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#letteratura romana
capra-persa · 1 year
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SOLES OCCIDERE ET REDIRE POSSUNT: NOBIS, CUM SEMEL OCCIDIT BREVIS LUX, NOX EST PERPETUA UNA DORMIENDA.
I soli possono cadere e tornare; per noi, quando la breve luce cade, c’è il sonno di una notte senza fine.
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1acas0 · 3 months
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Bene, bene, bene, penultimo esame della sessione andato egregiamente!
ricapitolando:
Storia romana 30 e lode
Storia contemporanea 30
Sociologia 23 (odio quella materia)
Letteratura italiana contemporanea 30
soddisfatto? si! non ho mai messo così tanto amore e costanza nelle cose.
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crazy-so-na-sega · 7 months
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Quando l'uomo moderno dice parola, ci si immagina generalmente una parola singola, d'abitudine un sostantivo; e quasi sempre, o almeno spesso, si pensa a una parola scritta, di solito in una scrittura fonetica. Si potrebbe dire l'alfabetizzazione della parola che, secondo Ivan Illich, è cominciata in Occidente nel XII secolo. E' il passaggio dalla letteratura monastica alla letteratura scolastica: è la comparsa del testo. La letteratura non è più una ricerca di sapienza né una lettura del libro della natura o di Dio, ma una ricerca delle opinioni degli autori (sugli argomenti di cui trattano).
Non si legge più, come avveniva fino al XII secolo, in conformità alla tradizione vedica o bramanica, per ottenere la salvezza, come un pellegrinaggio attraverso l'universo dell'uomo, ma per informarsi e diventare eruditi o potenti. I vocaboli dell'era moderna sono creazioni dell'alfabeto. Il greco primitivo non aveva nessun vocabolo che indicasse la "parola". In effetti l'alfabeto è una tecnica elegante per la visualizzazione dei suoni. Così le parole diventano atomi del discorso. La parola però non è la scrittura, così come l'alfabeto non è la lingua. Nel corso dei 650 anni della dominazione romana nel Mediterraneo non è passato per la mente a nessuno di trascrivere le lingue parlate in caratteri romani. E quando nell'850 Cirillo e Metodio tradussero la Bibbia in bulgaro, non inventarono una lingua ma un alfabeto. Le lettere non servivano per riportare ciò che diceva la gente. La scrittura era uno strumento, la parola, no: era vita. In molti testi antichi le parole non erano separate tra loro: esistevano solo le righe, e fin dall'antichità ellenica è ben nota la figura dell'anagnōstēs, il lettore. L'uomo classico non leggeva, si faceva leggere.
E' significativo che la parola anagnōstēs derivi da anagignōskō e che anágnōsis definisca l'azione di far conoscere, cioè di recitare, di leggere a voce alta per un altro. La parola, confusa con la parola alfabetizzata (e dunque scritta), è assunta volgarmente come un mezzo di espressione, perfino come il mezzo per antonomasia dell'esprimersi umano. Il mediatore si è trasformato in intermediario. Comincia qui il cedimento del linguaggio di fronte alla scrittura.
-Raimon Panikkar -Lo spirito della parola
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Romanzi italiani del 900: racconti di un secolo di cambiamenti
I romanzi italiani del 900 hanno saputo catturare le sfumature della società, la politica, la cultura e le emozioni di un Paese che ha vissuto due guerre mondiali, profonde trasformazioni sociali e una rapida modernizzazione. Per questo motivo la letteratura italiana nel Novecento è un affascinante mosaico di stili, voci e storie che riflettono il tumultuoso periodo storico attraversato dall'Italia durante quel secolo. I primi anni del 900: il Futurismo Gli inizi del Novecento italiano hanno visto emergere il movimento futurista, che ha cercato di abbracciare il cambiamento e l'innovazione nella letteratura, nell'arte e nella società. Un esempio notevole di romanzi futuristi è "Zang Tumb Tumb" di Filippo Tommaso Marinetti, un'opera che sperimenta con la forma e il suono delle parole per esprimere l'entusiasmo per la modernità e la tecnologia. Questo movimento ha contribuito a gettare le basi per il modernismo letterario in Italia. I romanzi italiani del 900 e la Seconda Guerra Mondiale La Seconda Guerra Mondiale è stata un'incredibile fonte di ispirazione per gli scrittori italiani dell'epoca. - "Il giardino dei Finzi-Contini" (1962) di Giorgio Bassani narra la triste pagina della persecuzione degli ebrei. - "La casa in collina (1948) di Cesare Pavese analizza la guerra in quanto impegno storico e