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#Vita borghese
divulgatoriseriali · 1 year
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Delitti di provincia: Il Giallo di Villa Sassone - Il caso di duplice omicidio di Mornico Losana che ha Sconvolto gli Anni '60
Il duplice omicidio di Villa Sassone è il nuovo protagonista de la rubrica “Delitti di provincia“. Ismaele ed Eva, Douglas e Matelda sono i comprimari di una vera e propria vicenda noir da rotocalco che infiammò le cronache degli anni 60′. Teatro d’inaudita violenza e insoluto misfatto fu Mornico Losana: là dove nemmeno un fremito pare possa sentirsi, s’udì un urlo e tutto ebbe inizio.…
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jupiterovprsten · 4 months
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Villa Borghese Garden Park, Rome
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gregor-samsung · 1 year
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“ Roma, fino al 19 luglio [1943], era una città fuori del mondo. Chi vi arrivasse da qualunque parte, rimaneva sbalordito e irritato. Chi di lontano ne sentiva parlare, soffrendo della guerra, ne provava un sordo rancore. Il bombardamento di Roma è stato accolto in qualche città lontana e già provata, da brindisi di gioia. Chi stava a Roma da venti anni, non finiva di stupirsi di Roma solo a uscire di casa. Gente vestita bene, tranquilla; e le signore non affrettavano il passo neppure quando suonava la sirena d'allarme, mentre altrove si moriva. Roma è entrata nel dolore comune. E quelle stesse persone vestite bene e tranquille in un modo irritante, ora a vederle per la strada preoccupate della loro grazia nel pericolo, sono piú vicine all'umanità. Quello che pareva cinismo diventa dignità, la cura di sé stessi in circostanze tanto drammatiche, un segno di personalità, la vanità strafottenza, la leggerezza superiorità. Cosí alcuni difetti diventano virtú.
Una famiglia del popolo, rimasta senza tetto, veniva avanti per un viale di villa Borghese. Il vecchio portava appesa a una mano la gabbia del merlo casalingo, e sotto l'altro braccio, una coperta. C'era una donna esile con un medaglione ricordo sul petto, e una ragazza che aveva dimenticato di darsi il rossetto sulle labbra. Spiegavano a un passante che non avevano piú casa. Sotto gli alberi c'erano altre persone coi loro fagotti. Sull'erba secca avevano disposto il fiasco del vino e la merenda. Non avevano se non quello che portavano con loro. Cacciati dalle mura domestiche, formavano qualcosa di intimo sotto gli alberi sterili e ombrosi del parco pubblico. Mentre prima avevano parlato della loro casa distrutta come d'un paese natio abbandonato, ora, intorno al loro posto, formavano l'immagine di un provvisorio focolare. Non ho notato un solo sguardo di odio o di invidia verso i due passanti che si fermavano perplessi a guardare, e poi tiravano via impensieriti, e alcuni vestiti bene, e certo con una casa in piedi.
Longanesi ha diffuso una delle sue spiritosaggini a proposito dei bombardamenti delle città italiane: « Ci stanno rovinando gli originali delle fotografie Alinari ». È lo stesso autore di alcuni manifesti di propaganda di guerra. È sempre pronto al disprezzo dei caduti, come tutti quelli che disprezzano se stessi e il proprio paese. Egli trova facilmente il ridicolo in tutto. È la forza dei deboli.
Collezionista di morti. I bollettini ufficiali, mentre durava l'azione di bombardamento su Roma, già lo registravano. La radio ne dava i particolari mentre si sentivano le bombe da San Lorenzo. Trentamila morti. I giornali ci si sono buttati sopra con tanta avidità da rendere teatrale anche questo. Vogliono commuovere l'opinione pubblica, e nello stesso tempo ripararsi dietro le memorie e la Chiesa e i bambini e le donne. La città è mutata. Si vede gente preoccupata; visi lunghi come per un torto e uno scomodo personale.
Uno di quelli che vivono sul bilancio delle sovvenzioni ai giornali di propaganda, mi diceva che la colpa è interamente del popolo italiano. “
Corrado Alvaro, Quasi una vita: giornale di uno scrittore, Bompiani, prefazione di Geno Pampaloni, Bompiani, 1951; pp. 355-356.
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anemonaee · 2 years
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heartandmagic · 1 year
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3 DAYS IN ROME & VATICAN: CULTURE AND HISTORY ALL TOGETHER
Since I am in the Erasmus exchange program, I have decided to write about my experiences and share them with people who are interested in going abroad. Rome was the first city I visited as an Erasmus student, and I instantly fell in love with it. The city exudes an aura of art and culture. There are numerous significant monuments scattered all around, yet it is surprisingly possible to explore…
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blogitalianissimo · 2 months
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X: "Come fa a vincere la Meloni! È omofoba e fascita! La Sinistra non riesce a fare opposizione?"
