Tumgik
#milioni di motivi
maledettadaunangelo · 7 months
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Ho pensato ad altri motivi - mi hai detto che il motivo per cui non può funzionare è che non ti capisco, ma ne ho trovati altri ancora. Un bel po'. Ecco, numero uno, tu sei fuoco ed io acqua: insomma, andiamo, è una follia. Giusto? Ci sono un milione di motivi per cui non può funzionare, un milione di no. Ma c'è anche un sì: ci siamo toccati, e in quel momento è successa una cosa. Una cosa impensabile. Abbiamo alterato la nostra chimica. Io ti amo. E sono certo che mi ami anche tu.
Elemental, Disney
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crazy-so-na-sega · 15 days
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10 MOTIVI PER CUI L'OMS VA FERMATA
1) L'OMS non serve A NULLA. Aveva un senso nel 1948 quando le informazioni sulle epidemie arrivavano con il telegrafo. Ora siamo in infodemia. Durante il covid l'OMS non ha fornito una singola informazione utile. Se non serve a quello evidentemente la sua reale funzione ora è un'altra.
2) L'OMS per pagare le sue ENORMI spese è in modo sostanziale pagata da privati. Tra essi i principali contributori sono la Bill Gates foundation, case farmaceutiche e associazioni pro diffusione vaccini, a loro volta pagate dai medesimi, come GAVI alliance.
3) A Maggio l'OMS cercherà di forzare tutti gli stati membri a firmare il cosiddetto "Trattato pandemico", una specie di MES DELLA MALATTIA, che garantirà ampi poteri all'organizzazione.
4) Se non riuscirà a compiere la forzatura del trattato pandemico, l'OMS tenterà di introdurre le stesse cessioni di sovranità via cambiamenti del "Regolamento Sanitario Internazionale", introdotto anni fa e già in vigore.
5) Un terzo del bilancio dell'OMS, oltre un miliardo di dollari, va negli stipendi del personale OMS sparso in sedi faraoniche in tutto il mondo. Lo stipendio MEDIO di chi lavora all'OMS, compresi i fattorini, è 120mila euro COMPLETAMENTE ESENTASSE.
6) Un altro terzo abbondante del bilancio OMS va in consulenze, strumento del tutto opaco per pagare a discrezione persone e organizzazioni in tutto il mondo.
7) La spesa in viaggi in giro per il mondo a carico dell'OMS è 160 milioni. I benefit futuri del personale sono un valore non desumibile dal bilancio, però la semplice oscillazione attuariale indica una cifra enorme.
8) La spesa TOTALE OMS per medicine e apparecchiature mediche in Africa è di soli 45 milioni. Tutta questa organizzazione enorme per una cifra minore del bilancio del comune di Urbino? Meno dei semplici costi di viaggio allocati a OMS Africa (53 milioni).
9) Il direttore OMS, l'Etiope di un partito comunista nazionalista, Tedros Ghebreyesus, mentre era ministro della sanità in Etiopia ha intessuto relazioni con la fondazione Bill Gates venendo nominato nel board di GAVI, the vaccine alliance, finanziatori complessivamente dell'OMS per quasi un miliardo.
10) L'Italia contribuisce in modo diretto e indiretto allo stipendificio OMS per circa 100 milioni l'anno.
Sarebbe il caso di smettere di pagare questi signori, magari allocando la cifra al nostro sistema sanitario nazionale. E' poco ma servirà sicuramente di più rispetto a quanto serve buttarli nella fornace OMS. Nel frattempo si deve ASSOLUTAMENTE non firmare il trattato pandemico e rifiutare ogni cambiamento al regolamento sanitario internazionale. Ho già provveduto insieme ad altri amici di maggioranza ad allertare il Governo per evitare il rischio di arrivare impreparati alla scadenza.
Fonti: Bilancio OMS:
https://who.int/publications/i/item/A76-17… Bozza testo trattato pandemico
https://apps.who.int/gb/inb/pdf_files/inb4/A_INB4_3-en.pdf… Alcune delle modifiche proposte al Regolamento Sanitario Internazionale
https://apps.who.int/gb/wgihr/pdf_files/wgihr1/WGIHR_Compilation-en.pdf… Un articolo ben scritto sui finanziatori OMS
https://ilbolive.unipd.it/it/news/chi-finanzia-lorganizzazione-mondiale-sanita… Un'intervista su OMS del celebre chirurgo Roy de Vita. Primario dell'Istituto dei tumori "Regina Elena" di Roma.
https://ilgiornale.it/news/politica/giusto-tagliare-i-finanziamenti-alloms-pi-utile-sostenere-i-2275818.html… Un'inchiesta di "Politico" sull'influenza di Bill Gates su OMS e risposta internazionale al covid.
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bicheco · 7 months
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Seguite il ragionamento
Prendiamo uno di questi super ultra ricconi che abitano il nostro pianeta. Uno di quelli che possiede, per i motivi più svariati (non indaghiamo, anche se sarebbe divertente) un fantastiglione di miliardi di dollari, una cifra impossibile non tanto da immaginare ma persino da scrivere, una somma di denaro che non potrebbe essere spesa nemmeno in milioni di vite. Dicevo quindi, se noi gli togliessimo solo metà di quell'enorme ricchezza (che rimarrebbe comunque una quantità di denaro assolutamente inconcepibile) e la dessimo a dei poveri cristi che non hanno nemmeno da mangiare, colpevoli solo di essere nati nel posto sbagliato, ecco dicevo se usassimo quel denaro per aiutare gli ultimi, sarebbe una cosa da COMUNISTI?!
Oppure sarebbe buon senso?
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ambrenoir · 4 months
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Non è il tempo che cambia le persone,
le persone cambiano per milioni di motivi.
Cambiano quando si rendono conto
che chi hanno vicino
non è la persona che credevano.
Cambiano quando vengono deluse.
Cambiano quando capiscono la falsità di certa gente.
