Ladrido
Esta freguesía xa figura atestada no ano 747 "territorio Sancte Eolalie de Latrito" e no 897 como "sante eolalie de Ladrido" (cf. CODOLGA). No século XVIII aparece xa atestada como "Ladrído" (cf. "Nomenclator o Diccionario de las ciudades, villas, lugares, aldeas, granjas, cotos redondos, cortijos...", 1789).
É un topónimo relativamente frecuente en Galiza, tanto na forma Ladrido (en Ourol, en Barreiros, en Samos, en Meis, Ponteceso) e un "O lastrón de Ladrido" en Ferrol, así como Ladredo(s) (en Parada de Sil, en Calvos de Randín, en Carballedo, en Muíños, en Manzaneda, en Celanova), Ladride (en Fazouro, en Palas de Rei, en Santiso, no Pino) e Ladreda (en Chantada, en Santiso, ..). Outros topónimos próximos similares son "O Campo da Ladra" nas Ribeiras (Mañón), "Pena Ladra" na Balsa (Muras).
Debe tratarse dun hidrónimo, derivado do tema prerromano *lat-r- 'terreo pantanoso', de orixe céltica ou antigoeuropea, a partir da raíz indoeuropea *lat- "pantano, lameiro, lama". Sería o mesmo que no caso do "río Ladra" (e o seu afluente "A Ladrela" en Xermade), documentado no ano 572 como Latra (cf. CODOLGA). Indicaría, por tanto, un lameiro ou algo similar.
Na Alta Idade Media aínda "ladredo" era unha voz de uso común, polo menos na zona de León, así se refiren:
"... qui sunt subtus mea casa, in illo latreto .." (ano 897, cf. CDOLGA).
Por outro lado, González-Quevedo (cf. R. González-Quevedo, 2001. "La Fala de Palacios del Sil"), interpreta o lugar de L.ladréu (Palacios del Sil, León) como referencia á faldra do monte, derivándoo de latus, -eris ‘costado, lateral’. Similarmente, suxire ‘declive de un terreno’ Álvarez Maurín para os topónimos Latreto, Latruero, Laterario (cf. M. Pilar Álvarez Maurín, 1994. "Diplomática asturleonesa. Terminología toponímica"). Isto encaixa coas ´voces galegas ladreal, ladrairo, que dan nome ás cainzas laterais do carro (cf. DdD).
Finalmente, Navaza indicou que os topónimos Ladrido, Ladredo, poderían indicar abundancial de ladairos (latín vulgar latanariu); no entanto, tendo en conta a documentación antiga indicada, debemos descartalo, dado que no ano 897 debería manter o "n" intervogálico.
Xosé González
https://toponimiaortigueira.blogspot.com/?m=1
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Pesaro: si accende il "Palio dei Bracieri" contrade in festa tra tornei, musica e buon cibo, in vista della gara di domenica
Pesaro: si accende il "Palio dei Bracieri" contrade in festa tra tornei, musica e buon cibo, in vista della gara di domenica.
Quattro giorni di eventi, 16 contrade in sfida, 12 gruppi locali, 6 premi in palio. Questi i numeri dell'XI edizione del "Palio dei Bracieri" in programma fino a domenica 30 luglio a Rocca Costanza e in piazzale Matteotti. «Una manifestazione cresciuta nel tempo e che aggrega, unisce, coinvolge, e dalla forte valenza sociale e sportiva. Il Palio è la festa dei ragazzi che, con passione, tengono in piedi le contrade e di anno in anno tramandano alle nuove generazioni lo spirito, l'entusiasmo, la voglia di stare insieme» dicono il sindaco Matteo Ricci, il vicesindaco assessore alla Bellezza Daniele Vimini e il coordinatore Eventi Massimiliano Santini.
I colori del Palio vestiranno piazzale Matteotti e Rocca Costanza, fino a domenica 30 luglio, giorno in cui si svolgeranno le corse, durante le quali, a partire dalle 18 si sfideranno le 16 contrade della città: Santa Maria dell'Arzilla, Villa Fastiggi, Tombaccia, Porto, Pantano, Soria, Villa Ceccolini, Villa San Martino, Muraglia, Pozzo, Vismara, Candelara, Santa Veneranda, Centro Mare, Montegranaro, Case Bruciate. La finale è in programma alle 21, a seguire, ore 22, la cerimonia di premiazione con la consegna dell'ambito "Ciocco" e della proclamazione del "miglior giro", del "miglior addobbo", dei vincitori delle gare di fune e di biliardino. Nella giornata conclusiva del Palio sfileranno, alle 17, alla Rocca, anche le partecipanti al concorso "Miss Palio" ideato e organizzato da Lorenzo Bernardini Hair Stylist (premiazione dopo le ore 22).
In programma, durante il Palio, anche i tornei di "Biliardino dei quartieri" (la finale è sabato, alle ore 20) e di "Tiro alla Fune" (finale sabato, ore 21). Dalle 19 di ogni giorno di Palio, prevista l'apertura degli stand gastronomici in piazzale Matteotti in cui sono serviti piatti della tradizione pesarese. Dalle 20 alla mezzanotte, di oggi e domani, in programma le esibizioni di band e dj della città. Sul palco saliranno questa sera Nick & Siti, Giulia Ciaroni, Esteban Salamanca, Pink Fnoik; domani si alterneranno i Flumana, ii Jester in Jail, i Revenant e i Dual Deck.
A sostenere l'energia del Palio 2023 "La stessa bandiera", canzone realizzata dall'associazione RDG ArteMusic con il contributo di PMS Studio di Raffaele Montanari: «Volevano regalare una canzone all'evento per raccontarne la capacità aggregativa e l'energia che genera» hanno spiegato il presidente Gontrano Alessandri e il vicepresidente Davide Pagnini, cantautore, voce dell'inno.
Il Palio dei Bracieri vive ogni anno grazie al sostegno di importanti realtà come RivieraBanca, Concessionaria F. Boattini e Peroni e alla storica collaborazione con Avis Comunale Pesaro che ricorda come il Palio sia sinonimo di solidarietà e altruismo.
MODIFICHE ALLA SOSTA E ALLA VIABILITÀ:
In occasione de Palio sono previste diverse modifiche alla sosta e alla circolazione dei veicoli. In particolare, domenica 30 luglio (come da ordinanza 1607 valida fino all'1 di lunedì 31 luglio) varrà il divieto di sosta dalle ore 9 nel lato nord di via Piave e nel lato sud fino all'incrocio con via Postumo. Sarà vietato sostare anche in piazza Matteotti, lato condominio (nel resto della piazza il divieto vige già dall'inizio della manifestazione come riportano le diverse indicazioni dell'ordinanza n. 1556).
In via Verdi, domenica pomeriggio, il divieto di sosta sarà esteso a tutto il lato sud, tra via Picciola e via Cialdini, per consentire il transito e la svolta alle navette gratuite che collegano il parcheggio San Decenzio alle zone mare di viale Trieste e Sottomonte.
Anche la circolazione subirà variazioni e potrà essere chiusa su piazza Matteotti e via Piave, con possibile deviazione già all'altezza di via Cavallotti, in base all'affluenza.
La circolazione dei veicoli sarà sospesa temporaneamente per permettere il percorso delle contrade dai luoghi di ritrovo fino a Rocca Costanza, domenica 30 luglio, tra le ore 13 e le ore 16, come previsto dall'ordinanza n° 1590.
Per il corteo delle contrade Case Bruciate, Santa Maria dell'Arzilla, Candelara, Santa Veneranda, Villa Ceccolini, Villa Fastiggi e Villa San Martino, prevista la sospensione temporanea della circolazione in via Bondei, via San Decenzio, piazza Carducci, via Buozzi e piazza Matteotti.
Vismara e Centro Mare percorreranno piazzale Primo Maggio, via Cartella, corso XI Settembre, piazza del Popolo, via San Francesco e piazzale Matteotti.
Soria e Porto sfileranno per via Belgrado, lungofoglia delle Nazioni, lungofoglia Caboto, largo Tre Martini, ponte Brigata Ebraica (SS16), corso XI Settembre, piazza del Popolo, via San Francesco, piazzale Matteotti.
Tombaccia sfilerà per via Cesena, via Ravenna, via Pennabilili, via Carpegna, via Gradara, via del Carso, via Montenevoso, via Spoleto, via Ponte Vecchio, via Porta Rimini, via Belvedere, via Passeri, piazza Lazzarini, via Branca, piazza del Popolo, via San Francesco e piazzale Matteotti.
Muraglia percorrerà via Guerrini, via Lombroso, via Flaminia, largo Madonna di Loreto, via de Gasperi, via Cialdini, piazzale Matteotti.
Montegranaro passerà per via Salvatori, via Righi, via Flaminia, via Kolbe, via Raggi, via Cialdini, piazzale Matteotti.
Pantano percorrerà via F.lli Dandolo, via Campo sportivo, via Chiesa, piazzale Caduti del Lavoro, via Gai, via Faggi, via Rossi, via Bixio, via delle Contramine, via Curiel, piazzale Lazzarini, via Branca, piazza del Popolo, via San Francesco e piazzale Matteotti.
Pozzo da piazzale Falcone Borsellino raggiungerà, via del Risorgimento, piazzale Lazzarini, via Branca, piazza del Popolo, via san Francesco fino a raggiungere piazzale Matteotti....
#notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda
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Hoy celebramos el cumpleaños # 40 de un cliente con una Mesas de Quesos y Charcutería hecha mucho cariño y amor 🧀🍷🎁 Contacto. 921 310 507 #lima #peru #fyp #parati #cheese #wine #mesasdequesos #catering #quesos #vinos #winelover #cheeselover (en Pantanos de Villa) https://www.instagram.com/p/CpqYnLQpdvX/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Mi abuelo (no es tan viejito) salió de los profundo del pantano a si todo bien mamalon y todos quedamos tipo "wtf"
sdf
sdgdfsgdfgdfsgfsdgdfsgdf sdfsdfagdDIOSMIO
SANTO, ESE HIJUELAVERGAAA
Mi abuelo lo arrestaron por hacer una manifestación en el centro y en vez de dar su nombre a las autoridades se autodenominó “pancho villa” (?).
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Es momento de reflexionar
El coronavirus nos ha enseñado tanto en tan poco tiempo y es un buen momento para reflexionar sobre nosotros, los humanos. Para que una sociedad funcione, todos somos necesarios. De repente, profesionales olvidados como los transportistas, cajeros, reponedores, gasolineros, los recolectores de basura entre otros se hicieron imprescindibles. No podemos menospreciar a nadie porque, a lo mejor, algún día nuestra vida depende de ellos, como dice mi madre jamás escupas al cielo.
Aprovechemos estos dias para reflexionar seriamente sobre nuestra actuación en el mundo y sé que nuevamente me acusaran de #misántropa pero el planeta estaría mejor sin nosotros! Sorry pero lo tenía que decir pues no hay que tener un doctorado en ciencias ambientales para darnos cuenta el cambio que ha sufrido el planeta pues gracias al encierro ha bajado drásticamente la contaminación del aire y de los mares. Quien no ha visto ya las espectaculares fotos en las playas y en los pantanos de villa donde los animales eran captados regresando al hábitat que les habíamos robado.
Es momento amigos de establecer otro tipo de relación con el ecosistema y con las demás especies. Entendamos de una bendita vez que #ElPlanetaNoNosPertenece. Cada segundo es asesinado en el mundo un animal para convertir su carne en comida. Animales adultos y crías cada segundo #MUEREN y eso a nadie le importa que si tenía que meter el tema del #Veganismo en mi post? Si SEÑORES! Y siempre lo mencionare, es momento de cambiar nuestra alimentación basada en sufrimiento de otros. Espero que a nuestro regrese a las calles, contemplemos más el cielo, respiremos más profundamente, miraremos más a los ojos, abracemos con más fuerza, besemos con más pasión y amemos, cuidar y respetar todo lo que nos rodea. De no ser así, la naturaleza, de un modo u otro, terminará por vengarse de nosotros. Y estará en su derecho. A ver si esta lección, la aprendemos.
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WOS en el Luna Park: la patada que se pega entre todos
WOS cerró su año consagratorio ante dos Luna Park sold out y plantó firme bandera de cara a un 2020 que le traerá muchísimos desafíos. Quedarse solamente con lo que ha generado hasta aquí sería tan inocente como errado, pero eso es algo que el máximo referente de la nueva generación tiene muy en claro. Crónica de su segundo (y muy caliente) show en el Palacio de los Deportes.
Acumulando logros, subiendo escalones a una velocidad supersónica, WOS terminó su año consagratorio con un doblete sold out en el Luna Park. Del barro de las batallas en las plazas de Buenos Aires al gran escenario nacional, sin jamás perder su identidad y poco a poco acomodándose al hecho de haberse convertido en uno de los máximos referentes de la nueva generación. El lanzamiento de CARAVANA –un muy sólido disco debut, hermanado por completo con el rock y el punk y plagado de rimas tan inteligentes como picantes– a comienzos de octubre fue apenas el primer paso de un trimestre por completo vertiginoso: dos intensas noches (las primeras como cabeza solitaria de cartel) en Groove también agotadas en apenas horas, presentaciones en el prime time de casi todos los festivales de cierre de año y la enorme responsabilidad de estar a la altura de lo que exige El Palacio de los Deportes.
Muchos de ustedes dirán que, hoy por hoy, cualquier artista que corte muchos tickets puede tocar en el recinto situado en la Avenida Eduardo Madero. Pero el caso de Valentín Oliva era sin lugar a dudas especial: más allá de lo estrictamente musical –un verdadero triunfo para el rap y para el género urbano en general– su ascenso fue en paralelo y a la vez impulsado por una refrescante y masiva oleada juvenil militante que se instaló bajo las grandes luces utilizando como puntos nodales la batalla por la legalización del aborto y de la marihuana y que también fue clave a la hora de que se aprobase la necesaria Ley de Cupo Femenino para festivales y recitales nacionales e internacionales.
Hace poco, WOS había dicho en una entrevista que “la política empieza a ser de los pibes”, algo que se corresponde al cien por cien con su nutrida base de fanáticos. Una que, en promedio, se mueve entre el rango que va de los 14 a los 20 años y que encontró un lugar de rebeldía y pertenencia en los mensajes políticos y sociales que el oriundo de Villa Crespo dispara de forma incesante desde épocas en las que ni siquiera soñaba con todo esto ¿Qué es “esto”? El haber sido mascarón de proa para que el freestyle se convierta en una tendencia en nuestro país y que, a partir de ello, el trap, el rap y el hip hop pasasen a dominar por completo el universo sonoro local tanto en su clave emergente como mainstream. El que lo haya hecho sin resignar ninguno de sus principios artísticos e ideológicos potencia aún más sus logros y que lo posiciona como uno de los personajes más influyentes de esta década que empieza a despedirse.
Los gritos de “Alberto Presidente” y “Mauricio Macri la puta que te parió” hicieron de la previa una muy animada; el ingreso de su nutrida y talentosa banda a pura distorsión dejó en claro desde el comienzo que el hermanamiento con el rock es una realidad. Y aquí yace el mayor de sus secretos: Natasha Iurcovich en el bajo, Guillermo Salort en la batería, Fran Azorai en los teclados, Facundo Yalve en la guitarra y una línea de vientos comandada ni más ni menos que por Ramiro Flores, fueron elementales para configurar esa serie de “paisajes sonoros” a los que el protagonista invitó a recorrer a todos los presentes luego de encadenar sin pausa la guitarrera y descontrolada “Luz Delito” y la más neo soulera y prima del hip hop “Okupa”.
La reflexión y el caos se instalaron durante la ambivalente “Terraza”, lugar donde el funk y la psicodelia tuvieron un protagonismo medido y que encontró a las cuerdas llevando todo el peso sobre sus hombros. La presencia de “Abacanado” en el setlist fue otro de los hechos centrales de la noche: dueña de una base de hip hop clásico, trajo el clima de los shows de antaño del género al Luna Park y le permitió a Yalve quebrar la linealidad con unos inserts notables desde la guitarra. Mientras Iurcovich exhibía un dinamismo digno del mejor Lionel Messi que se haya visto, WOS escupía frases premonitorias (“Las verdades son crudas y yo las voy a cocinar”) y cerraba la primera parte del show a pura estridencia y rap clásico con una versión bastante noir y nostálgica de “Pantano”.
Sobre la base de la mítica “Still D.R.E”, WOS comenzó a improvisar rimas con su habitual manejo perfecto del tempo, mostrando que el freestyle siempre va a ser su lugar en el mundo y ese lugar desde el que su imperio se erige poco a poco. Invitados más que necesarios, los muchachos de BANZAI F.C trajeron pastillas de rock industrial para la groovera y combativa “Protocolo” –antecedida por el pedido de apoyo para Chile y Bolivia, con imágenes de las represiones en los televisores– y para la oscura “Mosaico”, donde la banda pudo sostener una cortina bien funky sobre una columna vertebral punk.
Junto a Acru, el otro gran exponente del rap y del hip hop local, “Animal” tuvo un aura sonora aún más poderosa que en la versión que se puede escuchar en Spotify. Lección de rap puro y duro, el rugido de las plazas tuvo su dialogo con el metal más industrial en un momento en el que la potencia originaria arrasó con todo. De inmediato, ambos artistas compartieron una improvisación junto a la banda, haciendo aún más grande el triunfo de lo auténtico, de aquello que no necesita ni de gestos demagógicos ni de pistas a todo volumen que cubren carencias vocales. La explosión a puro funk sobre el cierre fue la definición actual de “fiesta”, aprovechando el tramo final ambos para liquidar a todos los farsantes y fundirse en un abrazo eterno en el medio del escenario.
Cercana a lo denominado “latino”, la más bailable y cálida “Fresco” tuvo algunos toques de salsa y jazz más que destacables, quedando luego todo en manos de una jam instrumental liderada por un Tomás Sainz prendido fuego y siempre atinado desde la batería. El pico de euforia vino con la acertada sucesión de la (muy) simbólica y metalera “Canguro” –que incluyó dos pelotas gigantes en favor del cultivo urbano de marihuana y un reparto de filtros y sedas– y de ese vaporwave acido por completo mutante llamado “Klapaucius” junto a un siempre desquiciado Ca7riel. De no ser grabada en breve, es claro que esta canción será parte de los archivos de culto de la música urbana argentina, aunque todo parece indicar que ese error será subsanado más pronto que tarde.
