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#Giallo italiano
giallofever2 · 2 years
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QUEENS 👑
Suzy Kendal - Anita Strindberg - Rosalba Neri
The Scream Queens of the Italian GIALLO/HORROR MOVIES
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divulgatoriseriali · 1 year
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Delitti di provincia: Il Giallo di Villa Sassone - Il caso di duplice omicidio di Mornico Losana che ha Sconvolto gli Anni '60
Il duplice omicidio di Villa Sassone è il nuovo protagonista de la rubrica “Delitti di provincia“. Ismaele ed Eva, Douglas e Matelda sono i comprimari di una vera e propria vicenda noir da rotocalco che infiammò le cronache degli anni 60′. Teatro d’inaudita violenza e insoluto misfatto fu Mornico Losana: là dove nemmeno un fremito pare possa sentirsi, s’udì un urlo e tutto ebbe inizio.…
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maimoncat · 3 months
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LeshyCatPrile 2024 - III settimana: Incubo
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…. Allora ragazzi, come va?
Oh, ma ogni dannata volta che faccio un fumetto, l'ultima lingua nella quale lo traduco ci resta sempre in ritardo, eh? Eppure ero stra eccitato per quella settimana, che quest'idea mi era già venuta in mente molto prima. Bah, almeno adesso finalmente anche questa c'è.
LESHY: Non finisce mai... Fa male... Fa tanto male... So di meritarmelo... Con tutto ciò che ho fatto... Che ti ho fatto...
Ma posso cambiare! Posso fare tutto quel che vuoi! Ti prego Ma fa che si fermi! Ti prego... Ti prego... Ti prego... Lasciami andare! Ti prego... Ti prego...
Basta ...
Basta...
LESHY: BASTA!
SOMY: AHIA!
LESHY: Somy?
SOMY: Fffhh... Cazzo, che male!
LESHY: Somy, scusami, io- aspetta, ti passo leie bende!
SOMY: Altro lato!
LESHY: Ah giusto, eccole
SOMY: Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
LESHY: Mi dispiace!
Mi... mi dispiace tanto
SOMY: ... Leshy...
LESHY: Ti tocca passare la notze con un mostro-
SOMY: No.
Tu non sei un mostro
Non più
[Deutsch]
Oh[English]
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thechemistryset · 2 years
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Peggy Moffitt, Blow-Up, 1966
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fibula-rasa · 1 year
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Ritratto di donna velata: Prima puntata (1975)  
[letterboxd | imdb]
Director: Flaminio Bollini
Cinematographer: Guido Caracciolo
Performers: Daria Nicolodi (cat uncredited)
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lu2211 · 1 year
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"La giustizia è quella cosa in cui spero, ma in cui non credo più".
[Olindo Romano]
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losvolumenes · 2 years
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El diablo se lleva a los muertos (Lisa and the Devil, Mario Bava, 1974)
Me imagino que no descubro nada nuevo si digo que Bava era la olla con cebolla y con p. Esta la tenía pendiente, y como tantas veces, aunque el guion no sea ningún prodigio, qué auténtica gozada. Empieza ya con unos créditos muy molones que se abren y terminan con el productor (Alfred Leone, para más señas), ahí queda eso. Una turista muy pizpireta interpretada por Elke Sommer se pierde en las fascinantes calles de Toledo y una caritativa familia la acoge en su tétrica mansión entre sus siniestros habitantes. La madre ciega y el hijo mimado compiten por dar grima con el mayordomo calvo que toma chupa-chups (ese Telly Savalas). No tardarán en producirse algunos truculentos crímenes que amenizarán la pesadillesca estadía. A recordar cómo suena el Concierto de Aranjuez mientras la depravación se apodera de la pantalla, en un plano dónde conviven los fantasmas del pasado con las pesadillas del presente y ese alucinante desenlace sorpresa donde la música de Carlo Savina nos lleva de la mano al clímax junto a una protagonista que no se libra de su destino ni viajando en business.
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PRIMA PAGINA La Nazione di Oggi lunedì, 02 settembre 2024
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elelandia · 1 month
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Le mie belle belle letture estive.
