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#Ritratto di famiglia
divulgatoriseriali · 1 year
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Delitti di provincia: Il Giallo di Villa Sassone - Il caso di duplice omicidio di Mornico Losana che ha Sconvolto gli Anni '60
Il duplice omicidio di Villa Sassone è il nuovo protagonista de la rubrica “Delitti di provincia“. Ismaele ed Eva, Douglas e Matelda sono i comprimari di una vera e propria vicenda noir da rotocalco che infiammò le cronache degli anni 60′. Teatro d’inaudita violenza e insoluto misfatto fu Mornico Losana: là dove nemmeno un fremito pare possa sentirsi, s’udì un urlo e tutto ebbe inizio.…
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ritrattonaturale · 1 year
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queerographies · 2 years
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[Ritratto di famiglia con bambina grassa][Margherita Giacobino]
Margherita Giacobino attinge al pozzo del dialetto, suggello dell'appartenenza a un mondo, lingua madre: la sola capace di evocare e tenere vivo in noi "un tempo prima del ricordo", di far emergere "minuscoli frammenti fossili nella materia opaca del pass
C’è Maria, la madre amatissima, astro nel cielo dell’infanzia, e il padre Gilin, l’uomo di vento; c’è Michin, la caustica e brillante prozia zitella, mai conosciuta ma vicina come una gemella d’anima; e poi Polonia, la zia ostetrica dolce e gaudente… Ma soprattutto c’è magna Ninin, la zia con cui Margherita è cresciuta, brusca e brontolona, sempre presente e insostituibile, «l’origine e…
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colonna-durruti · 29 days
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Ilaria Cucchi
Seguire i soldi.
Basta seguire i soldi e viene fuori il nitido ritratto di famiglia di questo governo.
Il Domani ha rivelato che la fondazione Alleanza Nazionale ha contribuito con 30mila euro all’acquisto di un’immobile.
La fondazione vede nel Cda due vertici di FdI, Fabio Rampelli e Arianna Meloni.
Fabio Rampelli per chi non lo sapesse è il vicepresidente della Camera.
Arianna Meloni credo non abbia bisogno di molte presentazioni.
Ecco, i soldi della fondazione sono andati a pagare non un’immobile qualsiasi, ma la sede del Msi di Acca Larentia.
Ma soprattutto non è un’associazione qualsiasi quella che l’immobile l’ha acquistato.
È l’associazione Acca Larentia.
Non serve un grande sforzo di immaginazione per capire di che si tratta.
Lo raccontano i loro profili social: propaganda fascista e lunghissimi appelli per ricordare i camerati scomparsi.
Io non lo so, come tutto questo può essere considerato normale.
Forse non interessano i legami tra la prima forza di governo e queste idee, che hanno provocato solo morte e distruzione.
Ancora peggio, forse non interessa che la prima forza di governo sia anche queste idee, visto che, lo ribadisco, seguendo i soldi non viene fuori una semplice foto di gruppo ma un vero e proprio ritratto di famiglia.
Ora so già cosa succederà.
Riempiranno le reti a suon di vittimismo, butteranno la vicenda “in caciara” e tutto risolto fino al prossimo scandalo.
Niente di più facile per loro, purtroppo.
Spero solo una cosa, che alla fine l’indignazione abbia la meglio sulla loro mancanza di dignità
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crazy-so-na-sega · 1 year
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fuori dai denti
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UN RITRATTO DI MICHELA MURGIA LO EFFETTUA IL PROFESSOR Martino Mora .
