Tumgik
#non ne posso più a volte vorrei solo essere normale
hemlockdrunk · 8 months
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onestamente. spero che ogni singolo allistico crepi in una buca
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ramona-dryleaf · 1 year
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Amore mio,
sto per scriverti delle parole un po' confuse e sconnesse tra loro, sono le 2.16, sento un po' la stanchezza ma mi sento irrequieta, pensierosa, malinconica, e sento il bisogno di farlo adesso, domani mi sentirò ancora così? purtroppo questo è un punto interrogativo che ancora oggi mi tormenta. Volevo chiederti scusa per tutte le volte che ti ho fatto del male e per tutte le volte che te ne farò ancora. Scusami se spesso sono stata cattiva nei tuoi confronti, se non sempre ho tenuto conto dei tuoi sentimenti, ferendoti, ma mi sentivo attaccata, intrappolata, ti vedevo solo come una minaccia, un peso, un sacco di carne e non come un essere umano. Ricordo ancora come se fosse ieri quella sera in cui abbiamo litigato, io ero fredda e stanca, tu mi hai accompagnata a casa, forse non avevo mai visto quell'espressione sul tuo viso, poi sei crollato, hai detto "io non lo faccio apposta" e hai pianto, la voce spezzata, in quel momento ti avevo perdonato, ti ho abbracciato, ancora riesco a sentire la tenerezza che mi hai trasmesso. Scusa se ancora oggi mi porto dietro i detriti del periodo in cui ci siamo conosciuti, che ancora mi condiziona il presente. Avrei voluto per noi un inizio diverso, forse era il momento sbagliato nel posto sbagliato, avrei voluto conoscerti come sei ora, e iniziare da questo momento la nostra vita insieme. Se potessi cancellerei il periodo in cui ci siamo conosciuti, i primi anni, se potessi non farei tante cose che ho fatto e ne farei altre. Scusami se sono così, se sono diventata così, non so in che preciso momento della mia vita è successo, forse prima ero normale, forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Ti ringrazio però perché quello che sto scrivendo adesso è merito tuo, sei tu che me lo hai permesso. So che in questi ultimi mesi hai fatto del tuo meglio per migliorare, per rinconquistarmi ogni volta, per farti perdonare, per farti amare da me, e di questo ti ringrazio molto, spero che anche tu abbia visto che ho fatto qualcosa anch'io, semplicemente perché voglio che tu sappia che anche io vorrei migliorare con te, l'uno per l'altro. Mentirei se ti dicessi che non sono terrorizzata dal matrimonio, se dicessi che la parola stessa non mi fa paura, ma sappi che mi fa molta paura questo passo, arrivare a quel giorno, sarà la cosa giusta per me? per noi? Quello che so e che provo in questo momento è che io ti voglio nel mio passato, presente e futuro, ti voglio dove non c'eri, dove prima qualcun altro occupava il tuo posto, ti voglio nel mio presente, perché non potrei più immaginarmi senza di te, e vorrei una vita felice insieme. Perdonami anche se sono poco paziente, su questo hai vinto tutto tu, non posso batterti. Sei una persona buona, ma spesso io non lo sono stata con te. Sei il mio migliore amico, sei la persona che più mi conosce in assoluto, sei anche la persona con cui ho vissuto più a lungo (e comunque sono circa 9 anni). E scusa anche se non riesco a dire spesso 'ti amo'. Non potrei più immaginarmi una persona accanto che non sia tu.
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sisif-o · 3 months
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Comincio col dire che sei stato di una dolcezza incredibile a prenderti la briga di rispondermi addirittura registrando un vocale di 3 minuti 🥲
In effetti è davvero persa in partenza, me ne rendo conto a livello razionale, solo che a livello emotivo è veramente tosta farsela passare o cercare di reprimere, più spingo le mie sensazioni sul fondo e più forti mi ritornano addosso
Dirglielo come atto di sfogo mi sembra una soluzione molto egoista, cioè considerando il fatto che non potrebbe nascerne nulla, penso che dirglielo rischierebbe solo di mettere lui in una situazione di disagio, oltre che rendere il rapporto imbarazzante
Mi sembra che non esista una soluzione vera..è un po’ una situazione del cazzo..sbatto la testa sullo stesso muro all’infinito
Ovvio che non mi permetterei mai di intromettermi in una situazione delicata come può essere la fine di una storia lunga, ci mancherebbe. Però ho la sensazione che dovrò portarmi questo segreto nella tomba ahah..
Quando si apre con me e mi parla dei problemi che sta avendo, mi sento parecchio contento. Non per il fatto che stia male ovviamente, ma per il fatto che si senta a suo agio a parlarne con me.
A volte vorrei non essere così bravo a dissimulare le sensazioni che provo
Che tristezza
Comunque grazie, sei di una gentilezza disarmante
l'amore è egoismo sublimato, e quando si fa una scelta in amore è sempre egoista
ridurti e nasconderti per il suo bene, dal mio punto di vista, non ha senso: non credo sia una persona che abbia bisogno di essere protetta, ipotizzo che entrambi siate adulti e abbiate la maturità per affrontare questioni umane
inoltre, tu non devi proteggerlo, non è il tuo ruolo, non è il ruolo di nessuno
se dichiararti lo mettesse in una situazione difficile non è un problema tuo, in realtà non è un problema in sé, quali danni può fare?
mi spingo più in là: davvero non ti dichiari per proteggerlo? oppure è una scusa che ti racconti perché in realtà hai paura di perderlo?
è normale aver paura e non esiste una via giusta e una via sbagliata per sconfiggere tale emozione
esistono vie dolorose e vie meno dolorose
ciò che credo e di cui faccio un mantra è che non possiamo restare bloccati nel tempo provvisorio, ma siamo chiamati a compiere delle scelte per far avanzare la nostra vita, credo che tu sia tenuto a prendere una scelta, che sarà personale e soggettiva
mi hai chiesto un consiglio, da quel poco che mi hai raccontato mi sembri cristallizzato e immobile, aspettando un Godot che mai arriverà, il consiglio che posso darti è di essere egoista, strappa il cerotto e riprendi possesso della tua vita
come? fissa una data, rifletti fino a quel giorno, raccogli le forze e fai la tua scelta seguendola fino in fondo, qualunque essa sia
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Pensavo che prima o poi mi sarei stancata di provare ansia e quindi che prima o poi sarebbe svanita nel nulla nel giro di qualche anno. Per un periodo ho creduto che funzionasse così, quando smisi di avere i tremori notturni per l'ansia pensai: "mi sono stancata di averli, so cosa sono, quanto durano e so che devo solo aspettare che passi da sé, quindi ora basta" e chissà forse è stato così o forse il lungo periodo brutto è andato scemando per cazzi suoi, so solo che questa ansia non me la levo mai, è solo sotto controllo grazie agli ansiolitici ma ecco, basta un niente che mi scatena in testa, nello stomaco e alla pancia, un caos assurdo che mi annebbia e mi fa sentire solo il fastidio fisico che non mi lascia vivere. In concomitanza a ciò c'è sempre la mia stracazzo di fobia del cibo, quella mi scatena l'ansia come poche cose e io non ne posso più, non posso godermi mai un pasto fuori casa senza che mi prendano le paranoie o i fastidi allo stomaco, già a manco metà pasto il mio cervello e il mio stomaco dicono "stop" ma so che è solo un fattore psicologico e mi sforzo a finire il piatto, ma dentro me vorrei non essere mai uscita fuori a mangiare, vorrei sparire, vorrei non aver bisogno mai più del cibo perché rischia solo di farmi del male. E non parlo di fobia relativa all'ingrassare. Non ne posso più, anche ora ho lo stomaco gonfio e penso solo che era meglio se avessi digiunato, che poi non mangio chissà quanto, non mi abbuffo ma mi basta davvero un pezzo di pizza in più a volte per sentirmi scoppiare. E avere l'ansia per colpa del cibo non è normale, non ha senso, non è una vera paura eppure il mio cervello non ne vuol sapere.
