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#La vita in diretta
giftvitaliana · 9 months
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downtobaker · 1 year
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La disgustosa narrazione da fotoromanzo della cronaca nera in Italia
di Claudia Grande Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, l’ennesima vittima di femminicidio in Italia Oggi La Stampa titola: “Uomini che uccidono le donne: al Paese serve un’opera di educazione profonda”. Ieri titolava: “Al Paese serve un’opera di educazione profonda: dobbiamo insegnare alle donne a salvarsi”. Correzione raffazzonata che non ha inciso sul contenuto dell’articolo: la…
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asikomecom · 2 years
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Addio Sinisa Mihajlovic, il "guerriero" del calcio - La vita in diretta - 16/12/2022
Addio Sinisa Mihajlovic, il “guerriero” del calcio – La vita in diretta – 16/12/2022
Rai https://www.raiplay.it/programmi/lavitaindiretta – Lutto nel mondo del calcio: ci lascia Sinisa Mihajlovic, ex calciatore e allenatore del Bologna, a 53 anni; non ha vinto la sua battaglia contro la leucemia. Leggi di più
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falcemartello · 4 months
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LE OLIGARCHIE DI POTERE DELLA UE HANNO SDOGANATO ANCHE L’OMICIDIO POLITICO.
Il primo ministro della Slovacchia, stato membro della comunità europea, è vittima di un tentato omicidio e si trova in fin di vita in ospedale.
Se, come sembra al momento probabile, si salverà, potrà dirsi fortunato.
Le istituzioni e i grandi giornali dell'Occidente condannano naturalmente l'attentato (non potrebbero fare altrimenti), ma fanno subito dei distinguo.
Fico è un comunista, è un amico di Orban, è un mezzo fascista, è un negazionista no VAX , è un putiniano.
La Repubblica, per non venir meno al suo ruolo di megafono dell'atlantismo e del sionismo più forsennati, ci spiega che è anche un camorrista. Insomma, quasi quasi quelle palle in pancia se le è meritate.
Quanto al fatto che sia stato regolarmente eletto dal suo popolo, la cosa è irrilevante.
Come è noto, sono democratiche solo le elezioni che vincono gli amici.
Le altre, no.
Anche riguardo all'attentatore il comportamento della stampa è a dir poco strano.
Se Fico è un poco di buono, chi gli ha sparato è un idealista, un poeta (avrebbe pubblicato un libro di poesie), uno scrittore.
Il fatto che fosse anche militante di un partito ultraliberista, sostenesse con foga la causa ucraina, manifestasse sotto le insegna della NATO e dell'UE non è motivo di imbarazzo.
In fondo ha agito mosso da buone intenzioni.
Fico è un leader europeo e quindi il sistema mediatico non può abbandonarsi all'esplicita esultanza come quando Geddafi venne torturato e il suo cadavere, insieme a quello del figlio, fu lugubremente esposto in moschea; o come quando Saddam Hussein venne impiccato in diretta televisiva dopo che i suoi figli e nipoti adolescenti erano stati bruciati vivi (il New York Times esibí in prima pagina, a mo' di trofeo, quelle immagini raccapriccianti).
Con i leader del mondo sviluppato bisogna mantenere un po' di decoro.
La sostanza però è la stessa e ci dice che le oligarchie al potere in Occidente hanno completamente sdoganato l'omicidio politico.
Esse agiscono come una banda di terroristi.
Silvio Dalla Torre
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ombranelvento · 2 months
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Sono in un momento della mia vita in cui la serenità è diventata una delle mie priorità migliori, quindi se vuoi esserci ok, altrimenti posso farne a meno. Sono una persona molto sincera e diretta non mi piace perdere tempo. Mi piacciono le persone che non perdono d'intensità se devo rincorrerti, no, non fa per me, e quando le azioni sono l'esatto contrario delle parole arrivo al punto, e se arrivo al punto, non mi interessa più.
