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#c'è sempre un seguito
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"C'è un prima e c'è un dopo il dolore. Io ero un'altra persona, prima. E mi rimarrà per sempre il dubbio se il vero me stesso fosse il ragazzo incosciente di allora o l'adulto contorto che ne è seguito".
— Matteo B.Bianchi, "La vita di chi resta".
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turuin · 1 month
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Day 16
Giorno 16 - ieri.
Totale caffè bevuti: 2.
Highlight assoluto del giorno (ma anche del mese e dell'anno):
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Lo Jonio, signori. Il mare.
Farmici il bagno mi ha sicuramente rimesso al mondo.
A pranzo: un po' di pasta ripassata in padella con provola e salame (un must!), le spettacolari polpette di mia madre che anche SG sono buonissime (ovviamente lei si è lamentata della tenuta del pane SG) un pezzetto di salsiccia locale SG e dolce, con patate al forno. A cena abbiamo praticamente bissato (tranne i bimbi, che hanno approfittato della provola locale per delle piadine buonissime) perché mia madre cucina sempre per il doppio dei commensali, quindi bisognava esaurire le scorte. Le verdure sono in discesa ma non c'è da temere: superata la giornata di oggi (siamo di compleanno, di Aurora) saremo senz'altro più orientati a una alimentazione più sana. Almeno spero.
La notte è trascorsa tranquilla, tutto sommato. Ora mi preparo e vado a ritirare la torta SG per la bimba, aspetto l'altro mio fratello con figlie al seguito per pranzo e il menu di oggi prevede pasta al forno e cotolette.
Oggi niente mare, se ne riparlerà domani.
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fuoridalcloro · 11 months
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"C'è un prima e c'è un dopo il dolore. Io ero un'altra persona, prima. E mi rimarrà per sempre il dubbio se il vero me stesso fosse il ragazzo incosciente di allora o l'adulto contorto che ne è seguito."
Matteo B. Bianchi - La vita di chi resta
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libero-de-mente · 9 months
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2023 - Sintesi
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- Ho cominciato l'anno con speranza e fiducia (come quasi sempre)
- Ho perso velocemente sia la speranza che la fiducia (come quasi sempre)
- Non ho baciato.
- Ho dato l'ennesimo taglio ai rami secchi, escludendo persone inconcludenti e approfittartici.
- Ho ascoltato, tanto.
- Ho deluso una persona.
- Ho guadagnato la stima di una persona.
- Ho riscritto il testo di una canzone.
- Ho letto.
- Ho avuto il mio bellissimo "Audio Libri" personalizzato.
- Ho accettato richieste d'amicizia.
- Sono stato bannato poco dopo perché poco "intraprendente".
- L'Ansia ha confermato il contratto di collaborazione con me, per almeno un biennio.
- Ho pensato alla morte.
- Ma ho pensato soprattutto a come sarebbe bella la vita se vissuta in pace con chi vuoi bene.
- Anche nel 2023 non ho seguito nessun influencer.
- Non ho guardato per tutto l'anno neanche un telegiornale.
- Nel 2023 ho perso Minù, una delle mie due bimbe. Così chiamavo le chihuahua.
- Sono stato aiutato. Tanto.
- Ho aiutato. Come ho potuto.
- Ho abbracciato i miei figli mentre piangevano.
- Sono stato a mia volta abbracciato mentre piangevo, dai miei figli.
- Ho ancora caparbiamente sognato.
- Il 2023 si è portato via anche Alvin, il gatto che mi aveva scelto come suo umano nella vita.
- Entrando in un negozio una commessa mi chiese "Buongiorno, desidera?", avrei voluto risponderle "Si, tantissimo".
- Ho imparato che anche le cose belle devono finire, per poterne cominciare di migliori.
- Anche quest'anno un pezzetto di fiducia nell'umanità è esplosa, come le bombe.
- Mi sono convinto che uno dei miei cinque sensi sia il senso di fame.
- Credo che la prima cosa che farò nel 2024 sarà quella di guardare l'ultima creazione di Hayao Miyazaki: Il ragazzo e l'airone.
- Ho rivalutato il sostantivo "sopportazione".
