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#risposta immunitaria
medicomunicare · 18 days
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La rivoluzione dei vaccini personalizzati a mRNA: innovazione per ridefinire la lotta alle malattie
Negli ultimi anni, la tecnologia a mRNA ha rivoluzionato il campo dei vaccini, dimostrandosi un’arma potente non solo contro il COVID-19, ma anche in numerosi altri ambiti medici. Questo approccio innovativo, che utilizza il materiale genetico per insegnare alle cellule del nostro corpo a produrre proteine specifiche e stimolare una risposta immunitaria, sta aprendo la strada a una nuova era di…
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rpallavicini · 9 months
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Il vaccino a mRNA può produrre proteine non volute - Le Scienze
Ma pofferbacco, chi l’avrebbe mai detto! L’analisi di campioni di sangue prelevati da animali di laboratorio e da alcune decine di persone vaccinate con formulazioni a base di mRNA ha evidenziato la presenza di una risposta immunitaria anche a queste proteine. Una conseguenza che, seppur non associata a effetti collaterali dei vaccini stessi, deve essere tenuta in considerazione specie per lo…
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kon-igi · 9 months
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COVID = AIDS?
@heresiae mi ha chiesto di commentare QUESTO POST (commentare non del tipo 'Maestro, illuminaci!' ma più tipo '???????') e mi tocca dire che nonostante alcuni punti siano meritevoli di approfondimento (perché, di massima, corretti) le informazioni vengono sparate in stecca con un tono allarmistico e, a mio avviso, esagerato.
In sintesi, nel post linkato si paragona il covid all'aids perché sono venute fuori evidenze (come leggerete, comuni ad altre infezioni virali) che la malattia da Sars-CoV2 abbia un effetto indebolente sul sistema immunitario... senza scendere in spiegazioni dettagliate su cosa siano i Linfociti T (T Cells nell'originale), in sostanza si correla l'infezione con un'aumentata APOPTOSI (morte cellulare programmata, utile al rinnovo) di queste cellule del nostro sistema immunitario, col risultato che dopo la malattia quest'ultimo diventerebbe più 'debole' e quindi più suscettibile ad altre infezioni nonché tumori.
Per amor di precisione, il paragone con l'aids è stato estrapolato da un'osservazione specifica che è stata posta fuori contesto, infatti HIV e il Sars-CoV2 sono due virus COMPLETAMENTE differenti e il Sars-CoV2 NON SI COMPORTA COME L'HIV che invece si aggancia e gemma all'interno dei linfociti CD4, inattivandone completamente la capacità immunitaria; inoltre sono stati riportati solo articoli scientifici che parlano dell'aumentata apoptosi cellulare senza specificare che:
SI TRATTA DI UN FENOMENO TEMPORANEO
E' PROPORZIONALE ALLA GRAVITA' DELL'INFEZIONE
Risultati: L’estesa linfopenia delle cellule T osservata in particolare nei pazienti con COVID-19 grave durante l’infezione acuta si era ripresa 6 mesi dopo l’infezione, accompagnata da una normalizzazione delle risposte funzionali delle cellule T agli antigeni virali comuni. Abbiamo rilevato un’attivazione persistente delle cellule T CD4+ e CD8+ fino a 12 mesi dopo l’infezione, in pazienti con COVID-19 lieve e grave, misurata dall’aumento dell’espressione di HLA-DR e CD38 su queste cellule. L’attivazione persistente delle cellule T dopo COVID-19 era indipendente dalla somministrazione di un vaccino COVID-19 post-infezione. Inoltre, abbiamo identificato un sottogruppo di pazienti con COVID-19 grave che presentava una conta di cellule T CD8+ persistentemente bassa al follow-up e mostrava un fenotipo distinto durante l’infezione acuta costituito da una risposta disfunzionale delle cellule T e segni di eccessivo processo pro-infiammatorio. produzione di citochine. Conclusione: il nostro studio suggerisce che il numero e la funzione delle cellule T si riprendono nella maggior parte dei pazienti dopo COVID-19. Tuttavia, troviamo prove di attivazione persistente delle cellule T fino a 12 mesi dopo l’infezione e descriviamo un sottogruppo di pazienti affetti da COVID-19 grave con conteggi di cellule T CD8+ persistentemente bassi che mostrano una risposta immunitaria disregolata durante l’infezione acuta.