"Michela Murgia era una donna malvagia. Ella odiava. Odiava la nostra storia, la nostra cultura, la nostra civilta (che definiva “patriarcali”). Odiava la lingua italiana, struprandola orrendamente con la lettera schwa. Odiava la Tradizione, cioè l’ eterno nella storia. Odiava la famiglia, il matrimonio, la procreazione. Odiava la vita e l’ordine naturale del creato. Al servizio dei quotidiani del grande capitale, intingeva la sua penna nel veleno del nichilismo “woke” e persino "queer". Abortista, omerotica, eutanasica, nichilista fino al midollo, ebbe persino la faccia tosta di definirsi “credente”. Persino peggio di lei sono quei falsari che, anche a destra, ne hanno esaltato il presunto coraggio. E il presunto anticonformismo, quando la Murgia, e quelli come lei, del peggior conformismo liberal-americanista sono le mosche cocchiere. Immigrazionista, femminista, meticcista, genderista, non c’è trovata dell’ideologia americanista politicamente corretta che la Murgia non abbia fatto sua, in nome del più estremo individualismo edonista e del più luciferino soggettivismo atomistico. Qualcuno ha perino scritto che la Murgia era contro il potere, lei che scriveva sulle prime pagine dei quotidiani degli Elkann, cioè dei massimi esponenti italici del vero potere dell’Occidente, quello del denaro. La Murgia era un perfetto prodotto di laboratorio del sistema orgiastico-mercantile. Quando quasi tutti i media (compresi quelli pseudo cattolici, cioè catto-modernisti) distorcono in questo modo la realtà delle cose, è il segno che ormai viviamo nella falsificazione totale del bene. Anche l’elogio universale alla Murgia ne è eloquente dimostrazione. Viviamo ormai nel regno della menzogna organizzata, tra la Scilla del capitale assoluto e la Cariddi della Sovversione ideologica obbligatoria. Due mostri che sono ormai inscindibilmente alleati. Il liberalismo si è fatto totalitario. Non ha bisogno di usare i lager o i gulag, ma il lavaggio del cervello, la manipolazione incessante, la distorsione sistematica del senso delle cose, la gogna mediatica per i reprobi. La Murgia era una donna malvagia. Chi l’ha esaltata è persino peggiore".
-Giorgia Salvagni
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arreton · 2 months
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In questi giorni penso sempre più spesso che sia la scelta giusta quella di tornare a casa per tutta una serie di motivi che non è necessario elencare. Credo che sia una convinzione profonda dato che oggi ho sognato un banchetto in mio onore, per il mio ritorno a casa: stavamo cenando tutti insieme e avevano organizzato un'altra cena dove avrebbero portato del cibo che mi piace ed io chiedevo esplicitamente la ricotta fresca perché non la mangiavo da tempo. Ci sarebbero tanti altri dettagli in questo sogno da attenzionare: prima di diventare una cena in mio onore era una normale cena in famiglia con mia nonna che era ancora viva, io ero stranamente accudente nei suoi confronti, ad un certo punto scivola e con mia madre ci apprestiamo a rimetterla in piedi ed è semplicissimo perché lei è leggerissima. La cosa mi sorprende nel sogno stesso: non era un peso morto da sollevare col rischio di farti male, ma era come se mia nonna avesse contribuito a rialzarsi, lì nel sogno stesso ho pensato "mia nonna si è fatta salvare". E non solo: credo anche sia un modo per fare pace con lei dato che la guardavo con gli occhi impietositi ma senza giudizio di chi guarda una persona malata. Forse insomma, adesso, a distanza di anni ho fatto pace con lei, ho accettato e riconosciuto la sua malattia e tramite l'atto di sollevarla mi piace pensare che sia un modo per stabilire una sorta di contatto con lei, forse anche il desiderio che avevo al tempo di aiutarla se fossi stata capace di non farmi accecare dal dolore che lei mi provocava; averla sentita complice e collaborativa, nel sogno, mi aveva fatta sorridere, finalmente era nostra amica e non una nemica. Altri elementi degni di attenzione era un quadro digitale con un mio ritratto in tre pose differenti tra le quali vi era anche un nudo; io ero contenta di quel quadro, pensavo che le foto fossero venute bene e che io fossi venuta bene nonostante il fisico. Nel sogno ricevevo dei giudizi negativi, io al solito mio mi limitavo ad ascoltare per poi dire in tono stizzito ma non eccessivamente sentito che loro pensavano che dovevo fare questo o quello per stare meglio ma non avevano presente niente di me. Un ragazzino, che non ho idea di chi fosse, nel sogno era il figlio della vicina, mi disse che studiava al classico indirizzo di filosofia (che non so cosa voglia dire se non che studiava al classico e anche filosofia) e allora io mi mostrai molto entusiasta dicendo che trovavo la filosofia molto interessante. Ci sono stati elementi disturbanti, anche, quali uno scorpione che chiaramente aveva puntato me, mi seguiva in maniera aggressiva lanciando il veleno dalla coda; o l'aver "beccato" nel sogno un uomo – e non una persona qualunque, ma un uomo in particolare che non mi piace immaginare in quel modo – toccarsi e masturbarsi di fronte ad un porno.
Insomma, tutto questo per dire che anche se è dura ammetterlo sono felice di ritornare a casa in Sicilia e che lo sono in maniera profonda tanto da coinvolgere anche l'inconscio e la vita onirica, che forse sto iniziando a fare pace con tanti elementi passati della mia vita che ho messo da parte in maniera rabbiosa, schifata e disgustata e profondamente arrabbiata. E che ultimamente sto facendo sogni interessanti, che mi colpiscono e di fatti qualche giorno fa ho iniziato a leggere un libro su Jung perché voglio iniziare a leggere Jung.
