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#per chi suona la campana
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Per chi suona la campana.
Il suono delle campane non è necessario: abbiamo orologi e telefoni per sapere che ore sono da molto tempo: rappresenta solo disturbo della quiete pubblica e inquinamento acustico. I cristiani, in tutti questi millenni, devono ancora imparare cosa sia il Rispetto per gli altri.
Simbolicamente, il campanile serve a richiamare i 'fedeli'; non siamo tutti 'fedeli', non siamo tutti 'cristiani' e la fede non è un elemento indispensabile all'esistenza: quindi i 'cristiani' devono imparare a inviarsi via telefono, tra di loro, i 'messaggi di fede', senza disturbare terzi, in alcun modo.
Il cristianesimo non è un'educazione, ma una maleducazione - e non si smentisce mai il 'fedele' col suo comportamento maleducato: nessuno vieta ad alcuno di professare la propria religione, ma il Rispetto per chi non ne vuole saperne del cristianesimo, delle sue attività, ci deve essere - campane comprese, da spegnere.
Nella quotidiana Inciviltà cattolica in cui la politica italiana ci costringe a vivere, c'è per un buon rovescio della medaglia da cogliere.
È stato triste vedere l'omofobo, misogino, cattolico anziano che abita difronte - malato, quasi infermo - farsi accompagnare dai figli, tutto felice, per andare a votare un presidente, un partito di destra omofobi, misogini, razzisti; ma il rovescio è che, ben presto, in un Paese sovrappopolato da ultra sessantacinquenni conservatori, la campana suonerà per loro - e con quei vecchi morirà l'ultimo strato gretto della nostra società, senza ricambio.
Grazie ad Internet, la Cultura arriva ovunque: anche nelle isolate capanne; anche sullo schermo di un adolescente italiano che 'giochi' coi social a fare l'influencer. Ci sono decine di canali YouTube anticlericali, contro ogni dogma. Il Progresso non si può fermare.
Con la morte degli anziani, di coloro che più hanno risentito e diffuso il bigottismo cattolico, il cattolicesimo andrà in totale crisi: verrà a mancare anche il sostegno politico ai partiti di destra: di chi voleva che la moralità cattolica resistesse, e con essa rimanesse il 'diritto' di ledere.
Puoi lottare pure per cercare che le campane cristiane disturbino ancora: che la moralità Incivile cattolica resista; ma il futuro è già segnato: non c'è un ricambio generazionale; ai giovani italiani, che sono pure pochi, non interessano le pretese degli sciamani della chiesa cattolica.
Non c'è nulla di cui essere contenti nell'avere un presidente del consiglio donna, perché lo è solo nell'aspetto esteriore, per il resto, recita la parte del più gretto uomo dai disvalori patriarcali, e a fermarlo c'è la prospettiva d'un Paese pieno di conservatori, col piede nella fossa.
L'unico motivo valido per tenere ancora le campane cristiane attive sta in quel lento scandire dei funerali, in cui si annuncia la felice, attesa, morte della gerontocrazia per consunzione - e il Progresso avanza, Inesorabile; non per presa di Coscienza, ma perché i conservatori muoiono.
Sarebbe auspicabile poter assistere ad un Progresso Sociale, in Italia, avvenuto per presa di Coscienza anche dei più anziani; ma nell'evidente impossibilità che ciò avvenga, i funerali degli anziani patriarchi diventano il miglior momento vissuto in un Paese, da festeggiare.
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pazzoincasamatta · 2 years
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per chi spara il cannone?
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surfer-osa · 3 months
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E fu così che tenendo la gonna con le mani salì in carrozza. Si fece strada sotto al diluvio per andare ad assistere il padre anziano nella sua piccola dimora valtrumplina. Come carico prezioso portava lasagne con ragù di tempeh: il lato positivo dell'avere un genitore con la demenza è che puoi veganizzarlo senza particolari resistenze per fargli espiare anni di caccia e sterminio di qualsiasi specie animale.
Sorry not sorry dad.
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angelap3 · 3 months
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......STUPENDA 🤗...
Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. "Che cibo ci sarà?" - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi.
Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - "C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!"
Il pollo alzò la testa e disse: "Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto." Il topolino andò dal maiale dicendogli, "C'è la trappola per topi in casa! C'è la trappola per topi in casa!
" Il maiale con empatia disse: -"mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere." Il topolino allora andò dalla mucca: -"C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!"
