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#libertà di religione
ilfalcoperegrinus · 23 days
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RIENTRARE NEL CUORE
RIENTRARE NEL CUORE, un commento al vangelo della 22esima domenica del tempo ordinario, disponibile anche come audio-commento e con testo tradotto in spagnolo entrando nella sezione "Commenti al vangelo" del menu di www.predicatelosuitetti.com
XXII DOMENICA DEL T.O. anno B (2024) Dt 4,1-2.6-8; Gc 1,17-18.21-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23 https://predicatelosuitetti.com/wp-content/uploads/2024/08/xxii-domenica-del-t.o.-anno-b-2024.mp3  Si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i…
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falcemartello · 5 months
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IL PARADOSSO DEL TOTALITARISMO
di Andrea Zhok
Da tempo la strategia narrativa neoliberale, di matrice angloamericana, passa attraverso due mosse:
1) il tentativo di definire il mondo liberale come l’unico mondo possibile, per cui, nel lungo periodo non c’è alternativa (da Fukuyama alla Thatcher), e 2) il tentativo di sussumere tutte le forme di vita, tutte le organizzazioni politiche e tutti gli impianti culturali che pretendono di non ridursi al paradigma liberale come “illiberali-e-dunque-totalitari”.
Finiscono così nel calderone degli “illiberali-e-dunque-totalitari” ogni religione che pretenda di essere più che fatto privato (es.: l’Islam), tutti i paesi che pretendono di mantenere sovranità senza genuflettersi all’impero americano (Cina, Russia, Iran, Corea del Nord ma poi anche, a seconda di come girano i governi, Cuba, Venezuela, Bielorussia, Ungheria, Serbia, Sudafrica, ecc.), e poi tutte le ideologie che hanno storicamente rigettato l’impianto liberale (socialismo/comunismo in primis, conservatorismi pre-liberali dove esistono, e nella modesta misura in cui hanno elaborato una teoria, i fascismi tra le due guerre).
Naturalmente gli elementi che compaiono in questo calderone presentano, a chi voglia prendersi la briga di guardarli da vicino, una miriade di soluzioni politiche, istituzionali e culturali diverse, ma questo per la narrazione neoliberale è irrilevante: su di essi ricade la scomunica dell’“illiberalità-e-dunque-totalitarismo”.
Ci si ritrova così con il seguente quadro, altamente ironico, per cui il liberalismo, l’unica ideologia che si pretende l’ultima e definitiva verità della storia, da estendersi in forma planetaria, denuncia tutte le altre culture e soluzioni politiche della storia come “totalitarie”.
✅In sostanza l’unica cultura che oggi ha pretese realisticamente totalitarie denuncia tutti gli altri come totalitari.
E siccome in una visione totalitaria, ciò che appartiene alla propria ortodossia è per definizione il Bene, le società liberali (oggi neoliberali) riescono con perfetta serenità e buona coscienza a prodursi in spettacolari doppiopesismi, in un profluvio di doppi standard, perché i nostri delitti sono errori contingenti, i vostri ignobili abiezioni, i nostri massacri sono danni collaterali, i vostri espressione di malvagità innata, le nostre proteste interne sono tafferugli di minoranze ingrate, le vostre sono manifestazione popolare di un anelito alla libertà, ecc. ecc.
La denuncia neoliberale di “tutti i totalitarismi” è la perfetta esemplificazione del proverbiale bue che dà del cornuto all’asino.
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fridagentileschi · 1 year
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L’occidente è finito per merito degli occidentali stessi, in gran parte un popolo di rincoglioniti ideologizzati pronti a farsi conquistare. Queste sono invasioni, non c’è altro modo per descrivere la migrazione di migliaia e migliaia di persone di cultura e religione diversa. Questi farabutti sono perfettamente consapevoli che in Italia i criminali sono più tutelati delle persone oneste, quindi la situazione sarà sempre più grave.
L'unica soluzione è rispedire a casa loro tutti quelli che per cultura considerano stupro e omicidio leciti e permessi .
Ma vi rendete conto che da vent'anni a questa parte le libertà di noi italiani soprattutto delle donne e bambini sono sempre più ridotte? Perché nessuno si chiede come mai è pericoloso per i bambini giocare in strada quando fino agli anni 90 era la norma?
Ma davvero questo è arricchimento?
Grazie Europa, grazie ONG e grazie progressisti di sinistra e destra.