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fujiko-23 · 2 years
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non so come iniziare un post del genere ok, non ne scrivo mai perché beh non lo so il perché, forse perché romperei l'equilibrio che mi sono creata nella mia testa di questo blog, forse perché non voglio che qualcuno mi faccia troppe domande su certi argomenti o forse perché mi perdo a pensare che a nessuno interesserebbe davvero leggere ciò, e poi è molto difficile farmi aprire completamente. se sai qualcosa su di me non la saprai mai al 100%.
c'è una cosa credo che vorrei da qualcuno ed è raccontarmi a questa persona e sapere che a quest'ultim* interessa davvero quello di cui sto parlando. qualcuno a cui non debba rimpiangere di avergli detto qualcosa perché poi magari in un discorso me lo viene a ributtare in faccia e magari ci sto male sia perché me l'ha buttato in faccia sia perché è un argomento fragile che non dovrebbe essere ricacciato in certe situazioni.
ci sono alcune persone che considero più vicine rispetto ad altre per un motivo o per un altro ed è a loro che vorrei raccontare certe cose e soprattutto già ne sanno altre, però a volte mi sembra di non potergli parlare di certi argomenti perché reagiscono diversamente dal solito, come se iniziassero a lamentarsi o a prendersela con me per ciò che ho fatto ma, che posso farci ormai? è una cosa passata e non posso cambiare il passato, al massimo posso rimediare però è proprio qui che penso che forse dovevo tenermela per me e mano mano inizio a parlare sempre meno di certe cose con una persona. o altri motivi per cui ne parlo meno è che l'argomento per cui sto male potrebbe far star male anche l'altra persona ed evito di mettere in mezzo il tutto.
ci sono dei motivi per cui sto stando abbastanza male ultimamente, il primo è per certe persone che si stanno allontanando o si sono allontanate improvvisamente e magari a me piaceva la loro compagnia e mi mancano..però, non vi verrò a scrivere. un pò perché se ti sei allontanat* significa che o non vuoi parlarmi o lo stai facendo per il tuo bene, e un pò perché nel caso tu non voglia parlarmi non voglio dover cominciare una conversazione forzata.
il secondo motivo è per le persone che mi piacciono e a cui piaccio. beh per le persone che mi piacciono c'ho sempre sfiga per un motivo o per un altro quindi facciamo che lascio stare..per le persone a cui piaccio invece:
parlo con abbastanza persone online e non e ad alcune di queste sono iniziata a piacere, a me fa sempre strano perché non faccio nulla di speciale, non capisco cosa attiri la loro attenzione, e poi quando glielo chiedo i motivi sono sempre gli stessi. 'sei simpatica, ci sei sempre e mi piaci fisicamente'. ed io so solo dire che so cosa sono, e so cosa do e cosa non do, però non mi sembra di averti dato abbastanza. perché non sono nei miei periodi migliori e so di poter dare di più. ma perché dovrei? nel senso, il mio obiettivo non è piacere per forza, no? però dicendo così mi sembra di si. mi sembra di star cercando solo di piacere e poi fine, 'il mio lavoro qui è finito'. anche se so che non è così davvero, voglio che l'altra persona stia bene con me e si senta al sicuro ecco. oltre questo, molte persone se ne sono andate proprio per questo motivo qua. perché gli piacevo e non riuscivano a mantenere questo sentimento per loro dato che io non ricambiavo. e si sono allontanati per stare meglio. però..però a me mancano, gli voglio comunque bene. e torniamo al punto di prima, cioè al primo motivo per cui sto male.
il terzo è per la scuola. ieri (28/09) è stato il primo giorno(perché faccio il serale e abbiamo iniziato dopo), faccio il quinto superiore sperando che finisca e che finisca bene. comunque solitamente quando vado a scuola ho sempre ansia. sempre ansia di star sbagliando qualcosa, di non aver completato qualcos'altro o di dover rispondere a qualcosa e non so farlo. e da una parte credo sia normale, dall'altra invece no..perché spessissimo mi causa dolori fisici e mi sento uno schifo. è dalle elementari che va avanti così a dolori fisici tutti i giorni, tutti gli anni da 14 anni, non mi sembra una buona cosa ecco-
mi sono ritrovata spesso con molte assenze che io non mi rendevo neanche conto di star facendo però dall'altra parte se andavo a scuola comunque non stavo bene e non mi sentivo in grado di far qualcosa, quindi che cambiava? negli ultimi 2 anni ho iniziato ad andare a scuola nonostante l'ansia(non sempre) perché so e ho sempre saputo che non importa se sbaglio. infatti mi sono resa conto che l'ansia maggiore non è dovuta a quello. ma è dovuta al fatto di sentirmi giudicata se sbaglio. so che dovrei fregarmene perché tanto 5 minuti e uno si dimentica, però io no, il fatto di aver sbagliato quella cosa che magari per me è importante mi rimane impressa anche se aggiusto il tutto dopo. ho un grossissimo problema coi giudizi degli altri. che riguardi la scuola o meno.
comunque. tornando all'inizio, anche ieri che è stato il PRIMO giorno ho avuto ansia. però perché questa volta? non avevo nessun compito, nessuna interrogazione, nessuno doveva chiedermi nulla, i compagni di classe li conoscevo già e sono stata per i cazzi miei. e allora qual era il problema ieri..? non lo so. non mi viene in mente nulla. so solo che stavo già per non entrare perché mi sentivo male.
un'altra cosa ancora è la mia famiglia. molte delle cose per cui sto male sono '''ovviamente''' nate qui. ai miei, soprattutto mia madre, li ringrazio sempre perché hanno cercato di starmi vicino e darmi il più possibile, e sono felice che ci abbiano provato a starmi vicino però sfortunatamente l'hanno fatto nel modo sbagliato, sfortunatamente non sono persone con cui io riesca a confidarmi, non dico su tutto ma nemmeno sulle piccole cose perché in primis sono loro a iniziare a giudicare me e le persone che frequento. poi tante altre cose ma non voglio parlarne molto di loro.
e ultima cosa, ho ritrovato un diario di quando andavo in quarta elementare in cui parlo solo del mio stare male. ma avevo 9 anni. e sono giorni che mi sto scervellando a ricordare perché cazzo a 9 anni devo lamentarmi sempre di star male? e pensando pensando non era nemmeno per motivi stupidi. erano gli stessi motivi con cui mi appiccico ora.
nel caso qualcuno abbia davvero letto fino a qui beh..
ma chi te l'ha fatto fa'?
grazie per aver letto comunque. ora mi verrà l'ansia per i messaggi che riceverò dopo questo sfogo ok. mi sotterro ok. addio ok.
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ipotesi-controversa · 2 years
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Ci sono giorni in cui è difficile uscire e stare meglio, Marta dice che è normale dopo un periodo complicato conseguente ad altre situazioni incasinate trovare un modo che vada subito bene e che sia funzionale alla ripresa.
Io credo soltanto che ci siano persone più capaci di altre a farlo e che, probabilmente, sto sbagliando qualcosa anche se non riesco bene a capire cosa ci sia di sbagliato in me da rimettere a posto.
È che io ho sempre avuto la stupidissima convinzione che bastasse volerlo per mettere tutto a posto, per tornare a stare bene, per ritornare ad essere felici, per non sbagliare più; ho sempre creduto che sarebbe stato lo psicologo a darmi le risposte che cercavo da me stessa, e invece no.
Oggi ho fatto lo svuota cuore, sono arrivata con la mia valanga di problemi e ho svuotato il sacco; se la domanda è se mi sento leggera, la risposta è si; se la domanda è se mi sento meglio, la risposta è no.
Accettare di stare male, parlare del malessere, riconoscere di avere bisogno di aiuto per rimanere con i piedi piantati per terra non basta. Servirebbe un bel po' di coraggio e un po' di tempo da sola per cercare tutte le risposte che cerco erroneamente da altri e che, invece, per mia sfortuna sono tutte in me. Dentro di me. Così radicate da qualche parte, ben nascoste da non riuscire nemmeno da dove partire con le ricerche.
Vorrei annunciare la scomparsa delle risposte ai miei dubbi esistenziali, e invece nessuno se ne può occupare al posto mio, tanto che sono arrivata a chiedermi se sia mancanza di voglia, se si tratti di cecità o se si tratti solo di non voler ricevere un'altra brutta verità che rimanga lì, sull'uscio della porta senza sapere che dire.
E io sono giorni che resto da sola quasi tutta la mattina, cerco di sentire la mia stessa voce dentro la testa che faccia delle domande sensate e concrete, ma niente, non sento niente.
Forse mi stanco soltanto di aspettare qualcosa che non arriva subito, o che, potrebbe anche, nel peggiore dei casi non arrivare mai.
È che io sono impaziente, corro, precipito, mi butto nelle cose a capofitto, voglio risolvere i miei problemi esistenziali con la stessa velocità con la quale cuoce la pasta, e invece evidentemente non basta.
Per avere della pazienza extra prema 1, è questo mi rimbomba dentro.
Io pazienza ne ho avuta tanta, davvero tanta, e ho avuto tanto di quel cuore che alcune volte mi è capitato di dubitare di averne due. Poi ho perso tutto, non so perché, tanto meno quando sia successo veramente, ma fatto sta che ora mi ritrovo, contro la mia volontà, in questo limbo infernale che non mi permette di fare nemmeno mezzo passo avanti o indietro per disinnescare questo meccanismo.