La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba." Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola.
Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola.
Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta.
Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l'ingrediente principale della zuppa.
La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino.
La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza.
La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio.
Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda.
"Quando senti suonare la campana
non chiederti per chi suona.
Essa suona anche per te".
.......
(Ernest Hemingway)
foto del web
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La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te.
Ernest Hemingway
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crazy-so-na-sega · 9 months
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IL TOPOLINO
Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. “Che cibo ci sarà?” – si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: – “C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” Il pollo alzò la testa e disse: “Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto.” Il topolino andò dal maiale dicendogli, “C’è la trappola per topi in casa! C’è la trappola per topi in casa!” Il maiale con empatia disse: -“Mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c’è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere.” Il topolino allora andò dalla mucca: -“C’è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba". Quindi, il topolino tornò a casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello d'una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino s'alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio non vide che era un serpente bloccato nella trappola per la coda. Il serpente morse la moglie del contadino che dovette portare d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno nella cultura contadina la febbre si cura co una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino uscì col suo coltellone nel pollaio... La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con molta tristezza. La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. "Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te"."
-Ernest Hemingway
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fiorenellanotte · 2 months
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“Se tu non mi ami, non importa, sono in grado di amare per tutti e due”.
(Ernest Hemingway, Per chi suona la campana)
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cywo-61 · 12 days
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A rifletterci bene, i migliori sono sempre allegri. È molto meglio essere allegri, ed è anche il segno di qualche cosa: è come avere l’immortalità mentre si è ancora vivi. Una cosa complicata. Ma non ne sono rimasti molti, no, di tipi allegri; non ne sono rimasti molti. Ce ne sono rimasti maledettamente pochi.
Ernest Hemingway, Per chi suona la Campana.
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Essere ottimista e allegra è il mio modo di affrontare la vita, anche nei momenti peggiori la battuta e l'ironia non mi manca. Non è superficialità ma sopravvivenza. Anche con il cuore a pezzi e le lacrime trattenute cerco di tirare su il morale, di andare controcorrente e non arrendermi. Per le lacrime c'è spazio nella solitudine.
cywo
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0ssim0r0 · 2 years
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DEDICATA A TUTTI. Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. "Che cibo ci sarà?" - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - "C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" Il pollo alzò la testa e disse: "Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto." Il topolino andò dal maiale dicendogli, "C'è la trappola per topi in casa! C'è la trappola per topi in casa!" Il maiale con empatia disse: -"mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere." Il topolino allora andò dalla mucca: -"C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba." Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l'ingrediente principale della zuppa. La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza. La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. "Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te".
Ernest Hemingway
Web
Ossimoro
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ma-pi-ma · 2 years
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È più facile vivere sotto un regime che combatterlo.
Ernest Hemingway, da Per chi suona la campana
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La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te.
Ernest Hemingway
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musicaintesta · 2 years
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Il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso.
Ernest Hemingway, Per chi suona la campana
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tma-traduzioni · 2 years
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MAG171 - ########-11 - Il Giardiniere
[Episodio precedente]
[EXT. un giardino, nel dominio di Jared Hopworth]
[CLICK]
[Degli uccellini cinguettano felici. Sembra sotto ogni aspetto una giornata meravigliosa]
[Qualcuno geme per il dolore]
[Sentiamo dei rumori di vestiti, di passi, poi:]
ARCHIVISTA
Non. Toccare. Niente.
MARTIN
Non avevo intenzione di farlo.
[Fa un ‘heh’ alla fine]
MARTIN
Sono ancora… vivi?
ARCHIVISTA
Più o meno. Di sicuro sono ancora senzienti. Ma non solo che il compost. Il vaso da cui gli alberi crescono.
[Mentre parla un’altra voce geme]
[Gli uccelli continuano a cinguettare]
MARTIN
Non pensavo ci fossero così tante ossa nel corpo umano.
ARCHIVISTA
(una mezza risata) A cose normali non ci sono. (espira) Ci vuole un giardiniere esperto per farle crescere così. I riccioli, gli intrecci che grondano di collagene e midollo.
[Qualcosa si sposta - nel terreno?]
ARCHIVISTA
Ci vuole devozione –
MARTIN
Jon.
[Breve pausa]
ARCHIVISTA
S-Scusa.
MARTIN
Sembra quasi che pensi che siano belli.
[Più passi]
ARCHIVISTA
Tu no?
