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romaniasweetromania · 11 months
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
ARTE STORIA DELLO STILE
Roberto Longhi, piemontese di Alba, classe 1890, è stato uno dei più pregevoli critici d'arte italiani.
Per alcuni, il maggiore.
Non faccio classifiche.
Ricordo solamente il suo concetto del fare artistico:
«[...] l'arte non è imitazione della realtà, ma interpretazione individuale di essa [...] Mentre il poeta trasfigura per via di linguaggio l'essenza psicologica della realtà, il pittore ne trasfigura l'essenza visiva: il sentire per l'artista figurativo non è altro che il vedere e il suo stile, cioè l'arte sua, si costruisce tutto quanto sugli elementi lirici della sua visione.»
Così affermava nella sua "Breve ma veridica storia della pittura italiana", effetto di un compendio proposto da Longhi, tra il 1913 e il 1914, per i maturandi dei licei romani "Tasso" e "Visconti".
Era un giovane laureato.
Ma tenne quell'impostazione per tutta la vita: l'arte nasce dall'arte.
Ed è dunque storia dello stile, o meglio degli stili.
Difficile tenere quel modello concettuale entro solidi margini nella creatività caotica dell'arte contemporanea.
A maggior ragione per chi come me sostiene che l'atto lirico non sia individuale e originale libertà ma il riflesso di una cultura che fa traccia nel tempo facendo del corpo dell'artista il suo strumento espressivo.
Eppure, quando osservo i cosiddetti "illustratori", tra XIX e XX secolo (tra i quali è annoverato Toulouse-Lautrec) che per me sono artisti senza alcuna limitazione, mi sento additato dalle parole di Longhi come in un invalicabile atto d'accusa.
René Gruau, al secolo Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, riminese dalla nascita avvenuta nel 1909, è tra quelli che più di altri mi mettono in crisi.
Ma che, paradossalmente, concorre a salvare la mia tesi.
Infatti, mentre la sorprendente sintesi stilistica dell'artista italiano attraversa il '900 in un raffinato allungarsi e diffondersi di figure dalla strepitosa e diafana eleganza, corroborando la sentenza longhiana sulla traccia lirica come epicentro dell'arte, quelle apparizioni affascinanti altro non sono che l'espressione dell'estetica del secolo, punto di convergenza delle necessarie concatenazioni causali capaci di rendere riconoscibile il gusto per modelli rappresentativi inequivocabili: rammentano la stampa quotidiana e periodica, la pubblicità, il cinema, la moda di quegli anni ruggenti e tragici, disseminati di straripante follia ed estro creativo.
L'arte emerge dalla vita concreta delle società e dalla grafia delle loro visioni culturali.
Nondimeno, sono un tuffo nel passato recente, con una proiezione nel presente e nel futuro: la linea di Longhi mai spezzata nel suo farsi storico.
Dal fondo, emerge l'essere umano, illuso della libertà e immemore del destino di finitezza assegnata ai confini invalicabili di tempo e di spazio.
Che costui disegna nel colore di un'agognata dimenticanza.
- Le immagini sono un'antologia di espressioni figurative di René Gruau sparse lungo tutto il XX secolo.
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diceriadelluntore · 8 months
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Storia Di Musica #312 - The xx, The xx, 2009
Il mese dei dischi dallo stesso titolo dei propri autori si chiude con una scelta più recente, e spero creativa. La musica degli ultimi anni ha bisogno di sedimentarsi, per tutta una serie di ragioni (il modo in cui se ne fruisce, lo scenario generale in cui nasce, lo stesso ruolo della musica che è cambiato in pochi anni) al netto della qualità che rappresenta: sebbene la patente di “classico” nella musica si dà con una certa facilità e spesso anche secondi criteri più discutibili del solito, ci sono stati artisti negli ultimi anni che hanno dato contribuito eccellenti alla storia della musica popolare occidentale (che è quella che maggiormente rappresento qua, solo per questo l’ho specificato). E la sensazione a volte che non si era sbagliato la si ha dopo un po’ di tempo, nemmeno poi tanto, basta un riascolto dopo pochi anni per arricchire le sensazioni che si provavano al primo ascolto a caldo (o per cambiarle in maniera diametralmente negativa, può benissimo succedere così). Il disco di oggi ci porta a Londra nella prima metà degli anni 2000, ad un gruppo di ragazzi che frequenta la Elliot School di Putney: questa è una cosiddetta sixth form college, una scuola di potenziamento pre-universitario dove i ragazzi dai 16 ai 19 anni studiano a livello più avanzato alcune discipline. Qui si incontrano 4 studenti: Romy Madley Croft, cantante e chitarrista, Oliver Sim, bassista e cantante, Jamie Smith, tastiere e ritmica elettronica e la tastierista Baria Qureshi. Tutto inizia su Myspace, leggendario social network fondato nel 2003 da Tom Anderson, dove la musica dei quattro con i testi di Crof e Sim è condivisa con dei primi demo, embrioni delle canzoni che arriveranno di lì a poco. Scelgono un nome interessante (siamo nel 2005): The xx, perché avevano tutti appena compiuto venti anni (e XX è venti in numeri romani), perché in inglese si pronuncia come “excess” e poi perché le due “x” richiamano alla mente le tre che caratterizzano i prodotti pornografici. Nel giro di qualche anno, si fanno un nome nei piccoli club per la loro musica intrigante, un mix elegante e misterioso di elettronica, con guizzi romantici e di atmosfera, dovuti alle due bellissime voci di Croft e Sim, che si completano a meraviglia; nel frattempo Jamie Smith sceglie il nome d’arte di Jamie xx. Alcuni loro demo arrivano ad una piccola etichetta indipendente, la Young Turks Record, che li affida alle cure di un giovane produttore scozzese, Rodaidh McDonald, che proprio con gli XX inizierà una proficua carriera come produttore di musica di qualità.