- Ho lavato amorevolmente il corpo di mia madre.
- Guidando in montagna ho letto un cartello stradale "Attenzione frana", l'ho preso sul personale.
- Sono rimasto fedele al team pandoro.
- Ho ascoltato tantissima musica.
- Ho scritto delle mie emozioni, esperienze.
- Ho provato la sensazione di essere una sicurezza, per una persona sconosciuta soccorsa da me di notte.
- Ho abbandonato definitivamente alcuni ideali.
- Ho compreso che la giustizia non ha colore. Se ha un accenno di colore non è giustizia ma un favore.
- Rimpiango una voce che mi chiamava "grumo".
- Anche quest'anno mi vorrò bene l'anno prossimo.
- Passerò il Capodanno tenendo la mano di un figlio ammalato.
Visto che siamo su un social.
Penso a tutti quelli che anche per qualche secondo mi hanno letto, dandomi un riscontro con un semplice like o un commento. A chi c'era e a chi non c'è più. Sono stati per me comunque consigli o insegnamenti. Ringrazio tutti.
Non so se basterà un mio augurio affinché il 2024 sia per tutti voi un anno bello. Però come spesso si dice, basta il pensiero. E io ne ho per ognuno di voi.
Buona fortuna e un abbraccio forte forte, siate meravigliosi siate illuminati.
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pettirosso1959 · 3 months
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L'attacco terroristico dei nazisti ucraini sulla Crimea. Le forze di difesa aerea russe hanno abbattuto quattro missili americani ATACMS. Poi un altro missile, a seguito dell'impatto dei mezzi di difesa aerea, ha deviato dalla sua traiettoria di volo nel tratto finale con la detonazione della testata in aria sopra il territorio della città di Sebastopoli.
Così, mentre i russi colpiscono solo gli obiettivi militari del governo criminale di Kiev, i nazisti del governo criminale di Kiev colpiscono i civili, mirano a far morire la popolazione civile, hanno colpito la zona della spiaggia di Sebastopoli, uccidendo 5 civili, di cui 3 bambini! Altri 5 bambini in ospedale, i feriti sono 124. Questo ennesimo barbaro omicidio degli ucraini rimane senza condanna, silenzio da parte della Meloni e affini politici venduti agli USA. Insieme ai nazisti dell'usurpatore zelenskij sono ovviamente colpevoli delle uccisioni mirate dei civili russi i criminali fornitori delle armi occidentali, in questo caso gli Stati Uniti.
Quanto concerne il comportamento delle Nazioni Unite si è espressa la rappresentante del ministero degli esteri russo Maria Zacharova:
"Il Segretariato delle Nazioni Unite ha dichiarato letteralmente quanto segue in relazione all'attacco terroristico del regime di Kiev contro i civili a Sebastopoli: "Come sempre, stiamo cercando di porre fine alla guerra in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e le risoluzioni dell'Assemblea Generale".
Questo sembra più un'ammissione della propria inutilità che un commento sulla tragedia. Sicché, potrebbero dire pure "siamo per tutte le cose buone contro tutte le cose cattive" e chiedere di utilizzare questa citazione universale in ogni occasione.
E potrebbe anche andar bene che il Segretariato delle Nazioni Unite svolgesse le sue funzioni tecniche senza immischiarsi nella politica. Ma è il contrario! Da molti anni ormai c'è una politicizzazione totale di tutte le dichiarazioni e azioni nella questione ucraina per compiacere l'Occidente e in chiave esclusivamente anti-russa.
E dato che avete iniziato a giocare sul terreno della politica, siate così gentili da riuscire a vedere le persone uccise dal regime di Kiev con armi americane sulla spiaggia e condannare l'atto di terrorismo!
Marinella Mondaini.
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junjourt · 9 months
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Mimmo: un bel personaggio, ma con troppe scopiazzature
A differenza del sentire comune, sapevo fin dall'inizio che io non avrei odiato Mimmo, perché già basandomi sulle sue comparse nella prima stagione avevo intuito del potenziale e Domenico Cuomo è troppo bravo.
Ma questo potenziale è stato davvero sfruttato?