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yellowinter · 1 month
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Voglio conoscere qualcuno che sia profondo e ricco dentro, che abbia provato il dolore vero e poi scelto di non contrastarlo, di non evitarlo, di non immunizzarlo con l'uso di sostanze o altri metodi esterni... che abbia capito che la sofferenza va provata davvero, fino in fondo, senza scappare. Restandoci dentro, totalmente svegli e spogli di ogni preconcetto, accettandola perché è così che si arriva alla verità. A capire le cose, le persone, il mondo. Perché è la sofferenza il grande denominatore comune della vita di ogni essere vivente, nessuno escluso. In forme e modi diversi sicuramente... ma la vita è stare male. Ci insegnano che non va bene, la società quasi ti obbliga a fuggire da lui, a correre in superficie, a consumare, ad avere una vita comoda e un ego smisurato, a essere sempre distratti, a ricercare in continuazione l'agio e la felicità, ad accumulare sempre di più. Per cosa? Le persone sono infelici perché sono ignoranti. Cioè non vogliono guardare in faccia la verità. E la verità è sofferenza. Ci vuole coraggio a farlo, a scavare e perseverare, a rallentare, ma è solo facendone un'esperienza diretta, sulla pelle, che ti fa aprire gli occhi e vedere realmente. Voglio qualcuno che abbia scelto di coltivare il dolore e fare crescere dei fiori bellissimi da quel fango.
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auxoubliettes · 1 month
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non avere instagram mi manda al manicomio perché non avendo a disposizione il mitragliamento giornaliero di stories della gente che conosco bene o meno bene non sono aggiornata costantemente e in diretta sulle loro vite e se penso che una qualsiasi persona sconosciuta che li segue riesce ad avere un racconto non necessariamente più veritiero ma in un certo senso più completo delle loro vite io impazzisco perché 1) non ha alcun senso 2) vuol dire che evidentemente dare in pasto agli altre la propria vita sui social è un mezzo per rimanere in contatto più usato della conversazione e i rapporti si mantengono più volentieri e facilmente così che parlandoci l'un l'altro. or something.
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occhietti · 6 months
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Ci chiamano "Gli Anziani" o "Boomer".
Siamo nati negli anni 40-50-60.
Siamo cresciuti negli anni 50-60-70.
Abbiamo studiato negli anni 60-70-80.
Uscivamo insieme negli anni 70-80-90.
Ci siamo sposati e abbiamo scoperto il mondo negli anni 70-80-90.
Ci avventuriamo negli anni 80-90.
Ci stabilizziamo negli anni 2000.
Siamo diventati più saggi negli anni 2010.
E stiamo andando fermamente oltre il 2020.
A quanto pare abbiamo vissuto otto decenni diversi... DUE secoli diversi... DUE millenni diversi...
Siamo passati dal telefono con un operatore per chiamate interurbane alle videochiamate in qualsiasi parte del mondo.
Siamo passati dalle slide a YouTube, dai dischi in vinile alla musica online, dalle lettere scritte a mano alla mail e Whats App. Dalle partite in diretta radio, alla TV in bianco e nero, alla TV a colori e poi alla TV 3D HD. Siamo andati al Video store e ora guardiamo Netflix.
Abbiamo conosciuto i primi computer, schede perforate, floppy disk e ora abbiamo gigabyte e megabyte sui nostri smartphone.
Abbiamo indossato pantaloncini per tutta la nostra infanzia e poi pantaloni lunghi, Oxford, razzi, completi conchiglie e blue jeans.
Abbiamo schivato paralisi infantile, meningite, poliomielite, tubercolosi, influenza suina e ora COVID-19.
Andavamo su pattini, tricicli, biciclette, ciclomotori, auto a benzina o diesel e ora guidiamo ibridi o elettriche.
Sì, ne abbiamo passate tante
ma che bella vita che abbiamo avuto!
Potrebbero descriverci come "esemplari", persone nate in quel mondo degli anni cinquanta, che hanno avuto un'infanzia analogica e un'età adulta digitale.
Abbiamo tipo "Visto tutto"! La nostra generazione ha letteralmente vissuto e assistito più di ogni altra in ogni dimensione della vita. È la nostra generazione che si è letteralmente adattata al "cambiamento".
Un grande applauso a tutti i componenti di una generazione davvero speciale, che sarà UNICA!
- Autore sconosciuto
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kon-igi · 2 months
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Mi ci rivedo molto in quello che hai raccontato sulla depressione e sull'effetto della sertralina... anche io avevo tanta paura di non essere più me stessa e invece forse si potrebbe quasi dire che mi ha permesso di essere più me stessa di quanto non lo sia mai stata... ora però ho un'altra paura: cosa succederà quando smetterò di prenderla? In questi anni di psicoterapia ho veramente imparato qualcosa o sto meglio solo ed esclusivamente grazie al farmaco? Tornerò ad essere schiacciata dal mondo come prima? Questa ora è la mia paura...