Le registrazioni furono effettuate in un piccolo garage adibito a studio nella zona di Ladbroke Grove, a Londra, nel 2008, quasi sempre di sera e di notte, anche con idee un po’ strane: le linee di basso di Sim furono registrate dal bassista nel corridoio adiacente, per avere un suono più ovattato, e la caratteristica di musica “notturna” pervade tutto il disco. The xx esce a maggio del 2009 ed è un disco d’esordio che non passa inosservato. In piena “mania” di definizioni musicali, il loro è un album che ha molteplici influenze (tracce di post-punk, dream pop, dubstep, indie pop e R&B compaiono a impulsi qua e là) ma si concentrano in canzoni tanto semplici quanto uniche e misteriose, eleganti, ma che vibrano di emozioni e hanno degli arrangiamenti che spiazzano per la loro impeccabile luminosità. I battiti pulsano anziché schiantarsi; le chitarre sono pizzicate e pizzicate ad arte; e la voce raramente supera un sospiro malinconico, considerazione che quasi stride non solo con la musica che all’epoca li circondava (il nu metal, il nuovo r&b, il primo grande dilagare del rap) ma con la stessa irruenza che solitamente le giovani band propongono nei primi lavori. Anche i titoli delle loro canzoni sono il mix perfetto di conciso ed evocativo. Tra le gemme la strumentale Intro, che verrà saccheggiata in decine di programmi tv, serie, pubblicità, ma ha la sua consacrazione durante le Olimpiadi Invernali di Vancouver nel 2010 dove veniva usata come colonna sonora dei momenti precedenti le premiazioni degli atleti. Le chitarre innocenti di VCR suggeriscono la passione della band per l'indie pop radicalmente semplice degli Young Marble Giants; Crystalised, magnifica, è uno dei meravigliosi duetti tra Croft e Sim, che qui sono capaci di portare l’impressione che sia una conversazione tra innamorati, riaffermando cosa significa veramente "cuore a cuore". Il lato più sensuale dello stesso concetto c’è invece nella ritmica Islands (Underneath and unexplored\Islands and cities I have looked\Here I saw\Something I couldn't over look\I am yours now\So now I don't ever have to leave\I've been found out\So now I'll never explore). C’è Infinity che si appoggia più sulle radici post-punk (ed è stupenda, anche nell’interpretazione di Croft), e Heart Skips A Beat ha una ritmica intrigante e complessa. Croft e Sim cantano anche da soli bene nei loro turni solisti (Sim brilla in particolare nella spaziosa Fantasy), ma insieme sono davvero ispirati: Basic Space ne è la prova che c’è chimica tra Croft e Sim, in un brano che sa di anni passati e di meraviglie pop, ma che è comunque ricca di dettagli sottilmente affascinanti (il drum beat e la chitarra un po’ sudamericana).
Tutte le riviste del settore ne sono stregati: il New Musical Express lo inserisce subito nella lista dei 500 dischi migliori di tutti i tempi, Rolling Stone nei 100 migliori album di debutto di sempre, il disco otterrà numerose certificazioni di vendite e proietta i quattro nei festival più famosi del mondo, spesso in apertura a grandi artisti (tra le loro performance più belle, quelle in apertura ai concerti di Florence + The Machine). Ma non tutto va bene: Baria Qureshi, in contrasto con gli altri tre, abbandona il gruppo. Ma la magia non si interrompe: Coexist del 2012 riprende da dove The xx finisce, stavolta in un trio che continuerà ad ammaliare sussurrando le proprie canzoni, come se fosse proibito alzare la voce.
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gcorvetti · 11 months
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Periodo difficile per tutti, o quasi.
Per chi si rende conto della gravità della situazione è un periodo difficile, parlo per quelli che hanno una visione diversa come me, quelli che in qualche modo non si bevono le cazzate che ci propinano i media di regime e non solo in Italia. Guardo un video di un tizio che parla del problema che Musk (che non mi sta per niente simpatico) ha con l'UE, l'unione chiede di eliminare le fake news dalla piattaforma ma non dice quali, sapete che ho lavorato su twitter ed ero proprio nel reparto che eliminava i tweet segnalati, sapete che la piattaforma per ordini superiori (del governo degli stati uniti) deve seguire delle linee guida in modo da portare all'attenzione della massa notizie del tipo "I nazi ucraini non sono nazi", di fatto narrare la storia a modo loro facendo di fatto mala informazione, nel video il tizio dice che adesso se non sei allineato con la narrazione vieni additato e bannato se è il caso dalla piattaforma, cosa che è già in atto da diversi anni anche per altre situazioni. Vedo un post dove persone in viaggio per Roma per manifestare pacificamente contro l'attacco a Gaza vengono fermate dalla polizia e schedate, fascismo puro. Leggo che Zerocalcare, che stimo moltissimo per la bravura e la coerenza, non andrà al Lucca comics perché patrocinato dall'ambasciata Israeliana e quindi contro i suoi ideali di democrazia, perché diciamolo tranquillamente che quello che sta accadendo in quella parte di mondo ricorda ne più ne meno i nazisti, d'altronde Hitler era di origine ebraica. Vedo post e notizie che gli israeliani, tutta brava gente, denigra i palestinesi con video che solo i bimbiminkia potrebbero fare. Ho visto un video di un'inviata che un pò irritata è stata aggredita con sputi e parolacce da una donna israeliana perché se sei in quel posto (a fare il tuo lavoro di reporter) sei con hamas, lei ha spiegato che è italiana e che sta solo facendo il suo lavoro ma niente la donna continua ad insultarla e sputarle, l'esercito presente non ha mosso un dito. Ricordo un video, lo metto alla fine, di Giulietto Chiesa uno degli ultimi che ha fatto dove dice chiaramente che siamo già in guerra dal 2014, una guerra mediatica che parte dai social per indottrinare il popolo coglione, cosa che aveva già scritto Chomsky nel suo libro "Le 10 regole del potere". In tutto questo ieri ho finito la serie tratta dai racconti di EA Poe 'La caduta della casa degli Usher", forse uno dei racconti che non lessi ai tempi del mio periodo gotico, ma rimedierò. Nella puntata finale Madeline nel dialogo col fratello dove in qualche modo si salutano recita un monologo sul consumismo a dir poco stupendo, ho cercato il video ma forse è troppo fresco e non c'è, magari lo faccio io. Consiglio vivamente la serie a chi è appassionato di horror o thriller come me, molto ben fatta. Ma tornando al discorso, dire che siamo nella merda e pensare che è colpa nostra, anche se si dovrebbe dare la colpa ai governi europei in testa, di questa situazione, del fatto che abbiamo dato forza ad un branco di psicopatici paranoici e razzisti, si si gli yankee, che ci stanno portando per loro tornaconto e controllo mondiale ad una catastrofe che potrebbe determinare la fine del genere umano, per non farla così catastrofica si può dire ad un conflitto mondiale di durata infinita che in confronto le guerre di romani che duravano decenni sono una barzelletta.