Io il passo avanti ho sempre creduto di averlo fatto andando dallo psicologo, il passo indietro -quello, a mio parere, più difficile, non facendo più gli stessi errori di sempre, cercando di appianare tutte le incomprensioni con le persone, cercando un dialogo costante anche con le persone che con me non hanno mai voluto un vero e proprio dialogo.
Try again, brain not found.
Entro ed esco, accedo al sistema, cancello tutto quello che posso, riparto, mi fermo nello stesso punto. Ho sbagliato.
Faccio un passo indietro, sbaglio; uno avanti, sbaglio.
Damn.
Per avere della pazienza extra prema 1, dove cazzo si prende uno?
Passami l'accendino, ho voglia di fumare, e poi fumarne un'altra e un'altra ancora, ho su una playlist bellissima, stanno suonando, il semaforo è verde.
Mando tutto a fanculo e ogni scusa è buona.
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poesiatriste · 22 days
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Ammazzerei chiunque ti guardasse con gli stessi occhi con cui ti guardo io...non riesco ad essere gelosa di lui, o di tutti gli uomini con cui sei stata...mi infastidisce solo l'idea che a loro sia permesso starti accanto e a me limiti le briciole, mai nessuno ti ha mai guardata con quell'espressione da ebete come quello che avevo io in quelle videochiamate, davvero non te ne sei accorta? ho passato giornate intere a chiedermi se fosse normale, se l'avessi percepito, lo negheresti senza pensarci due volte, non bramo di gelosia il loro sguardo è privo di amore nei tuoi confronti sin da quando ti conosco ti ho vista elemosinare protezione da ognuno di loro non ti sei mai accorta di me...e se mai un giorno mi dovessero chiedere cos'è per te l'amore...io risponderei dicendo:
"I miei occhi timidi, impacciati, felici rivolti a lei quando mi parla e mi sorride con quella risata da gallina ritardata, vorrei baciarla ma non oserei mai dirglielo" come fai a dirle: quando sorridi in quel modo vorrei solo baciarti senza farla allontanare, o senza farla arrabbiare o che la prenda come uno scherzo? per lei "è tutto uno scherzo" figuriamoci se da peso ai "sentimenti" ormai si finge...non c'è più niente di vero, è tutta apparenza nessuna realtà. Puoi mettere tutte le foto che vuoi insieme a lui, fallo vedere al mondo intero come ti bacia, ma lo sai meglio di me che la "felicità" è tutt'altra cosa. COSA NE SA LEI DEI VERI SENTIMENTI? Sappi solo una cosa: Io non sto affatto scherzando, non sei mai stata uno scherzo per me io ti amo, ti amerò sempre. Non mi importa di quanti uomini staranno ancora al tuo fianco. Io ti amerò lo stesso.
Per me ormai da anni è diventato un incubo. Cosa ci trova di divertente nel fatto che la amo? Già...andatela a capire. 🤷🏻‍♀💔 Solo qui dentro posso dimostrarglielo in questo modo, tutto qui...non serve altro. 🖇✨🙈😻🌹🌈🌈
@occhicastanitristi-blog @delusa-da-tutti @cuoregelidoo-blog
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qualcosa-dal-niente · 10 months
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Mamma, la mia depressione è un mostro:
un giorno è piccola quanto una formica nel palmo di un orso,
il giorno dopo è l’orso,
in quei momenti mi sento morta finché l’orso va via e mi lascia da sola.
Chiamo i giorni difficili “giorni bui”.
Mamma dice “allora prova ad accendere qualche candela”,
ma appena vedo una candela penso solamente a quanto sarebbe bello buttarmi sulla fiamma e prendere fuoco. I cimiteri sono pieni di candele. Inoltre non ho paura del buio… ed è proprio questo una parte del problema.
Mamma dice “pensavo che il problema fosse che non riesci ad alzarti dal letto”.
Ed è così, è vero. Ci sono mattine in cui non ci riesco. Mi mancano le forze, qualcuno ha staccato la corrente, non ho energia, l’ansia mi stringe forte e mi tiene inchiodata lì, prigioniera della mia stessa casa, prigioniera di me stessa.
Mamma dice “da dove viene quest’ansia?” .
L’ansia è la cugina lontana che viene ogni tanto in città e, ovviamente, la depressione si sente obbligata ad invitarla alla festa. Mamma, la festa sono io.
Mamma dice “perché non provi realmente ad andare a qualche festa?”.
Certo, io faccio sempre programmi per la serata, ma non voglio andarci. Faccio programmi perché so che dovrei andarci, lo so, qualche volta mi viene voglia di uscire davvero… il fatto è che non è molto divertente divertirsi quando non hai per niente voglia di divertirti.
“Ma così incontri i tuoi amici” mamma dice.
Amici? Quali amici? Come faccio a farmi degli amici se appena incontro una persona nuova penso che non mi devo affezionare, perché tanto se ne andrà via e io rimarrò delusa. La cosa ridicola è che alla fine mi ci affeziono davvero, ne divento dipendente e diventa tutto un casino. Non riesco a percepire l’amore, non sento i sentimenti degli altri, non ci riesco. Mi vuoi bene? Sì, lo so, la mia mente oggettivamente lo sa, ma non è quello che mi arriva dentro.
Mamma dice “sei solo un po’ paranoica, non hai ancora trovato le persone giuste”.
Sì, sì lo sono! Sono paranoica nelle relazioni, vivo con la paura costante di essere abbandonata e nella mia testa c’è solo “non ci tiene a te” “non ci tiene a te”. Quindi allontano tutti, ma vorrei qualcuno al mio fianco, ho bisogno di affetto, ma tengo lontano tutti perché non voglio soffrire ancora.
Mamma dice “esageri, sei drammatica, è normale avere il cuore spezzato alla tua età”.
Mamma, non c’è nulla di normale in me. Non c’è nulla di sano, di bello, sono solo un enorme disastro. Non esagero, sembro drammatica perché quello che provo è cento volte superiore a quello che provi tu o gli altri. Ho un amplificatore addosso, è tutto di più, tutto troppo e io non lo so gestire. Ogni cosa mi ferisce, i dettagli mi spezzano, vivo dentro a un tornado di emozioni che mi sconvolgono e mi sbattono al muro ogni volta.
Mamma dice “devi stare tranquilla”.
Mi calmo solo se mi riempio di xanax, lui ormai è l’unica cosa vera. Va molto d’accordo con la vodka, a volte li prendo insieme e diventa tutto più leggero. Si spegne la mente e per un po’ mi vedo sorridente finché collasso nel letto e qua tutto ricomincia.
Sai, mamma, ogni notte l’insonnia mi trascina tra le sue braccia e rimango immobile con lei a fissare il soffitto.
Mamma dice “prova a contare le pecore oppure disegna”, ma la mia mente riesce solo a contare tutti gli sbagli che ho commesso e i motivi per cui dovrei morire al più presto. I pensieri si moltiplicano e diventano un oceano in tempesta in cui però non posso annegare, io sono lì in mezzo in balia delle onde che mi fanno bruciare gli occhi. E gli unici disegni che faccio sono sulla mia pelle, in rosso, usando la lametta come matita. Piango, vorrei essere felice.
Mamma dice “la felicità è una scelta”.
ma non ho mai scelto di cadere così in fondo, non ho deciso io di vivere nell’inferno sulla terra. Non sorrido più, non rido più, il dolore fa parte della mia routine. La felicità? Non la immagino neanche.
Sai cos’altro non riesco ad immaginare mamma? Me stessa. Non so chi sono, non so cosa voglio fare, sono persa in un oblio senza fine. Faccio un passo, sprofondo nel vuoto.
Mamma dice “basta riempire quel vuoto”.
C’è un mucchio di ossa, della pelle rovinata, un cuore che purtroppo batte ancora… nient’altro. Il vuoto è intorno a me e dentro di me. Mi chiedo sono viva? Questo è disumano e io sono sola.
A volte provo a riempire quel vuoto con il cibo, mangio e mangio, sto meglio ma è un’illusione. Dopo il vomito mi corrode lo stomaco, vuole uscire fuori a tutti i costi e io non lo trattengo.
Così un giorno mamma mi ha detto “vuoi suicidarti? Non hai paura di morire?”
No, mamma, no. Non ho paura di morire, ho paura di continuare a vivere.
Mamma non aveva capito, mamma ancora non ha capito.
