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#agostino pisani
milksockets · 19 days
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david krepfle, paolo fratini + agostino pisani in cinderella's revenge - samuele mazza (1993)
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garadinervi · 1 year
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Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70, Texts by Achille Bonito Oliva, Giulio Carlo Argan, Alberto Boatto, Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, and Cesare Vivaldi, Centro Di Edizioni, Firenze, 1970 [Exhibition: Palazzo delle Esposizioni, Roma, November, 1970 – January, 1971] [L'Arengario Studio Bibliografico, Gussago (BS)]. Feat. Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Getulio Alviani, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Piero Manzoni, Gino Marotta, Manfredo Massironi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Maurizio Mochetti, Giulio Paolini, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Domenico Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio
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lamilanomagazine · 4 months
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Roma: proiettato al Cinema Barberini il terzo episodio della serie "I ragazzi delle scorte", dedicato ad Emanuela Loi
Roma: proiettato al Cinema Barberini il terzo episodio della serie "I ragazzi delle scorte", dedicato ad Emanuela Loi. Si è svolta lunedì 20 in anteprima, presso il Cinema Barberini di Roma, la proiezione del terzo episodio della serie "I ragazzi delle scorte", intitolato "Io devo Continuare", dedicato all'agente della Polizia di Stato Emanuela Loi, che il 19 luglio 1992 ha perso la vita nella strage di via D'Amelio insieme al giudice Paolo Borsellino e agli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. All'evento hanno partecipato il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il Ministro dello Sport e i Giovani Andrea Abodi e il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani. Il progetto, realizzato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza con la società  42° Parallelo con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione Anniversari Nazionali ed eventi Sportivi Nazionali e Internazionali,  racconta il sacrificio di quegli otto poliziotti e di tutte le donne e gli uomini che hanno perso la vita al fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mettendoli al centro della narrazione in un ritratto intimo e capace di restituire un'immagine inedita della loro quotidianità, fatta di dedizione verso lo Stato e amore per le loro famiglie. Nel 1992, anno delle brutali stragi di mafia, insieme a Giovanni Falcone persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della sua scorta, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro; nella strage di via D'Amelio furono cinque i poliziotti della scorta a morire al fianco di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. La docuserie, della quale sono già trasmessi gli episodi dedicati a Vito Schifani e Antonio Montinaro, ha l'obiettivo di portare alla luce modelli valoriali propri della Polizia di Stato, sensibilizzando il pubblico, in particolare i più giovani, sul tema della memoria e della cultura della legalità. È fondamentale raccontare alle successive generazioni l'impegno di coloro che hanno dedicato la vita alla giustizia, difendendo i sani valori e principi. Ad accompagnare il telespettatore in un viaggio nei sogni, nel senso del dovere della ragazza sarda di 24 anni, è stata Claudia Loi, la sorella, che ha raccontato il loro rapporto di condivisione totale della vita. Viene poi raccontata la frequentazione del corso presso la Scuola Allievi Agenti di Trieste e l'incontro con Emanuele Filiberto, anche lui allievo agente, al quale la univa un rapporto di grande amicizia. Il docu-film continua con le emozioni di Emanuela, le preoccupazioni della sua famiglia per una "missione" che la porterà lontano dalla sua terra d'origine, passando per il suo primo servizio a tutela del giudice Borsellino, fino al giorno della strage. La vita di Emanuela Loi, scorre lenta sullo schermo,  accompagnata dalle immagini di sua nipote,  l'Agente  Emanuela Loi,  nata quattro mesi dopo la strage, anche lei poliziotta,  che durante tutto il racconto  ripercorrerà a bordo dell'autovettura appartenuta a sua zia , il  viaggio da Cagliari a Palermo,  per conoscere e rivivere   le tappe più importanti dell'esistenza di sua zia e farne  memoria,  condividendo e trasmettendo i principi di legalità tra gli studenti degli istituiti scolastici. "I Ragazzi delle Scorte. Io devo continuare", scritto da Diana Ligorio, Alessia Arcolaci con Luigi Montebello, andrà in onda giovedì 23 maggio su RAI 3 in seconda serata.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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baadbaadnotgood · 5 years
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Azimuth è stata una rivista di arte fondata nel 1959 da Piero Manzoni e Enrico Castellani, uscita in soli due numeri (il n. 1 nel 1959 ed il n. 2 nel gennaio 1960). La rivista, la cui copertina e la linea grafica sono di Cecco Re, aveva un forte connotato teorico sull'arte e pubblicò testi di intellettuali e critici come Gillo Dorfles, Guido Ballo, Vincenzo Agnetti e Bruno Alfieri; opere di artisti come Lucio Fontana, Agostino Bonalumi, Yves Klein, Jean Tinguely, Jasper Johns, Robert Rauschenberg e poesie di Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Elio Pagliarani, Leo Paolazzi ed altri.