Anunciado por WOS como “el único tema que escribí todo de una, sin parar, y que por eso tiene mucha importancia para mí”, “Andrómeda” mostró un flow existencialista y reflexivo, además de permitirse la banda coquetear con el nü metal mientras la galaxia pasaba a espaldas de los músicos. Lights out, flashes bien arriba, la soledad su voz junto a la guitarra ocuparon todo el espacio durante “Melón Vino”, creando un momento verdaderamente íntimo y emotivo. El abrazo con su padre, Alejandro Oliva, fundador de La Bomba Del Tiempo, trajo una ovación y selló un traspaso generacional importante: aprovechando la versatilidad y el ritmo del más grande conjunto de percusión del país, improvisó un rato y luego se retiró al redoblante para unirse a otra breve jam instrumental con tintes de funk rioplatense.
Explorando el camino del trap, pero de forma completamente artesanal, Valentín comenzó a cerrar su noche de gloria con “No Va A Bajar”: Natasha hizo un agujero en el suelo con sus fintas y le despejó el camino a WOS para que le diga a todos los traperos que él también puede hacer lo de ellos…Pero muchísimo mejor. Sin bises, algo lógico debido a lo acotado que de momento es su repertorio, el punto final lo puso el punk rock de “Púrpura”, quedando el Luna Park demolido hasta los cimientos tras otro de esos pogos que suelen quedar en la memoria colectiva. Pocos segundos antes del caos, el protagonista había sido claro: “Aquellos que creen que no somos nadie, que se chupen algo”, exclamó con mucha tranquilidad antes de lanzarle a toda una generación anclada en el pasado y en la tradición la patada más fuerte que hayan recibido alguna vez.
Siendo la consagración un hecho consumado hace largo tiempo, el peso de las responsabilidades aumenta de cara a un 2020 en el que los compromisos de WOS se multiplicarán de forma exponencial. Más allá de algunos detalles, como por ejemplo trabajar con coristas para evitar quedarse sin aire sobre el final de sus shows, lo cierto es que Valentín Oliva se ha asentado como uno de los grandes actos en vivo de la actualidad. Combinando sin prejuicio géneros, sub-géneros y estilos musicales, apoyándose en una banda notable y poniéndole el cuerpo y la sangre a los debates y combates importantes, este joven nacido hace 21 años en Chacarita se convirtió en una durísima patada que golpea duro contra todo lo establecido. Porque a las tradiciones políticas, sociales y culturales se las tira abajo a patadas. Sí, con esas patadas que (sin excepciones) se dan siempre entre todos.
Por Rodrigo López Vázquez
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Via @morochodulanto Sabías que en el mundo se reconocen 5 tipos de humedales principales? . 🦩Marinos (humedales costeros, lagunas costeras, costas rocosas y arrecifes de corales). 🦩 Estuarinos (delta, marismas de marea y manglares) 🦩 Lacustres (humedales asociados con lagos) 🦩 Ribereños (humedales asociados a ríos y arroyos) 🦩 Palustres (pantanos, marismas y ciénagas) . Los humedales son ecosistemas extremadamente importantes para los seres humanos, ellos nos aportan diversas riquezas naturales como agua dulce, alimentos, medicamentos, fibra, entre otros beneficios para nuestra subsistencia. Pero también cumplen importantes funciones como el control de la erosión e inundaciones; protección contra tormentas; mantención de la cadena alimenticia; retención de nutrientes, sedimentos y contaminantes; estabilización del clima; y juega inclusive un papel fundamental en la adaptación al cambio climático y su mitigación por retener cantidades importantes de dióxido de carbono. Gracias a ello, nos ofrecen invalorables bienes y servicios ambientales como la calidad y cantidad de agua; especies acuáticas de importancia comercial; poliniza y fertiliza los suelos para la agricultura; brinda posibilidades para el turismo, etc. . Entre los principales tenemos: 🔹Reserva Nacional de Paracas, el humedal costero. 🔹 Santuario Nacional Los Manglares de Tumbes, humedal en la frontera. 🔹 Refugio de Vida Silvestre Los Pantanos de Villa, un humedal en la ciudad. 🔹Santuario Nacional Lagunas de Mejía, humedal costero. 🔹 Reserva Nacional del Titicaca, humedal de altura. 🔹 Reserva Nacional de Junín, humedal altoandino. 🔹 Reserva Nacional de Salinas y Aguada Blanca, humedal y fuente de agua. 🔹 Reserva Nacional Pacaya Samiria, humedal amazónico. . Fuente: @sernanp . Las especies que pueden ver en las fotos fueron capturadas en humedales costeros, en Albúferas de medio mundo y Paraíso. . 📸 #Peru #Lima #ytuqueplanes #larutadelmorocho #sunset #outdoors #travelphotography #photography #ig_america_latina #beautifuldestinations #iamAtraveler #traveldeeper #livetravelchannel #earthfocus #moodygrams #discoversouthamerica #sunsetlover #arqueologist #PeruHop #myplace #travelco https://www.instagram.com/p/CBi1qjQDXaG/?igshid=1x9s5rt279s6w
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Be ready to escape from the city and submerge on the pleasure nature of this tour. You will enjoy the lakes, green and birds.
Located only minutes outside of Lima’s bustling city, lies a hidden natural paradise. Come escape the city with us and discover the wide variety of plants and animals in these natural wetlands! During your tour, we will visit many lakes and learn about a variety of native and migratory bird species who have made this natural reserve their home!
This tour is highly recommended for nature lovers and birdwatchers alike. Among the variety of natural wonders that we explore are small, deep lagoons which are connected to Rímac River’s hydrological system. Through it, a wide variety of reeds, swamp plants, fish, reptiles, aquatic insects and more than 170 bird species make their home. You also have the opportunity to become a bird watcher if you aren’t already and get up close and personal with a few unexpected and beautiful critters! Finally, after a relaxing yet adventurous stroll through the wetlands, your guide will take you to a nearby beach and lagoon area. End your tour in reverie and relax beside the Pacific Ocean while hearing the majestic ocean waves and more bird species soaring above. We hope you will join us during this quick and easy way escape from Lima and visit the tranquil and beautiful hidden gems awaiting you on our Nature Trek!
Include: Pick up from your hotel, private transport, English speaking guide, all entrance tickets, tolls, parking, taxes and return transport.
Price: 50 USD 1 person,
but if you are a SINGLE TRAVELLER, and do not mind to join a tour group then you will have our discount prices down below! From 2 people up 40 USD each
Note: We go to Nature trek, with a maximun group size of 4 people. (In very special ocations only, there will be 6 people but NEVER more than 6)
*EXCEPTIONS:
-In case you are a big group of friends or you have a big fun family of more than 6 people, and still want to go with us, then you just need to send us an email to give you good ideas how to organize it!
– The Maximun Group size for Cruiseship clients will be Maximun 14 people per tour group.
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Nature Trek!! Be ready to escape from the city and submerge on the pleasure nature of this tour. You will enjoy the lakes, green and birds.
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Si desean pasar un día en familia, conectarse con la naturaleza, escapar del estrés y la rutina sin viajar muy lejos, a 1 hora y media al sur de Lima se encuentra la reserva natural de los Pantanos de Villa donde tanto adultos como niños pueden disfrutar de una caminata tranquila en familia.
Los Pantanos de Villa
Es un área natural protegida que se encuentra en el distrito de Chorrillos y abarca unas 2000 hectáreas aproximadamente. Esta reserva natural está formada por un conjunto de lagunas de poca profundidad donde abunda la flora y fauna. Permite la anidación y el tránsito de aves migratorias y residentes; se han registrado unas 100 especies de aves y unas 60 de plantas, igualmente de especies de fauna acuáticas como peces, moluscos, crustáceos y otras.
Los Pantanos de Villa están divididos en 3 sectores donde se puede caminar tranquilamente sin causar ruidos a las aves que habitan la zona. Cada sector cuenta con grandes lagunas donde se aprecia diversas variedades de fauna.
¿Cuánto cuesta la entrada?
Se puede visitar los Pantanos de Villa de lunes a domingo de 8:30 – 16:30. La entrada incluye los 3 circuitos. Si optan pasear por la laguna, pueden alquilar un bote o kayak por un costo adicional.
Adultos: S/10.00
Extranjero: S/12.00
Niños: S/5.00
Adulto Mayor: S/5.00
Estudiantes (Universitarios/Instituto): S/8.00
Alquiler de Bote (máx. 4 personas): S/12.00
Alquiler de Kayak (máx. 2 personas): S/10.00
¿Qué llevar?
Es importante ir vestidos con ropa cómoda, zapatillas para evitar resbalarse y alguna casaca ligera en caso de que corra mucho viento, ya que los pantanos se encuentran cerca a la playa. Durante el verano es importante mantenerse hidratado durante la caminata y llevar algunos snacks (podrá botar los desechos en los tachos señalizados).
¿Cómo llegar a los Pantanos de Villa?
Llegar a los Pantanos de Villa es muy fácil y hay diferentes formas para acceder. La primera forma es tomar algún bus o couster con destino a Pucusana, San Bartolo o cualquier destino a la Panamericana Sur hasta la Universidad Científica del Sur donde deberán cruzar la Panamericana Sur usando el puente peatonal y subir al alimentador del Metropolitano hasta los Pantanos de Villa.