Fonte: [X]
Questi fenomeni non sono dicotomici e irreparabili come nell'infezione da HIV e nell'AIDS (che ricordo essere due cose diverse: si può essere positivi all'HIV e non sviluppare l'aids) e anche se nessuno (che abbia un QI perlomeno a due cifre) nega che ci possano essere queste complicazioni, esse NON SONO LA NORMA e condensare molteplici studi e osservazioni ancora in fieri in un unico post dandogli un taglio così netto e allarmistico a me pare controproducente ed esagerato.
Come avevo accennato all'inizio, sono parecchie le infezioni - spesso ritenute 'innocue' - che nel breve e nel lungo periodo possono potenzialmente dare GROSSI problemi al nostro sistema immunitario e all'organismo più in genere, però non ve le dico tanto non ci potete fare nulla e vivreste in un costante stato di paura che davvero non merita.
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firewalker · 4 months
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Tanto per non farci mancare niente, ora ci mettiamo pure le malattie autoimmuni letali. Prima di tutto però voglio dire che è una condizione rara, quindi non andate subito in panico. Detto questo, spieghiamo - per come l'ho capita io - che cacchio hanno trovato. La prendo larga.
Esistono diversi meccanismi di difesa contro i patogeni, il più famoso è il sistema immunitario. Esiste anche un sistema di difesa sviluppato dalle singole cellule e quasi esclusivo della lotta contro i virus: l'interferone. Senza entrare nei dettagli dei vari tipi di interferone e di come agisca, il punto saliente è che viene stimolato dalla presenza di un doppio filamento di RNA nel citoplasma. Non è normale avere un doppio filamento di RNA nel citoplasma, generalmente è un filamento singolo che viene riconosciuto dai ribosomi e viene degradato subito dopo aver fatto da modello per la traduzione delle proteine. Molti virus - tra cui SARS-CoV-2 - nel loro ciclo vitale hanno un momento in cui producono un RNA a doppio filamento, e questo fa da trigger per la sintesi di interferone.
Come lo fa? Nella cellula esiste una famiglia di molecole chiamata RLRs che lega l'RNA estraneo (doppio filamento o singolo con alcune caratteristiche precise). Il legame di queste molecole con l'RNA estraneo scatena una cascata di segnale (una serie di reazioni chimiche) che porta alla sintesi di interferone.
Una delle RLRs è la MDA5, che è la protagonista della nostra storia. Esiste infatti una malattia rara, chiamata dermatomiosite, che è una malattia autoimmune in cui gli anticorpi del corpo se la prendono contro la MDA5. Il risultato è una malattia che può manifestarsi in diversi distretti corporei: spesso è cutanea, ma a volte può portare disturbi anche più fastidiosi come fatica e spossatezza ma senza danneggiamento dei muscoli: ecco perché si chiama anche dermatomiosite amiopatica.
Ecco, il punto è che si è scoperto che l'infezione da SARS-CoV-2 può portare, in rari casi, allo sviluppo di una malattia analoga alla dermatomiosite, ma che colpisce i polmoni e risulta essere quindi spesso fatale. L'hanno chiamata MIP-C: MDA5-autoimmunity and Interstitial Pneumonitis Contemporaneous with COVID-19 ovvero: una malattia autoimmune contro MDA5, la dermatomiosite di prima, localizzata nei polmoni e causata dalla CoViD-19.
SARS-CoV-2 stimola, con il suo RNA, MDA5, ma per qualche motivo stimola anche la creazione di anticorpi contro quella molecola. Non è una cosa nuova in generale, si chiama cross-reazione, e a volte succede di vedere che un patogeno stimola una risposta immunitaria contro di sé ma anche contro molecole simili ai suoi bersagli molecolari ma del tutto innocue, anzi utili all'organismo. È una delle cause dell'artrite reumatoide.
Perché? Nelle discussioni dell'articolo (qui il pdf) si fa riferimento al fatto che nei linfonodi l'attivazione di MDA5 può portare anche all'attivazione di alcuni tipi di linfociti, e questo può portare a reazioni autoimmuni. Dato che questi ricercatori hanno dimostrato che questa cosa è causata dall'RNA del virus, non possono escludere che sia anche un possibile - e finora sconosciuto - effetto collaterale anche dei vaccini.