civile. - "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947) è uno dei più bei romanzi sulla Resistenza. - "La ciociara" (1957) di Alberto Moravia rappresenta un'altra tragica pagina del conflitto: lo sbarco degli alleati Il dopoguerra, con tutte le difficoltà della ripresa economica, ha ispirato, invece, la nascita di una vera e propria corrente letteraria che ha coinvolto la letteratura e il cinema: il neorealismo. I romanzi neorealisti più emblematici sono: - "Ragazzi di vita" (1955) di Pier Paolo Pasolini; - "Una questione privata" (1963) di Beppe Fenoglio; - "Se questo è un uomo" (1947) di Primo Levi; - "La romana" (1947) di Alberto Moravia. I romanzi postmoderni Gli anni '60 hanno portato una nuova onda di romanzi italiani che riflettevano i cambiamenti sociali e culturali in corso. "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958, ha catturato l'atmosfera di una società aristocratica in declino. Altro autore esemplare di questo periodo fu Leonardo Sciascia che con i suoi romanzi accese un faro sulla Sicilia e sul fenomeno della mafia. Ricordiamo "Il giorno della civetta", "A ciascuno il suo", "Il caso Majorana". Negli anni '70 e '80, l'Italia ha assistito a una rinascita letteraria con l'emergere di autori postmoderni come Umberto Eco, che ha scritto "Il nome della rosa" (1980), un romanzo che mescola storia, mistero e teologia. I romanzi che in una certa misura hanno segnato gli anni Novanta del Novecento sono "Castelli di rabbia" (1991), "Oceano mare" (1993), "Seta" (1996) di Alessandro Baricco. In copertina foto di Priscilla Du Preez 🇨🇦 su Unsplash Read the full article
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enkeynetwork · 6 days
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lamilanomagazine · 1 month
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ScrittuRa Festival Ravenna: inizia l'undicesima edizione per la festa della letteratura
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ScrittuRa Festival Ravenna: inizia l'undicesima edizione per la festa della letteratura. Torna per la sua undicesima edizione ScrittuRa Festival, la festa dei libri e dei lettori curata da Matteo Cavezzali, che si svolgerà in dieci comuni della provincia di Ravenna dal 15 aprile al 28 maggio con scrittori di fama nazionale e internazionale coinvolti in incontri con il pubblico e spettacoli, tutti ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti). Gli appuntamenti attraverseranno diversi percorsi tematici, dalla letteratura alla saggistica, per esplorare aspetti del nostro presente dal cambiamento climatico all'intelligenza artificiale, dalla fascinazione per il male alla "bellezza come salvezza del mondo", come scriveva Dostoevskij. "Undici edizioni di ScrittuRa Festival, – afferma l'assessore alla cultura Fabio Sbaraglia – che hanno segnato anno dopo anno un interesse e affezione del pubblico sempre crescenti, testimoniano la passione e l'impegno che associazione Onnivoro da sempre mette in campo nella sua organizzazione. Un appuntamento ormai fisso che richiama centinaia di persone in un contesto informale e denso di contenuti che nel tempo si sono costantemente arricchiti, allargando le collaborazioni, ma mantenendo sempre forte uno sguardo attento sul presente. Un momento importante di confronto su ciò che caratterizza il nostro tempo, direttamente a contatto con chi tutti i giorni lo racconta e lo indaga attraverso la scrittura". "È un grande piacere poter partecipare a questo progetto – dichiara il sindaco di Faenza, Massimo Isola –. Da anni eravamo al lavoro per trovare una collaborazione con l'evento, diventato punto di riferimento dell'offerta culturale romagnola. A Faenza da anni proponiamo molte manifestazioni culturali e tra queste anche quelle legate alla divulgazione della letteratura attraverso incontri con autori sia nella nostra biblioteca che in tanti altri luoghi della città. Partecipando a questo Festival la nostra città compie un passo avanti ritenendo che l'evento non può che crescere. Sono lieto dei temi che verranno affrontati negli incontri faentini che andranno dal cambiamento climatico ai temi legati alla storia, argomenti di grande attualità e che non mancheranno di proporre riflessioni interessanti". Ad aprire il festival sarà il 15 aprile al teatro Goldoni di Bagnacavallo uno degli autori più letti e amati d'Italia: Antonio Manzini. Il papà del vicequestore Rocco Schiavone sarà sul palco alle 18 assieme a Matteo Cavezzali. Al centro di ScrittuRa come sempre la grande letteratura con la premio Strega Helena Janeczek, Ben Lerner, Francesca Giannone, il cui romanzo "La portalettere" è stato il libro