Questo è il più antico degli ask del periodo strano (era il 7 Maggio) e pur avendolo letto, ho dovuto aspettare tutto questo tempo per rispondere.
Perché?
Perché ancora una volta mi sono preso del tempo per capire cosa voglia dire 'essere se stessi' e chiedermi se, in fondo, anche il dolore di essere alla fine non faccia parte di questo.
Cerco di farti capire: a figlia piccola (22 anni) qualche mese fa è stato diagnosticato un disturbo borderline di personalità di lieve gravità, per un certo periodo ha assunto quetiapina con notevole beneficio e qualche settimana fa ha chiesto alla psichiatra se poteva sospenderla. L'interruzione non ha creato problemi e lei adesso lavora e vive i suoi rapporti affettivi interpersonali in modo equilibrato e sereno.
Ci sarebbe riuscita senza quetiapina?
Non credo.
Il merito è solo della quetiapina?
NO. Il farmaco le ha permesso di ritrovare quell'equilibrio necessario a riordinare la propria visione del mondo e del suo posto in esso ma se non ci fosse stata a monte volontà di equilibrio, il farmaco da solo sarebbe stato inutile.
A me sta aiutando la sertralina?
Può darsi che non ne avessi più bisogno perché, come mia figlia, penso di aver trovato un mio equilibrio
MA
è ancora un periodo molto strano e delicato... e ora vi dico perché.
Il 28 Giugno - una settimana dopo il mio compleanno - la mia compagna esegue una TAC del campo polmonare perché fumatrice di lunga data... i polmoni sono abbastanza decenti ma ai limiti del campo radiografico
In sede paravertebrale destra, sviluppata a ridosso dei somi di D11, D12 ed L1 si osserva tessuto solido amorfo, con diametri assiali di circa 72 x 17 mm ed estensione cranio-caudale di circa 62 mm, senza segni di diretta infiltrazione delle strutture adiacenti in particolare degli emisomi vertebrali e degli archi posteriori delle coste, meritevole di approfondimento diagnostico con PET/TC e valutazione in ambito specialistico (malattia linfoproliferativa?).
Tradotto in parole povere, tra i reni e le vertebre c'è una massa delle dimensioni di un plumcake che anche se non presenta metastasi potrebbe essere un linfoma.
Aprite una parentesi, metteteci dentro la più profonda delle disperazioni cosmiche, e poi chiudetela il 12 Luglio (due settimane dopo) quando la Tomografia a Emissione di Positroni ci dice che il mezzo di contrasto radioattivo non ha rilevato attività neoplastica nella massa amorfa.
Non è un tumore, insomma, e anche se io avevo cercato di far capire a lei e alle mie figlie che il corpo umano non è come le tavole di anatomia e che siamo pieni di cisti, fibromi, displasie, cavità ed escrescenze, quei 15 giorni sono stati pesantucci...
E ringrazio, quindi, di non aver sospeso la sertralina.
La prenderò tutta la vita?
NO
Sto ritrovando il mio equilibrio ma ora ho bisogno di tutte le mie forze per stare accanto alla mia compagna che ha smesso di fumare, di bere ed è pure a dieta, perché c'è chi gli basta la scienza e chi ha bisogno della paura di morire per riuscire a fare di meglio per stare meglio.
Di solito a me basta la scienza ma adesso ho anche un po' di paura che lei mi uccida con un gambo di sedano spalmato di maionese vegana.
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angelap3 · 3 months
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Capolavoro della letteratura Mondiale...
"Vuoi dire che se non difendi quell'uomo, Jem e io potremmo non darti più retta?"
"Più o meno."
"Perché?"
"Perché non potrei più pretenderlo da voi. Vedi Scout, a un avvocato succede almeno una volta nella sua carriera, proprio per la natura del suo lavoro, che un caso abbia ripercussione diretta sulla sua vita. Evidentemente è venuta la mia volta. Può darsi che a scuola tu senta parlare male di questa faccenda, ma se vuoi aiutarmi devi fare una cosa sola: tenere la testa alta e le mani a posto. Non badare a quello che ti dicono, non diventare il loro bersaglio. Cerca di batterti col cervello e non con i pugni, una volta tanto... È una buona testa, la tua, anche se è dura a imparare!"
"Atticus, vinceremo la causa?"
"No, tesoro."
"Ma allora, perché..."
