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#Cattedrale di San Martino
italiasparita · 16 days
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Lucca. Cattedrale di San Martino
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
IL SENTIMENTO STRUGGENTE
La scultura ha il potere di ammaliare forse più della pittura: il tutto tondo sembra cogliere un’essenza nascosta di umano spirito, una presenza viva, una dignità silenziosa. Mi rimarranno per sempre impresse certe figure umanissime scaturite dalla sensibilità di Giovanni Pisano. Ma esiste qualcosa capace di suscitare un sussulto di sentimenti altrettanto memorabile: il monumento funebre a Ilaria del Carretto, realizzato tra il 1406 e il 1408 da Jacopo della Quercia (1374 – 1438), conservato a Lucca, nell’area del transetto nord nella Cattedrale di San Martino. Dall’opera emerge la fragilità del corpo in sonno, reso morbido dal leggero adagiarsi dei panneggi sulle membra colte nell’istante dell’ultimo palpito rimasto miracolosamente integro sullo scalpello dell’artista senese. Mi colloco tra gli ultimi di una lunghissima sequela di ammiratori. Versi sono sorti dall’anima di grandi poeti per raccontare la tenerezza, la commozione, persino l’amore per Ilaria, morta giovanissima nel dare la luce ad una figlia. Eppure, a costo banalizzare e mettermi in fila tra modesti nessuno, non posso fare a meno di lasciare in queste pagine il segno di quella fugace percezione. Promana, da questa scultura, un’emozione antica, antichissima, l’unica che possa attribuire all’arte un riconoscimento incontestabile: l’emozione della memoria. Ilaria del Carretto, nobile genovese andata in sposa a Paolo Guinigi, signore di Lucca, non è più nel mondo dal 1404. Tuttavia, grazie a Jacopo della Quercia ed a colui che volle questo monumento, il consorte innamorato, ella non è scomparsa più di seicento anni fa. Si è trasformata. Lasciando di sé la forma che la natura le ha concesso, quella stessa forma nella quale la condizione umana si sostanzia, quella forma ridotta al nulla e che solo l’arte ha il potere di restituire alla relazione con i sensi. Certo, Ilaria non vede, non sente, non è corrotta dal dinamismo vitale. Ma esisterà finché gli uomini e le donne di tutti tempi avranno cura di conservarne l’essenza ormai eterna. L’essenza che è forma ma è anche spirito. Che è possanza dei sentimenti immediatamente manifesti al volgere dello sguardo su quel viso, risparmiato dall’oltraggio che la morte, schiva dal plagiare in una smorfia di doloroso panico, ha accarezzato in un afflato di affettuosa, delicata cura.
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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michelangelob · 1 year
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All'ombra di San Martino: gli 850 anni di arte, storia e devozione della cattedrale di Lucca
La cattedrale di San Martino di Lucca fin dal Medioevo è stata il fulcro della vita cittadina e non solo. Luogo di scambi e decisioni politiche, religiose e fondamentale punto di incontro per la società. Fra le sue mura e gli splendori artistici e architettonici si sono incontrati mercanti, hanno discusso delle sorti della città chi ne teneva le redini e la liturgia religiosa talvolta ha fatto…
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londranotizie24 · 2 months
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Scarlato e Bonci, a Montepulciano il concerto per organo e coro unisce Italia e Uk
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Di Pietro Nigro Al 49° Cantiere internazionale d'Arte in Valdichiana Sense, Il compositore Dimitri Scarlato e l'organsta Riccardo Bonci in un concerto per organo accompagnato dal Selwyn College Choir (direttrice Sarah MacDonald) per “O Nata Lux”, omaggio alla musica corale ispirata alla “Luce” dal Rinascimento ai nostri giorni. Scarlato e Bonci a Montepulciano, un concerto per organo italiano e coro britannico ispirato alla Luce Fino al 28 luglio il 49° Cantiere Internazionale d’Arte, festival musicale che si svolge in Valdichiana Senese, principalmente a Montepulciano, sotto la nuova direzione artistica di Mariangela Vacatello e la direzione musicale di Michele Gamba, vede la costruzione di nuovi network tra musicisti provenienti da ogni dove, allo scopo sia di esibirsi