Per chi si ribella, giustamente c'è una gogna mediatica perché i benpensanti sono troppi e tutti infilati nella caverna di Platone, artisti compresi che dovrebbero essere lo specchio di questo mondo oramai dedito a bere merda. E' una situazione orribile, altro che Poe, andiamo verso un obblio difficile da eludere spinti dalla nostra bramosia di tecnologia, di gadget, di viagra, di carriera a discapito del prossimo, di isolamento mentale, di forte ignoranza. Non so come si potrebbe fare, non ho la risposta ad un quesito così enorme, so solo che si dovrebbe stare uniti e andare contro tutto quello che è oramai una prassi, la menzogna, la falsità, l'inganno, perché è questo che si cela dietro a tutti i lustrini e gli specchietti per le allodole, l'unione fa la forza e se non ci uniamo, periremo.
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true-trauma · 1 year
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Il concerto di Bonez Mc e Raf Camora all’Olympiahalle di Innsbruck è stato una celebrazione in grande stile del loro sodalizio artistico iniziato nel 2016, quandi i due decisero di incidere l’album di coppia Palmen aus plastik. Dopo di esso, son seguiti Palmen aus plastik 2 nel 2018 e Palmen aus plastik 3 nel 2022. Ovviamente, tutti e tre han segnato dei goal potenti per il deutschrap. Numerose sono state le hit che sono state estratte da questi tre dischi. E hanno tutte convissuto in questo show, che segna una sorta di prosieguo del loro tour avvenuto tra fine 2022 e inizio 2023, seguito alla pubblicazione del loro terzo volume della saga.
Ad aprire il concerto ci ha pensato Maxwell, unico ospite d’eccezione, e membro, insieme a Bonez e ad altri, della 187 Strassenbande. Maxwell ha anche duettato qua e là durante lo il concerto. Non solo: ha anche dato spettacolo di sé fornendo un ottimo contributo alla realizzazione del progetto. Intrattenimento allo stato puro. Musica, ma anche altro.
Le hit.
Il concerto vero e proprio, dopo tre o quattro canzoni cantate da Maxwell (tra cui Safari, originariamente interpretata anche con lo stesso Camora), è iniziato con Letztes mal, che è stato anche il primo singolo estratto da Palmen aus plastik 3. Subito dopo Letztes mal, 500 ps, tratto dal secondo capitolo della saga. E ancora, e ancora, e ancora.
Si può dire che di hit non ne sono certamente mancate. Anzi, è stato uno spettacolo caratterizzato quasi solo ed esclusivamente da hit. Via, pertanto, pezzi sì importanti ed introspettivi come Ruhe nach dem sturm e Risiko, tra i migliori della trilogia, e spazio alle varie Kontrollieren, Sommer (sulla quale Maxwell ha fatto il suo ingresso surfando la folla a bordo di un canotto, cadendo peraltro tra il pubblico, tra le risate generali) e Beste leben.
Sold-out.
Non è la prima volta che Raf Camora e Bonez Mc si ritrovano a comunicare una data “ausverkauft”, o come diremmo noi “sold-out”, preferendo la forma anglosassone per eccellenza al posto del termine tedesco. Tutto esaurito, e a dispetto di quanto si possa pensare, non c’era un limite di età. Il pubblico nel parterre è stato certo un pubblico giovane, ma sugli spalti non erano poche le persone “più in là con gli anni”. Si prenda l’espressione con le pinze, in quanto certamente non si sta parlando di ultra-cinquantenni, ma neanche poi così tanto giovincelli. Questo a riprova del fatto che il rap non è solo “un genere per ragazzini”. Non in tutte le nazioni, almeno.
Gli ospiti (assenti, ma presenti).
Oltre a Maxwell, Bonez Mc e Raf Camora hanno deciso di giocare un po’ con l’aspetto legato ai visual sui maxischermi posizionati ai due lati del “bühne” (“palco”). Infatti, sui due maxischermi sono apparsi a più riprese due nomi che han collaborato con i due artisti: Luciano e Gzuz.
Luciano ha condiviso da poco un pezzo già diventato hit con Raf Camora, tale All night, tratto dal suo disco XV (il titolo deriva dal fatto che quest’anno il rapper viennese festeggia i suoi 15 anni di attività, XV a numeri romani corrisponde proprio al numero 15). Per impegni già precedentemente presi, Luciano non ha potuto prendere parte fisicamente allo spettacolo.
Stessa cosa vale per Gzuz, assente invece per problemi giudiziari, con cui ha a che fare da svariati mesi a questa parte, e a più riprese i due colleghi hanno citato il motto “free Gzuz”, mentre le sue strofe scorrevano sottoforma si pupazzo sul maxischermo.
L’orario del concerto.
Contrariamente a quanto si fa generalmente in Italia, il concerto di Raf Camora e Bonez Mc è iniziato alle 19:30, quando Maxwell ha fatto improvvisamente irruzione sul palco, iniziando a rappare alcune sue strofe per iniziare a scaldare il pubblico. Una breve pausa, gli ultimi accorgimenti, e il concerto è iniziato definitivamente poco prima delle 20. Dalle 20 alle 21:30, un continuo no-stop di spettacolo e di musica. E una volta giunti agli sgoccioli, il pubblico in sala ha iniziato ad inneggiare ad un “bis”, come generalmente si fa ad i concerti: i vecchi “fuori”, ovvero i nuovi “se non metti l’ultimo, noi non ce ne andiamo”.
È interessante notare come la scelta dell’orario di un concerto possa influenzare la serata. Porre un concerto che inizia alle ore 9 di sera, come generalmente accade in Italia, per poi farlo terminare alle ore 11, quando ormai molte attività commerciali sono sul punto di chiusura, equivarrebbe quasi costringere i ragazzi a tornarsene alle proprie abitazioni. Al contrario, un concerto che inizia e termina in una fascia oraria antecedente, permette agli spettatori di essere quasi “semplicemente” intrattenuti dagli artisti che si esibiscono prima di proseguire con la serata fuori dal luogo del concerto, decidendo eventualmente cosa fare e dove andare, senza ansie e senza stress.
