Gli sfoghi di una studentessa e del suo eccessivo procrastinare. Gatti non compresi (per ora).
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Brunch Republic, Venice.
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“I went for years not finishing anything. Because, of course, when you finish something you can be judged.”
— Erica Jong
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“A long, calm sadness seized her.”
— Clarice Lispector, from “The Chandelier,” originally published c. 1946
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Fanart di Animal Crossing: varie references come il trench, la caffetteria e gli alberi...oltre ai personaggi.
#animal crosing new leaf#animal crosing pocket camp#ac dotty#ketchup#fanart#video games#detective story
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Is there a list of describing a characters voice?
There are two ways to describe a character voice: the actual sound of it and what it does through words and tone. I’ll provide both since I don’t know which one you want specifically :)
Adjectives for the Sound of a Voice
Soft
Gravelly
Breathy
Abrasive
Brittle
Acidic
Barbed
Course
Dulcet
Guttural
Sweet
Hoarse
Honeyed
Shrill
Deep
High-pitched
Quiet
Loud
Mumbly
Squeaky
Wavering
Velvety
Smooth
Weak
Broken
Adjectives for What the Voice Does with Words and Tone
Accusatory
Admiring
Amused
Animated
Anxious
Deadpan
Apologetic
Ardent
Arrogant
Assertive
Authoritative
Bleak
Bored
Bubbly
Cautionary
Cheery
Defeated
Confused
Critical
Curt
Defiant
Defensive
Detached
Diplomatic
Disheartening
Disheartened
Cold
Docile
Frustrated
Intense
Intimate
Lifeless
Loving
Objective
Righteous
Sincere
Urgent
Vindictive
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Finding comfort in my loneliness, I have found a friend in myself.
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Amsterdam food blogger!
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Sono ancora viva!
(E più in forma che mai!)
Dopo un’estete disintossicante, mi sono finalmente riunita con il mio ego infantile e sono tornata in me (sapete no? Quello che grida al tutto può succedere se lo vuoi davvero e segui i tuoi sogni, ogni cosa è bella, il mondo è buono ecc,ecc...)
Grafica assolutamente verosimile del mio umore durante quel periodo.
Ed eccoci qui: vi scrivo durante una lezione di Economia della Cultura che dovrei seguire. (Sì, ho cambiato di nuovo Università, ma stavolta mi piace!)
Vorrei incoraggiare i miei pochi lettori a continuare qualunque cosa stiano tentando di completare, perché dopo questo periodo di buio nella mia vita, durato quasi quattro anni, finalmente ho rivisto la luce e sono riuscita a portare a termine qualcosa, qualcosa che per me ha un enorme valore. Il mio primo libro; sottinteso: che mi piacerebbe pubblicare.
Ora dovrei cominciare con l’editing, uno serio quantomeno, ma non vorrei esagerare. Infatti ho lasciato il manoscritto intatto e non intendo tornarci su finché non riterrò di averne veramente voglia o mi sentirò sufficientemente obbiettiva, e il tempo in questi casi paga. Un altro sacro consiglio collezionato in questi anni, del mio adorato professore di italiano, era di non correggere mai immediatamente, ma lasciar rosolare le parole per un periodo di tempo sufficiente alla nostra mente per crescere. Se iniziamo con determinati automatismi, l’editing sarà del tutto inutile, soprattutto se la stessa persona che lo sta correggendo non è cresciuta abbastanza rispetto a quella che lo ha scritto.
Lo so, lo so. Non è così semplice. Vi sono nel cuore. Anche io morirei dalla voglia di completare tutto subito ed esclamare al mondo: SI, È VIVO!
Ma non funziona mai così, o no? La fretta è nostra nemica, e costa ammetterlo ma la bellezza della nostra creatura dipende anche dai nostri sacrifici, e l’attesa è forse uno dei più duri. Detto questo, non smettete di scrivere. Mai. Se volete migliorare nel frattempo, impiegate le vostre abilità costantemente. Iniziate il seguito della saga (cosa che dovrebbe fare la sottoscritta ma per ora mi crogiolerò ancora nella soddisfazione, granzie) oppure cominciate dei sottoprogetti. Nel mio caso, la fonte di salvezza tra una storia e l’altra è sempre stata la fan fiction.
Yep. Scrivere comunque, appassionarsi a storie e dire: sai cosa? Non mi piace, ora te le canto io *inserirenomediscrittore*, così impari ad ammazzarmi il mio personaggio preferito o rovinare la mia ship (nel mio caso, è il motivo molto più probabile...Dracoermionehm, ehm...).
E non sta andando neanche troppo male perchè ho iniziato da una settimana e sto già scrivendo il mio terzo capitolo! Detto questo: vi aggiornerò per i prossimi sviluppi e magari posterò qualche disegno dei personaggi.
Buona lezione a me!
Prima o poi metterò su una playlist della storia e sicuramente inserirò questa canzone.
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writing playlist: on
google docs: open
mind: ready
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I need to stop having dreams that make themselves into novel ideas..
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Poi iniziano i rimedi casalinghi...
Per apprendisti scrittori come la sottoscritta il blocco è qualcosa con cui bisogna imparare presto a convivere. Ne esistono di diverse tipologie e nel mio caso è assenza di imput (nella maggior parte dei casi). Per imput intendo sia iniziare una nuova storia, sia ricominciare a scrivere dopo tanto tempo un romanzo. Mi devasta: per quanto possa metterci tutta la buona volontà di questo mondo, se non è giornata, coninuerò imperterrita a fissare lo schermo e rileggere, rileggere, rileggere fino ad arrivare a odiare ciò che finirei per correggere anche quando andava già bene così.