La sua trama è stata costruita abbastanza bene, sicuramente meglio di molte altre. È un personaggio sfaccettato che, nonostante l'inclinazione alla violenza dovuta al suo background, sa essere anche dolce e divertente. La firma di Domenico ha dato, inoltre, quel tocco in più. Ma i problemi sono tanti.
Partiamo dalla forzatura di trama: nella prima stagione è stato detto esplicitamente che Mimmo, a Nisida, era stato condannato al carcere e non c'era la possibilità di avere uno sconto di pena. Nella nuova stagione, però, lo ritroviamo improvvisamente a Rebibbia e in semilibertà. Quando è successo? Come? Non ci è stato spiegato in alcun modo, forse perché una spiegazione non c'è proprio. Si vocifera di un suo ritorno nella terza stagione che mi chiedo come giustificheranno, visto ciò che comporta un programma di protezione testimoni.
Il legame con Mare Fuori: dai numerosi riferimenti e paragoni fatti dal pubblico e dai giornali è diventato evidente che questo personaggio, il suo prestavolto e la sua trama criminale volessero richiamare questa serie nella speranza di portare un pubblico ancora più numeroso. Una mossa che si inserisce nella generale ossessione di paragonare qualunque prodotto Rai rivolto a un pubblico più giovane a Mare Fuori. Ma preferire forzare tale paragone al creare una storia coerente e di qualità non ha giovato (lo dimostrano le numerose critiche alla seconda stagione di Un professore).
Il rapporto con Simone: i Mimmone hanno conquistato una discreta parte di pubblico, soprattutto chi ha iniziato a vedere la serie per Domenico e chi non ha guardato la prima stagione. A me NON è piaciuta per niente, per diversi motivi: prescindendo da pareri personali, quale il fatto che per due anni ho sperato in uno sviluppo dei Simuel e il fatto che, per quanto Domenico e Nicolas siano attori eccezionali, non ho percepito alcuna chimica romantica tra di loro (tanto che, tolti baci e "dichiarazioni d'amore", mi sembravano fratellini), resta un problema che oserei definire oggettivo.
La storia dei Mimmone ha ripreso troppo le dinamiche e addirittura LE FRASI ("vengo con te") dei Simuel della prima stagione, come a volerli a tutti i costi sostuire in tutto e per tutto: Simone che si mette in mezzo a brutti giri per aiutare, l'altro che gli dice che dovrebbe stare lontano da certe situazioni perché è un bravo ragazzo, Simone che nasconde qualcosa per loro a casa propria, loro che vanno in moto insieme, 2 baci con il secondo seguito da un rapporto intimo (censurato) ecc. Anche la questione del fato che avrebbe fatto incontrare Mimmo e Simone (che poi quale fato, la forzatura di trama?) è una brutta copia del fato che ha fatto incontrare Manuel e Simone (Anita e Manuel che erano in ospedale il giorno in cui Jacopo è morto, il dinosauro di Jacopo che Dante regala al piccolo Manuel quello stesso giorno, tutta la storia della metà mancante con la scena di Manuel e Simone sulla tomba di Jacopo, che segna un passaggio di testimone).
Mimmo ha sostituito Manuel anche nelle dinamiche con Dante, che sì, ci sono sempre state ed era giusto che ci fossero ancora, ma non al punto da lasciare completamente da parte il rapporto tra Dante e Manuel, che nella s2 è stato quasi inesistente. Ciò, probabilmente, anche a prescindere da Mimmo, ma la trama è stata quella: Mimmo/Manuel si mette nei guai, Dante lo scopre, indaga e si rivolge a Er pantera. L'unica differenza è che Manuel si è rivolto a Dante di sua spontanea volontà, per Mimmo ci ha dovuto pensare Simone. Per il resto, però, anche qui la dinamica è stata uguale. Potevano creare un personaggio molto più autonomo e invece in tanti aspetti lo hanno reso molto legato al Manuel (e ai Simuel) della prima stagione. E la fetta di pubblico (quella di gran lunga più grande) che ha seguito la serie sin dall'inizio, si è appassionata a essa per Manuel e Simone e sperava di vedere l'evoluzione romantica del loro rapporto e una degna rappresentazione della bisessualità attraverso Manuel, quel pubblico che per due anni ha mantenuto vivo l'interesse sui social, si è visto ripropinare la stessa trama con uno dei personaggi cambiato e si è sentito profondamente preso in giro.
