e finisce per invaghirsi di una terrestre che rapisce e porta sul suo pianeta. La terrestre in questione per metà libro si rifiuta di credere di essere finita su un pianeta sconosciuto e crede di sognare…..ci vorrà la volitiva Tedra per svegliarla un pò e farle affrontare la realtà, che in fondo è che un uomo bellissimo alto biondo e muscoloso la vuole……
Vi nomino infine un’altra sua serie ambientata nell’Inghilterra di fine 800, la Sherring Cross serie, solo perché contiene il suo mio libro preferito Amore per sempre:
  1. L’uomo del mio desiderio (Man of My Dreams)
Per migliorare la sua condizione sociale, Megan, l'affascinante e orgoliosa figlia del giudice Penworthy, punta al matrimonio con un giovane, ricchissimo duca, del quale però non conosce nemmeno il viso.Ma inaspettatamente un misterioso quanto aitante stalliere compare dai Penworthy, scombinando giochi che sembrano ormai fatti…
  2. Amore per sempre (Love Me Forever)
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Il conte di Amburough, rimasto vedovo, decide di trovare un marito alla figlia ormai ultraventenne Kimberly e la costringe perciò a trascorrere un periodo nella residenza di nobili amici, disposti ad assecondare il suo progetto.Ed è propio lì che la giovane conosce Lachlan MacGregor, irruento e squattrinato rampollo di un antico clan scozzese. Tra i due è subito amore-odio: lei lo considera un arrogante cacciatore di dote; lui un insopportabile snob.Ma, si sa, prima o poi gli opposti si attraggono…
  3. Per amore di Melissa (The Pursuit)
Lincoln Ross ha alle spalle un'infanzia infelice: a soli dieci anni, subito dopo la morte del padre, è stato abbandonato dalla madre e mandato a vivere dagli zii. Una ferita che brucia e che lo tiene lontano dal suo paese natale, la Scozia. Ma gli basterà rimettervi piede, ormai uomo fatto, per restare folgorato dalla bellezza di Melissa. Da quella terra, però si leva solo il vento dell'amore: gli spettri del doloroso passato di Lincoln risorgono a impedire la felicità dei due amanti. Combatterli non sarà facile e lui dovrà dimostrare di esser davvero degno di Melissa…
E per concludere qualche suo romanzo singolo non facente parte di una serie per mostrarvi ancora una volta quanto spaziasse come generi:
Romance Esotico
LA SPOSA RAPITA (Captive Bride)
Londra, 1883.Christina Wakefield, orgogliosa e capricciosa erede di un'immensa fortuna, destinata dalla nascita a un tranquillo matrimonio, di nascosto alla famiglia lascia la capitale inglese per seguire il fratello al Cairo. Rapita da un misterioso berbero, si ritrova prigioniera in una tenda, isolata nel cuore del deserto, circondata da uomini per cui è solo una schiava del loro signore: ma presto scoprirà che la sua più grande schiavitù è quella della passione
Romance Piratesco
L’AMORE DI UN PIRATA (A Pirate’s Love)
Vincolata da una promessa fatta da suo padre, Bettina Verlaine parte per un viaggio verso i Caraibi dove è destinata ad un matrimonio combinato. Ma l’unione non verrà mai consacrata: Tristan, il capitano di una nave pirata, bello e sfrontato, rapisce Bettina che, nella calda carezza dei venti tropicali, cede all’affascinante mascalzone, odiandolo per averla fatta prigioniera e amandolo per aver saputo gettare un incantesimo di passione su di lei…
Romance Medievale
COSI’ PARLA IL CUORE (So Speaks the Heart)
Normandia, 972. Lady Brigitte de Louroux, erede di una nobile famiglia francese, viene rapita da Sir Rowland di Montville che non conosce la sua vera identità. L’invincibile guerriero sarà vinto dalla fanciulla che lo conquista con la sua innocenza spinta dal desiderio del suo cuore e gli dimostrerà che l’amore è la più potente delle armi.