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gregor-samsung · 3 months
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" In genere c’è uno strato di sottoproletariato, di proletariato, di iperevoluti di una società che non ha più bisogno di associazione, che, essendo libera dal bisogno ha già superato ogni forma e necessità di organizzazione: ma qui siamo in Sicilia, senza gli iperevoluti. Anche il nobilotto di questa zona lo considero un sottoproletariato perché non si è ingranato in questa società. Vede, non ce n’è di associazione, o è troppo scarsa, neanche nei sindacati, in nessun sindacato: nella Coltivatori diretti, ad esempio, uno va per avere il concime, per avere l’assistenza, per ottenere le cose Per me non dovrebbe esistere la CISL, la UIL, la CGIL, la CISNAL e via dicendo, ma il sindacato apolitico e apartitico. Sono bacati tutti, manca la maturità perché manca la cultura, manca cioè la scuola. Io di cooperative ne ho fondate a decine, a decine, io al cooperativismo ci ho creduto, ma praticamente sono fallite tutte. Organizzazione religiosa? Quella è un’altra cosa. Sono cattolico se i miei genitori mi hanno inculcato i sentimenti cattolici. La religione viene dalla convinzione, dalla tradizione, mentre l’associazione non ha qui una sua tradizione: in Sicilia vivono solo le forme clientelari. Nei partiti il 90 per cento ci si mette perché la DC dice: «Io ti garantisco questo», il PC dice: «Io ti garantisco quest’altro», gli altri partiti dicono: «Io ti garantisco quest’altro». Allora chi entra, aspetta per giudicare e quindi per convincersi, altro è dare adesione formale e altro è dare adesione sostanziale. Se uno non ottiene, cambia, uno passa da un partito all’altro, sbanda; se uno non vede raggiunti i suoi desideri immediatamente, immediatamente cambia partito o organizzazione perché ha bisogno. Nella iperevoluzione c’è la libertà dal bisogno, qui no. "
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Brano tratto da L’onorevole Calò, testo raccolto in: Danilo Dolci, Racconti siciliani; prima edizione Einaudi, 1963.
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schizografia · 4 months
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L’invenzione del nemico
Credo che molti si siano chiesti perché l’Occidente, e in particolare i paesi europei, cambiando radicalmente la politica che avevano perseguito negli ultimi decenni, abbiano improvvisamente deciso di fare della Russia il loro nemico mortale. Una risposta è in realtà senz’altro possibile. La storia mostra che quando, per qualche ragione, vengono meno i principi che assicurano la propria identità, l’invenzione di un nemico è il dispositivo che permette – anche se in maniera precaria e in ultima analisi rovinosa – di farvi fronte. È precisamente questo che sta avvenendo sotto i nostri occhi. È evidente che l’Europa ha abbandonato tutto ciò in cui per secoli ha creduto – o, almeno, ha creduto di credere: il suo Dio, la libertà, l’uguaglianza, la democrazia, la giustizia. Se nella religione – con la quale l’Europa si identificava – non credono più nemmeno i preti, anche la politica ha perduto ormai da tempo la capacità di orientare la vita degli individui e dei popoli. L’economia e la scienza, che hanno preso il loro posto, non sono in grado in alcun modo di garantire un’identità che non abbia la forma di un algoritmo. L’invenzione di un nemico contro il quale combattere con ogni mezzo è, a questo punto, il solo modo di colmare l’angoscia crescente di fronte a tutto ciò in cui non si crede più. E non è certo prova di immaginazione aver scelto come nemico quello che per quarant’anni, dalla fondazione della NATO (1949) alla caduta del muro di Berlino (1989), ha permesso di condurre sull’intero pianeta la cosiddetta guerra fredda, che sembrava, almeno in Europa, definitivamente sparita.
Contro coloro che cercano stolidamente di ritrovare in questo modo qualcosa in cui credere, occorre ricordare che il nichilismo – la perdita di ogni fede – è il più inquietante degli ospiti, che non soltanto non si lascia addomesticare con le menzogne, ma non può che portare alla distruzione chi lo ha accolto nella sua casa.
31 maggio 2024
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ross-nekochan · 4 months
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Racconti di viaggio - parte 3
Ultimo punto dell'India è: la tradizione e la famiglia.
L'India mi è parsa una Napoli del dopoguerra anche per questo: l'attaccamento che hanno nei confronti della famiglia è fortissimo. E il matrimonio è uno dei mezzi che hai per ringraziarla. Perché sei obiettivamente obbligato a sposarti, tant'è vero che se non ti riesci a scegliere un partner, ebbene, allora ci pensano loro (roba da 19mo secolo europeo proprio). La coppia sposata va a vivere a casa del marito, letteralmente, non nel palazzo come spesso si fa al sud che si va al piano di sotto o di sopra, nono, proprio nello stesso appartamento (che sono anche più piccoli dei nostri).
Il matrimonio dura diversi giorni, anche se mi hanno detto che la cosa è molto variabile. L'India, più che una nazione è un continente: non si parla la stessa lingua (l'inglese è la lingua comune ufficiale ma non la sanno parlare tutti), non si crede nella stessa religione e le variazioni nella stessa possono essere innumerevoli (peggio del cristianesimo). Il matrimonio a cui ho partecipato io è durato quasi una settimana, anche se io ho vissuto solo 3 giorni: il primo giorno cena con tutti i parenti di entrambe le famiglie; il secondo, meno formale, solo tra i propri parenti; il terzo, cena grande con tutti quanti e col rituale più importante che dura fino al mattino seguente. Ma ci sono state altre funzioni e rituali a cui non ho partecipato. Nota curiosa: nella cultura indù non esiste lo scambio di fedi. Però ci si scambia una corona di fiori che ha bene o male la stessa valenza.
