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#pugno nello stomaco
kon-igi · 5 months
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VITTIMA DEL MATRIARCATO
Dovevano essere i primi anni ottanta e credo di essere stato in quinta elementare o al massimo in prima media, quando un pomeriggio di Agosto in spiaggia a Viareggio mentre tra amici guardavamo una partita di calcetto tra nuvole di sabbia, qualcuno vicino a me indicò una ragazza in bikini bianco, di uno o due anni più grande di noi e mi chiese a bruciapelo 'Quella lì te la tromberesti?'.
Io rimasi un po' spiazzato dalla domanda ma visto che si trattava di una risposta per forza dicotomica e comunque dell'argomento sapevo giusto giusto le basi teoriche, ovviamente risposi di sì.
Il tipo (che non era proprio un amico ma piuttosto una di quelle conoscenze estive estemporanee) sghignazzò e in men che non si dica si avvicinò alla suddetta ragazzina e indicandomi le disse qualcosa a bassa voce.
Dobbiamo dire che allora (come ora) io per le cose mondane non ero certo il più sveglio della cucciolata e quindi non riuscii a collegare quanto avevo detto al tipo poco prima con l'espressione furiosa e sconvolta della ragazza, che con le lacrime agli occhi corse verso il gruppo dei genitori sotto gli ombrelloni, tra cui c'era anche mia madre.
Dovevano essere le tre del pomeriggio ma io posso ancora ricordare che a un certo punto era sera (c'era la mezza luna in cielo) e mia madre non smetteva ancora di urlarmi contro PER LA COSA SCHIFOSA CHE AVEVO DETTO A QUELLA RAGAZZA E CHE MI DOVEVO VERGOGNARE PERCHÉ LEI DI SICURO DI VERGOGNAVA DI AVERE UN FIGLIO COSÌ.
Quando mio padre rientrò a casa ricominciò tutto da capo ma in stereo, con lui a braccia conserte che scuoteva la testa e mi diceva che ERO STATO UNA GROSSA DELUSIONE E CHE QUELLA RAGAZZA AVREBBE SOFFERTO MENO SE LE AVESSI DATO UN PUGNO NELLO STOMACO.
La cosa strana è che non provai nemmeno a difendermi spiegando che in realtà non le avevo detto proprio nulla... ho accettato il fatto di essere stato beccato mentre ballavo il tip tap in un campo minato e il giorno dopo continuai a fare quello che facevo fino al giorno prima ma diffidando di più della gente che faceva le domande stupide.
Vedete, il fatto è che io sono stato cresciuto in un ambiente familiare davvero molto aperto e inclusivo, dove c'era poco spazio per il giudizio frettoloso verso il diverso, il fragile e l'emarginato, quindi quell'episodio più che ingiusto mi parve strano... davvero c'era gente che andava in giro a dire alle donne che le voleva trombare? Ma dov'erano i genitori di queste persone?
E più tardi capii che erano proprio loro a dire queste cose e i figli semplicemente imparavano.
E ne ho conosciuto davvero tanti di figli così (che, per inciso, sono i genitori di oggi da cui altri figli imparano) e a volte non c'è nemmeno stata una responsabilità genitoriale diretta nell'aver insegnato loro certi comportamenti... a volte basta non dare peso, sorridere a certe battute e derubricare certi comportamenti a scherzi presi troppo sul serio.
Perché poi, alla fine, è sempre questione di saper stare allo scherzo, no?
E fatevela 'na bella risata invece di stare sempre a pensare a cose macabre tipo che una donna viene uccisa ogni quattro giorni!
No?
No.
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sofysta · 4 months
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È il pugno/stretta nello stomaco poco prima del grande salto.
Esattamente questo.
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giovaneanziano · 3 months
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Mi è bastata una frase di Dalla e boom pugno nello stomaco e lacrime
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l-incantatrice · 3 months
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"E poi è questa la vita:
un giorno un pugno nello stomaco
che ti butta a terra,
un giorno carezze sul viso come farfalle
ti fa toccare il cielo con un dito."