Cambiano quando vedono l'egoismo prevalere su troppe cose.
Cambiano quando si rendono conto che nella vita
non sono tutti come si dipingono, ma solo apparenza.
Cambiano, e quando sono cambiate non c'è più niente da fare.
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tiaspettoaltrove · 1 month
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Mi confesso: amo le cameriere.
Swisscom ha acquisito Vodafone Italia per otto miliardi di Euro. Ottomila milioni di Euro. E pensare che a me ne basterebbe probabilmente solo uno, per vivere tutta la vita senza eccessi ma al contempo senza dover più pensare al denaro. Che cosa detestabile, i soldi. Perfino uno come me, non interessato alle Ferrari, alle villone con la piscina, ai capi firmati, si ritrova in mezzo a questo ricatto universale che condiziona le nostre vite. Non miro all’accumulo insensato, ma alla mera sopravvivenza in un mondo divenuto volutamente troppo caro, in un mondo in cui il denaro è divenuto ahimé strumento inevitabile per un’esistenza dignitosa. Lavorare otto ore al giorno per acquistare l’automobile per andare al lavoro. È tutto così feroce e insensato, che pensarci mi fa impazzire. C’è sempre un’alternativa, dicono. E ovviamente c’è anche in questo caso. E qual è? Rifugiarsi in un eremo in un piccolo paesino di montagna? Sì, è vero, e sarebbe senza dubbio affascinante. Ma richiede coraggio, un grandissimo coraggio. E al momento, dannazione, non ce l’ho. Siamo criceti che girano intorno alla ruota, e per cosa? Intanto la vita scorre, eh. Poi figuriamoci, faccio questi discorsi a voi donne che siete generalmente attratte dai soldi (e dagli uomini coi soldi) come nessun altro. Diamo sempre lustro alle eccezioni, ché altrimenti questo mondo è uno schifo totale sempre, ovunque e comunque. Io non muoio di fame, ma mi faccio comunque il mazzo otto ore al giorno, quasi tutti i giorni della vita, con un lavoro per tanti motivi squallido. Eppure, eccomi qui, a riprendere fiato il Sabato mattina come un carcerato nella sua ora d’aria. Ho rispetto per tutte le professioni umili, dignitose, per tutte coloro che si alzano al mattino alle cinque per fare le pulizie (ad esempio). Non ne ho invece per chi crede di essersi messa la coscienza a posto aprendo un OnlyFans. Ma sono scelte, ragazze. Ognuno fa le sue, e i miei giudizi sono sempre generici e soggettivi. C’è chi preferisce far soldi prostituendosi, virtualmente o meno? È affar suo. Lasciatemi dire che però, almeno, le prostitute vere “si sporcano le mani”, devono mettersi in gioco totalmente, e non fare finta. Fanno quello che fanno senza aggirare, illudere, provocare. Sono pagate per fare sesso, e lo fanno. Chi apre un OnlyFans, sentendosi peraltro perfettamente in linea con la sua morale ed etica (ripeto: scelte personali, non mi ci soffermo), invece continua a vivere in un mondo di plastica. Un mondo fatto di seconde vite, magari nascoste a tutti gli amici e agli affetti più grandi. Il mio pensiero sugli iscritti (paganti) a OnlyFans? Il peggiore possibile. Ma, altresì, non rifugiamoci dietro alla deresponsabilizzazione. Assumiamoci la responsabilità, di quello che facciamo: sia per le cose belle, sia per quelle brutte. Pensate a quello che siete disposte ad arrivare a fare, per soldi. E cercate di capire se ne valga la pena. Il mio cuore, mi spiace, va alle donne delle pulizie, alle cameriere, alle badanti.
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diceriadelluntore · 4 months
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Perchè Stairway to Heaven é considerata la canzone più bella?
Cara\o Anonima\o, Buon Natale.
Non sapendo se la tua è una domanda "positiva" (cioè perchè ritieni giustamente la canzone la più bella della musica rock) o "negativa" (cioè ritieni che non sia lei la migliore), ti scrivo che ne penso io.
Stairway To Heaven, scritta da Robert Plant e Jimmy Page, fa parte del leggendario quarto album dei Led Zeppelin, che non ha propriamente un titolo, ma è ricordato come IV, seguendo la numerazione dei precedenti, o Four Symbols, per i simboli che aveva in copertina a identificare i 4 componenti della storica band, disco uscito l'8 Novembre 1971. L'album è una sintesi del breve ma intensissimo percorso che la Band ebbe in meno di 2 anni, che li porta ad essere da sconosciuti a una delle più conosciute, imitate e leggendarie rock band del pianeta. Queste premesse vanno fatte perchè il brano è, secondo me, leggendario giustamente per tre motivi:
musicalmente, sintetizza il percorso, unico, che i Led Zeppelin intrapresero: partendo dal blues, stravolgendolo e avvolgendolo di un nuovo suono elettrico ed eccitante (i primi dischi I e II) virarono su una sorta di contaminazione folk elettrica (ascolta il III) trovando qui una sintesi di ispirazione tra le due, e proprio in questa canzone trovano una summa: l'intro acustico e sognante (che assomiglia tantissimo a Taurus degli Spirits, band che li accompagnò nei tour americani) che sale di energia fino all'assolo di Page, tra i più leggendari di sempre; e poi il testo, ispirato a Plant dalla lettura di Magic Arts in Celtic Britain di Lewis Spence (un poeta, letterato e occultista scozzese), ma anche dai miti folkloristici britannici, che stavano ritornando in auge grazie al folk rock e alla passione mai celata per le saghe Tolkeniane (già presenti per dire in Ramble On). Sulle qualità poi dei singoli musicisti, posso affermare che sono stabilmente nelle prime posizioni di sempre in ogni settore;