[Qualcosa cigola o si spezza]
MARTIN
Lui è qui?
ARCHIVISTA
(inspira) Proprio qui davanti.
[Qualcun altro urla. Gli uccelli sono più felici che mai. E, mentre si avvicinano, si sente qualcuno fischiettare, una melodia allegra]
[È Jared Hopworth]
JARED HOPWORTH
(A una delle sue persone-piante) Guarda.
[Fa una serie di ‘Tch’ di disapprovazione. Lo si può praticamente sentire scuotere la testa.]
JARED
È come se tu stessi cercando di crescere brutto. Così non va. Sei migliore di così.
[La pianta-persona si lamenta di nuovo]
JARED
Non preoccuparti amico; nessun danno. Basta una potatura e tornerai a posto.
[Taglia qualcosa. La persona-pianta urla]
[Jared gli fa Shhh mentre continua a tagliare. La persona inizia a piangere, sopra dei suoni di carne. Dell’acqua gorgoglia]
JARED
[Nessun problema] Dovrebbe rimetterti a posto. Presto sarai come nuovo.
[La persona-pianta continua a piangere silenziosamente in sottofondo]
JARED
Migliore, addirittura. Devi solo - guardarti dentro e - sentire davvero quella paura. Lascia che guidi come cresci. La sentirai nelle tue -
[Si ferma, ridacchia]
JARED
Ossa.
[E poi inizia a ridere di cuore, la persona ancora chiaramente agonizzante in sottofondo]
[Qualcosa si sposta, e inizia a fischiettare di nuovo, spostando quella che sembra una carriola di metallo finché -]
ARCHIVISTA
Jared Hopworth.
[Il fischiettare si interrompe. La carriola - o qualsiasi cosa sia - si ferma. Jared l’appoggia a terra]
JARED
Certo. Perché no? Se ti aggrappi ancora così saldamente ai nomi.
ARCHIVISTA
Sai perché sono qui?
[In sottofondo, sentiamo il tintinnio leggero di una campana, o delle campanelle a vento, e qualche vago lamento quà e là]
JARED
Posso indovinare. C’è voluto un po’ a capire quale era la costola che faceva male, ma quando ci sono riuscito - beh. Ovviamente. (sposta la carriola) Perché non dovresti rivolerla?
ARCHIVISTA
(espira, quasi una risata) È troppo tardi per questo ormai.
JARED
Non proprio. Ma - è uguale.
[Una pausa]
JARED
(Sprezzante) Oh, e questo chi è? Il tuo ragazzo?
[Chiaramente un insulto]
MARTIN
Um –
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Sì, a dire il vero.
JARED
(Ah!) Oh. Hm.
[In sottofondo, suona un flauto stonato]
JARED
Allora c’è la possibilità che questo non finisce con me morto? Credo che questo sia l’ordine del giorno se sei qui. A meno che non sei qui per annusare i fiori.
[Suono di campanelle a vento]
ARCHIVISTA
No. Non posso lasciarti continuare così.
Cosa è successo, Jared? Pensavo tu lavorassi solo con i volontari.
JARED
Cosa? Chi lo dice? (Se ne rende conto) Ohhh, la palestra! Ha! Voglio dire, sì, volevano cambiare, ma erano comunque terrorizzati. Prima di quello che gli avrei fatto, poi di quello che sarebbe successo se il mondo non fosse stato pronto per i loro bellissimi nuovi corpi.
Non che lo facessi per la bontà nel mio cuore.
[Ridacchia]
JARED
Cuori.
Comunque. Volontari. Non volontari. Non funziona più così, no? Te ne sei assicurato tu.
MARTIN
Non è - giusto.
JARED
E allora?
MARTIN
Io – Io – Mm, uh –
JARED
[Infatti] Non è che adesso faccia alcuna differenza, no?
ARCHIVISTA
No. No, non la fa.
[Jared fa un ‘pffft’ delle cose schioccano - sta senza dubbio rimodellando il suo corpo]
MARTIN
(ah!) O-kay.
JARED
Già. Allora lo facciamo o no? Penso di poter assestare qualche bel colpo prima di andarmene. Vi lascerò qualcosa per ricordarmi.
ARCHIVISTA
(Serio) No, non lo farai.
[Jared fa una risata]
JARED
No, forse no. Ma uno deve provare, giusto?
MARTIN
No perfavore.
JARED
Che?
MARTIN
Hai già lasciato il tuo segno.
