Mi piacerebbe molto avere le tue attenzioni e mi sento un'idiota a scriverlo. Perché non so assolutamente nulla di te, non se sei legato ad altre, né se un pochino ti piaccio. Però vorrei un sacco parlarti e capirti anche, non troppo, solo un po'. Che non sia mai potrei svelarti nudo e lasciarti nudo e freddo, nei geli che solo io so creare...
Però vorrei parlarti e magari sorriderti, ecco. Invece sto qui a piangere e non so nemmeno se il dolore che sento è dovuto alla tua indifferenza o alla mia fame.
Vorrei addormentarmi e svegliarmi incapace di qualsisi emozione, sentimento o anche solo sensazione. Io non voglio sentire più niente, né la soddisfazione, né la gioia, né la tristezza o il malumore. Vorrei proprio una vita emotivamente piatta. Né da un lato, né dall'altro.
A volte torni. Sei una sorta di fibrillazione. Poi passi e a tornare ci metti un po'.
Mi chiedo se mi pensi .
Ti chiedi come sto? Dove sono? Cosa faccio?
Sono felice di non aver potuto leggere la tua replica, perché avresti distrutto tutto. Completamente.
A volte vorrei parlarti. Vorrei ferirti, farti così male da portarti a chiedere pietà. Non fisicamente eh, ma emotivamente.
Io sto così, e pietà non posso chiedere a nessuno. Il tempo mi darà pietà e avrà pietà di me.
Perché adesso io stia piangendo non so. Ma lo sto facendo. Forse mi manchi, forse vorrei avere il tuo amore o averlo avuto, almeno un po'. Mi rendo conto che non so se me ne hai mai dato.
Ecco il secondo mistero della mia vita.
Vorrei incontrarti per averti di nuovo, non per fare sesso e nemmeno baciarti, ormai non potrei avere più questa intimità con te, sarei altro da me. Ma vorrei che tu volessi stringermi di nuovo e parlarmi.
Le tue parole. Sei stato un pifferaio. Magico? No.
Illusorio. Hai costruito una buca e c'hai messo sopra un'illusione bellissima. Ci sono inciampata e sapevo di stare inciampando, ma l'ho dimenticato e quando mi sono sfracellata al suolo, mi sono fatta ancora più male: non ero pronta al colpo.
Ti sei spogliato all'improvviso e ti ho visto nudo coi tuoi anni, coi tuoi inganni e affanni. La tua ricerca spasmodica e smodata di carne, fresca o meno.
E io ho sentito un crack.
Era tutto fermo e immobile ma c'è stato un crack. Solo io l'avrei sentito, se non ne avessi fatto eco.
Hai preso il mio Amore, tutto quello che avevo l'hai mangiato e poi l'hai vomitato.
Cosa è adesso? Una poltiglia che puzza di rancido. Non ne nasceranno fiori e manco vermi. Questo si seppellisce sotto un po' di terra, fine.
Fine, tagliente come la lama di un bisturi.
Bruciante come solo il fuoco può.
E io sono lì, a volte, ferma con un crack che riecheggia e te che ti volti di scatto. Non mi raggiungi ormai. Ma io sono rimasta lì, ferma.
Ferma
Ferma
F e r m a.
Ti odio per quello che mi hai fatto, ma non smetterò di amarti, perché ho ancora in testa la tua melodia, o pifferaio.
Vorrei solo abbracciare il mio cane. La mia bambina. Solo lei sa colmare i miei vuoti. L'unica vera amica che ho mai avuto e l'amore che mai tradirò e mai mi tradirà.
A volte torni. Sei una sorta di fibrillazione. Poi passi e a tornare ci metti un po'.
Mi chiedo se mi pensi .
Ti chiedi come sto? Dove sono? Cosa faccio?
Sono felice di non aver potuto leggere la tua replica, perché avresti distrutto tutto. Completamente.
A volte vorrei parlarti. Vorrei ferirti, farti così male da portarti a chiedere pietà. Non fisicamente eh, ma emotivamente.
Io sto così, e pietà non posso chiedere a nessuno. Il tempo mi darà pietà e avrà pietà di me.
Perché adesso io stia piangendo non so. Ma lo sto facendo. Forse mi manchi, forse vorrei avere il tuo amore o averlo avuto, almeno un po'. Mi rendo conto che non so se me ne hai mai dato.
Ecco il secondo mistero della mia vita.
Vorrei incontrarti per averti di nuovo, non per fare sesso e nemmeno baciarti, ormai non potrei avere più questa intimità con te, sarei altro da me. Ma vorrei che tu volessi stringermi di nuovo e parlarmi.
Le tue parole. Sei stato un pifferaio. Magico? No.
Illusorio. Hai costruito una buca e c'hai messo sopra un'illusione bellissima. Ci sono inciampata e sapevo di stare inciampando, ma l'ho dimenticato e quando mi sono sfracellata al suolo, mi sono fatta ancora più male: non ero pronta al colpo.
Ti sei spogliato all'improvviso e ti ho visto nudo coi tuoi anni, coi tuoi inganni e affanni. La tua ricerca spasmodica e smodata di carne, fresca o meno.
E io ho sentito un crack.
Era tutto fermo e immobile ma c'è stato un crack. Solo io l'avrei sentito, se non ne avessi fatto eco.
Hai preso il mio Amore, tutto quello che avevo l'hai mangiato e poi l'hai vomitato.
Cosa è adesso? Una poltiglia che puzza di rancido. Non ne nasceranno fiori e manco vermi. Questo si seppellisce sotto un po' di terra, fine.
Fine, tagliente come la lama di un bisturi.
Bruciante come solo il fuoco può.
E io sono lì, a volte, ferma con un crack che riecheggia e te che ti volti di scatto. Non mi raggiungi ormai. Ma io sono rimasta lì, ferma.
Ferma
Ferma
F e r m a.
Ti odio per quello che mi hai fatto, ma non smetterò di amarti, perché ho ancora in testa la tua melodia, o pifferaio.