Idee media della sinistra italiana:
Geronimo Stilton è un borghese e un nemico del popolo!
Dovremmo permettere alla gente di occupare le case!
Perché non mettiamo una bella patrimoniale?
*inserire commento assolutamente irrilevante sul fascismo, come se gli italiani non sapessero che la Meloni è fascista"
Togliamo i ferri da stiro giocattolo dai supermercati!
Quando una sinistra non riesce a portare in campo neanche mezza frase coerente alla fine ti becchi Sangiuliano ministro della cultura con la 4a elementare e Salvini che pur di non lavorare spande disinformazione su atlete algerine. Che tristezza. Almeno in America (che pure non sono santi) si fanno venire qualche idea sull'economia sul sociale. Qui abbiamo il nulla cosmico. Abbiamo avuto una rotazione di almeno 6 partiti negli ultimi 10 anni, di tutto lo spettro politico. E neanche uno che abbia fatto qualcosa, ma un cosa qualunque, tipo fare delle strade in Puglia. Boh. Costruire un Acquedotto in Sicilia. Fare un spaventapasseri in Calabria, uno zoo ad Abbiategrasso.
Aiuto molto out of context questo ask
Lamentarsi della sinistra italiana e poi avere da ridire sulla patrimoniale e sulle case occupate non è molto coerente, anzi forse queste sono 2 delle pochissime cose DA SINISTRA che vorrebbero fare (ma che non faranno mai)
Lo spiego meglio, perché pure su twitter tempo fa vidi molta gente impanicata sulla questione case occupate, state tranquilli la nostra sinistra non è così a sinistra, e nessuno vuole togliervi la casa al mare o la casa ereditata da nonna. Quando si parla di case vuote nello specifico si sta indicando le NUMEROSE case in mano allo STATO ITALIANO, le suddette "case popolari", che sono appunto inutilizzate, altre andrebbero ristrutturate, ma devono essere assegnate. C'è molta gente che ne ha urgentemente bisogno (ad esempio i senza dimora, ma anche chi vive strutture che non garantiscono una vita dignitosa o sono addirittura pericolose -vedi la recente tragedia a Scampia) perciò se per te "dare un tetto ai poveri" è una cosa che non riguarda il sociale, non so.
Stesso si può dire sulla patrimoniale, tassare di più i ricchi per far respirare i poveri. Ci sarebbero più entrate, e quindi anche più investimenti per le infrastrutture che sono carenti, soprattutto nel mezzogiorno come hai fatto notare.
Poi ti prego, menzionami tutti i paesi del mondo ma non uno in cui 1. la sinistra non esiste 2. non hanno manco una sanità pubblica, cioè noi siamo la merda della merda ma mai al livello di quelli là, grazie.
Per il resto mi trovi d'accordo sul fatto che la sinistra fa poco la sinistra (a parte le 2 cose che mi hai menzionato, che ripeto, sono le uniche cose DA SINISTRA che vorrebbero fare), ormai il PD è la nuova DC
E mi trovi pure d'accordo sull'approccio della "sinistra" che fa schifo, e non tanto per il memino scemo di Geronimo Stilton, è proprio imbarazzante la puzza sotto al naso, come se stessero parlando ad una sorta di élite, e se vuoi essere di sinistra non puoi fare l'elitario, quella è roba da destra (che difende i ricchi), la sinistra deve guardare ai poveri, punto.
Quindi io più che cringiare per Geronimo Stilton, mi preoccuperei più di gente che senza ironia alcuna se ne esce con roba tipo "aboliamo il suffragio universale", questo è un atteggiamento sbagliato e anche classista.
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t-annhauser · 2 months
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I drammi dell'ineluttabilità borghese, cioè dell'impossibilità di uscire dai propri panni non solo civili, ma anche dal proprio Sé, come dicono gli psicanalisti. Un istinto da rabdomante mi portò a leggere, finita la scuola, il Fu Mattia Pascal e La coscienza di Zeno (il terzo fu L'Ulisse di Joyce del quale sto ancora portando a termine la mia personale traduzione, sono attualmente impantanato nel IX episodio, Scilla e Cariddi). Pirandello mi piace ma è di un'amarezza che abbatte, Svevo invece si addice più alla mia personalità, al mio gusto tragicomico. In entrambi i casi si tratta della descrizione esatta di come la vita conduca il borghese moderno, così libero a parole, in direzione opposta rispetto alle sue risibili aspirazioni. Essendo io un uomo d'altri tempi trovo questi due libri più interessanti di un abbonamento a Netflix. Imparare a leggere quel che è stato scritto di buono sarebbe un buon esercizio per noi generazione di sfessati rimbecilliti dalla noia di vivere fino al cinismo. Memento vivere, diceva Nietzsche, poi trasformato in macchietta futurista in Memento audere dal nostro sommo vate sdentato con l'alito che puzzava d'uovo (così Savinio descrive Gabriele D'Annunzio, di cui tutte le mie insegnanti di letteratura alle medie erano innamorate).
