Tumgik
#piroghe
miniatdetective · 1 year
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Un buon posto dove atterrare ツ
𝐊𝐚𝐥𝐚𝐥𝐨𝐜𝐡 è un'area di villeggiatura all'interno dell'Olympic National Park, nella parte occidentale della contea di Jefferson (Washington, Stati Uniti).
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ll nome Kalaloch è deriva da Quinault, pronunciato Kq–â-lā'–ȯk, che significa un buon posto dove atterrare, lancio e atterraggio della canoa o atterraggio riparato. Il sito era uno dei pochi luoghi di atterraggio sicuri per le piroghe tra il fiume Quinault e il fiume Hoh.
Gli artefatti scoperti nel Parco nazionale, sono la prova che i primi esseri umani abitavano la penisola da 6.000 a 12.000 anni fa.
Oggi, otto tribù (Elwha Klallam, Hoh, Jamestown S'Klallam, Makah, Port Gamble, Quileute, Quinault, S'Klallam e Skokomish) vivono in riserve lungo le coste. Nel 1855 e nel 1856, le tribù della Penisola cedettero le loro terre e le loro acque al governo federale.
Nel 1889, Washington divenne uno stato; il presidente Grover Cleveland creò l'Olympic Forest Reserve nel 1897 (ribattezzata Olympic National Forest nel 1907). Becker utilizzò il legname fresato dei tronchi di legni riversati sulla spiaggia per costruire il lodge principale e le cabine.
Per preservare alcune delle terre forestali primordiali di Washington, nel 1938 il presidente Franklin D. Roosevelt designò 898.000 acri (363.000 ettari) come Parco nazionale; due anni dopo, il presidente Roosevelt aggiunse al parco 300 miglia quadrate (780 km 2 ).
Il presidente Harry S. Truman aggiunse 75 miglia (121 km) di deserto costiero al Parco nel 1953 (inclusa l'area di Kalaloch). Nel 1976, il Parco Nazionale Olimpico è stato designato Riserva Internazionale della Biosfera.
Il National Park Service acquistò la proprietà Becker nel 1978, chiamandola Kalaloch Lodge.
Il Parco nazionale è stato designato, nel 1981, come sito del patrimonio mondiale; nel 1988, il Congresso ha approvato la designazione del 95% del parco come Olympic Wilderness.
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Circa 73 miglia (117 km) di spiaggia nel Parco Nazionale Olimpico offrono opportunità di beachcombing; a Kalaloch, sette sentieri sulla spiaggia conducono a escursioni costiere e a Kalaloch Creek.
Le possibilità di pesca a Kalaloch includono: pesce persico, salmone e trota autoctona; con la bassa marea, si può scavare alla ricerca di cannolicchi.
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Aquile calve, tridattidi dalle zampe nere, svassi dalla gola rossa, scoter neri e pellicani bruni sono qui tra i maggiori avvistamenti; dalle scogliere di Kalaloch, si possono vedere balene grigie in migrazione, leoni marini, focene e foche del porto, lontre marine e orche.
Il National Park Service gestisce una stazione dei ranger nella zona, durante l'estate.
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storiearcheostorie · 2 years
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ARCHEOLOGIA / Scoperta a Copparo (Ferrara) una piroga databile tra le età del Rame e del Bronzo: è la più antica del territorio
#ARCHEOLOGIA / #Scoperta a #Copparo (#Ferrara) una piroga databile tra le età del #Rame e del #Bronzo: è la più antica del territorio I dettagli:
Un’antichissima piroga, databile al III millennio a.C. e quindi tra l’età del Rame e quella del Bronzo, è stata ritrovata a Copparo (Ferrara). L’imbarcazione monossile, ossia ricavata da un unico tronco d’albero, è la più antica del territorio. Nel Ferrarese sono state segnalate nel tempo almeno una ventina di piroghe, la maggior parte delle quali purtroppo non si è conservata o è andata…
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lamilanomagazine · 1 year
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“Una smodata passione per i coleotteri”: la nuova mostra temporanea al Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza. Venerdì 16 giugno l’inaugurazione con la conferenza “Entomologia Gabonica”
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“Una smodata passione per i coleotteri”: la nuova mostra temporanea al Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza. Venerdì 16 giugno l’inaugurazione con la conferenza “Entomologia Gabonica”. Il Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza, in Contrà Santa Corona, propone una nuova mostra temporanea. “Una smodata passione per i coleotteri: storie di insetti e di entomologi vicentini” sarà aperta dal 16 giugno 2023 16 giugno 2024 per raccontare al pubblico l’importanza e il fascino di un ordine d’insetti – quello dei Coleoptera – con la maggior biodiversità sul pianeta. Dalle coccinelle agli scarabei, passando per la dorifora e le lucciole, i coleotteri impressionano per le loro forme, i loro colori e le loro capacità sorprendenti. Organizzata con la collaborazione del Gruppo Naturalistico Archeologico degli Amici dei Musei, con il patrocinio di Regione del Veneto, Provincia di Vicenza, Accademia Olimpica, Fondazione Giuseppe Roi, va a sostituire la mostra “Palafitte e Piroghe del Lago di Fimon” che si è chiusa il 31 maggio. La mostra parlerà di studiosi e delle loro collezioni e soprattutto di coleotteri, da quelli dei Colli Berici a quelli tropicali, della loro biodiversità e importanza, del loro rapporto con l’uomo, della loro presenza nelle opere d’arte. Saranno esposti anche coleotteri interpretati da giovani studenti-artisti del liceo artistico Boscardin. Il Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza conserva preziose collezioni di insetti, fra le quali la collezione entomologica Faustino Cussigh di più di 26.000 esemplari principalmente di coleotteri del vicentino. Inoltre, dal 2021 è in corso il progetto Coleotteri dei Colli Berici che ha come obiettivo la pubblicazione di un libro con i dati aggiornati sulla biodiversità locale di questo gruppo di insetti. A questo è associato anche il progetto di scienza partecipata “citizen science” sulla piattaforma Inaturalist “Coleotteri dei Colli Berici”. Per fornire un adeguato livello di garanzia scientifico-museologica nella programmazione e gestione dell’iniziativa è stato nominato un Comitato scientifico composto da autorevoli studiosi ed esperti della materia: Roberto Battiston (Museo di Archeologia e Scienze Naturali “G. Zannato”, Montecchio Maggiore, Vicenza), entomologo, consulente scientifico; Armando Bernardelli (Museo Naturalistico Archeologico Vicenza, amministrazione); Silvano Biondi (Gruppo Naturalistico Archeologico degli Amici dei Musei di Vicenza), entomologo, curatore della mostra; Elena Canadelli (Università di Padova), consulente scientifica e museologica; Marialuisa Dal Cortivo (World Biodiversity Association), entomologa, consulente scientifica; Paolo Fontana (Fondazione Edmund Mach), entomologo, consulente scientifico; Viviana Frisone (Museo Naturalistico Archeologico Vicenza, conservatrice museale), organizzazione; Francesco Mezzalira (Gruppo Naturalistico Archeologico degli Amici dei Musei di Vicenza), naturalista, consulente scientifico, coordinamento. In occasione dell'inaugurazione, venerdì 16 giugno alle 18 nella sala dei chiostri di Santa Corona si terrà la conferenza “Entomologia Gabonica. Cinque spedizioni nelle foreste dell’Africa centrale”, a cura di Silvano Biondi, entomologo e curatore della mostra. Successivamente si potrà visitare l'esposizione. Allestimento a cura di Biosphaera scs. L’attività didattica alle scuole sarà curata dalla cooperativa Scatola Cultura scs. La mostra si potrà visitare durante l'orario di apertura del museo ed è compresa nel biglietto di ingresso.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ypsilonzeta1 · 1 year
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Æmilia ❤️
Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso,
una diga confusa, fanno tabula rasa
di noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa;
la casa ed i piedi in questa spianata
di sole che strozza la gola alle rane,
di nebbia compatta, scabrosa, stirata che sembra di pane,
ed una strada antica come l'uomo
marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo
e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri.