per regalare la chance di ascoltare dell’ottima musica, sia di creare nuove conoscenze, nuove collaborazioni, o di creare nuovi “accordi” su cui lavorare. Sempre, naturalmente, insieme. Ed è anche qui che, nuovamente, Italia e Regno Unito si incontrano per creare insieme qualcosa di nuovo, di estremamente creativo, e allo stesso tempo rinsaldare amicizie, musicali e non, senza tempo. E’ il caso del Maestro Dimitri Scarlato e del Maestro Riccardo Bonci. L’uno compositore, direttore d’orchestra, insegnante al Royal College of Music di Londra, autore di colonne sonore per cinema e tv, based in London; l’altro organista titolare della Cattedrale di Orvieto, studi musicali londinesi, che ha vissuto e lavorato nel settore musicale britannico per ben diciassette anni. E, adesso, dopo aver condiviso l’esperienza importante della Messa composta da Scarlato per la Cattedrale di Orvieto dello scorso Maggio, commissionata ed eseguita da Bonci, i due si sono ritrovati proprio al Cantiere Internazionale d’Arte, lo scorso 13 luglio, a Sinalunga, in Valdichiana Senese, presso la Chiesa Collegiata di San Martino per “O Nata Lux”, un omaggio alla musica corale ispirata alla “Luce” dal Rinascimento ai nostri giorni. Un concerto per organo eseguito dal Maestro Bonci, accompagnato dal Selwyn Colleg e Choir, direttrice Sarah MacDonald.   Ci siamo fatti raccontare alcuni aspetti peculiari di questa esperienza proprio da loro due: Dimitri Scarlato e Riccardo Bonci. “Sinalunga – ci spiega Scarlato – è un paesino molto carino dove c’è una chiesa (la Collegiata di San Martino, n.d.r.) con un organo particolare, tipo italiano, ottocentesco, tradizionale, singola tastiera e piccola pedaliera, strumento importante, abbastanza grande, concepito e costruito per fare musica di stampo operistico, che andava tanto in quel periodo”. “Diversi compositori operistici dello stile di Donizetti e Bellini, Puccini, scrivevano musica per questo tipo di strumento”, spiega Bonci, che si è trovato quindi a suonare uno strumento raro e particolare, di una valenza storico-musicale davvero unica. “Per questo concerto – prosegue Scarlato - mi è stato commissionato un brano per solo organo, particolare perché a differenza della Messa nella Cattedrale di Orvieto che dava tantissime possibilità qui ci sono state limitazioni dettate dallo strumento, quindi è stato interessante creare qualcosa di un po' più contemporaneo, rispetto alla Messa che ha anche una funzione sociale, essendo cantata dai fedeli. In questo caso si è potuto spingere con una musica un po' più di ricerca, il brano si chiama ‘Ricercare’, in una forma molto comune nella tradizione organistica, dal Rinascimento in poi. Una forma che si basa sull’imitazione, ovvero c’è una frase musicale che poi viene imitata e sviluppata, senza essere troppo legata al concetto stesso di imitazione”. Bonci ha poi spiegato la scaletta della serata, basata su un’alternanza equilibrata “Tre-quattro brani col coro, tre-quattro brani con l’organo. Quest’anno poi cade il centenario della morte del compositore Giacomo Puccini, quindi a parte il brano di Dimitri il mio programma prevede tutto Puccini. Sono state ritrovate sue composizioni per organo, questo è un tipo di strumento che per quel repertorio va benissimo”. Oltre all’omaggio a Puccini e alla prima assoluta del brano di Scarlato, la serata si è snodata attraverso musiche di Thomas Tallis, Cecilia McDowall, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Alexander Campkin, Robert White, John Rutter, Kerry Andrew, Eric Withacre, Tomas Luis da Victoria, Lucy Walker. ... Continua a leggere su
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lamilanomagazine · 4 months
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Trieste: si svolgerà il 36° raduno nazionale dei Fanti