Per qualche motivo che non mi è ancora ben chiaro, io tra Giugno e Luglio metto il cervello in pausa e procedo con il pilota automatico. Mi piacerebbe essere sempre funzionante in tutti gli aspetti che compongo la mia vita, ma i neuroni sono quelli che sono e ormai sono giunta alla conclusione che no, non è possibile essere sempre attivi su tutto. Credo che delle pause siano anche salutari,…
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antua1958 · 1 month
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🌑 Ombre del Potere 3: Il Mistero dei Guardiani della Verità 🌑 #OmbreDelPotere #ThrillerBestSeller   📚 Un thriller che ti catturerà dall'inizio alla fine! 🔥 🌍 Trama Globale:
Cospirazioni internazionali 🕵️‍♂️
Società segrete millenarie 🏛️
Pericoli ad ogni angolo ☠️ #ConspiracyThriller #SecretSocieties
🦸‍♂️ Protagonisti:
Luca: l'intrepido detective 🔍
Marco: l'enigmatico esperto di crittografia 💻 #DynamicDuo #MysterySleuths
🎭 Un'avventura mozzafiato:
Antichi simboli da decifrare 📜
Tecnologia futuristica da padroneggiare 🚀
Tradimenti inaspettati da scoprire 🎭 #AncientMysteries #TechThriller
🏃‍♂️ Azione senza sosta:
Inseguimenti mozzafiato 🏎️
Enigmi impossibili 🧩
Scontri all'ultimo sangue ⚔️ #ActionPacked #PuzzleSolver
🤯 Colpi di scena:
Rivelazioni scioccanti 😱
Alleanze inaspettate 🤝
Un finale che ti lascerà a bocca aperta 🎬 #PlotTwist #ShockingEnding
🔮 Sei pronto a scoprire la verità che si cela nelle ombre? 🕯️  📖 Immergiti in un mondo dove niente è come sembra e dove la verità potrebbe essere l'arma più pericolosa di tutte! 💣💥  #MustReadBook #NewRelease #UnveilTheTruth #ReadersAddiction
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elgallinero · 3 months
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Franco Battiato
youtube.com/watch
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giallofever2 · 2 years
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Nieves Navarro García alias SUSAN SCOTT (born November 11, 1938) is a retired Spanish-born Italian actress and fashion model. Navarro worked extensively in Italian cinema appearing alongside actors such as Totò and Lino Banfi in the 1960s and 1970s. She later adopted the Americanized stage name Susan Scott for many of her productions after 1969. Nieves also had leading roles in a number of action and horror films during this period and was among the protagonists of the film Death Walks At Midnight (1972), directed by Luciano Ercoli, who eventually became her husband. She subsequently moved to Italy with Ercoli where she spent the rest of her career, starring in many of her husband's projects, which ended veering towards Italian erotica and "giallo" cinema. It was in the latter genre that highlighted her as a major star especially her appearances in the Emannuelle series, Emanuelle and the Last Cannibals (1977) and Emanuelle e Lolita (1978), directed by Joe D'Amato[8] and Henri Sala respectively.
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doandroidsdreams · 3 months
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HOSPITAL WAITING ROOM - capitolo 1
LA LETTERA
Le mattonelle bianche scintillavano sotto la luce abbagliante e fredda di quelle lampade enormi appese al soffitto, altrettanto bianco.
La luce delle lampade rispecchiava nel pavimento creando tanti piccoli riflessi, che davano un sottotono blu a quel corridoio che non sembrava avere né un inizio, né una fine.
Un ragazzo alto e ossuto con i capelli neri stava aspettando impazientemente, era nervoso. Batteva con frequenza il piede sinistro sul pavimento traslucido. Faceva un rumore assordante in quel silenzio infinito. 
Il ragazzo era vestito in maniera elegante, ma si vedeva che aveva passato molto tempo seduto nel corridoio dell'ospedale ad aspettare, a preoccuparsi, a distruggersi pian piano, ed è per questo che aveva un’aria trasandata, abbandonata a se stessa.
Era seduto su quelle poltrone che si trovano lì, in un limbo, in quel posto dove si aspetta. Si aspetta che qualcuno esca da una porta e ci chiami, o che esca semplicemente dalla porta senza chiamarci, così da poter finalmente andare via. In questo limbo, o ancora meglio, girone infernale, sono presenti delle poltrone imbottite, di un colore indefinito, forse blu, forse nero, che volevano rendere l'idea di essere confortevoli e accoglienti, ma che in realtà erano decisamente scomode. Il nostro soggetto aveva i capelli spettinati e delle occhiaie profonde che gli segnavano il volto. Sul cappotto aveva un bigliettino da visita. Su di esso si intravedeva solo il nome scritto in grassetto “Yakhya Sheripov”.
Diventava sempre più nervoso, come se i suoi pensieri si accumulassero, l’uno dietro l’altro, come un secchio messo sotto un rubinetto che perde acqua, che accumula goccia dopo goccia, fino a che non straborda. Ciò era visibile molto chiaramente nella sua espressione e nei suoi movimenti. 