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati,
lagune e piroghe delle terramare,
guerrieri del Nord dai capelli gessati...
ne hai visti passare!
Emilia allungata fra l'olmo e il vigneto,
voltata a cercare quel mare mancante
e il monte Appennino rivela il segreto e diventa un gigante...
lungo la strada fra una piazza e un duomo,
hai messo al mondo questa specie d'uomo:
vero, aperto, finto, strano,
chiuso, anarchico, verdiano...
brutta razza, l'emiliano!
Emilia sognante fra l'oggi e il domani,
di cibo, motori, di lusso e balere,
Emilia di facce, di grida, di mani,
sarà un grande piacere
vedere in futuro, da un mondo lontano,
quaggiù sulla terra una macchia di verde
e sentire il mio cuore che batte più piano e là dentro si perde...
...passeggia un cane e abbaia al vento un uomo...
Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi,
si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza,
fari per chilometri ti accecano testardi,
ma io sento che hai pazienza, dovrai ancora sopportarci…
Francesco Guccini
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ochoislas · 2 years
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BARCAS SOBRE EL MARNE
Felicidad del corcho abandonado en la corriente que deslíe en redor de puente inverso y plenilunio que el sol empalidece: ágiles barcas en el río estival y rumor estancado de la urbe. Costea el prado a remo si te alcanza con su red cazador de mariposas, sobre el muro arboleda cuya sangre de drago se desdobla en bermellón.
Voces sobre el río, en la riba traques, o escandir compasado de canoas en véspero que filtra melena de nogales, pero dónde queda el séquito lento de estaciones que fue albor infinito sin derrotas, dónde la larga espera, y cuál el nombre del vacío que nos gana.
Tal es el sueño: un vasto día inacabado que reverbera entre taludes, casi inerte, su esplendor buena obra humana desvelando a todos, el mañana embozado que no aterra. Más entrañaba el sueño, mas su copia quieta sobre agua en fuga, bajo el nido del pialero, inasequible, lieve, era exaltado silencio en el grito concorde de la siesta, y una mañana más larga era la tarde, vasto leudo era vasto reposo.                                Aquí... el color remiso es de la rata que ha saltado entre las cañas o, con su deletéreo roción metálico, estornino que huye tras humos de la riba.                                      Otro día, repites... ¿o si no, qué? ¿dónde guía tal boca que resurte solamente un chorro?                   Hete la tarde. Ya podemos descender hasta que el Carro se alumbre.
(Barcas sobre el Marne, domingueras, compiten en tu día festivo.)
*
BARCHE SULLA MARNA
Felicità del sùghero abbandonato alla corrente che stempra attorno i ponti rovesciati e il plenilunio pallido nel sole: barche sul fiume, agili nell'estate e un murmure stagnante di città. Segui coi remi il prato se il cacciatore di farfalle vi giunge con la sua rete, l'alberaia sul muro dove il sangue del drago si ripete nel cinabro.
Voci sul fiume, scoppi dalle rive, o ritmico scandire di piroghe nel vespero che cola tra le chiome dei noci, ma dov'è la lenta processione di stagioni che fu un'alba infinita e senza strade, dov 'è la lunga attesa e qual è il nome del vuoto che ci invade.
Il sogno è questo : un vasto, interminato giorno che rifonde tra gli argini, quasi immobile, il suo bagliore e ad ogni svolta il buon lavoro dell'uomo, il domani velato che non fa orrore. E altro ancora era il sogno, ma il suo riflesso fermo sull'acqua in fuga, sotto il nido del pendol ino, aereo e inaccessibile, era silenzio altissimo nel grido concorde del meriggio ed un mattino più lungo era la sera, il gran fermento era grande riposo.                                Qui . . . il colore che resiste è del topo che ha saltato tra i giunchi o col suo spruzzo di metallo velenoso, lo storno che sparisce tra i fumi della riva.                                   Un altro giorno, ripeti— o che ripeti? E dove porta questa bocca che brùlica in un getto solo?         La sera è questa. Ora possiamo scendere fino a che s'accenda l 'Orsa.
(Barche sulla Marna, domenicali , in corsa nel dì della tua festa).
Eugenio Montale
di-versión©ochoislas
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mazzait · 6 years
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7 Novembre: primo campo in Senegal.
Tappa N:        22                                                
Distanza : 86km; distanza progressiva: 2548km;   ora partenza: 7h, 04min;
tempo in movimento:  3h,23 min. Velocità media:25,4 km/h;  
totale salita:  350m; totale salita progressiva:  9366m;   totale discesa366 m  
Oggi si attraversa il confine con il Senegal, utilizzando il ferry per sul fiume senegal, perchè non c' è il ponte.
Notte tranquilla al campo, un bel po' di condensa e di sogni un po' agitati perchè Lunedì ho preso il Lariam e mi fa questo effetto la notte successiva, adesso lo so e non me ne preoccupo più
La giornata è corta come km ma può essere lunga come tempo: sono 75 km al confine e poi una decina per raggiungere il piazzale ( orribile!!) dove accamperemo per la notte.