Our finding incriminate MDA5 protein activation, whether linked to natural infection, or vaccination or potentially both as a trigger for MIP-C and that MDA5-mediated sensing (and mounting of an immunophenotype that is comprised of type 1 interferonopathy and antigen-specific CD8+ T cell responses; elaborated below) is a distinct trigger in MIP-C.
Staremo a vedere come si evolve la situazione. Al momento, non ci sono allarmi riguardanti la MIP-C legati alle vaccinazioni, anche perché - a logica - direi che è molto più facile trovare il virus nei linfonodi piuttosto che il vaccino inoculato per via intramuscolare.
Rimaniamo con le antenne dritte.
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crazy-so-na-sega · 1 year
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come te la rigirano:
"la risposta immunitaria è dentro di te. Epperò è sbagliata"....:-)
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anchesetuttinoino · 4 days
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✅ Il Prof.Marco Cosentino, medico chirurgo specializzato in farmacologia e tossicologia, risponde alle domande di QuotidianoWeb su Proteina Spike e mRNA.
Che effetto hanno le vaccinazioni mRNA ripetute sull’organismo?
La questione è duplice: da un lato la ripetuta stimolazione del sistema immunitario e dall’altra, la reiterata somministrazione di RNA ingegnerizzati. Riguardo alla prima, sappiamo per esempio da vari studi sulla vaccinazione antiinfluenzale che ripetuti richiami tendono a indebolire la risposta immunitaria finendo per portare alla produzione di anticorpi meno efficaci e che rischiano paradossalmente di aiutare il virus. Suggestivo che varie evidenze epidemiologiche con i vaccini COVID-19 paiano indicare che a ogni richiamo, con il declinare della copertura (la cosiddetta “efficacia negativa”) possa aumentare più rapidamente il rischio di contagio.
La questione della somministrazione di RNA è molto meno chiara: questi RNA ingegnerizzati hanno proprietà in larga parte ancora da caratterizzare. Ad esempio, esistono studi che mostrano in modelli sperimentali come le pseudouridine possano favorire le metastasi tumorali.
Infine, per quanto riguarda i vaccini a RNA COVID-19, non va scordato che questo codificano per la tossina virale attiva, e a ogni risomministrazione si ha una produzione di questa tossina nell’organismo, in quantità, sedi e per tempi che nessuno al momento è in grado di definire.
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mezzopieno-news · 9 months
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APPROVATO IL PRIMO VACCINO AUTO-AMPLIFICANTE AL MONDO
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Per la prima volta nella storia dei vaccini è stato riconosciuto e approvato un vaccino che si adatta all’organismo e che cambia il modo in cui si possono combattere le malattie, le infezioni e anche i tumori.
Per più di 200 anni i vaccini hanno contenuto antigeni (sostanze che possono innescare una risposta immunitaria e anticorpi) ma il paradigma è cambiato con l’arrivo dei vaccini mRNA scoperti per il COVID-19 che invece contengono istruzioni genetiche che dicono al corpo di produrre le proteine capaci di combattere l’attacco di un virus. Il nuovo ARCT-154 approvato in Giappone è il risultato di anni di ricerche che sono riuscite a individuare la giusta combinazione di RNA auto-amplificante con il sistema di rilascio che permette dosi molto più piccole ed un’efficacia aumentata a seconda delle necessità di ogni organismo. Questi elementi significano costi di produzione molto più bassi e velocità di diffusione sensibilmente aumentata, elementi importanti in caso di pandemie.
Il vaccino ARCT-154 è stato approvato per il COVID-19 grave ma esistono vaccini saRNA già adottati per alcuni ceppi di influenza e altri oggetto di studi clinici e preclinici avanzati per la Zika, RSV e altre malattie epidemiche, oltre a promettenti applicazioni nella lotta contro il cancro. I vaccini contro il cancro vengono generalmente utilizzati per trattare la malattia, non per prevenirla, e la maggior parte funziona utilizzando una parte del cancro come antigene, aiutando il suo sistema immunitario a identificare e attaccare il tumore.
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Fonte: CSL; National Library of Medicine; foto di Edward Jenner
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megachirottera · 2 years
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Alluminio nei vaccini legato all’asma persistente
L’alluminio, una neurotossina dimostrata, viene aggiunto ad alcuni vaccini per aumentare la risposta immunitaria e, con ciò, generare teoricamente una risposta più elevata di anticorpi protettivi. Un numero crescente di genitori ha espresso preoccupazione, tuttavia, che l’esposizione ripetuta a componenti del vaccino come l’alluminio possa danneggiare i bambini.