più letto in Italia quest'anno, e ancora Romana Petri, Daniele Mencarelli, Claudia Durastanti, Ilaria Gaspari, Eraldo Baldini, e molti altri. Nei giorni del festival sarà consegnato a Jon Fosse, Premio Nobel per la Letteratura 2023, l'Alloro di Dante di Rinascimento Poetico e del Centro Dantesco. Si parlerà di classici come Kafka raccontato da Mauro Covacich e Baudelaire da Antonio Castronuovo, delle figure femminili dell'Iliade con Marilù Oliva e di miti greci con Matteo Nucci. Sarà al centro anche la storia moderna e contemporanea con i criminali nazisti raccontati da Antonio Iovane, la resistenza e Iris Versari narrati da Nicoletta Verna, il Messico di Pancho Villa con Pino Cacucci e la trafila garibaldina con Roberto Balzani. In questa edizione, a un anno dalla alluvione, saranno al centro anche i temi ambientali con Vincenzo Levizzani, direttore dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr, che parlerà di come funzionano le piogge e di cambiamento climatico. Massimo Polidoro invece che ci porterà a conoscere le meraviglie dell'universo e della natura dell'ultima lezione di Piero Angela. Ci saranno inoltre incontri sull'editoria con Giorgio Zanchini di Quante Storie di Rai3 e con "Operazione Bestseller, dietro le quinte di un successo editoriale" con Valentina Notarberardino. Si parlerà anche di temi contemporanei come le "parole" con Vera Gheno, il femminismo con Jennifer Guerra, gli USA alla vigilia delle elezioni con Francesco Costa, dall'Inghilterra arriverà Nello Cristianini, uno dei massimi esperti al mondo di Intelligenza Artificiale. Ci sarà spazio anche per l'ironia con la satira Luca Bottura e Luca Restivo di Radio2. Di arte moderna si parlerà con Jacopo Veneziani, Elena Loewenthal racconterà invece la storia avventurosa dell'ebraico, Giuseppe Plazzi e Alessandro Paolucci parleranno di neurologia, sogno e psichedelia, mentre la filosofa Lucrezia Ercoli terrà un incontro sulla fascinazione del male e del crimine e Luca Sommi sulla bellezza. A ScrittuRa debutterà l'anteprima di "Pop Artusi" uno spettacolo sulla cultura gastronomica italiana con Niccolò Califano, reduce dall'ultima edizione di Masterchef, e Matteo Cavezzali. Infine ci saranno incontri pensati per i ragazzi con grandi autori per giovani e giovanissimi con Gianumberto Accinelli sulla natura, Davide Morosinotto, Lidia Traversi, Alessia Canducci e Veronica Truttero. ScrittuRa Festival è realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni di Ravenna, Lugo, Faenza, Bagnacavallo, Fusignano e Cotignola e del sostegno di APT e del Centro per il Libro e la Lettura con la sponsorizzazione di Fondazione Cassa di Risparmio e Fondazione del Monte di Lugo, Fondazione Del Monte, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Gruppo Hera, Coop Alleanza 3.0 e Faventia Sales. Il programma completo è consultabile su www.scritturafestival.com... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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daniela--anna · 3 months
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Why is #March called that?
The name March derives from the Latin Martius (mensis), derivative of Mars, Martis 'Mars', to whom it was dedicated.
Originally the Latin Mars indicated a divinity linked to agriculture, later identified with the Greek Ares, god of war.
Until 46 BC, when the Roman calendar was still in force in ancient Rome, the year began on March 1st.
In total it lasted 304 days, and there were no months of January and February.
"The calendar and sacred topography, literature and inscriptions, legend for the first centuries and history for the last, provide abundant evidence of the essential relationship between Mars and war. The cycle of the god's festivals is divided into two groups , one of which opens the year (March with some extensions) and the other closes (October) the war season: in spring the Ecurria (Equirria) celebrated with races in the Campus Martius (27 February and 14 March ), the lustration of the weapons at the Quinquatrus (19 March) and that of the trumpets at the Tubilustrium (23 March, 23 May). [...] Until the time of the foundations of Augustus in favor of Mars Ultor, avenger of Caesar and the insignia taken from the Parthians, the sanctuaries of Mars were subjected to an explicitly formulated rule: as a sort of sentinel, the god had his seat not inside the city, where peace was supposed to reign and access to troops was barred armed, but outside the walls, on the edge of Wildnis which was not, although the opposite has been said, its area, but rather the origin of the dangers, and above all of the armed enemy."