Il suo telefono cominciò a squillare in una maniera stridente ed interminabile.
All'improvviso si alzò di scatto, come una molla. E si diresse avanti ed indietro per il corridoio con il telefono all'orecchio.
— P-pronto? Masaev? — aveva risposto al telefono dopo aver indugiato un po’.
— ... — la voce della persona al telefono era flebile, completamente inaudibile dall’esterno. Non è certo cosa venisse detto precisamente a Yakhya.
— No, non risponde al telefono perché si è sentita male — Yakhya continuava a rispondere a ciò che dall’esterno sembrava quasi un interrogatorio.
— Sono all’ospedale FNUSA — disse, con tono seccato e irritato.
— Non lo so! Non so che cosa cazzo gli è successo! Ero in macchina con lei e ad un certo punto ha cominciato a comportarsi in modo strano, e poi è svenuta — ci fu una piccola pausa, poi ricominciò a  parlare.
— Calmo? Come cazzo faccio a stare calmo Masaev? È mia sorella cazzo! — l’acqua nel secchio continuava a fuoriuscire, come le emozioni di Yakhya.
— No, non è questo il problema. La cosa che mi preoccupa di più è il fatto che, pur essendo mia sorella, non sono usciti a dirmi che succede. Credo che la situazione sia molto grave, ho paura — sembrava sempre più preoccupato, i suoi movimenti, i suoi gesti, il suo tono di voce, la sua espressione, si facevano sempre più interessanti.
— La testa mi sta esplodendo, non ce la faccio più ad aspettare. Senti ti chiamo più tardi, parlare al telefono mi rende ancora più nervoso, buona serata Masaev, tu che puoi ancora averla… — Yakhya riattaccò la chiamata e si risiedette spazientito. 
Era visibilmente stanco di aspettare, e probabilmente sperava che qualcuno potesse dare aggiornamenti sullo status di sua sorella.
Il corridoio era completamente vuoto. Fino ad allora. Un'ombra cominciò a sbucare dal fondo del corridoio, che si diresse a passi lenti verso Yakhya. L'uomo, la cui ombra si rifletteva sulle mattonelle quadrate di quel corridoio da incubo, era basso e magro. Era vestito in modo inusuale, sembrava uscito da un film. Aveva un cappotto lungo marrone ed un cappello enorme che copriva di un'ombra nera tutta la faccia, come se fosse effettivamente sprovvisto di ciò che comunemente esprime l’identità. Camminava a passi lenti, pesanti e rigidi. Una volta raggiunto Yakhya saltò direttamente le presentazioni. Parlò in maniera scarsa, raffazzonata, tanto da fargli perdere l'ultimo filo di quello che lo rendeva umano. Guardandolo dritto negli occhi gli disse, con voce fredda e secca — Sua sorella è stata avvelenata—
— Come prego? — rispose con aria stranita e seguitò — Scusi ma chi è lei? Ci conosciamo? — 
— No lei non mi conosce, e io a dirla tutta non conosco lei. Però le sto dicendo  ciò che so: sua sorella è stata probabilmente avvelenata ma devo ancora scoprire da chi, e mi piacerebbe avere più dettagli sul come — disse l’uomo che aveva assalito Yakhya in un momento così delicato. Poi riprese a parlare, come se si fosse reso conto, che avrebbe dovuto sfoderare ciò che aveva di umano per ottenere ciò che voleva — Mi scusi, che brusco noi non ci conosciamo, e non mi sono ancora presentato, ma pensavo che se le avessi detto subito quello che c'era da dire avrei attirato immediatamente la sua attenzione — fece una breve pausa, poi riprese il suo discorso — Sono Sakarias Holmgren, investigatore privato. Non mi è ancora chiaro chi sia stato ad ingaggiarmi per questo caso. —
— Lei ha veramente un carattere strano, signor Holmgren. Mi chiamo Yakhya Sheripov, comunque, piacere di conoscerla — disse il ragazzo con voce esausta causata dalla situazione circostante. Poi gli venne in mente, di quella fondamentale informazione, che gli era stata fornita all’inizio, e aggiunse — Come fa a saperlo? Come fa a dire per certo una cosa del genere? — non sembrava fidarsi completamente dell’informazione.
— Che sua sorella è stata avvelenata? Non lo so per certo, è proprio per questo che sono qui. Chi mi ha ingaggiato ha scritto una lettera, ed ha mandato le sue teorie, tracce, sospetti. Ed è il mio lavoro arrivare alla verità, prima di tutto, capire se la lettera stessa contiene la verità — rispose Holmgren.