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papesatan · 10 months
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per esorcizzare il futuro
Quest’implacabile e oscuro inquisirmi che mi fruga dentro e fuori, mi spinge a investigarmi il cuore alla malata ricerca di potenziali violenze passate e future. Mio nonno, uomo mansueto di sconfinata bontà, invecchiato in silenzio all’ombra d’un suocero dragone e una moglie arpia, è morto dopo esser stato corroso giorno per giorno dal Parkinson, roso sin dentro le ossa, fino a diventare un altro da sé. Quando la malattia lo lasciò, non c’era più niente in lui dell’uomo che era, non ne era rimasto più nulla, come scrive Flaubert: “il l’ouvrit et ne trouva rien”. Negli ultimi tempi s’era fatto estremamente violento, quasi ferino, tirava calci a tutti, schiaffi, pugni e spinte, parole al veleno, bestemmie e imprecazioni mai udite da quella sua bocca garbata, paranoie continue per cui era convinto che il fratello s’intrufolasse in casa di nascosto per scopargli la moglie, ben corrisposto, o che gli amici sparlassero di lui al bar. E giù d’insulti e botte. Oggigiorno non se ne ricorda più nessuno e di lui, fortunatamente, è rimasto solo il ritratto d’un uomo retto e buono, come effettivamente è stato per gran parte della sua vita. Ora penso, mio nonno era un uomo buono... (intravedete già il punto del mio discorso?) la storia della mia famiglia non ha niente a che fare coi Rougon-Macquart, ma risalendo le generazioni risulta evidente una certa predisposizione alla follia. Benché la scienza mi rassicuri d’avere solo una piccola esigua possibilità d’ereditare il male, io ne sono intimamente convinto. E se mio nonno, che era un uomo buono, s’è degradato in “nu diavl” (per dirla con le urla di mia nonna), io che non lo sono, che speranza avrei di restare umano? Solo la mia assoluta integrità morale mi permette di tener docile al guinzaglio il lupo in me. Se perdessi ogni freno, cosa mi distinguerebbe da un mostro senz’anima? Diverrei pari a un lupo mannaro, il povero professor Lupin morso dalla luna piena, Harvey Keitel che si tramuta in vampiro e morde a morte l’amato figlio, un maledetto zombie in un qualsiasi film di zombie. Tanto varrebbe sopprimermi prima. Non posso perdere me stesso, non voglio perdere me stesso, la mia mente è tutto ciò che ho. Un giorno, prima di perdersi per sempre, mio nonno mi prese per un braccio, mi fissò con la disperata urgenza della fine e disse: “La cosa più importante per una persona è essere padroni di se stessi. Ricordalo!” Non l’ho dimenticato, nonno, non l’ho fatto. Non posso prometterlo, ma spero solo di poterlo ricordare per sempre. 
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joekirby · 5 months
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Nuova commission.
Regalo familiare.
Il committente, Gabriele, è davvero una carissima persona, soprattutto molto paziente e comprensiva. Ci è voluto un po' per realizzare la sua commission, per via dei miei impegni e problematiche varie.
Ma alla fine credo che il risultato ottenuto sia stato all'altezza delle sue aspettative.
La richiesta era di realizzare un ritratto di famiglia, inserito nella ciurma del pirata stellare Capitan Harlock, in stile Matsumoto.
Con immenso rispetto al Sensei, ed al.grande Alquie❤️
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subzeroparade · 1 year
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Salve salve, entro in questa graziosa inbox per dirle che mamma mia... La sua arte e le sue fic mi stanno facendo scoppiare i neuroni come un non so cosa, e specialmente Vanitas è diventata una comfort fic per me. La mia parte preferita è l'assedio a Leyndell, perché letteralmente mentre stavo leggendo mi sembrava di essere lì; il suo linguaggio e prosa sono incredibilmente evocativi, e specialmente il momento prima del primo colpo mi ha causato un pelo di aritmia da quanto è stato effettivo lmao. Inoltre, le parti in cui Godwyn è al telaio, e i momenti passati con Fortissax nel silenzio e nella calma sono così... Confortevoli, in un modo o nell'altro.