-F. Antonelli -
Buongiorno ♣️
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fiorescente · 7 months
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Comunque mia madre e l'unica collega che ho in questa città hanno sminuito un sacco il risultato di francese e mi sono sentita molto abbattuta.
Mia madre ha detto che ormai gli esami all'università sono troppo facili e mi ha chiesto se l'esame fosse a crocette.
La mia collega mi ha presa in giro (giuro non in senso simpatico) e mi ha chiesto di cosa mi preoccupassi se l'esame era facile.
A me non interessava il voto a questo esame, non puntavo a nulla, volevo solo passarlo perché nessuno supera le seconde lingue nella mia facoltà, ero terrorizzata. Io non ci credo che ho preso trenta, ma in senso letterale, mi aspetto ancora che qualcuno abbia sbagliato qualcosa, che abbiano corretto male gli scritti e la professoressa voleva solo mettere un voto alto a qualcuno all'orale. Ho avuto paura per due anni di queste professoresse e di questo orale e se penso al fatto che la prof mi ha fatto i complimenti mi dispero e piango, ci sto male fisicamente, perché in parte credo che lei non lo pensi davvero e che la deluderò e in parte perché nessuno mi fa complimenti in modo così assertivo e sicuro. Uscita dall'esame piangevo disperata.
Però malgrado questo senso di colpa e questo pugno nello stomaco riesco ad essere contenta del risultato. Tendenzialmente non dico nemmeno i miei voti in giro (a meno che non sia ad amici stretti), ma mi sentivo di condividere quella che consideravo una notizia eclatante con la mia collega perché volevo festeggiare (non pensavo ci sarebbe stata peer pressure perché facciamo due lingua diverse), lei sembrava schifata, mi sono sentita inadeguata
E poi ho scelto francese come seconda lingua anche perché mia mamma l'ha studiato e volevo tanto coltivare un po' questo legame con lei
Raga se una persona vi dà una notizia e ne è felice gioite anche voi
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byronnight2 · 3 months
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Nonpoint - In The Air Tonight (Official Music Video)
youtube
Probabilmente Phil Collins non sarà d'accordo con me,ma io me ne sbatto.
Questa cover è assolutamente perfetta. Un pugno nello stomaco! 👊🏻
Molto Byron Night.
#nonpoint
#InTheAirTonight
#byronnightisback
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overcomeyhdessa · 2 months
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sei come un pugno nello stomaco
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ninfaribelle · 1 year
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Ogni tanto mi riaffaccio qui, scorro qualche pagina, guardo gli ormai rari like, riguardo i miei post...e inevitabilmente mi domando dove sia andata a finire quella donna. Questo posto è come un pugno nello stomaco, al di la del ricordo più o meno doloroso di una storia da cui sono uscita sconfitta, la cosa che fa più male è l'aver dimenticato quella me che amo. Le parole, il mio nutrimento, il modo di esprimere la mia essenza, hanno lasciato posto al silenzio ed il silenzio dell'anima ha un peso e un costo che ti rende "povero". Avevo giurato che niente e nessuno avrebbe più fatto tacere il mio io tanto faticosamente fatto rinascere da un passato che mi voleva sottomessa a logiche assurde e sicuramente lontanissime da quello che sono...ma, a quanto pare, devo riarmarmi di coraggio e ricominciare a respirare. Devo poter ricominciare a credere che la vita abbia colore, che ci sia un sottofondo musicale in quello che faccio, che i volti di chi incontro non siano maschere vuote. Ho bisogno di ricominciare a credere in me. (Gilda)
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unwinthehart · 2 months
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comunque pensavo avrei preso male Nel tuo Mare e infatti è così, ma Stella Cadente è proprio un pugno nello stomaco
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iviaggisulcomo · 11 months
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(Cose che ho imparato da quando conosco Miyagi)
La ricerca di un qualche equilibrio potrebbe prendere tutta la vita, e perciò esasperarsi per tutto questo andirivieni emotivo non serve granché; gli alti e bassi ci saranno sempre, costellano l'esistenza e impegnarsi così tanto per soffocare, respingere, comprimere ogni sensazione o pensiero che non ci piace è solo un gran dispendio di energie che forse potrebbero essere impiegate un filo meglio; ci servirebbe, ecco, magari ci servirebbe prestare attenzione a quei momenti, più o meno rari, in cui riusciamo per miracolo a rabescare briciole di serenità e spensieratezza, da alternare ai tanti momenti in cui invece ci crogioliamo nella profonda tristezza delle nostre miserie.