Sentire le cose, ci spiega Nietzsche nella seconda inattuale, invece di limitarsi a "farsele imparare" a scuola, ma ciò comporta irrimediabilmente il rischio di vivere.
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francescosatanassi · 6 months
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NAZISTI A CINECITTÀ
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"Una vita difficile’ di Dino Risi è da sempre uno dei miei film preferiti. Ciò che non sapevo è che il tedesco che sorprende il partigiano interpretato da Sordi si chiamava Borante Domizlaff ed era un vero nazista. Non uno qualsiasi, ma un maggiore delle SS che agli ordini di Kappler sparò alle Fosse Ardeatine. Dopo la guerra fu imprigionato al Forte Boccea di Roma con Kappler e altri ufficiali nazisti. Cera anche il comandante della X° MAS Valerio Borghese. Dopo un fallito tentativo di evasione furono trasferiti a Regina Coeli e accolti con saluti e slogan dai fascisti detenuti. Il 20 luglio 1948 Kappler fu condannato all'ergastolo e Domizlaff assolto per aver agito "senza la consapevolezza di eseguire ordini illegittimi." Si convertì al cattolicesimo con l'obiettivo di uscire dal carcere e ci riuscì sposando una ragazza italiana, trasferendosi così a Roma. Non ha mai utilizzato nomi falsi e il suo indirizzo era pubblico, anche se portava a una società di produzione cinematografica per la quale forse lavorava. Lo collega al passato una foto scattata nel 1961 per la comunione della figlia. Assieme a lui c'è Mina Magri Fanti, madrina e vicina di casa, ma anche militante dei movimenti neofascisti, era lei che si interpellava con Kappler quando era detenuto. Celebrò la funzione Alois Hudal, il vescovo seguace di Hitler che nascondeva e aiutava i nazisti in fuga. Nella foto c'è anche Vittoria Vigorelli, che lavorava nel cinema come segretaria e forse fu il tramite per introdurre Domizlaff nell'ambiente. L'ex SS recitò anche in ‘La ciociara’ che valse a Sofia Loren l'Oscar come miglior attrice, in ‘Tutti a casa' di L. Comencini e in altri film. Non fu l'unico nazista a interpretare se stesso nei film italiani del dopoguerra. Assurdo che nessuno si sia accorto o abbia sorvolato sulla presenza di un criminale tra le comparse, anche perché lo sceneggiatore de ‘Una vita difficile' era Rodolfo Sonego, ex comandante partigiano che per il film si era ispirato alla propria vita, inserendo tra le comparse amici, conoscenti e, forse senza saperlo, un assassino nazista mai pentito.
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milesmoralesrp · 1 month
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Miles Morales è un personaggio dei fumetti statunitensi pubblicati da Marvel Comics. Ideato da Brian Bendis e disegnato da Sara Pichelli,il personaggio è stato introdotto nell’universo Ultimate in sostituzione di Peter Parker che era rimasto ucciso nella saga La morte di Spider-Man ed è il quinto personaggio - dopo Peter Parker, Miguel O’Hara, Ben Reilly e Gerald Drew - ad assumere l’identità di Spider-Man. Morales è stato il primo afro-americano a indossare il costume del supereroe e il secondo dalle origini ispaniche dopo Miguel O’Hara, protagonista della serie Uomo Ragno 2099.
Biografia
Miles è un adolescente afroamericano di origini portoricane, che abita insieme alla sua famiglia nella New York ricostruita dopo l’onda Ultimatum; è un ragazzo timido ma molto intelligente che si ritrova catapultato in un mondo completamente fuori dalla norma, ovvero quello della comunità metaumana, a causa del morso di un ragno. Dopo la morte di Peter Parker decide di agire diventando poco alla volta una persona più coscienziosa e sicura di sé intraprendendo la carriera di supereroe erede di Spider-Man.[ I suoi genitori, Rio Morales e Jefferson Davis, nella speranza che possa ricevere una istruzione avanzata, lo iscrivono a una scuola prestigiosa ma durante la visita a casa di suo zio Aaron Davis, viene punto da un ragno che gli conferisce alcune capacità, come la mimetizzazione, una spiccata agilità e la capacità di paralizzare gli avversari con le mani. Poi scopre che queste capacità sono simili a quelli in possesso di alcuni tipi di ragni.