Anche petal-veined devourer è stata una gioia da leggere: sono un grande amante di Ludwig in tutte le salse, e il modo in cui lei ha creato un ritratto così solitario e triste di lui e della sua famiglia è meraviglioso. Inoltre tutte le connessioni a Cainhurst, e il modo in cui sia disegna e scrive Laurence...
E riguardo a Laurence, il suo è uno dei miei preferiti in assoluto, e devo dire che quando vedo i suoi ritratti del signor provo un'invidia pazzesca per la skill e la cura messa nei dettagli. È veramente un personaggio fr fr
Un'ultima cosa: la sua arte mi ha ispirato a riprendere carta e penna e disegnare tradizionalmente invece che digitalmente per la prima volta dopo... 5 anni? So che lei usa un programma digitale, ma le texture e i sentimenti che i suoi lavori mi evocano mi ricorda delle mie prime visite al museo, o ad una galleria d'arte, e mi ritrovo sia a bocca aperta sia pieno di gelosia verso questi artisti tanto migliori di me, e giuro che farò del mio meglio per migliorare e creare arte che sia (almeno nella mia mente) alla pari con la sua. L'odio e l'amore si mescolano quando guardo i suoi lavori, e non fanno altro che diventare benzina sul fuoco che è la mia determinazione a migliorare.
Mi auguro passi una splendida giornata!
ANON. I have been sitting on this message for nearly a week and keep rereading it because I don’t have words?? And certainly not enough nuance in my written Italian for a proper thank you - but regardless GRAZIE DI CUORE - for reading my work, and enjoying it, and saying the kindest of things about it. COMUNQUE DIAMOCI DEL TU??
And GOOD FOR YOUR for picking up carta e penna! I haven’t had the discipline to do so again for ages, but I wish I did, and it can only help in the long run, especially if you want to retain that painterly evidence of gesture. I think it’s a a beautiful thing to have in your work, and I’m sure you have it, and can keep cultivating it. Don’t forget that mark-making is one of the most human things you can do, and I hope you make it for the love of it, and in turn you love what you make. 
I don’t know who you are but I’m proud of you and my nonna would be proud of you LOL. In bocca al lupo for everything you want to do (人◕ω◕)
A Ludwig WIP FOR YOU AND YOU ALONE. 
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omarfor-orchestra · 1 year
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Film italiani in uscita a ottobre
Nata per te (Fabio Mollo): 05/10
Luca è single, gay, cattolico, dedito al volontariato e con un grande desiderio di paternità. Alba è una neonata con sindrome di Down che è stata abbandonata in ospedale subito dopo il parto. Mentre la sua infermiera le dedica ogni tipo di cura, il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia che possa occuparsi di lei. Luca si propone per ottenerne l'affidamento, ma è single ed è omosessuale. Ad aiutarlo ci penserà un'avvocata agguerrita, esperta tanto di legge quanto di umanità.
Volevo un figlio maschio (Neri Parenti): 05/10
Alberto è un marito e un padre felice. Ha però un cruccio: avere solo figlie femmine. Il film racconta la storia di Alberto che, grazie a una magia, si ritrova improvvisamente padre di quattro figli maschi.
Phobia (Antonio Abbate): 05/10
Dopo aver abbandonato da anni il casale di famiglia, Chiara torna dalla sua famiglia insieme a Michela, una sua amica. Nel passato di Chiara c'è un trauma non superato: si sente responsabile di un incendio alla stalla avvenuto quand'era bambina e che ha ridotto permanentemente a letto, collegato alla bombola dell'ossigeno, il padre. Tutti sono pieni di rancore. Quando nel cuore della notte Chiara si sveglia, Michela non c'è più e sono scomparse anche le sue cose. Chiara si alza e chiede ai familiari se l'hanno vista, ma questi sostengono che non esiste: Chiara è venuta da sola. Chiara, sconcertata e preoccupata, precipita così in un mistero inatteso e intricato.
La fortuna è in un altro biscotto (Marco Placanica): 06/10
In una città portuale di provincia Leo ha un piccolo negozio di oggettistica e modesto antiquariato. Le cose non gli vanno bene, e si fa sempre più presente la minaccia di uno strozzino. Leo è disposto a tutto, per evitare lo strozzino, con una tanica di benzina e con l'aiuto di un ragazzo cinese, trasforma il suo negozio in un cumulo di cenere. È disposto anche a rubare. A rubare un quadro di valore: la tela di un esponente delle avanguardie del Novecento. Il quadro si trova nella villa di un facoltoso imprenditore, collezionista d'arte, aspirante sindaco nella lista "Famiglia Unita". Destino vuole che il figlio dell'imprenditore e la figlia dello strozzino abbiano una relazione..