Trieste: si svolgerà il 36° raduno nazionale dei Fanti Il 36° Raduno nazionale dei Fanti d'Italia si svolgerà a Trieste da venerdì 24 a domenica 26 maggio. I Fanti si ritroveranno a Trieste nella splendida cornice di Piazza Unità d'Italia dopo un lungo periodo di assenza di attività radunistiche e sarà occasione per il rafforzamento dei vincoli di fratellanza e di solidarietà fra tutti i Fanti delle 450 sezioni con più di 12mila iscritti. A Trieste, prima città a riconoscere la cittadinanza onoraria al "milite Ignoto", ricorreranno i 400 anni della costituzione del 1° reggimento di Fanteria, il Reggimento Savoia con il nome di Fleury, divenuto poi "Brigata RE" e poi "San Giusto" e il 70° anniversario del ricongiungimento di Trieste all'Italia. Il Programma 24 maggio - Ore 9:30 Arrivo del Tricolore del Raduno dal mare. - Un mezzo navale della Guardia Costiera della Capitaneria di Porto di Trieste approderà al Molo Audace dal quale sbarcherà scortato dai marinai dell'Associazione Nazionale Marinai d'Italia il Tricolore del Raduno, alla Scala Reale si unirà una staffetta di Bersaglieri dell'Associazione Nazionale Bersaglieri di Trieste, raggiungeranno il Palazzo Municipale e saliranno al Colle di San Giusto, per consegnarlo ai rappresentanti dei Fanti del Gruppo Reggimentale dell'82° Fanteria "Torino" della Sezione di Roma Capitale; - ore 11:00 Cerimonie Colle di San Giusto; - ore 11:10 esposizione permanente del Tricolore del Raduno dal Campanile della Cattedrale; - ore 11:30 deposizione corona al Monumento ai Caduti di Trieste; - ore 12:00 deposizione corona Ara Terza Armata sul Colle di San Giusto ; - ore 15:30 deposizione corona alla tomba del Duca D'Aosta comandante della III Armata – Sacrario di Redipuglia (Gorizia). - I convenuti potranno in modo autonomo visitare il Colle di Sant'Elia, la Cappella del Sacrario Militare e il Museo Multimediale della Grande Guerra presso la stazione ferroviaria di Fogliano – Redipuglia adiacente al Sacrario. - Ore 16:15 deposizione corona al Cippo alla Brigata Sassari in località San Martino del Carso (GO); - ore 17:00 deposizione corona all'Ara monumentale ai caduti della Prima Guerra Mondiale al Giardino del Milite Ignoto di Monfalcone di via Timavo; - ore 18:15 deposizione corona al Monumento "Ai lupi di Toscana" e al maggiore Randaccio in località San Giovanni di Duino (Foci del Timavo); - deposizione corona all'Ara dei Caduti della Terza Armata in località San Giovanni di Duino (Foci del Timavo); - deposizione corona Cippo 65° Reggimento Fanteria "Valtellina" (poi "Trieste") in località San Giovanni di Duino (Galleria di Lokavac). - Ore 20:00 onori e deposizione corona al Cippo di Vedetta Alice antistante la ex caserma Monte Cimone in Località Banne (Trieste), in memoria di tre commilitoni, S.Ten. Fabio Santi, Fuciliere Michele Gallocchio e Pilota VTT Vincenzo Passerini, del 1° BTG "San Giusto", che persero la vita in attività addestrativa per un tragico incidente, in data 1° settembre 1986. 25 maggio - Ore 8:30 deposizione corona e alzabandiera al Monumento Nazionale della Foiba di Basovizza. I convenuti potranno accedere al Centro di Documentazione curato dalla Lega Nazionale di Trieste; - ore 10:00 apertura del 36° Raduno Nazionale dei Fanti d'Italia. - Saluto alle Autorità locali e onori all'arrivo del Medagliere Nazionale dell'Associazione Nazionale del Fante Presentazione del 66° Reggimento Fanteria Aeromobile "Trieste" al Consiglio Comunale di Trieste e al Sindaco Roberto Dipiazza da parte del colonnello Massimiliano Spucches, alla presenza del Presidente Nazionale ANF Gianni Stucchi e i Presidenti Assofante di Trieste e Forlì. - Ore 11:30 Assemblea del Consiglio Nazionale dell'Associazione Nazionale del Fante presso la sala del Consiglio Comunale di Trieste - Ore 12:30 Santa Messa presso la chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo, piazza Sant'Antonio a Trieste. - Ore 15:00 deposizione corona al Monumento Nazionale della Risiera di San Sabba. I convenuti potranno accedere in modo autonomo al Museo e Memoriale della Risiera; - ore 15:00 deposizione corona al Sacello di Guglielmo Oberdan Via XXIV Maggio 4. I convenuti potranno accedere in modo autonomo al Museo del Risorgimento; - Ore 17:00 conferenza"Pattuglie ad Est" a cura di Pierpaolo Donvito, analisi dell'organizzazione del sistema difensivo sul confine orientale e del Carso triestino negli anni della Guerra Fredda - Sala Costantinides del Museo Sartorio Largo Papa Giovanni XXIII, 1 a Trieste - Ore 19:30 Esibizione bande e fanfare delle Sezioni dell'Associazione Nazionale del Fante in piazza Unità d'Italia, piazza della Borsa e piazza Ponte Rosso.(in caso di maltempo l'evento verrà annullato). 