Spaventato da questa situazione, sostiene di voler solo una vita normale e non vuole fare l’eroe come Spider-Man. Ma, a seguito della morte di questi, Miles, che era uscito di nascosto dal suo studentato e si era diretto proprio nei pressi della battaglia per cercare di capire cosa stesse accadendo, assiste agli ultimi istanti di vita dell’eroe. Miles è oppresso dal senso di colpa perché avrebbe potuto aiutarlo se avesse deciso di usare i suoi poteri piuttosto che farsi soggiogare dalla paura. In seguito Miles decide di intraprendere in qualche modo la carriera di vigilante e nella sua prima uscita affronta e sconfigge il criminale Kangaroo ma in maniera goffa e la stampa inizia a bersagliarlo per il pessimo gusto non tanto delle sue azioni quanto della scelta del costume così simile a quello dell’originale, essendo passato molto poco dalla sua sepoltura. Una sera, mentre compie il suo giro di ronda incontra Spider-Woman
La donna è piuttosto alterata per il comportamento del ragazzo e dopo un breve scambio di colpi, in cui lo smaschera e lo cattura tramite la ragnatela che secerne dalle dita, lo porta al Triskelion dove viene interrogato da Fury e dagli Ultimates, tutti alquanto scioccati dalla situazione. Parlando con Nick Fury, Miles spiega le sue ragioni e in contemporanea scopre che la fedina penale di suo zio è più sporca di quello che credeva, dato che è sulla lista dei ricercati della F.B.I. Nel frattempo Electro, detenuto nella stessa struttura dopo la notte in cui Goblin uccise Spider-Man, si risveglia dal coma indotto chimicamente e cerca di fuggire aggredendo il personale. A causa del suo tentativo di fuga, tutte le luci si spengono e Miles e Fury si uniscono al resto degli agenti S.H.I.E.L.D. per fermare il supercriminale. Lo scontro termina proprio grazie al giovane che approfittando di un momento favorevole, paralizza Electro con il suo tocco velenoso, permettendo così la sua incarcerazione. Il giorno dopo Jessica Drew, in borghese e non proprio a suo agio, raggiunge la scuola di Miles e gli consegna una valigetta con la benedizione di Fury e l’avvertimento che non ci saranno altre occasioni per lui e la scelta di vita che ha deciso di seguire. Miles l’apre e dentro vi trova un nuovo costume, una variante nera con ricami rossi di quello che un tempo veniva indossato da Peter: ora può ritenersi il vero erede di Spider-Man.
Poteri e abilità
Morso da un ragno geneticamente modificato noto come esemplare 42, che è leggermente diverso da quello che ha conferito a Peter Parker poteri sovrumani, Miles Morales possiede abilità simili a quelle dell’originale Spider-Man, tra cui forza, agilità e riflessi notevolmente potenziati, la capacità di aderire alle pareti e ai soffitti con le mani e i piedi,e un "senso di ragno" che lo avverte del pericolo con una sensazione di ronzio nella testa. Sebbene la sua forza e agilità siano simili a quelle dell’originale Spider-Man più giovane, il suo senso di ragno pare funzionare in maniera diversa a quello del suo predecessore, in quanto lo avverte solo del pericolo immediato.
Ha due abilità che l’originale Spider-Man non ha: la capacità di mimetizzarsi, estendendola anche agli indumenti che indossa, per adattarsi a ciò che lo circonda, rendendolo effettivamente invisibile, e un "Venom Strike" che può paralizzare temporaneamente quasi chiunque con un solo tocco.
Il Venom Strike non utilizza un vero veleno, ma è un tipo di bioenergia elettrica che può essere caricata nel corpo di Morales, e può essere usata contro un avversario a distanza conducendola attraverso un materiale in cui entrambi Miles e il suo avversario sono in contatto, come la ragnatela dell’Uomo Ragno della Terra-616.
Ovviamente l’efficacia varia da nemico a nemico, in quanto alcuni col tempo hanno imparato a resistere a questa scossa, mentre altri ne sono sempre stati refrattari. Miles può effettuare una versione più potente dell’attacco, il "Mega Venom Blast",che ha effetti devastanti su chiunque, Miles compreso, dato che il suo utilizzo tende a scaricare completamente la bioenergia corporea con conseguente sfinimento o addirittura svenimento del ragazzo.
Il corpo di Miles possiede anche una significativa resistenza alle lesioni. Durante un alterco con il mercenario Roxxon Taskmaster, Miles viene sbalzato attraverso un muro di mattoni senza alcuna apparente ferita grave, anche se l’esperienza fu dolorosa per lui.
Miles indossa un costume che gli è stato regalato dallo S.H.I.E.L.D.,e inizialmente usò i lancia-ragnatele di Peter Parker, che gli sono stati dati da May Parker. Alla fine riceve anche una nuova serie di lancia-ragnatele dallo S.H.I.E.L.D.