Mi ricordo quando ho aperto gli occhi nella sala emergenze del pronto soccorso, i polsi fasciati, le flebo al braccio, il “bip bip”, le telecamere, il sangue ovunque sul lettino.
Mamma mi ricordo ancora le tue urla, hai visto le mie cicatrici, hai gridato “sei un mostro, non sei mia figlia”.
LO SO.
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foulcloudsoul · 1 year
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Voglio raccontare un po di me, visto che non penso che qualcuno legga tutto, o soprattutto non penso che qualcuno mi noti.
vi racconterò quello che sta succedendo, così. Principalmente perché tanto le persone che conosco non lo sapranno mai.
Sto iniziando a capire che non ho più scelte. Però inizio dall'inizio (ovviamente).
Sono figlio di separati, non mi ha mai creato problemi questa cosa, era solo a scopo informativo.
Sin da piccolo ho avuto una vita turbolenta, sia la parte che ricordo, sia quella che mi hanno raccontato, da una parte mio padre che la sua vecchia compagna e dall'altra mia madre e il suo compagno. Non posso dire molto su quello che accadeva con mia madre, ricordo solo che cambiavamo spesso casa, per un motivo o l'altro. Più che altro le cose iniziarono a peggiorare quando morì la madre del compagno di mia madre. Iniziò ad essere violento (con me mai) però con mia madre, io non so perché non dissi mai nulla a nessuno, non so perché sapevo non fosse giusto e soprattutto non normale, sono stato abituato sin da quando ero piccolo a vedere cose del genere, ogni volta per anni fino ad ora (ho 17 anni) ne ho viste tutte, picchiata in ogni modo che un figlio possa vedere, senza alcuna vergogna del fatto che io fossi li. Invece mentre tutto ciò accadeva da mia madre, mio padre si era lasciato con la sua ragazza ed aveva iniziato a vivere mia nonna con noi per badare a me, non ricordo bene, perché però ricordo che stavo male con lei, mi sentivo frustato, triste e sempre arrabbiato, però ricordo distintamente il mio primo tentativo di suicidio, avevo più o meno 8/9 anni, provai a buttarmi dalla finestra, il motivo per la quale non lo feci era solo perché stavano venendo i miei nonni a prendermi (da parte di madre) e per quello decisi di non farlo. La situazione rimanè così per un paio di anni finché non iniziai a tagliarmi ed esplodere (con mia nonna) e mio padre e quando ho avuto 14 anni l'ha mandata via e da quel momento ho iniziato a vivere da solo (non proprio però mio padre lavorava e lavora quasi tutto il giorno) nel frattempo da mia madre le scenate continuavano e lui aveva iniziato a prendersela anche con me. Ovviamente mia madre mi difendeva, ma si sa come finiva. Quanto vorrei essermi ucciso. Non so se ci fosse stato un punto preciso in cui iniziò a prendersela con me, oppure semplicemente non lo ricordo, però sarebbe normale il cervello elimina cose così, no? Comunque... Lui lavorava in un ristorante, tornava a casa ubriaco tutte le sere e quando era a casa era peggio. Anche se quando era a casa io ero da mio padre la maggior parte delle volte. Per fortuna. Non penso che qualcuno mi sia stato vicino in questi momenti, penso che sono sempre stato solo in questa stronzata, mia madre era troppo occupata per pensare a queste cose o forse sono sempre stato un ottimo attore. Ora sono qui, sono costretto ad andare a vivere con mia madre, lasciando i miei amici e la mia ragazza per andare li... Dovrò anche abbandonare la scuola per andare a lavorare, perché sono stato bocciato due volte, sempre a posta, perché volevo cambire scuole e non volevo iniziare un'altra scuola dalla terza superiore, ma non sono mai riuscito a cambiare. Mio padre ora se ne va, lascio il paese in cui sono vissuto per tutta la mia vita, per andare dove ho visto mia madre essere picchiata per tutta la mia vita. Se avete letto tutto grazie mille, ora avete una parte di me. Una parte della mia storia, se vi va, e se avete letto tutto, scrivetemi ho letto, non so come funzioni tumblr. Se potete commentare o potete scrivermi, però fatemelo sapere (è la prima volta che lo uso)
Ps: scusate per gli errori grammaticali ma ho un piccolo problema.
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-velenoeantidoto · 2 years
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quant’è difficile lasciarti andare
anche ora che non sono più innamorata di te
pur sapendo che è da quando non ci sei che io ho ripreso a vivere, a brillare, ad essere me stessa
nonostante tutto questo,
quant’è difficile lasciarti andare
perché eri la mia speranza nella vita
la speranza che potesse avere un senso sperare
da quando non ci sei io non credo più all’amore, non come lo intendevo con te (“quell’amore immenso che non puoi raccontare, e che da fuori sembrerà normale)
la vita va avanti, la vita va avanti perché è fatta di mille cose
quante volte avrei voluto dirtelo, quante volte avrei voluto dirti:
ho capito che posso vivere senza di te, e ho anche capito che la mia vita vola meglio senza di te, eppure io avrei preferito te a tutto questo
la vita va avanti e all’improvviso si blocca, le gambe tremano, la testa è vuota, non riesce a pensare a niente. chissà perché in quei momenti riesco a pensare solo a te: mi si riattivano tutte le connessioni
e ti devo pensare per forza, anche se non ne capisco il motivo, il senso, lo devo fare perché è l’unico modo che in quei momenti ho di sentirmi viva, di sentire che riesco ancora a pensare, ancora a provare
chissà perché ti sogno ancora
quasi non ti penso più quando vedo i film romantici, riesco a sentire le nostre canzoni e anche a sorridere
chissà come faccio ad evitarti quando il mondo vuole ricordarmi di noi
ma chissà perché invece il pensiero di te sorge così, dal nulla, da qualcosa che con te non c’entra niente. arriva e basta, all’improvviso, io lo accolgo, mi ricordo che no, non tornerai, non torneremo, mai più, e devo scacciare il pensiero che infondo mi piacerebbe ricominciare la vita daccapo, io che la vita l’ho sempre odiata, e rivivere anche tutti i dolori, solo per cambiare il finale con te
all’inizio avevo scritto “anche ora che non ti amo più”. ho corretto: non sono più innamorata di te, ma ti amo ancora un po’, e ho anche un po’ paura che ti amerò per sempre. anche se non mi piaci più, anche se mi hai deluso, anche se non ti sopportavo più.. l’amore è un’altra cosa, lo abbiamo sempre detto. e il punto è proprio questo, che forse non siamo io e te l’amore, eppure io vorrei ancora parlartene
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mvrty-02 · 2 years
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ANSIA
Cos’è l’ansia per me?
L’ansia è un mostro. Un mostro che negli anni mi sta sempre attaccata e mi distrugge ogni giorno di più. E’ iniziato tutto al primo anno di elementari, quando iniziarono a prendermi di mira. Non sono grassa, ma sono robusta. Non è colpa mia, ma viene dalla mia famiglia, perché ci piace mangiare, e se dici di “no” si offendono. Mi vedevo piatti pieni fino all’orlo 24/7. Ho l’acne e qualche pelo fuori posto, ma so che non è colpa mia, ma degli ormoni. Ma sentirsi dire “maiale”, “balena”, “quattrocchi”, e altre parole che fanno male, non è bello, anche se è costante. Per 13 anni è sempre stato così, e per 4745 giorni, ho dovuto subire cose orribili, scherzi di cattivo gusto, ingiustizie, parole orribili, e tanto altro. Mi sono sempre sentita dire “eh ma dillo ai professori, parla con i genitori di questi bulli”, credetemi…non serve a niente, solo ad aumentare la frequenza del dolore. Pianti, giorni passati senza mangiare, senza volere andare a scuola, passati chiusa in camera, senza parlare con nessuno. Sono piena di cicatrici, anche se fuori se ne vedono poche, dentro sono piena. Il bullismo mi ha rovinata. Mi sento a disagio in mezzo alle persone, anche in mezzo alla mia famiglia. Ho paura di essere giudicata, anche se mi sento dire di non pensare a niente. Mi sento sotto pressione. Solo se mi concentro su delle cose, non succede niente. Per colpa dell’ansia non posso andare ai bar a prendere anche un semplice ginseng, o un aperitivo. Mi tremano le mani e, a volte, non riesco a controllarlo. Non esco mai, e questo è uno dei motivi. Per tutta la vita mi hanno sempre presa di mira, manipolata, usata, distrutta, umiliata, pur sapendo le mie debolezze. “Tranquilla non ti farò del male”, “Ti voglio bene”, queste sono alcune delle cazzate varie che mi sentivo dire. Colpa anche mia, del mio essere troppo buona, del mio essere ingenua. Mi sono sempre odiata. Convivo con problemi d’ansia, pensieri che mi portano alla depressione, insicurezze, e tanto altro. “Prova a parlare con qualcuno”, “Parlaci”, “Noi siamo qui”, ma nessuno sa cosa sto passando, cosa mi passa per la testa, quanto mi è difficile parlare, e se provo ad aprirmi, piango…mi sfogo piangendo. La notte piango a caso. Vorrei avere una vita normale…
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sour-reality · 3 years
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È un periodo che tutto mi sembra uguale.