26 Maggio - Ore 7:30 Inizio ammassamento delle Sezioni dell'Associazione Nazionale del Fante in Piazza Unità d'Italia; - ore 9:00 alzabandiera; - ore 10:30 inizio cerimonia: allocuzioni delle autorità e del Presidente Nazionale Associazione del Fante Gianni Stucchi, Consegna Sigillo Trecentesco 66° rgt Fanteria Aeromobile "Trieste"; - ore 12:00 defilamento delle Sezioni dalla Piazza Unità d'Italia e sfilamento lungo le rive di Trieste fino a raggiungere piazza Ponterosso. Conclusione della cerimonia passaggio della Bandiera del Raduno alla Sezione di Palermo. - Ore 18:00 ammainabandiera in Piazza Unità d'Italia e chiusura del 36° Raduno Nazionale dei Fanti d'Italia.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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jacopocioni · 7 months
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Le storie delle tre donne più illustri legate a Firenze
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La prima è Berta Di Lotaringia, contessa di Arles e marchesa di Toscana, nonché pronipote di Carlo Magno. Si unì in matrimonio con il conte lorense Teobaldo, da cui ebbe quattro figli. Rimasta vedova, nell’887 sposò Il marchese di Toscana Adalberto. Da questa unione nacquero altri due figli Guido e Lamberto che in seguito ereditarono il titolo del padre. Berta visse a Lucca che allora era la capitale del marchesato, entrò in contrasto con tutti i sovrani dell’epoca tra cui anche il califfo di Cordoba Al Mhuktafi. Per stabilire con lui un’alleanza e porre fine ai dissidi, gli inviò alcuni sfarzosi doni accompagnati da una lettera scritta su della seta bianca. La lettera ancora oggi è considerata un capolavoro dell’arte diplomatica. Insieme al marito contrastò Berengario impedendogli di essere consacrato re d’Italia. Secondo la donna il titolo sarebbe spettato invece a suo figlio Ugo, nato dalle sue prime nozze. Alla morte del marito fu fatta prigioniera e portata a Mantova insieme al figlio Guido. Così Berengario, riuscì a farsi incoronare re, ma tutti i feudatari della Toscana si ribellarono rifiutandosi di diventare vassalli di questo sovrano. Alla contesa si schierarono anche il vescovo di Lucca e Pietro II con tutti i canonici della cattedrale. La rivolta permise la liberazione di Berta e Guido, che così rientrarono trionfalmente a Lucca, intanto Guido riceveva la carica di marchese di Toscana. Ma i propositi di Berta e Guido non si erano spenti, volevano insorgere insieme a tutti i nobili e gli ecclesiastici contro l’odiato Berengario e finalmente far diventare Ugo sovrano d’Italia. Ma Berta non ebbe la soddisfazione di vedere il figlio incoronato, perché morì poco prima che il figlio ricevesse la carica. Venne dunque sepolta nel duomo di San Martino a Lucca dove ancora oggi è possibile vedere il suo sarcofago che la immortala nella sua bellezza, qualità che accostava ad un carattere determinato, grandi capacità intellettive e diplomatiche, non mancando però di essere sempre pietosa nei confronti di umili e bisognosi.
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La seconda donna da ricordare è sicuramente Matilde di Canossa, contessa di Firenze e marchesa di Toscana. Rimase talmente tanto nei cuori di fiorentini che per molto tempo le bambine del capoluogo vennero battezzate sia con il nome di Matilde, che con quello di Contessa, Contessina o Tessa. Matilde era nata a Mantova nel 1046, era figlia di Bonifacio di Canossa e Beatrice di Lotaringia ed era imparentata con gli Svevi. Portò con se la triste nomina di fattucchiera e porta sfortuna, nomina che si era guadagnata presso la famiglia del primo marito Goffredo il gobbo. La donna si rifugiò dunque in Toscana, presso la madre Beatrice. Rimasta vedova del suo secondo marito, il marchese di Toscana, ereditava dall’uomo titolo e possedimenti. Quando poi nel 1076 morì anche la madre, Matilde restò sovrana di grandi ed estesi possedimenti, che si estendevano dal Lago di Garda fino al Lazio. Nel frattempo aveva anche ereditato le terre del marito Goffredo, che era morto in un agguato di cui si sospetta fosse la mandante. Appoggiò Gregorio VII nella lotta contro l’imperatore Enrico IV, in quella che viene ricordata come la “lotta delle investiture”, continuando ad opporsi per tutta la vita contro l’imperatore suo cugino. Quando questi fu costretto a chiedere perdono al papa per ottenere la revoca della scomunica che lo avrebbe privato di tutti i suoi feudi e feudatari, la