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#savoini
unfilodaria · 1 year
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«Adesso aspettiamo le scuse di tanti, e prepariamo le querele per molti». Così Matteo Salvini ha commentato l'archiviazione dell'inchiesta sul caso Metropol, dopo che il gip di Milano, Stefania Donadeo, su richiesta della Procura del capoluogo lombardo ha deciso che non verranno processati i tre uomini indagati per la trattativa avvenuta all'interno dell'hotel russo il 18 ottobre del 2018, vale a dire Gianluca Savoini, esponente del Carroccio e fondatore dell’associazione Lombardia-Russia, l'avvocato d’affari Gianluca Meranda e l'ex bancario Francesco Vannucci… Non è così. Anzi, è vero il contrario. A scriverlo è la stessa gip, Donadeo, nelle motivazioni dell'archiviazione: “Gli atti posti in essere erano inequivocabilmente diretti verso l'obiettivo finale di finanziare illecitamente il partito Lega, grazie ai rapporti che Savoini, presidente dell'associazione culturale Lombardia-Russia, aveva saputo tessere con influenti personaggi del mondo politico, economico, culturale russo"… Perché la trattativa non è andata in porto? E come mai, se hanno trovato prova di tutti queste cose, i magistrati hanno chiesto l'archiviazione? Sul perché non sia andata in porto, i pm hanno scritto che la trattativa si è interrotta a causa delle rivelazioni della stampa, cioè quelle pubblicate in esclusiva da L'Espresso. Sui motivi dell'archiviazione, bisogna distinguere tra i due reati ipotizzati, cioè quello di finanziamento illecito e quello di corruzione internazionale. Per il primo, la gip Donadeo ha scritto che i fatti accertati “non possono qualificarsi idonei a raggiungere, almeno potenzialmente, lo scopo, non essendosi conclusa non solo la fase finale di destinazione di una certa percentuale alla Lega, ma neanche l'operazione principale di compravendita di prodotti petroliferi”. Insomma, siccome il gasolio alla fine non è stato acquistato (come detto, la trattativa si è interrotta a causa delle nostre rivelazioni), si è deciso di non chiedere il processo per finanziamento illecito. … Sull'ipotesi di corruzione internazionale, il Tribunale di Milano ha spiegato che le prove raccolte "non sono sufficienti" a dimostrare il reato, "non tanto per il fatto che l'operazione economica non sia andata a buon fine, quanto perché i soggetti russi, con cui gli indagati si sono interfacciati, non appaiono rivestire la qualifica di pubblici ufficiali". Per il reato di corruzione internazionale è necessario infatti che il destinatario del denaro sia un pubblico ufficiale. Per capire se i due russi identificati al Metropol stessero trattando in rappresentanza di altri, cioè di pubblici ufficiali, la procura di Milano ha chiesto aiuto alla magistratura russa inviando una rogatoria, ma non ha mai ricevuto risposta. In sintesi, la trattativa per finanziare la Lega c'è stata, Salvini forse ne era a conoscenza, ma le prove raccolte dai pm quasi sicuramente non avrebbero portato a una condanna degli indagati. Quindi, si è scelto di non fare neanche il processo. La conferma, l'ennesima, che la verità giudiziaria spesso non coincide con la verità storica.