[Jared si ferma, sorpreso. Poi ride di nuovo]
JARED
Va bene. Consideralo un favore. Ma voglio qualcosa in cambio. Prima che lo faccia.
[Ciaf.]
MARTIN
Um –
ARCHIVISTA
Va bene. Sentiamo.
JARED
Fai ancora la cosa dove parli? Sai, bevi tutti la paura e la risputi fuori?
ARCHIVISTA
Più o meno, sì.
JARED
Okay. Beh, mi piacerebbe sentire del mio giardino.
[Una pausa]
ARCHIVISTA
Okay.
MARTIN
Guarda, se è un tranello di qualche genere -
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Non lo è.
[Rumore bagnato e graffiante mentre Jared cambia]
JARED
Non agitarti, piccoletto. Penso solo sarebbe bello, tutto qui.
[Pausa, gli uccelli cinguettano]
[E le statiche crescono]
ARCHIVISTA (Dichiarazione)
Note per la coltivazione della Fuertisium reese. Comunemente nota come Orchidea-Fior-di-cartilagine.
[Come l’Archivista inizia la dichiarazione, la sua voce assume il tono da documentario sulla natura, o delle note scientifiche]
[In sottofondo alla dichiarazione, sentiamo i rumori di carne che possono accompagnare la crescita di uno degli affari pianta-persona]
Un esemplare comune in ogni giardino letale, i petali bellissimi che spuntano dagli steli della Fior-di-cartilagine sono di sicuro drammatici, allungati e tesi come sono in un vortice di rossi e rosa e marroni attorno al panna chiaro di un fusto osseo.
Anche se le condizioni adeguate per lo sviluppo possono essere difficili da raggiungere alla perfezione, è necessaria cautela, in quanto – dovesse essere creato un ambiente ideale – questa pianta può crescere e crescere e crescere.
[Cigolio]
Il terreno dovrebbe essere preparato in anticipo, un miscuglio ricco e terroso di insicurezza e odio per sé stessi che permette alle radici di ripiegarsi e contorcersi liberamente. La temperatura dovrebbe essere tenuta costante, il calore umido di condizionatori che non riescono a sostenere la trasudazione di una dozzina di corpi che sforzano troppo, mentre le luci devono essere mantenute forti e fluorescenti.
Controintuitivamente, la crescita è più efficiente quando l’orchidea soffre una forte disidratazione, e è di vitale importanza che le radici aeree vengano complimentate raramente, e solo per l’apparenza e la crescita dei fiori.
Soprattutto, la paura più profonda deve attraversare tutto quello con cui l’Orchidea-Fior-di-cartilagine è alimentata: che non è abbastanza. Che le sue inadeguatezze sono intrise in profondità nella sua carne, e che deve sempre e per sempre essere di più.
Questa paura mai ammessa può essere vista nei reticoli che creano un effetto marmoreo sui petali insanguinati di una Fior-di-cartilagine ben curata mentre si espande e si gonfia e cresce fino a raggiungere il suo pieno e bulboso potenziale.
Mai lasciarle credere di essere abbastanza, e continuare sempre ad assicurare al corpo che è certo che deve ottenere l’impossibile, estesa confusione in cui si contorcerà senza fine finché non dominerà il vostro giardino solo con la sua massa impossibile e bellissima.
Anche se ci fossero specchi in questo luogo, Resee probabilmente non riuscirebbe a riconoscersi. Non a causa di qualcosa che un tempo sarebbe stato riconoscibile come un corpo umano è da tempo sbocciato in fiori sinuosi e muscoli e pelle aperta, ma perché – se si dovesse vedere, l’unica immagine nella sua mente sarebbe la versione di lui che aveva così tanta paura di essere.
E l’Orchidea-Fior-di-cartilagine cresce.
Le agonie di questa orchidea macchiata di sangue sono visibilmente squisite mentre continua a spingere con volontà e sforzo la sua forma fisica oltre ogni confine riconoscibile di dolore e ansia tremante finché non svetta nel vostro giardino, facendo gocciolare sangue e sudore amaro.
[Ciaf]
Note per la coltivazione della Gristleium patricia. Comunemente nota come la Rosa di Ossa.
[Altri ciaf]
Mentre l’Orchidea Fiori di Cartilagine potrebbe essere la pianta più vistosa delle piante che troverete nel giardino letale, la Rosa di Ossa è forse la più delicata.