📚Georges Dumézil, "The archaic Roman religion"
📌 MAN ALIENATED FROM HIS CREATOR HAS ALWAYS BEEN PAGAN, VIOLENT AND WARFOUNDER.
Perché #marzo si chiama così?
Il nome marzo deriva dal latino Martius (mensis), derivato di Mars, Martis 'Marte', a cui era dedicato. In origine il latino Mars indicava una divinità legata all'agricoltura, identificata poi col greco Ares, dio della guerra.
Fino al 46 a.C., quando nell'antica Roma era ancora vigente il calendario romano, l'anno iniziava il primo marzo. In totale durava 304 giorni, e non c'erano i mesi di gennaio e febbraio.
"Il calendario e la topografia sacra, la letteratura e le iscrizioni, la leggenda per i primi secoli e la storia per gli ultimi, forniscono copiosissime prove del rapporto essenziale fra Marte e la guerra. Il ciclo delle feste del dio si divide in due gruppi, di cui uno apre l'anno (mese di Marzo con alcuni prolungamenti) e l'altro chiude (mese di Ottobre) la stagione guerresca: in primavera gli Ecurria (Equirria) celebrati con le corse nel Campo Marzio (27 Febbraio e 14 Marzo), la lustrazione delle armi ai Quinquatrus (19 Marzo) e quella delle trombe al Tubilustrium (23 Marzo, 23 Maggio). [...] Fino al tempo delle fondazioni di Augusto in favore di Marte Ultore, vendicatore di Cesare e delle insegne prese dai Parti, i santuari di Marte furono sottoposti a una regola, esplicitamente formulata: come una sorta di sentinella, il dio ebbe la sua sede non all'interno della città, in cui doveva regnare la pace ed era precluso l'accesso alle truppe armate, ma fuori della cinta, sul limitare della Wildnis che non era, sebbene sia stato detto il contrario, il suo ambito, bensì la provenienza dei pericoli, e innanzitutto del nemico in armi."
📚Georges Dumézil, "La religione romana arcaica"
📌 L'UOMO ALIENATO DAL SUO CREATORE, È DA SEMPRE PAGANO, VIOLENTO E GUERRAFONDAIO.
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In libreria Spilli, storia di una ragazza che perde la vista
GRETA OLIVO, SPILLI (EINAUDI, PP.     198, EURO 18,50) Sulla perdita della vista, il Premio Nobel della letteratura José Saramago ha scritto uno dei suoi capolavori: il romanzo apocalittico fantascientifico Cecità.     Il non-vedere è anche il perno di Spilli, esordio della romana Greta Olivo, classe ’93. Lo stile di questa giovane scrittrice non è fantasy bensì aderente al vero, e le descrizioni…
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personal-reporter · 7 months
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Turner, Paesaggi della Mitologia a Venaria Reale
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Fino al 28 gennaio 2024 la Reggia di Venaria propone la mostra Turner. Paesaggi della Mitologia, a cura della storica dell’arte inglese Anne Lyles, continuando così la prestigiosa collaborazione con la Tate UK dopo la mostra che si è tenuta nel 2022 dedicata a John Constable. L’esposizione si trova al primo piano delle Sale delle Arti e presenta una selezione di una quarantina di opere provenienti dalla prestigiosa istituzione britannica, nelle quali Turner esprime non solo la sua passione per la pittura di paesaggio, ma anche quella per temi legati alla mitologia classica greca e romana. Nelle dieci sale della mostra i visitatori trovano sia i grandi dipinti a olio su tela, realizzati da Turner per essere esposti alla Royal Academy di Londra, sia gli acquerelli e gli schizzi in cui l’artista manifestò con libertà e spontaneità la sua visione romantica della Natura e del Mito. Tra gli artisti britannici più noti e amati, William Turner fu celebre per i suoi  paesaggi, dove la Natura è concepita nell’ambito di una estetica del Sublime, con fitte nebbie, tempeste di mare e fenomeni naturali che incutono timore all’uomo e al contempo attraggono. Ma Turner si affermò a livello internazionale all’inizio dell’Ottocento dipingendo grandi quadri per le grandi rassegne ufficiali, con scene tratte dalla Bibbia, dalla letteratura classica e dalla mitologia ancora influenzati dallo stile dei suoi predecessori francesi, come Nicolas Poussin e Claude Lorrain, oltre ai personaggi che popolano il mondo della mitologia, dopo che ebbe studiato da vicino alla National Gallery di Londra i dipinti degli Old Masters. Inoltre, durante i primi anni da studente della Royal Academy, l’artista imparò a riprodurre fedelmente, a matita o a gessetto, i calchi delle più celebri statue del mondo classico, come l’Apollo del Belvedere. A influenzare ulteriormente i quadri di mitologia classica di Turner contribuì Richard Wilson, che nella seconda metà del Settecento visse per un lungo periodo nel sud