donna era presente. L’umiliante cerimonia  infatti si tenne proprio nel castello di Canossa dove il papa era ospite e dove per tre giorni Enrico IV fu costretto a fare anticamera in ginocchio sulla neve con in dosso le sole vesti di penitente. Proprio da questo fatto nasce il detto “andare a Canossa”, ovvero chiedere perdono in maniera umiliante. Ma la guerra con l'imperatore Enrico IV non era finita con la revoca della scomunica. Nel 1082 Matilde organizzò la resistenza dei fiorentini contro l'assedio che l’imperatore aveva posto alla città che si rifiutava di essere sua suddita e pagargli una ingente tassa. La contessa diede ordine di rinforzare la cerchia muraria che ancora oggi porta il nome di Matildea. Fece poi costruire il castello d’Altafronte oggi Palazzo Castellani, sede dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza, che era situato proprio nell’omonima via di Firenze. Proprio da questo castello si racconta che Matilde facesse boccacce e sberleffi lanciando ingiurie al cugino assediante. Nel 1088 Matilde sconfisse di nuovo l’imperatore nella battaglia di Sorbara vicino Modena. In questa occasione scese in campo alla testa di una coalizione papale, ai suoi feudatari e agli abitanti di Bologna. Di nuovo nel 1092 assunse il comando di un’altra coalizione stavolta formata da feudatari tosco romagnoli. Anche in questa circostanza combatté in prima fila riportando un'altra vittoria sull’imperatore. Riuscì poi a liberare e a portare presso di sé la principessa russa Prassede moglie di Enrico IV, che era tenuta segregata dal marito in uno sperduto castello, convincendo la donna a denunciare il marito al Concilio di Piacenza, raccontando tutte le depravate pratiche sessuali a cui il consorte la sottoponeva. Poi si adoperò affinché tutte le corti europee venissero a conoscenza della cosa. A quarantadue anni nel 1088, Matilde si sposò con il diciannovenne Guelfo di Baviera, al quale aveva mandato una proposta scritta di suo pugno piuttosto audace. Organizzò poi una festa per il matrimonio che sarebbe dovuta durare ben centoventi giorni. Peccato che l’idillio durò poco. Infatti il suo sposo non riuscì ad adempiere ai suoi obblighi coniugali, forse a causa della grande differenza di età. Così Matilde stizzita cacciò il nuovo marito a calci e pugni umiliandolo davanti a tutti. Nuovamente fece sapere a tutte le corti europee della dubbia mascolinità dell’ uomo, tanto che venne ricordato come “Guelfo l’impotente”. A sessantanove anni nel 1115 Matilde muore, una bella età considerando che non si era mai trattenuta sia nel mangiare che nel bere. La salma fu sepolta prima a San Benedetto Po e poi traslata nel 1633 a Castel Sant'Angelo per poi arrivare a San Pietro dove ancora oggi riposa in un sepolcro scolpito dal Bernini. Sulla sua lapide campeggia il motto “Onore e Gloria d'Italia”.
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Gualdrada con l'Imperatore Ottone IV La terza donna eccellente è una fanciulla fiorentina poco conosciuta, si tratta di Gualdrada, una bella ed attraente ragazza figlia di Bellincion dei Berti un ricco mercante senza discendenze nobili. Nel 1170 l'imperatore Ottone III che si trovava in visita a Firenze, mentre era nella cattedrale di Santa Reparata, notò questa bellissima ragazza e chiese il permesso di baciarla. Il padre onorato gli diede il permesso, ma la ragazza si oppose stizzita, dicendo che: nessun uomo l’avrebbe baciata a meno che non si fosse trattato di suo marito. Il conte Guido dei Conti Guidi fu talmente colpito dalla virtù e dalla bellezza di questa ragazza, che  volle prenderla in moglie. I due si sposarono a San Pier Maggiore. Dalla coppia nacquero cinque figli. Questa unione suggellò anche un altro sodalizio, quello tra la nobiltà di origine feudale e la borghesia mercantile fiorentina alla cui il padre della sposa apparteneva. In seguito i Conti Guidi erediteranno a Firenze la proprietà dei Berti nel sesto di porta San Pietro. Qui avranno la loro dimora, vicino a quella di tante altre casate nobili,  famiglie come i Cerchi, i Donati, gli Adimari e gli Alighieri. Gualdrada è rimasto uno degli esempi di virtù femminili più famosi di Firenze, tanto che alla donna è stata dedicata una delle stanze di Palazzo vecchio, dov’è raffigurata insieme ad altre donne illustri del passato.