Questa parte di Mauritania mi ricorda sempre più l' Etiopia: una bassa densità di casette/capanne/ tende lungo la strada, senza soluzione di continuità per i 70km, con una densità di piccole moschee impressionante: si parla, per le città italiane, dei 100 campanili qui occorrerebbe parlare delle 1000 moschee.
Anche ui un umanità ambulante che cammina incessantemente lungo la strada, è difficile guardare davanti o dietro e non vedere qualcuno in movimento, i bambini sono onnipresenti in quantità importanti ma, per adesso, non dimostrano l' aggressività tipica del Etiopia, almeno non ho ancora visto volare sassi o tentativi di infilare un bastone nei raggi delle ruote.
Il confine, ai due lati del fiume, è un bel casino di gente che ti vuole offrire servigi vari, facilitare il controllo passaporto, cambio moneta, vendita di un po' di tutto.
Arrivo al confine e riesco in fretta a farmi mettere il timbro di uscita dalla Mauritania e quindi mi aspetto di attraversare velocemente il fiume, o con il ferry oppure con una delle piroghe che fanno la spola avanti e indietro; invece mi tocca aspettare due ore prima di passare, quando ormai sono arrivati quasi tutti. In compenso il timbro di ingresso in Senegal è abbastanza rapido ma poi occorre aspettare che il nostro camion bagagli completi dogana ( potrebbero chiedere di aprire qualche borsone ed allora bisogna essere presenti) ma verso le 14 siamo nuovamente in marcia.
Qui vediamo subito molta agricoltura, canna da zucchero, e due grandi canali che costeggiano la strada e irrigano i campi, ma vediamo anche molti carretti con le ruote gommate trainati da cavallini, cosa mai vista in Mauritania.
La strada per quello che abbiamo fatto è perfetta, speriamo duri così almeno domani, poi sarà la battigia.
Come ho detto il campo è su uno spiazzo enorme, circondata da acque stagnati (  le zanzare arriveranno a milioni), senza un filo d' ombra, pomeriggio lungo e caldo, domani sarà sicuramente meglio.
Ho preso subito la sim telefonica del Senegal e sembra molto più efficiente che in Mauritania, magari riesco ad aggiornare il blog con maggiore frequenza.
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corallorosso · 7 years
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Dissi forse la Patagonia, e immaginavo una penisola, grande abbastanza per un paio di sedie a sdraio su cui dondolare nell’alta marea. Pensavo a noi in un freddo mozzafiato, davanti a un orizzonte tondo come una moneta, avvolti nell’intreccio del ripiglino che i gabbiani giocano dal mare fino al sole. Pensavo di aspettare finché le onde non si fossero addormentate dalla noia, finché gli ultimi cirripedi ancora aggrappati, preoccupati dal silenzio, non si fossero allontanati ai remi di piccole piroghe, finché quegli uccelli inquieti, le tue mani d’attore, non ti fossero caduti esausti in grembo, finché, finalmente, non ti fossi rivolto a me. Quando dissi Patagonia, volevo dire cieli vuoti di un blu che fa male. Volevo dire anni. Li volevo tutti con te. Kate Clanchy (foto wind and bradford for patagonia)
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karaz74 · 5 years
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Piroghe del VII secolo Conservate all'interno del Castello di San Martino della Vaneza a Cervarese Santa Croce 🏰🏰🏰🏰🏰🏰🏰🏰 #trovatopercaso #castello #castle #castelliitaliani #italiancastles #museo #beautiful #medieval #medievale #cervaresesantacroce #Padova #veneto #Italy #gita #italiadavedere #meraviglia #architettura #architecture #borgoantico #castellodisanmartinodellavaneza #collieuganei #piroga #legno #wood #imbarcazione (presso Castello Di San Martino Della Vaneza (Cervarese S. Croce)) https://www.instagram.com/p/B5DkmNwIeHD/?igshid=iuxzst02oh5d
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goodbearblind · 7 years
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12 ottobre 1492: Colombo sbarca in America…è l'inizio della fine di serenità e armonia per i popoli indigeni…
QUELLO CHE A SCUOLA NON TI INSEGNANO… La verità che a scuola non vi insegnano – La vera storia di un criminale chiamato Cristoforo Colombo Il Regno del Terrore di Colombo, come documentato da noti storici, fu così sanguinoso, il suo lascito così indicibilmente crudele.. Perché tutt’oggi continuiamo ad onorare questo criminale? Perché a scuola e nei libri di storia viene presentato come un eroe? STERMINI VOLUTAMENTE DIMENTICATI Ma se ci pensate, l’intero concetto della scoperta dell’America è, beh, arrogante. Dopo tutto, i nativi americani scoprirono il Nord America circa 14.000 anni prima che Colombo fosse nato! Sorprendentemente, la prova del DNA suggerisce ora che i coraggiosi avventurieri Polinesiani navigarono con delle piroghe attraverso il Pacifico e si stabilirono in America del Sud molto prima dei Vichinghi. In secondo luogo, Colombo non era un eroe. Quando mise piede sulla sabbia della spiaggia alle Bahamas il 12 Ottobre 1492, Cristoforo Colombo scoprì che le isole erano abitate da gente amichevole e pacifica che si chiamavano Lucayans, Taino e Arawak. Scrivendo il suo diario, Colombo disse che erano un popolo affascinante, intelligente e gentile. Egli osservò che i gentili Arawak furono eccezionali nella loro ospitalità. I NATIVI AMERICANI PACIFICI, SENZA PRIGIONI NE PRIGIONIERI ! ”Essi si offrivano di condividere con chiunque e quando si chiedeva qualcosa non dicevano mai di no”, diceva. Gli Arawak non possedevano armi; la loro società non aveva ne prigioni, né criminali né prigionieri. Erano così di buon cuore che Colombo annotava nel suo diario che il giorno in cui la Santa Maria naufragò, gli Arawak lavorarono per ore per salvare il suo carico e il suo equipaggio. I nativi furono così onesti che nessuna cosa sparì. Colombo fu così impressionato del duro lavoro di questi isolani gentili che confiscò immediatamente la loro terra per la Spagna e li ridusse in schiavitù per farli lavorare nelle sue brutali miniere d’oro. In soli due anni, 125.000 (la metà della popolazione), degli originali indigeni dell’isola erano morti. Se fossi un nativo americano, vorrei segnare il 12 ottobre nel mio calendario come il giorno più nero. Incredibilmente, Colombo supervisionò la vendita di ragazze native ridotte in schiavitù sessuale. Le ragazze giovani di 9 e 10 anni erano le più desiderate dagli uomini. Nel 1500 Colombo ne scrisse casualmente sul suo diario. E disse:”Un centinaio di castellanoes sono così facilmente ottenuti per una donna come per una fattoria ed è assai universale che ci siano molti commercianti che vanno in giro in cerca di ragazze, adesso c’è la richiesta di quelle da nove a dieci anni.” Egli forzò questi pacifici nativi a lavorare