Italia, tra Roma e Napoli, dove le sue tele erano popolate da figure della classicità o mitologiche, in paesaggi idealizzati, ma influenzati da luoghi reali che aveva visitato. Il desiderio di Turner di conoscere i paesaggi italiani di Wilson si realizzò nel 1819, per le difficoltà che comportava un viaggio in Europa durante le guerre napoleoniche. In Italia Turner tornò poi nel 1828 per un soggiorno più lungo e da allora usò proprio i paesaggi italiani come sfondo per i soggetti mitologici. Alcune opere della  mostra, come The Bay of Baiae with Apollo and the Sibyl (1823), documentano come il soggetto mitologico fosse trattato da Turner con sempre più dettaglio e consapevolezza storica. Lo sfondo di rovine romane e la figura della Sibilla Cumana simboleggiano i temi che l’artista aveva più a cuore tra bellezza e decadenza, gloria e declino, fragilità della vita e caduta degli imperi. Read the full article
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chez-mimich · 10 months
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JULIEN GREEN: “PARIGI”
Ci sono libri che avremmo potuto scrivere noi, ne siamo convinti tutti, solo che li hanno scritti altri e, forse, questa convinzione è dovuta al fatto che in realtà convivono nella nostra mente gli echi dei tanti libri letti. Mi è capitato di provare questa sensazione dopo le prime due o tre pagine di “Parigi” di Julien Green. Parigi è da sempre una città narrata, filmata, raccontata, cantata attraverso i secoli , come poche altro città lo sono state: forse solo New York e Londra hanno avuto la stessa “fortuna narrativa”. Il libro è semplicemente un atto di amore incorruttibile ed eterno per Parigi. “…Avevo affisso al muro una mappa di Parigi, che catturava lungamente il mio sguardo e quasi a mia insaputa mi erudiva. Scoprii che Parigi aveva la forma di un cervello umano…” Julien Green tratta Parigi con lo stesso approccio che fu dei surrealisti. Più di un passo, di questo prezioso volumetto edito da Adelphi, sembra attingere al patrimonio della letteratura surrealista, a cominciare dallo strabiliante “Nadja” di André Breton fino al mirabolante “Le Paysan de Paris” di Louis Aragon. È proprio l’anima del vero flâneur che anima tutto il volume e basta la lettura di qualche pagina per rendersene conto “…Chi non ha perso tempo in una città non può certo pretendere di conoscerla bene. L’anima di una metropoli non si lascia cogliere tanto facilmente per entrare in comunicazione con lei bisogna essersi annoiati, avere un po’ sofferto nei luoghi che la delimitano…” Parole di questo tenore sono proprie solo di pochissimi autori, legati alla città da un cordone ombelicale mai reciso. Il lettore di questo libro non può avere con l’autore che la stessa affinità elettiva, perché Parigi richiede una dedizione totale, non uno sguardo da turista e questa non è una guida turistica. Basta leggere “Le alture del Sedicesimo” (ove sedicesimo sta per XVI Arrondissement), dedicato al quartiere di Passy (per intenderci quello che inizia sotto il Ponte di Bir Hakeim, dove l’urlo di Marlon Brando squarciava la quiete parigina).La descrizione della Rue de Passy ha molto a che fare con le meraviglie del “paesano” paragonata ai “passages” dove provare la “vertigine del moderno”: il vinaio Nicolas, la pasticceria Coquelin, gli sguardi che i garzoni lanciano ai polpacci delle massaie, la Rue Raynouard, tutto ciò non può nascere da una semplice ammirazione per la città, nemmeno da un amore per la città, ma può nascere solo da una devozione per Parigi che è di molti, ma non di tutti. La stessa cosa può dirsi per le scorribande sentimentali di Julien Green nei giardini del Palais Royal, “uno di quei luoghi dove aleggia un non so che di misterioso, più facile da percepire che da dire”, scrive l’autore preso ormai dal feticismo più sfrenato: “La mia mano sfiorò una delle colonne bianche (…) Come in preda ad una allucinazione, infilai il viso tra le sbarre della cancellata le cui punte di lance dorate brillavano contro un cielo minaccioso…” Evitate di leggere un libro così se non l’amate come l’amo io, potrebbe deludervi perché leggereste un libro su una città e non su “la” città. Curiose coincidenze: lo scorso anno, proprio in queste settimane lessi “Paris s’il vous plaît” (Einaudi). Ecco, la giovane autrice romana, tra i contemporanei, è quella che maggiormente sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda con libri simili a questo, dove la bellezza di Parigi si rivela in tutta la sua convulsività e vale la pena ricordare che come scrisse Breton “La beauté sera convulsive ou ne sera pas.”