Sottile e fragile, è costantemente sul punto di collassare sotto il suo stesso peso, anche se i suoi steli ossificati si uniscono e si intrecciano in un disperato bisogno di prossimità.
Il terreno per la Rosa di Ossa deve essere attentamente marcito, una fanghiglia di romanticismo sciupato, diventato tossico e annacquato da un incerto desiderio che si avvolge sulle radici e la nutre con un singolo, costante pensiero pulsante, un istinto che nutre ogni cellula dentro la rosa:
Per essere desiderata, devi essere meno.
La temperatura dovrebbe essere mantenuta fredda per lo sviluppo ottimale, il gelo del rifiuto, di sguardi ostili e di pietà lanciati a un corpo detestato. Un freddo che avanza lungo le ossa e sferza il gelo crudele contro il centro del fiore.
La luce dovrebbe essere incessante, permettendo che ogni imperfezione e segno e curvatura sia fissata e distorta e fissata.
Con questa preparazione, la Rosa di Ossa arriverà ad avere una paura grottesca della sua stessa carne, della pelle e del grasso e tutto ciò che rende un corpo presente. Si dilanierà e patirà la fame finché non rimane niente se non ossa, le ossa affamate così desiderose di essere toccate, di essere strette. Di essere desiderate.
Patricia finalmente è bella, così affilata e fine e dura. I suoi angoli e la sua totalità bianco panna è il centro del giardino che tutti possono ammirare. Ma lei si sforza e trema e teme che il vento che spinge e piega la rigidità cedevole delle ossa.
Serve ogni goccia della sua forza per tenersi sollevata, per non collassare in un mucchio di femori scheggiati e costole rotte. Non c’è un istante della sua nuova esistenza che non è uno sforzo tremante e terrorizzato.
È bella. E non può permettersi di perderlo a nessun costo. Non può spezzarsi nella bruttezza della carne un’altra volta.
La Rosa di Ossa, se coltivata correttamente, sarà un pezzo centrale pieno di paura e bellissimo per un giardino letale ben curato.
Note per la coltivazione della Cicadium leopold. Comunemente noto come il Tulipano Mutilato.
Ai bordi del giardino letale, se uno è fortunato, può trovare il raro Tulipano Mutilato, l’orgoglio di ogni giardiniere diligente.
Anche se piuttosto facile da coltivare fino a una piccola dimensione con l’applicazione casuale di un po’ di insicurezze, creare un vero capolavoro di carne intagliata e staccata e scolpita richiede una coltivazione lunga e impegnativa.
Assicurarsi un bocciolo davvero grottesco, una fioritura elegante e aggraziata, sta più nella potatura che nella preparazione.
Il terreno può essere uno qualsiasi impastato con l’ostilità al valore di sé, e la luce e la temperatura devono solo essere tenute a un livello tale da permettere l’appropriata crescita di un’ossessione.
Un’ossessione, per il cambiare e tagliare via sé stessi, che dallo stelo alla radice al petalo taglia e spezza e s’infila in configurazioni e forme sempre nuove, ognuna con un nuovo apice di simmetria repulsiva e perfezione da voltastomaco.
Una perfezione ricercata nelle lame e nelle cesoie del giardiniere. Tutta la tensione data dal suo dimenare selvaggiamente le radici, che scavano felici in una forma annodata e piegata e si fanno a pezzi.
La crescita del Tulipano Mutilato fa meno affidamento rispetto agli altri fiori sulla paura costante di loro stessi, sul terrore affilato e appuntito di una forma disgustosa da vedere.
Invece, quel che deve essere alimentato e cresciuto e annacquato è il timore in agguato e mordente di non raggiungere quel che potrebbe essere. Al culmine glorioso e finale di quello che un giorno un corpo potrebbe arrivare ad essere, la perfezione che retrocede continuamente si trova sempre sulla lama del rasoio.
Ma anche un altro timore deve crescere con il fiore: non della perfezione da inseguire, ma della putrefazione a cui sfuggire. I segni opachi corrugati e ingrigiti della mortalità in avvicinamento, di un corpo che cerca di trasformare tutto quel che ha il tuo aspetto in una parodia ammuffita.
E il tagliare spaventato e il pugnalarsi disperato che non sono più una ricerca della promessa dorata di una bellezza eterna, ma un tentativo pieno di lacrime di caricare di nuovo una molla che si allenta sempre più con ogni scatto delle lancette.