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Riccardo Massaro Read the full article
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personal-reporter · 11 months
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El Greco al Palazzo Reale di Milano
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Fino all'11 febbraio 2024 gli spazi espositivi del Piano Nobile di Palazzo Reale a Milano ospitano la mostra El Greco, prodotta da Palazzo Reale e MondoMostre, promossa dal Comune di Milano con il patrocinio dell'Ambasciata di Spagna in Italia e curata da Juan Antonio Garcìa Castro, Palma Martinez, Burgos Garcìa e Thomas Clement Salomon, oltre al coordinamento scientifico di Mila Ortiz. Domènikos Theotokòpoulus nacque  a Candia nell'isola di Creta nel 1541, prese il nome di El Greco a Roma nel 1567 e morì a Toledo nel 1614, sempre alla costante ricerca di nuove forme e linguaggi d'arte. Nell'ambiente dei Farnese a Roma El Graco acquisì le conoscenze della statuaria antica, oltre alll'uso del colore a macchia dei Manieristi, poi si  trasferì a Toledo in Spagna, dove nonostante una poetica originale per il mercato del tempo trovò amici e fedeli clienti per grandi commissioni. Il progetto di Milano vede 41 opere, tra prestiti internazionali come il San Martino e il medicante e il Laocoonte della National Gallery di Washington, ed importantissimi, come Il martirio di San Sebastiano della Cattedrale di Palencia e l'Incoronazione della Vergine di Illescas. Tutto il percorso espositivo è ispirato al mito di Arianna, riprendendo il  labirinto per concentrare un nuovo sguardo sull'opera dell'artista e sulla sua formazione tra le capitali culturali del Mediterraneo. soprattutto sull'influenza dei grandi artisti italiani sulle sue opere, come Michelangelo e il Parmigianino, Correggio e Tiziano, Tintoretto e i Bassano. Il tema del cambio di scala è evidenziato nel percorso, che parte dal Trittico di Modena fino al Battesimo di Cristo, oltre al ritorno alla concezione frontale delle opere di El Greco, tipica delle icone bizantine, con una concezione religiosa nuova . La prima sezione si intitola Il bivio e affronta gli esordi del pittore e le sue produzioni cretesi, fino all’apprendistato a Venezia e Roma dove abbandonò la maniera greca per sposare la maniera latina. Nella seconda, Dialoghi con l'Italia, ci sono i suoi capolavori ispirati a Michelangelo, Tiziano e i Bassano, dove ogni quadro è legato da un filo artistico unico. La terza, Dipingendo la Santità, racconta la prima fase di El Greco a Toledo dove, per via del mercato, si dedicò a scene religiose e dipinti devozionali. Nella quarta sezione, L'Icona si illustra come l'artista tornò al sistema compositivo delle icone di Creta, sviluppando un approccio diretto con una profonda introspezione, concentrandosi sull'espressività dei gesti ma rimanendo nel tema devozionale. Conclude la mostra una sezione dove c’è un omaggio all’unica opera mitologica realizzata da El Greco, nota come El Greco nel Labirinto, ancora oggi non del tutto interpretata. Read the full article
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Benvenuti a Lucca, una città d'arte e cultura nel cuore nella splendida nostra Toscana. Scoprite con noi la bellezza della sua architettura medievale, passeggiando tra le sue antiche mura e lungo le suggestive vie del centro storico. Ammirate le numerose chiese, tra cui spicca la maestosa Cattedrale di San Martino e lasciatevi incantare dallo splendido panorama che si gode dalla Torre Guinigi. Godetevi l'atmosfera unica di questa città che sa unire il fascino del passato con la vivacità del presente.
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candicealessia · 2 years
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Yesterday I realized a weird way that I practice gratitude while I was walking with Mila in my favourite place in Lucca. Let me be really clear here - I kind of suck at traditional gratitude practices. 🙈 I have a hard time actually remembering to use my gratitude journal despite having notification reminders on my phone. Actually, I should probably just delete them because that shit is not aligned. And there’s a time and place for implementing these kinds of practices - when you really need a dose of focus + consistency to build momentum. It’s all good, boo, because you always gotta do you. But walking through this piazza and taking the 1000th photo of Mila and these churches I realized a couple of things: 1. #Gratituesday needs a major come back and 2. This is the way that I practice gratitude My friends make fun of me for posting the same photo constantly but every time I walk through this piazza all I can think is “I am so fucking lucky to live here.” Talk about an entire fucking vibe ✨ My cells literally vibrate with a gratitude I couldn’t contain if I wanted to - hence the 3847 photos. Because this space fills me with awe. It’s a level of beauty that just doesn’t exist in other places. And what’s funny is that I have these little spaces in every city I’ve lived in - places that I just can’t get enough of and that I go back to again and again and again. Because THIS is my gratitude practice. And while this post is mostly about practising gratitude it’s also this vibe: Fuck the rules. Fuck ‘em. Fuck the way we’re supposed to do things or that we’re being told to do them. Tap into YOUR WAY because it is the ONLY WAY. That’s what my whole business model is aimed around lately. Don’t live WILD FREE WELL because that’s what vibes with me. But DO take the time to get clear on what VIBES WITH YOU. What makes your heart beat? What makes your cell vibrate? What makes you want to take 9749 photos? What lights you up? ⚡️ Follow that. Be grateful for that. And amplify that entire vibe by sharing below what really gets you going! 