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koufax73 · 2 months
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Branca 51: "Fantastico" è il nuovo singolo
Online su tutti i digital store Fantastico, il nuovo brano dei Branca 51: dopo un periodo di intenso lavoro e sforzo artistico Tommaso e Francesco Branca, i due fratelli romani che compongono i Branca 51 pubblicano il nuovo brano. Gli artisti provengono dal reggaeton ma nel corso della loro evoluzione artistica hanno deciso di avvicinarsi e abbracciare il pop-rock italiano. Fantastico è proprio…
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michelangelob · 2 months
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Etruschi: artisti e artigiani a Bolzano
È in preparazione la mostra “Etruschi. Artisti e artigiani” a Bolzano, presso il Centro Trevilab, organizzata in stretta collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, museo che conserva la più importante raccolta di reperti etruschi al mondo. L’a mostra’esposizione, curata da Maria Paola Guidobaldi e da Valentina Belfiore, responsabili scientifiche e curatrici del museo romani,…
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lecodellariviera · 2 months
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Rock In The Casbah compie 25 anni!
Tra gli ospiti Stef Burns, già chitarrista di Vasco
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Servizio di Francesco Basso
Mercoledì 31-7
DIETRO L’ANGOLO - FILODIRETTO - OLI - ROCKINTHECASBAH FAMILY (Feat. RAFFAELE ARIETA, ENZO CIOFFI, LARRY CAMARDA, EMANUELE BASTIANI, FABIO ROSSI, LUIGI
ARIETA, MAX REBAUDO, LUCA SICCARDI, ANANDO BRICCHI,
ALEX TM. Special Guest:
SUDARIO BRANDO) - SWIFFER AND THE ROOTS OF FUNK
Giovedì 1-8
CINALSKY - AMADO - JOLIE - NICHOLAS GROOWERS - NOMOREMARIO
Venerdì 2-8
IL TEATRO DI PAN - URAGANO - SPACE T ROCK BAND - BERMUDAS
Sabato 3-8
GRAZIANO ROMANI -STEF BURNS (feat. THE MULLERS - MANUEL BONI) - THE JERRYCANS
L’associazione FARE MUSICA presenta la 25 edizione di ROCK IN THE CASBAH
Rock in The Casbah raggiunge l’invidiabile età di 25 anni. Una sorta di nozze d’argento con l’imprescindibile luogo dal quale nasce. Senza l’azione visionaria delle terrazze di San Costanzo pensate come “stage naturale” non sarebbe nato nulla in quell’estate del 2000. E, forse, nemmeno senza quelle parole impresse nel tempo da Italo Calvino: “S’aggrappava la vecchia Casbah come un osso dissotterrato”. Forse quei ragazzi, i Ratamacue, non sapevano nemmeno di aver percorso una mulattiera buona per una Città invisibile assolutamente Calviniana, una Creuza in puro stile
De Andrè, o semplicemente un luogo del cuore appena bonificato dopo le bombe del 20 ottobre 1944: esplose il deposito armi tedesco e portò via una parte della vecchia città, il baluardo di cultura del Teatro Principe Amedeo, la scuola Avviamento, la Bocciofila, l’oratorio di Santa Brigida: ridisegnò il centro cittadino. Ecco perché non è possibile scindere questo binomio: Rock in The
Casbah è il suo luogo e le terrazze di SanCo (come i ragazzi nati qui la chiamano affettuosamente) restituiscono sempre quelle massicce dosi di magia che le notti d’agosto han prodotto in questi 25
anni.
L’aria di festa pervade ogni serata, a cominciare dall’enorme quantità di artisti che saranno presenti e dalla varietà di generi musicali presentati, continuando con la necessità di presentare
tanta musica nata e prodotta nel Ponente ligure, esattamente come nelle prime edizioni. L’altalena tra nuove proposte e “Big” (come succede qualche mulattiera più in basso ogni febbraio
festivaliero) è l’altra cifra stilistica delle 4 serate collocate a cavallo dei mesi più ricchi di calore, come recitava una vecchia canzone sanremasca dedicata al luogo, “Belu mei San Custansu tütú
bruixau da-u-su”.
MERCOLEDI 31 LUGLIO: Un’altalena continua tra ricordo e scoperta
L’onore di aprire la 25 edizione è affidata alla freschezza ed all’impegno di DIETRO L’ANGOLO.
Giovani Rapper (e non trapper) legati allo scandire delle rime proprio della Old School ma inseriti nel presente, nel reale, con arguzia ed intelligenza. Segue FILODIRETTO, veri e propri Enfants du Pays, già protagonisti di importanti stage e autori di brani originali Rock/pop che spaziano dalla critica sociale alla riflessione sui sentimenti comuni. OLI (Giorgia Oliva), nuova emozionante voce
di gran classe, è l’artista che apre il lungo spettacolo della ROCK IN THE CASBAH FAMILY. Ci saranno i Ratamacue 25 anni dopo, insieme ai Berben Band, a Fabio Rossi, Luigi Arieta, Luca
Siccardi e Alex, il talentoso trombettista che ha deciso di fermarsi a Sanremo dopo aver girato un po’ il mondo. Vecchie e nuove canzoni, unite insieme come fosse il resoconto di questi anni. E non
finisce qui perché ci sarà una strana presenza sul palco, una vera rockstar: SUDARIO BRANDO.
Lui disegnerà ciò che il palco produrrà, un vero e proprio fumetto che nasce dall’emozione stessa,
uno spettacolo nello spettacolo creato da uno dei più interessanti artisti italiani. A chiudere. ancora
gioventù con SWIFFER AND THE ROOTS OF FUNK. Il sassofonista Angelo Arieta, talento
assoluto nato e cresciuto nella Dirty Old Town della Pigna, accompagnato dagli esponenti di quello
che ormai si può definire il Funk sanremese.