una componente di fortuna, perchè il brano, che dura 8 minuti tondi nel disco, non fu mai pensato come singolo di lancio. Ma i Deejay delle radio, ascoltando tutto il disco (come si faceva un tempo) decisero di passarla lo stesso, riscontrando il favore del pubblico; sin da subito divenne una sorta di prova del nove per tutte le band di giovani musicisti, e a testimonianza di ciò c'è il fatto che è di gran lunga lo spartito musicale più acquistato al mondo di sempre (se ne vendono 150 mila copie ancora oggi all'anno, nel 2023). Leggendario è un altro racconto: nei negozi di strumenti musicali americani è noto che si possono provare gli strumenti prima di acquistarli, e diceria vuole che dopo un po' fu affisso un cartello No Stairway, come a dire che avevano sentito così tante volte gli arpeggi che non ne potevano più. Fu peraltro decisivo il successo del disco, che nato sotto le peggiori paure della Atlantic, la casa discografica, per la decisione di non avere nessun titolo e zero pubblicità, divenne uno dei più grandi successi di sempre, con decine di milioni di copie vendute nel mondo;
c'è una componente più sottile, dire estetica: i Led Zeppelin esprimevano una musica che potremmo definire "maschia", nel senso che apparivano volutamente come semidei rappresentando una precisa idea di mascolinità: spesso a torso nudo, cascate di capelli, riferimenti sessuali espliciti (Whole Lotta Love è la trasposizione hard rock di un orgasmo) divennero iconici di una estetica hard rock di potenza sessuale, che ebbe successo soprattutto negli Stati Uniti, che la riproposero per anni trovando successo sia tra i maschi che tra le femmine; in Europa, dove pure ebbero successo strepitoso, si scontrava da un lato sull'ambiguità che il glam rock stava per portare sull'estetica del rock ( si pensi a Bowie o Lou Reed, per dare un'idea) e con la dimensione più intellettuale del progressive, che è il tentativo europeo di creare un genere "proprio", e che non era sovrapponibile a quello Zeppelin per idee, classi sociali di provenienza, tematiche, stesse tecniche musicali. Per una serie di motivi, tra cui la nascita del punk che aveva, tra gli altri, come preciso obiettivo estetico spazzare via la tecnica musicale del prog, è prevalso il modello Zeppelin\Hard Rock, anche perchè il punk negli Stati Uniti fu un movimento marginale e che aveva idee diverse da quello europeo.
Tutto questo, secondo me, ha reso giustamente leggendaria Stairway To Heaven.
Se invece mi chiedevi "negativamente" perchè lo è, partendo da quello che ti ho raccontato puoi capire che non saprei risponderti.
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duca-66 · 8 months
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FACCIA DI...
CALDEROLI :
"Al sud usano i soldi in maniera distorta, che è un reato penale. Oppure non li usano, che è un reato politico".
LUI, IN FONDO, HA 49 MILIONI DI MOTIVI PER FARE QUESTA DICHIARAZIONE.
P. S. Il faccia di...è di libera interpretazione.
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ross-nekochan · 5 months
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Ciao. Mi dispiace per come ti senti e per quello cui andrai incontro. Spesso faccio lunghi periodi di giornate lavorative infinite, senza gratificazione. Lo stipendio è buono ma se sei svuotato di energie e non hai tempo libero, i soldi marciscono assieme a te. Ho dovuto ricorrere a farmaci e terapia per lungo tempo e adesso sto meglio, ora sono in grado di pensare: mal che vada mi licenzio e sopravviverò come tutti, senza vergognarmi per questo pensiero a causa del mio senso del dovere. Ma io sono in Italia, bene o male ho affetti vicini, si parla la mia lingua, se sto male mi metto in malattia (non l'ho mai fatto...) senza dover contare i giorni che mi restano nell'anno. Tu... ti leggo e mi chiedo spesso perché ti sia decisa a fare determinate scelte. Coraggiose se vogliamo, per prospettive future. Tuttavia mentre raggiungiamo il burnout la vita ci passa davanti e quello che immaginavamo potesse accadere, cambia. Restiamo delusi, con niente di concreto in mano. Onestamente al solo pensiero di essere lontana non dico dalla famiglia, ma dalla confortante madrepatria, alle condizioni quali quelle che descrivi... non so come tu faccia. Mi scuso se ti risulto inopportuna, ti scrivo perché mi sembra di riconoscerla la tua sofferenza. Una cosa sola mi ha insegnato la depressione, che quando ci sei dentro vedi davvero quanta povertà si cela dietro i castelli di fantasie più o meno autoindotte per trovare una strada nella vita. E pensi che ti sei ammalato "per niente". Tutt'ora fatico a concepirmi distaccata dal mio lavoro, anche se la società lo ritiene nobile e indispensabile mi ha rovinato anni importanti. Ma sono arrivata ad essere consapevole dei miei limiti, ho imparato a proteggermi un po'di più, a dire di no. Per adesso resisto ma sai, adesso non mi importa più di come reagirebbe la gente a sapere che ho lasciato per andare a raccogliere pomodori o pulire bagni, proprio io che sono così brava, istruita e specializzata. Non mi importa più cosa dice il mio senso del dovere. E mi sento meglio, anche solo perché mi permetto di pensare a delle vie di fuga.
Abbi cura di te.
Ciao.
Spesso è facile leggere senza dire niente quando non si conosce qualcuno, quindi ti ringrazio per il tuo messaggio, sebbene in anonimo (non perché sminuisce il pensiero, semplicemente a volte non ne comprendo a pieno il motivo del suo utilizzo - ma questo è un discorso a parte).
Mi dispiace molto per quello che ti è successo, anche se mi pare tu stia leggermente meglio e sono contenta per te per questo.