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confrontodemocratico · 7 months
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L’ex portavoce di Salvini va ancora in Russia: «Navalny come Assange. Tutti ossessionati da Putin
Gianluca Savoini parla anche del memorandum tra il Carroccio e Russia Unita Il giornalista Gianluca Savoini è stato portavoce di Matteo Salvini. Il suo nome è legato al caso Metropol sui fondi alla Lega dalla Russia, dopo la diffusione della registrazione nell’hotel. L’indagine della procura di Milano è finita con un’archiviazione. Oggi ha scritto il libro Da Pontida al Metropol – La lunga…
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lamilanomagazine · 7 months
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Roma, fiaccolata in Campidoglio per Navalny: contestata la Lega
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Roma, fiaccolata in Campidoglio per Navalny: contestata la Lega. Fiaccolata in Campidoglio per Alexei Navalny. La politica italiana si ritrova a Roma per la manifestazione voluta dal leader di Azione Carlo Calenda. «Oggi siamo qui a gridare fermatevi. Come Capitale abbiamo pagato anche noi le conseguenze nefaste del tracollo della democrazia. La morte morte di Navalny la considerano come atto di forza ma in realtà è un segno di debolezza, di paura e di distacco dal popolo russo». Lo ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. La risposta è bipartisan e giunge da tutti i partiti, nessuno escluso. Ma in una piazza gremita, così come in Parlamento, emergono distinguo e divisioni. Tra le persone presenti in piazza, anche numerosi stranieri.  «Siamo contenti di essere qui a questa fiaccolata contro un regime che non tollera il dissenso e che uccide la libertà, in solidarietà a tutti quei cittadini russi che stanno anche in questi giorni protestando pacificamente e manifestando il loro dissenso, e per questo vengono arrestati. I democratici come noi non possono tollerare in nessun Paese una compressione costante dei diritti fondamentali e democratici. È importante essere qui dopo l'uccisione politica di Navalny di cui c'è un solo responsabile: il regime di Putin». Queste le parole della segretaria del Pd Elly Schlein. Al grido di «vergogna vergogna» un gruppo di manifestanti ha accolto l'arrivo di Massimiliano Romeo della Lega, anche lui in piazza per la fiaccolata. Dalla folla è salita anche la contestazione: «Parlaci di Savoini, dove sono i 49 milioni? Vattene a Mosca, leghista». «I fischi e gli insulti a Romeo? Non mi fa piacere. Chiunque è qui oggi è per ricordare un martire della libertà. E siccome la libertà è un valore universale è importante ricordarlo senza polemiche. Stasera siamo qua solo per Navalny e per quelli come lui che rischiano la vita o che la perdano, come gli ucraini da cui io starò il 24». Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda arrivando in piazza Campidoglio. «Chiediamo che si faccia chiarezza a livello internazionale al più presto, perché questo è un atto sconcertante che una democrazia come l'Occidente non può tollerare» ha detto il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo in occasione dell’iniziativa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 1 year
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6 giu 2023 17:38
“DALLA ‘VERITÀ’ UNA BALLA SESQUIPEDALE” – GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE RISPONDONO ALLE RIVELAZIONI DI GIACOMO AMADORI, CHE HA SMONTATO LO SCOOP DELL’ESPRESSO SUL CASO METROPOL: “LA TRATTATIVA C’È STATA DAVVERO, COME DIMOSTRANO L’AUDIO E I DOCUMENTI PUBBLICATI” – “PERCHÉ SAVOINI CERCAVA IN AUTONOMIA DI CONVINCERE GAZPROM A PARTECIPARE ALL’OPERAZIONE? TRAMAVA CONTRO SÉ STESSO?” – “LA PRESENZA DELL’AGENTE DELL’FSB È L’ULTERIORE CONFERMA CHE QUELLA RIUNIONE NON ERA UN INCONTRO CASUALE. QUESTA OPERAZIONE LEGHISTA HA UN UNICO OBIETTIVO: CANCELLARE RICORDI MOSCOVITI IMBARAZZANTI PER L’ATTUALE VICEPREMIER SALVINI…” -
Estratto dell’articolo di Giovanni Tizian e Stefano Vergine per www.editorialedomani.it
«Bufala». «Falso scoop». «Macchinazione». Negli ultimi giorni la Lega e alcuni suoi dirigenti apicali hanno descritto così il caso Metropol, la vicenda svelata per la prima volta da chi scrive nel febbraio del 2019 sull’Espresso, ossia la trattativa avvenuto nell’omonimo hotel di Mosca il 18 ottobre 2018 alla quale aveva partecipato il fedelissimo di Matteo Salvini, Gianluca Savoini, con l’obiettivo di ottenere dai russi un finanziamento per la campagna elettorale per le europee.