Il vuoto (Giovanni Carpanzano): 06/10
Giorgio e Marco vengono da due mondi diversi: il primo è il figlio di un avvocato affermato, il secondo di un agricoltore, lotta per emanciparsi dalla periferia di una città del profondo sud. Entrambi sognano un amore travolgente e soprattutto, per motivi diversi, brucia- no dalla voglia di emergere. La forza che li ha attratti li costringerà a combattere per stare insieme. Il 'vuoto' che li spinge l'uno verso l'altro porterà i protagonisti ad inseguirsi, camminando in bilico proprio sul vuoto che li attrae: due ragazzi e un sentimento inaspettato
La luna sott'acqua (Alessandro Negrini): 09/10
Un visionario affresco nel tempo dalle atmosfere oniriche a Erto, paese devastato dalla tragedia del Vajont, diviso tra il desiderio di rinascita e il bisogno di preservare la memoria di un passato doloroso. Un ritratto onirico che oscilla tra realtà e sogno e sul crinale di una domanda: qual è il confine tra il preservare la propria memoria e la necessità di sopravvivere al dolore e ritrovare una speranza?
Doppio passo (Lorenzo Borghini): 12/10
Dopo che la Carrarese Calcio è stata promossa in serie B con cinque giornate di anticipo, il suo storico capitano Claudio Russo decide di esaudire uno dei più grandi desideri della sua vita e apre un ristorante con sua moglie Gloria grazie anche al prestito del suo amico Sandro Costa. La fortuna però gli volta improvvisamente le spalle. Cerca di arrangiarsi come può finendo per accettare di andare a lavorare nella cava. Ma i soldi guadagnati non bastano, il suo matrimonio va in crisi e la sua vita, di conseguenza, si trasforma in un inferno. Per provare a uscirne fuori, dovrà mettere in discussione la sua integrità morale.
Gli ospiti (Svevo Moltrasio): 12/10
Un casale sparso in mezzo al verde, nove amici che si conoscono da una vita, un bambino che dorme. Poi si accorgono di un intruso, tale Marco. Ma Marco dice che quella è casa sua, anzi, che la sta vendendo e per questo ha lasciato la porta d’ingresso aperta. Il film è una black comedy esclusivamente finanziata grazie a una campagna di crowdfunding.
L'ultima volta che siamo stati bambini (Claudio Bisio): 12/10
Vanda, Italo, Cosimo hanno dieci anni e, nonostante la Seconda guerra mondiale, conoscono ancora il piacere del gioco che condividono con l'amico Riccardo che è ebreo. Il giorno in cui scompare decidono che non si può attendere: i tedeschi, che devono averlo portato via con un treno, debbono essere resi consapevoli del fatto che il loro amico non ha alcuna colpa per cui essere punito. Si mettono quindi in marcia seguendo la strada ferrata. A cercare di raggiungerli ci sono il fratello Vittorio, milite fascista che ha subìto una ferita, e la suora dell'Istituto per gli orfani che ospita Vanda.
Me contro te - Vacanze in Transilvania (Gianluca Leuzzi): 19/10
Nel laboratorio ormai abbandonato del Signor S., Viperiana, Perfidia e la banda dei Malefici stanno tramando un piano malvagio per distruggere i Me Contro Te e il mondo intero: oscurare il Sole con il prezioso diamante delle paure e rendere la Terra un posto buio e desolato. Ma il diamante è nascosto nel posto più spaventoso del Pianeta: il Castello del Conte Dracula in Transilvania! Sofì, Luì, Chicco, Tara e Ajar partono così per la Transilvania, mentre il Signor S. si mette sulle tracce dei Malefici. Qui i nostri amici dovranno vedersela con il Conte Dracula in persona, il suo fedele servitore Patumièr, e sua figlia Ombra. Attraverso passaggi segreti, quadri parlanti e nuovi amori, il gruppo di amici imparerà ad affrontare le proprie paure e realizzerà che le diversità sono un valore e non un limite e non bisogna temerle"
Un weekend particolare (Gianni Ciuffini): 19/10
Elena e Claudio si rincontrano a Malta nello stesso hotel in cui era finita la loro burrascosa storia d'amore. Sarà questo incontro inaspettato a far rinascere in loro la voglia di rivalsa dell'una sull'altro ma anche, forse, il desiderio di recuperare qualcosa che entrambi sentono di avere perduto. Tra sorprese, colpi di scena e combattivi pretendenti che non si danno per vinti, riuscirà la magia dell'isola a riannodare i fili strappati del loro amore?