"Non è una buona ragione non cercare di vincere sol perché si è battuti in partenza," disse Atticus.
Il buio oltre la siepe
Harper Lee.
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Ci chiamano "Gli Anziani"
Siamo nati negli anni 60 e 70.
Siamo cresciuti negli anni 70 e 80.
Abbiamo studiato negli anni 70-80.
Uscivamo insieme negli anni 70-80-90.
Ci siamo sposati e abbiamo scoperto il mondo negli anni 70-80-90.
Ci siamo avventurati negli anni 80-90.
Ci siamo stabilizzati negli anni 2000.
Siamo diventati più saggi nel 2010.
E andiamo saldamente oltre il 2020.
Sembra che viviamo diversi decenni...
DUE secoli diversi...
DUE millenni separati...
Siamo passati dal telefono con un operatore di chiamate a lunga distanza a videochiamate in qualsiasi parte del mondo.
Siamo passati dalle diapositive a YouTube, dischi in vinile alla musica online, lettere scritte a mano a e-mail e WhatsApp.
Dalla radio giochi in diretta, alla TV in bianco e nero, alla TV a colori e poi alla TV 3D HD.
Sono andato al negozio di videocassette e ora guardo Netflix.
Abbiamo conosciuto i primi computer, schede perforate, dischetti e ora abbiamo gigabyte e megabyte sui nostri smartphone.
Indossiamo pantaloncini per tutta l'infanzia e poi pantaloni, Oxford, razzi, gusci completi e jeans blu.
Abbiamo evitato la paralisi infantile, la meningite, la polio, la tubercolosi, l'influenza suina e ora il COVID-19.
Andavamo su pattini, tricicli, biciclette, ciclomotori, auto a benzina o diesel e ora guidiamo ibridi o elettrici.
Sì, ne abbiamo passate tante, ma che vita abbiamo avuto!
Potrebbero descriverci come "esemplari", persone nate in questo mondo degli anni cinquanta, che hanno avuto un'infanzia analoga e adulta digitale.
Abbiamo tipo "Ho visto tutto"!
La nostra generazione ha letteralmente vissuto e assistito più di chiunque altro in tutte le dimensioni della vita.
È la nostra generazione che si è letteralmente adattata al "CAMBIAMENTO. "
Un grande applauso a tutti i membri di una generazione molto speciale, che sarà UNICA!
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falcemartello · 11 months
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COS' È LA DISTRAZIONE DI MASSA...
🔻Noam Chomsky, uno dei piu' importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.
Dedicate 5 minuti e non ve ne pentirete.
Non foss'altro per ampliare le proprie conoscenze.
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà.
O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi.
E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato.
Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.
Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo.
Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s'incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione.
E senza azione non c’è rivoluzione!
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca.
Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Noam_Chomsky
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lostaff · 9 months
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Oggi non abbiamo niente da annunciare.
🛠 Correzioni
La settimana scorsa, la pagina per gestire le opzioni di pagamento non ha funzionato per un breve lasso di tempo, ma ora funziona di nuovo.
Sul web, quando si usa la palette di colori classica a basso contrasto, ora la finestra dei messaggi diretti usa colori a basso contrasto.
🚧 In corso
Abbiamo passato l'ultimo periodo dell'anno facendo un sacco di pulizia del codice dietro le quinte, ma non necessariamente cambia qualcosa per te. Però ci renderà la vita molto più facile in futuro per apportare aggiornamenti più velocemente!
Stiamo ancora lavorando all'aggiornamento dei nostri documenti. Se vedi qualcosa di obsoleto o confuso, scrivici!
🌱 In arrivo
Nulla da dichiarare, oggi!
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#aggiornamenti tumblr
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È triste come la mattina in tv non facciano assolutamente nulla di interessante
Centinaia di canali vuoti
Poi scorri ancora e vedi "grande fratello in diretta", dove succede ancora meno che negli altri canali, 9 e mezza del mattino e tutti che dormono ancora, pagati per dormire, che vita di lusso
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viendiletto · 7 months
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Nino Benvenuti: «Senza ricordi non c’è futuro»
Campione olimpico nel 1960, campione mondiale dei Pesi superwelter tra il 1965 e il 1966 e dei pesi medi dal 1967 al 1970, Giovanni (Nino) Benvenuti è stato uno dei migliori pugili italiani di tutti i tempi e il suo nome troneggia tra i grandi del pugilato internazionale. È entrato nell’immaginario collettivo in una notte di aprile nel 1967 quando 18 milioni di italiani seguirono la diretta del suo incontro con Emile Griffith al Madison Square Garden di New York. Di quel match che gli portò il titolo di campione mondiale dei pesi medi, ma anche dell’infanzia a Isola, dei primi passi nella boxe, del significato dell’essere pugili, del rapporto con gli avversari sul ring e di tanto altro Nino Benvenuti – insignito nel 2018 dalla Can comunale del premio Isola d’Istria –, parla in un’intervista esclusiva di Massimo Cutò pubblicata di recente sulla Voce di New York, che riproponiamo.