«Una simpatica manovra per creare a tavolino una menzogna per infangare Salvini», l’ha definita ad esempio il senatore leghista Claudio Borghi. Il Carroccio è talmente infuriato da aver annunciato una denuncia in procura (l’ennesima, per la verità, le precedenti le ha perse tutte) e ha chiesto che sia anche il Copasir, il Comitato parlamentare che controlla l’attività dei servizi segreti, a occuparsi del caso.
«Oltre a quello che appare come un agente provocatore dell’Espresso che cercava in tutti i modi di incastrare la Lega in accordo con un amico giornalista, al tavolo ci sarebbero stati anche uomini dei servizi segreti stranieri», ha infatti scritto il partito di Salvini in un comunicato stampa. Ma di che cosa stiamo parlando? Che cosa ha scatenato la reazione leghista?
CACCIA ALLE FONTI
Tutto è nato da una serie di articoli pubblicati tra sabato e domenica dal giornale La Verità. Leggendo le carte dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano sulla trattativa del Metropol, il quotidiano ha messo in evidenza due fatti.
Primo: uno di noi è stato in contatto più volte con Gianluca Meranda, uno dei tre italiani che hanno partecipato alla trattativa, e ha viaggiato insieme a lui sullo stesso aereo diretto a Mosca il giorno prima del famoso meeting nella capitale russa (sullo stesso volo, l’unico, c’era anche l’allora ministro Salvini, dettaglio sfuggito al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro).
Secondo: al tavolo dell’hotel moscovita quella mattina del 18 ottobre 2018 c’era anche un agente dell’Fsb, i servizi segreti russi. Da qui la conclusione del quotidiano: poiché Meranda, oltre a essere un massone era anche la “talpa”, saremmo stati noi, insieme a lui, a costruire ad arte una notizia che in realtà non esisteva, vale a dire la trattativa per finanziare la Lega con soldi russi.
Una balla sesquipedale, visto che la trattativa c’è stata davvero, come dimostrano l’audio e i documenti pubblicati. E come ha certificato il tribunale di Milano, secondo cui l’obiettivo della trattativa era proprio quello «di finanziare illecitamente il partito Lega, grazie ai rapporti che Savoini, presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia, aveva saputo tessere con influenti personaggi del mondo politico, economico, culturale russo».
[…] nei vari articoli citati dal partito non viene mai ricordato un fatto: il ruolo attivo di Savoini nel negoziato. Partiamo da una premessa. […] Ci sentiamo […] in dovere di fare chiarezza su alcuni punti. La Lega si dice scandalizzata per il fatto che dei cronisti abbiano incontrato e sentito più volte […] uno degli italiani presenti al tavolo. Quale sarebbe l’anomalia non è chiaro: il cronista segue una storia e cerca di verificarla con tutte le persone coinvolte.
Sulla trattativa per finanziare la Lega con soldi russi abbiamo lavorato per mesi. Avevamo saputo che […] il 18 ottobre 2018 ci sarebbe stata una riunione importante all’hotel Metropol di Mosca, alla quale avrebbe partecipato Savoini, ex portavoce di Salvini e suo delegato per gli affari russi.
Quale occasione migliore per verificare la veridicità delle informazioni raccolte fino ad allora? Se davvero al Metropol avessimo visto Savoini trattare con dei russi, sarebbe stata una conferma utile. L’audio della riunione e le parole di Savoini hanno ulteriormente fortificato le nostre già solide prove.
Vale la pena ricordare l’introduzione politica fatta da Savoini – e non da Meranda – all’inizio della riunione: «Il prossimo maggio ci saranno le elezioni europee. Vogliamo cambiare l’Europa, una nuova Europa deve essere vicina alla Russia...questo è solo quello che voglio dire sulla situazione politica. Ora voglio che i nostri partner tecnici continuino questa discussione». Da qui iniziava la discussione sui dettagli dell’operazione commerciale e di finanziamento.