I novelli sposi non si sono mai baciati o abbracciati per tutto il tempo. Probabilmente è dato anche dal fatto che spesso ci si sposa non per amore, ma perché ci si vuole bene, come se si fosse fratelli. Ed è già tanto se si considera che ci si debba sposare per forza.
Infatti anche nei film indiani le scene con baci o leggermente erotiche sono inesistenti e viene messo in scena solo una versione di amore puro, quasi infantile. Il sesso è ancora tabù e la donna deve ancora mantenersi vergine fino alla prima notte da sposa. Allo stesso tempo, lo stupro e la violenza sulle donne è ancora un problema serissimo e le donne che denunciano o che raccontano niente sono praticamente pochissime mosche bianche.
Questi sono i motivi principali per cui l'India è una potenza economica ed è il paese più popoloso al mondo. Quando esistono valori forti come la famiglia, la società ha un futuro perché vivi tutto come obbligo morale ma naturale. Nella nostra cultura da primo mondo questo valore fondamentale si è perso e si vive per sé stessi e nessun altro. È vero, si è liberi, senza catene, ma questa libertà ha un costo psicologico e sociale che spesso non viene menzionato: la solitudine, la depressione, la difficoltà nell'instaurare nuove relazioni interpersonali e, finendo la catena, al calo demografico.
Molto probabilmente l'India affronterà lo stesso problema nei prossimi decenni, dato che, persino la Cina la sta attualmente affrontando. Chissà come diventerà.
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susieporta · 4 days
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Otto di Bastoni
"L'emozione che ama: l'Amore".
Si avvicenderanno molti accadimenti nei prossimi giorni.
La velocità della trasformazione materica si intensifica.
E con essa anche l'evidenza delle nostre credenze avvinghiate alla Struttura.
Noi crediamo che l'obiettivo di questo percorso evolutivo sia "stare meglio".
No. Non è questo.
Stare meglio è solo una proiezione della "speranza". E la speranza non è evoluzione. E' il suo opposto.
Sperare significa "non credere". Ed "esternalizzare" le proprie responsabilità e le azioni di miglioramento.
Sperare ci porta lontano dalla presenza e dal radicamento. Estranei a noi stessi e al nostro potenziale.
E' la Fede nel proprio Sè che ci porta ad assaporare passo dopo passo ogni evento, ogni manifestazione, ogni accadimento.
"Esserci per se stessi" è la chiave.
E significa che c'è già tutto, che abbiamo già ogni mezzo dentro di noi. Ma non sappiamo usarlo, non lo conosciamo e lo usiamo nella totale inconsapevolezza.
E' stare nell'oggi la vera Fede. Non nella famigerata "speranza nel Domani".
Siamo abituati a "scappare". Ad accusare gli altri di tradirci, di andarsene, di non offrirci l'ennesimo "aiuto surrogato".
Ma siamo noi che continuiamo a ricattare l'Altro, a imprigionarlo nel nostro "bisogno", a sfondarlo di aspettative di fedeltà, amore e lealtà.
L'Altro non è uno strumento, un oggetto, un estensione del vuoto affettivo, emotivo, fisico.
E' un Essere con una sua conformazione incarnazionale: una mente, un cuore, un corpo, uno spazio sacro.
L'Altro non "dipende da noi".
Non cambia perché noi lo vogliamo "istruire alla nostra religione", non è obbligato a restare per dimostrare che ci ama, non è il surrogato genitoriale.
L'Altro è libero.
Libero di restare, di andare, di evolvere.
Non è un fornitore di risposte, né di energie di compensazione.
Non ci deve nulla.
Se sceglie di restare non è "per te". E' per adempiere alla sua "fase evolutiva". Non una dimostrazione di quanto vali tu. O di quanto sei amabile.
Non riusciamo ad accettarlo? Allora ciò che chiamiamo "amore per l'Altro" sarà sempre solo una prigione emotiva condivisa.
E non può che portare agli stessi esiti infausti delle relazioni del Passato: la sensazione di vuoto, di tradimento, di abbandono, di ingiustizia.
L'Amore profondo e vero, non strumentale, non karmico, non addolorato, fa restare l'Altro. A prescindere.
Ma non attraverso ruoli o catene.
Ma semplicemente con lo scambio di Doni. Con il rispetto. Con la libertà. Con la vicinanza. Con l'accettazione della diversità. Con la pace del Cuore condivisa.
Il resto è Dinamica.
E con l'Amore non c'entra nulla.
Pochi sanno amare nella Libertà. Molti nel possesso e nella strumentalità.
E la Libertà non è disimpegno. Tutt'altro.
Un uomo e una donna "liberi" si amano senza sovrastrutture di potere. E non necessitano di sotterfugi o menzogne. Vivono alla luce del Sole la loro reciproca esperienza di "abbraccio condiviso".
E si prendono carico ciascuno dei propri sentimenti e del proprio carico emotivo. Sono adulti. Sanno scegliere il massimo bene interiore personale. Sanno amare senza colpa, senza vergogna, senza sottomissione o delega di responsabilità. Senza idolatrare l'Altro, senza distruggerlo, senza punirlo per non essere connivente con la dinamica disfunzionale.