Sempre nello stesso anno esce il numero 2 della rivista con pubblicato i testi "Continuità e nuovo" di Enrico Castellani, "Libera dimensione" di Piero Manzoni, "Una nuova concezione di pittura" di Udo Kultermann e "L'oscurità e la luce" di Otto Piene, proposti in lingua italiana, inglese e francese.
Nel dicembre del 1959, Manzoni e Castellani, in riferimento alla rivista ma differenziando il nome per la mancanza dell'H finale, aprirono a Milano la galleria “Azimut”, dove furono allestite le seguenti esposizioni:
"Le linee di Piero Manzoni", 4-21 dicembre 1959.
Mostra collettiva con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi, Dadamaino, Piero Manzoni, Enzo Mari, Manfredo Massironi, Alberto Zilocchi, 22 dicembre 1959-3 gennaio 1960.
"La nuova concezione artistica", 4 gennaio-primo febbraio 1960.
"Enrico Castellani", 5-22 febbraio 1960.
"Massironi, Moldow, Oehm, Uecker", 23 febbraio-10 marzo 1960.
"Heinz Mack", 11-28 marzo 1960.
"Almir Mavignier", 5-15 aprile 1960.
"Motus", 15 aprile-2 maggio 1960.
"Corpi d'aria di Piero Manzoni", 3-9 maggio 1960.
"Alberti, Sordini, Verga", 11-24 maggio 1960.
Mostra collettiva con Alberto Biasi, Kilian Breier, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Giacomo Ganci, Edoardo Landi, Heinz Mack, Edoarda Emilia Maino (Dadamaino), Piero Manzoni, Manfredo Massironi, Almir Mavignier, Ira Moldow, Agostino Pisani, Marco Santini, dal 25 maggio 1960.
Mostra collettiva con Alberto Biasi, Kilian Breier, Enrico Castellani, Edoardo Landi, Heinz Mack, Edoarda Emilia Maino (Dadamaino), Piero Manzoni, Manfredo Massironi, Almir Mavignier, Motus, Agostino Pisani, Marco Santini, 24 giugno-18 luglio 1960.
"Piero Manzoni. Nutrimenti d'arte", 21 luglio 1960.
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Nuovo post su https://is.gd/gK4U1n
Gli Arcadi di Terra d'Otranto (2/x) : Francesco Maria dell'Antoglietta di Taranto
di Armando Polito
Francesco Maria Dell’Antoglietta di Taranto (1674-1718) fu barone di Fragagnano. L’immagine di testa, tratta da Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, v. I, Milano, 1928, p. 402, mostra lo stemma di famiglia. Esso si presenta troncato nel 1° di azzurro ad un corvo di nero avente nel becco un anello di oro, accompagnato nell’angolo destro da un crescente d’argento avente fra le corna una stella di oro1; nel 2° di oro alla croce di rosso caricata nelle estremità da 4 stelle d’argento, e nel centro da una cometa del medesimo ed accompagnata nel lato destro superiore da un leone d’oro. Francesco Maria fu socio dell’Accademia degli Audaci di Taranto, degli Assecrati di Napoli e, infine, dell’Arcadia, in seno alla quale ebbe lo pseudonimo di Sorasto Trisio. Nella premessa ho anticipato che non per tutti i nomi arcadici appare agevole individuare l’etimo. È il caso dello pseudonimo del nostro autore: se per Sorasto mi pare plausibile mettere in campo la radice di Σώρα (leggi Sora), con riferimento non chiaro alla cittadina laziale, in unione ad un suffisso –άστης (leggi –àstes), che, però, in greco integra una radice verbale, per Trisio confido nell’aiuto di qualcuno che abbia dimestichezza con simili problemi.