Non c’è solo il Metropol però che fa capire quanto Savoini fosse parte attiva nella gestione dell’affare. Si tratta di un’interlocuzione con il colosso energetico russo Gazprom. Agli atti dell’inchiesta di Milano è citata una mail inviata a Savoini, definita dallo stesso «la risposta di Gazprom», datata 1° febbraio 2019 a firma del vicedirettore del Reparto logistica, Anatolii Moiseevich Cerner: il manager scriveva «che la società non era interessata a intraprendere un rapporto commerciale con EURO IB (banca d’affari legata a Meranda, ndr) a causa sia del prezzo di vendita che risulterebbe eccessivamente basso rispetto ai valori di mercato che delle perplessità sull’esperienza e competenza operativa di EURO IB nello specifico settore petrolifero».
Non solo: per cercare di convincere Gazprom a prendere parte all’affare, nei giorni seguenti, Savoini scriveva a Dmitry Vadimovich Bakatin, «azionista di riferimento del gruppo Sputnik (holding dell’omonima rete di siti informativi controllati dal Cremlino, n), con pregresse cariche in aziende di stato russe tra cui Gazprom Media Holding Jsc».
Bakatin «si impegnava a intercedere presso il ceo (amministratore delegato, ndr) di Gazprom», è scritto negli atti dell’inchiesta di Milano.
La demenziale ipotesi cavalcata dagli uomini di Salvini in parlamento e nei giornali governativi (una trattativa creata ad arte dall’Espresso e da Meranda) perché Savoini cercava in autonomia di convincere Gazprom a partecipare all’operazione? Savoini forse tramava contro sé stesso?
E come spiega il partito le 40 riunioni tra aprile e luglio documentate dalla Guardia di finanza propedeutiche all’affare leghista? Tra i russi della trattativa, annotano i finanzieri, c’erano anche «Ilya Yakunin (presente al Metropol e legato a un avvocato – politico di Russia Unita, il partito di Putin) Aleksandr Dugin e Andrei Kharchenko «in qualità di rappresentanti di alti esponenti dell’establishment russo, i quali si sarebbero impegnati a favorire la conclusione dell’operazione sia con lo scopo di assicurare un sostegno finanziario al partito italiano Lega Salvini premier sia in vista di una remunerazione economica promessa loro».
L’OMBRA DI DUGIN
Ecco dunque spiegata la presenza al tavolo del Metropol di Andrei Kharchenko, agente dei servizi segreti russi nonché collaboratore del filosofo sovranista e ortodosso Dugin. La notizia rilanciata con grande enfasi dalla Lega era già uscita sull’Espresso quasi due anni fa: secondo il partito sarebbe la prova che quello del Metropol è stato un complotto. In realtà è l’ulteriore conferma che quella riunione non era un incontro casuale fra tre russi e tre italiani, come aveva dichiarato inizialmente Savoini (prima della pubblicazione dell’audio), ma un meeting a cui erano presenti di sicuro un agente dei servizi russi e lui, l’ex portavoce di Salvini.
Kharchenko è molto legato Dugin, che i giornali di destra e lo stesso Savoini conoscono molto bene […]. Il fatto che il russo Kharchenko fosse seduto con Savoini al tavolo del Metropol certifica che all’incontro hanno preso parte figure di primo piano del cerchio di potere di Putin. La spia russa ha viaggiato spesso con il filosofo idolo dei sovranisti, italiani e europei.
[…] Dunque i rapporti tra Savoini, Dugin e Kharchenko sono nati ben prima che l’avvocato italiano Meranda entrasse in scena. Uno degli ultimi incontri tra Savoini e Dugin risale a un convegno del giugno 2019. In quell’occasione l’intellettuale putiniano ha detto di conoscere Salvini «personalmente, credo che sia il miglior leader dell’Europa nuova, è l’uomo del futuro».