GIOVEDI’ 1 AGOSTO: la tecnica Vs la potenza
CINALSKY è probabilmente il più interessante vocalist cittadino, mai banale ed in possesso di una tecnica assolutamente personale: così comincia la seconda serata. Segue il progetto ventimigliese
di AMADO, dove Diego Pani mette in pratica la sua passione musicale modernissima, quasi una risposta ponentina alle hit radiofoniche dell’indie italiano. Dietro lo pseudonimo di JOLIE si
nasconde la “fotografa della luce” Giulia Russello, già autrice di tantissimi scatti fotografici ufficiali in edizioni passate, ora protagonista dell’altra sua arte, quella musicale, una piccola Alanis
Morrissette nostrana autrice di brani originali. Ed ancora una proposta “Black Music” a scaldare le
vecchie pietre di SanCo: NICHOLAS GROOWERS, Un po’ di Soul, un po’ di reggae, un goccio di hip hop, tutto lo scibile “Black” insomma, preludio alla potenza alternative rock dei ventimigliesi
NOMOREMARIO, splendida realtà ora anche padrona della propria etichetta musicale (Haji e Man on the Hills gli altri artisti rappresentati), potenza legata ad emozione pura.
VENERDI’ 2 AGOSTO: la folgorazione
Aprono le canzoni di tutti i giorni raccontate con un pizzico di ironia de IL TEATRO DI PAN dietro il quale si nascondono importanti esponenti della scena cittadina (tra gli altri Steve Foglia e Christian
Gullone). Poi la scossa degli URAGANO, autodefiniti Weird music Lo-Fi, una scossa sicuro con uno dei generi meno definibili del mondo Rock. Assolutamente definibile invece SPACE-T ROCK
BAND, occasione assolutamente unica di godere della grande interpretazione chitarristica di uno dei più grandi musicisti e produttori Ponentini degli ultimi 40 anni: DARIO MOLLO, accompagnato da altri eccellenti interpreti (tra gli altri ANDREA BIANCHERI) per una esibizione originale con forti
sapori Heavy Metal dell’epoca d’oro degli anni 70. Chiude la serata la grande reunion in salsa Rockabilly dei BERMUDAS, per finire a ballare i ritmi americani anni 50, anche qui occasione unica di godere di un gruppo non più stabilmente attivo vista la lontananza dei musicisti.
SABATO 3 AGOSTO: il gran finale
Davvero un gran finale con un opening Act di grande livello come GRAZIANO ROMANI,cantautore emiliano appena uscito con il primo live della sua lunghissima carriera trentennale iniziata con i Rocking Chairs nel 1981. La sua voce scalda e vibra nel cuore e, qui a Rock in The Casbah, non è una novità assoluta, avendo già aperto la rassegna qualche anno fa: rock, blues, country come fosse un Dylan emiliano.
Preludio all’esplosione di note di STEF BURNS qui accompagnato dal chitarrista savonese MANUEL BONI e dai MULLERS. Uniti nel progetto “BEST OF GUITAR”. L’idea nacque 25 anni fa con lo spettacolo LA NOTTE DELLE CHITARRE, ideato dal batterista Max Fiorilli Muller: l’intenzione era quella di riunire i migliori chitarristi italiani. Dopo anni di esperienza nasce il nuovo show, Best of Guitar appunto, con grandi chitarristi che partecipano a turno. E la star della serata è il grande STEF BURNS uno dei più importanti esponenti internazionali, già membro delle band di Vasco Rossi, di Alice Cooper, di Huey Lewis and the News, Solista e frontman della Stef Burns
Band prima e della Stef Burns League poi. Ora con il batterista degli Evanescence Will Hunt e con il bassista e cantante Todd Kerns è attivo con il gruppo HEROES AND MONSTER.
Una serata importante, adatta per festeggiare i 25 anni con i presupposti con i quali la rassegna è nata e si è consolidata nelle estati sanremesi. Una storia di chitarre e voci, bassi e batterie che ha
attraversato una generazione intera, una rassegna che ha unito le star ai giovani virgulti nostrani, come se non ci fosse la barriera ma solamente lo stesso stage strano ed inusuale come quello
della terrazza bombardata di San Costanzo bonificata negli anni 90 del secolo scorso.
Il finale, come già provato nella scorsa edizione, non vedrà le musiche dei dj a far ballare ma un gruppo vero e proprio. I Francesi THE JERRYCANS, esplosivi ragazzi della vicina Costa Azzurra
ispirazione Soul Funk con tanto “Pino Daniele”nel cuore.
Direzione Artistica LARRY CAMARDA
Per tutte le serate si consolida la collaborazione con SIMONE CARIDI e SIMONE SARCHI, una vera e propria regia per creare un palco unico di musica ed immagini. WIR IUM e SLAVO, non solo
dj, ma veri e propri conduttori della colonna sonora tra uno show e l’altro. La voce che accompagna è sempre quella di SIMONE PARISI
Direzione Palco FEDERICO MOTTA. Scenotecnico PAOLONE CARIDI
Organizzazione Associazione FARE MUSICA in collaborazione con il Comune di Sanremo - Assessorato al Turismo e Manifestazioni. (GIANCARLO FORTE, ENZO CIOFFI, LARRY
CAMARDA, SIMONE PARISI)
INIZIO SPETTACOLI ORE 21.45
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Il calcio rimane uno degli argomenti più seguiti dai romani. Le squadre della capitale, AS Roma e SS Lazio, sono pronte a dare battaglia nella nuova stagione calcistica. I tifosi seguono con passione le vicende dei loro beniamini, sperando in una stagione ricca di successi e soddisfazioni.
Non solo calcio, però. Roma è anche sede di importanti eventi sportivi internazionali, come la Maratona di Roma e il torneo di tennis degli Internazionali BNL d'Italia, che attirano ogni anno migliaia di atleti e appassionati.Per rimanere sempre aggiornati su tutte le notizie Roma, visitate Romanotizia.it. Qui troverete le ULTIME NOTIZIE Roma e le notizie di cronaca Roma più rilevanti, insieme a un'ampia gamma di contenuti che coprono tutti gli aspetti della vita nella Città Eterna.