[...]
Chi è un pugile?
“Uno che cerca sé stesso sul ring. Uno che vuole superare i propri limiti come faceva Maiorca in fondo al mare o Messner in cima alla montagna. La sfida è quella: fai a pugni con un altro da te e guardi in fondo alla tua anima”.
Lei cosa ci ha visto?
“La mia terra d’origine, una verità che molti continuano a negare. La storia di un bambino nato nel 1938 a Isola d’Istria e costretto all’esilio con la famiglia. Addio alla casa, la vigna, l’adolescenza: tutto spazzato via con violenza, fra la rabbia muta e la disperazione di un popolo. Gente deportata, gettata viva nelle foibe, fucilata, lasciata marcire nei campi di concentramento jugoslavi”.
Una memoria sempre viva?
“Ho cercato di non smarrirla, per quanto doloroso fosse. Riaffiora in certe sere. Ti ritrovi solo e sale una paura irrazionale”.
Riesce a spiegare questo sentimento?
“Il passato non passa, resta lì nella testa e nel cuore. A volte mi sembra che stiano arrivando: Nino scappa, sono quelli dell’Ozna, la polizia politica di Tito viene a prenderti. Un incubo che mi tengo stretto perché senza ricordi non c’è futuro”.
Che cosa accadde in quei giorni?
“Isola d’Istria odora di acqua salata. È il sole sulla pelle. La nostra era una famiglia benestante, avevamo terra e barche, il vino e il pesce. Vivevamo in una palazzina di fronte al mare: papà Fernando, mamma Dora, i nonni, io, i tre fratelli e mia sorella. Siamo stati costretti a scappare da quel paradiso”.
Come andò?
“Mio fratello Eliano fu rapito e imprigionato dai poliziotti titini, colpevole di essere italiano. È tornato sette mesi dopo, un’ombra smagrita, restò in silenzio per giorni. Mia madre si ammalò per l’angoscia. È morta nel ‘56 di crepacuore: aveva 46 anni. Attorno si respirava il terrore delle persecuzioni. Un giorno vidi dalla finestra della cameretta un uomo in divisa sparare alla nostra cagnetta, così, per puro divertimento”.
Finché fuggiste?
“Riparammo a Trieste dove c’era la pescheria dei nonni. Fu uno strappo lacerante, fisico. Così la mia è diventata in un attimo l’Isola che non c’è. Non potevamo più vivere lì dove eravamo nati”.
[...]
Quant’è difficile invecchiare?
“Dentro mi sento trent’anni, non ho paura della morte. Sono allenato. Sul ring risolvevo i problemi con il mio sinistro, la vita è stata più complicata però ho poco da rimproverarmi. E ho ancora un desiderio”.
Quale?
“Vorrei che un giorno, quando sarà, le mie ceneri fossero sparse da soscojo. È lo scoglio di Isola d’Istria dove ho imparato a nuotare da bambino”.
Intervista di Massimo Cutò a Nino Benvenuti per La Voce di New York, 23 luglio 2022
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raffaeleitlodeo · 5 days
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Open Arms, l'accusa dei Pm: «Salvini agì in spregio a tutte le regole. Era un'autopromozione»
Sei anni per aver trattenuto illegalmente 147 persone a bordo di una nave, «piegando strumentalmente le norme alla strategia dei porti chiusi», non sono una richiesta politica contro l’atto politico di un ministro.
Sono piuttosto la valutazione giuridica di un comportamento considerato illegittimo in base alle leggi nazionali e alle Convenzioni internazionali. Un reato, secondo la valutazione dei pubblici ministeri, commesso non per attuare la linea politica di un governo, bensì l’autopromozione della propria personale posizione. Anche in chiave elettorale.