👇🏻 #wildfreewell #attitudeofgratitude #goyourownway #yourwayornoway (at Cattedrale di San Martino) https://www.instagram.com/p/CoXCd8PKMRK/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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DOMENICA 18 DICEMBRE 2022 - ♦️ SAN GRAZIANO DI TOURS ♦️ IV° DOMENICA DI AVVENTO Gaziano, o Graziano, in francese Gatien di Tours (Roma, III secolo – Tours, 307 ca.), è stato il primo vescovo di Tours, nella quale alla fine del III secolo portò il Cristianesimo, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Tutto ciò che si conosce su Gaziano risale all'Historia Francorum scritta da Gregorio di Tours nel VI secolo. Questi riferisce che attorno alla metà del III secolo Dionigi di Parigi partì da Roma assieme ad altri sei missionari per portare il Vangelo nelle Gallie. Gaziano o Catianus era uno di questi. Una tradizione più antica, che però non ha riscontri, sostiene che i sette missionari furono mandati da Pietro apostolo stesso apparso loro in spirito (a mandarli fu, verso il 245, Papa Fabiano, successore di Pietro). Gaziano si fermò nella Gallia lugdunense e predicò la fede cristiana a Tours per circa cinquant'anni, fondando la diocesi di Tours. Inizialmente incontrò una grande ostilità da parte degli abitanti di Tours, tanto da essere costretto a celebrare i riti nelle catacombe. Quando morì fu sepolto in un cimitero cristiano nelle vicinanze di Tours: "in ipsius vici cimiterio, qui erat christianorum", secondo le parole di Gregorio. Un secolo dopo, Martino di Tours, che fu il terzo vescovo di Tours, traslò le sue spoglie nella chiesa, costruita dal secondo vescovo san Lidorio, sulla quale venne poi costruita la cattedrale di Tours, inizialmente dedicata a san Maurizio e dal 1357 dedicata a Gaziano e soprannominata "La Gatianne". Da Il Santo del Giorno Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CmT2ReDoqKn/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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famousstrangerpizza · 2 years
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I lavori per l’edificazione del Duomo di Milano iniziarono quando il gotico delle cattedrali era ormai giunto alla sua massima fioritura, nel 1386, con la decisione di fondarlo là dove erano situate le antiche basiliche di Santa Maria Maggiore e di Santa Tecla, i cui resti, unitamente a quelli del Battistero di San Giovanni alle Fonti, sono tuttora visibili all’interno dell’Area Archeologica. Per tale finalità, nell’ottobre del 1387, su impulso di Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano, nacque la Veneranda Fabbrica del Duomo, con lo scopo di portare avanti i lavori di progettazione e costruzione della Cattedrale. La decisione di Gian Galeazzo di utilizzare il marmo di Candoglia al posto del tradizionale mattone lombardo si accompagnò ad una vera rivoluzione di stile, attraverso la scelta del gotico, che costrinse la Fabbrica a ricercare ingegneri, architetti, scultori e lapicidi nei cantieri di cattedrali di mezza Europa. Il vivace spazio di scambio delle più diverse idee, esperienze e manualità espresse da maestranze provenienti da tutto il continente resero il Duomo un crocevia di popoli e culture e la più europea tra le cattedrali gotiche. L’alternarsi di architetti e ingegneri a capo di questo cantiere innovativo e originale rende impossibile risalire ad una sicura paternità del progetto. La costruzione cominciò dall’abside, con le sue meravigliose e imponenti vetrate, e proseguì verso il transetto e le prime campate delle navate, lasciando in sospeso l’annoso problema della chiusura della volta. Il 16 ottobre 1418, Papa Martino V, di ritorno dal Concilio di Costanza, ne consacrò l’altare maggiore. Alla fine del Quattrocento i più grandi architetti e artisti del tempo, tra cui Leonardo da Vinci, si cimentarono nell’impresa della progettazione del tiburio. Conclusasi anche questa fase con una decisione corale, la costruzione proseguì e si aprì una nuova stagione per il cantiere del Duomo, ispirata alla pastorale di Carlo Borromeo. (presso Duomo di Milano - Milan Cathedral) https://www.instagram.com/p/CkDgYJrq7_iioqcp3M4e3jRvLpk8DHrGiC9lZg0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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michelangelob · 9 months
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venicepearl · 3 years
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Lucca Cathedral (Italian: Duomo di Lucca, Cattedrale di San Martino) is a Roman Catholic cathedral dedicated to Saint Martin of Tours in Lucca, Italy. It is the seat of the Archbishop of Lucca. Construction was begun in 1063 by Bishop Anselm (later Pope Alexander II).