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enkeynetwork · 17 days
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lemaclinic · 2 months
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Le malattie gengivali, comunemente note come malattie parodontali, sono infezioni e infiammazioni delle gengive e delle ossa che circondano e sostengono i denti. Generalmente si dividono in due categorie: la gengivite, che è l’infiammazione delle gengive, e la parodontite, una condizione più avanzata che può portare alla perdita dei denti. La causa principale delle malattie gengivali è la placca, una pellicola appiccicosa di batteri che si forma costantemente sui nostri denti. Quando la placca non viene rimossa con lo spazzolino e l’uso regolare del filo interdentale, può indurirsi trasformandosi in tartaro, che è più difficile da pulire e può irritare il bordo gengivale. Questa irritazione può portare alla gengivite, in cui le gengive diventano rosse, gonfie e possono sanguinare facilmente. Se la gengivite non viene curata può evolvere in parodontite. Nella parodontite, le gengive si staccano dai denti, formando tasche che si infettano. La risposta immunitaria del corpo a questa infezione, combinata con le tossine batteriche, inizia a distruggere l'osso e il tessuto connettivo che mantengono i denti in posizione. Senza trattamento, le ossa, le gengive e i tessuti che sostengono i denti possono essere distrutti, portando infine alla perdita dei denti. Altri fattori che possono contribuire alle malattie gengivali includono il fumo, i cambiamenti ormonali nelle donne (come quelli che si verificano durante la gravidanza), il diabete, alcuni farmaci che riducono il flusso di saliva, la predisposizione genetica e malattie come l’AIDS che interferiscono con il sistema immunitario. Controlli dentistici regolari e buone pratiche di igiene orale sono essenziali per prevenire e gestire le malattie gengivali. Prevenire le Malattie Gengivali Consigli Per Gengive e Denti Sani Prevenire le malattie gengivali è fondamentale per mantenere una bocca sana e un sorriso splendente. Ecco alcuni consigli efficaci per proteggere gengive e denti: Controlli dentistici regolari: Visita il tuo dentista per controlli regolari e pulizie professionali. I professionisti del settore dentale possono rilevare i primi segni di malattie gengivali e fornire i trattamenti necessari. Smettere di fumare: Il fumo è un fattore di rischio significativo per le malattie gengivali. Smettere di fumare può migliorare la salute orale e ridurre il rischio di malattie gengivali. Dieta equilibrata: Segui una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e latticini. Evita zuccheri eccessivi e cibi acidi che possono contribuire a problemi gengivali. Rimani idratato: L’acqua potabile aiuta a mantenere la produzione di saliva, essenziale per lavare via le particelle di cibo e neutralizzare gli acidi. Gestisci lo stress: Livelli elevati di stress possono influenzare il sistema immunitario e aumentare il rischio di malattie gengivali. Pratica tecniche di riduzione dello stress come la meditazione o lo yoga. Evitare digrignare i denti: Se digrigni i denti, considera l'uso di un paradenti. Digrignare i denti può portare a problemi gengivali e altri problemi di salute orale. Correggere i problemi dentali: Affronta tempestivamente i problemi dentali come denti disallineati o apparecchi dentali inadatti. Questi problemi possono contribuire allo sviluppo di malattie gengivali se non trattati. Revisione dei farmaci: Alcuni farmaci possono influire sulla salute orale. Consulta il tuo medico o il tuo dentista se sei preoccupato per gli effetti collaterali dei tuoi farmaci. Gravidanza e cambiamenti ormonali: Se sei incinta, presta particolare attenzione all'igiene orale poiché i cambiamenti ormonali durante la gravidanza possono aumentare il rischio di malattie gengivali. Seguendo queste misure preventive e mantenendo buone pratiche di igiene orale, è possibile ridurre significativamente il rischio di malattie gengivali e garantire la salute delle malattie gengivali. Controlli dentistici regolari sono fondamentali per la diagnosi precoce e il trattamento in caso di problemi.