I motivi per cui sono tornata qui sono tanti e, forse, a dirli nemmeno li si comprenderebbe. Uno tra tutti: ho speso quasi 10 anni della mia vita (e denaro) per studiare la lingua e la cultura di questo paese e purtroppo questi 10 anni non li posso "vendere" a nessuno perché non sai quanta gente fa la stessa cosa. Una cosa che mi sono promessa a me stessa è che io questi 10 anni della mia vita non li voglio buttare, anche se giustamente c'è gente che si reinventa nonostante la sua laurea (non ho niente contro di loro, ma vorrei evitare di farlo io).
Hai ragione nel dire che spesso quelli che costruiamo sono solo castelli senza alcun senso e non ti nascondo che sono già un paio di anni che la mia testa è a metà tra il voler diventare chissà chi e il voler semplicemente vivere di un lavoro umile con uno stipendio minimo che mi permetta di mangiare, mandando a fanculo laurea e tutto il resto.
A volte sono sul punto di pentirmi della mia scelta ma quando la mia migliore amica, come te, mi dice: "Stai attenta alla tua salute mentale perché se le cose vanno male, puoi sempre tornare in Europa", sai cosa le rispondo? Che non è il momento adatto. Adesso è come se vivessi nell'occhio del ciclone: sebbene la cultura lavorativa giapponese faccia veramente pena, questa megalopoli vive di milioni di opportunità diverse e non penso ciò sia equiparabile a qualsiasi altra città in Europa.
Per cui non posso fare altro che sfruttare questa opportunità il meglio che posso. Non mi interessa dell'opinione di nessuno e vivere dall'altra parte del mondo, sebbene sia triste perché non hai nessuno su cui poter contare se non te stesso, hai la libertà di poter fare il cazzo che ti pare, pure lasciare tutto e andare a raccogliere i pomodori o andare a fare le pulizie.
Poi, anche se volessi tornare, dove vado? Non ho più contatti con nessuno della mia famiglia, né li voglio avere e sono al punto che quasi non saprei nemmeno dove andare a dormire se tornassi in Italia. Anzi, me ne sono andata anche per tagliare finalmente tutti i ponti possibili.
Detto questo, come hai detto anche tu, per adesso, resisterò. Quando la situazione mi sembrerà insostenibile, cambierò e cercherò altro; almeno avrò soldi a sufficienza per poter vivere senza lavorare per un po' (dato che non avrò tempo per spenderli).
La via di fuga cerco di vederla sempre (anche se è molto difficile farlo), perché, almeno per il momento, non mi voglio assolutamente arrendere a questo mondo bastardo e per me oltremodo incomprensibile.
Abbi cura di te anche tu.
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petalidiagapanto · 25 days
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«Credo di aver imparato molto poco in tutti questi anni.
Ho imparato che ci sono molte cose sconsiderate che puoi fare. E tra quei milioni una che è ancora più sconsiderata delle altre. E di solito fai quella.
Ho imparato che certi odori si fissano nella memoria, e quando li risenti è come se tutti quegli anni non fossero mai passati.
Ho imparato che il sabato è meglio della domenica.
Ho capito che chiunque ha qualcosa da raccontare, ma ho capito anche che l’odio per certe persone ti aiuta a vivere meglio.
Ho imparato che certe mattine saresti disposto a dare via un braccio pur di dormire alti cinque minuti.
Ho constatato che alcune città sono capaci di farti scordare anche come ti chiami.
Ho imparato che ci sono persone così esteticamente stupefacenti che emanano addirittura luce propria. Sembrano, non so… fosforescenti!
Ho imparato che se ripeti una parola tante volte, all’improvviso perde di significato.
Ho imparato che una sigaretta, specie se sei a terra, può addirittura salvarti la vita.
Ho imparato che non c’è cosa più inebriante che impuntarti sulla tua scelta. E poi sbagliare.
Ho imparato che la voce di Frank Sinatra è uno dei motivi per stare al mondo. E la Heineken è l’altro.
Ho capito che certe regole sono fatte per andarci contro.
Mi sono accorto che non c’è cosa più divertente che dare ragione a un idiota. E dentro ridere.
Ho imparato che la nostalgia ha lo stesso sapore della cioccolata bollente.
Ho imparato che i film di Ingmar Bergman non sono solo capolavori: sono lezioni di vita.
Ho capito che niente è più bello che alzarsi la notte mentre tutti gli altri dormono e girovagare in solitudine come un cane tra i rifiuti, alla ricerca di una qualsiasi sensazione appagante.
Ho imparato che certa gente ha la testa solo per separare le orecchie.
Ho imparato che la tua camicia preferita attira il sugo in modo micidiale.
Ho imparato che non c’è cosa più bella che svegliarsi una mattina senza sapere che ore sono, senza riconoscere la stanza e soprattutto senza ricordare come ci sei arrivato. Ma soprattutto ho imparato che i giorni veramente importanti nella vita di una persona sono cinque o sei in tutto. Tutti gli altri fanno solo volume. Così fra sessant’anni non ti ricorderai il giorno della tua laurea, o quello in cui hai vinto un Oscar.
Ti ricorderai quella sera in cui tu e i tuoi amici, quelli veri, avete fumato 10 sigarette a testa e ubriachi persi avete cantato per strada a squarciagola fradici di pioggia. Quelli sono i momenti in cui la vita davvero batte più forte.
P.S.: Però, in fondo, qualcosa l’ho imparato»
(Federico Fellini)
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libero-de-mente · 1 year
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La Rivoluzione Terrestre
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Così si definisce il moto terrestre attorno al Sole. Dura trecentosessantacinque giorni. Un anno. Ma tu pensa.
Percorrere quei centoquarantanove milioni di chilometri, per ogni essere vivente, corrisponde al proprio compleanno ovvero un anno di vita in più. Si incomincia da quando si vede la luce per la prima volta.
Io sono nato alle dieci di sera, la luce era artificiale, forse e per questo che mi infastidisce la luce diretta del Sole.
Naah, soffro di fotofobia.
Era un ventuno aprile come oggi e ne ho fatti un po' di giri attorno al Sole.