nelle sue miniere d’oro fino a quando non morivano di sfinimento. MASSACRI E VIOLENZE SENZA FINE ! Se un “Indiano” non consegnava l’intera sua quota di polvere d’oro alla scadenza data da Colombo, i soldati avrebbero tagliato le mani dell’uomo e gliele avrebbero annodate saldamente attorno al collo per divulgare il messaggio. La schiavitù era così insopportabile per questi dolci e gentili isolani che ad un certo punto 100 di loro commisero un suicidio di massa. Nel suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo, Colombo portò con sé cannoni e cani da attacco. Se un nativo resisteva alla schiavitù, gli si sarebbe tagliato via il naso o un orecchio. Se gli schiavi cercavano di scappare Colombo li bruciava vivi. Altre volte mandava cani d’assalto a dar loro la caccia, e i cani strappavano via braccia e gambe dei nativi urlanti mentre essi erano ancora vivi. Se gli spagnoli si trovavano a corto di carne per nutrire i propri cani, venivano uccisi bambini Arawak e usati come cibo per cani. Uno degli uomini di Colombo, Bartolome De Las Casas, fu così mortificato dalle brutali atrocità di Colombo contro i popoli nativi, che smise di lavorare per Colombo e diventò un sacerdote Cattolico. Egli descrisse come gli Spagnoli sotto il comando di Colombo “tagliavano le gambe dei bambini che correvano da loro, per testare il filo delle loro spade”. STERMINI DI MASSA In un sol giorno De Las Casas fu testimone oculare di come i soldati spagnoli smembrarono, decapitarono o violentarono 3000 persone native.”Tali disumanità e barbarie furono commesse ai miei occhi come in nessun’altra epocaà al confronto” scrisse De Las Casas. “I miei occhi hanno visto questi atti così estranei della natura umana che adesso Io tremo mentre scrivo.” De Las Casas trascorse il resto della sua vita nel tentativo di proteggere il popolo nativo indifeso. Ma dopo pochi anni non erano rimasti più nativi da proteggere. Gli esperti concordano sul fatto che prima del 1492 la popolazione dell’isola di Hispaniola probabilmente contava oltre 3 milioni di persone. Dopo 20 anni dall’arrivo degli spagnoli essa si ridusse a solo 60.000. Nel 1516 lo storico spagnolo Peter Martyr scrisse:”…una nave senza ne bussola, ne carta o guida, ma solo seguendo la striscia degli indiani morti che erano gettati dalle navi, poteva trovare la strada dalle Bahamas a Hispaniola.” A SCUOLA ERA UN EROE… In realtà Colombo fu il primo mercante di schiavi delle Americhe. Quando gli schiavi indigeni morivano essi erano rimpiazzati con schiavi neri. Il figlio di Colombo diventò il primo trafficante di schivi africani nel 1505. Sei sorpreso e non hai mai imparato nulla di tutto ciò a scuola? Il regno del terrore di Colombo è uno dei capitoli più oscuri della nostra storia… Articolo di: Ruggero Marino
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personal-reporter · 5 years
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Sulle rive del Lago di Bracciano sorge un piccolo paesino davvero suggestivo: Anguillara Sabazia
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Nel Lazio, sulle rive del Lago di Bracciano, sorge un piccolo paesino davvero suggestivo, situato sui rilievi dei Monti Sabatini a pochi passi dalle acque azzurre. Si chiama Anguillara Sabazia, ed è una perla quasi sconosciuta ai più. Il pittoresco borgo lacustre si trova in una posizione piuttosto fortunata: a poco più di 30 km da Roma, è vicinissimo alle principali rotte turistiche, ma non è rinomata come la “collega” Bracciano, che durante la bella stagione si affolla di visitatori. Anguillara Sabazia è dunque il luogo perfetto per godersi un po’ di relax lontano dalla folla, senza però rinunciare agli splendidi panorami e alle comodità che solo le località abituate ad accogliere turisti possiedono. Le sue spiagge stanno acquisendo sempre più appeal per chi cerca una destinazione balneare non troppo affollata. Ma non è tutto qui. Scopriamo dunque quali sono le bellezze che sicuramente faranno di questo meraviglioso paesino una delle vostre prossime mete. Il borgo antico di Anguillara Sabazia Il centro storico del paese è un agglomerato di splendide architetture in stile romanico, che risalgono alla sua fondazione nel periodo Repubblicano dell’antica Roma. Inizialmente il borgo viveva grazie all’allevamento di pesci lacustri, e solo più tardi si distinse per la lavorazione del ferro e altre forme di artigianato che sopravvivono ancora oggi. La zona più antica di Anguillara Sabazia nasconde affascinanti edifici che mostrano la ricchezza del patrimonio storico e architettonico di questa regione. Come ad esempio la porta cinquecentesca che, un tempo, rappresentava l’unico punto d’accesso al paese. Al suo vertice, possiamo ammirare un orologio collegato ad una campana che scandisce il tempo del piccolo borgo. Di fianco, un torrione di origine medievale accoglie oggi il Museo della civiltà contadina e della cultura popolare. Sulla cima del promontorio su cui sorge il paese, nel punto più alto, sorge la collegiata di Santa Maria Assunta, probabilmente di origine romana. La sua struttura è stata completamente restaurata nel ‘700, mentre la facciata risale al 1888. Prospiciente alla chiesa, troviamo una terrazza che si affaccia sul lago di Bracciano, offrendo un panorama mozzafiato. Nei pressi di Anguillara Sabazia dimorano anche numerosi siti archeologici di grande importanza. Uno dei principali è il villaggio neolitico rinvenuto in località La Marmotta, oggi sommerso dalle acque lacustri. Alcune spedizioni subacquee hanno portato a galla dei pregiati reperti risalenti ad oltre 8.000 anni fa, tra cui 5 piroghe in ottimo stato di conservazione. Anguillara Sabazia e il lago di Bracciano Una fetta importante del turismo di questo piccolo borgo è dovuta alla sua posizione strategica sulle rive del lago di Bracciano. Il paese sorge infatti all’interno del Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano, che prende il nome dai due specchi d’acqua dolce distanti solo poche decine di chilometri l’uno dall’altro. Per chi vuole visitare questa regione, Anguillara Sabazia è il punto di partenza perfetto. Dal suo porto ci si può imbarcare per solcare le acque del lago di Bracciano, ma anche per raggiungere gli altri due borghi principali della zona, Bracciano e Trevignano Romano. FONTE: SiViaggia Read the full article
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freedomtripitaly · 5 years