Siamo immaturi.
Ma non spiritualmente.
Emotivamente.
E' "nell'Emozione adulta" che possiamo davvero trasformare lo Spirito in vera Materia.
Il resto è compromesso. E finzione.
E sappiamo già dove ci porta.
Mirtilla Esmeralda
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klimt7 · 2 years
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Di draghi, mostri, incubi
e altre verità.
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Dialogo trasfigurato di un'anamnesi
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Ci fu un tempo, qui sulla terra, in cui ci parlavamo a cuore aperto. Senza limiti, per il puro piacere di scoprire la nostra empatia.
Tu eri Tu, nella forma più intera, in cui una persona può essere presente. Nella libertà più totale, mi parlavi di te. Io ero io, nella mia totale verità esistenziale, ti davo me stesso come raramente mi è capitato. La verità di cui splendavamo era la nostra dimensione originaria, il nostro nucleo, e noi l'avevamo presa a chiamare "anima" com'è giusto e come merita.
Era un lusso il nostro.
Era il nostro privilegio. Parlarsi da anima ad anima, senza il problema di rinvenire convenienze, di cercare favori o utilità.
Senza cadere nel chiacchiericcio in cui vivono, per la maggior parte del tempo, gli esseri umani .
Eravamo diversi, perchè ci guidava la nostra energia originaria.
I bambini che siamo, di fronte alla vita e alle sue mille domande, avevano diritto di parola e si guardavano fino in fondo, al fondo dell'anima e del tempo e delle infanzie da cui provenivamo.
E ci parlavamo spesso la notte, quando la verità degli esseri, si manifesta al massimo del proprio potenziale. Quei bambini smarriti che siamo, prendevano la parola.
Parlavano, respiravano, si abbracciavano.
Poi è venuto il tempo della finzione, delle maschere, dell'essere mondani.
Il tempo in cui darci un contegno. Il tempo dei limiti. Il tempo della malattia degli adulti, guidati da quel disvalore che chiamano "convenienza", " interesse", quel veleno che intossica tutti i rapporti.
Abbiamo cessato di essere veri.
Abbiamo abbracciato la religione del mondo, rinunciando allo splendore delle persone nude che eravamo e che siamo, per indossare i grigi abiti della finzione.
Poi, all'improvviso, ieri, torniamo a parlarci dal profondo e tu mi dici, dopo molte notizie inessenziali, una cosa importante.
La cosa più importante che tu mi abbia mai detto da quando ci siamo allontanati.
Credi di soffrire di depressione.
C'è qualcosa che di tanto in tanto, torna a galla dalle tue profondità, e ti dice che non sei felice, e che non è certo per i soldi che mancano o per difficoltà materiali.
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Ci penso. Ci penso tanto a questo che mi dici. Ci penso, a tal punto, che scavo nel passato e in tutto ciò che di te, mi hai raccontato nel tempo.
Unisco i punti, traccio le linee, collego tutti i momenti in cui sei andata in crisi, e scorgo il contorno di un Drago.
Ritrovo, ogni momento in cui mi hai detto che qualcosa di oscuro tornava a fissarti, a guardarti la notte. Ripenso agli incubi che un tempo mi hai raccontato...
Lo sai che si impara molto dagli incubi...
Quei punti, li unisco ai segnali che mi mandi ora.
Vedo il drago e tutti i momenti in cui ha paralizzato i tuoi giorni.
C'è un problema di fondo - vorrei dirti - tu oggi non sei felice.
Hai conosciuto solo sprazzi di un bagliore che hai chiamato sbrigativamente "amore".
E oggi lo senti, lo avverti che ti sei probabilmente sbagliata.
Tu non c'eri. Non c'eri del tutto. Mancava sempre qualcosa.
E oggi mi stai raccontando la stessa cosa.
Oggi che c'è un uomo che sbandiera ai quattro venti, il suo svenevole amore per te, tu lo avverti distintamente.
C'è qualcosa che non va.
Non funziona ingannarsi. Non funziona raccontarsi una verità che non regge.
E allora mi parli di depressione.
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Sai cos'è? Io da fuori, lo vedo meglio.
È uno scollamento. Una crepa. Un lembo di te che non aderisce più all'idea che per mesi ti sei raccontata.
La Depressione è quel drago che in silenzio attraversa le notti, e ti attende al varco.
Dopo mesi, dopo anni, ti viene a chiedere il conto. Oggi cominci a sentirlo che c'è più di qualcosa che scricchiola, che ruggisce in silenzio dentro i tuoi giorni.
Non sei felice. E non lo sei, perchè non ti senti completamente te stessa in quello che fai. C'è uno scarto essenziale. Esistenziale.
Ti ho già detto, con dei messaggi, cosa sia per me la depressione.
È avvertire un "disancoramento", qualcosa che ti stacca dalla Vita. Che ti paralizza, alla lunga. Avverti, percepisci, ausculti.
Sinistri suoni provengono dalla tua vita.