Luogo di residenza
Brooklyn,New York
Data di nascita
25 novembre 1991
Relazione
Sposato con Amal Haniyeh
Figli
Marcus Morales e Stuart Morales
Amici:
Will Spencer,Ismail Haniyeh,Moath Haniyeh,Yasser Arafat,Archos Midas,Alex Gonzalez Jr e Will Spencer
Prestavolto
-Nadji Jeter
-Zac Siewert
-Marques Houston
-Lamon Archey
-Rome Flynn (pv attuale)
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donaruz · 1 year
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2 agosto 1980 ore 9,00
«Forza Carmelo! È ora di alzarsi, bisogna correre in stazione, c’è il treno che ci porterà da papà!»
«Uffa, va bene, mi alzo» Il piccolo Carmelo ancora frastornato per la giornata precedente dove aveva mangiato un buonissimo gelato e corso per le vie di Bologna come un giovane esploratore in una terra sconosciuta. Osservava tutto. Carmelo era alto, non dimostrava la sua giovane età e con quel bellissimo binocolo che gli aveva regalato suo zio e i pantaloncini corti era perfetto come ricognitore dell’ignoto. Aveva gli occhi azzurri, la mamma per scherzare diceva sempre che era figlio di qualche Dio dell’Olimpo greco; nessuno in famiglia aveva gli occhi azzurri. Da grande voleva studiare gli animali e girare il mondo alla scoperta di nuovi territori. Era un esploratore ancora prima di esserlo davvero.
Una semplice ma abbondante colazione e poi un bacio forte a Tobia, il cane. La strada è breve fino ai treni ma quella mattina i parenti devono portare la macchina dal meccanico, una vecchia fiat 127 ormai al termine. La decisione è presto fatta, si va in stazione a piedi, tanto il treno è alle 11, c’è tempo...
Carmelo è contento, ha visto una grande città del nord, piena di gente che corre, non ha capito il motivo ma si diverte a vederli indaffarati, al suo paese sono molto più tranquilli. Poi, finalmente, vede i treni. Che amore che ha per i treni! Ogni domenica il suo papà lo porta alla piccola stazione del paesello a vedere i treni che partono, ora anche lui potrà salire su quelle macchine meravigliose fatte di ferro e legno per ben la seconda volta nella sua vita.
10,20
«Mamma!, mamma mi piacerebbe tanto avere un amico cane, ma tanto tanto!»
«Va bene piccolo, vedremo, quanto torniamo a casa ne parliamo con papà e se lui è d’accordo andiamo al canile»
«Che bello!, che bello!, sono sicuro che il papà sarà d’accor……»
BUUUMMM!?!
«Mamma, mammaa, aiuto! Dove sei? Ho paura! è tutto buio, mamma aiuto è tutto buio..»
Suoni, strani suoni di ferro caldo. Un caldo feroce; gemiti che provengono dal treno di fronte ai binari, gemiti sempre più profondi e poi...urla disperate. Chi cerca la mamma, chi il fratello chi l’amico, la compagna, il figlio. Ma loro non sono più in stazione, sono stati sbalzati a 100 metri di distanza per l’onda d’urto. Come delle foglie strappate ai rami di un albero autunnale.
Poi il fumo si dirada e s’intravede il disastro.
«Mammaa!, dove sei? Dove sei?» Carmelo sembra un minatore appena uscito dalla galleria; la galleria più profonda del suo piccolo paese.
«Vieni piccolino, vieni in braccio, ti aiuto io!» Un ragazzo di 20 anni, una divisa da vigile del fuoco. Il ragazzo è nero come Carmelo, zoppica, ma continua a togliere pezzi di cemento dal piccolo corpo del bimbo. Solleva calcinacci pesanti e taglienti, rossi dal caldo; le sue mani ustionate, ma continua a spostarli. Alcuni giorni dopo venne ricoverato in ospedale per le ustioni. Perse tre dita di una mano.
«Chi sei? Dov’è la mia mamma?» Carmelo è sepolto da una montagna nata dalla violenza.
«Sono un amico della mamma… stai tranquillo»
«Ma cos’è successo?» La sua voce non è più quella di un giovane esploratore, ora è rauca, piena di polvere e distruzione.
«Niente, non è successo niente. Piccolo…non è successo niente»
Fine
In Italia non succede mai niente.
La Rosa dei venti, Il golpe borghese, piazza Fontana, Gioia Tauro, Reggio Emilia, Brescia, l’Italicus, Genova, Il rapido 904, Bologna, Ustica, Firenze, Milano; non sono niente. Non è successo niente. Non è STATO nessuno. In fondo qualche pezzente, qualche moglie di pezzente, qualche figlio di pezzente cosa volete che sia, incidenti di percorso; incidenti per una democrazia migliore, più libera, più ricca. In Italia non è mai STATO nessuno, una cena tra poteri, un brindisi e poi le direttive agli organi di informazione:
“Dovete dire questo, dovete dire quello, dovete dire che non è successo niente; arriva l’estate mandiamoli in vacanza tranquilli, poi, quando tornano, avranno dimenticato tutto”
Ma non avete preso in considerazione una cosa: voi! infami manovratori dietro le quinte, migliaia di occhi hanno visto, sentito, sanguinano ancora. Loro lo sanno chi è STATO. Potete manipolare tutto, cancellare tutto ma dietro il vostro secchio di vernice bianca democratica ci sono pareti rosse di sangue pulito.