È il punto chiave, per quanto scivoloso, del processo e dell’atto d’accusa finale: alla sbarra non è la politica ma il comportamento di un politico, ribadiscono i pm, sapendo che la difesa ha battuto e batterà proprio su questo punto.
Non a caso, la requisitoria parte proprio da qui. «Di fronte al fallimento delle misure varate dal governo — spiega il procuratore aggiunto Marzia Sabella, riferendosi alle direttive e ai decreti sicurezza approvati dall’esecutivo Conte sostenuto da Lega e Cinque stelle —, l’imputato Salvini s’è avventurato in atti amministrativi illegittimi e penalmente rilevanti, consapevole di agire in spregio a tutte le regole, distinguendo così la sua responsabilità da quella del governo del suo insieme».
A partire dal 14 agosto 2019, quando il Tar del Lazio annullò il divieto d’ingresso di Open Arms in acque nazionali, gli altri ministri competenti Elisabetta Trenta (Difesa) e Danilo Toninelli (Trasporti) si rifiutarono di firmare un nuovo provvedimento che confermasse il primo; e lo stesso premier Conte scrisse a Salvini per chiedergli di far scendere almeno i minorenni (la loro presenza a bordo è un’aggravante del reato) e poi che l’obiettivo della redistribuzione era in via di raggiungimento. Provocando un «vero e proprio caos istituzionale», costringendo altri organismi «ad approntare soluzioni di fortuna non potendo permettere di lasciare quei naufraghi senza terra».
Ma il leader leghista ha proseguito con il suo diniego, proclamando in diretta facebook: «Solo contro tutti». Una frase che ora finisce nella requisitoria a riprova che la linea politica del governo non c’entrava più; anche perché «non c’era più il governo», ormai in crisi dopo la decisione della Lega di sfilarsi dalla maggioranza, come hanno testimoniato gli ex colleghi davanti al tribunale.
Prima di qualsivoglia volontà politica, collettiva o individuale, nell’impostazione dell’accusa ci sono comunque le leggi. Secondo le quali i diritti fondamentali delle persone — alla vita, alla salute, alla libertà personale — prevalgono su ogni altro. Compresa la difesa dei confini da parte dei singoli Stati. L’obbligo dei salvataggi in mare, che giuridicamente si conclude solo con la concessione del Pos (permesso di sbarco in un porto sicuro), «è un principio ancestrale che risale all’Odissea», ricorda l’altro pm Calogero Ferrara. Estendendo il concetto: «Anche il terrorista e il trafficante di uomini non possono essere lasciati in mare; uno Stato democratico è diverso dai criminali, prima li salva e poi li processa».
È un altro punto qualificante affrontato dall’accusa per contrastare la difesa di Salvini. Il divieto di approdo e di sbarco era giustificato dall’ipotetica presenza a bordo di terroristi o soggetti comunque pericolosi per l’ordine pubblico. Ma quella presenza, sottolinea Giorgia Righi, terzo magistrato del pool della Procura palermitana, era presunta e indimostrata: «L’ha ammesso lo stesso imputato, qui in aula, quando ha sostenuto che per lui era un automatismo; tutti i passaggi di navi con soggetti imbarcati senza il coordinamento dell’Italia erano considerati potenzialmente offensivi, anche in assenza di segnalazioni o ragioni specifiche».
Un motivo in più, secondo la ricostruzione dei pm, per considerare illegittimo il comportamento del ministro, consapevole di aver innescato «un iter criminoso» interrotto solo dall’intervento della supplenza della magistratura», quando il procuratore di Agrigento ordinò il sequestro della nave e lo sbarco di tutti i migranti.
Niente — almeno negli ultimi sei giorni di un’odissea che era cominciata il 1° agosto e quindi durava da venti, mentre le condizioni di salute e di sicurezza a bordo della nave si stavano facendo drammaticamente pericolose tanto che i migranti cominciavano a buttarsi in mare pur di toccare terra — giustificava il persistente rifiuto del ministro dell’Interno di concedere il Pos. Non il rifiuto da parte del comandante di andare in Spagna né quello di far scendere a Malta solo una parte dei migranti, perché non si poteva continuare a navigare per giorni né si potevano rischiare disordini a bordo.
Bisognava solo rispettare le regole, e l’imputato s’è guardato bene dal farlo, concludono i pm. Chiamati a «difendere i confini del diritto», a fronte di un imputato che invoca solo la difesa dei confini nazionali. Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 14/09/2024
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