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Nel Lazio, sulle rive del lago di Bracciano, sorge un piccolo paesino davvero suggestivo, situato sui rilievi dei Monti Sabatini a pochi passi dalle acque azzurre. Si chiama Anguillara Sabazia, ed è una perla quasi sconosciuta ai più. Il pittoresco borgo lacustre si trova in una posizione piuttosto fortunata: a poco più di 30 km da Roma, è vicinissimo alle principali rotte turistiche, ma non è rinomata come la “collega” Bracciano, che durante la bella stagione si affolla di visitatori. Anguillara Sabazia è dunque il luogo perfetto per godersi un po’ di relax lontano dalla folla, senza però rinunciare agli splendidi panorami e alle comodità che solo le località abituate ad accogliere turisti possiedono. Le sue spiagge stanno acquisendo sempre più appeal per chi cerca una destinazione balneare non troppo affollata. Ma non è tutto qui. Scopriamo dunque quali sono le bellezze che sicuramente faranno di questo meraviglioso paesino una delle vostre prossime mete. Il borgo antico di Anguillara Sabazia L’orologio di Anguillara Sabazia Il centro storico del paese è un agglomerato di splendide architetture in stile romanico, che risalgono alla sua fondazione nel periodo Repubblicano dell’antica Roma. Inizialmente il borgo viveva grazie all’allevamento di pesci lacustri, e solo più tardi si distinse per la lavorazione del ferro e altre forme di artigianato che sopravvivono ancora oggi. La zona più antica di Anguillara Sabazia nasconde affascinanti edifici che mostrano la ricchezza del patrimonio storico e architettonico di questa regione. Come ad esempio la porta cinquecentesca che, un tempo, rappresentava l’unico punto d’accesso al paese. Al suo vertice, possiamo ammirare un orologio collegato ad una campana che scandisce il tempo del piccolo borgo. Di fianco, un torrione di origine medievale accoglie oggi il Museo della civiltà contadina e della cultura popolare. Sulla cima del promontorio su cui sorge il paese, nel punto più alto, sorge la collegiata di Santa Maria Assunta, probabilmente di origine romana. La sua struttura è stata completamente restaurata nel ‘700, mentre la facciata risale al 1888. Prospiciente alla chiesa, troviamo una terrazza che si affaccia sul lago di Bracciano, offrendo un panorama mozzafiato. Nei pressi di Anguillara Sabazia dimorano anche numerosi siti archeologici di grande importanza. Uno dei principali è il villaggio neolitico rinvenuto in località La Marmotta, oggi sommerso dalle acque lacustri. Alcune spedizioni subacquee hanno portato a galla dei pregiati reperti risalenti ad oltre 8.000 anni fa, tra cui 5 piroghe in ottimo stato di conservazione. La collegiata di Anguillara Sabazia Anguillara Sabazia e il lago di Bracciano Una fetta importante del turismo di questo piccolo borgo è dovuta alla sua posizione strategica sulle rive del lago di Bracciano. Il paese sorge infatti all’interno del Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano, che prende il nome dai due specchi d’acqua dolce distanti solo poche decine di chilometri l’uno dall’altro. Per chi vuole visitare questa regione, Anguillara Sabazia è il punto di partenza perfetto. Dal suo porto ci si può imbarcare per solcare le acque del lago di Bracciano, ma anche per raggiungere gli altri due borghi principali della zona, Bracciano e Trevignano Romano. Anguillara Sabazia https://ift.tt/2ZhiHSs Anguillara Sabazia, il borgo da cui partire per esplorare il lago di Bracciano Nel Lazio, sulle rive del lago di Bracciano, sorge un piccolo paesino davvero suggestivo, situato sui rilievi dei Monti Sabatini a pochi passi dalle acque azzurre. Si chiama Anguillara Sabazia, ed è una perla quasi sconosciuta ai più. Il pittoresco borgo lacustre si trova in una posizione piuttosto fortunata: a poco più di 30 km da Roma, è vicinissimo alle principali rotte turistiche, ma non è rinomata come la “collega” Bracciano, che durante la bella stagione si affolla di visitatori. Anguillara Sabazia è dunque il luogo perfetto per godersi un po’ di relax lontano dalla folla, senza però rinunciare agli splendidi panorami e alle comodità che solo le località abituate ad accogliere turisti possiedono. Le sue spiagge stanno acquisendo sempre più appeal per chi cerca una destinazione balneare non troppo affollata. Ma non è tutto qui. Scopriamo dunque quali sono le bellezze che sicuramente faranno di questo meraviglioso paesino una delle vostre prossime mete. Il borgo antico di Anguillara Sabazia L’orologio di Anguillara Sabazia Il centro storico del paese è un agglomerato di splendide architetture in stile romanico, che risalgono alla sua fondazione nel periodo Repubblicano dell’antica Roma. Inizialmente il borgo viveva grazie all’allevamento di pesci lacustri, e solo più tardi si distinse per la lavorazione del ferro e altre forme di artigianato che sopravvivono ancora oggi. La zona più antica di Anguillara Sabazia nasconde affascinanti edifici che mostrano la ricchezza del patrimonio storico e architettonico di questa regione. Come ad esempio la porta cinquecentesca che, un tempo, rappresentava l’unico punto d’accesso al paese. Al suo vertice, possiamo ammirare un orologio collegato ad una campana che scandisce il tempo del piccolo borgo. Di fianco, un torrione di origine medievale accoglie oggi il Museo della civiltà contadina e della cultura popolare. Sulla cima del promontorio su cui sorge il paese, nel punto più alto, sorge la collegiata di Santa Maria Assunta, probabilmente di origine romana. La sua struttura è stata completamente restaurata nel ‘700, mentre la facciata risale al 1888. Prospiciente alla chiesa, troviamo una terrazza che si affaccia sul lago di Bracciano, offrendo un panorama mozzafiato. Nei pressi di Anguillara Sabazia dimorano anche numerosi siti archeologici di grande importanza. Uno dei principali è il villaggio neolitico rinvenuto in località La Marmotta, oggi sommerso dalle acque lacustri. Alcune spedizioni subacquee hanno portato a galla dei pregiati reperti risalenti ad oltre 8.000 anni fa, tra cui 5 piroghe in ottimo stato di conservazione. La collegiata di Anguillara Sabazia Anguillara Sabazia e il lago di Bracciano Una fetta importante del turismo di questo piccolo borgo è dovuta alla sua posizione strategica sulle rive del lago di Bracciano. Il paese sorge infatti all’interno del Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano, che prende il nome dai due specchi d’acqua dolce distanti solo poche decine di chilometri l’uno dall’altro. Per chi vuole visitare questa regione, Anguillara Sabazia è il punto di partenza perfetto. Dal suo porto ci si può imbarcare per solcare le acque del lago di Bracciano, ma anche per raggiungere gli altri due borghi principali della zona, Bracciano e Trevignano Romano. Anguillara Sabazia Il borgo lacustre di Anguillara Sabazia è una piccola perla del Lazio: ecco quali sono le meraviglie che non potete assolutamente perdervi se passate da quelle parti.