Leopold è consapevole di cosa è diventato, della caricatura spasmante e sanguinante di un corpo umano che abita, delle strisce di sé che sono potate e spezzate e intrecciate in petali stupefacenti.
Ma per quanto abbia paura fino alle sue radici della prossima forma in cui lo taglieranno le cesoie, ha ancor di più paura della stagnazione in diffusione che si muove attraverso la sua pelle come marciume, l’inizio di un declino che può solo essere rimandato dai tormenti dell’amputazione del suo giardiniere.
Piangerebbe, ma non ha più idea di dove siano i suoi condotti lacrimali.
Anche se inizialmente un fiore molto impegnativo da crescere, un ben curato Tulipano Mutilato può innalzarsi come un testamento dilaniato e miserabile dell’abilità del giardiniere, specialmente se portato con successo al punto dove inizia a operarsi e a dissezionarsi da solo.
Note per la coltivazione della Sopranium maeve. Comunemente nota come Giglio dei Dannati.
Mentre è un fiore di cui è un po’ difficile procurarsi i semi, la coltivazione di un Giglio dei Dannati è un compito che richiede notevolmente poco al giardiniere, anche se, se deve essere un pezzo di spicco nel giardino letale, deve essere regolarmente tirato fuori ed esposto all’aria aperta.
Al Giglio dei Dannati si presta qualsiasi terreno, anche se alcuni sostengono che un terreno di consistenza ruvida e umida lo fa fiorire più in fretta. L’aspetto importante da ricordare è di non permettere mai al giglio di dimenticarsi della sua esistenza fisica.
La temperatura può essere calda o fredda pertanto che rimanga sgradevole, e i livelli di luce devono essere alti solo se la preoccupazione della preoccupazione del corpo ha una componente visiva.
Cosa più importante, l’assenza di qualsiasi trascendenza o morte dovrebbe sempre essere enfatizzata quando si annaffia o si pota.
Spiritualità. Aldilà. Transumanizzazione, religione – tutto deve essere brutalmente ignorato o preso in giro, tutte le volte con la chiara conclusione che la carne dalla quale il giglio fiorisce è l’unica forma che mai avrà.
I fiori che spuntano dal Giglio dei Dannati sono… meno prevedibili di quelli degli altri abitanti del giardino letale, essendo nere formazioni casuali di fluidi calcificati e sinuosi nervi sospesi.
Possono crescere molto velocemente, ma non rischiano di dominare su nessuna composizione, in quanto per natura tenteranno di rintanarsi sotto terra, nascondendo l’esistenza dolorosa che li spaventa così tanto da chiunque possa vederli, inclusi loro stessi.
Periodicamente, se desiderate mostrare e far crescere il vostro giglio al suo meglio, dovete afferrare qualsiasi parte rimanga sopra il terreno e tirare, portandolo all’aria aperta.
Usate quanta forza avete a disposizione senza preoccuparvi di rimuoverlo del tutto. Le radici del giglio sono profonde, e possono sopportare quasi ogni tentativo di essere dissotterrate.
[Crescono spezzandosi e arrotolandosi]
Questo è l’incubo di Mave. Non esiste un’altra parola per descriverlo. Essere intrappolata, immobile, all’interno del corpo che l’ha tradita così tante volte, sentendo ogni sensazione mentre cresce e si ripiega e germoglia, senza mai sapere quale nuova mutilazione verrà a farle visita.
È addirittura incapace di nascondersi. Non c’è promessa del sonno pacifico dei morti innocenti, né del sogno di una fuga digitale dall’inferno che il suo corpo è diventato. Lei è qui, ed è intrappolata nella stessa soffice prigione di pelle che ha sempre odiato.
Anche se non sarà mai un pezzo centrale per un giardino letale, il Giglio dei Dannati è una scelta popolare tra i giardinieri che sperimentano, in quanto la sua natura quasi indistruttibile dà loro l’opportunità di esercitare una discreta quantità di creatività nella sua coltivazione.
Il giardino letale cresce e si contorce e grida e sanguina. È amato dalle mani che lo curano, ma quell’amore non semina che miseria e paura.
È il peggior posto ad essere mai stato bello, e non dovrebbe esistere.
[Le statiche iniziano ad aumentare in sottofondo. Ci sono scricchiolii e rumori di spostamenti interni]
[Jared fa un respiro profondo. Poi espira tremante]
JARED
Grazie.