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aki1975 · 10 months
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Roma - Aqua Appia - 312 a. C.
L’acquedotto della Aqua Appia fu il primo realizzato a Roma da Appio Claudio Cieco, uno dei politici che più si batterono nella Repubblica per migliorare le condizioni di vita di tutta la popolazione. Nello stesso anno fu iniziata anche la Via Appia, segnale di espansione romana verso la Magna Grecia.
Sul piano politico e sul piano culturale, continuo fu infatti il confronto fra il mos maiorum propugnato da esponenti come Catone il Censore e le nuove tendenze improntate dall’allargamento degli orizzonti, dall’arricchimento delle élite e dalle influenze ellenistiche promosse, fra gli altri, dal Circolo degli Scipioni.
Autori di primo piano dei secoli repubblicani sono stati:
- Livio Andronico che nel 240 a. C. fece rappresentare a Roma il primo dramma teatrale;
- Gneo Nevio, attivo a partire dal 235 a. C.;
- Plauto, attivo a partire dal 218 a. C.;
- Terenzio, dal 166 a. C.;
- Polibio, deportato Roma in seguito alla sottomissione della Grecia nel 166 a. C.
All’epoca repubblicana succedette l’epoca di Augusto con gli autori più noti della letteratura latina:
��Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero” (Orazio, Odi XI, 23 a. C.);
- “Alme Sol, possis nihil urbe Roma visere maius” (Orazio, Carmen seculare, 17 a. C.);
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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La satira sociale: un'arma per la critica sociale
La satira è un genere letterario, artistico e comunicativo che si caratterizza per l'attenzione critica ai vari aspetti della società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento. La satira sociale, in particolare, si occupa di temi rilevanti, principalmente la politica, la religione, il sesso e la morte, e su questi propone punti di vista alternativi, e attraverso la risata veicola delle piccole verità, semina dubbi, smaschera ipocrisie, attacca i pregiudizi e mette in discussione le convinzioni. La storia della satira sociale La satira sociale ha una lunga storia, che risale all'antica Grecia. Già Omero, nella sua "Odissea", utilizzava la satira per criticare i vizi e le debolezze degli uomini. In epoca romana, la satira divenne uno strumento di critica sociale sempre più diffuso, grazie a autori come Lucilio, Persio e Giovenale. Nel Medioevo, la satira sociale continuò a essere praticata da autori come Dante, Boccaccio e Petrarca. Nel Rinascimento, invece, la satira si sviluppò in una direzione più raffinata e intellettuale, grazie a autori come Ariosto, Machiavelli e Castiglione. Nel XVIII secolo, la satira sociale assunse una funzione sempre più importante nella critica sociale e politica. In questo periodo, infatti, si assistette a un fiorire di opere satiriche che attaccavano l'assolutismo monarchico e la Chiesa. Tra gli autori più importanti di questo periodo si possono ricordare Voltaire, Montesquieu e Rousseau. Nel corso dei secoli Nel XIX secolo, la satira sociale continuò a essere un importante strumento di critica sociale. In questo periodo, infatti, si assistette a un'intensa attività di satira politica, che ebbe un ruolo importante nella lotta per la democrazia e la libertà. Tra gli autori più importanti di questo periodo si possono ricordare Manzoni, Leopardi e Gogol. Nel XX secolo, la satira sociale si è sviluppata in nuove forme, come il fumetto, la televisione e il cinema. In questo periodo, infatti, la satira è diventata un mezzo di comunicazione di massa, che ha raggiunto un pubblico sempre più vasto. Tra gli autori più importanti di questo periodo si possono ricordare Charlie Chaplin, George Orwell e Orson Welles. Nella società contemporanea, la satira sociale continua a essere un importante strumento di critica sociale. La satira, infatti, può essere un modo efficace per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi sociali, smascherare le ipocrisie e promuovere il cambiamento. Le sue forme La satira sociale può essere esercitata attraverso diverse forme artistiche, come la letteratura, il teatro, il cinema, la televisione, la musica e il fumetto. Ogni forma artistica ha le sue caratteristiche e potenzialità. La letteratura, ad esempio, può essere utilizzata per creare personaggi satirici che incarnano i vizi e le debolezze della società. Il teatro, invece, può essere utilizzato per mettere in scena situazioni satiriche che mettono in luce le contraddizioni della società. Il cinema e la televisione, invece, possono essere utilizzati per raggiungere un pubblico più vasto e diffondere la satira sociale a un pubblico più ampio. Può essere un'arma potente per la critica verso la società attuale. Tuttavia, è importante che la satira sia esercitata con responsabilità e rispetto per gli altri. La satira, infatti, non deve mai sfociare nell'odio o nella violenza. La satira, invece, deve essere un mezzo di dialogo e di riflessione, che possa contribuire a migliorare la società. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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ecoamerica · 2 months
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Watch the American Climate Leadership Awards 2024 now: https://youtu.be/bWiW4Rp8vF0?feature=shared
The American Climate Leadership Awards 2024 broadcast recording is now available on ecoAmerica's YouTube channel for viewers to be inspired by active climate leaders. Watch to find out which finalist received the $50,000 grand prize! Hosted by Vanessa Hauc and featuring Bill McKibben and Katharine Hayhoe!