Camminare su una linea retta come fossi una trapezista non é sicuramente mai stato il mio forte.
Abituata a vagare tra pianure e montagne, discese e salite, ora su questi binari tutto sembra scivolarmi addosso,come le dita sulla pelle alle 5 del mattino,
quando il fresco inizia a pervadere la stanza come un odore pungente,
corpo e  mente iniziano così a prendere coscienza accarezzati  dai primi raggi.
Ed é ,allora, che inizi ad avvertire i primi movimenti sotto il tessuto caldo e poi una mano ti sfiora dolcemente , prima le spalle poi il ventre...
...da lì a poco le sue labbra umide si scontrano con il tuo sistema nervoso generando un involontaria contrazione che fa vibrare i pori...
Brividi.
Ma quello che sento ora é una sensazione  diversa
La pelle trema perché la vita ha cambiato stato diventando liquida,scivola  come lava ardente che però non brucia.
Dov'é finito il dolore mi chiedo?
La paura..la felicità..
tutto quello che riempe..
Ogni cosa che può rendere terracotta un vaso pieno di fiori di campo.
Cio che ti tiene legato e non ti fa volare via.
Perché a quel punto,le linee rette non saranno più soggetto del tuo lamento ..il suolo diventerà un ricordo e il tuo vagare un lento suono d' oblio.
Cos'è  quest'impulso poi?
Una scossa alla testa,come se in un secondo tutta la stanza fosse sottosopra e poi tornasse normale,come se ti fossi lanciata da un precipizio e accusassi quel vuoto d' aria creato dalla gravità,come se per un secondo tutto si sgretolasse fino a ridursi in frammenti volatili di cenere.
Così ti accorgi di non aver tempo e ti riduci al ricordo di quel bambino sul lago d'autunno,quando ancora nei colori si riflettevano le anime, che cercavi ingenuo di intrappolare l'acqua nelle mani,così facendo stringevi un palmo contro l' altro, poi intrecciavi le dita creando una cunetta,immergevi le mani nell'acqua fredda,aspettavi salire le bolle e poi tiravi su le braccia cercando di trattenere l'acqua con le dita ancora intorpidite dallo sbalzo termico.
Esattamente come io cerco di trattenere la vita,che irreparabilmente continua a proseguire il suo percorso,scivolando imperterrita nel suo continuo moto.
Non so sinceramente come mi sento, so che mi sento, che esisto, ma non riesco a capire cosa provo, come se una specie di sacchetto momentaneo mi isolasse dal mondo non facendo uscire ed entrare i vari stimoli.
Cosi rimango chiusa in questo spazio ristretto  racchiuso dalla plastica, e come cala il sole l'aria finisce e mi sento soffocare.
Poi gli occhi si chiudono e si riaprono ed ecco di nuovo il fresco pungente, stuzzicare la pelle umida e sporca di trucco che contorna gli occhi.
Mi giro, tu ancora dormi...
Forse in quel momento qualcosa provo, il tuo viso mi fa sorridere, sarà un riflesso spontaneo ma è già qualcosa no?
Hai gli occhi socchiusi e un ghigno di pace sulle labbra.
I miei polpastrelli si muovono lentamente dal basso della maglia fino ad arrivare al colletto,  poi una dolce carezza ti sfiora il viso.
Tu hai il sonno profondo dovrei ricordarmelo...eppure ogni giorno mi illudo di svegliarti con il mio profumo.
Arriva un momento i cui tutto tace e anche il silenzio diventa parte di te diventando rumore assordante, simile al suono che produce la vecchia tv senza segnale...Infiniti puntini che vanno e vengono su frequenze libere , nascendo e morendo su uno schermo in meno di trenta secondi.
Chissà se la loro vita seppur ristretta rispetto alla nostra appare ai loro occhi come lunga,lenta e straziante.
Sarebbe bello poter parlare con loro e conoscendomi pure la vecchia frequenza analogica di Raiuno si stancherebbe del mio imperterrito lamento di morte.
Magari é questione di punti di vista(letteralmente)...
Forse il cosmo é abitato da esseri che vivono più di mille anni,e loro cosa dovrebbero dire?
Pensare alla sofferenza di qualcun altro, a volte, può essere utile.
Soprattutto se la sofferenza e più grande della tua.
Accontentarsi del meno peggio insomma.
Un po' come l'attuale politica italiana
Ai vertici viene chiamato il ratto più in forma,quello che tra gli incapaci potrebbe essere più adatto a fare qualcosa e  deposto lui chiamano gli altri, inizio a pensare che forse i cittadini non vogliano un rappresente.
Il fatto è che io non sono triste, io non posso paragonarmi a nessuno perché mi sento così distante dal mondo che di me non rimane solo che una presenza.
Vorrei dirti che sono felice perché non mi manca niente per esserlo, ma la verità é che non sento nulla e che le emozioni mi mancano così tanto che ne ho inventate di mie.
Mi sembra di recitare costantemente.
Osservare e replicare.
Tutto ciò che mostro non arriva da dentro é solo specchio dell'esterno ,come se la  mia mente si fosse abituata a replicare le azioni degli altri individui che però in questo caso mi sembrano involontarie.
Credo di aver perso il contatto.
Ieri camminavo tra la gente, sentivo i loro occhi trapassarmi il corpo e il loro peso schiacchiarmi contro l'asfalto.
Mi sento privata di quella sicurezza che ti fa tenere la testa alta e camminare diritta
Perche il confronto mi fa sentire microscopica..impotente.
Impotenza appresa.
Ricordo di possedere un libro che trattava di questo, erano forse nozioni di psicologia ma durante un pomeriggio estivo ,proprio li dentro mi incuriosiì un esperimento condotto da Martin Selignam negli anni 70.
L'esperimento consisteva nel testare  il comportamento di alcuni cani chiusi all'interno di una gabbia e sottoposti scariche elettriche dopo l'emissione di un suono.
Un gruppo puòlteva bloccare le scosse attraverso una leva, l'altro no.
Durante la seconda fase le bestie venivano nuovamente chiuse in una gabbia ,questa volta però divisa da una barriera.
Conclusione?
I cani che potevano fermare le scosse impararono facilmente il meccanismo scavalcando la barriera nel 2 stadio, invece gli altri avvertendo la casualità delle scosse capiscono di non avere  controllo, rimanendo di conseguenza nell'area elettrificata.
La ricerca venne poi estesa allo studio del comportamento  umano dando stessi risultati.
Ed é così che si sviluppa il senso di impotenza appresa ..quando la psiche comprende di non poter cambiare le cose tutto diventa un paradosso.
Sto bene.
Io mento.
Paradosso di Epimenide.
L'espressione in questo caso falsa, é in realtà verità perché effettivamente io sto mentendo.
O ancora
Se per riparare una nave sostituisco i suoi componenti in legno, la nave rimane la stessa?
Plutarco parlò  della nave con la quale si fece ritorno da creta, come qualcosa che alcuni vedevano mutare negli anni.
Aveva più di trenta remi e veniva costantemente riparata per mantenere la sua efficienza pur mantenendo il suo aspetto iniziale.
E cosi si accese il fuoco.
Se per riparare una nave sostituisco i suoi componenti in legno, la nave rimane la stessa?
Questione di identità
La Modifica della sostanza senza variazioni della forma é sempre la stessa sostanza?
La stessa entità?
Noi quando nasciamo e siamo piccoli,
spogli,
Umidi,
con gli occhi socchiusi;
Noi in braccio ai nonni nelle foto di famiglia con numeri accesi sulle torte;
noi con grembiuli e colletti davanti alla porta con lo zainetto pronti per il primo giorno di scuola;
E sempre noi fuori con l'alloro in testa.
Per poi esplodere,
raggiungere il vertice e discendere lentamente,
Come foglie.
Fino al ritirarsi della pelle ,
Allo scomparire dei sensi,
Alla degenerazione di cellule tessuti e organi.
Un lento sospiro d'autunno.
E poi ecco,
L' Inverno.
Vuoi dirmi che per tutto questo tempo io come essenza partecipo al moto continuo senza farne parte?
che ho il mal di mare ma non volteggio, perché rimango sempre ferma e inerme.