Si se les hace más accesible el Metropolitano, solo deben tomar el Metropolitano hasta la Estación Matellini y luego subir a un alimentador de la ruta AS-04 ‘Villa El Salvador’ que te dejará en la puerta.
Sin duda los Pantanos de Villa es una buena opción para disfrutar un día en familia aprendiendo más sobre la naturaleza y como debemos protegerla.
Mas Blogs de Lima:
Azpitia, El Balcón del Cielo
#pantanosdevilla #birdwatching #lima #peru #pachacamac #chorrillos #gigiaventuras #naturaleza Si desean pasar un día en familia, conectarse con la naturaleza, escapar del estrés y la rutina sin viajar muy lejos, a 1 hora y media al sur de Lima se encuentra la reserva natural de los Pantanos de Villa donde tanto adultos como niños pueden disfrutar de una caminata tranquila en familia.
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Pantanos de Villa es contaminado por 500 familias sin redes de desagüe y un camal
Pantanos de Villa es contaminado por 500 familias sin redes de desagüe y un camal
Foto: El Comercio Un informe de El Comercio evidenció la contaminación en los Pantanos de Villa, la única área de conservación ubicada en la capital peruana. Los responsables serían nada menos que las familias que viven en los alrededores y un camal clandestino. La contaminación se genera debido a la falta de redes de desagüe en la zona. Tanto las 500 familias, asentadas en la zona de…
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TOP 5 PLAYAS PETFRIENDLY EN LIMA
Patazas, antes de visitar estas playas debes tener en cuenta que ninguna playa ha sido declarada para la asistencia exclusiva de perros, sin embargo, quedan playas alternativas que se prestan para poder visitarlas y disfrutar con nuestras mascotas, eso sí siempre con precaución.
De acuerdo al Régimen Jurídico de Canes, en su artículo N° 25 no se puede acudir a ninguna playa pública.
Sin embargo, hay playas que son tan poco transcurridas que verdaderamente no te harán problemas por llevar a tu mascota a que corra y disfrute del mar. Patazas, mira la siguiente lista para que puedas regalarle a tu mascota un paseo por la playa:
1. La Chira - Chorrillos
De fácil acceso y muy poco concurrida. Esta playa se encuentra al lado de la Herradura, Barranco. Se puede acceder desde el Morro Solar por la parte más alta donde están las antenas y luego descendiendo hasta la playa.
Al ser una ruta de 5kms aproximadamente para llegar a la playa y un trayecto donde tiene que trepar un cerro no es recomendable llevar mucha carga.
Otra ruta que puedes tomar para llegar es por la Herradura, en donde tienes que pasar por un túnel y cruzar un paso de rocas antes de llegar. Para esto se recomienda llevar un arnés para asistir a tu perro ante cualquier eventualidad y protección para las patas de tu mascota. También te hará falta mucha agua, no olvides llevarla.
2. Villa - Pantanos de Villa
Vas a necesitar pedir acceso en la urbanización La Encantada o por la puerta lateral de la Universidad Científica del Sur. Esta playa no es para nadar ni para meteré al agua ya que tiene pequeños remolinos; sin embargo, será ideal si deseas que tu perro se refresque y disfrute del mar cerca a la orilla.
Si acudes en fin de semana, lo más seguro es que encuentres personas a caballo así que toma las precauciones necesarias para que ni tu mascota o los caballos se asusten.
3. Yuyos - Costa Verde
Yuyos está en la Costa Verde y es una playa favorita por nadadores y triatletas para entrenar o competir en aguas abiertas. No se recomienda ir fines de semana en verano porque la encontrarás llena. Sin embargo, en días de semana o en invierno estará libre y vacía.
4. Pescadores - Costa Verde
Justo al lado del Club Regatas, esta playa al igual que Yuyos también es de las favoritas por los nadadores y triatletas para nadar en aguas abiertas así que sigue la misma dinámica que con Yuyos. Muy temprano en verano y en días de semana o invierno.
5. San Pedro - Lurín
También ubicada en la Panamericana Sur - km 28. San Pedro es una playa que puede que sea muy concurrida en verano, es lo suficientemente amplia y en los extremos podrás encontrar zonas con poca gente.
Pataza ahora que ya sabes cuáles son las playas más recomendables para visitar con tu mascota ya no tienes excusa para no llevarlo a disfrutar del mar.
Recuerda que existen otros lugares petfriendly en Lima donde podrás llevar a tu mascota para salir de la rutina y pasar un lindo momento juntos.
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Calor en el trópico
Bi trago Johnson
Cuando estuve en el trópico aprendí a apreciar dos cosas. El jazz y los bares lóbregos. Por tal razón esta noche fui a perseguir esos dos gustos adquiridos. Creo que es por abstracción, pero varios títulos de temas de Jazz culminan con un nombre anglosajón. Esta ocasión escucho músicos vascos. Pero aun en la elocuencia del claustro donde oigo los altisonantes del saxofón, la música me traslada a su figura.
Nunca olvido el nombre de un bar, pero en esta ocasión me evade y se pierde en mis recuerdos. Una calle transitada, de negocios abiertos y bulliciosos, y entre el andar despreocupado, una ligera cortina deja entrever música, voces y olor a cerveza. Entro y es un lugar con escasas pero encimadas mesas. No hay un asiento vacío. El panorama no pinta bien. Pero descubro, detrás de la barra más allá de unos oscuros baños, una escalera a un segundo piso. Y el panorama se vuelve de nuevo alentador. Apenas subo el primer escalón y me encuentro con sus ojos. Vidriosos por el efecto de una prolongada tarde de alcohol, pero tiernos, suplicantes y provocadores. Me siguieron hasta que alcance el segundo nivel.
Apenas apreciaba la estancia, más amplia y oscura, cuando la sentí a mi lado. Bonita, de una belleza que induciría a penetrar en la sierra triqui. Su cuerpo pequeño se acercaba suplicante y pude sentir sus muslos bien formados junto a mí. Sentado, a lado de ella, entendía poco de lo que me decía, la música sofocante, su lengua entrecortada, el sopor. Pero su lenguaje corporal era claro: se perdía con los ojos cerrados, en un cansancio de vida y se alejaba hacia su interior. De pronto apareció un hombre. Le preguntó: -¿Estás desocupada? Ella se levantó despreocupada y me dejó solo, con dos bebidas. El jazz es atrayente porque a pesar que se constituye por una melodía constante, tiene ejecuciones inesperadas. Y esta fue una noche en que, sin pedirlo, bebí solitario dos botellas de forma improvisada.
Batacha
Ubicado en el segundo piso de un imponente edificio de arquitectura de la década de 1950, al Batacha accedes por una estrecha escalera hasta una puerta de cristal: al cruzarla entras a un mundo de música y baile. Lo primero que puedes observar es una hilera de mujeres sentadas, todas ellas arregladas y en espera impaciente de quien las invite a participar en el movimiento que crea esa música que invade todo el lugar. Así, al entrar, sientes sus miradas siguiéndote, complacientes, inquisitivas, ardientes. Pides una cerveza que los meseros traen desde una barra en un espacio contiguo y veo a mí alrededor. Lo que en otra época fue un amplio salón, ahora es ocupado por mesas apenas interrumpidas por algunas columnas.
Una rocola, carteles con los precios, incluyendo el costo de la copa para la acompañante, techos ennegrecidos por la humedad y un amplio escenario al fondo, donde el tecladista se dispone a tocar. Sillas y mesas de plástico son distribuidas alrededor de un improvisado espacio central, vacío, hasta que de pronto la música comienza, y el trópico se hace presente. Las parejas en las mesas vecinas se levantan, las chicas que hace un momento esperaban, sentadas en fila, son invitadas, y el salón se vuelve una intensa sala de baile. Los movimientos que siguen las notas de la música tropical, son pausados, a veces violentos, sensuales. No puedes dejar de mirar y envidiar a tu prójimo. Los que llegaron temprano, al pasar las horas y al desfilar las botellas, se han vuelto cómplices y se les permite el roce sutil de manos y cuerpos. Otros están en el galanteo inicial a cambio del cual reciben sonrisas que iluminan la noche.
Termina una canción y todos vuelven a sus mesas, hay nuevas parejas y en la fila, cada vez menos mujeres a la espera. Una puerta entreabierta da al balcón. Me acerco y veo que el mundo de afuera sigue igual, con sus calles casi mudas si no fuera por la música que sale de este lugar y que se pierde en la lejanía casi como un murmullo.
La espera
Su nombre hace una promesa que se cumplirá: La Consentida. Una breve escalera te introduce a un angosto pero profundo espacio donde los más sensibles recuerdos aun vienen a mí. Luces rojas, mesas fijas, y un tapiz de llamas que se entrelazan con figuras de mujeres, presagian una noche para no olvidar.