Fu autore di diverse opere, alcune delle quali molto rare:
Estri di gioventu o’ vero Entusiasmi del genio, Cavallo, Napoli, 16972
Silla in Atene, Raillard, Napoli,. 17003
L’Arcadia coronata, s, n,, s, l., s. d.4
Vita di Antonio Bruni, Abri, Napoli, 17115
Poesie varie, Rosselli, Napoli, 17176
Orazione a’ sapientissimi, ed eruditissimi signori Accademici della Crusca, Chiriatti, Lecce, 17227
Vita di Antonio Caraccio (Lacone Cromizio) e Vita di Domenico De Angelis rispettivamente nel tomo I (pp. 331-336 e II (pp. 94-100) di Notizie istoriche degli Arcadi morti usciti per i tipi di Antonio De Rossi a Roma  nel 1720.
La sua produzione in versi comprende pure componimenti pubblicati in ordine sparso, tutti di carattere encomiastico, anche in opere di altri autori. Comincio proprio da quelli inseriti nella citata vita del Bruni (di seguito il frontespizio).
Alla fine del volume si legge: Se l’ozio, che mi si nega, e la mia giovanile età non permettono castigato un componimento, frà lo spazio di nove anni, supplirà alla debolezza della mia Penna l’eruditissimo Abate D.Domenico d’Angelis, nel Secondo Tomo delle Vite de’ Letterati Salentini8, mentre io divoto delle sue preclare virtù, venerando le ceneri illustri del celebrato Defonto, più col cuore, che con la mano, sospendo per orrevole ricordanza de’ Secoli avvenire questi lagrimevoli Aborti della mia Musa. 
Il lettore non si lasci ingannare da quel sospendo, qui sinonimo funebre di dedico. Seguono, infatti, i due componimenti che di seguito trascrivo (come per i successivi con le mie note in calce per renderne più agevole ed immediata la lettura) non prima di aver segnalato su Antonio Bruni http://www.fondazioneterradotranto.it/2016/08/30/antonio-bruni-1593-1635-manduria-suo-campione-vendite/.
Seguono, dettaglio per me un po’ narcisistico in linea con quanto osservato nella nota a all’ultima poesia commentata, anche se normale per il gusto del tempo (comunque preziosi perché ci tramanda nomi che altrimenti non avremmo conosciuto), alcuni componimenti in lode dell’Antoglietta, che, a loro volta precedono l’elenco, con cui il volume si chiude, delle opere a stampa e manoscritte del Bruni.
Apro una parentesi dicendo che il tarantino si sdebiterà sei anni dopo dedicando a Virginia Bazani de Gilles Cavazzoni ed a Rosa Agnese Brunichelli di Orvieto le Poesie varie, in cui inserì di ciascuna di loro un sonetto a lui dedicato. Li riporto entrambi nell’ordine.
Chiudo la parentesi su queste lodi al Dell’Antoglietta riproducendo le due ultime inserite nella Vita d’Antonio Bruni. Sono entrambe di Baldassarre Pisani, letterato napoletano di vent’anni più grande del tarantino.  La prima, un sonetto, è una prosopopea del Bruni sulla falsariga di quella dell’Antoglietta (VENERI armoniose), la seconda, un epigramma in distici elegiaci, accomuna nella fama il Bruni e l’Antoglietta.
Archiviata la Vita d’Antonio Bruni, continuo con la documentazione dei componimenti del Dell’Antoglietta sparsi qua e là.