Che ciò che sono stata è la copia di ciò che sono ora e niente può toccare la radice.
E invece io ti dico che ogni secondo mi sento cambiare, perché tutto ciò che ha inizio possiede fine e questo é ciò che ci caratterizza.
Nascere e morire costantemente
Come i puntini della scatola animata
Come le stelle che aprono gli occhi soffocate dal gas e dalle polveri (nebulose)
Fino a raggiungere 10 milioni di gradi centigradi e diventare colei che per un sacco di tempo sarà padrona della notte e dei silenzi.
Studiata,osservata,amata,odiata e fraintesa.
Disperdendo idrogeno si espande, si libera degli strati esterni,e raffreddandosi collassa.
Ma io mi sento più come quelle stelle con massa superiore otto volte a quella del sole
Che finiscono la loro esistenza in modo al quanto improvviso.
Tentano così di mantenersi vive bruciando altri carburanti dopodiché...esplodono.
La cosa curiosa é che prima di spegnersi la loro luce diventa superiore a tutte le altre e poi si oscura rapidamente.
Come a voler lasciare l'ultimo ricordo di sé prima di fare spazio a un vuoto chiamato buco nero.
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colorsarewonderful · 3 years
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Sono così invidiosa delle persone che riescono a diventare amiche in così poco tempo, ma so che alla fine sono io il problema principale nella mia incapacità di avere dei rapporti stretti con le altre persone. Non so mai come comportarmi, ho sempre paura di esagerare nei modi di fare e di farmi odiare per essere troppo appiccicosa, ma anche di farmi odiare perché troppo distante. Cerco in tutti i modi di avvicinarmi agli altri e cerco di essere il più naturale possibile, scherzo sempre e rispondo sempre alle battute degli altri, ma so che spesso sono rigida oppure non capisco bene cosa mi stiano dicendo. Anche quando capisco cosa mi dicono, non so rispondere bene e non sono abbastanza espansiva o abbastanza riservata al momento giusto. L'altro giorno ho bevuto un po' e la mia coinquilina mi ha detto che sono molto più simpatica così. Ma io non mi posso mica ubriacare ogni giorno per essere simpatica. Ci sono rimasta malissimo, perché è sempre la stessa storia con le persone. Ho sempre parlato con questo tipo che mi ha detto varie volte che parlare con mia sorella o le mie amiche fosse più divertente che parlare con me; quando sono uscita con miei cugini e gli amici, questi mi hanno ritenuta simpatica solo quando ero esaltata, ma appunto se non è il momento giusto vengo ritenuta esagerata e fuori luogo. Vorrei essere brava come gli altri a capire cosa devo fare, come mi devo comportare. Vorrei avere nuove amicizie e STO CONOSCENDO GENTE, non tantissima, ma ne sto conoscendo e vedo che nonostante continui a provarci, gli altri si legano sempre meglio e più velocemente. So che ognuno è diverso e si hanno diverse compatibilità, certo, ma io che compatibilità ho con gli altri? Perché non sono normale e non riesco ad essere amichevole o comunque lo sono ma non basta? Non capisco veramente. Mi sembra che le uniche persone che mi accettino così siano persone che mi conoscono da tanto tempo e che ormai sia solo abitudine per loro. Ovviamente so che non è così, ma non trovo altra spiegazione sulla quale affidarmi per capire perché siano ancora con me se sono davvero così noiosa o non lo so così poco simpatica. Che poi probabilmente neanche io sarei mia amica pensandoci bene. Non sono né interessante né nulla. Non ho niente da dare agli altri se non poter ascoltare e aiutarli nei problemi. Ma io non voglio essere solo questo. Vorrei qualcosa di più, vorrei andare oltre. Vorrei essere normale.
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corallorosso · 3 years
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- Che caldo. - Eh? - Dico, che caldo. Tanto caldo. - Sì. - Poi è marzo. Uno magari si immagina che a marzo… - Invece. - Invece caldo. Poi lavorare con sto caldo… - Sì, credo che il concetto sia stato adeguatamente sviscerato. - Eh ma la fai facile tu. - In che senso? - Nel senso che per voi il problema non si pone. - Che problema? - Il problema del caldo. Diobuono, voi potete andarvene in giro mezze nude, mettervi una gonna… - Ma voi chi? - Come? - Hai detto voi. Voi chi? - Voi donne. - Ah. - E poi potete entrare in tutti quei bei negozi con l'aria condizionata a palla piazzati strategicamente nella cerchia urbana. Io se entro da H&M da solo sembro un predatore sessuale. L'unico posto in cui posso entrare in centro senza destare sospetti è la Feltrinelli, e quella c'ha l'aria condizionata coi sensi di colpa borghesi che pare l'alito di un Rottweiler. E allora dove vado io, eh? Me lo dici dove vado? - Un posto in mente ce l'avrei. - Eh? - Posso essere sincera per un secondo? - Amore mio, ma tu devi esser sincera sempre con me. - No. - Come no? - No, non sono sincera sempre. Posso esserlo adesso? - Certo. Ma perché… - Allora, ti spiego un attimo come funziona per noi donne. Se io decido, in un momento di lucida follia, di mettermi una di quelle gonne a cui accennavi poc'anzi, devo pure far pace col fatto che passerò il resto della giornata a tenere sotto controllo una parte del mio abbigliamento come se fossi una cazzo di domatrice del circo. Inoltre per godere del lusso di portare un capo con cui essere a mio agio, devo fare i conti con un lungo, doloroso processo di epilazione che mi accompagnerà per il resto della mia vita insieme a un'infinita serie di insicurezze riguardarti il mio corpo e alcuni spietati standard di bellezza che il mondo si aspetta io mantenga se voglio mettere il naso fuori di casa. Standard la cui modifica quotidiana è alla base di un'intera, costosa economia di scala della quale ciascuna di noi, in modo più o meno riluttante, è ancella. Così la mia femminilità e la mia autostima finiscono per dipendere, almeno in parte, da realtà che non hanno nessun interesse a farmi sentire bella per più di un trimestre. Ma andiamo avanti, ora sono fuori con la mia gonna svolazzante, non resta che andarsene in giro cercando di ignorare il più possibile gli sguardi sudaticci di alcuni uomini che non mi piacciono, ma che hanno deciso di farmi sapere che vorrebbero scoparmi. È da quando avevo quindici anni che mi guardano così. E hanno tutte le età, anche quelle che vorrei non avessero. Nonostante me li senta addosso quegli sguardi, ho imparato a ignorarli o a decidere di farmeli piacere. E a questo punto, sinceramente, non so cos'è peggio. Ora, così acconciata, dove potrei andare di bello? Beh, la scelta è abbastanza limitata. Ci sono parti della città in cui è meglio che io non vada. Cazzo, ci sono parti del mondo in cui è meglio che io non vada. E ci sono parti del giorno durante le quali è il caso che io non mi faccia trovare da sola. I tuoi ti davano il coprifuoco perché volevano che tornassi a casa a un'ora decente, i miei perché volevano che tornassi a casa. Però è una bella serata e io decido di andare a una festa, ma devo stare attenta a quanto bevo, con chi e a chi rivolgo la parola, perché ho scoperto abbastanza presto che essere gentile con un uomo in condizioni di non totale sobrietà può avere risultati dal fuorviante al pericoloso. Sono fisicamente più debole, certe volte mi viene in mente nei momenti più assurdi. Penso che non importa, che è una sciocchezza e vado avanti. Ma sono anche economicamente più debole. Vengo pagata di meno, per lavori di minor responsabilità, all'interno di organigrammi dove tutte le caselle con potere decisionale sono occupate da un paio di pelosi testicoli coi quali devo essere più gentile rispetto ai miei colleghi maschi. Se faccio carriera per meriti o capacità personali sono costretta quantomeno a simulare di avere anch'io un pene, sperando di non finire col dimenticarmi che si tratta di un travestimento temporaneo. Salire la scala sociale consiste, la maggior parte delle volte, nel capire che la mia indipendenza dipende da quante cose sono disposta a sacrificare. Se ottengo il successo troppo in fretta, sono una troia. Adesso che mi ci fai pensare, sono spessissimo una troia. Sono una troia quando sono affabile con l'altro sesso e sono troia quando non lo sono. Sono troia quando dico di sì e quando dico no. Sono troia a letto perché, cazzo, stiamo scopando, no? È per giocare. Il sesso in sé è complicato. Per voi raggiungere un orgasmo è svitare un bullone, per noi è vincere a Mastermind. E sono più le volte che vengo scopata delle volte che scopo. Ed è davvero strano far