El escenario, apenas mayor a una caseta telefónica, anunciaba un despliegue de glamour y sensualidad. Cuando de pronto el sonido se enciende y una voz solicita las luces. Es entonces que líneas multicolor inundan el lugar y, luego, con la cadencia de la música aparecen ellas. Pero las miradas no solo se enfocan al escenario. Otro espectáculo más cercano ocurre al pie de la pista. Entre las mesas las bailarinas han transmutado y se han vuelto acompañantes, libres de las luces centelleantes, libres de prendas y solo sujetas a cálidos brazos. Este otro espectáculo atrae haciendo por momentos olvidar lo demás, desde esos cuerpos que hacen de la música suya con cadenciales movimientos, hasta los que labios, sudor, piel -pero no el alma- son fundidos en uno. Porque al final siempre es una transacción en cuyo acuerdo solo hay una regla: no enamorarse. Ojalá alguien me hubiera prevenido.
Las luces bajan de intensidad y anuncian la siguiente bailarina. Y esperanzado, miro en espera que seas tú. Porque al final, toda esta historia trata sobre ti.
Entonces… bailamos
Algo característico de los bares del sureste es su música. Variados son los tecladistas con nombres de una zoología fantástica (la ardilla, el chiquilín, el pulpo de los teclados, orlando el mágico, pantano show). Hombres-orquesta que tocan la tradicional cumbia tropical.
Desde los acordes que rompen suspiros pidiendo con clemencia “Enséñame a ovidar”, hasta aquellas que hacen vibrar hasta al más ascéptico de los hombres “Macorina ponme la mano aquí”. La atmósfera te atrapa. Pero hay también canciones llenas de contrastes. Cuándo esperas escuchar, bajo un calor de 38 grados, un contagioso ritmo que habla de un oso polar?: “me lleva me va llevar”.
Eso me ocurrió en La Cueva. Un ambiente climatizado lo hace un refugio como lo es toda caverna. Y ahí todos somos un clan a los que se nos perdona cualquier exceso. El teclado de Gilberto se detuvo un momento para solicitar a la siguiente bailarina a la que ayudó a subir a un diminuto escenario cercado por su puesto de música. Una chica joven, casi adolescente, subió. Las luces atenuaron y comenzó su baile exponiendo un torso más que perfecto.
Apenas bajaba y ya me disponía a acercarme a ella cuando la música electrónica se interpuso. -¿Esa canción está en francés?- me pregunté en voz alta. “Alors on sort pour oublier tous problèmes”. Que hacía música francesa en una clandestina cueva del trópico mexicano. No lo sé, pero los tonos graves, casi nómadas, me hicieron comenzar a bailar. Una danza nocturna alrededor de la fogata que no conoce aún la civilización. Y la chica del abdomen de diosa se acercó. Entonces… bailamos.
El silencio se interrumpe.
Los bajos electrónicos marcan.
Suena el saxofón… “Tous les jours de l'année, tous les jours de la, la la lala la, alors on danse”.
Ella
Porque toda historia tiene un inicio y ella es el inicio de todo. Fue una tarde de insolente sol y mis primeros días en el trópico. Volvía de una villa lejana, pero nunca imaginé que el camino de regreso sería tan largo y tortuoso. Con paradas en cada poblezuelo, entre el cansancio y el calor dormitaba de vez en cuando. Al final fueron varias horas de viaje.
Llegué cuando ya la tarde había caído. Rendido y empapado en sudor caminé a las afueras de la indigente terminal de autobuses. Entonces vi el letrero que invitaba a entrar: Cheje, el bar del pueblo. La música armoniosa y la promesa de una bebida fría me decidieron a entrar. Era un espacio grande, de dos plantas, con amplios ventiladores industriales sin funcionar que solo se agitaban lentamente con el aire caliente que circulaba del interior. De profundos espacios vacíos, el segundo nivel sin habitar y rincones claroscuros. Pero una verbena se arremolinaba alrededor de una dilatada pista. ¡Qué bien! –me dije- Cerveza con variedad.
Creo que observé uno o dos bailes, no lo recuerdo. Pero si te veo con claridad. Estabas sentada, de vez en cuando un público animado te sacaba a bailar. Te recuerdo perfectamente, clara, de una postura digna, hermosa, perfecta. ¿Qué destino o presagio me condujo a mirarte? Aun desconocía lo que comenzó esa noche. A pesar de la música, el compañerismo eufórico y los clandestinos bailes, hubiera sido muy difícil que en otras circunstancias hubiera vuelto, pero deseaba volverte a ver. Varios fueron los días que regresé solo a verte, largas las tardes guardándome tus detalles… hasta que me atreví a hablarte.
El canto de las sirenas
Durante las noches, se escuchaban cánticos provenientes del mar, tan hermosos que parecían salidos de un sueño. Pero esos susurros esplendorosos solo encerraban engaños. Odiseo, vertiendo cera en los oídos de sus marineros, logró alejarse de ese mal. Para los que buscan refugiarse del mundo, ese es el peligro al entrar a un bar.
Tan pronto llega la primera cerveza a tu mesa, una mujer imponente se acerca a ti. Fuera de estas paredes, en el mundo real, eso no ocurre. Ahí ellas son inalcanzables. Pero en altamar, sus melodiosas voces que entonan las más dulces promesas, te atrapan. Es como el canto de las sirenas. Ganas sus risas, sus caricias cercanas, pero a qué precio. Al final, cuando quieres extender la noche y el sueño, te das cuenta que no hay más monedas para hacer ese secreto trueque. Entonces el canto se detiene y vuelves a la realidad, dándote cuenta que de nuevo estás solo, asido al mástil del mundo real. Y ellas regresan de nuevo a su lugar. En espera como en un escaparate.
Y las sirenas guardan para sí su más preciado secreto: su nombre. Para nosotros son Coral, Grecia, Ashley, Celeste, Kenia, Cristal. A pesar de todo eso, me confesaste tu nombre oculto, indescifrable cáliz que solo emerge entre llamas, que guarda secretos antiguos. El nombre que revelado te expone, te hace frágil y cercana. Y me diste tu secreto.
Aun lo atesoro.
Las luces te inspirarán
A donde volaste te seguí. En algún momento fue la gran ciudad. Cuando comerciantes extranjeros viajaban sin cesar río arriba. Productos y mercancías de lugares lejanos e inimaginables llenaban las casas comerciales. Cosmopolita, rumoroso y excitante, así era este puerto. El bastión del trópico.
Hoy es apenas un pueblo costero de pescadores, vacío, casi ruinoso. Y aun así continúa siendo excitante. Llegué aquí por primera vez siguiéndote. Sabía que era en un lugar cercano, las rectas calles me llevaron, desconfiado, a las orillas de la población, entre matas de plátano y cocotales que comenzaban a perder su forma con la caída de la oscuridad. En una calle de suelo de arena calentado por el sol, se levantaba un edificio que podría pasar por una casa típica del lugar, a no ser por las luces y la música que salían por debajo del anuncio de Bar Salón Corona y que recibe a los adictos a la vida nocturna. Entré.
“Bienvenidos al lugar más candente”. Un corredor te lleva a un salón con mesas y sillas distribuidas alrededor de un escenario central, alto, circular, cubierto por una extraña tela aterciopelada. Un conjunto tropical tocaba a un costado, y al fondo, una barra reservada para las meseras que hacían solícito el pedido de los clientes. Me senté observando la particular decoración: publicidad de cervezas, los precios, luces coloridas, un ave disecada y la ornamentación de una lejana navidad pasada aun reposando bajo el techo de lámina.
“Las luces son cegadoras”. Apenas pausadas, las canciones y las jóvenes desfilan, demasiado oscuro en el último baile, demasiado luminoso en los primeros. Imágenes de cuerpos en constante transitar. De forma desconocida, te dieron avisó que alguien te esperaba. Y saliste. “Las chicas buenas se han vuelto malas”.
Esa noche me advertiste: -Aquí el baile es distinto. Subiste al escenario y ligera de pecados, de prendas, de pensamientos, bailaste una canción que silenciosamente compartimos en alguna ocasión y que hiciste tuya: “The lights will inspire you”. “Las chicas necesitan brillantes para salir de la pobreza rápidamente”. Reza la canción. Pero no en tu caso. En ese instante te entendí, plena, sin prejuicios, eterna. “Tu vida empieza donde el templo termina”.
Salimos y fuimos dejando atrás, cada vez más lejano, el sonido de la música en la parte de “la ciudad que nunca duerme”. Caminamos por la calle oscura. Solitarios, me centraba en mirar tu liviano andar, pensando que nunca antes el mundo había sido solo nuestro. Hasta alcanzar una habitación íntima.
-No haremos nada - sentenciaste.
E hicimos más que eso. Dormiste a mi lado sin compromiso, sin determinación, sin pasión, sin sueños, solos, desterrados del mundo, unidos en un abrazo. Lo que quedaba de la noche me perdí en tus profundos ojos arcanos. Algo muy cercano a la felicidad.
La isla de la fantasía
Cuando pienso en un bar del trópico, ese es El Lienzo. Ubicado en tierras sureñas aun para el sur, casi roza el aire extranjero. En medio de montañas selváticas, es un sinuoso paisaje al margen de un longevo río. Cuando entras al Lienzo te enfrentas con esa misma exuberancia. Y no me refiero a la soberbia mulata centroamericana que te recuerda que la mejor raza de todas es la negra. Un trópico de vegetación se abre a tu paso hasta llegar al centro coronado con una magnífica palapa, alta e imponente.