Due sonetti dedicati ad Aurora Sanseverino sono in Alcuni componimenti poetici di Don Giuseppe Baldassare Caputo detto fra gli Arcadi Alamande per le faustissime nozze degli Eccellentissimi Signori Pasquale Gaetano d’Aragona Conte d’Alife e la Principessa Maria Maddalena di Croy de’ Duchi d’Aurè sorella della Serenissima Principessa Darmstatt dedicati alla Eccellentissima Signora la Signora D. Aurora Sanseverino de’ Principi di Bisignano, Duchessa di Laurenzano, ecc., Muzio, Piedimonte, 1711, pp. 19-20:
Un’ode epitalamica è in Vari componimenti per le faustissime Nozze degli Eccellentissimi Signori D. Niccolò Arrigo Loffredo Conte di Potenza, Marchese di Trevico. etc. e D. Ginevra Grillo de’ Marchesi di Chiarafonte, etc. raccolti dal Dott. Giuseppe Sorge Napoletano, Manfrè, Padova, 1712, s. p.:
Un sonetto è in Componimenti per le felicissime nozze degl’Illustrissimi ed Eccellentissimi Signori il Signor D. Andrea Imperiali Simiana Principe di Montefia, etc. et la Signora D. Anna Caracciolo de’ Principi della Torella, Felice Mosca,Napoli, 1717, p. 26:
Quattro sonetti sono in In Rime degli Arcadi, tomo VIII, Antonio de’ Rossi, Roma, 1720, pp. 320-322:
Un sonetto è in Francesco Maria Tresca, Rime, e prose in lode dell’invittissimo ed augustissimo Imperadore Carlo VI, Mazzei, Lecce, 1717, p. 262:
Un sonetto è in Francesco Maria Tresca, Rime, e prose in lode dell’invittissimo ed augustissimo Imperadore Carlo VI, Mazzei, Lecce, 1717, p. 262:
Il Tresca a p. 263 gli risponde con questo sonetto:
  Un sonetto è in Domenico De Angelis, Le vite de’ letterati salentini, parte II, Raillard, Napoli, 1713, p. 269:
Il componimento appena riportato appare come un attestato di riconoscenza nei confronti del De Angelis, che gli aveva dedicato nella prima parte uscita a Firenze (manca il nome dell’editore) nel 1710 la vita di Scipione Ammirato di Lecce (pp. 62-116)  e in questa seconda parte quella di Bonaventura Morone di Taranto  (pp. 103-134).
Un sonetto è in Agostino Gobbi, Rime d’alcuni illustri autori viventi aggiunte alla scelta d’Agostino Gobbi, parte IV, Baseggio, Venezia, 1727, p. 278:
  Non potevo non integrare la serie degli elogi espressi in versi nei riguardi dell’arcade tarantino  con un sonetto in vernacolo. Il contrasto con gli altri che abbiamo avuto occasione di leggere è evidente per lo stile tutt’altro che aulico e paludato e sorprendente per la persona da cui proviene, cioè Niccolò Capassi (1671–1744), poeta, teologo, letterato e giureconsulto. Qualcuno nel leggere il suo sonetto10 storcerà il naso ma bisogna riconoscere che il suo autore, una sorta di Sgarbi ante litteram …, ha scritto un pezzo di critica letteraria in cui stigmatizza il manierismo petrarchesco-marinista che contraddistingue la produzione arcadica:
  Più composto, invece, sullo stesso tema e con lo stesso destinatario, quest’altro sonetto, sempre del Capassi:
(CONTINUA)
Per la prima parte (premessa): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/08/gli-arcadi-di-terra-dotranto-premessa-1-x/
__________
­­­­­­­­­1 Secondo quanto si legge in Domenico Ludovico De Vincentiis, Storia di Taranto, Latronico, 1878, v. IV, p. 22, era questo lo stemma originario concesso nel 1477 a Donato Dell’Antoglietta ed a suo zio D. Antonio d’Ayello arcivescovo di Bari dal re d’Ungheria Mattia, presso il quale erano stati inviati come ambasciatori di re Ferrante.
2 Esemplari 2: Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino a Cassino e Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce.
3 Esemplari 1: Biblioteca provinciale S. Teresa dei Maschi-De Gemmis, Bari.
4 Esemplari 2: Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce e Biblioteca comunale Giosuè Carducci a Città di Castello.   
5 Esemplari 3: Biblioteca nazionale centrale a Firenze, Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce e Biblioteca della Società napoletana di storia patria a Napoli.
6 Esemplari 2: Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo a Brindisi e Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce.
7 Esemplari 2: Biblioteca nazionale centrale di Firenze e Biblioteca comunale Giosuè Carducci a Città di Castello.
8 Nello stesso anno (1711) in cui uscì quest’opera dell’Antoglietta Domenico De Angelis pubblicò a Firenze (manca il nome dell’editore) la prima parte de Le vite de’ letterati salentini. Alla fine compare un Catalogo de’ Letterati Salentini che si conterranno nella Seconda Parte in cui il Bruni è presente ed un Catalogo degli Autori, che si conterranno nella Prima Parte dell’Istoria de’ Scrittori Salentini in cui il Bruni è  L’annuncio del De Angelis ripreso dall’Antoglietta resterà un pio desiderio perché tra le vite della seconda parte uscita a Napoli per Raillar nel 1713 manca quella del Bruni e la stessa annunciata Istoria non vedrà mai la luce.