Scegli la Clinica Lema per i Trattamenti Avanzati delle Malattie Gengivali Scegliere la Clinica Lema per il trattamento avanzato delle malattie gengivali non offre solo cure mediche specialistiche, ma comprende anche un'esperienza lussuosa e completa. La clinica si distingue per il suo approccio unico alla cura del paziente, combinando l'eccellenza medica con un servizio clienti eccezionale. In primo luogo, la Lema Clinica dentistica Turchia comprende l’importanza del comfort e della comodità, soprattutto per i pazienti che viaggiano per cure. Offrono servizi di trasferimento VIP, garantendo che i pazienti arrivino alla clinica dall'aeroporto o dal loro alloggio in tutta comodità e stile. Questo servizio è particolarmente vantaggioso per coloro che non hanno familiarità con la zona, fornendo un'esperienza di trasporto senza stress e senza interruzioni. Le modalità di alloggio sono altrettanto impressionanti. La Lema Clinica dentistica Turchia collabora con hotel a 5 stelle di alto livello per offrire ai pazienti un soggiorno di lusso durante il periodo di trattamento. Questi hotel offrono la massima qualità di comfort e servizi, garantendo che i pazienti possano rilassarsi e riprendersi in un ambiente opulento e rilassante. Questo livello di sistemazione migliora notevolmente l’esperienza complessiva del trattamento, combinando assistenza sanitaria e ospitalità. Inoltre, l'approccio della Lema Clinica dentistica Turchia per raggiungere e coinvolgere i pazienti è moderno ed efficace, utilizzando strategie di marketing digitale al 100%. La loro presenza digitale non riguarda solo la promozione, ma include anche la fornitura di informazioni preziose, contenuti accattivanti e una piattaforma affinché i potenziali pazienti possano comprendere i servizi e l'etica della clinica. Questo approccio digitale riflette il loro impegno nell'utilizzo di tecnologie avanzate non solo nei loro studi dentistici, ma anche nel modo in cui comunicano e si connettono con la loro clientela globale.
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newsnoshonline · 3 months
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Se l'influenza aviaria scatenasse una pandemia umana, la tua immunità passata potrebbe aiutarti Il ruolo dell’immunità passata nell’affrontare l’influenza aviaria La diffusione del virus H5N1 tra gli animali ha sollevato preoccupazioni sul potenziale sviluppo di una pandemia umana. Le ricerche si concentrano sull’importanza dell’immunità passata nel determinare la risposta del sistema immunitario. Indizi dalla risposta immunitaria Studi precedenti suggeriscono che l’immunità acquisita da infezioni e vaccinazioni contro ceppi di influenza diversi potrebbe influenzare la suscettibilità a un’eventuale pandemia di H5N1. Tuttavia, è poco probabile che questa immunità sia sufficiente a prevenire danni significativi in caso di diffusione del virus tra gli esseri umani. L’evoluzione del virus H5N1 Il virus H5N1 ha origini aviarie
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medicomunicare · 22 days
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Vaccino contro il cancro ai polmoni: inizio della prima fase di sperimentazione umana
Carcinoma polmonare: un breve contesto Il cancro ai polmoni rappresenta una delle principali cause di mortalità a livello mondiale, con oltre 1,8 milioni di decessi stimati a livello globale nel 2020 e con un tasso di sopravvivenza a 5 anni che rimane basso nonostante i progressi nelle terapie oncologiche. Esistono due principali tipi di cancro ai polmoni: il carcinoma polmonare non a piccole…
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manifestocarnivoro · 5 months
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CARNE ROSSA: TOVATO NUTRIENTE UTILE CONTRO TUMORI
Uno studio condotto dall'Università di Chicago e pubblicato su “Nature” ha identificato un nutriente presente nella carne rossa e nei latticini, l’acido trans-vaccenico (Tva), che potenzia la risposta immunitaria contro il cancro. I ricercatori hanno individuato 6 composti bioattivi provenienti dal cibo, tra questi il Tva che ha dimostrato di essere particolarmente efficace e promuovere direttamente la funzione dellle cellule T CD8+ del sistema immunitario, noto anche come cellule T killer, che combattono le cellule tumorali. Studi condotti su topi hanno evidenziato una significativa riduzione della crescita tumorale, mentre analisi su pazienti sottoposti a immunoterapia hanno mostrato una migliore risposta al trattamento nei soggetti con livelli più elevati di Tva nel sangue (fonte: EFA News –European Food Agency).