Una vez sentado no pude desentenderme de la mesa vecina. Era bonita y ardiente, una naturaleza difícil de igualar, de piel clara y desinhibida. Sus caricias legales eran gradualmente transgredidas por ilegales. Yo quería ocupar ese lugar. De qué forma rehusarse a ser partícipe de una experiencia similar? De pronto recordé que esta es una ínsula donde los deseos se pueden cumplir. Solo debía ser paciente. Era mi propia isla de la fantasía. Sabía que el tiempo estaba a mi favor. Tarde o temprano ella quedaría sola, no hay plazo que no se cumpla ni dinero que alcance en un lugar como este.
En un momento desaparecieron tras unas escaleras. Después tuve conocimiento que esas estancias privadas eran con límite de tiempo. Aun así, los fugaces minutos que se ausentaron parecieron prolongarse. Finalmente aparecieron y el plazo se cumplió. Era tiempo de caricias, de ausencias discretas, de fantasías. Solo levanté ligeramente la mano, como en esas subastas donde un guiño es correspondido con un precio.
Se acercó y mi corazón palpitaba: -Aun no he comido -me dijo-. No supe que responder. En realidad no era la frase imaginada. Se sentó, llamó a la mujer detrás de barra quien trajo un platillo a nuestra mesa y comenzó a comer. -Ayúdame, es mucha comida. Y comenzó a darme de comer en la boca como si fuéramos dos conocidos de mucho tiempo. Fue tierno, en verdad. Pero no lo que esperaba. Terminamos de cenar, se levantó, y dijo susurrándome con una sensual voz: -Eres un buen chico.
Y ahí quedaron todas mis fantasías. ¡Maldito señor Roarke!
El almendro
Siempre creí que una declaración para una mujer -aunque no aceptara- debía resultarle un momento perdurable y halagador. Esa noche aprendí que no es así.
Me habías citado debajo del almendro. Después supe que era tu árbol preferido. Más tarde me contaron una leyenda local que señalaba que era un árbol aciago. Y en verdad lo es. Mientras esperaba leía las últimas hojas de Cumbres Borrascosas. Alguna vez me dijeron que yo sería un día como Readcliffe, con corazón vacío, oscuro. Llegaste presurosa como siempre y viajamos escuchando música y tu risa. Te dejé el resto de la tarde. Debí haberme ido tras despedirnos. Pero regresé y la sombra del almendro me envolvió con sus sinuosas ramas.
Ya había caído la noche y en medio de las mesas y los vítreos sonidos de las botellas, intenté decirte lo que sentía. Son esas escasas palabras que quizás no dirás sino una o dos veces en una vida. Pero tu respuesta fueron palabras desnudas, expuestas, sin tacto. Lo recuerdo y aún tengo esa sensación nauseabunda de vacío. No debí haberte dicho nada.
Salí de ahí para refugiarme en el mundo. Aquel día de una cita bajo el almendro, fue uno de los últimos en que te vi. Tenían razón, esa noche me convertí en Readcliffe.
El tiempo no perdona, pierdo el recuerdo de tus colores, de tu timbre de voz. No sé cómo despedirme de ti, por eso quizás sigo buscándote. Y no sé si te dejo en palabras como una confesión o para exorcizarme de ti. Y aquí estoy, buscándote entre los murmullos, en el tiempo detenido por la luz multicolor de un escenario, en la inconciencia del sopor, en cada rostro en que intento distinguir tu perfección.
Los tintineos de las botellas continúan y los exiliados de la realidad siguen entrando. ¿A dónde van los sueños cuando se pierden? Supongo que a un lugar como éste.
A Valeria
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23 propuestas para estrenar el otoño
Paseos entre viñedos, citas gastronómicas y el emocionante espectáculo de los bosques. Escapadas irresistibles para los próximos meses
Hoy, 23 de septiembre, comienza el otoño. Y se inicia una de las etapas del calendario natural más activas, con profundos cambios en el paisaje y los hábitos de la fauna. Muchos destinos viven durante los próximos tres meses su mejor momento e invitan a disfrutar de la vista a través de los colores del arte o de los paisajes otoñales, y de los aromas y sabores de la nueva estación gastronómica.
Flores viajeras (Córdoba)
Córdoba celebrará del 18 al 27 de octubre la tercera edición de su Festival Internacional de las Flores FLORA, un evento que durante 10 días transformará los patios y espacios históricos cordobeses en una convención de pétalos y aromas con intervenciones florales diseñadas por artistas de todo el mundo —como el colectivo español Flor Motion, la australiana Mary Lennox, el estudio tailandés PHKA, la paisajista estadounidense Lisa Waud o el decorador francés Thierry Boutemy—. Sus propuestas florales tendrán como hilos conductores el viaje y la lejanía.
Iglesias mozárabes (
Huesca)
Por el antiguo camino medieval que conduce al valle oscense de Tena siguiendo el curso del río Gállego, entre Biescas y Sabiñánigo, se reparte un grupo de 17 minúsculas iglesias prerrománicas construidas durante los siglos X y XI, en los albores del reino de Aragón. Las iglesias mozárabes del Serrablo estuvieron olvidadas durante siglos. Su recuperación se debe a la asociación Amigos de Serrablo, una comarca al pie del Pirineo salpicada de pequeños pueblos de piedra y pizarra, en muchos casos abandonados, donde Julio Llamazares sitúa su relato La lluvia amarilla. Su estilo arquitectónico se compone de una sola nave rectangular y de reducidas dimensiones, terminada en un ábside con arcos ciegos y friso de baquetones. Tampoco faltan el característico arco de herradura, alfices en puertas y ventanas y una esbelta torre campanario. Todas ellas están a un tiro de piedra y tienen nombres tan sonoros como San Juan de Busa, Isún de Basa, Arto, Ordovés, Lárrede, Oliván, Susín, Otal, Orós, San Bartolomé de Gavín o Satué.
La senda de los arrieros (Álava y Bizkaia)
La Ruta del Vino y del Pescado (GR-38) permite atravesar el País Vasco siguiendo los senderos y caminos que recorrían en carretas los arrieros transportando anchoas, trigo y vino riojano entre los puertos del Cantábrico y las tierras del valle del Ebro. Con un recorrido total de 166 kilómetros y siete etapas, arranca en Oyón (Álava) y termina en Bermeo (Bizkaia), atravesando los viñedos de la Rioja Alavesa, la sierra de Cantabria y los bosques de hayas del macizo del parque natural de Urkiola, para descender después hasta Durango y la reserva de la biosfera de Urdaibai.
Aventuras en
el geoparque (Granada)
Pasados los sofocos veraniegos, apetece navegar en kayak por el pantano del Negratín, una refrescante lámina de agua azul en el árido altiplano granadino, o pedalear en bici eléctrica por los barrancos del desierto de Gorafe, dos de las actividades de bajo impacto ambiental del proyecto Geoparque de Granada, con 70 lugares de interés geológico de las comarcas de Guadix, Baza, Montes y Huéscar.
Caminos del aceite (Jaén y Córdoba)
ALOJAMIENTOS CON CHIMENEA
Hotel Consolación
Monroyo (Teruel)
Las arquitectas Estela Camprubí y Eugènia Santacana reinventaron el concepto de hotel rural con un alojamiento de diseño en la comarca agreste de Matarraña. Habitaciones en forma de cubo con chimenea colgante y bañera excavada en el suelo de pizarra. Desde 127 euros por noche.
La Vieja Chimenea
(Herreros, Soria)
La fuegoterapia, charlas al calor de un lar celta de más de 200 años de antigüedad, es una de las propuestas otoñales que ofrece la posada real La Vieja Chimenea. Desde 85 euros.
Maderolum
(Maderuelo, Segovia)
En el piso inferior de este hotel, donde estuvo la cuadra, se reparten la zona de lectura y el comedor, separados por una gran chimenea. En los alrededores se pueden visitar el hayedo de La Pedrosa y pueblos como Riaza o Madriguera. Desde 55 euros la noche (hay que reservar mínimo dos).
El Rincón de Babia
(La Cueta de Babia, León)
Arquitectura tradicional leonesa y vistas a la comarca de Babia, declarada junto a las vecinas de Omaña, Laciana y Luna reserva de la biosfera. Desde 57 euros.
En Martos (Jaén) se celebra el 8 de diciembre la fiesta de la aceituna, que marca oficialmente el comienzo de la recolección, en la que se repartirán miles de hoyos aceituneros (pan con aceite, olivas y migas de bacalao). Dos puntos de partida para iniciarse en la cultura de la aceituna en Jaén son el Museo Activo del Aceite de Oliva y la Sostenibilidad Terra Oleum, a las afueras de Mengíbar, y el Museo de la Cultura del Olivo, en Baeza. En la provincia de Córdoba, la referencia es el Museo del Olivar y el Aceite de Baena, que recorre la historia de sus diferentes usos. Y en la cordobesa Montilla se puede visitar el Molino y Museo del Aceite Juan Colín, una almazara del siglo XVI donde se organizan almuerzos camperos y degustaciones.