Qualcosa stride. Si crea una distanza con tutto ciò che fai. Con tutte le persone che credi di amare o che credono di amarti.
Il problema è che in quegli involucri che loro credono di stringere e abbracciare, tu non ci stai tutta. Non aderisci già più a quelle pelli che il serpente perde per strada.
Tu sei già altrove. Loro vedono solo ciò che è già passato. Non vedono già più tutto quello che sei oggi.
Vedono soltanto la fettina che fa più comodo alle loro illusioni, alla loro voglia di recintarti, di delimitarti.
Tu sei materia liquida. Sfuggi, ti allarghi, evadi, segui direzioni che ti portano altrove.
Non stai nel recinto. Sei altro.
Ecco perchè senti il distacco. Ecco perchè sei già un passo avanti, dentro ogni rapporto che instauri.
Loro, ti cercano al vecchio indirizzo.
Tu sei già lontana. È questo lo stacco, il divario. Lo scollamento.
Chiaro che i rapporti non funzionano.
Finchè non porti tutta te stessa, finchè non lavori per impadronirti di tutta la persona che sei, non funzionerà nessun rapporto.
Avvertirai sempre il lugubre suono del Drago che la notte ti insegue, e che di giorno, ovunque ti trovi, ti fa fermare a pensare, a perdifiato, fissando dal finestrino della metro o del treno in corsa, il tuo cammino passato e il paesaggio del tuo presente.
Non si fugge. Non si sfugge, finchè non ti sentirai risolta come persona.
Tu oggi non lo sei. Stai solo rincorrendo la persona che diventerai, ma non c'è armonia, nè pace, sul fondo della tua anima.
Ecco perchè oggi hai usato quella parola: "depressione".
Avverti che non è questo il tuo posto nel mondo. Che non c'è persona adatta che, da fuori, riesca a sistemare i tuoi guasti.
E arrivi a sentire perfino, quanto sia inadeguato quell'uomo, che pretende di rinchiuderti nell'immagine che di te si è costruita.
Non sei pronta. Non sei interamente te stessa. Non hai raggiunto quel punto che unico, potrà darti la svolta che cerchi.
Impadronirti di te stessa, volerti bene e incollare di nuovo tutte le parti.
Te lo ricordi che mi dicevi?
"Forse non sono pronta per nessuna relazione finchè non faccio i conti con me stessa"
In quella frase c'è tutta la verità che ti serve per la tua prossima vita. Una vita che finalmente potrà fare a meno di draghi e di mostri, di incubi e di quel vago senso di vuoto che talvolta ti prende, ogni volta che pensi di essere felice.
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lunamagicablu · 7 months
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Ritengo che la verità sia una terra senza sentieri e che non si possa raggiungere attraverso nessuna via, nessuna religione, nessuna scuola.
Poichè la verità è illimitata, incondizionata, irraggiungibile attraverso qualunque via, non può venire organizzata, e nessuna organizzazione può essere creata per codurre o costringere gli altri lungo un particolare sentiero.
Se lo comprendete, vedrete che è impossibile organizzare una “fede”. La fede è qualcosa di assolutamente individuale, e non possiamo e non dobbiamo istituzionalizzarla. Se lo facciamo diventa una cosa morta, cristallizzata, diventa un credo, una setta, una religione che viene imposta ad altri. E’ quello che tutti cercano di fare in tutto il mondo.
Tratto da Libertà totale – Jiddu Krishnamurti ********************* I believe that truth is a pathless land and that cannot be reached by any means, no religion, no school.
Since truth is unlimited, unconditional, unattainable by any means, it cannot be organized, and no organization it can be created to lead or force others along a particular path.
If you understand this, you will see that it is impossible to organize a “faith”. Faith is something absolutely individual, and we cannot and we must not institutionalize it. If we do it it becomes a dead thing, crystallized, it becomes a creed, a sect, a religion that is imposed on others. It's what everyone is trying to do all over the world.