Mi fanno male i capelli (Roberta Torre): 20/10
Una bella signora bionda sulla spiaggia, orme, onde, lei che raccoglie qualcosa dalla sabbia. Poi si avvicina a un ragazzo e gli dice di essersi perduta. Da una casa vicina un uomo la osserva: Monica sta perdendo la memoria, Edoardo, il marito, la accompagna con tenerezza nelle vite che lei si ricostruisce attraverso i film di Monica Vitti. Antonioni, Michele Placido, Alberto Sordi, con il quale lei dialoga attraverso uno specchio, abiti, cappelli, sentimenti, sperdimenti.
Holiday (Edoardo Gabbriellini): 23/10
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro quando gli occhi di tutti sono ancora rivolti a quel tragico evento. Attraverso i ricordi suoi e della migliore amica Giada, riavvolgeremo il nastro di una storia che più avanza, più si fa ambigua.
C'è ancora domani (Paola Cortellesi): 26/10
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra.
Comandante (Edoardo De Angelis): 31/10
La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo.
Documentari
La strada infinita (Alberto Valtellina, Paolo Vitali): 03/10
Una mappatura delle "eterotopie" che insistono su un importante asse viario di una città italiana.
Gorgona (Antonio Tibaldi): 06/10
Un sguardo sull'isola-carcere della Gorgona, unico esempio europeo di questo tipo di penitenziario.
Careseekers - In cerca di cura (Teresa Sala, Tiziana Francesca Vaccaro): 09/10
Le persone anziane spesso finiscono con il necessitare di attenzioni e cure particolari. Queste possono provenire da più soggetti: i familiari, le badanti, le strutture definite 'case di riposo' ecc. Il documentario si interroga, grazie alla collaborazione di un gruppo di donne che si occupano da tempo della questione, su quali possano essere le condizioni più favorevoli sia a chi è assistito che a chi assiste. Se l'Italia pensa di poter essere nel prossimo futuro un Paese per vecchi deve ripensare alla proprie modalità di assistenza. Si riuniscono sotto la definizione associativa di "Laboratorio di pensiero e parola" a Fabbrico, cittadina in provincia di Reggio Emilia le donne che si trovano al centro della riflessione che Sala e Vaccaro propongono all'attenzione di chi vedrà questo loro lavoro. Ecco allora, in questa narrazione suddivisa in capitoli, una proposta utopica che però è già stata sottoposta a verifica in un gruppo ristretto
Pasolini - Cronologia di un delitto politico (Paolo Angelini): 16/10
Un film inchiesta alla ricerca della verità politica dell'omicidio di Pier paolo Pasolini
Zucchero Sugar Fornaciari (Valentina Zanella, Giacomo De Stefano): 23/10
Jeff Koons - Un ritratto privato (Pappi Corsicato): 23/10
L'artista che è riuscito a elevare il kitsch e il pop per trasformarli in capolavori come pochi artisti visionari nella storia recente.
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sagmirmal · 3 months
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Stasera in TV, Rai5, Hirokazu Kore'eda, Le verità - credo che in originale sia singolare, ma verifichino gli iamatologi: 真実 .
È il regista dei grovigli familiari: di Father and son, Broker, Ritratto di famiglia con tempesta, Little sister, Un affare di famiglia.
Uno dei film del bellissimo terzo tempo di Catherine Deneuve, insieme a Dio esiste e vive a Bruxelles.
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praesidiummilitum · 1 year
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Italian Army "Folgore" Brigade Paratrooper with Somali parents deployed into Somalia during Operation "Restore Hope/Operazione Ibis", 1992-1994.
Un Para' Italiano della "Folgore" di famiglia Somala ritratto in Somalia durante l'Operazione "Restore Hope" o Operazione "Ibis" per le Forze Armate Italiane. Somalia 1992-1994
Foto: Gianandrea Gaiani via RAIDS Italia
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tergestin · 1 year
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UN RITRATTO DI MICHELA MURGIA LO EFFETTUA IL PROFESSOR Martino Mora .
"Michela Murgia era una donna malvagia.
Ella odiava. Odiava la nostra storia, la nostra cultura, la nostra civilta (che definiva “patriarcali”).
Odiava la lingua italiana, struprandola orrendamente con la lettera schwa.
Odiava la Tradizione, cioè l’ eterno nella storia.
Odiava la famiglia, il matrimonio, la procreazione. Odiava la vita e l’ordine naturale del creato.