9 Dunque fece parte della stessa accademia bolognese cui apparteneva Virginia Bazani de Gilles, di Mantova. Siccome, però, nella dedica della sua poesia all’Antoglietta nel volume del 1711 manca tale dato fra gli altri consimili, si deve concludere che l’ingresso dell’Antoglietta nell’Accademia dei Gelati avvenne non prima del 1711 e non dopo il 1717.   
10 Riporto il testo da I sonetti in dialetto napoletano di Niccolò Capassi, Napoli, Gennaro Reale, 1810, p. 237.
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lamilanomagazine · 1 year
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“I Ragazzi delle scorte” in onda su RaiPlay e Rai3 per ricordare le stragi di mafia del 1992
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“I Ragazzi delle scorte” in onda su RaiPlay e Rai3 per ricordare le stragi di mafia del 1992. Una docuserie co-prodotta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura Missione Anniversari Nazionali ed Eventi Sportivi Nazionali e Internazionali e dal Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza per ricordare gli agenti di polizia Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano che hanno perso la vita nelle stragi di Capaci e via D’Amelio insieme ai giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo. Un invito alla memoria come riflessione, ma anche riscoperta e sollecitazione all’impegno civile. «A Palermo in quegli anni sembrava tutto normale, ma normale non era. Non era normale sentire tutte queste sirene, le macchine di scorta, e ancora prima i morti… sembrava una città abituata a tutto questo. Io mi sono ritrovata sposata con un poliziotto che a 24 anni decide di scortare l’uomo più a rischio d’Italia, Giovanni Falcone» inizia così I ragazzi delle scorte - la Quarto Savona 15 con il racconto di Tina Montinaro, moglie dell’agente di polizia Antonio Montinaro morto a Capaci il 23 maggio 1992 mentre a bordo della Quarto Savona 15, insieme ai colleghi Vito Schifani e Rocco Dicillo, scortava il suo magistrato. I ragazzi delle scorte - la Quarto Savona 15, il secondo episodio della docuserie co-prodotta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura Missione Anniversari Nazionali ed Eventi Sportivi Nazionali e Internazionali e dal Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza con 42°Parallelo, sarà online dal 23 maggio su RaiPlay e il 25 maggio verrà trasmesso su Rai 3 in prima serata insieme al primo episodio della serie I ragazzi delle scorte - 1992, Capaci e Via D’Amelio con protagonista Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani. L’anteprima de I ragazzi delle scorte - la Quarto Savona 15 si terrà domani, 23 maggio 2023 a Palermo, presso la caserma Lungaro (Via Catalano Agostino, 118), storica sede del reparto scorte della Questura di Palermo nell’ambito delle celebrazioni per l’anniversario della strage di Capaci. Presenti all’evento il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani all’indomani del suo insediamento. La storia che si racconta nel docufilm è quella di Antonio Montinaro, capo scorta di Falcone. A riportarci dentro quegli anni difficili e cruciali sono le parole della moglie di Antonio, Tina Montinaro e del collega e amico Dario Falvo, anche lui in servizio al reparto scorte. «In quegli anni a Palermo - racconta Tina - c’era tantissima polizia, tutte le forze dell’ordine stavano a Palermo perché molti ragazzi da tutta Italia, giovani poliziotti, quando hanno sentito che iniziava il maxi processo, si sono fatti aggregare a Palermo. La città quindi era piena di questi ragazzi giovanissimi che avevano deciso di dare il loro contributo alla lotta alla mafia. Antonio era uno di loro». Come Antonio anche Dario chiede il trasferimento e da Rimini arriva a Palermo. «Appena arrivato all’ufficio scorte di Palermo - racconta l’agente di polizia Dario - il mio primo servizio era ovviamente a un giudice impegnato nel maxiprocesso ter. E all’improvviso ti senti catapultato nella realtà che fino a prima avevi visto in televisione. Giubbotto antiproiettile, mitra in mano, in macchina, lampeggiante acceso, sirena, sfrecciare per Palermo. Avevo solo 23 anni». Nel docufilm quello che emerge è uno spaccato della storia del