Exquisitas geometrías (Segovia)
Los reyes de Castilla y de León, y más tarde los Austrias y los Borbones, dejaron su impronta en forma de exquisitos jardines y palacios de recreo. Lugares como La Granja de San Ildefonso (Segovia), en la vertiente norte de la sierra de Guadarrama, donde el rey Felipe V, nacido francés, se hizo construir en 1720 un palacio de verano a imagen de los de Versalles y Fontainebleau. Obra de Ardemans, Juvara y Sachetti, el edificio está rodeado por 146 hectáreas de jardines de estilo francés diseñados por Carlier y Boutelou. Parterres y avenidas de trazo cartesiano que se abren en el bosque creando una trama geométrica delimitada por tilos, castaños de Indias, arces, hayas y setos de carpe en cuyas intersecciones se abren glorietas con estatuas y 26 fuentes monumentales. También hay un intrincado laberinto vegetal concebido por Dezallier d’Argenville para los juegos de la corte. Pasear por ellos en otoño es una delicia.
Días de queso y miel (Asturias)
El 12 de octubre, coincidiendo con la tradicional feria ganadera, en la localidad de Cangas de Onís se celebran dos ferias en torno a productos emblemáticos de la zona: el concurso exposición de quesos de los Picos de Europa y la Feria de la Miel del Oriente de Asturias. Participan más de 50 productores artesanos especializados en queso de Cabrales, gamonedo, beyos y otras piezas regionales.
Setas, pato y turrón (Lleida)
Los fines de semana de octubre, varios restaurantes de la comarca pirenaica leridana de la Alta Ribagorza ofrecerán recetas de temporada elaboradas con setas de la zona. En la Mòstra Gastronomica dera Codina Aranesa, que se celebrará los fines de semana de septiembre y octubre, el protagonista es el pato: una veintena de restaurantes del valle de Aran lo emplearán en diversas recetas de la cocina tradicional del Pirineo. Y el 12 y 13 de octubre, la villa leridana de Agramunt celebra su Fira del Torró i la Xocolata a la Pedra.
Almossassa (Badajoz)
Badajoz celebra en la última semana de septiembre la Almossassa, una fiesta que conmemora la fundación de la ciudad por Ibn Marwan en el año 875. Ibn Marwan fue un muladí (descendiente de hispanorromanos conversos al islam tras la invasión árabe de la Península), hijo del valí o gobernador de Mérida, que en la segunda mitad del siglo IX volvió a sus raíces y se rebeló contra los emires omeyas de Córdoba. Las fiestas incluyen espectáculos de cetrería, conciertos de música andalusí y mercado medieval en la Plaza Alta.
Un río de sabores (Tarragona)
La Asociación de Ecoturismo en España agrupa empresas y destinos que ofrecen experiencias de turismo sostenible en espacios protegidos como el parque natural del Delta del Ebro (Tarragona), donde la empresa Nòmada Viatges organiza rutas para conocer la gastronomía tradicional a través de productores locales y empresas familiares de la zona.
Cefalópodos en Lugo
Del 4 al 12 de octubre se celebran en la ciudad de Lugo las fiestas de San Froilán, con una semana de verbenas, pasacalles, mercado medieval, feria de artesanía y conciertos. Y, por supuesto, toneladas de pulpo a feira que se preparan y consumen, tras ser hervidos en ollas de cobre y espolvoreados con pimentón y sal gruesa, en las casetas instaladas en el ferial, a un precio único de 12 euros la ración.
Formentera en forma
La naturaleza, el deporte y el turismo de bienestar protagonizan la agenda de la isla balear en octubre más allá de sus playas, con propuestas como Formentera Zen (11 al 13 de octubre), un programa de talleres y conferencias sobre yoga y pilates; competiciones como la BTT Challenge La Mola (del 25 al 27 de octubre) o la carrera Cross Popular Illetes (17 de noviembre), y el fórum Save Posidonia Project, del 10 al 12 de octubre, para conservar las praderas submarinas de la isla.
Fiesta del orujo
(Cantabria)
El fin de semana del 8 al 10 de noviembre, las viejas alquitaras abandonarán los baúles y desvanes donde están guardadas para llenar de aromas espiritosos la plaza del mercado de Potes, en el valle cántabro de Liébana. Los alambiques de cobre y estaño, desprecintados para la ocasión (está prohibido su uso por particulares el resto del año), destilarán en público el aromático aguardiente de hollejo de uva para continuar con catas, talleres de cocina y la elección del orujero mayor.
Cine y vino (Barcelona)
Del maridaje entre las uvas y el celuloide llega la novena edición del Most, Festival Internacional de Cine del Vino y el Cava, que se celebrará del 7 al 17 de noviembre en la localidad barcelonesa de Vilafranca del Penedès.
Época de castañas (Cáceres)
Desde el próximo 1 de noviembre, Día de Todos los Santos, hasta el 11, Día de San Martín, se suceden los magostos y calvotadas, celebraciones de raigambre pagana con la castaña como protagonista, y fiestas como El Magusto de la localidad cacereña de Carbajo (el 3 de noviembre), un festival de música celta aderezado con caldereta, castañas y migas extremeñas.
Colores de Cuenca
Al noroeste de Cuenca, en las lindes con Guadalajara, el paisaje se pliega formando un corto y estrecho desfiladero de paredes calcáreas que rezuman humedad. Es la hoz que el río Guadiela traza al poco de nacer, entre Beteta (la antigua Vetera romana) y Cañizares, una de las más profundas y frondosas de la Alta Sierra. Un sendero botánico permite recorrerla entre el puente de las Tablas, que cruza el Guadiela a la altura de Beteta, y la fuente de los Tilos, cerca de Puente de Vadillos, un paseo de tres kilómetros boscosos en la umbrosa y colorida compañía de sauces, pinos, avellanos, acebos, tejos, sabinas, tilos y álamos temblones. Cerca de allí, los campos de Cañamares, Villaconejos de Trabaque, Priego o Fuertescusa se tiñen del rojo púrpura de las mimbreras.
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El Comic-Con 2019 sigue trayéndonos anuncios increíbles de parte de La Villa Del Cine.
Tras la increíble reacción al anuncio de "Hellboy: Huele A Azufre" (chequear par de posts atrás para mayores detalles), DC ha decidido hacer el reboot de Swamp Thing con la casa productora venezolana.
"Swamp Tío: Diaz de Caballos Viejos" usará la misma tecnología horrenda de 1999 para recrear la famosa criatura del pantano usando viejas cintas de Betamax con programas viejos de "Contesta por Tío Simón" como referencia.
El cast estará completado por Chusmita, Coquito, Zurima y Teresita. Jessica y Dulcemaría también aparecerán pero como son las menos famosas, serán despedazadas violentamente en los primeros 2 minutos de la película.
"No tenemos la mas puta idea de donde viene eso de de 'suan tin' pero la del payaso asesino IT nos gustó mucho entonces fue un tiro en el piso reunir a los sobrinos del Tío Simón ya adultos para que enfrenten a la amenaza final, a punta e' chinas" comentó uno de los voceros de la Villa del Cine, cuyo nombre y apellido increíblemente común (Juan Carlos? Antonio? Zambrano? Valera? Varela? Gonzalez?) nos hizo olvidarlo instantáneamente.
Al parecer, la ignorancia de La Villa del Cine acerca del material original es tal, que han ignorado por completo que Swamp Thing es un superhéroe.
Pero poco importa. Imaginen a Coquito, Chusmita, Zurima y Teresita cuarentones intentando matar a un Tío Simón CGI monstruo del pantano (con tecnología tipo The Rock en "El Rey Scorpion") usando chinas.
El slogan terrorífico de la película "No Estás Solo" deja claro el tono de horror. Esta será la historia de un mutante zombie llanero anciano que renace en el Embalse de Camatagua y cuya meta de vida es descuartizar caraqueñitos mamaguevositos y mascachicles que ponen "Con Altura" a todo volumen en las cercanías del embalse y creen que se la están comiendo.
Verga, como que La Villa del Cine sí entendió que de Swamp Thing es un héroe, después de todo.
Cortesía de Alexis Konfu Armas
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Viaje express
Disfruta de la semana o días santos en estos imperdibles destinos
La semana Santa esta a la vuelta de la esquina y sabemos que la cuesta de enero acaba de pasar, es por esto que en esta ocasión te invitamos a conocer los diversos pueblitos mágicos que nos ofrece el estado, donde conocerás su historia, hoteles emblemáticos e incluso te sugerimos realizar algunas de sus actividades.
San Sebastián del Oeste
El lugar lleva en su historia un pasado minero, que en la época de la Colonia lo pobló con más de 20,000 habitantes que buscaban explotar la riqueza de los yacimientos. El cierre de las minas a finales del siglo XIX lo convirtió en pueblo fantasma. Se encuentra rodeado por el Cerro de la Bufa y la Bahía de Banderas. Su clima es fresco y tropical, en parte por su cercanía a Puerto Vallarta a solo 60 kilómetros. Para visitar lo ideal es comenzar por su plaza principal, rodeada de edificios y monumentos históricos, como El Mesón, considerada una de joyas arquitectónicas del lugar que data de 1729 y ha mantenido su diseño y la función que ha desempeñado por siglos. En Los Portales de Morelos hay negocios tradicionales que han conservado sus antiguos nombres. Cerca del centro se ubican varios recintos religiosos, como San Sebastián Mártir, de austero estilo neoclásico edificada por los franciscanos a finales del siglo XVIII, con una remodelación en 1897 que modificó sus cúpulas y le dio un aspecto modernista. El 20 de enero celebra la fiesta patronal de San Sebastián y el 7 de octubre realizan lo propio en honor a la Santísima Virgen del Rosario del Real Alto, que tiene su hogar en el Templo de Real del Alto, construcción del siglo XVII cuyo altar está hecho en delicados trabajos de madera tallada. En la Quinta Mary, se produce uno de los mejores cafés orgánicos de la región y en la Fábrica de Puros Artesanales se pueden conseguir productos locales de tabaco, existen varias destilerías de mezcal. Cuenta con una tradición gastronómica de platillos como huitlacoche guisado con cebolla, chile y especias, birria de chivo, pozole rojo con carne de puerco y tamales en salsa roja, acompañados con chocorraíz, hecha de raicilla y chocolate, o con una fresca y agridulce agua de nanche. Cuenta con varios hoteles como la Hacienda Jalisco, La Galerita de San Sebastián y el Hotel del Puente.