ARCHIVISTA
No.
MARTIN
Jon, stai - bene?
ARCHIVISTA
Sì. Um, uh – Scusa.
JARED
È davvero così orribile? Vedere quel che ho fatto qui?
O - (heh) forse sotto sotto, pensi che sia bello come faccio io?
ARCHIVISTA
(di scatto) Zitto!
JARED
È un peccato. Chi si prenderà cura del giardino quando non ci sarò più? Ce ne sono alcune davvero carine.
[Campanelle a vento in sottofondo]
JARED
Chissà. Forse lasceranno la terra e inizieranno a portarsi da sole. Sarebbe bello.
Oppure, forse crescerà solo senza controllo.
[Lo strato più basso delle statiche dell'Archivista sembra farsi strada]
ARCHIVISTA
Non mi. Importa.
JARED
No. Non ti importa, vero?
[Campanelle a vento]
ARCHIVISTA
Io non posso. Ce ne sono troppi. Non posso salvarli tutti. (un suono leggero) Non posso salvare nessuno.
JARED
Se lo dici tu. (una pausa) Allora. Credo che questo non lasci che la vendetta, dunque, no?
Non posso dire che te ne faccio una colpa. Questa è la vita, vero, no? Solo persone che si usano a vicenda.
ARCHIVISTA
(Con disprezzo) Risparmiami la tua rozza filosofia.
[Un rumore in lontananza. Le statiche iniziano a crescere]
JARED
(al giardino) Crescete bene, miei tesori. Crescete bene.
ARCHIVISTA
(a denti stretti) Sentilo.
[Un suono simile a un grattare, ma lontano]
ARCHIVISTA
Senti il terrore e la disperazione mentre il tuo giardino cresce.
[Mentre parla, Jared inizia a fare strani suoni gorgoglianti, il suo corpo inizia a cambiare e a fare rumori bagnati]
ARCHIVISTA
(Intenso) Lascialo scorrere attraverso di te e fiorire.
[Jared continua a fare rumori. Le parole dell’Archivista iniziano a glicciare]
ARCHIVISTA
Solo persone, che si usano a vicenda. Perenne Osservatore, volgi il tuo sguardo su questa cosa e bevi. Quanto. Ti. Spetta.
[Jared emette un lamento, basso e profondo, e il leggero glitch si fa più intenso, trasformandosi in quello che ha distrutto il Non!Sasha e Jude Perry prima di lui]
[E poi, dopo un’ultima nota bassa - è finita. L'Archivista cerca di riprendere il fiato, ma –]
MARTIN
(Preoccupato) Jon?
ARCHIVISTA
Sono qui.
MARTIN
Stai bene?
[Una delle persone-pianta geme in sottofondo]
ARCHIVISTA
Sto –
[Si lamenta di nuovo]
ARCHIVISTA
(non benissimo) benissimo. Tu?
MARTIN
(quasi ridendo) Pensavo davvero che questa sarebbe stata molto più sporca.
ARCHIVISTA
In che senso?
MARTIN
Beh cioé - lui è una cosa della - Carne, no? Pensavo sarebbe stato tutta carne e sangue e interiora e roba varia.
ARCHIVISTA
(quasi ridendo) A quanto pare no.
MARTIN
Non ha nemmeno opposto resistenza.
ARCHIVISTA
No.
[Un altra persona-pianta in sottofondo si lamenta, più suoni umidi. Un passo nel terreno]
MARTIN
E adesso cosa?
ARCHIVISTA
Andiamo avanti, direi.
MARTIN
Già.
[L’Archivsta si mette lo zaino in spalla, si prepara a ripartire]
MARTIN
Jon!
ARCHIVISTA
Sì?
MARTIN
Devo chiederti qualcosa.
ARCHIVISTA
Okay.
MARTIN
Volevo chiedertelo. D-Da dopo l’incendio, a dire il vero? Ma, beh - c’è stata la casa e tutto il resto, ed è praticamente -
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Cos’è? Martin.
MARTIN
Perché non abbiamo dato la caccia al padrone dell’edificio? Nel condominio.
ARCHIVISTA
Arthur Nolan?
MARTIN
Sì. È ancora lì, no?
ARCHIVISTA
(quasi sospirando) Dopo Jude, gl, gli incendi - n,non volevo fartene passare altre.
MARTIN
(Sospira) Non farlo.
ARCHIVISTA
Cosa?