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lamilanomagazine · 6 months
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Proseguono i lavori legati al piano strategico, "ASTI: VINO E CULTURA"
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Proseguono i lavori legati al piano strategico, "ASTI: VINO E CULTURA". Proseguono i lavori legati al piano strategico "ASTI: VINO E CULTURA" che comprende una serie di azioni di recupero funzionale, restauro, riqualificazione, efficientamento energetico: sono già in corso le opere di riqualificazione di Palazzo Ottolenghi e Palazzo Civico, l'ampliamento del Museo di Sant'Anastasio mentre si è da poco concluso il restauro del complesso di San Pietro in Consavia. Sono anche stati consegnati i lavori legati al "PERCORSO M'ILLUMINO LE TORRI", un intervento, di importo totale 622.577,48 €, che consiste nella realizzazione del nuovo impianto di illuminazione pubblica artistica finalizzato alla valorizzazione di 13 torri individuate sul territorio e all'inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali; un progetto questo che riporta soluzioni di illuminazione architetturale che consentono la realizzazione di un ideale percorso museale all'aperto, con la valorizzazione delle 13 torri. Lo studio illuminotecnico tiene conto del contesto storico-architettonico per la valorizzazione artistica delle torri da restituire nella loro bellezza e complessità creando una "storia" di luce che conduce il visitatore/turista lungo l'immaginario percorso museale cittadino. Il progetto ha ottenuto il nulla osta da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio di Alessandria, Cuneo ed Asti. La contestuale installazione di sensori e dispositivi intelligenti fornirà la conoscenza di dati utili ed interessanti grazie alla rilevazione della qualità dell'aria e dell'ambiente in generale. L'obiettivo dell'intervento, afferma il Vicesindaco Stefania Morra con delega ai Lavori pubblici, è finalizzato anche all'uso razionale dell'energia elettrica nell'illuminazione pubblica esterna attraverso l'adeguamento degli impianti laddove già esistenti, nonché il dimensionamento ragionato del calcolo illuminotecnico con particolare attenzione agli aspetti di controllo dei costi gestionali nonché della dispersione del flusso luminoso verso la volta celeste. Le torri interessate dall'intervento sono le seguenti: 1 - TORRE CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA in piazza Cattedrale 2 - TORRE CHIESA SAN MARTINO in piazza San Martino 3 – TORRE COLLEGIATA SAN SECONDO in piazza San Secondo 4 - TORRE COMENTINA in piazza Roma 5 - TORRE DEI GUTTUARI in piazza Statuto 6 - TORRE DE REGIBUS in via San Martino 7 - TORRE ROSSA in corso Alfieri (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 8 - TORRE SOLARO in via Giobert 9 - TORRE TROYANA in piazza Medici (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 10 – TORRE CASA DEI ROERO in via Quintino Sella 11 - TORRE DEL BATTISTERO DI SAN PIETRO IN CONSAVIA in corso Alfieri (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 12 – TORRE EX CHIESA DI SAN GIUSEPPE in piazza San Giuseppe 13 - TORRE QUARTERO in corso Alfieri Soddisfazione da parte del Sindaco Maurizio Rasero che dichiara: "Mi illumino le Torri è un progetto strategico che valorizza il patrimonio culturale ed architettonico della nostra città ampliando l'offerta turistica ed accrescendo il benessere della comunità locale".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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morelin · 6 years
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Belluno
Se volete visitare la città di Belluno e siete amanti dell’arte, il Palazzo Fulcis è la prima tappa che dovrete inserire nel vostro itinerario. Recentemente i Musei Civici sono stati ricollocati in questa antica dimora con un percorso espositivo ricco e vario nel quale spiccano i nomi di Andrea Brustolon, grande scultore ed intagliatore bellunese, e Sebastiano Ricci al quale è stato dedicato un intero piano.
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Belluno è anche città ricca di piazze, palazzi e chiese. Su piazza Duomo si affacciano gli edifici simbolo del potere temporale e religioso: la cattedrale di San Martino, il Palazzo Rosso dove ha sede il Municipio, il Palazzo dei Rettori e la Torre Civica. In Piazza delle Erbe, tradizionalmente nota per il mercato di frutta e verdura, si trova invece il palazzo che ospitò il Monte di Pietà, altri palazzi antichi e la chiesetta della Madonna della Salute. La chiesa di Santo Stefano, situata sull’omonima piazza, conserva alcuni importanti esempi scultorei e pittorici dell’arte bellunese del Settecento, tra i quali opere del già citato Andrea Brustolon. 
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Ovviamente non può mancare anche una passeggiata in Piazza dei Martiri, il salotto dei bellunesi.
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maurojmanzo · 4 years
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Scorci rubati 🌤
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