Fonte: “Carne rossa: trovato nutriente utile contro tumori”, Eurocarni 3/24
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kon-igi · 11 months
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Ciao Kon, secondo te per quale perversione le bHcg vanno ripetute ogni 48 ore? Forse che se non salgono bene non devo ripeterle dopo altre 48 ore? E allora facciamole una volta a settimana che è meno ansia per tutti no?? Insomma avrai capito che sto già discutendo col ginecologo. Sperando che perdoni questa ed altre impertinenze e torni a rivolgermi la parola, faccio a te un'altra domanda. Sono positiva a tutto il Torch, razzolare nell'orto mi ha dato inaspettati superpoteri, ma posso davvero mangiare tutto, anche il prosciutto crudo e il cavallo pesto? E dovrò umiliare la mia verdura a centimetro zero con l'amuchina?
Cavallo pesto... credo di intuire da quale luogo tu mi stia scrivendo.
Non è mio mandato giudicare il lavoro di altri e sicuramente ci saranno dei motivi per cui tu debba controllare così frequentemente i livelli di gonadotropina corionica umana che, per chi non lo sapesse, è un marker indicatore dell'avvenuto impianto nell'endometrio dell'ovulo fecondato.
Se nella donna non gravida i livelli si attestano tra le 0 e le 5 microunità internazionali per millilitro, col procedere della gravidanza si può vedere che lievitano enormemente per poi decrescere tra il secondo e il terzo trimestre.
3-4 settimana -> 9-130 mlU/ml
4-5 settimana -> 75-2600 mlU/ml
5-6 settimana -> 850-20.800 mlU/ml
6-7 settimana -> 4.000-100.200 mlU/ml
7-12 settimana -> 11.500-289.000 mlU/ml
12-16 settimana -> 18.300-137.000 mlU/ml
16-29 (secondo trimestre) 1.400-53.000 mlU/ml
29-41 (terzo trimestre) 940-60.000 mlU/ml
Quindi a distanza di 48 ore è possibile vedere una variazione in raddoppio, anche se di solito la prassi è fare il prelievo una volta a settimana.
Per la batteria TORCH - non è una pubblicità occulta ma l'acronimo di T(oxoplasmosi) O R(osolia) C(ytomegalovirus) H(erpes simplex) -
si tratta di una ricerca che fanno di default per capire se la futura mamma è entrata in contatto con questi patogeni (e quindi è immune o portatrice sana) o se ha un'infezione in corso, visto che si tratta di malattie che potrebbero pregiudicare il decorso della gravidanza o, addirittura, creare seri problemi al bambino.
La tua positività, immagino, riguarderà un contatto remoto e non un'infezione presente, quindi se non ci sono recidive o riacutizzazioni (sarebbe lungo spiegarti come si potrebbero manifestare per ognuna delle quattro ma se vuoi lo faccio) da quel punto di vista puoi stare tranquilla.
Ma devi disinfettare con l'amuchina qualche goccia di varichina ogni verdura a foglia larga che consumi cruda... le oocisti di Toxoplasma gondi possono esservi depositate sopra tramite le feci di animali (domestici o selvatici) infetti ed essendo un parassita non è detto che tu abbia una risposta immunitaria, seppur già testata, così rapida ed efficace.
La carne sarebbe sempre buona norma cuocerla (per adesso addio caval pìst) ma il crudo è salato e stagionato quindi dovrebbe essere meno a rischio (NO SALAME!).
In ogni caso dai sempre retta alla tua ginecologa.
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olitaly · 6 months
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wdonnait · 6 months
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Acido butirrico o Butanoico : gli incredibili effetti sul nostro organismo
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/acido-butirrico-o-butanoico-gli-incredibili-effetti-sul-nostro-organismo/117351?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117351
Acido butirrico o Butanoico : gli incredibili effetti sul nostro organismo
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Il butirrato, noto scientificamente come acido butanoico e comunemente denominato acido del burro per la sua origine latine, fu identificato per la prima volta da Lieben e Rossi nel 1869. Questo acido grasso saturo di breve catena si presenta naturalmente in prodotti come il latte, il burro non lavorato, il formaggio e altri derivati lattiero-caseari, caratterizzandosi per un odore forte e un gusto pungente con un retrogusto leggermente dolce, simile a quello dell’etere.