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lamilanomagazine · 4 months
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Lirica, il 7 giugno all'Arena di Verona la grande opera italiana patrimonio dell'umanità
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Lirica, il 7 giugno all'Arena di Verona la grande opera italiana patrimonio dell'umanità Venerdì 7 giugno, il Ministero della Cultura, in collaborazione con Fondazione Arena di Verona, celebrerà il Canto lirico italiano patrimonio dell’umanità, in una serata eccezionale all’Arena di Verona. In una notte, le pagine più belle dell’Opera e, sullo stesso palcoscenico, i migliori interpreti al mondo. Un evento unico nella storia della Lirica, in mondovisione RAI, con una grande orchestra composta da 160 elementi e un coro di 300 artisti, provenienti dalle Fondazioni lirico sinfoniche italiane, con la partecipazione straordinaria del Maestro Riccardo Muti. La serata, realizzata con la partecipazione di SIAE, ANFOLS, Teatro alla Scala e Accademia di Santa Cecilia, sarà condotta da Alberto Angela, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti. In platea le maggiori autorità italiane, i rappresentanti delle istituzioni culturali, l’Unesco e gli ambasciatori dei Paesi del mondo dove l’Opera è più amata. Maestro Riccardo Muti. Lo spettacolo si aprirà con il maestro Riccardo Muti, ambasciatore dell’eccellenza italiana nel mondo, sul podio. Sarà lui a dirigere la prima parte della serata, e i brani per orchestra e coro più significativi della grande opera italiana, dal regno del Belcanto di Guglielmo Tell e Norma, all’epopea verdiana e risorgimentale di Nabucco e Macbeth, alle pagine sinfoniche e corali grandiose da Mefistofele e Manon Lescaut. Il teatro all’aperto più grande al mondo, sede del Festival operistico più antico e popolare a livello internazionale, ospiterà una grande festa che riunirà il mondo della cultura e i più grandi artisti internazionali, eccezionalmente sullo stesso palcoscenico. Le star della lirica. Oltre alle grandi pagine che hanno fatto la storia della musica, e dell’Italia stessa, la seconda parte della serata offrirà un’appassionante antologia dei brani d’opera più celebri di Puccini, Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Mascagni, Leoncavallo, Giordano, interpretate da un cast irripetibile. Stelle da tutto il mondo accomunate dal canto lirico italiano, come i soprani Anna Netrebko, Eleonora Buratto, Rosa Feola, Juliana Grigoryan, Jessica Pratt, Mariangela Sicilia, il mezzosoprano Aigul Akhmetshina, i tenori Jonas Kaufmann, Renè Barbera, Juan Diego Flórez, Vittorio Grigolo, Brian Jagde, Francesco Meli, Galeano Salas, i baritoni Nicola Alaimo, Luca Salsi, Ludovic Tézier, il basso Alexander Vinogradov, diretti dal giovane maestro Francesco Ivan Ciampa. Danza. Per l’occasione, Fondazione Arena di Verona ha ideato, con Filippo Tonon, un impianto scenografico originale, che accoglierà orchestra e coro sul palcoscenico e trasformerà il golfo mistico in un nuovo spazio scenico per un’altra eccellenza italiana nel mondo, la danza. Le Étoile Roberto Bolle e Nicoletta Manni interpreteranno due coreografie firmate da Massimiliano Volpini, create appositamente per questo evento ed eseguite per la prima volta. Sulla musica dei grandi maestri, tra cui Giacomo Puccini di cui si celebra quest’anno il centenario dalla morte, le due Étoile del Teatro alla Scala di Milano si esibiranno prima in un passo a due sulle note di Madama Butterfly, seguito dall’assolo di Bolle su Cavalleria Rusticana. In scena, durante la serata, anche 50 ballerini del corpo di ballo di Fondazione Arena. Mondovisione Rai L’evento sarà trasmesso in diretta in mondovisione su Rai 1 dalle 20.30. Ad introdurre il grande pubblico all’eccezionale patrimonio dell’opera e del canto lirico italiano, saranno tre diversi narratori, insieme per la prima volta: Alberto Angela, Cristiana Capotondi e Luca Zingaretti. Saranno loro a muoversi nei diversi spazi dell’Arena, tra il pubblico e dietro le quinte di questo set monumentale, un gioiello costruito dagli Antichi romani e perfettamente conservato che ogni estate dal 1913 ospita lo spettacolo dal vivo più complesso, compiuto e grandioso di sempre: l’opera. Orari per il pubblico Il pubblico potrà accedere in Arena a partire dalle 18.30 fino alle 20.10. La serata, composta da più di 30 momenti musicali avrà un intervallo. Si tratta del primo evento di questo genere, che il Ministero della Cultura si auspica di replicare ogni anno, il 7 giugno, nei luoghi più suggestivi d’Italia. Questa mattina, alla conferenza stampa a Roma al MiC, erano presenti il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, il Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona e vicepresidente dell'ANFOLS, Cecilia Gasdia, il Direttore Rai Cultura ed Educational, Silvia Calandrelli e il vicedirettore artistico della Fondazione Arena di Verona, Stefano Trespidi "Il concerto del 7 giugno, promosso dal Ministero della Cultura, vedrà tutto il mondo dello spettacolo italiano riunito per celebrare l’iscrizione del canto lirico italiano nella lista del patrimonio immateriale Unesco, avvenuta lo scorso 6 dicembre. L’orchestra d’eccezione, diretta dal Maestro Riccardo Muti, sarà costituita da musicisti e artisti del coro provenienti da tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche nazionali e dalle maggiori Orchestre d’Opera italiane. Un’occasione unica e irripetibile, trasmessa in diretta in mondovisione su Rai Uno, in cui spettatori e ascoltatori potranno ripercorrere le arie più note e popolari della nostra produzione lirica, che fa parte a pieno titolo di quell’autentico immaginario italiano al