parte di un genere che viene penetrato. Non dico che non sia bello certe volte, ma... insomma... sei sempre tu che ospiti. E per noi non ci sono porno decenti. Solo cose sciape, evidentemente girate da uomini che credono basti aumentare la saturazione in post produzione per farci godere. E di queste cose non ne parlo con nessuno, certo non con le mie amiche. Perché ci sono cose che non ci diciamo mai e cose per cui non possiamo rifiutarci di parlare, se no passi per algida stronza. E chi vuole essere un'algida stronza? Non ho migliori amici, perché prima o poi tutti mi si vogliono scopare e inizio a pensare seriamente che nessun uomo sia interessato a sapere come sto se prima, dopo o durante non gliela do, così finisco per farci sesso col solo scopo di poter avere una conversazione normale. Se faccio sesso occasionale devo stare attenta a chi lo dico e a come lo dico, perché da quest'altro lato del cielo ci sono più specchi e più competizione che in tutte le vostre palestre messe insieme. Non posso essere sciatta o volgare, e quando lo sono devo essere in grado comunque di mantenermi entro certi limiti di decenza, pena una classificazione rapida e spietata. E mi si richiede di essere quantomeno attraente anche quando vado a comprare il deodorante per il wc. Di imparare a sedermi in un certo modo. Di tenermi i dettagli più intimi per me. Di non parlare delle mie evacuazioni. E, sorpresa delle sorprese, dalla giovane età e per la maggior parte della mia vita, al fine di ricordarmi la mia missione su questo pianeta, un essere invisibile, il diavolo probabilmente, afferra a cadenza regolare un grosso coltellaccio da pane e me lo pianta nell'utero, obbligandomi a considerare in ogni mio piano, progetto o ambizione, una ciclica dose di sangue e agonia. Come se non bastasse, affinché non mi dimentichi dei miei doveri biologici, per quindici giorni al mese desidero piacere a tutti e per i successivi quindici vorrei solo chiudermi in una stanza buia e farmi crescere addosso il muschio. Tutto questo ci porta ovviamente alla grande P di parto, da cui nessuna di noi pare poter sfuggire a meno che non voglia diventare l'equivalente femminile del tizio che s'è tatuato tutta la faccia. Se succede troppo presto abbiamo, fortunatamente, la possibilità di scegliere se tenere un figlio che non abbiamo voluto e convivere con la cosa oppure far decidere ad altri, di solito uomini, scongiurandoli di darci il permesso di fare una delle scelte più difficili della nostra vita. E convivere con la cosa. Convivere diventa un verbo ricorrente se sei una donna. Io ho convissuto parecchio ancor prima di uscire da casa dei miei. Infine, visto che non sono stata benedetta né dalla vocazione claustrale né da un sano lesbismo, ho dovuto aver a che fare con gli uomini. Uomini poco interessanti, che mi hanno rubato tempo costringendomi all'inutile esercizio di riconsiderare di volta in volta la mia intelligenza e uomini molto interessanti, che mi hanno fatto vincere per diversi anni consecutivi il premio come attrice non protagonista. E poi ci sei tu. Tu che mi ami, per carità, sei dolce e comprensivo e tutto quanto. Tu che ci sei, ma in qualche modo, allo stesso tempo, non ci sei. Che non capisci. Che non ascolti. Forse perché io ho perso la voglia di farti capire tanto tempo fa, prima ancora di conoscerti. O forse perché tu non ce l'hai mai avuta questa voglia di capire. Forse perché non ti interessa sapere com'è essere me. E forse non ti interessa perché, in fondo, in fondo, lo sai com'è essere me. - Che hai detto amore? … … - Ho detto che fa caldo. - Vero. Ma non è strano per essere marzo? (Non è successo niente)
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shade-ici · 3 years
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Domenica 1 agosto 2021, Mulino, 22:22
Sono seduta in sala da sola al buio davanti al computer mentre piango silenziosamente. Ad e Am sono in sala che giocano alla Play, IL è di sopra in camera, non so cosa stia facendo, Mc non so dove sia, mentre i miei genitori sono in sala da pranzo a guardare qualcosa alla tv probabilmente stanno già dormendo. Vorrei stare vicino a loro, vorrei guardarli giocare alla play, vorrei essere in camera di sopra a chiacchierare e ridere, vorrei stare nel divano coi miei a guardare un film insieme e commentarlo facendo battute. Lo vorrei tantissimo. Ma non riesco a fare nessuna di queste cose.
Non riesco a parlare, a fatica respiro mentre le lacrime continuano a scorrermi nelle guance. Sento delle fitte violente all'addome che mi tengono mezza paralizzata perché se mi muovo il dolore peggiora. Mi colano le lacrime dagli occhi e dal naso e mi sto bagnando il collo e i capelli e non riesco ad asciugarmi. Mi sento come se fossi fatta di pietra invisibile. Non riesco a raggiungere nessuna delle persone che amo, non riesco a stare in loro compagnia, ho paura di scoppiare a piangere, preferisco farlo piano qui in un angolo al buio senza che nessuno mi senta. Sono brava in questo, riesco a piangere molto silenziosamente se mi impegno. Non è vittimismo, spero che nessuno delle persone che conosco mi veda mai in questo stato pietoso, mi ODIEREI ancora di più se sentissi che provano pena per me, se pensassero che io stia solo cercando attenzioni. Non vorrei mai essere vista in queste condizioni. Mi sento come se mi fossi cagata addosso e avessi dei pantaloni bianchi al matrimonio di qualcuno in mezzo ad un parco in cui tutti mi vedono perché attirati dalla puzza. Questo è come mi sento ora, non vorrei essere guardata da nessuno mentre sto qui sopra a vomitare parole e a pulirmi la merda dai pantaloni. Ho passato uno dei weekend più belli dell'anno, ero al raduno di PL in una casa in collina nella valle affianco alla nostra. Sono felicissima, niente è andato storto, sono state ore bellissime una dopo l'altra. Eppure eccomi qui che piango in preda ad un attacco di panico che a malapena mi lascia scrivere e vomitare parole qui sopra. Mi scoppia la testa, ho abbassato al minimo la luminosità dello schermo perché ogni fotone mi trafigge il cervello come uno spillo, vorrei urlare e gridare aiuto, ma non posso farlo. Non posso cambiare così tanto la vita della mia famiglia, devo tenere duro e continuare a comportarmi a modo, senza nulla di strano. Non voglio dargli preoccupazioni. Voglio che siano fieri di me, voglio che mi vedano forte e capace di farcela da sola. Non voglio che pensino MAI che io possa farmi del male. Io voglio vivere, non voglio ammazzarmi. Non lo farei mai. Proprio perché non voglio essere un peso per nessuno di loro voglio tenere duro per più tempo che posso. Posso farcela, ho una vita bellissima. Un ragazzo meraviglioso, due gatti stupendi che amo come due figli e anche di più. Un sacco di amici VERI, belli, che mi amano così come sono, e so che sanno che non sono del tutto sana in testa, ma mi accettano così, ci giocano anche ci scherzano a volte, e questo mi fa sentire normale e accettata. Mi fa sentire amata e quando riesco a bere alla fonte del loro affetto per me è una delle cose più belle del mondo. Purtroppo ci riesco molto raramente perché è come se avessi una costante patina intorno al cuore che lo rende impermeabile alle robe belle che gli altri hanno per me. Razionalmente le vedo e le apprezzo, ma le emozioni positive, non arrivano sempre. Devo immaginarmele e ricrearle nella mia mente, non arrivano spesso al cuore e allo stomaco, non le sento sulla pelle. Non le vivo, le immagino cercando di capirlo dai loro gesti e dalle loro espressioni facciali. Le immagino e quindi immagino anche come dovrei reagire se stessi davvero provando e sentendo quelle emozioni.
Però, quando ho quei giorni fortunati in cui sento tutto, lì è l'apoteosi. Quando provo delle emozioni mi scuotono fino alle ossa, mi fanno venire i brividi e sono bellissime, sono potentissime, mi stancano da morire, ma dio dio dio se ne vale la pena. Anche solo il pensiero mi ha fatto andare con la mente a ricordi belli in cui le ho provate fortissimo e già questo mi sta facendo bene, non sto piangendo più, mi sta facendo respirare. Mi sento come se stessi bevendo un bicchiere d'acqua freschissima, quel tipo di sollievo lì. Forse, forse (forse), sta servendo a qualcosa scrivere qui sopra.
Se è bastato questo per bloccare l'attacco di panico, proverò anche le prossime volte. Vado a sciacquarmi la faccia e cerco di stare un po meglio per andare dalle mie sorelle, che domani riparto e voglio godermi a pieno la loro compagnia.