“Non pensarci” spesso non è una soluzione applicabile, sfuggire è facile ma un po’ vigliacco e quel nostro lato oscuro si è seduto sulla nostra poltrona per un motivo. Accogliere, ascoltare e comprendere è faticoso ma dovremmo almeno provarci, perché i campanelli di allarme non sono da confondere con il pericolo. 
Le relazioni passate e presenti non possono ridursi a un singolo ricordo, sensazione o impressione sbiadita; abbracciano più parti di noi stessi, anche quelle che ancora non comprendiamo appieno.
Abbiamo un gran bisogno di imparare l'accettazione di quelle (tante) cose che non possiamo cambiare, perché altrimenti quel pugno nello stomaco non si dissolverà facilmente. Abbiamo un gran bisogno passare attraverso, imparare nuovi modi di interpretare la paura di tutto: delle foglie che cadono, delle parole che non vorremmo mai sentire pronunciare, di guardare negli occhi, di esprimere vissuti, di incoraggiarsi, di non sentirsi equipaggiati per affrontare nessuna delle sfide che incrociano il nostro cammino.
Un pugno chiuso non può contenere nulla, un palmo aperto può contenere il mondo: accogliere il problema è il primo passo per superarlo, così come per stare a galla più facilmente occorre abbandonarsi a quell'acqua che temiamo. Talvolta le sfide si vincono con la pazienza del germoglio e non con la violenza dell'incastro.
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kon-igi · 3 months
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LA RABBIA È LA GUARDIANA DELLA TRISTEZZA CHE È FIGLIA DELLA SOLITUDINE
Metto in ordine alcuni dei miei tanti pensieri, frutto di riflessione e confronto, quindi perdonatemi se non vi suonano nuovi e andate oltre se vi paio ripetitivo.
Nella scala da mignolo contro lo spigolo a genocidio di Gaza - quest'ultimo termine ci tengo e ci terrò sempre a ribadirlo finché il Mossad non mi caccerà in bocca una granata stordente - esiste, ovviamente, un'ampia gamma di accadimenti, traumi ed emozioni negative che, a domanda diretta, chiunque risponderebbe essere accomunati da un'unica cosa...
IL DOLORE CAUSATO
Ora, lungi da me mettere il dito sul piatto della bilancia della vittima per far risalire quello del carnefice e dire che alla fine sono tutte vittime di qualcosa di più grande - molto spesso i numeri e lo squilibrio di potere non lasciano dubbio su chi subisce e su chi perpetra - ma la conclusione a cui sono arrivato riguarda quel dolore intermedio che non soffoca popoli nel loro sangue o non ostracizza i deboli e i fragili ma che è comunque meritevole di riflessione perché spesso ci fa focalizzare sugli effetti e quasi mai sulle cause.
Io non credo nella cattiveria intrinseca e volontaria - semmai credo proprio nel suo esatto opposto cioè che l'essere vivente cerchi istintivamente connessione e mutuo supporto - e quindi mi sono chiesto QUANDO È CHE UNA PERSONA DIVENTA 'CATTIVA' E PERCHÉ?