Quelle non potrete mai più cancellarle.
-A Carmelo e a tutti i morti e feriti di quella mattina spensierata di un agosto solare-
(Breve parte dal racconto "Piccolo esploratore" contenuto nel libro "Stelle cannibali" ED. Il Foglio 2022)
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sagmirmal · 16 days
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Due film fluviali
Quasi per espridelescalié rimando i necess. saluti e giocomi il bonus titolo per due film, lasciando ai Cahiers du cinéma / Castori auf Tumblr, ossia @jacobyouarelost , palabras mas precise e serie. Sono due film speciali su adolescenti famiglie e questo mondaccio pazzo.
Il primo è 怪物 Mostro / L'innocenza di Kore'eda Hirokazu (cognome + nome). Uno dei più bei firm sui ragazzini e i maestri e i genitori e la scuola, LA SCUOLA, e l'amore da li tempi de Truffaut (la cit. è antizerocalcarea - pur con tutto ir rispetto - bensì holliwoodpartiana). Costruito come il bellissimo Nel bosco di Ryūnosuke, che fu poi Rashomon, meglio di Anatomia di una caduta fatta la tara a Sandra Hüller, che Gott la preservi sempre e per sempre. Kore'eda ci insegna il disastro di tutti e i loro effetti sui picc. Le chiuse tracimano i fiumi scorrono, esondano. È anche film di rinascita e resurrezione: e su questo, per favore, si suggerisca ad Alice Rohrwacher di tornare indré nel tempo, und rifare il catechistico La chimera dopo essere andata a guardarlo. Musica, ultime musiche di Sakamoto Ryuichi. Al tuo arrivo ti accolgano i martiri, e ti conducano etc.
Il secondo è La vita accanto, MTGiordana incontra l'alter-ego più anziano MBellocchio. Circolano frasette sceme su questo film; mi sento un po' autorizzato a blaterarci anche me, perché ebbi conosciuto: anni molti li conservatori; le aule delle elementari con Tania, che anche lei come etc.; troppi giorni, prima der Pisano, tri(-meno1)veneti (lascerò alle etnografie di @trilo-bite disamine più fini, e all'Istituto Nazionale di G e V); alcune signore iscambianti l'esistenza per gl'ingranaggi; molti occhiali con la montatura nera squadrata und spessa. Chi dice che MTGiordana non fa film così squadrati non ricorda Quando sei nato non puoi più nasconderti.
Fantasmi, cadute, i disegni I DISEGNI della gente bimba, anche quando bimba non è più, e i libri, TUTTI QUEI LIBRI, come diceva Adriana Asti da qualche parte, che Dio preservi sempre. Gli sguardi di quella particolare società dell'aidòs che è il Veneto e plebeo e borghese, e di nuovo i neff. effetti sui piccoli, soprattutto le piccole più o meno piccole, e l'acqua che Vincenza bagna, sempre lì disponibile per la soluzione. Che belli i volti (le riprese dei volti), e la musica, e la Bergamasco che torna a suonare. Film-Méliès, con inquadrature e dialoghi di grande tenerezza e altre specchio della grande inquietudine. Una tragedia greca nella città del teatro olimpico e dei militari americani. Terra terra e insieme alta come quelle greche, davvero.
Francesca Bellè: voleva fare la rockstar, è sempre più brava. Michela Cescon, che era in Quando sei nato, non la accarezza nessun tempo che scorre, recita come davanti al Grande Manito.
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jupiterovprsten · 2 months
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Italian stone pines
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gregor-samsung · 1 year
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“ Ecco la lezione che Marx trae dalla Comune: « ... che dopo la guerra più sconvolgente dei tempi moderni, il vinto ed il vincitore fraternizzino per massacrare in comune il proletariato, questo fatto senza precedenti prova, non come pensa Bismarck lo schiacciamento definitivo di una nuova società al suo sorgere, ma la decomposizione completa della vecchia società borghese. Il più alto slancio di eroismo di cui la vecchia società è ancora capace è la guerra nazionale: ed è ora dimostrato che questa è una semplice mistificazione dei vari governi, la quale tende a ritardare e ad affossare la lotta delle classi e viene messa da parte non appena questa lotta di classe divampa in guerra civile ». Inoltre nella crisi che precede la guerra i rapporti di forza sono strategicamente favorevoli alla rivoluzione proletaria. La crisi infatti genera contraddizioni sociali fortissime che determinano uno scontro di classe violentissimo, e nella misura in cui questo scontro di classe si approfondisce e si sviluppa trasformandosi in Guerra di Classe, la borghesia non può porsi sul terreno della guerra imperialista: la crisi diviene così irreversibile, acuendo contemporaneamente ancor più il processo di guerra civile in atto. È questa la dialettica che potrà inchiodare lo sviluppo capitalistico. Possiamo perciò formulare la seguente generalizzazione: nella crisi la parola d'ordine della borghesia è "bloccare il processo di guerra civile trasformandolo in guerra imperialista e sconfiggere così la rivoluzione"; quella dei comunisti deve necessariamente essere: "sviluppare il processo di guerra civile in atto ed impedire così la guerra imperialista". “
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Brano tratto dalla Risoluzione della direzione strategica delle Brigate Rosse, testo diramato nel febbraio 1978.