Al suo fianco, nonostante il caso Metropol deflagrato, un Savoini sorridente. Nonostante tutti questi fatti, la Lega ora sostiene che Savoini sia la vittima di un grande complotto ordito da giornalisti e faccendieri. Ma la verità, come scrive il tribunale e sanno anche nel governo, è che la trattativa c’è stata. E questa operazione leghista ha un unico obiettivo: cancellare ricordi moscoviti imbarazzanti per l’attuale vicepremier Salvini. (1. continua)
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kritere · 2 years
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Fondi russi a Lega, Procura chiede archiviazione inchiesta Metropol. Salvini: “Tempo galantuomo”
GUARDARE TV Fondi russi alla Lega 17 Gennaio 2023 Pm milanesi chiedono l’archiviazione per il caso Metropol: chiesta l’archiviazione del fascicolo che vede l’ex portavoce di Matteo Salvini e presidente dell’associazione Lombardia Russia, Gianluca Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci indagati per corruzione internazionale. 9 CONDIVISIONI Attiva le notifiche…
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paoloferrario · 2 years
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Presidente della Camera lorenzo fontana: Ora Mosca ha un amico anche alla presidenza della camera, di Giovanni Tizian, in Domani 15 ottobre 2022
Presidente della Camera lorenzo fontana: Ora Mosca ha un amico anche alla presidenza della camera, di Giovanni Tizian, in Domani 15 ottobre 2022
letto in edizione cartacea cerca in: https://www.editorialedomani.it/politica/lorenzo-fontana-presidente-della-camera-amico-oligarca-di-putin-e-padre-spirituale-contro-i-gay-h3ueli5w Lo spirito filorusso di Lorenzo Fontana è secondo solo a Gianluca Savoini, il regista, cioè, della trattativa all’hotel Metropol di Mosca che aveva l’obiettivo di portare denaro fresco del Cremlino nelle casse…
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superfuji · 3 years
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Addossare una colpa a qualcuno, senza aspettare tribunali, senza contestualizzare, senza andare oltre la superficie è di fatto la vera cifra stilistica di questi anni della Bestia. L’invenzione di un capro espiatorio per cementare una comunità: l'organizzazione con strumenti moderni della più antica delle pulsioni. Oggi l'ideologo di quella macchina viene travolto dagli stessi meccanismi che ha per anni alimentato. Non è una scena edificante a cui assistere, ma è l’inevitabile sentenza emessa dal tribunale social, da quasi un decennio l’unica corte a cui fanno riferimento le Bestie.
Da “scusi, lei spaccia?” alle accuse per droga: la paradossale uscita di scena di Luca Morisi e della Bestia
Chi di Bestia ferisce... Vabbè dai, salvini può sempre dire di non averlo mai conosciuto come fece con savoini, di rubba, manzoni, sostegni ecc
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ideeperscrittori · 5 years
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Reazioni dei fan di Salvini all'inchiesta di Report sui rapporti inquietanti tra Lega, neofascisti e movimenti eversivi russi. "I casi sono due: Bibbiano o Bibbiano". "E comunque Bibbiano". "Bibbiano e poi Bibbiano, ma anche Bibbiano, per non parlare di Bibbiano".
— L’Ideota
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raucci · 5 years
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Ora però non saltate a conclusioni affrettate, non vuole affatto dire che i due siano pappa e ciccia. E poi diciamolo: non ci si divertiva così dai tempi di Scajola, che gli pagarono la casa nuova senza che lui se n'accorgesse
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italian-malmostoso · 5 years
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Ecco i risultati del batti e ribatti sul caso dei rubli russi e di Savoini e del silenzio assordante sullo scandalo di Bibbiano, da parte dei media di sinistra.
Bravi, andate avanti così!
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mr-agj · 5 years
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Diavolo di migranti dalle mille risorse!
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b0ringasfuck · 5 years
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Chiedo agli italiani se ne hanno la voglia di darmi pieni poteri per fare quello che abbiamo promesso di fare fino in fondo senza rallentamenti e senza palle...
ministro “senza palle” dei selfie
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alessandrom76 · 5 years
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« cubo di rubli »
il passatempo estivo firmato lega.