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fashionluxuryinfo · 10 months
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I nuovi appuntamenti dell’Estate Romana 2023 Dal 19 al 25 luglio
In partenza una nuova settimana di eventi promossi dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale con diverse iniziative tra letteratura, cinema, teatro, musica, danza, arte, incontri e attività per bambini e famiglie proposte dalle istituzioni culturali cittadine e dalle associazioni vincitrici dell’avviso pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024”.
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enkeynetwork · 10 months
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lamilanomagazine · 6 months
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Prosegue la rassegna di teatro e musica “Oltre” al Teatro Sanclemente di Granze di Camin, a Padova.
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Prosegue la rassegna di teatro e musica “Oltre” al Teatro Sanclemente di Granze di Camin, a Padova Prosegue l’edizione 2023 della rassegna di teatro e musica “Oltre”, promossa e organizzata da TOP-Teatri Off Padova al Teatro Sanclemente in piena zona industriale cittadina. La rassegna, che vede il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, rientra quest’anno nel progetto “Zona3” di TOP, sostenuto dal bando per la rigenerazione urbana promosso dalla Regione del Veneto (legge regionale n. 17/2019). L’obiettivo è rafforzare la proposta culturale del quartiere e il dialogo con la comunità di Camin e Granze, che diventa così spazio "rivitalizzato” in una prospettiva di benessere per la collettività, di formazione ed educazione alla fruizione dell’arte. Per questo ha visto un primo momento di incontro e promozione attiva con i cittadini, per coinvolgere direttamente i futuri spettatori della rassegna. Comun denominatore degli spettacoli proposti è il rapporto tra uomo e natura, tra senso di spaesamento e desiderio di ricerca, di conoscenza e di viaggio, declinati con differenti linguaggi artistici. Dopo i primi due appuntamenti, il cartellone propone altri quattro spettacoli nei prossimi fine settimana, uno per adulti il sabato sera alle 21 e uno per bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni insieme alle loro famiglie la domenica pomeriggio alle 16. Al termine di ogni appuntamento è previsto un momento di incontro fra pubblico e attori, registi e tecnici. L’invito è a guardare “oltre” la destinazione produttiva della zona, mettendo al centro la rigenerazione urbana come azione che parte dalla stessa valorizzazione della ex chiesa di San Clemente, un tempo cuore sociale del quartiere ora Teatro Sanclemente, sede della compagnia teatrale e location degli spettacoli. Così “Oltre” accenderà un riflettore anche sulla relazione fra individui e comunità, tra città e periferia ritessendo relazioni e connessioni. Sabato 2 dicembre è in programma Still Alive di e con la giovane attrice romana Caterina Marino, sul palco con il videomaker Lorenzo Bruno. Uno spettacolo teatrale che mette al centro il corpo e la voce dell’artista e, a partire da un malessere personale, indaga un male di vivere umano più generale con tocco leggero e autoironico. La rappresentazione viene fin da subito concepita con un rapporto diretto con il pubblico, in bilico tra confessioni e flussi di coscienza, domande e coinvolgimento degli spettatori per ricordare a chi guarda come, nel bene e nel male, nessuno di noi sia solo. Still Alive diventa così l’occasione per raccontare la funzione prima e originaria del teatro, specchio e strumento per condividere e superare la fatica dell’esistere. Lo spettacolo ha vinto la segnalazione speciale del Premio Scenario 2021 ed è stato tra i finalisti del Premio In-box 2023. Domenica 3 dicembre appuntamento invece con La Goccia e la Carota, che nasce da due testi di letteratura per ragazzi dedicati al tema dei cambiamenti climatici. È la storia di una goccia di petrolio e una carota di ghiaccio che, raccontando chi sono e confrontandosi, arrivano a interrogarsi sulle cause che stanno mettendo a repentaglio la loro stessa