Romance western genere Spose per corrispondenza
TENERA E’ LA TEMPESTA (Tender Is the Storm)
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Determinata a sottrarsi al gioco di matrimoni combinati dell’alta società newyorkese, l’ereditiera Sharisse Hammond parte per il selvaggio West come sposa per corrispondenza di Lucas Holt, allevatore dell’Arizona. Sharisse, che però non intende mantenere l’accordo, scopre che anche Lucas nasconde qualcosa: ha bisogno di una moglie qualsiasi per vendicare la morte del padre.Ma i piani di servirsi uno dell’altra si complicano quando la passione, imprevista e infuocata, li travolge…
Paranormal romance
LA SPADA DI THORN (Until Forever)
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La chiamano Maledizione del Bevitore di Sangue. Un nome suggestivo e quantomai appropriato per la bellissima e preziosa spada vichinga di cui Roseleen, giovane docente di storia medievale presso una piccola università statunitense, è riuscita a entrare in possesso. Un nome attribuito a ragion veduta, in virtù del misterioso potere che l'arma esercita: ogni volta che la giovane donna la impugna, un rombo di tuono annuncia l'improvvisa apparizione di un forte e splendido guerriero vichingo, che sostiene di chiamarsi Thorn, il Bevitore di Sangue. Vittima di un arcano maleficio, Thorn, ogni volta che la sua spada cade in mani femminili, è costretto a lasciare il Valhalla - il mitico paradiso vichingo - per trasformarsi in umile servitore delle nuove proprietarie. Ma con Roseleen la sua schiavitù è destinata ad assumere connotazioni piuttosto particolari. L'intraprendente professoressa è infatti assolutamente determinata a scoprire il più possibile sul mondo del suo accidentale servitore e lo costringe a un viaggio indietro nel tempo. Prende così il via un'avventura magica e indimenticabile nel cuore degli eventi medievali, un'avventura destinata a sbocciare in un grande amore che corre il rischio di modificare addirittura il corso della storia…
LA MIA TOP TEN dei ROMANZI DI JOHANNA LINDSEY
 1. Amore per sempre (Love Me Forever)
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2. L’amante del guerriero (Warrior’s woman)
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3. Il primo bacio (Joining)
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4. Per non sposarti (That Perfect Someone)
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5. Titolo: Quell’unico amore (Love Only Once)
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6. Il Custode del cuore (Keeper of the heart)
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7. Tenera è la tempesta (Tender Is the Storm)
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8. Cuore selvaggio (A Heart So Wild)
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9.  La spada di Thorn (Until Forever)
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10. Marry me by sundown
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yelenabworld · 4 years
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On the last good day of the year
Stasera mi sono versata due dita di vino, mentre la cena sfrigolava in padella e sentivo Costeau.
Sei lontano anni luce ormai, eppure sentirti è un’abitudine che ancora mi concedo. Basta poco, l’amaro che gli altri tendono a lasciarci non passa mai facilmente, bisogna affrontarlo un pezzetto per volta. Io l’ho lasciato fare un po’ come voleva, dato che non ero così forte da combatterlo, così l’amaro ha finito per prendersi tutto il posto.
L’ho esorcizzato scrivendo. E nemmeno tanto bene.
Gli anni si sono accumulati, come un mucchio di foglie d’autunno, nei viali che calpesto dentro di me quando da sola finisco per rivivere il silenzio di quel tuo nome che troppo spesso torna.
Sei attaccato a tutto ciò che tocco o vedo, è buffo vero?
Il continuo parlarti… da brava sciocca.
Ho amato le tue belle bugie, la tua fiera di paese ai miei occhi di bambina innamorata.
Una principessa, senza scarpetta, senza regno, senza cavalli… solo disastri. Tu amavi me…! Che meraviglia crederci, si.
Credere che fosse vera.
Credere che quella carezza sul tuo viso che ancora è qua sul palmo della mia mano, avesse toccato quel tuo cuore pirata.
Solo una sciocca piccola insulsa sognatrice poteva perdersi nel suo calore, mentre te la faceva guardandoti negli occhi con tutta la tenerezza imbarazzante mai provata, imprimendo nella memoria ogni dettaglio di te, in accappatoio, seduto in cucina a casa tua. Non ricordo nemmeno cosa stessi dicendo, tanto ero impegnata ad imprimerti nella mia testa, in un fermo immagine unico.
Quando resto sola ho tutto il tempo di ritrovarti, perfetto, come ti ho lasciato, tra le note di questa canzone.
Ero la sola a tenerci alla nostra storia, la sola che avesse scelto di mandare tutta la sua vita al diavolo per l’uomo più bello e pazzo che avesse mai conosciuto.
Ho lasciato che tu giocassi con il tuo piccolo topolino fino a lasciarlo quasi morente, nella tua vendetta privata contro il mondo intero…
Bevo un sorso di vino e mi passa il solito pensiero, chissà con chi stai giocando ora, su quale seno stai infilando i tuoi artigli… ma non ha importanza.
Brindiamo, ti va?
Oggi sento che devo dirti ciao, più forte delle altre volte.
Oggi questa canzone non ha lo stesso sapore.
Cin cin, dolcezza, il futuro che mi avevi solo promesso non mi fa male, è l’ultimo giorno buono di un anno mai venuto, di un amore mai nato, di un uomo mai esistito.
È l’ultimo… anche questo addio non sarà l’ultimo, non mi viene mai.
[©Yelena b.]
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federicabea · 4 years
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Serate storte a stare sola in una stanza
Vivere con timore queste ultime ore
Il sangue che scende, cade in una vasca che ha capito il mio dolore, goccia dopo goccia, quel che resta non me lo sono inventato, quel che rimane non è niente confronto la mia persona
Mi rimane poco tempo... mi restano soltanto 5 minuti e poi il mio tempo qui sulla terra è scaduto, chi ci crede oppure no, chi si allarma oppure no, chi legge oppure no.. non mi importa.
L'ultima sigaretta e poi vado.
Ha un sapore acre, ha un sapore di vendetta contro il tempo... il tempo che per me è già quasi scaduto..
Le gocce di sangue son diventati fiumi e il la sento, la sento arrivare e mi avvolge ma solo il tempo dell'ultima sigaretta.
Lei mi stringe e io la respingo, lei ci prova ancora ed io questa volta cedo... cedo alle sue morbide braccia, l'ultima sigaretta cade nella vasca da bagno e io chiudo gli occhi una volta e per sempre nell'abbraccio nero della morte....
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