nostro Paese, la stagione del maxiprocesso e delle stragi, visto attraverso lo sguardo intimo di quelli che all’epoca erano solo ragazzi. Dopo quel tragico maggio del 1992 in cui Antonio perde la vita sia Dario che Tina reagiscono alla strage decidendo di restare: Dario sceglie di restare in polizia e continuare il lavoro che gli aveva insegnato Antonio, Tina sceglie di non abbandonare Palermo, perché quella era la città in cui lei e Antonio avevano costruito la loro famiglia. L’obiettivo di Tina diventa non solo crescere i propri figli, ma anche ricordare Antonio, rimettere in strada la Quarto Savona 15 e ricominciare a farle macinare chilometri. «Nella Quarto Savona 15 - spiega Tina Montinaro nel film - ci sono i resti di tre ragazzi, i corpi di Antonio, Vito e Rocco: ci sono tre vite, tre famiglie, tre speranze. C’è tutto, in quella macchina. Anche se era ridotta a un cumulo di lamiere quella macchina doveva essere portata in giro in tutta Italia, perché quell’auto doveva diventare un simbolo e perché dovevamo dimostrare a tutti che quei tre ragazzi in fondo non li avevano fermati». Il 23 maggio 1992 il contachilometri della QS15 si è fermato a 100.287, oggi però, grazie alla tenacia di Tina Montinaro e all’impegno della Polizia di Stato continua a percorrere le strade di tutta Italia. Il docufilm è stato scritto da Giorgia Furlan e Alessia Arcolaci con la regia di Gabriele Ciances, ed è una produzione originale di 42° PARALLELO   LA TRAMA DEL PRIMO EPISODIO (disponibile su Rai Play)  I ragazzi delle scorte - 1992, Capaci e via D’Amelio  A più di trent’anni dalle stragi di mafia di Capaci e via D’Amelio, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani, e Salvatore Lopresti, in forza al Reparto Scorte della Questura di Palermo, ripercorrono i tragici eventi che hanno segnato e cambiato per sempre le loro vite. Rosaria, a soli 22 anni, resta sola a crescere un figlio di quattro mesi e vede infrangersi i sogni e progetti fatti con Vito. Salvatore vede morire uno dopo l’altro nei due attentati i suoi colleghi e amici. Oltre a Vito: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano. Ancora oggi in Rosaria e Salvatore non si placa però il desiderio che si faccia piena luce su quel che è successo. Nella speranza che l’affermazione della verità riesca a mettere fine a quella puzza di tritolo e carne bruciata che ancora sentono quando pensano a quelle due bombe che hanno travolto le loro vite.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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garadinervi · 4 years
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[Giovanni] Anceschi, [Davide] Boriani, [Enrico] Castellani, [Gianni] Colombo, [Gabriele] Devecchi, [Dada] Maino, [Piero] Manzoni, [Enzo] Mari, [Manfredo] Massironi, [Agostino] Pisani, [Alberto] Zilocchi, Galleria Azimut, Milano, December 22, 1959 – January 3, 1960 [Archivio Dadamaino, Milano]
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garadinervi · 4 years
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[Giovanni] Anceschi, [Davide] Boriani, [Enrico] Castellani, [Gianni] Colombo, [Gabriele] Devecchi, [Dada] Maino, [Piero] Manzoni, [Enzo] Mari, [Manfredo] Massironi, [Agostino] Pisani, [Alberto] Zilocchi, Galleria Azimut, Milano, December 22, 1959 – January 3, 1960 [0-INSTITUTE]
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garadinervi · 4 years
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[Alberto] Biasi, [Agostino] Bonalumi, [Kilian] Breier, [Enrico] Castellani, [Giacomo] Ganci, [Edoardo] Landi, [Heinz] Mack, [Dada] Maino, [Piero] Manzoni, [Manfredo] Massironi, [Almir] Mavignier, [Ira] Moldow, [Agostino] Pisani, [Marco] Santini, Galleria Azimut, Milano, May 25 – July 18, 1960 [0-INSTITUTE]
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garadinervi · 4 years
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[Alberto] Biasi, [Kilian] Breier, [Enrico] Castellani, [Edoardo] Landi, [Heinz] Mack, [Dada] Maino, [Piero] Manzoni, [Manfredo] Massironi, [Almir] Mavignier, Motus, [Agostino] Pisani, [Marco] Santini, Galleria Azimut, Milano, June 24 – July 18, 1960 [0-INSTITUTE]
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