— Quindi non lo sa per certo. Spero che lei si stia sbagliando signore. Sarebbe veramente molto bello se si sbagliasse — Yakhya pronunciò la frase con un tono enigmatico, era difficile capire a cosa stesse pensando. Il che rendeva ciò molto interessante.
— Come le ho già detto, sono qui proprio per questo — ribatté Holmgren.
All'improvviso, la porta di fronte a loro si aprì. Uscì dalla stanza un'infermiera con aria preoccupata e lo sguardo perso nel vuoto, con l’aria di chi ha una pessima notizia da dare a chi non se lo aspetta e non sa come farlo. Finalmente il presumibile momento così tanto atteso da Yakhya si stava per realizzare. Ma la notizia probabilmente l’avrebbe sconvolto. Non era decisamente quello che sperava sentirsi dire.
— Infermiera, menomale! Finalmente qualcuno è uscito da quella stanza! Mi scuso nel disturbarla sono Yakhya Sheripov, sono il fratello di Ayna Sheripov, mi potrebbe dire che succede? — Yakhya aveva gli occhi illuminati, presumibilmente aveva un  piccolo e debole barlume di speranza, che ancora scintillava, pronto ad essere soffiato via, come la fiamma d'una candela. 
— Sua sorella sta molto male, non siamo ancora riusciti a capire di che cosa si tratti,  però… — si fermò di colpo, l'infermiera, come se non volesse andare avanti.
— Però? Me lo dica la prego, la scongiuro, anche se fa male… — Yakhya aveva gli occhi lucidi.
— …però sembra che stia peggiorando progressivamente... non è migliorata per niente. L'unica opzione possibile è che sia sorella sia stata avvelenata. Stiamo cercando di verificare questa ipotesi confrontando i veleni più comuni, ma non riusciamo a capire quale sia il tipo di veleno usato, al momento. E se lo faccia dire, in una situazione del genere bisogna agire velocemente. Stiamo cercando di fare il più in fretta possibile, perché sua sorella potrebbe non farcela — finì l'infermiera, che alla fine aveva rivelato quella verità che nessuno avrebbe voluto sentirsi dire. Poi ricominciò a parlare — Sa niente di che cosa può aver assunto questa sera verso le 20.00? Era con lei? —
— No mi dispiace non saprei, io ero da tutt'altra parte — rispose Yakhya visibilmente molto più preoccupato di prima.
L'infermiera tremante, si voltò e rientrò nella stanza da dove era appena uscita.
Il signor Holmgren si avvicinò di nuovo al ragazzo che adesso non si reggeva in piedi, le gambe gli tremavano visibilmente. E non solo le gambe, ma anche le mani. Yakhya si sedette immediatamente.
— Non penso che il momento sia dei più appropriati, ma vorrei sapere se l'ipotesi della lettera fosse corretta… e se lo fosse… mi dispiace davvero… — disse Holmgren, probabilmente anche lui, come Yakhya, aveva sperato che quella lettera fosse soltanto uno stupido scherzo.
— È corretta, signore. Mia sorella è stata avvelenata — disse Yakhya con voce tremante e gli occhi sempre più lucidi.
se ti interessa la storia e vuoi continuare a leggerla, puoi trovarla su wattpad oppure su neobook
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maimoncat · 5 months
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ecco un altro fumetto completato! Questo per il prompt malattia
Questo può darsi che sia l'ultimo che io riesca a finire per il LeshyCatPrile, visto che questo mese è piuttosto pieno. C'è pure uno spettacolo a fine aprile per cui devo ancora provare un bel po'. Sarà dura, ma non vuol dire che non uscirà niente di qui. Aspettate e vedrete!
Agnello: Per fortuna non sta troppo male. Assicurati che riposi abbastanza. Ma ci servono più camelie per la medicina. Dovrò andare a raccoglierle a Selvascura.
Somy: …
Somy: Lo sai, ne avremmo un sacco di camelie, se qualcuno la smettesse di sgranocchiarle durante la raccol-
Leshy: SÌ LO SO!
Deutsche Version
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fibula-rasa · 1 year
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Ritratto di donna velata: Prima puntata (1975)  
[letterboxd | imdb]
Director: Flaminio Bollini
Cinematographer: Guido Caracciolo
Performers: Daria Nicolodi, Nino Castelnuovo, & Luciana Negrini
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purrfect-chaos · 1 year
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