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travelale15 · 7 years
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Matanzas è una città di Cuba capoluogo dell’omonima provincia, distante da Varadero solo un’ora di bus e dall’Avana appena due. Matanzas è un luogo magico dove natura, storia e arte si fondono perfettamente.Sulla calle 36 di Varadero c’è la stazione dei bus dalla quale opera l’ottima compagnia Viazul, e con una buona copertura su tutta l’isola.
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      Viazul è una soluzione ideale per chi desidera visitare Cuba in piena autonomia spostandosi nelle varie località turistiche di Cuba senza spendere una fortuna.Sicuramente la città dell’Avana e di Trinidad sono quelle maggiormente visitate e di conseguenza i bus che hanno queste come destinazione finale possono essere particolarmente affollati, quindi se si ha già un’idea dell’itinerario da seguire a Cuba è meglio comprare i biglietti in anticipo presso le biglietterie delle stazioni,almeno un paio di giorni prima.In alternativa l’acquisto è disponibile anche on line sul sito http://viazul.com dove è possibile consultare anche gli orari di partenza che è sempre bene verificare direttamente in stazione,per evitare sorprese. I costi dei biglietti sono abbordabili ad esempio per una corsa Varadero Avana si spendono 10 dollari a persona mentre per Matanzas, sempre da Varadero,  il costo è di 6 dollari.
Matanzas viene spesso snobbata dai classici itinerari turistici ma dopo aver visitato alcune delle città più famose come Avana o Trinidad devo dire che Matanzas resta la mia preferita in assoluto.Perfettamente incastrata tra la baia di Matanzas e le acque del fiume Canìmar, Matanzas offre tutto quello che può rappresentare la vera essenza di Cuba.Natura incontaminata a ridosso dalla città dove effettuare escursioni a bordo di piroghe,cercando di osservare i tanti uccelli che qui vivono e nidificano, gallerie d’arte praticamente ovunque dove entrare liberamente ad osservare le creazioni di bravissimi artisti locali ed infine un’architettura poderosa  di buona parte degli edifici storici che grazie a minuziosi restauri,stanno tornando al loro antico splendore,come il Teatro Sauto. Il bus della Viazul ferma alla stazione dei treni in Calle 171 e per raggiungere il fulcro di Matanzas con le sue belle piazze e chiese ovunque, basta attraversare il maestoso ponte in ferro che attraversa il Fiume Camìnar.
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La gente del posto a Matanzas passa il suo tempo per strada o in piazza dove,grazie all’acquisto di una scheda, si può navigare su internet. Matanzas non è molto abituata ai turisti e saranno in molti a essere predisposti verso di voi,offrendovi un sigaro o un taglio di capelli presso le loro botteghe di barbiere. Inoltre si possono trovare piccoli carretti che preparano dell’ottimo street food, come le polpette di patate fritte e servite in un piccolo cartoccio ad un costo di pochi spiccioli.
La visita alla città di Matanzas necessità al massimo una mezza giornata a meno che voi non vogliate contrattare un taxi per arrivare al parco naturale del Rio Canìmar  distante dalla città circa 8 chilometri, nel quale soffermarsi un paio d’ore per la visita del territorio verde. Matanzas è senza dubbio un’escursione imperdibile sia che si soggiorni a Varadero sia che ci si trovi a l’Avana, dove assaporare la vera Cuba staccandosi dai soliti percorsi turistici.
  Cosa fare a Matanzas: città fuori dalle rotte turistiche di Cuba Matanzas è una città di Cuba capoluogo dell'omonima provincia, distante da Varadero solo un'ora di bus e dall'Avana appena due.
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storiearcheostorie · 2 years
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ARCHEOLOGIA / “Cantiere aperto”, il restauro svela i segreti delle piroghe altomedievali del Bacchiglione
#ARCHEOLOGIA #EVENTI / “Cantiere aperto”, il restauro svela i segreti delle #piroghe altomedievali del #Bacchiglione Le imbarcazioni furono rinvenute nel 1972 e oggi sono esposte al Museo del Fiume allestito nel Castello di San Martino della Vaneza
Sabato 26 novembre 2022 alle ore 16.00 sarà presentato al Museo del Fiume Bacchiglione allestito nel Castello di San Martino della Vaneza di Cervarese Santa Croce (Padova) l’intervento di monitoraggio e di recupero conservativo – finanziato con fondi ministeriali – delle due imbarcazioni monossili rinvenute nell’alveo del fiume Bacchiglione. Le operazioni – spiega la Soprintendenza – sono…
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lamilanomagazine · 2 years
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Vicenza, domenica 6 novembre ingresso gratuito alle Gallerie di Palazzo Thiene e al Museo Naturalistico Archeologico per i residenti di città e provincia
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Vicenza, domenica 6 novembre ingresso gratuito alle Gallerie di Palazzo Thiene e al Museo Naturalistico Archeologico per i residenti di città e provincia. Come ogni prima domenica del mese, i residenti di città e provincia entreranno gratuitamente alle Gallerie di Palazzo Thiene e al Museo Naturalistico Archeologico aperti dalle 9 alle 17 con ultima entrata alle 16.30. L'ingresso è gratuito, per tutti, al Museo del Risorgimento e della Resistenza aperto dalle 9 alle 13 (ultima entrata 12.30) e dalle 14.15 alle 17 (ultima entrata 16.30). "Siamo reduci da un ponte di Ognissanti in cui i musei sono stati presi d'assalto, con lunghe code all'ufficio turistico di piazza Matteotti per l'acquisto dei biglietti - spiega l'assessore alla cultura Simona Siotto -. Sono stati 15.513 gli ingressi nei nostri sette musei tra sabato 29 ottobre e martedì 1 novembre. Un dato che dimostra quanto l'offerta culturale della città sia gradita ai visitatori che hanno scelto Vicenza per la ricchezza del patrimonio storico, artistico e architettonico ed in particolare dei suoi musei. Nei primi dieci mesi del 2022 è stata superata la soglia dei 300 mila ingressi - sottolinea l'assessore - dato che colloca il sistema museale della città di Vicenza tra i più visitati nel panorama nazionale, cifra che va oltre lo stesso periodo del 2019". L'assessore commenta così i dati da sabato 29 ottobre a martedì 1 novembre. Le 15.513 persone entrate nei musei, anche per partecipare ad eventi, hanno scelto di visitare innanzitutto Il Teatro Olimpico