Utilizzato ampiamente nell’industria, il butirrato entra nella composizione di vari esteri, come il metilbutirrato, apprezzati per i loro aromi e sapori piacevoli, trovando impiego come additivi in cibi, profumi, vernici, farmaci e disinfettanti. Serve anche nella fabbricazione di plastiche, plastificanti, agenti tensioattivi e prodotti ausiliari per il settore tessile.
Prodotti anche dai batteri intestinali attraverso la fermentazione di certi carboidrati e fibre, il butirrato rappresenta una fonte energetica primaria per i batteri del colon, svolgendo un ruolo cruciale nel mantenimento della salute intestinale grazie alle sue molteplici proprietà benefiche, tra cui effetti antinfiammatori e la prevenzione della formazione di cellule tumorali.
Esaminiamo alcune delle sue virtù più rilevanti:
PROPRIETÀ ANTI-INFIAMMATORIE
Il butirrato mostra promettenti effetti antinfiammatori, inibendo l’azione di specifiche proteine che innescano l’infiammazione e modulando la risposta immunitaria attraverso la regolazione dell’attività dei linfociti T. Questi ultimi, grazie a un sofisticato sistema di riconoscimento basato su marcatori MHC, distinguono e eliminano le cellule nocive, proteggendo quelle sane. Un malfunzionamento può però portare il sistema immunitario ad aggredire organi vitali, causando malattie come il diabete di tipo 1 o patologie della tiroide. Il potenziale collegamento tra il butirrato e la modulazione delle cellule T apre nuove prospettive nel trattamento di malattie infiammatorie e autoimmuni, come il morbo di Crohn o il diabete di tipo 1. Studi recenti evidenziano come l’assunzione orale di butirrato possa mitigare i sintomi della malattia di Crohn in una significativa porzione di pazienti e sottolineano l’importanza della flora batterica produttrice di butirrato nella gestione del diabete di tipo 1.
DIMINUZIONE DEL PESO
L’acido butirrico emerge come un elemento chiave per chi desidera dimagrire. Studi indicano che gli acidi grassi a catena corta, inclusi il butirrato, esercitano effetti benefici sul metabolismo, migliorando la sensibilità all’insulina e l’equilibrio energetico. Ricerche aggiuntive suggeriscono che il butirrato contribuisce al controllo del peso attivando ormoni intestinali e favorendo la produzione di leptina, un ormone cruciale nella regolazione della fame.
L’incidenza degli acidi grassi a catena corta sull’obesità è oggetto di studio, con risultati talvolta discordanti. Da un lato, si osserva un maggiore livello di butirrato nelle feci delle persone obese; dall’altro, individui obesi sembrerebbero avere minor capacità di convertire i carboidrati in butirrato. In contrasto, le persone con peso normale tendono ad avere una maggiore quantità di batteri produttori di butirrato nell’intestino rispetto a chi è obeso.
DIGESTIONE E SALUTE INTESTINALE
Recenti ricerche rivelano l’effetto positivo del butirrato sulla salute dell’apparato digerente. Si è scoperto che integrare la dieta con butirrato migliora i sintomi di colite ulcerosa e malattia di Crohn, mentre altre analisi lo identificano come un trattamento potenzialmente efficace per la sindrome dell’intestino irritabile. È importante notare che molte di queste condizioni sono innescate da processi infiammatori, nei quali il butirrato mostra efficacia.
Inoltre, il butirrato ha dimostrato di alleviare i sintomi della sindrome da permeabilità intestinale, un disturbo digestivo legato a malattie autoimmuni.
PREVENZIONE DI MALATTIE TUMORALI
Studi significativi sull’acido butirrico hanno evidenziato il suo potenziale nel contrasto al cancro, in particolare contro il tumore al colon-retto. Si suppone che un tasso elevato di proliferazione delle cellule del colon possa aumentare il rischio di cancro. Tutte le cellule del colon seguono un ciclo vitale determinato da un processo denominato apoptosi, e mantenere l’equilibrio tra proliferazione cellulare e apoptosi è essenziale per la salute. Esperimenti in vitro hanno mostrato che il butirrato promuove la proliferazione delle cellule sane del colon e induce l’apoptosi nelle cellule tumorali.
Pertanto, si ipotizza che un’alimentazione ricca di fibre, che comporta una maggiore produzione di butirrato, abbinata a una flora intestinale sana e a una ridotta infiammazione (favorita dal butirrato), costituisca una difesa efficace contro le malattie del colon-retto.
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