A ogni giro attorno al Sole mi sono ritrovato con esperienze acquisite, insegnamenti appresi, errori fatti, azioni buone elargite e nuove persone entrate nella mia vita. Ma anche alcune che se ne sono uscite, per svariati motivi: un cuore che cessa di battere, un cuore che smette di palpitare per il sottoscritto, un cuore che si riempie di rabbia o invidia (questo sostantivo l'ho aggiunto per darmi un tono, anche se qualche volta è accaduto davvero. Ma non ho mai capito che invidia io potessi suscitare) oppure un cuore che non era un cuore ma un sasso senza battito.
Ma del resto ogni viaggio, perché quello attorno alla stella del sistema solare è un viaggio, è fatto di luoghi, emozioni e persone diverse che si susseguono.
Aspettavo il mio compleanno con impazienza da bimbo, per i regali e i dolci. Per i brindisi e i festeggiamenti con gli amici da ragazzo. Per gli abbracci e le attenzioni di chi amavo da adulto.
Ma questo viaggio chiamato vita spesso ti trasforma, nel mio caso sono arrivato ad aspettare il mio compleanno come data per tirare le somme. Con aspettative sempre modificate e ridimensionate (brutte bestie le pessime compagnie), fino ad arrivare al punto di non avere più aspettative ma "aspettame" ovvero di aspettare me.
Non mi aspetto più regali dalle persone ma dalla sorte.
Per te cara vida loca o per te nefasta malasorte, comunque, rimango a vostra disperazione.
Auguri un 'azzo.
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curiositasmundi · 2 months
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[...]
Israele, più desideroso di conservare le proprie scorte che di evitare danni collaterali, ha fatto piovere bombe senza pilota su Gaza. Cosa succederebbe, però, se si potesse combinare precisione e abbondanza?
Per la prima volta nella storia della guerra, questa domanda sta trovando risposta sui campi di battaglia dell’Ucraina. Il nostro reportage di questa settimana mostra come i droni con visuale in prima persona (fpv) stiano crescendo a dismisura lungo le linee del fronte. Si tratta di velivoli piccoli, economici e carichi di esplosivo, adattati da modelli di consumo, che stanno rendendo la vita dei soldati ancora più pericolosa. Questi droni si infilano nelle torrette dei carri armati o nelle trincee. Si aggirano e inseguono la loro preda prima di ucciderla. Stanno infliggendo un pesante tributo alla fanteria e ai mezzi corazzati.
La guerra sta anche rendendo onnipresenti i droni fpv e i loro parenti marittimi. A gennaio si sono verificati 3.000 attacchi di droni fpv. Questa settimana Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, ha creato la Forza dei sistemi senza pilota, dedicata alla guerra con i droni. Nel 2024 l’Ucraina è pronta a costruire 1-2 milioni di droni. Sorprendentemente, ciò corrisponderà alla riduzione del consumo di proiettili da parte dell’Ucraina (che è in calo perché i repubblicani al Congresso stanno vergognosamente negando all’Ucraina le forniture di cui ha bisogno).
Il drone non è un’arma miracolosa, che non esiste. È importante perché incarna le grandi tendenze della guerra: lo spostamento verso armi piccole, economiche e usa e getta, l’uso crescente della tecnologia di consumo e la deriva verso l’autonomia in battaglia. Grazie a queste tendenze, la tecnologia dei droni si diffonderà rapidamente dagli eserciti alle milizie, ai terroristi e ai criminali. E migliorerà non al ritmo del ciclo di bilancio del complesso militare-industriale, ma con l’urgenza di rottura dell’elettronica di consumo.
I droni fpv di base sono rivoluzionariamente semplici. Discendenti dei quadricotteri da corsa, costruiti con componenti di serie, possono costare anche poche centinaia di dollari. I droni fpv tendono ad avere un raggio d’azione ridotto, a trasportare piccoli carichi utili e a fare fatica in caso di maltempo. Per questi motivi non sostituiranno (ancora) l’artiglieria.
Ma possono comunque fare molti danni. In una settimana, lo scorso autunno, i droni ucraini hanno contribuito a distruggere 75 carri armati russi e 101 grossi cannoni, oltre a molto altro. La Russia ha i suoi droni fpv, anche se tendono a colpire le trincee e i soldati. I droni aiutano a spiegare perché entrambe le parti trovano così difficile organizzare offensive.
La crescita esponenziale del numero di droni russi e ucraini indica una seconda tendenza. Sono ispirati e adattati alla tecnologia di consumo ampiamente disponibile. Non solo in Ucraina, ma anche in Myanmar, dove negli ultimi giorni i ribelli hanno messo in fuga le forze governative, i volontari possono utilizzare le stampanti 3D per produrre componenti chiave e assemblare le scocche in piccole officine. Purtroppo, è improbabile che i gruppi criminali e i terroristi siano molto lontani dalle milizie.
Questo riflette un’ampia democratizzazione delle armi di precisione. Nello Yemen, il gruppo ribelle Houthi ha utilizzato kit di guida iraniani a basso costo per costruire missili antinave che rappresentano una minaccia mortale per le navi commerciali nel Mar Rosso. L’Iran stesso ha dimostrato come un assortimento di droni e missili balistici d’attacco a lungo raggio possa avere un effetto geopolitico di gran lunga superiore al loro costo. Anche se il kit necessario per superare l’inceppamento dei droni aumenterà notevolmente il costo delle armi, come alcuni prevedono, esse saranno comunque considerate a basso costo.
Il motivo è da ricercare nell’elettronica di consumo, che spinge l’innovazione a un ritmo incalzante mentre le capacità si accumulano in ogni ciclo di prodotto. Questo pone problemi di etica e di obsolescenza. Non ci sarà sempre il tempo di sottoporre le nuove armi ai test che i Paesi occidentali si prefiggono in tempo di pace e che sono richiesti dalle Convenzioni di Ginevra.