Qua è molto fresco, si sta benissimo. Il caldo delle ultime settimane mi stava uccidendo. Finalmente si respira. Sta cambiando il vento. Spero di portare un po' di questo fresco anche a casa mia.
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thousandyears3005 · 3 years
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18 luglio, 04:46
è notte,
quasi l'alba, in questo momento è buio fuori e l'unica fonte di luce in strada sono i lampioni, sicuro che quando finirò, ci saranno le prime luci del giorno.
Premetto, sono fatto, mi sarò fumato tre joint, o forse 4.. vabbe poco importa, quindi non badare agli errori se ci saranno.
Questa è per te G.
Si lo so e notte inoltrata e non ti ho mai scritto a quest'ora, ma so anche che forse è l'unico momento in cui posso parlarti senza filtri.
Che stai facendo? non ora, in generale intendo.
Periodicamente ci facciamo questa domanda e ultimamente (se "ultimamente" si possano definire gli ultimi 2 anni) la risposta non era delle migliori.
Intanto parte nelle cuffie "repeat after me" a tutto volume per farmi uno di quei viaggioni sotto fattanza (roba che se non stessi ascoltando musica penso che potrei crollare sulla scrivania).
"You don't love him,
you don't love him,
you don't love him,
you just fucking"
mamma mia the weeknd cantami la vita.
Cerco di tornare in me se no finisce che mi metto sul letto a fumarmi un altro joint ascoltando musica, "perdendomi".
Stai crescendo ancora, hai 24 anni, ancora per poco, ma lo sai, l'età è solo un numero del cazzo, non si finisce mai di cresce, non si finisce mai di impara, e purtroppo manco di sbaglia, si possono ridurre gli errori o le stronzate, si, ma non siamo perfetti, io non mi ritengo perfetto anzi tutt'altro proprio, quindi chill e ascolta.
So che hai passato un periodo di merda, e forse lo stai passando tutt'ora (per altri motivi), ma guardati indietro di boh, un anno e mezzo? guardati o ricordati com'eri.
Eri terrorizzato dall essere un fannullone perchè eri bloccato gia da un anno con l'uni. Ora? L'hai passato, punto.
E ti conosco, so gia che pensi si ok ho passato un esame, ora ne mancano tipo boh altri 20 30 manco lo so, insomma te ne mancano, senza farci tanti giri di parole. True, però prima di quei 20 30 o quanti cazzi sono c'era solo "quell'esame"; e tu porco dio "quell'esame" l'hai passato, ce ne hai messo, ma lo hai fatto, step by step no?
Adesso ne hai 30? ok poi saranno 29 poi 28 e cosi via, non rompere il cazzo, rimboccati le maniche e finisci sti cazzi di studio che me so rotto i coglioni pure io dell'uni.
Quindi tema universitario "stiamo lavorando per voi", stai nella strada giusta, quindi una cosa buona.
Di cosa vuoi parlare ora? Verona, ti sei rotto il cazzo?
Sincero non lo so, cioè dovunque sto poco mi importa basta che non sia un buco di paesino del cazzo come prima, però sarò sincero penso a mia madre delle volte, mio padre sti cazzi tanto lo sai che rapporto cè, però a lei ci penso si, non è giovane come le altre madri dei miei amici per ditte, che hanno 45 50 anni, cioè lo sai lei ormai va per i 65, vive sola (e comunque sai, sta a 500 km da me, anche la più singola stronzata, o il più banale dei problemi e io non ci sono accanto a lei, non posso starci e cazzo a volte "rosico" troppo.) Vorrei godermela di più, non ti dico chissachè, ma anche un pranzo o una cena a settimana insieme a settimana, cazzo se mi piacerebbe..
Ne abbiamo passate tante insieme, troppe.. è anche giusto che lei non stia sola, lontana da persone che davverp le vogliono bene.
Sai..
Prima erano due le donne della mia vita, ora è solo una, giustamente direi anche. E no tranquillo non rinizierò con la solita lamentela e tutto. Sappiamo cosa è successo. Non servono altre parole per quella pagina di vita. Quello che ti voglio dire sono le sensazioni "nuove" che sto provando.
"Nuove" tra virgolette perchè in realtà non sono nuove, le avevo gia provate in parte. Anche dopo il primo amore (o quello che è stato), quella sensazione di vuoto, ma che qualunque cosa tu faccia aoh non je la fai, cè. E continuerà ad esserci. Mi vien da ridere perchè una di queste notti so finito a vede non so in che modo, un video del cazzo che forse diceva il vero o forse minchiate, ma vabbe, in poche parole diceva che quando tu ti innamori il tuo cervello fa partire (non so come cazzo spiegarlo) tipo dei "segnali" o vibrazioni, vabbe spiegata di merda, che ovviamente ti facevano stare bene, cioè che nel mentre le provi tu stai bene insomma,come appunto drogato perchè era da un po che non lo provavi, oche forse non avevi mai provato, quindi tutto nuovo, effetto wow, e il tuo corpo lo sente, la tua mente pure, sei felice, sei attivo, emo capito, stai bè.
I cazzi ovviamente arrivano quando il tuo cervello non produce più tutte quelle cose che ti fanno sta de cristo, perchè finisce la relazione, o la conoscenza, frequentazione, qualunque sia il legame con quella persona; Il tuo cervello non si comporta più come prima, il tuo corpo si sente in maniera diversa, mente uguale e proprio come una droga la rivuoi.
Rivuoi quelle sensazioni, quei momenti stupidi passati insieme. Non ti importa dei viaggi, delle mille cose iperwow che avete fatto, in quei momenti ti vengono, o almeno, vengono a me in mente, quei momenti dove forse non succedeva nulla, o quasi, ma una risata, uno sguardo rubato mentre vedevamo il nostro programma preferito al letto, quando ci guardavamo negli occhi mentre scopavamo, o alla tua espressione, le tue varie espressioni mentre andavamo al sushi o che ordinavamo sushi da asporto, completa felicità.
(dallo schermo del pc vedo riflessa la finestra perchè intanto fuori il cielo si sta schiarendo, il giorno effettivo sta per arrivare)
Insomma i momenti che solo le due persone che li vivono possono sapere e possono spiegare.
Tutto sta roba per dire che quelle sensazioni nuove, che nuove non sono, arrivano di meno, anzi in confronto a qualche settimana, o mese fa, molto meno, ma quando arrivano..
non ti dico..
A volte sto facendo tutt'altro, oppure sto co la testa a pensa, cazzo ne so, la vittoria dell'Italia per dirti, minchia domenica notte, cioè stavamo festeggiando da tipo 3 4 ore, sfasciati a merda, bevuto, fumato, devastato sotto ogni punto di vista, e saranno state le 4 e mezza di notte (tipo all'incirca l'ora in cui ho iniziato a scrive oggi questi pensieri) e niente, blackout.
Per tipo 20 minuti stavo in mezzo a gente che saltava, urlava, le peggio cose, e io, quasi scena da film, come se mi potessi vedere da un terzo occhio, immobile fissare il vuoto.
Un down totale.
Ecco sti momenti non mi mancavano, però allo stesso tempo so che fanno parte del processo di guarigione..
Tu hai fatto tutto ciò che potevi. Hai sbagliato inizialmente, ma lo hai riconosciuto, e già questo vedendo come vanno le cose in giro non è scontato.
Sei tornato, con umiltà, cercando di dimostrare a te stesso e a lei che potevi migliorare, che potevi essere meglio, anche se detta cosi boh me sto a dipinge come un mostro.
ma che cazzo sto a scrive?
vabbe tu ci hai provato. Non volevi avere rimorsi, e fino all'ultimo sei stato li, speranzoso.
Ha deciso altro lei, vai avanti G.
VAI AVANTI.
basta pensarci, o almeno è normale se succede ma come un pensiero che viene deve essere un pensiero che vai via subiro dopo. (Me se stanno ad incrocia gli occhi te lo dico).
Hai sbloccato l'uni, a settembre rinizi, ritorni in ambienti con tante persone giovani, con tante nuove esperienze, rinizia una nuova vita insomma. ora passa l'estate tranquillo, provaci.
Un giorno tutto ciò, le frustrazioni, la delusione, la rabbia anche, spariranno e sai cosa rimarrà?
Rimarrà semplicemente una bella pagina di vita, una delle poche forse, ma che ne è valsa la pena vivere.
Sono le 6:04
Lampioni spenti.
Ora vai, sfogarti ti ha fatto bene, forse non te ne rendi conto, ma buttare fuori ciò che pensi aiuta.
keep strong G.
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