Fatevi un favore, state fermi.
Prendete un bel respiro e resistete all’impulso di ricontrollare ogni minima parola se vi blocca dal proseguire, perché diventerà presto un motivo di insonnia.
Innanzitutto sappiate che non siete strani, non a causa di questo blocco non scriverete più, anzi. Alcuni scrittori impiegano anni per correggere ma soprattutto uscire da quel loop che sta tutto dentro le loro teste. La cosa più importante in questi casi è accettare che scrivere, anche quando non avete voglia, tempo o ispirazione, è l’unica cosa che può aiutarvi davvero.
Iniziate scrivendo altro, create un blog, storie brevi, anche frasi ma scrivete. Come disse un mio professore: “Finché pensiamo di non avere tempo o averne troppo, continueremo a rimandare, ma se scrivessimo anche solo una pagina al giorno, a fine anno avremmo un libro.”
Ed è proprio così. Ora, non voglio scrivere subito liste di consigli su cosa fare o non fare per scrivere bene, ma solo raccontare la mia esperienza sperando che possa essere utile:
Ci fu un’estate in cui scrissi 654 pagine, in totale due libri, di una fan fiction che ora è diventata la storia che amo e che mi lacera al tempo stesso. Tutto iniziò con una bella idea e la mia migliore amica, che oltre a scrivere amava leggere. Prima di allora mi ero infognata per 7 anni in un’altra storia, senza riuscire ad andare oltre l’incipit (che ricominciai almeno 84 volte, non scherzo). E indovinate un po’?
Senza l’ansia di volerlo pubblicare a tutti i costi, senza pretese ma soprattutto con una persona sveglia, percettiva e munita di tanta pazienza, riuscii a finire in tre mesi due libri. Lei mi dava le consegne, mi correggeva le bozze e io partivo come un treno in corsa, rassicurata da qualcuno che con poco mi incoraggiava, togliendomi da quel loop dentro la mia testa che non mi permetteva di andare avanti.
Trovare un editor mi ha aiutato. Questo è il mio modo di uscirne e così sto facendo ora. Avete migliori amici che leggono? Provate con loro, avrete un altro feedback che migliorerà la vostra scrittura in maniere che neanche immaginate.
Provare per credere.
#writing#advice#writer's block#blog writer#writer#scrivere#blocco#scrittori on tumblr#giovani scrittori#consigli#robert downey jr
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Da leggere assolutamente.
“Gatsby believed in the green light, the orgastic future that year by year recedes before us. It eluded us then, but that’s no matter: tomorrow we will run faster, stretch out our arms farther … and one fine morning… So we beat on, boats against the current, borne back ceaselessly into the past.”
— The Great Gatsby
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Non so voi, ma non è cambiato nulla...
Ora, voi non mi conoscete.
Mi chiamo Giulia, amo scrivere e questo blog -se resisterò nel proseguire un’idea per più di una settimana- potrebbe essere un inizio per continuare a scrivere quando ho il blocco.
Capita sempre quando coincidono due cose,
Momento morto nel racconto
Momento morto nella mia vita.
Ed eccoci qui. Primo anno di università, un milione di nuove aspettative e sono punto e a capo. Sapete le superiori, no? I licei, ricettacoli dei pottini per eccellenza -o quantomeno nel mio caso. Bene, volevo dimenticare, volevo completamente rimuovere quella parte della mia vita, ma mai avrei creduto di impattermici di nuovo.
Non ora. Non così presto.
Prima di passare alla facoltà di Lettere Moderne, avevo provato a buttarmi a capofitto in Fisica. E voi direte, ma questa ama scrivere e va a fare materie scientifiche? Beh, sì. Perché sono anche un’artista e ho bisogno di stimoli. Cosa che infatti non ho trovato a Lettere quando ho deciso di cambiare per puntare tutto sul mio lavoro futuro.
Grande cazzata ho fatto a mollare Fisica, ma lo rifarei, solo perché so di essere un passo più vicina al mondo dell’editoria. Il mio mondo da sempre.
Le compagnie sono sicuramente migliori delle superiori, ma l’ambiente di Fisica era diverso, sempre nuovo e sempre interessante. Mi manca quel brivido che ti correva lungo la schiena quando non capivi niente ma sapevi che eravamo tutti nella stessa barca e ci sarebbe stata tanta solidarietà e aiuto. Mi manca il ritrovarsi a discutere di videogiochi come nerd o di femminismo e politica come se davvero volessimo cambiare il mondo domani. Paradossalmente, parlavo più di letteratura con i miei vecchi compagni che con quelli di ora.
Perché non trovò più quella stessa passione qui? Quella che ti brucia dentro e ti fa urlare: cazzo, voglio il mondo, ancora qualche anno e lo avrò tra le mie mani.
Ora sono solo tediata.
Prima avevo il 10% del tempo da dedicarmi alla settimana, tra studio e lezioni, eppure scrivevo tantissimo, disegnavo e non stavo un secondo ferma. Ora ho l’80% del tempo da dedicarmi e non faccio neanche la metà di quello che mi metto in testa di fare. Non studio, non leggo e non scrivo.
Sono tornata al liceo gente. E fa schifo come al tempo.
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