L’innovazione porta anche all’ultima tendenza, l’autonomia. Oggi l’uso dei droni fpv è limitato dalla disponibilità di piloti qualificati e dagli effetti del jamming, che può interrompere la connessione tra un drone e il suo operatore. Per superare questi problemi, Russia e Ucraina stanno sperimentando la navigazione autonoma e il riconoscimento dei bersagli. L’intelligenza artificiale è disponibile da anni nei droni di consumo e sta migliorando rapidamente.
Un certo grado di autonomia esiste da anni nelle munizioni di alto livello e da decenni nei missili da crociera. La novità è che microchip e software a basso costo permetteranno all’intelligenza di stare all’interno di milioni di munizioni di basso livello che stanno saturando il campo di battaglia. La parte che per prima padroneggia l’autonomia su scala in Ucraina potrebbe godere di un vantaggio temporaneo ma decisivo in termini di potenza di fuoco, condizione necessaria per qualsiasi svolta.
I Paesi occidentali hanno tardato ad assimilare queste lezioni. Armi semplici ed economiche non sostituiranno le grandi piattaforme di fascia alta, ma le integreranno. Il Pentagono si sta imbarcando tardivamente in Replicator, un’iniziativa per costruire migliaia di droni e munizioni a basso costo in grado di affrontare le enormi forze cinesi.
L’Europa è ancora più indietro. I suoi ministri e generali sono sempre più convinti di poter affrontare un’altra grande guerra europea entro la fine del decennio. Se così fosse, gli investimenti in droni di fascia bassa devono crescere con urgenza. Inoltre, i droni onnipresenti richiederanno difese onnipresenti, non solo sui campi di battaglia ma anche nelle città in pace.
[...]
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canesenzafissadimora · 4 months
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Che dire... della Ferragni mi importa il giusto, ovvero molto poco. Fino a due, tre anni fa non sapevo neppure chi fosse. Se mi avessero chiesto qualcosa su di lei, avrei risposto con un sontuoso boh. E, confesso, anche oggi, mentre sto scrivendo, avrei serie difficoltà a evidenziarne talenti e difetti. Francamente non so. Mi intriga il fatto che questa persona possa influenzare comportamenti, usi, gesta e perfino acquisti di milioni di persone. Non riesco a capirne i motivi. Frutti di stagione, forse. Di questa stagione piena di greggi e di pastori imperatori. Mi si dirà: è sempre stato così. Non sono d'accordo. Se mi è consentito, senza passare per un boomer nostalgico, i giovani di oggi sono molto più ignoranti e consumatori di quanto lo fossimo noi. Quindi: forse anche no.
Una cosa è certa: Ferragni è un'azienda. Lo è diventata. Nella sua immagine pubblica, quella patinata e piena di pubblicità, di umano ha ben poco. Sarà umana in privato, certamente. Pertanto mi sembra strana, anche un poco eccessiva l'attenzione che le si sta dedicando. Perchè odiare o amare la Ferragni equivale ad amare o odiare la Barilla, la Nestlè o la Pasta del Capitano. Le richiedono etica. Una parola grande. La stessa etica non viene richiesta ai politici, per esempio. Abbiamo il parlamento pieno di gentaglia che con l'etica ha un rapporto quanto meno problematico, eppure... Tutti se ne fregano, non interessa a nessuno. Ma neppure si chiede etica alla Barilla, alla Nestlè o alla Pasta del Capitano. La Barilla ci ha avvelenati per anni con il glifosato, cosa è successo?
Ha sbagliato, ok. Lo ha ammesso lei stessa. Ha sbagliato a mischiare marketing, business e aiuto. Ha mischiato vendite con sofferenza. Un errore tragico. Però: 50.000 euro in beneficienza sono stati donati e la grande responsabilità è da attribuire al cinismo della Balocco, ma alla Balocco nessuno reclama nulla. Donerà un milione di euro. Benissimo. Mi pare che molti altri ne abbia donati in passato e la cosa, da parte di chi oggi la attacca, non è stata evidenziata con la stessa passione dedicatale adesso. E, comunque, non mi pare che ci siano molti in Italia che brillino di generosità. Sicuramente non sono stati, nè sono altrettanto sensibili o generosi gli attuali detrattori. Tanto per dire: quanta beneficienza ha fatto nella sua dorata vita la signora Meloni? eppure di soldi ne ha guadagnati tanti, vero?
Ma c'è da dire un'ultima cosa: è vergognoso che un presidente del consiglio in carica, con il solo intento di sviare l'attenzione dai problemi che sta causando al paese, attacchi in una maniera così violenta e becera un privato cittadino. E' rivoltante che, invece di parlare del peggioramento della qualità di vita degli italiani e delle misure che intende adottare per migliorarla, se la prenda con Saviano e con la Ferragni. Nessuno dei due ha rubato nulla, anzi. Mentre gli oltre due miliardi tolti ai pensionati, ai cittadini, alla salute, al welfare, alle famiglie, per regalarli a un ipotetico costruttore di un immaginifico ponte, sono un vero e proprio furto fatto al paese. E di quale etica può parlare la presidento, di quella che le ha impedito di prelevare dalle banche una giusta tassa, ma non le ha impedito di gettare in mezzo a una strada centinaia di migliaia di famiglie italiane, o di azzerare il fondo per le non autosufficienze? Se dovessimo dare un voto alla cattiveria, la presidento uscirebbe con un bel 10.
Dovrebbe vergognarsi lei, solo dopo, ma molto dopo, la Ferragni.
Giancarlo Selmi
condivido parola per parola...
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entropiceye · 10 months
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La depressione, per me, è un mostro spaventoso.
E' come un velo di ombre dense e appiccicose che lentamente finiscono per ricoprire ogni cosa, intrappolandoti.
E' un buco nero che inghiotte sogni, speranze, ambizioni, emozioni.
E' sentirsi sgretolare dall'interno, in milioni di pezzi, troppo piccoli da poter riassemblare insieme.