quale il Governo sta lavorando su più fronti", ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Questo Evento del Ministero della Cultura nasce nel giorno in cui l’UNESCO ha attribuito al canto lirico il riconoscimento di patrimonio dell’umanità – ha spiegato Il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi - l’Opera ci fa brillare a livello planetario e rappresenta un importante strumento di presidio e diffusione della nostra lingua. È anche un’eccezionale macchina di spettacolo che, dopo più di 450 anni, senza ricorrere alla tecnologia ma facendo affidamento solo sul talento umano, riesce a creare rappresentazioni sublimi, capaci di competere e provocare stupore nel pubblico contemporaneo. Con grande merito di chi ci lavora. Ringrazio il Maestro Riccardo Muti – conclude Mazzi -  per non avermi mai fatto mancare il suo incoraggiamento su questa iniziativa”. «Diamo il via al nuovo secolo dell’Arena di Verona Opera Festival festeggiando il Canto lirico in Italia patrimonio dell’Umanità. Non potremmo essere più felici di così – ha affermato Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona - il prossimo 7 giugno, i riflettori mondiali saranno puntati su Verona e sull’Opera, grazie a questa serata speciale promossa dal Ministero della Cultura. Un orgoglio per tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche del nostro Paese. Ringrazio pertanto il Ministro Sangiuliano e il Sottosegretario Mazzi che hanno creduto e reso possibile tutto questo, valorizzando a livello internazionale il nostro patrimonio artistico». «Abbiamo lavorato giorno e notte per arrivare a questo incredibile risultato – ha sottolineato Stefano Trespidi, Vicedirettore Artistico di Fondazione Arena - in un’unica serata avremo i migliori artisti al mondo sullo stesso palcoscenico, nonostante i loro impegni internazionali saranno tutti a Verona. Il ringraziamento va ad ognuno di loro e ai lavoratori di Fondazione Arena che, con grande impegno, si sono messi a disposizione per dar vita a quello che sarà un evento unico». «Un’emozione senza fine, una vertigine e una magia, un viaggio nella grande musica: è la festa del canto lirico italiano patrimonio dell’umanità – ha concluso Silvia Calandrelli, Direttore di Rai Cultura ed Educational  - la proposta di un grande spettacolo tra bellezza e stupore. Parole, colori, forme e note, un regalo a tutto il pubblico italiano con i più grandi nomi della scena mondiale. L'impegno del Servizio pubblico a favore della musica e della cultura».  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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fashionluxuryinfo · 5 months
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Yourban 2030 e Irae Edition presentano Mind The Earth L’Arte sui sedili, i soffitti e le pareti dei vagoni della Linea A della metro di Roma per raccontare l’ambiente
Dal 7 maggio, per 5 mesi, i vagoni della metro arancione di Roma si trasformano in galleria d’arte per romani e turisti tra immagini, suoni e parole degli artisti di IRAE
Dal 7 maggio 2024 per cinque mesi, i vagoni di un treno della Metro A di Roma si trasformano in galleria d’arte itinerante con Mind The Earth, installazione site specific nata dalla progettualità di Yourban 2030 e promossa dalla stessa no profit inspirata agli obiettivi dell’Agenda 2030, in collaborazione con ATAC Roma, media partner HF4 communication.
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
GLI STRATI DEL TEMPO
«Fino alla nascita dei décollage, nel 1953, io facevo della pittura neo-geometrica. Avevo studiato tutti gli stili e tutti i più grandi maestri, da Kandinskij a Mondrian, da Picasso a Matisse. Poi mi trasferii per due anni negli Stati Uniti, e realizzai una mostra anche lì. Quando tornai in Italia, non volevo più dipingere, perché ero giunto alla conclusione che tutto ormai, in pittura, fosse stato fatto. Una mattina del ’53, mi trovavo nel centro di Roma, e osservavo i muri completamente tappezzati di manifesti pubblicitari lacerati. Ciò mi colpì moltissimo, e pensai: ‘Ecco le nuove immagini che io devo dare al pubblico’. Nessuno aveva mai fatto questo. Così è nato il décollage: è stata una sorta di… illuminazione zen. Allora uscivo di notte dal mio studio e rubavo i manifesti dai muri. Una sera venne a vedere i miei lavori un critico giovane e molto intelligente, un filologo, Emilio Villa. Fu entusiasta, e mi disse: ‘Tu stai inventando una nuova forma d’arte, che va al di là della pittura’. Mi invitò ad allestire una mostra con sei pittori romani sul Tevere. All’inaugurazione c’era un critico americano, il quale sostenne nella sua recensione che l’unico a proporre un nuovo messaggio ero io. Mi definì ‘neo-dadaista’.».
Con queste parole Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 – Milano, 8 gennaio 2006) rievocava la nascita del "decollage", intuizione capace d'innovare il linguaggio artistico del secondo Novecento, inserendosi nella scia della Pop Art, dell'Informale, del Nouveau Réalisme, del NeoDada.
Tuttavia, gli schemi non raccontano.
Indicano un percorso, delle assonanze, dei richiami.
Non bastano: gli artisti fanno storia a sé.
La libertà in quegli anni convulsi è massima.
La tecnica diviene essa stessa fenomeno creativo, così prorompente da ribaltare il tradizionale rapporto tra significante e significato, fino a una semiosi inaspettata, controversa.
Eppure dotata di una poetica profonda, ammessa, come nel caso di Rotella, all'antico mistero del tempo e delle sue infinite narrazioni.
Lo "strappo" diventa scoperta.
E quanto rimane è rappresentazione artistica di un divenire che annulla le distanze, saldando passato e presente.
Suggestione del perenne.
Nascosto.
Svelato.
