Caro amico che vuoi andare a vivere a Cantù, pensaci un po' su: d'estate a Cantù fa ancora più caldo che a Kathmandu o a Cefalù. Ma che lo dico a fare? Non ascolti mai nessuno, tu.
C’è questo tipo che fa propaganda e debunking pro nucleare. E, come molti altri, non arriva mai alle naturali conclusioni dei ragionamenti e delle cose che dice. Come quando viene proposto il nucleare per decarbonizzare, ignorando completamente che non possiamo neanche lontanamente aspettare la costruzione di un numero sufficiente di centrali prima di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica. E che conviene concentrarsi e spendere soldi sulle altre tecnologie esistenti.
In questo video critica giustamente Fiorello per aver fatto disinformazione sulle scorie nucleari italiane e sottolinea come l’Italia non sia ancora riuscita a sistemare in maniera corretta le proprie scorie nucleari, prodotte dall’attività delle centrali che erano attive dal 1963 al 1990 e da quelle che continuano ad essere prodotte da processi industriali e ospedalieri. Tant’è vero che siamo oggetto di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Tant’è vero che paghiamo la Francia per tenere parte delle nostre scorie, e che prima o poi dovremo riportare in Italia. Tant’è vero che stiamo ancora ragionando su quali siano i luoghi migliori sul territorio italiano dove potremmo iniziare a costruire dei siti di stoccaggio che siano finalmente a norma.
Insomma, a questa persona non viene il sospetto che se non riusciamo a costruire un deposito a norma in 34 anni, forse la costruzione di centrali nucleari sicure non sarà quella passeggiata che sovente dipinge.
E che servirà più a sprecare soldi -e la tranquillità di molti- che a combattere il cambiamento climatico o a risolvere i problemi di autonomia energetica in Italia.
Chi chiede ai ragazzi di Ultima Generazione di spalare fango in Romagna:
– non si informa, altrimenti saprebbe che ci sono andati;
– non va a spalare fango, ordina agli altri di farlo;
– vuole difendere il presepe, non il pianeta;
– ride alle battute di Pio e Amedeo.
[L'Ideota]
Il 23 gennaio scorso sul sito del MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) è stato pubblicato il decreto per le comunità energetiche rinnovabili (su cosa sono le comunità energetiche vedi il mio post https://bit.ly/496Txdo) ed ora è in vigore. E’ stato un percorso molto, molto lungo, si è partiti dalla direttiva europea del 2018, ora siamo pronti a farle operative, finalmente. Si punta a sviluppare 7 gigawatt di capacità energetica, certo non saranno questi a cambiare il destino energetico dell’Italia ma sono fondamentali per migliorare l’accettazione degli impianti, per favorire l’autoconsumo e sono fondamentali anche dal punto di vista culturale. L’energia dovremmo produrla sempre di più in maniera condivisa e decentrata.
Raccolta fondi per un'amica dopo l'alluvione Emilia-Romagna
Come sapete, qui in Romagna è in corso una grave emergenza a causa dell’alluvione. Una nostra compagna di corso ha subito grandi danni, perdendo tutto. Per questo motivo, noi, ragazze e ragazzi, del corso di Management dell’Economia Sociale di Forlì abbiamo deciso di creare una raccolta fondi per aiutare lei e la sua famiglia a rialzarsi. Noi lo stiamo già facendo, donando le paghe dei nostri lavoretti extra da studenti e studentesse, ma, soprattutto, stando in strada, a turni, con le pale e gli stivali. Tutto ciò però non basta ed è per questo che chiediamo, col cuore, un supporto! Anche piccole somme possono fare la differenza per chi non ha più nulla. Lei non è stata fortunata come noi… Questa non è una raccolta fondi istituzionale, è fatta da amici squattrinati che cercano di aiutare un'amica. Il link per informazioni e per donare è paypal.me/AiutiAlluvioneMES
Per ora vi ringraziamo, anche solo per aver letto questo messaggio ed averci pensato, e chiediamo di condividere questo messaggio con più persone possibili, così da poter fare davvero la differenza.
NATO, non solo armi: il segretario Stoltenberg presenta un piano “green” per tagliare del 45% le emissioni militari di CO₂ entro il 2030, e del 100% entro il 2050.
Oggi è stata una giornata decisamente mite per il periodo. Le temperature che si sono registrate nelle ore più calde, fanno presagire che la metamorfosi climatica del nostro territorio ha ormai raggiunto la fase successiva. Aldilà del benessere percepito da queste temperature gradevoli a autunno inoltrato, questa strana situazione mi lascia addosso un senso di preoccupazione che non provavo da molto tempo.
“Quanto è dovuto all’uomo il cambiamento climatico? Non so quanto sia dovuto all’uomo e quanto al cambiamento climatico terrestre, perché leggevo ieri sera che il cambiamento climatico della Terra è iniziato da metà del secolo scorso”
—Gilberto Pichetto Fratin (Fratelli d’Italia), Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica a SkyTg24).
C’è chi dice che siamo ancora in tempo per evitare i disastri degli scenari peggiori del cambiamento climatico. Considerando la gente che ci governa e coloro che li votano, mi viene invece quasi da sperare che si avverino in pieno.
Sono conscio dell'enorme gravità delle mie affermazioni, so che sono in gioco i sentimenti di tante persone, so che certi fatti sono scolpiti nella memoria di tanta gente, so che sto per tirar fuori un trauma collettivo, ma voglio dire lo stesso una cosa che mette in discussione i capisaldi della nostra conoscenza del mondo: questa estate mi sembra peggiore di quella che sembrava imbattibile, insuperabile, irripitebile: mi riferisco, ovviamente, alla famigerata estate del 2003.
Il paradosso tutto italiano è che nonostante la siccità, restiamo il paese che ha più pioggia e più corsi d’acqua di ogni altro paese europeo. Abbiamo 324 laghi ma siamo poverissimi di infrastrutture idriche. Oggi riusciamo a immagazzinare circa l’11% dell’acqua piovana che cade. Troppo poca. Secondo i dati di Terna (gestore delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica dall’acqua), nei primi due mesi del 2023 la generazione di elettricità dell’acqua ha segnato un drammatico -51%, con febbraio che ha sfiorato il -60%. Il rischio è chiudere un anno peggiore del 2022, quando la lunga siccità in Italia aveva ridotto la produzione del 37,7%. Che fare?
Nuovi invasi, nuovi bacini di raccolta e stoccaggio, impianti di pompaggio, sistemi di irrigazione tecnologici, ecco alcuni esempi che il Pnrr dovrebbe fare.