E' dover investire ogni briciolo di energie rimaste a dissimulare l'angoscia, a conservare quella parvenza di normalità necessaria a stare al mondo.
E' come muovere un corpo inanimato, pesante, sforzandosi di apparire convincenti.
E' come un colpo di spugna, che fa tabula rasa dei tuoi progetti futuri, lasciandoti in eredità sfiducia e disperazione, malcelati dietro un sorriso rassegnato e tremolante.
E' sentirsi irrimediabilmente soli e distanti da tutti.
Un dolore tanto insopportabile, da doverlo ovattare col distacco.
Un distacco coerente, che concretizzi e motivi quel senso di solitudine che ormai ti si è cucito addosso.
Un distacco necessario forse, specie quando inizi a non vedere più la luce alla fine del tunnel. Perché se la sconfitta è all'orizzonte, preferisci lasciarti cadere da solo, senza trascinarti dietro nessuno.
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intotheclash · 3 months
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Capitolo 3 (seconda parte)
Si rivestì con calma, scelse con cura abiti comodi ed anonimi, niente scritte, niente colori sgargianti, niente che, di per se, potesse attirare l’attenzione. L’unico vezzo che si concesse, del quale non voleva saperne di fare a meno, erano le sue Adidas gialle; scarpe nate per correre, anche senza piedi dentro. Terminata l’operazione, mise il coltello in tasca e uscì di casa. Buongiorno Roma, il lupo si confonderà nel gregge travestito da agnello.
Per le scale incrociò la signora Rosa, l’inquilina del piano superiore. Sapeva tutto di lei: divorziata, due figli maschi studenti in un liceo classico del centro; lei lavorava alle poste e faceva sempre il turno di mattina, otto e trenta, quattordici. Nessuna frequentazione con l’altro sesso. L’informazione è potere. Anche quella apparentemente trascurabile.
La salutò come sempre, con cordialità e distacco, lei ricambiò alla stessa maniera. A volte si fermavano anche a scambiarsi banalità ed a sciorinare luoghi comuni sul tempo, o sui giovani d’oggi, o sul governo, come da buon vicinato; poi ognuno per la propria strada, azzerando completamente le frasi pronunciate appena un attimo prima. Era così che si viveva tra la gente. E già, la gente: un’enorme massa microcefala che si nutriva di vuoto.
Decise che poteva permettersi di perdersi un po’ tra le vecchie strade del centro storico. Era una festa per gli occhi. Ad ogni angolo una sorpresa. Duemila anni di storia e di architettura proiettati a tempo pieno nel più grande drive in di tutti i tempi. Forse non aveva tutti i torti chi sosteneva che Roma fosse la città più bella del mondo. Lui comunque era d’accordo.
Anche gli indigeni, i romani, lo incuriosivano e, nel suo vasto peregrinare per il globo, aveva constatato che, ovunque se ne incontrasse uno, lo si riconosceva immediatamente, ancor prima che aprisse bocca. Dopo era troppo facile. Secondo il suo modesto parere, racchiudevano in maniera perfetta il meglio ed il peggio dello stereotipo italico. Aver respirato tutta quella storia doveva aver fatto il suo effetto, non poteva essere diversamente. Era una sorta di prolungata esposizione a radiazioni similnucleari; un effetto c’era sempre.
“La via è la meta”. Certo, lo sapeva, non era li per le architetture e, tanto meno, per la gente. Aveva scelto la capitale per due motivi precisi: il primo era che, quando non vuoi essere visto, né trovato, meglio la compagnia di milioni di persone, che il luogo più remoto della terra.
“Esporsi e sottrarsi ad ogni svolta della strada. Non fa nessuna differenza nascondersi, se tutti sanno che ti stai nascondendo.”
Doveva dargliene atto, era stato il libro ad influenzare questa sua decisione.
Un buon motivo quindi, ma il principale era, senza ombra di dubbio, l’altro: aveva scelto Roma perché era il centro del potere. Il potere comunemente inteso. E ne conosceva anche le origini precise e a chi farle risalire: Costantino. La storia era chiara nella sua linearità, occorreva soltanto averla letta. Tutto ebbe inizio nel 312, quando, dopo aver sconfitto il suo rivale Massenzio, Costantino ebbe l’illuminazione che riscrisse la storia moderna d’Occidente. Forse, visto che lui altri non era che un furbo politicante ed un feroce guerriero, sarebbe più opportuno attribuire l’idea al suo “intellettuale” di fiducia, tal Eusebio di Cesarea, consigliere di guerra, poi vescovo e falsificatore coi fiocchi. L’idea fu questa: costruire il primo Stato assolutamente totalitario dell’epoca. Come fare? Semplice, sposando in pieno le farneticanti teorie di Paolo di Tarso, San Paolo per gli amici, uno dei personaggi più torbidi della cristianità antica. Costantino tirò fuori i cristiani dalle catacombe e, nonostante si fosse macchiato di crimini orrendi come l’assassinio del figlio e della seconda moglie, con una lunga serie di favori, quali l’esenzione dalle imposte, generose sovvenzioni, la costruzione di nuovi luoghi di culto, riuscì ad ingraziarsi il clero che, al Concilio di Nicea del 325, gli affidò pieni poteri. Tanto è vero che Costantino si autoproclamò tredicesimo apostolo. La frittata era fatta. Il potere spirituale ed il potere temporale si unirono in matrimonio e fu benedetto nel sangue. Sangue di milioni di persone ben spalmato su ogni angolo della Terra nei secoli a venire.