- Mimmo Rotella, "Europa di notte", 1961, Mumok, Vienna
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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Gli Etruschi: Un popolo affascinante e misterioso
Gli Etruschi, noti anche come Tusci dai Romani, sono stati un'antica civiltà che ha prosperato nell'Italia centrale tra il IX e il I secolo a.C. La loro regione, denominata Etruria, comprendeva approssimativamente le odierne Toscana, Umbria settentrionale e Lazio settentrionale, con insediamenti che si estendevano anche in Emilia-Romagna, Campania e Lombardia. Origini e misteri Le origini degli Etruschi rimangono ancora avvolte nel mistero. Diverse teorie sono state proposte, tra cui una migrazione dall'Asia Minore o una lenta evoluzione da popolazioni italiche preesistenti. La loro lingua, non indoeuropea, non ha ancora trovato una completa decifrazione, ostacolando una comprensione profonda della loro cultura e storia. Società e governo Gli Etruschi si organizzavano in città-stato indipendenti, ognuna governata da una monarchia o da una repubblica oligarchica. Le loro città erano centri di commercio e cultura, caratterizzati da un'architettura monumentale e da una ricca vita sociale. La religione etrusca era complessa e politeista, con divinità associate a vari aspetti della natura e della vita umana. Arte e cultura Gli Etruschi erano abili artigiani e artisti, producendo opere di grande raffinatezza in ceramica, bronzo, oro e avorio. La loro scultura, caratterizzata da un realismo espressivo e da una profonda attenzione al dettaglio, rappresentava divinità, eroi e scene della vita quotidiana. La pittura etrusca, decorava tombe e templi con affreschi che narravano miti, leggende e rituali. Influenza e declino Gli Etruschi ebbero un'influenza significativa sulla civiltà romana, trasmettendo conoscenze in vari campi come l'ingegneria, l'architettura, la religione e il diritto. Tuttavia, a partire dal IV secolo a.C., la loro potenza iniziò a declinare a causa dell'espansione romana e di conflitti interni. L'ultima città etrusca, Volsinii, cadde nel 264 a.C., segnando la fine di questa affascinante civiltà. Eredità Nonostante la loro scomparsa, gli Etruschi hanno lasciato un'eredità duratura. La loro arte, la loro cultura e le loro conoscenze hanno influenzato profondamente il mondo romano e continuano a ispirare studiosi e artisti ancora oggi. Le loro città sepolte, come Veio, Tarquinia e Cerveteri, conservano ancora tesori archeologici di inestimabile valore, offrendo una finestra su un mondo antico ricco di mistero e fascino. Etruschi, popolo e civiltà misteriosa Gli Etruschi, con la loro cultura elaborata, il loro talento artistico e la loro influenza sulla storia italiana, rappresentano un capitolo fondamentale della civiltà mediterranea. La loro storia, seppur frammentata e ricca di enigmi, continua ad affascinare e ad incuriosire, invitandoci a scoprire i segreti di un popolo che ha lasciato un'impronta indelebile sul nostro passato. Foto di Giampaolo Ciurli da Pixabay Read the full article
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alessandrocorbelli · 8 months
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“Roma sparita! In ricordo di mio padre e 2 spettacolari artisti romani: Gigi e Lando” @alessandro.corbelli”
https://youtube.com/shorts/SXZGZX6KFeQ?si=ky42LiOsJJrfVlsV (Digital News 24) Alessandro Corbelli“Roma sparita! In ricordo di magnifici momenti vissuti con mio padre Walter e 2 spettacolari artisti romani, come: Gigi Proietti e Lando Fiorini.” –   ‎@alessandro.corbelli  #alessandrocorbelli #gigiproietti #landofiorini #roma #trastevere #waltercorbelli #attori #cantanti #teatro #rome #italy…
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hopernicus · 8 months
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Pe langa "Efectul Picasso"
Acum ce voi spune imi va ridica in cap toata “intelighentia” bucurestiului, dar asta e…eu in final nu pot spune decat asa cum simt si vad. E vorba de “efectul Picasso”, asa zisa “cea mai mare expozitie intineranta din Europa de Est cuprinzand lucrari ale artistului” si in cazul de fata ancorele si modul in care arta acestuia a influentat artisti romani. Ei bine, totul f. ok pana aici, chiar am…
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bergamorisvegliata · 10 months
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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Davvero il paese che conosceremo è stato definito come "luogo dell'anima" anche per via di un film dal titolo quasi omonimo, oltre che aver dato i natali allo scrittore Tonino Guerra.
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La località dell'alta Val Marecchia è posta sulle pendici occidentali del Monte Carpegna degradanti verso il fiume Marecchia, facilmente raggiungibile dalla Riviera di Rimini.
PERCHÉ VISITARLA
Il rinomato centro di turismo ambientale e culturale, cantato da Tonino Guerra, ospita numerosi “luoghi dell’anima”, gran parte del suo territorio è posto all’interno del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello 
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che invita a rilassanti passeggiate nel lussureggiante Appennino.
QUANDO ANDARCI E COSA VEDERE
Pennabilli deve il suo assetto urbano all`unione di due antichi castelli, quello dei Billi sopra la Rupe e quello di Penna sopra il Roccione. Di origini antichissime ha visto succedersi gli Umbri, gli Etruschi e i Romani e intorno al Mille, l’abitato si è sviluppato con fortificazioni, difese ed edifici sacri fino a strutturare il bel centro storico. Nel 1004 un discendente della famiglia Carpegna, soprannominato "Malatesta", iniziò la costruzione della Rocca sul Roccione segnando la nascita del celebre casato che, sceso da Penna prima a Verucchio e poi a Rimini, avrebbe assoggettato tutta la Romagna. È sede vescovile della Diocesi di San Marino-Montefeltro la cui presenza, fin dal 1572 a opera di Gregorio XIII, ha fortemente caratterizzato l’assetto urbano mediante imponenti opere di edilizia religiosa che possiamo tutt'ora ammirare. Le testimonianze del passato, il patrimonio monumentale e artistico presenti nel centro storico e nelle frazioni, creano un percorso culturale di prestigio, godibile nella bella stagione, dalla primavera all'autunno, avvalorato anche dai numerosi i musei: Museo Diocesano del Montefeltro “A. Bergamaschi”, Mateureka Museo del Calcolo, Museo del Parco Sasso Simone e Simoncello, Il Mondo di Tonino Guerra
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 e I Luoghi dell’anima,
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le cui singolari realizzazioni si incontrano a Pennabilli e dintorni, caratterizzando un bizzarro e accattivante percorso poetico.
APPUNTAMENTI DI RILIEVO
Ogni anno, nel mese di luglio, presso palazzo Olivieri si tiene la Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato, una delle prime e più qualificate rassegne italiane. Folcloristica e di respiro internazionale è anche la manifestazione Artisti in piazza - Festival internazionale d’arte in strada, che si svolge nella seconda decade di giugno.
Per questo "viaggio" vi segnaliamo due link, uno che ha "ispirato" l'articolo che state leggendo:
e l'altro che è legato a Pennabilli e che anticipa il prossimo articolo di "Bergamo risvegliata", non agganciato a un luogo ma ai luoghi dell'anima inteso come iniziativa culturale.
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