La risposta - per me soddisfacente ma nient'affatto detto lo sia per altri - mi è arrivata come al solito per vie traverse e in un modo che a molti farà storcere il naso perché il primo istinto di risposta sarà MA QUELLI SONO ANIMALI, INVECE NOI SIAMO ESSERI UMANI E QUINDI PIÙ INTELLIGENTI.... POSSIAMO DISTINGUERE IL BENE DAL MALE!
lol
A parte la battuta semplice e riduttiva ('conosco animali più intelligenti di molti uomini') la realtà dei fatti è proprio questa: la differenza tra noi e, per esempio, i cani c'è ma non è quella che crediamo noi e non poi così tanta.
Al di là di quel sottile rivestimento di raziocinio che forse ci permette di comprendere dei meccanismi di causa-effetto lontani nello spazio e nel tempo, noi e i cani VIVIAMO E CI COMPORTIAMO ESATTAMENTE ALLO STESSO MODO, CON LE STESSE DINAMICHE SOCIO-RELAZIONALI E, SOPRATTUTTO, CON GLI STESSI OBIETTIVI.
Questo l'ho capito grazie all'aiuto del mio amico @salfadog e, in particolare, con la lunga frequentazione di Cthulhu e Otto, i miei cani, che sono più che compagni o amici: sono la mia famiglia... individui, esseri viventi e senzienti che hanno emozioni molto più potenti e oneste delle nostre perché la presunta 'inferiore' evoluzione non li ha costretti a mascherarle sotto la presunzione della superiorità dell'intelletto.
I cani cercano inclusione nel branco, noi cerchiamo inclusione nel gruppo; loro cercano calore, affetto e contatto, noi la stessa cosa anche se la chiamiamo con altri nomi; loro cercano validazione e gratificazione tramite l'altro... e noi non aneliamo disperatamente alla stessa identica cosa?
Se credete che la Piramide di Maslow riguardi solo gli esseri umani
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è perché avete trattato i vostri cani - e molto probabilmente tutte le persone che non sono voi - come un qualcosa di esterno a voi e solo utile a voi.
I cani, come qualsiasi essere vivente, hanno bisogno di tutto ciò che è elencato, fino alla punta, solo che hanno modi e tempi diversi dai nostri.
Ma tutto questo discorso sui cani era utile 'solo' per arrivare al nocciolo del mio ragionamento, che è reso molto bene da una semplice immagine che rubo a @nusta e che è stata postata originariamente da @traumatizeddfox (thanks!)
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Non vi annoierò con lezioni di etologia cinofila (chi conosce la materia sa di cosa parlo) ma il concetto espresso - e che mi ha colpito come un pugno nello stomaco - è che alla fine è inevitabile, semplice e in certi casi utile parlare di PERSONA CATTIVA, soprattutto se ci dobbiamo occupare delle sue vittime, ma finché non ci interroghiamo sui motivi della sua 'cattiveria' (molto meno facile ma di gran lunga più utile per arrivare alla radice del problema) saremo destinati a limitarci a disinfettare col betadine il ginocchio in cui è piantato un chiodo arrugginito.
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catsloverword · 8 months
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Esistenziale, sostanziale, pervasivo, totale
Il modo in cui mi prefiguro il dialogo con te
E assorbe ogni angolo recondito della mia mente, dal più puro al più malandrino e si fa di pancia, come pugno nello stomaco, come groppo in gola...
Invece...
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Sono solo farfalle 🦋
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fogliodicarta · 1 year
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..sento il tuo nome scandito brulicare nel mio cuore e accelerare ogni battito impetuoso. Cingo con le braccia me stesso – immaginando la tua luce – e chiudo gli occhi per sentirti vicina. Il buio mi risucchia in un vortice di colori vivi e mi ritrovo a carezzare le tue labbra disegnate, a immergermi nella morbidezza di un istante che torna battito appena riapro gli occhi. Ti sento nello stomaco come fossi il pugno più carezza che ci sia. Tendo le braccia per acchiappare quel sentirti perché so che ci sei come quell’orizzonte che mi sorprende ogni giorno. Ammiro. Sei il mio confine…il mio infinito.