esistenza e quella del pianeta. Attraverso il gioco teatrale, la tenera comicità dei personaggi e l'empatia che lo spettatore sviluppa verso di loro, sono proposti contenuti storico-scientifici e è suggerita la riflessione sul necessario cambiamento del comportamento dell’uomo verso la natura. La rassegna chiude poi con gli ultimi due spettacoli: sabato 16 dicembre, Passeggeri. Taccuino musicale di un viaggio straordinario, concerto di e con Corrado Corradi, Rachele Colombo e Roberto Tombesi che presenta il nuovo cd omonimo, e domenica 17 dicembre Mister Cartoon con i musicisti Paolo Valentini e Flavio Costa, che eseguiranno la sonorizzazione dal vivo di cartoni animati di diverse epoche. Prenotazioni a questo link oppure su questo link Per informazioni scrivere a [email protected] o telefonare al numero 3408479382. Biglietto unico: 5 euro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carmenvicinanza · 1 year
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Serena Dandini
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Anche la comicità è stata da sempre un campo di battaglia in cui gli uomini hanno mantenuto ruoli privilegiati da protagonisti, relegando il sense of humour femminile a un simpatico contorno di poco valore.
Serena Dandini, scrittrice, autrice e conduttrice è la regina della satira televisiva.
I suoi programmi, tra fantasia, politica, costume e incursioni nella realtà, hanno analizzato con sagacia la situazione del nostro paese. È stata l’ideatrice di trasmissioni che hanno fatto la storia della nostra televisione come La tv delle ragazze, Avanzi, Parla con me, Tunnel, Pippo Chennedy Show e tante altre ancora.
Nata a Roma il 22 aprile 1954, il suo nome completo è Serena Dandini De Sylva. Figlia della marchesa Silvia Vaccari e del conte Francesco Lorenzo, discendente da un’antica famiglia della nobiltà romana che era riuscito a dilapidare l’enorme patrimonio ereditato. Ha studiato al liceo classico Giulio Cesare e, poco prima di laurearsi in letteratura anglo-americana alla Sapienza, ha mollato l’università per intraprendere la sua carriera radio televisiva.
Sin dai primi anni ottanta, ha collaborato con la Rai  dove si è distinta per il carattere sperimentale e innovativo delle trasmissioni da lei scritte e condotte.
Per lungo tempo ha avuto anche la direzione artistica del Teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Nel 2011 ha pubblicato il suo primo libro, Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini, in cui racconta della sua passione per il giardinaggio attraverso aneddoti e citazioni a cui sono seguiti un’altra decina di titoli.
Il primo grande successo come autrice e conduttrice è arrivato, nel 1988, con La TV delle ragazze programma che ha fatto conoscere al grande pubblico attrici strepitose come Angela Finocchiaro, Sabina Guzzanti, Syusy Blady, Maria Amelia Monti e tante altre. Da allora la sua carriera è decollata e tante altre sono state le trasmissioni fortunate che ha condotto e ideato.
Per un periodo è stata allontanata dalla RAI perché i suoi contenuti erano sgraditi al governo Berlusconi.
Nel 2012 ha messo in scena il suo primo testo teatrale, Ferite a morte, che parlava di violenza sulle donne e che, nelle varie tappe attraverso la penisola ha avuto famose interpreti del mondo dello spettacolo e del giornalismo.
Lo spettacolo, nel 2015, ha intrapreso un tour mondiale che ha toccato città come Washington, Bruxelles, Londra, Tunisi e altre. A New York è stato messo in scena alla sede delle Nazioni Unite,  alla lettura ha partecipato, tra le altre, anche Marina Abramovich. Ha vinto il premio come Miglior Evento No profit dell’anno nel corso della 12ª edizione del BEA – Best Event Awards.
Serena Dandini, negli anni, ha continuato a sfornare contenuti (spettacoli, podcast, libri) di storie di donne, ecologia e tematiche sociali.
La sua ultima fatica è Vieni avanti, cretina! format teatrale tra provocazione e comicità al femminile che sta toccando vari teatri della penisola.
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ecoamerica · 1 month
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