@alessandrom76
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en24news · 5 years
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Renzi challenges Salvini on the Savoini case, the Northern League: "Give me a try". But the Milan prosecutor has audio, the draft contract and chat
Renzi challenges Salvini on the Savoini case, the Northern League: "Give me a try". But the Milan prosecutor has audio, the draft contract and chat
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"Give me a try and do everything, a process, an element, something. I trust people. " It is almost at the end of the TV duel at Porta a Porta that Matteo Salvini, former deputy prime minister and former interior minister, answers the question of the former prime minister Matteo Renzi: "Why not lawsuits Savoini. If they tell me that I stole, I take it to court ". Waiting for…
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giancarlonicoli · 1 year
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3 giu 2023 21:56
"NON C'È NESSUNA MACCHINAZIONE" - IL GIORNALISTA GIOVANNI TIZIAN (ORA A "DOMANI") REPLICA ALLE RIVELAZIONI DELLA "VERITÀ", SECONDO CUI L'INCHIESTA DELL'ESPRESSO SUL CASO DELL'HOTEL METROPOL SAREBBE STATA REALIZZATA AD ARTE PER INCASTRARE SALVINI: "MI PARE CHE IL QUOTIDIANO OMETTA IL FATTO FONDAMENTALE, E CIOÈ CHE LA TRATTATIVA CON I RUSSI C'È STATA. QUESTA È STORIA DOCUMENTATA, ANCHE GIUDIZIARIA" - "È DAL 2018 CHE LA LEGA SPORGE QUERELE, SEMPRE ARCHIVIATE. FORSE SALVINI DOVREBBE FARSI QUALCHE DOMANDA SULLE PERSONE A CUI SI È AFFIDATO..." -
(ANSA) -  "Non c'è nessuna macchinazione. Se l'accusa è parlare con delle ipotetiche fonti, non vedo cosa ci sia da replicare.
Né la finanza, né la magistratura hanno indicato le nostre fonti ed è da cinque anni che La Verità titola sull'esistenza di fonti sempre diverse. La loro credibilità è questa".
Lo afferma Giovanni Tizian, giornalista ora al Domani e autore dell'inchiesta dell'Espresso sulla vicenda dell'hotel Metropol di Mosca, che, secondo la Verità, sarebbe stata realizzata ad arte per incastrare Matteo Salvini e La Lega.
"Detto questo, mi pare che il quotidiano ometta il fatto fondamentale - dice ancora Tizian all'ANSA -, e cioè che la trattativa c'è stata, che Savoini era seduto al Metropol e che il cappello introduttivo del summit con i russi è un cappello politico in cui dice che i sovranisti sono l'unico argine politico alle elite e agli illuminati di Bruxelles.
Quelle cose le dice Savoini, nessun altro. Questa è storia documentata, anche giudiziaria.
Nel decreto di archiviazione del pm, che in realtà è molto pesante, si certifica che Savoini ha detto quelle cose e che, come raccontato dall'Espresso e nel libro sulla Lega, ben prima del Metropol, Savoini aveva avviato altri canali per tentare di avere questi finanziamenti".
"E' dal 2018 che la Lega querela me, Stefano Vergine e L'Espresso - sottolinea ancora -. Le querele sono state archiviate, loro si sono opposti e il gip ha archiviato definitivamente, dicendo che era giornalismo d'inchiesta e che erano rispettati i tre elementi fondamentali: cioè verità, interesse pubblico e continenza, quella che in questo pezzo di oggi manca completamente".
"Ribadisco che non c'è nessuna macchinazione e che l'unico che dovrebbe ragionare su quello che ha fatto è Savoini - prosegue Tizian -. Forse anche Salvini dovrebbe farsi qualche domanda sulle persone a cui si è affidato. Ricordo che le nostre inchieste hanno portato all'apertura di un'indagine sulla Lombardia Film Commission, che è arrivata a condanna in primo grado, su Centemero, che è stato condannato in primo grado per finanziamento illecito, e, infine, sul Metropol". "In ogni modo non si va a caccia delle fonti di altri, penso sia sgradevole. Poi ognuno ha il suo metodo", conclude Tizian
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giulianuma · 5 years
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#Savoini chiede e ottiene un selfie @matteosalviniofficial #incontratopercaso a #Moscs https://www.instagram.com/p/Bz0n_s3CqQB/?igshid=8s7csna9ugjg
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