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canesenzafissadimora · 9 months
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Lui è Nicolò. Nasce a Cremona nel 1993. È un bambino solitario. Legge tanto, tantissimo. Cresce con i nonni, che gli insegnano le cose più divertenti, mangiare i biscotti quando ne ha voglia, correre a piedi nudi sull’erba. Ha 5 anni. Il negozio dei genitori viene rapinato, mamma e papà urlano, piangono. Nicolò scrive un racconto in cui parla del ladro. Lo rilegge, è fiero. I genitori lo stroncano. Nicolò cresce. La scuola non gli va giù. Gli insegnanti parlano chiaro, con quei voti non andrà da nessuna parte. A casa gli tirano le orecchie, ma non serve a nulla. Bocciato. Mamma e papà sono disperati. Lui invece è innamorato. Di una ragazza che non se lo fila, e gli spezza il cuore. Nicolò abbassa la testa, si cuce sulla fronte la parola fallito e tira avanti per forza d'inerzia. Passa il suo tempo sui libri. Si sente vecchio, vuoto, ha voglia di scappare. È il 2013. Nicolò va su internet, vende i fumetti, le scarpe, le magliette, la console dei videogiochi, il letto a castello, prepara lo zaino e parla con i genitori. Ciao mamma, ciao papà, vi saluto, vado in India a fare il volontario in un orfanotrofio. Nicolò non ha alcun interesse per i bambini, o per il sociale. Vuole solo fuggire dal suo paese, che gli sta stretto, lo soffoca. Arriva in un piccolo villaggio dall’altra parte del mondo. Si sente il protagonista di uno dei suoi amati romanzi. La realtà che lo circonda è un pugno nello stomaco. Povertà, prostituzione, violenza. È sconvolto. Lo mettono a insegnare inglese ai bambini. Lui non sa nemmeno da dove iniziare, deve inventarsi qualcosa. Passano i mesi. I suoi piccoli studenti lo adorano, Nicolò conosce la storia di ognuno di loro, si affeziona. Una sera telefona a casa. Ciao mamma, non torno, qui c’è troppo da fare. Nicolò scrive libri, raccoglie fondi per costruire un dormitorio, paga la scuola e l’università ai suoi bambini, fonda una Ong. È il 2020. Nicolò Govoni ha 27 anni, è candidato al Premio Nobel per la Pace.
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strelnik · 4 months
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"Siamo i vecchi che avevamo giurato di non diventare mai."
Per "L'ultima cosa bella sulla faccia della terra" di Michael Bible sono stati tirati in ballo Salinger e Faulkner: io non so se sia così, ma leggerlo è stato "un pugno nello stomaco" - come ha scritto il NYT.
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come stai?
Sono sola in un mondo che non mi appartiene. Non ho amici, non ho compagnia, solo la mia mente, vuota e triste.
Sono depressa in un mare di pensieri cupi. Non vedo la luce, non vedo speranza, solo la mia anima, spezzata e fragile.
Mi sento vuota in un cuore che non sa amare. Non ho emozioni, non ho gioia, solo la mia anima, svuotata e senza vita.
Sto male in una vita che non mi appartiene. Non ho futuro, non ho obiettivi. Solo la mia anima, ferita e sola.
Sono sola, in un mondo che mi sembra vuoto. Il mio sorriso non ha più colore e la mia anima è in disordine.
Le giornate passano senza senso e la vita mi sembra un pugno nello stomaco. Non riesco a trovare la forza per uscire da questo buio.
Mi sento persa in me stessa la tristezza mi opprime il cuore e se ti volti a guardarmi non vedresti nulla, solo una figura inerte e spoglia.
Nessuno sembra capire la mia solitudine e i miei pensieri sono incompresi. Vorrei uscire da questo dolore ma sembra una lotta senza fine.
Mi sento come un fantasma vagando in un mondo senza fine, senza mai trovare la via del ritorno.
E sono stanca di lottare.
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