Al servizio dei quotidiani del grande capitale, intingeva la sua penna nel veleno del nichilismo “woke” e persino "queer".
Abortista, omerotica, eutanasica, nichilista fino al midollo, ebbe persino la faccia tosta di definirsi “credente”.
Persino peggio di lei sono quei falsari che, anche a destra, ne hanno esaltato il presunto coraggio. E il presunto anticonformismo, quando la Murgia, e quelli come lei, del peggior conformismo liberal-americanista sono le mosche cocchiere.
Immigrazionista, femminista, meticcista, genderista, non c’è trovata dell’ideologia americanista politicamente corretta che la Murgia non abbia fatto sua, in nome del più estremo individualismo edonista e del più luciferino soggettivismo atomistico.
Qualcuno ha perino scritto che la Murgia era contro il potere, lei che scriveva sulle prime pagine dei quotidiani degli Elkann, cioè dei massimi esponenti italici del vero potere dell’Occidente, quello del denaro. La Murgia era un perfetto prodotto di laboratorio del sistema orgiastico-mercantile.
Quando quasi tutti i media (compresi quelli pseudo cattolici, cioè catto-modernisti) distorcono in questo modo la realtà delle cose, è il segno che ormai viviamo nella falsificazione totale del bene. Anche l’elogio universale alla Murgia ne è eloquente dimostrazione.
Viviamo ormai nel regno della menzogna organizzata, tra la Scilla del capitale assoluto e la Cariddi della Sovversione ideologica obbligatoria. Due mostri che sono ormai inscindibilmente alleati.
Il liberalismo si è fatto totalitario. Non ha bisogno di usare i lager o i gulag, ma il lavaggio del cervello, la manipolazione incessante, la distorsione sistematica del senso delle cose, la gogna mediatica per i reprobi.
La Murgia era una donna malvagia. Chi l’ha esaltata è persino peggiore".
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La mostra alla quale ho partecipato Sabato è stata stupenda.
C'è stata grande affluenza e c'è stata grande partecipazione di artisti dalle opere e dai concetti più vari. Davvero uno spasso per la mente. Persone che andavano e venivano, pareri e complimenti, domande per capire meglio.
Mi hanno colpito soprattutto alcune persone che esponevano. In primis un ragazzo che ha realizzato opere sul concetto dell'ombra. C'era un dialogo tra una persona e la sua ombra, mi ha colpito quando ha detto che lei ci sarebbe sempre stata, che anche quando la sente assente è sufficiente aumentare la luce, ed infine che per abbracciarla serve abbracciare se stessi.
Altri lavori interessanti erano quelli di una ragazza che faceva su tela rappresentazioni con il filo, che cuciva come accade nei legami.
Bellissimo il lavoro di un paio di persone con i collage, specialmente quelli di una ragazza che lavora con le fotografie di famiglia, non le sue ma quelle che trova nei mercatini. Lei ci lavora per conservare la memoria, per donare di nuovo importanza a quelle esistenze. Pensarci è commovente.
Infine ho conosciuto una persona che, laureata in ingegneria meccanica, ha creato un'attività che fonde creatività e tecnica ingegneristica.
Per me è stato ed è ancora importante averla conosciuta: forse è possibile riuscire a far funzionare il connubio. In mano a lei, il f.. Come accade a me, ha avuto una crisi che l'ha portata a capire che l'azienda di informatica non poteva fare al caso suo. Inoltre l'hanno aiutata al palazzo G, di B..
Insomma, tutto questo in una mostra collettiva. Che per di più mi ha fatto capire che la mia identità artistica può stare nella doppia esposizione tra paesaggio e ritratto, come jin e yang, come luce e ombra, come creatività ed ingegneria: landscape è orizzontale, portrait è verticale. Due cose opposte che insieme diventano LA FINE DEL MONDO. Io e questo vizio di interpretare ciò che accade in modo così forte. E tutto questo che avviene da anni senza presentarsi sottoforma di occasione di svolta, forse perchè la svolta non deve avvenire.
Con il tempo, ho capito che non serve appoggiarsi alle persone, che i segni arrivano ma che sono io a dover agire, non le occasioni a doversi presentare. Forse perchè non ho mai amato prendere un treno, salirci e vedere dove va, ma prendere in mano le redini ed andare dove dico io.
Oggi mi ha fatto rimanere di sasso il dialogo con B. e il suo volermi come confidente, mentre io so di non volere responsabilità di scelte altrui, specialmente perchè poi so di non essere presente nell'aiuto.