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cutulisci · 7 months
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Ogni volta che la politica manda a effetto una operazione contro la classe operaia, i primi a gioirne o, “meglio”, i primi a dare manifestazioni esteriori della loro contentezza non sono i “pezzi grossi”, commissari di polizia od ufficiali delle regie guardie o dei carabinieri, ma sono i più umili agenti, i più modesti carabinieri, l’ultima delle guardie regie. Sono cioè gli agenti del governo usciti dalle file del proletariato più arretrato, costretti a questo passo dalla miseria o dalla speranza di trovare, abbandonando il campo o l’officina, una vita migliore, dalla persuasione di divenire qualche cosa di più di un povero contadino relegato in un paesetto sperduto fra i monti, di un manovale abbruttito dal quotidiano lavoro d’officina. Questa gente odia, dopo averne disertato le file, la classe lavoratrice con un accanimento che supera ogni immaginazione. “Ecco le armi”, urlò trionfante non so se un agente investigativo od un carabiniere in borghese, scoprendo una rivoltella durante la perquisizione all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. Pochi minuti dopo, un altro agente udendo uno scambio di parole tra il commissario ed un nostro redattore, esclamò: : “Finiremo per arrestarli tutti! Li arresteremo tutti!” A questo pensiero la sua bocca si aprì ad un riso tanto cattivo da sbalordire chiunque non sia abituato a questo genere di fratellanza umana. Ho compreso allora perché nelle caserme e nei posti di polizia, carabinieri, guardie regie ed agenti gareggino nel bastonare gli operai arrestati, nel rallegrarsi delle loro torture. E’ un odio di lunga data. Gli agenti dello Stato addetti al mantenimento dell’ordine pubblico sentono attorno a sé il disprezzo che tutta la classe lavoratrice ha per i rinnegati, per quelli che sono passati nell’altro campo, per i mercenari che impegnano ogni loro energia per soffocare qualsiasi movimento del proletariato. E al disprezzo del proletariato s’aggiunge quello di gran parte della borghesia che guarda con occhio diffidente tutta rinnegati questa puzza di questura. Perché? Perché questa è la sorte di tutti i mercenari: al disprezzo e all’odio degli avversari s’aggiunge quasi sempre il disprezzo dei padroni. Ed è naturale, è umano che nell’animo di questa gente mal pagata, che non sempre riesce a procurarsi quanto occorre per una vita piena di stenti e di privazioni e che si sente circondata da una barriera che la divide dagli altri uomini, che la mette quasi fuori dalla società, germogli l’odio, metta radici la crudeltà: odio contro quelli che prima erano i fratelli, i compagni di lavoro e che ora disprezzano con maggior forza, crudeltà che si esplica contro di essi sotto mille forme diverse. Così, arrestare un operaio è una gioia, un trionfo, bastonarlo e malmenarlo, una festa, rinchiuderlo in carcere una rivincita. Solo nel momento in cui essi tengono un uomo fra le mani e sanno di poter disporre della sua libertà, della sua incolumità, sentono di possedere una forza che in qualche momento della vita li rende superiori ai loro simili. La gioia di acciuffare un uomo non proviene dalla consapevolezza di servire la legge, di difendere l’integrità dello Stato: è una piccola bassa soddisfazione personale, è la gioia di poter dire: “Io sono più forte”. Quale altra gioia possono essi provare? Quanti di essi sono in grado di formarsi una famiglia senza che la vita di stenti diventi vita di patimenti? Non è forse vero che a molti di questi transfughi del proletariato la vita non riserva altre soddisfazioni che qualche umile offerta di una passeggiatrice notturna in cerca di protezione?