Taken from Total Freedom – Jiddu Krishnamurti 
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rideretremando · 1 year
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Tutti in ginocchio
Anche nelle reti televisive non appartenenti a lui, il santino è pronto. Il Monumento, anche per le doti personali, per la simpatia (la politica è intrattenimento), anche per il lato umano (ci aspettiamo che i politici siano diavoli bavosi), è pronto a superare la grandezza del Duomo di Milano. Imminenti i paragoni con Aldo Moro e De Gasperi. Tutti in ginocchio in una messa cantata per dimenticare la storia. Una corsa ad esprimere cordoglio per un uomo che ha conquistato la televisione per poter conquistare le coscienze ed il senso della realtà. Mussolini si rese conto che avrebbe dovuto fare il Concordato con la Chiesa cattolica per consolidare il suo consenso; oggi, per lo stesso scopo, bisogna acquistare una società di calcio, spendere tantissimo e farla vincere. Se trionfi nel campo della vera religione di massa, il calcio, in politica tutto è in discesa. In un mondo semplificato dalla logica sportiva dei meritevoli e degli sfigati, dei vincenti e dei servi, non c’è piacere migliore del baciare i piedi di chi ha denaro, potere e forza mediatica. Il Padrone potrà anche aver dato un contributo decisivo alla crisi profondissima sul piano economico (esplosione del debito pubblico, crescita zero, natalità zero, aumento dell’emigrazione, salari più bassi d’Europa), sul piano culturale (falsificazione del liberalismo, volgarizzazione della televisione, pornografizzazione delle donne, delegittimazione della scuola e della cultura), sul piano morale (evasione fiscale, prostituzione a livello pubblico, corruzione, rapporti opachi con la mafia), sul piano della legalità (condanna definitiva per frode fiscale e cacciata dal Senato nel 2013, decenni passati a parlare dei suoi processi, risolti con fughe, leggi ad personam ed insulti ai magistrati, definiti “malati mentali), politico (attacco a tutti i poteri terzi in pieno malinteso della democrazia, l’amicizia con i dittatori, l’avallo della guerra in Iraq e della repressione di Genova 2001, alleanze con fascisti e razzisti) potrà aver fatto tutto questo, ma innanzitutto dobbiamo nascondere il servilismo e l’assenza di libertà critica dietro l’ovvia pietà per un anziano che muore. Anche questa indulgenza è il tripudio del berlusconismo, una sintesi di perdonismo immorale, plutocrazia anticristiana, cortigianeria e fascino per il potere, sempre lo stesso della tradizione della penisola, atavico, popolare, sempre concesso dal basso della plebe verso l’alto di vescovi e re, papi e sovrani, mafiosi e piazzisti mediatici.
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Blasfemia ai Giochi, invocare la libertà religiosa non basta
Dopo l’odiosa parodia dell’Ultima Cena, molte critiche hanno fatto appello alla libertà di religione o alla neutralità dello Stato. Ma questi due presupposti non sono sufficienti a motivare la condanna di quanto avvenuto a Parigi. Continue reading Blasfemia ai Giochi, invocare la libertà religiosa non basta
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Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità. Il Fascismo è demagogico ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di culture, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli 'altri' le cause della sua impotenza o sconfitta.
Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista. Non ama la natura, perché identifica la natura nella vita di campagna, cioè nella vita dei servi; ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell'arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d'altronde non rispetta lui.
Non ama l'amore, ma il possesso. Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l'ascesa al potere. Intimamente crede in Dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des. È superstizioso, vuole essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o a fastidio degli altri. Il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre. Ennio Flaiano
illustration by Nacho Valentini
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mucillo · 3 months
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"Hippy"
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Tutte le mattine passano gli impiegati che vanno in banca e in municipio. Vestono giacche grigie, cravatte e portano i capelli corti.
Alcuni hippy seduti per terra, li guardano con commiserazione. Gli hippy hanno capelli lunghi, camicie a fiori e medaglioni con la scritta <Fate l'amore non la guerra>. Alcuni suonano la chitarra, altri fanno bolle di sapone, altri piegano un filo di ottone per fare braccialetti. Nel gruppo ci sono anche alcune ragazze; portano fiori di carta fra i capelli lunghi e collane di perline false.
Due mondi opposti si fronteggiano e si disprezzano: il vecchio mondo del conformismo, che sta per finire, e il nuovo mondo dell'ispirazione che sta per nascere. Il vecchio mondo è grigio e rigido; quello nuovo è colorato, fatto di amore e fantasia.
Dall'alto i potenti della politica e della religione osservano: il gregge sta sbandando, il gregge vuole la propria libertà, il gregge non ha più bisogno di preti e politici!!! I giovani non vogliono più il denaro e il paradiso dopo morti. I giovani vogliono la libertà, la musica, la bellezza, l'amore. E queste idee si diffondono. Il potere rischia di sfaldarsi; la tirannide non ingabbia più le menti delle persone.
Gli uomini di potere, statici e occulti, decidono di annientare gli hippy. Per far questo, inviano fra i giovani elementi fanatici e politicizzati che diffondono droghe e violenza. E dopo qualche anno il mondo hippy crolla, senza fare rumore, stritolato dalla ruota della politica e della religione.
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Mi trovo nella stessa piazza, 30 anni dopo.
Tutte le mattine vedo passare gli impiegati di banche e municipio. Vestono giacche grigie, cravatta e portano i capelli corti.
Io li guardo e penso: il Potere organizzato ha vinto. Gli hippy sono scomparsi, ma non hanno perso, semplicemente perché essi non volevano vincere.
Gli hippy sono sempre esistiti, anche se in passato si sono chiamati con nomi differenti: goliardi, bohemiens L'essenza hippy dell'anima adesso dorme; in futuro si risveglierà di nuovo per far sbocciare un'altra primavera dell'umanità:
Dicembre 2001
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salvo-love · 4 months
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ELEZIONI EUROPEE 2024: SCEGLI i DIFENSORI della VITA !
Gentile elettore ed elettrice,
ci stiamo rapidamente avvicinando alle elezioni europee che si terranno l’8 e il 9 giugno.
Oggi insieme a te intendo vedere da vicino quali sono i criteri che devono ispirare la scelta di chi, come me e te, crede al primato dei principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà educativa).