MARTIN
Non usarmi come scusa.
ARCHIVISTA
N-Non lo sto facendo. È solo - (inspira) non mi sembrava che ne valesse la pena. Non lo - odiavo come odiavo lei. (piccolo sospiro) Lui non mi ha mai fatto del male.
MARTIN
Ma tutte le persone là dentro.
ARCHIVISTA
Uccidere Nolan non l’avrebbe fermato. L’avrebbe lasciato - senza supervisione.
[Altri gemiti lamentosi in sottofondo. Martin fa ‘Hmm’]
[Un sospiro]
MARTIN
Jon – noi stiamo facendo del bene, vero? Rendiamo le cose migliori?
[Una piccolissima pausa]
ARCHIVISTA
Non so se sia mai stata un’opzione.
[CLICK]
[Traduzione di: Victoria]
[Episodio Successivo]
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Il topolino: racconto sulle conseguenze dell’indifferenza e dell’egoismo.
Attraverso il buchino del muro un topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. “Che cibo ci sarà?” si chiedeva il topolino.
Appena il pacchetto fu aperto il topino rimase sconvolto: era una trappola per topi!
Il topolino allora fece il giro della fattoria avvisando tutti: “C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!”
Il pollo alzò la testa e disse: “Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda, non mi preoccupa affatto!”
Il topolino andò dal maiale dicendogli: “C’è la trappola per topi in casa! C’è la trappola per topi in casa!” Il maiale con empatia disse: “Mi dispiace molto signor Topo, ma non c’è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere.”
Il topolino allora andò dalla mucca: “C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” La mucca disse: “Ohh… signor Topo, mi dispiace per te, ma a me non disturba.”
Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola.
Durante la notte sentirono uno strano rumore echeggiare per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso, con la coda bloccata nella trappola.
Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d’urgenza all’ospedale, con la febbre alta.
Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l’ingrediente principale della zuppa.
La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale.
Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale, tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti.
Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza.
La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda.
“Quando senti suonare la campana, non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te.”
- Morale del racconto
Questo breve racconto va a centrare alcuni temi cruciali delle relazioni umane e della natura egoistica che contraddistingue l’uomo medio.
Attraverso il personaggio del topolino, che cerca di avvertire gli altri animali della fattoria del pericolo rappresentato dalla trappola per topi, vediamo come le persone possano essere indifferenti o distanti rispetto alle sfide degli altri, a volte persino quando potrebbero essere coinvolte.
La reazione dei diversi animali alla notizia della trappola riflette una gamma di risposte umane comuni: l’indifferenza, l’empatia passiva e l’assunzione di responsabilità limitata.
La tragedia che segue evidenzia però come l’interconnessione delle nostre vite renda inevitabile che i problemi di uno possano alla fine coinvolgere tutti.
Il finale drammatico del racconto, con la morte della moglie del contadino e la catena di eventi che ne consegue, ci vuole trasmettere il concetto che ignorare le difficoltà degli altri può avere conseguenze devastanti. L’immagine del topolino guardando dalla sua tana con tristezza rappresenta il rimorso che possiamo provare quando non facciamo abbastanza per aiutare gli altri.
La citazione di Ernest Hemingway, “Quando senti suonare la campana, non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te,” riassume perfettamente il messaggio del racconto: i problemi degli altri non dovrebbero essere ignorati perché alla fine ci riguardano tutti. Prendersi cura l’uno dell’altro e offrire supporto reciproco è la necessaria solidarietà che in una civiltà evoluta deve diventare consuetudine.
Dovremmo, insomma, abbandonare la vecchia abitudine di pensare solo a “coltivare il nostro orticello” e ignorare tutto il resto, credendo che se nel nostro piccolo recinto va tutto bene, allora non c’è alcun problema. Presto o tardi, ci accorgeremo che non può funzionare così!
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daniela--anna · 5 months
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Today is just one of many, many days yet to come.
But maybe all those future days depend on what you do today.
Ernest Hemingway
"For Whom the Bell Tolls"
Oggi è solo uno dei tanti, tanti giorni che devono ancora venire. Ma forse tutti quei giorni futuri dipendono da ciò che fai oggi.
Ernest Hemingway
"Per chi suona la campana"
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olafoel · 2 years
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Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della terra.
Se una zolla viene portata dall’onda del mare, l’Europa non è diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una magione amica, o la tua stessa casa.
Ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te.
John Donne (1573 1651)
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