Inoltre mi ha colpito fortemente quando D. a lavoro ha detto che sarebbe stato bello se avessi detto a tutti della mostra fotografica/pittorica. Perchè sarebbero stati felici di esserci. Io qui sono crollato, perchè nel primo lavoro è nata così la forte repulsione nei confronti dell'ingegneria: il mio vecchio capo affermò che "non servivano gli artisti li", ed io non glie l'ho mai perdonato. Come fossero parole di mio padre, parole che mai ha detto ma che io stesso penso di me. Come se essere artisti fosse una colpa, la mia più grande colpa, quella di essere ciò che voglio, magari non proprio ciò che sono.
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michelangelob · 8 months
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Ritrovato dopo 100 anni il Ritratto della signorina Lieser di Gustav Klimt
È stato presentato al pubblico a Vienna il 25 gennaio il Ritratto della signorina Lieser, dipinto del celeberrimo artista austriaco Gustav Klimt. L’opera, commissionata da una ricca famiglia ebrea nel 1917, è stata recentemente scoperta in una collezione privata viennese e sarà messa all’asta il 24 aprile. Il dipinto, una delle ultime opere dell’artista, era stato esposto per l’ultima volta nel…
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chez-mimich · 11 months
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MEMORIE DI UN BARO
Ammetto una debolezza (una delle tante), ovvero che quando sul retro di copertina di un libro leggo “È stato in grado di incarnare un certo esprit tutto parigino …” allora metto da parte ogni indugio e acquisto seduta stante il libro, bello o brutto che sia poiché la mia anima parigina non è in grado di resistere a nessuna tentazione senza cedervi come avrebbe detto Oscar Wilde; ogni allusione, seppur vaga alla ville lumière o ai suoi abitanti è per me fatale. E così di tentazione in tentazione ho riempito la mia biblioteca di testi narrativi, poetici, lirici, saggistici di grande pregio, ma naturalmente anche di qualche colossale boiata. Non è stato così per questo delizioso volumetto, “Memorie di un baro” (Adelphi) di Alexandre Georges-Pierre Guitry detto “Sacha”, nato a San Pietroburgo nel 1885 e morto a Parigi nel 1957 (ora che ci penso solo un anno prima della mia nascita), russo di nascita ma francese d’adozione (quasi come me insomma). Si tratta di un romanzetto “dallo humor nero e nutrito di un sorridente cinismo” come ben lo definisce Edgardo Franzosini nella postfazione. In realtà, si tratta di una “illusione ottica” poiché Parigi occupa solo un capitolo del romanzo, mentre gli altri sono dedicati a Caen, Trouville, Angoulême e soprattutto Monte Carlo dove il protagonista, intraprende la sua carriera prima di croupier, poi di croupier-baro e infine quella di puro baro. Causa di questa poco brillante (per noi), ma divertentissima carriera è l’essere rimasto solo al mondo dopo che la numerosa famiglia viene sterminata a causa di un avvelenamento da funghi. In realtà il giovane uomo (Sacha stesso?) trova una occupazione come “groom” in un grande albergo di Trouville e poi all’Hotel Scribe della capitale francese. Proprio nelle vesti di “groom” verrà ritratto niente meno che da Caran d’Ache in uno stilizzatissimo e stilosissimo disegno riprodotto in una pagina del volumetto. “Barare significa intralciare i progetti del caso” scriverà l’autore per nulla pentito di essere stato un baro. Guitry fu anche autore di commedie, ne scrisse centoventiquattro, ma scrisse anche molto per giornali, riviste. Fu anche autore di cinema, regista e attore, quello che si può definire personaggio poliedrico. Insomma una lettura piacevole e con una sua singolarissima filosofia. Quando un critico francese disse di lui “Sacha Guitry crede di essere Molière”, Jean Cocteau sarcastico rispose “La cosa strana, caro mio, è che Molière credeva d’essere Sacha Guitry”. Paradosso a parte, la sua scrittura è lucida e ficcante, disincantata ma incantevole. Tornando però all’incipit di questo breve commento, scrive Guitry di Parigi: “Era proprio troppo grande, Parigi, troppo bella per me” e subito dopo: “Il fatto è che per potersi vantare di conoscere Parigi, bisogna farne parte (…) Perché essere parigini non è una questione di volontà né di fortuna. Tantomeno di valore. E’ un misto indefinibile di spirito, gusto, snobismo, balordaggine, spericolatezza e amoralità. Non devi neanche sapere di preciso perché ne fai parte, ti basta saper perché gli altri no…”
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