Ti ricordo che attraverso la difesa e la promozione dei principi non negoziabili non si fa altro che difendere e promuovere la stessa dignità umana.
“Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. – ricordava Benedetto XVI nel marzo 2006 – Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”.
Ebbene, sulla base di quanto hai appena letto, mi sono chiesto quali formazioni politiche intendono riaffermare e garantire la difesa dei principi non negoziabili.
Ho deciso allora di consultare i programmi dei principali movimenti e partiti politici che si presenteranno alle prossime elezioni di giugno (che puoi consultare qui▶️ https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338 ). https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338
Ecco allora che te li presento in una rapida carrellata:
- Fratelli d’Italia, in apertura del suo programma, scrive che intende difendere l’identità dei popoli e delle Nazioni europee e le radici culturali dell’Europa, incarnate “dalle nostre radici classiche e giudaico-cristiane”.Al tema della natalità viene dedicato un apposito punto del programma (n. 5), indicando “nella crescita demografica la chiave del futuro”. Si propone inoltre di investire “una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri”.
- La Lega propone la “storica battaglia” volta a riaffermare “l’importanza delle (…) radici giudaico-cristiane” dell’Europa e si impegna a contrastare i tentativi dell’ideologia “woke” e del fanatismo religioso (il riferimento implicito è alla religione islamica), di cancellare “i valori storici e culturali dei popoli europei”.
- Forza Italia in apertura rivendica “le (…) radici giudaico-cristiane e liberali” dell’Europa. Dedica a famiglia e natalità un apposito punto del programma (n. 9). A proposito della prima, Forza Italia sottolinea come sia “al centro della nostra politica’’ e che intende offrire “le condizioni migliori per la creazione di una famiglia”. Per quanto riguarda il tema della natalità, il partito fondato da Silvio Berlusconi vuole “includere la natalità tra gli obiettivi di policy della prossima programmazione dei fondi europei”. In particolar modo, “tutte le risorse distribuite agli Stati membri dovranno sostenere anche le famiglie e la maternità”.
- Nel programma di Azione di Carlo Calenda (che racchiude al suo interno altre 8 formazioni politiche) non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si fa esclusivamente cenno ai temi rappresentati dalla denatalità e dall’invecchiamento della popolazione, proponendo di arginare il fenomeno attraverso “l’unica leva su cui l’Unione può fare affidamento”: l’immigrazione lavorativa, “ovvero attrarre forza lavoro da paesi extraeuropei”.
- Nel programma di Stati Uniti d’Europa, la lista che comprende Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino oltre ad altre 4 formazioni politiche, non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si sottolinea, invece, il fatto che “nell’Unione europea tutte e tutti devono essere liberi di costruire la vita a cui aspirano, indipendentemente da chi amano…”. Si legge, inoltre: “ci batteremo perché nella UE nessuno metta in discussione i diritti acquisiti nel campo delle libertà individuali. Particolare attenzione andrà riservata ai diritti dei minori, che non possono essere messi in discussione dall’inerzia legislativa di alcuni Stati; nessun bambino dovrà mai essere discriminato sulla base della famiglia di appartenenza. Riteniamo inoltre necessario ripensare le strategie di contrasto al traffico illegale di stupefacenti attraverso un lavoro di comparazione tra le legislazioni più moderne adottate dai diversi Paesi, a partire da quelli europei” (n. 6).
- Nel programma del Partito Democratico non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “Per un’Europa femminista” si legge: “Vogliamo un’Europa (…) dove le ragazze e i ragazzi siano informati sui propri diritti, sui propri corpi e sulle proprie relazioni. Dove i prodotti per il ciclo mestruale e i contraccettivi siano liberamente disponibili. Dove gli individui possano definire liberamente la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. (…)” E ancora: “vogliamo un’Europa che riconosca tutte le famiglie, incluse le famiglie monoparentali e omogenitoriali, come comunità ed unioni di affetti”.
- Nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “l’Europa dei diritti e delle libertà civili”, si legge che è necessario “garantire l’uguaglianza per le persone LGBTQIA+, in particolare attraverso il riconoscimento reciproco dei diritti e doveri familiari anche in materia di tutela dei figli”, oltre alla “parità di diritti per le coppie dello stesso sesso uniformando la legislazione su unioni civili, matrimonio, adozione e filiazione”. Come hai potuto leggere anche tu, le forze politiche di centro-destra dedicano un’attenzione più o meno omogenea alla difesa ed alla promozione della famiglia e della natalità, anche se è necessario rimarcare il fatto che nessuno di loro dedichi specifici passaggi al delicato tema educativo.
E, dicendocela tutta, in fondo poteva essere fatto uno sforzo ben maggiore.
Viceversa, se ci si sposta dal centro dello schieramento politico verso sinistra, si passa rapidamente dall’assoluto silenzio al totale disinteresse (se non di negazione implicita) verso i temi della vita e della famiglia.
Bisogna anche non sottovalutare un aspetto che rischia facilmente di finire in secondo piano. Il programma di una formazione politica ha infatti probabilità di essere impattante in Europa se il gruppo parlamentare nel quale siede è affidabile.