e la Basilica palladiana. Nel ponte di Ognissanti domenica 30 ottobre, in occasione della domenica di formazione ecologica sono rimasti aperti ad ingresso gratuito le Gallerie di Palazzo Thiene e Museo Naturalistico Archeologico. Domenica 6 novembre alle 15 al Museo Naturalistico Archeologico i bambini dai 6 agli 11 anni potranno partecipare all'attività ludico didattica per famiglie "Stampa la preistoria – Il Neolitico di Fimon e la sua pintadera". Torna infatti l'appuntamento in programma nella prima domenica del mese nell'ambito della mostra temporanea “Palafitte e piroghe del Lago di Fimon”, visitabile negli spazi del museo fino al 31 maggio 2023. I bambini impareranno cosa sono le “pintadere”, stampi realizzati in argilla e utilizzati per le decorazioni di migliaia di anni fa. L'attività dura 1 ora e mezza ed è gratuita, grazie al contributo della Fondazione Giuseppe Roi. Prenotazioni: tel 3483832395 oppure [email protected] Al Museo Naturalistico Archeologico è inoltre visitabile la mostra fotografica di Anna Aldighieri “Uomo, Legno, Montagna”, allestita nell’ambito del festival “Vicenza e la montagna” e prorogata fino all'8 genaio. Informazioni Iat, Informazione accoglienza turistica, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17.30, 0444320854, [email protected] www.museicivicivicenza.it... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gaetaniu · 4 years
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Gli antichi polinesiani e i nativi americani hanno avuto contatti molto prima dell'arrivo degli europei
Gli antichi polinesiani e i nativi americani hanno avuto contatti molto prima dell’arrivo degli europei
Piroghe dei guerrieri tahitiani.
Un team internazionale di ricercatori genetici ha trovato prove conclusive di un singolo contatto tra individui polinesiani e un gruppo di nativi americani più strettamente legato agli abitanti indigeni dell’attuale Colombia intorno al 1200.
“La possibilità dei contatti tra viaggiatori delle popolazioni preistoriche polinesiane e nativi americani ha…
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guanellafilippine · 6 years
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News from Manila #38 - 25 marzo 2019
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Carissimi Amici ben ritrovati.  Dopo una pausa di alcuni mesi che mi ha visto impegnato nel nostro centro residenziale per ragazzi handicappati abbandonati - Guanella Home - eccomi ancora a Voi con le news da Manila n° 38.   In questi giorni mi trovo in Italia per le mie vacanze e ho avuto  modo di incontrare tante persone care: la mia  famiglia, i miei confratelli e consorelle,  gli ospiti delle nostre case, gli amici e conoscenti che da sempre mi sostengono con la loro preghiera e generosità. E’ stata per me una gioia poter condividere con loro l’esperienza missionaria nelle Filippine. Con questo numero vorrei iniziare a trattare una serie di aspetti della cultura e della realtà filippina, tradizioni, eventi, particolari situazioni, tutto ciò che può essere interessante per conoscere meglio la terra in cui vivo. Chissà che a qualcuno venga il desiderio di visitare le Filippine per apprezzare le bellezze naturali di questo paese  e gustare la cordialità della sua gente. 
Religioni - Filippine, il paese cattolico d’Asia L’Asia è un continente religioso, molto più dell’Europa, che ha progressivamente perso il senso della pratica religiosa e della vita spirituale.  In mezzo a questo immenso continente asiatico, in cui sono praticati il buddismo, l’induismo, l’islam, lo shintoismo e molte altre religioni, le Filippine costituiscono una singolarità. Sono per l’85% cattoliche, con una consistente pratica religiosa nonostante  il numero di sacerdoti resti basso. La cultura è fortemente impregnata di spiritualità, vicina a quella latino-americana, “espressionista” sul modello spagnolo e con una connotazione del carattere spirituale asiatico come la si può trovare in India o in Cambogia. Sintesi filippina, unica nel suo genere.  La religione cattolica forgia la cultura e i comportamenti, dalle pratiche individuali e familiari fino alle grandi manifestazioni pubbliche. Per comprendere questa breve panoramica sul fattore religioso, occorre citare la presenza dell’islam. Questa religione, che si trova nelle zone a sud-ovest di Mindanao, ha fatto molto parlare di sé in tutto il paese e oltre, a causa delle tentazioni di separatismo, attentati, sequestri  e altre azioni violenze, motivate dal desiderio di farsi ascoltare in un paese a maggioranza cristiana. La minaccia di violenze è reale, ma non compromette l’unità della Repubblica né del governo.   Un’ultima peculiarità religiosa delle Filippine  è la religione  nazionale “Iglesia ni Christo”, che raccoglie l’1-2 % dei filippini (popolazione filippina più di 100 milioni di abitanti), ma è molto visibile in tutto il paese a causa del numero e dell’architettura originale dei suoi luoghi di culto. In fatto di fede, le credenze sono molto limitate, perché i fedeli non credono nella risurrezione di Cristo, né nella sua qualità di Figlio di Dio. I membri di questa Chiesa sono una comunità molto attiva, a carattere nazionale (con l’esclusivo uso della lingua Tagalog nelle comunicazioni) e molto anticattolica. I membri pagano regolarmente la decima e dipendono spesso dalla loro Chiesa per il loro lavoro e le relazioni.
Processioni e devozioni nelle Filippine Le processioni di massa organizzate nelle Filippine nelle città di Naga, Cebu o nella parrocchia di Quiapo a Manila, la loro intensità e le folle che esse attirano, sono talvolta descritti da osservatori esterni come un’espressione della religiosità popolare, una deformazione della fede o un’espressione di fanatismo. Al di là delle opinioni, queste manifestazioni religiose sono una realtà che fa parte del paesaggio culturale e religioso del paese. L’interpretazione di questo fenomeno unico nel suo genere non è facile. La fede e l’attaccamento ad un riferimento religioso si manifestano in diversi modi. Durante tutto l’anno, in diverse città, sono organizzate dalla Chiesa cattolica manifestazioni sia culturali che religiose, nelle quali i laici hanno un ruolo importante, in particolare alcune famiglie che hanno contribuito a questi eventi , in taluni casi per secoli. Per non disperdermi tra centinaia di iniziative di questo genere, mi limiterò alla descrizione delle manifestazioni più grandi.