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crazy-so-na-sega · 1 year
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“Non ho molto da dire. Credo di aver imparato molto poco in tutti questi anni: ho imparato che ci sono molte cose sconsiderate che puoi fare. E tra quei milioni una che è ancora più sconsiderata delle altre. E di solito fai quella. Ho imparato che il blu e il nero insieme sono un cazzotto in un occhio. Ho imparato che certi odori si fissano nella memoria, e quando li risenti è come se tutti quegli anni non fossero mai passati. Ho imparato che il sabato è meglio della domenica. Ho capito che chiunque ha qualcosa da raccontare, ma ho capito anche che l’odio per certe persone ti aiuta a vivere meglio. Ho imparato che certe mattine saresti disposto a dare via un braccio  pur di dormire altri cinque minuti. Ho constatato che alcune città sono capaci di farti scordare anche come ti chiami. Ho imparato che ci sono persone così esteticamente stupefacenti che emanano addirittura luce propria. Sembrano, non so... fosforescenti! Ho capito che non c’è da preoccuparsi se a 40 anni non sai che fare  della tua vita, se hai ancora una gran voglia di giocare. Forse sei l’unico che ha capito qualcosa. Ho imparato che se ripeti una parola tante volte, all’improvviso perde di significato. Ho imparato che a volte avresti talmente tanta voglia di fare l'amore con una determinata persona che glielo chiederesti in ginocchio. Ho imparato che una sigaretta, specie se sei a terra, può addirittura salvarti la vita. Ho scoperto che esistono persone talmente scassapalle da rappresentare un vero e proprio ornamento ai testicoli. Ho imparato che non c’è cosa più inebriante che impuntarti sulla tua scelta. E poi sbagliare. Ho imparato che il conforto degli amici a volte può essere crudele. Ho imparato che la voce di Frank Sinatra è uno dei motivi per stare al mondo. E la Heineken è l’altro. Ho imparato che il sale si mette prima che l’acqua cominci a bollire. Ho capito che certe regole sono fatte per andarci contro. Mi sono accorto che non c’è cosa più divertente che dare ragione a un idiota. E dentro ridere. Ho scoperto che con gli anni i tuoi errori e i tuoi rimpianti impari ad amarli come figli. Ho imparato che la nostalgia ha lo stesso sapore  della cioccolata bollente. Ho imparato che i film di Ingmar Bergman non sono solo capolavori: sono lezioni di vita. Ho capito che niente è più bello che alzarsi la notte mentre tutti gli altri dormono e girovagare in solitudine come un cane tra i rifiuti alla ricerca di una qualsiasi sensazione appagante. Ho imparato che se ti chiedono di fare cinque cose e all’ultimo momento ne aggiungono due, tu inevitabilmente dimentichi le prime tre. Ho imparato che certa gente ha la testa solo per separare le orecchie. Ho imparato che la tua camicia preferita attira il sugo in modo micidiale. Ho imparato che non c’è cosa più bella che svegliarsi una mattina senza sapere che ore sono, senza riconoscere la stanza e soprattutto senza ricordare come ci sei arrivato. Ma soprattutto ho imparato che i giorni veramente importanti nella vita di una persona sono cinque o sei in tutto. Tutti gli altri fanno solo volume. Così fra sessant’anni non ti ricorderai il giorno della tua laurea, o quello in cui hai vinto un Oscar. Ti ricorderai quella sera in cui tu e i tuoi amici, quelli veri, avete fumato 10 sigarette a testa e ubriachi persi avete cantato per strada a squarciagola fradici di pioggia. Quelli sono i momenti in cui la vita davvero batte più forte.
-Federico Fellini
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harshugs · 6 months
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Giusto per farti capire il livello di diffidenza che ho verso il mondo, quindi non è per male nei tuoi confronti ma chiunque mi conosce non sa minimamente di questo, avere persone che fingono di starti vicino ma per un periodo perché stare vicino a qualcuno in tempi difficili ha un timer che alla fine scade, ci sono periodi lunghi, veramente lunghi e non capiscono che l'amicizia non è per forza preoccuparsi e chiedere tutto il tempo come stai o che hai, sono diventato allergico a ste domande, sarebbe che se non ho voglia di parlare di certi avvenimenti perché mi fanno stare male sarebbe il caso di parlare di tutt'altro e fare in modo che anche quei 20 minuti perché non esisto solo io, che quei 20 minuti si passassero a ridere o almeno provarci, mi racconti qualcosa che ti è successo o qualsiasi altra cosa, mi isolo ma non perché voglio ma perché mi viene istintivo visto che ci sono cose passate che mi hanno fatto diventare cosi, ovviamente non è tutto o bianco o nero ci possono essere milioni di motivi e altre cose, ma quando parli con una persona che sta giù di morale la cosa che si dovrebbe fare e cercare di rendere quei momenti più spensierati e se riesci farlo ridere, io quando ci sono persone che stavano a pezzi e riuscivo a fargli fare una smorfia, un mezzo sorrisetto io ero contento che in quel momento quel malumore non fosse più un peso.
Tra le cose più brutte il sentirsi soli insieme ad altre persone, ci parli ci scherzi ma sembrano così lontane e non sentirsi capiti, penso che sia una piccola parte che faccia capire quanto mi possa andare di merda
ah okay capisco, mi stai dicendo che quelle persone che ti stanno accanto quando sei giù dopo averti chiesto mille volte se stai bene poi si allontanano perché il tuo umore non cambia abbastanza in fretta?
mentre tu vorresti solo passare momenti un po’ più spensierati con loro senza che stiano sempre con l’attenzione su di te?
personalmente quando so che qualcuno a cui tengo sta male tendo a chiedere sempre se ha voglia di parlarne, se la risposta è negativa inizio a cazzeggiare e dire cose un po’ a caso per intavolare un discorso diverso è un po’ più tranquillo
per la questione di sentirsi soli in mezzo agli altri: quella è una questione tutta tua e solo tu puoi imparare a correggere questa sensazione, a capire che puoi lasciar andare via i pensieri negativi quando sei con gli altri e settare la tua mente nel mood generale e condiviso tra tutti, ci stanno quelle volte in cui viene difficile, ed è giusto così, però se accade sempre beh, è una questione di testa e bisogna imparare a controllarla in certe situazioni
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