Noi li abbiamo visti pochi giorni or sono nella nostra redazione. Moltissimi, dall’abito, potevano benissimo essere scambiati per operai in miseria. E’ certo che erano umilmente, più che umilmente vestiti non solo per introdursi tra gli operai, per raccoglierne i discorsi, per spiarli, ma anche perché non potrebbero fare diversamente. E guardavano con gli operai veri, quelli che si dibattono tra la reazione e la fame e cercano affannosamente la via della liberazione. Essi comprendevano, sentivano che chi lotta è sempre superiore a chi serve. E quando hanno ammanettato i giovani che difendevano il giornale del loro partito il giornale della loro classe, il loro giornale, gli agenti hanno avuto un lampo di trionfo, hanno riso. Ma non era un riso spontaneo, giocondo. Era un riso a cui erano costretti dalla rabbia, dal disprezzo degli altri, dalla loro vita, dal destino a cui non potevano sottrarsi. Quel riso era la smorfia di Gwynplaine.
(A.Gramsci “L’Ordine Nuovo”, 30 agosto 1921)
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alessandro55 · 30 days
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La pittura del realismo borghese
Aleksa Čelebonović
Traduz.dal francese di Maurizio Vitta
Garzanti, Milano ott 1984, 200 pagine, 170 ill.di cui 41 a colori, 25x31,5cm,
euro 30,00
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Pittura Kitsch o realismo borghese : l'arte Pompier nel mondo
I suoi protagonisti si chiamavano Cabanel, Repin, Bouguereau, Morelli, Bianchi, Boldini, Alma-Tadema, Giraud, Millais, Gervex, Sargent.
Uno sguardo di insieme di questa corrente misconosciuta. Uno studio per temi: temi religiosi, mitologie e antichità, storia e leggenda, orientalismo, vita sociale e familiare, ritratto.
Une vue d’ensemble de ce courant méconnu, puis une étude par thèmes : thèmes religieux, mythologie et Antiquité, légende et histoire, orientalisme , vie sociale et familiale, le portrait.
22/08/24
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arreton · 5 months
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Uno slancio vitale, ma che possiamo chiamare tranquillamente considerare una coazione a ripetere, che mi porto dietro da bambina è il seguente: avere voglia di uscire quindi emozionarmi di felicità se arrivano le giostre, se fanno delle fiere in paese o cose simili e desiderare di andarci. Coazione a ripetere perché è un atteggiamento masochistico: il desiderio non sta nell'andare veramente a quella fiera o alle giostre ma venire puntualmente delusa. Allora o mi circondo di persone che non vogliono uscire (perché il desiderio sarebbe uscire insieme a qualcuno in generale, ma nello specifico qualcuno nella sua deriva daddy-borghese: qualcuno che mi faccia sentire piccola e che mi compri delle cose) o, ammesso che vada, tornare a casa con una sensazione spiacevole di vuoto, di noia, spesso di freddo insomma di delusione e dirmi che forse era meglio restare a casa e che in generale questa moda di uscire a tutti i costi non mi si addice.
Lo spiega bene Masullo:
Nel cuore di ogni esperienza relazionale sta il fenomeno, cioè il manifestarsi, della solitudine. Con un movimento dialettico, non astrattamente logico bensì esistenziale, via via nell’individuo si produce una metamorfosi profonda. Lo schema è semplice. (Primo) Entrato nella relazione intersoggettiva, l’individuo ne sperimenta l’invalicabile limite, l’impossibilità di far sentire ad altri il suo sentire, e di sentire quel che altri sentono: scopre la solitudine, ma insieme l’inesaudibile desiderio di uscirne. (Secondo) Se, come avverte Platone, non si può desiderare se non ciò che si è perduto, e dunque è già noto, il desiderio di uscire dalla solitudine è insaziata nostalgia di quell’intersoggettività cui si è stati fin dal principio iniziati. Ma, per quanto si tenti, non si riesce mai a realizzarla autenticamente, si urta sempre da capo contro il suo incrollabile limite. (Terzo) Il desiderio, amaramente frustrato, si sente tradito e l’individuo, ancora solo, ormai senza speranza, si fa ostile, chiuso in difesa o furente all’attacco. (Quarto) Cosa a questo punto possa accadere, lo suggeriscono alcune pagine di Jean-Jacques Rousseau, il pensatore più scopertamente «patico» dell’antropologia moderna. Egli, non per primo ma con una nuova valenza sociale, distingue tra l’«amore di sé», «sentimento buono e assoluto», amore della vita in quanto vita, e il suo rovescio, l’«amor proprio», «sentimento di raffronto», dominante nell’animo di chi «si paragona» con gli altri con l’ambizione di primeggiare, con la «pretesa di riuscire il preferito», sempre vincente. Di fronte a una tale arroganza, i pochi o molti che non ne sono affetti tendono a «ritrarsi nella solitudine». Alla fine, questi «solitari per forza, rosi dal dispetto e dall’onta dell’esclusione in cui son tenuti, possono diventare inumani, feroci, e prendere in odio insieme con la propria catena anche quelli che non ne sono carichi»
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