La processione della Vergine di Penafrancia La processione della Vergine di Penafrancia nella città di Naga (a pochi chilometri dalla nostra casa guanelliana di Legazpi) attira migliaia di persone da tutta la regione di Bicol tra il 13 e il 21 Settembre. Le festività sono accompagnate da un primo trasferimento della piccola statua della Vergine  e poi dal ritorno, la settimana seguente, al suo luogo di origine, la basilica di Naga. Questo ritorno si fa in parte a piedi, in parte sul fiume, dove la chiatta che trasporta la Vergine è tirata da diverse piroghe, vigorosamente condotte ciascuna da una ventina di uomini con magliette dello stesso colore, che remano sotto lo sguardo di migliaia di spettatori ammassati sulle rive a sventolare fazzoletti bianchi. Una manifestazione della fede di questo popolo che vede in Maria la protettrice per eccellenza. Nel prossimo numero vi racconterò due altre grandi processioni, quello del Cristo Nazareno di Quiapo e il Santo Nino di Cebu.
Un’esperienza che continua e porta frutti In una delle news precedenti avevo accennato ad un’esperienza nata tra il gruppo delle madri e i nostri Cooperatori Guanelliani. L’esperienza sta andando a gonfie vele e sta portando buoni frutti. Le madri che curano la preparazione e la produzione delle “longganisa”, una specialità dell'arcipelago delle Filippine, sta incrementando il numero di clienti che chiedono di acquistare questa delicatezza. I segreti nella preparazione, unite a spezie e condimenti,  possono variare notevolmente il gusto di queste succulente salsicce. L’esperienza che dura mesi (a giugno compirà il primo anno) vede le madri costantemente  fedeli al loro impegno.  Due corsi di formazione (uno all’inizio per la preparazione delle longganisa di maiale e un altro pochi mesi fa per le longganisa di pollo) hanno incrementato la qualità del prodotto. Settimanalmente vengono lavorati dai 5 ai 7 kg di carne. Una volta confezionate le longganisa vengono   vendute nell’arco della settimana.  Solitamente intorno a mercoledì o giovedì la scorta viene finita con gran soddisfazione da parte delle madri. Il ricavato viene impiegato per acquistare della nuova carne e ingredienti. Parte del ricavato viene depositato in una cassetta e a tempo prestabilito (dal gruppo) la quota viene ripartita tra le madri.   Sister Gladys – la nostra assistente sociale - fa da coordinatrice del gruppo, aiutando le madri nella preparazione del prodotto ed incoraggiandole a raggiungere ottimi risultati.  Un sentito ringraziamento va ai nostri Cooperatori  per il sostegno che offrono a questa esperienza.  E’ un segno di condivisione  e di partecipazione alla vita della grande famiglia guanelliana di Quezon City. Vi aspettiamo a Manila per gustare le nostre longganisa!
Un ricordo per Lola Marimar Villamor Maxima, comunemente chiamata Lola Marimar, è la protagonista di questo articolo. La conobbi la prima volta quattro anni fa mentre portavo la  Comunione dei malati nello squatter. Una donna di statura piccola,  magrolina e con il sorriso stampato sulle labbra. Viveva nello squatter,  in una piccola baracca dove non c’erano né acqua né servizi igienici. Solo una piccola lampadina garantiva un po’ di luce nell’oscurità notturna dello squatter. All’interno della casa poche cose e un angolo riservato a letto con una zanzariera per proteggersi dalle numerose zanzare che circolano la notte. La baracca era vicina ad uno dei tanti fiumiciattoli su cui scorrono le acque sporche dello squatter. La casa di Marimar era elevata da terra per evitare che le piogge monsoniche allagassero lo baracca durante le inevitabili inondazioni. Marimar era abbastanza malaticcia: anemia e tubercolosi. Ciclicamente doveva assumere i farmaci per proteggersi da eventuali aggravamenti del suo stato di salute. Mensilmente le pagavo l’affitto (della baracca) e provvedevo all’acquisto dei farmaci, mentre settimanalmente gli preparavo una borsa con un po’ di alimenti. Marimar non mancava mai di dirmi “salamat po”  - “grazie” per tutto quello che si faceva per lei. Membro attivo del Gruppo anziani del nostro centro non mancava mai agli incontri di formazione e agli  eventi proposti dal gruppo. La sua fede semplice e trasparente la sosteneva nelle difficoltà quotidiane, specialmente quando la salute veniva meno. Un giorno Marimar fu assente dalla celebrazione liturgica domenicale. Andai con alcuni seminaristi a visitarla e per capire cosa mai fosse successo. La trovai che dormiva. Picchiai la porta e piano, piano, Nanay Marimar si svegliò ma con molta fatica. Parlai con una vicina e mi disse che il giorno prima aveva passato una giornata senza problemi e aveva mangiato. Essendo molto debole mi assicurai che in quel giorno qualcuno gli preparasse il cibo e mi avvisasse nel caso fossero sorti dei problemi. Salutai Marimar che subito mi rispose col il suo indimenticabile sorriso.  Il giorno seguente vidi arrivare una donna, vicina di casa di Marimar. Mi disse: “abbiamo trovato Marimar morta”. Chiedeva aiuto e subito andammo a verificare cosa fosse accaduto. I giorni seguenti nello squatter si è allestita all’aperto la “camera ardente” dove ci si recava per la preghiera del Rosario e la Santa Messa.  Pali di legno e teloni di plastica facevano da protezione alla bara in caso di pioggia. Il buon Dio non aveva tolto la vita a Marimar, l’aveva solo trasformata, l’ha accompagnata verso l’incontro col Lui, Padre buono e provvidente. Un Padre che Marimar ha sempre pregato e amato, a cui credeva e sperava.
Auguro a tutti di continuare con fede e gioia l’impegno Quaresimale. La Quaresima come dice Papa Francesco “è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte. E sempre questo tempo ci rivolge un forte invito alla conversione. È il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera e l’elemosina”. 
Allora avanti e prepariamoci con gioia all’evento che ha cambiato la nostra vita. Vi ricordo tutti nella mie preghiere. Ciao. Fr. Mauro
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