Cómo Llegar
Desde Guadalajara tomar alguno de los autobuses que viajan a Talpa de Allende, pues no existe transporte directo. Al llegar a La Estancia, un pequeño pueblo en el camino a Mascota, se puede tomar un taxi hasta San Sebastián.
San Sebastián del Oeste Pueblo Mágico
Oficina de Turismo
Juárez 3, Centro, San Sebastián del Oeste, Jalisco
T/01(322) 297 2938
www.sansebastiandeloeste.gob.mx
Tequila
Antes de 1530 este valle estaba habitado por chichimecas y otomíes que se replegaron a la llegada de los franciscanos y grupos indígenas del cerro del Chiquihuitillo. En 1541 una revuelta en la región provocó la ejecución de numerosos frailes, incluyendo a fray Juan Calero, fundador de Santiago de Tequila. En 1600 Pedro Sánchez de Tagle, segundo marqués de Altamira conocido como "el padre del tequila" creó la primera destilería para procesar los jugos obtenidos del agave tequilana. En 1758 don José Antonio de Cuervo obtuvo algunas tierras en Jalisco y decidió poblarlas de agaves azules. Para 1781, su hijo, José Prudencio de Cuervo, adquirió los potreros de la Hacienda de Abajo, para instalar la Taberna de Cuervo, en plena prohibición del rey Carlos III. En 1795, con la prohibición ya anulada, José María Guadalupe Cuervo, su hermano, obtuvo la primera licencia para producir vino mezcal. Tu visita puede comenzar en su Plaza de Armas, y se pueden visitar restaurantes, galerías, tiendas y museos, así como bares y recintos culturales así como la Parroquia de Santiago Apóstol, construida en la mitad del siglo XVII. Una visita a Tequila demanda visitar sus destilerías y campos de agave en Mundo Cuervo, Casa Sauza, la Hacienda, la Casa Orendain, y La Cofradía. Para terminar visitar el Museo Nacional del Tequila, con un recorrido histórico del nacimiento y arraigo de la cultura tequilera en el poblado. Y no puede faltar llevarte a casa algunas botellas o accesorios tequileros disponibles. En hospedaje se incluyen hoteles como La Cofradía, la casona Villa Tequila, y el Hotel Casa Dulce María.
Cómo Llegar
En autobús, la línea Tequila Plus que también pasa por todos los puntos de la Ruta del Tequila. El Tequila Express es una de las mejores opciones.
Dirección de Fomento Turístico
José Cuervo 33, Centro, Tequila, Jalisco
T/01(374) 742 0012, ext. 117
Talpa de Allende
Hogar de Nuestra Señora del Rosario de Talpa, una de las imágenes más veneradas del occidente de nuestro país, ya que cada 7 de octubre, más de tres millones de fieles peregrinan para visitarla. Fue fundada en 1523 por encargo de Hernán Cortés, con la finalidad de dominar desde allí las provincias del norte y del oeste del país. Su historia y cultura se concentran en su centro como la Plaza Principal, para contemplar la Basílica de Nuestra Señora del Rosario de Talpa, que data de 1755. En el interior se pueden admirar ocho retablos neoclásicos, bóvedas de arista, una cúpula de media naranja, elaborados vitrales y pinturas al óleo de los cuatro evangelistas. Los vestidos de la Virgen de Talpa se confeccionan con finas telas bordadas en oro y pedrería, y se cambian cada 10 de septiembre. Esta colección de vestiduras sacramentales puede conocerse en el Museo de Nuestra Señora del Rosario de Talpa, inaugurado el 12 de mayo de 1995. En la Zona de Petroglifos de Sacamecate, es posible explorar los vestigios de las primeras civilizaciones que habitaron ahí. El Bosque de Maple es el más grande en su tipo en América Latina con una extensión de 56,000 hectáreas pobladas por pinos, helechos, robles y maples. Su gastronomía cuenta con antojitos regionales, mariscos y cortes. Las artesanías típicas son las elaboradas con chilte, el árbol de donde se extrae una goma que se trabaja en forma de tiras para elaborar figuras, como sombreritos, flores, corazones. Uno de sus principales hoteles son El Santuario, el Hotel Pedregal, y el Hotel Chuyita. Desde Guadalajara en automóvil son 199 kilómetros, por la Carretera Libre hacia Ameca, o 127 km desde Puerto Vallarta, por las Carreteras Estatales 544 y 70.
En autobús, la línea ATM tiene salidas.
Turismo Municipal
Independencia 32, Centro, Talpa de Allende, Jalisco
T/01(388) 385 0009, ext. 114
Sitio web: www.talpadeallende.gob.mxMazamitla
Tapalpa
Se trata de un lugar donde se respira aire fresco y se siente un toque de magia entre sus fachadas blancas y sus techos de dos aguas. Algunos atractivos del pueblo son la Parroquia de San Antonio de Padua con su singular estructura, las pilas de agua con sus propias leyendas y restaurantes como el Árbol de la Culebra donde puedes probar borrego al pastor. Uno de los atractivos más llamativos son Las Piedrotas o el Valle de los Enigmas con formaciones rocosas surreales, así como Los Frailes. Además, desde el este pueblo se ha convertido en una de las paradas principales de la Copa Mundial de Parapente.
¿Cómo llegar? Puedes utilizar los autobuses de la línea Sur de Jalisco que salen de la terminal vieja.
Lagos de Moreno
El lugar cuenta con una importante riqueza histórica y patrimonial debido a su posición estratégica como parte de la Ruta de la Plata y del antiguo Camino Real de Tierra Adentro. En el centro histórico se encuentra la espectacular Parroquia de la Asunción, el Museo de Arte Sacro con un notorio acervo cultural y la Rinconada de las Capuchinas. Otros templos notorios son el Templo del Calvario, declarado Patrimonio Cultural de la Humanidad por la UNESCO y el Templo del Rosario donde descansa José Rosas Moreno. Para comer, encontrarás tortas de chicharrón, pacholas, mole de arroz y birria.
¿Cómo llegar? Las líneas de Primera Plus, Omnibús de México y Omnibús de Oriente son algunas opciones para llegar en autobús.
Mascota
Este pueblo mágico cuenta con grandes casonas y haciendas que le brindan un aire provincial. En este lugar se encuentra el Yacimiento Arqueológico El Pantano de modo que algunas de las piezas descubiertas se exhiben en el Museo de Arqueología, mientras que en el Museo de Piedra El Pedregal se encuentra una interesante colección de objetos tallados en piedra. Si deseas conocer más acerca de su pasado histórico puedes visitar el Museo del Maestro Raúl Rodríguez Peña, por otro lado el Museo de la Raicilla ofrece un interesante recorrido en torno a este destilado. Además, en esta temporada puedes apreciar el Viacrucis que se realiza en las calles del pueblo.
¿Cómo llegar? Desde la terminal antigua puedes tomar la línea ATM Talpa - Mascota
Andrea Rodríguez y Luis Addams Torres. No.1125. 050419
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La muerte invadia todos los espacios, y la pequeña princesa no paraba de llorar sangre, desesperada huía de la oscuridad de aquel turbio pantano que no paraba de inundar su vida de desconsuelo y desgracia. Ciega de tristeza, tropezaba con cada piedra que se encontraba a su alrededor, sus piecitos de cristal ya no soportaban más rudeza y su frágil corazón latía más despacio a cada paso que daba. Cuando creyó no poder más, se dejó caer suavemente en aquel frío piso de barro y espinas que solo terminaron de hundirla en más tormento y calvario. A pesar de todo, ahí seguía su harapiento corazón, latiendo suave pero sin rendirse. Fue entonces que comprendió que no podía darse por vencida mientras ese brillo, por más tenue que sea, siguiera bombeando sangre a todo su cuerpo. Con el manojo de fuerza que le quedaba saco las espinas de su cuerpo y lo abrazo con gusto a te amo. Ese pequeño gesto bastó para sanar poco a poco todas las heridas que aquel espacio turbulento y sombrío había impregnado en su delicada piel, y lo transformó en su antídoto por excelencia, para seguir tropezando, pero nunca más sin aprender. . . . #escritos #pensamientos #inspiration #inspiracionpoetica #escritoreslatinos #modelpictures #modelsearch #modelphotography #modelswanted #modelscouts #model📷 #modellife #modeling #modele #creerescrear #merecesloquesueñas #coachingdevida #coaching (en Villa Gesell) https://www.instagram.com/p/BvJ_IlFnYlK/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=cxugvykurtqf
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