Tanto per fare un esempio, il Partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia, e che controlla con il Partito Socialista Europeo l’attuale Commissione, ha parzialmente votato a favore dell’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Oltre a questa dinamica, è necessario infine ricordare che alle elezioni europee possono essere espresse 3 preferenze (di cui una donna o un uomo).
È quindi auspicabile che tu scelga bene quale candidato votare sulla base di ciò che pensa in ordine a vita, famiglia e libertà educativa.
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schizografia · 9 months
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Otar Ioseliani : «Federico Fellini era diventato un mio amico intimo. Era affascinato dalla quantità di grappa che riuscivo a bere. Mi spingeva a bere perché era un provocatore. Mi chiedeva:” Riesci ancora a bere?” e io: “Sì”. E continuavo ancora a bere come un cretino per dimostrargli che ce la facevo. Reggevo molto bene l’alcol e continuo a reggerlo molto bene. Per lui questo era in contraddizione con il mestiere di regista. Pensava che un regista non dovesse bere. E mi diceva: “No, è sbagliato”. Ma io sono georgiano, se smetto di bere e smetto di fumare divento così serio da risultare insopportabile.»
«La Georgia è sempre stata molto pericolosa per la Russia. I russi sono diventati cristiani in un secondo momento. Hanno avuto il principe Vladimir di Kiev che ha spinto il popolo sulle rive del fiume Dnepr e li ha fatti battezzare con la forza nell’XI secolo. La Georgia era praticamente cristiana dall’inizio del II secolo. La religione di Stato era il cristianesimo che divenne religione ufficiale della Georgia dall’inizio del IV secolo. I russi si sentono inferiori ai georgiani perché i georgiani erano già cristiani e hanno difeso la loro cristianità. Non sono affatto un popolo religioso. Detestano i pope e li prendono in giro. In Georgia i pope sono considerati dei disgustosi ubriaconi dediti al vino, non importa quale. Ma bisognava difendere un principio perché a sud c’erano delle grandi potenze musulmane: l’Iran, la Turchia. E a nord c’era la Cecenia, il Daghestan, l’Azerbaigian che all’epoca era una provincia dell’Iran. Avevamo dei bei vicini. E L’Islam proibiva il vino e la Georgia è fondata sul vino. A quell’epoca, all’inizio del XVI secolo c’erano più di 450 tipi d’uva. Oggi ne sono rimasti 230. La religione cristiana è diventata un valore fondamentale perché questa religione era legata all’esistenza della grappa. La grappa è diventata il simbolo del cristianesimo in Georgia. In cima a tutte le chiese della Georgia c’è l’uva che si identifica con la Georgia stessa. »
Vittorio Giacci: «‘C’era una volta un merlo canterino’, se lo consideriamo nel panorama del cinema sovietico di quegli anni, è un miracolo. Un miracolo di autonomia e di libertà. Come hai potuto farlo? Hai trovato difficoltà?»
Otar Ioseliani: «È stato semplice. Ho usato due sceneggiature. Una per passare la censura e l’altra per girare il film. Ma in cui non c’era neanche una parola diversa.»
Otar Ioseliani intervistato da Vittorio Giacci (1999)
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valentina-lauricella · 5 months
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Caro, lo Zibaldone è una miniera di meraviglie. Quando trovo qualche particolare "gemma", la ripongo, trascrivendola, in uno dei tre "cassetti virtuali" che ho creato nel mio blog, tre sezioni per argomento che ricorderanno tre dei tuoi molteplici aspetti. Uno dei tre cassetti si chiama "biografia in filigrana" e riporta quei tuoi pensieri generali nei quali è particolarmente visibile la tua soggettività e che perciò possono essere utili per ricostruire realisticamente la tua personalità e ipotizzare come ti comportavi o avresti potuto comportarti nella vita pratica. Io amo il tuo modo schietto ed evidente di condurre i ragionamenti filosofici, infatti ho dedicato le altre due sezioni a due percorsi della tua filosofia, uno di avvicinamento a Dio, l'altro di allontanamento. Sembrano opposti, ma in realtà sono unificati dalla profonda onestà e intrepidezza della tua mente. Mi affascina il modo in cui una grande intelligenza, posta fra i dolori e le apparenti assurdità della vita, si relaziona alla religione cristiana appresa fin da bambino, la scompone e la distrugge, in un modo che però è sempre costruttivo, perché prima di costruire, bisogna ripulire il terreno. Ho capito cosa mi affascina nel tuo rapporto con il cristianesimo e la religione in genere: tu non hai paura della morte; al contrario, tu la desideri. Tanti pensatori desiderano vivere in eterno, e piegano il proprio pensiero in funzione di questo desiderio. Tu no: non hai alcun bisogno della vita eterna prospettata dalle religioni, e questo rende il tuo pensiero veramente libero. I tuoi non sono pensieri cupi: sono assoluti. Tu rappresenti la vera libertà del pensiero, che non è schiavo di nessun bisogno, che non mendica nulla. Tu sei quanto di umano è più vicino all'idea di puro pensiero.
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