Forse lo scopo degli autori era proprio riproporre la trama che ha portato loro un grande successo pensando che bastasse cambiare uno dei personaggi? In parte sembrano esserci riusciti, ma è una parte minima. La storia era praticamente già scritta, bastava proseguire la linea dettata dalla prima stagione. Invece hanno preferito inserire un altro personaggio e dargli una trama simile a quella di Manuel quando Manuel era già lì.
Se comunque hanno deciso di mostrare una coppia omosessuale, che bisogno hanno avuto di andare a cercare un'altra persona quando Manuel era già lì e aveva delle potenzialità enormi e si sapeva che il pubblico non aspettava altro che vedere tali potenzialità espresse?
Dobbiamo ringraziare Domenico che è riuscito a dare un tocco diverso alla storia di Mimmo, perché altrimenti questa storia rischiava di essere un fallimento su tutti i fronti.
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multiverseofseries · 6 months
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Dune - Parte Due, un sequel imponente, tra continuità e naturale evoluzione
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Ci siamo. Finalmente
Finalmente perché è uno di quei film che sono in grado di portare il pubblico in massa nelle sale. Finalmente perché è indubbiamente il tipo di produzione di cui il cinema ha bisogno per solleticare l'immaginario degli spettatori e mostrare come e quanto il grande schermo possa fare ancora la differenza rispetto all'ormai abituale visione casalinga.
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L’attesa è stata ampiamente ripagata da quanto si è potutto vedere, perché ha contribuito nell’ accrescere l’ hype per questo secondo capitolo e anche perché arriva in un periodo meno carico di novità rispetto lo scorso autunno, quando era programmata inizialmente la sua uscita. 
Dune - Parte Due si presenta al proprio pubblico in una perfetta continuità con quanto visto nella prima parte, non solo continuando ma anche sviluppando la storia che era stata impostata, rappresentandone la naturale evoluzione sia in termini narrativi che  espressivi. Resta il Dune che molti avevano amato nella sua prima parte alzano però l'asticella sotto molti punti di vista.
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Dune - Parte Due riparte da dove ci aveva lasciato, da quella conclusione che a molti aveva lasciato l'amaro in bocca. La seconda parte riprende l'arco narrativo di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e le fila del racconto in senso ampio e compiuto. In questa seconda parte molto più spazio è finalmente dedicato al personaggio di Zendaya che nella prima parte aveva un ruolo molto introduttivo. Ed è alla Chani di Zendaya e ai Fremen che Paul si unisce, alla ricerca della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e per fermare quel terribile futuro che è in grado di prevedere. Una missione che mette Paul davanti a sfide e scelte, portando avanti la componente drammatica ed epica che l'adattamento di Villeneuve aveva già introdotto nel precedente.
Denis Villeneuve ci riconduce in un mondo affascinante e costruisce il film attorno ai suoi personaggi: il suo Dune, pure essendo un grande spettacolo visivo, è anche sopratutto la loro storia che il regista asseconda sia in termini di scelte visive che per la fotografia. L'autore di Arrival e Blade Runner 2049 ci mette faccia a faccia con le scelte che deve compiere Paul per poter portare avanti la sua missione, ma sopratutto si affida per dare cuore e forza al racconto alla Chani di Zendaya, forse uno dei personaggi con il percorso più solido e strutturato. Se però lei non è una novità assoluta, lo è invece Austin Butler con il suo Feyd-Rautha Harkonnen, figura enigmatica e folle, a cui l'attore dà vita sia nello sguardo che nelle movenze, in un perfetto equilibrio su un filo sottilissimo senza scivolare in eccessi che l'avrebbero potuto rendere una macchietta.
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Peccato per le altre New Entry che hanno poco spazio, che come per Zendaya nel capitolo precedenti fanno capolino nella storia in attesa di avere maggior spazio e ulteriore importanza nel seguito. È il caso di Florence Pugh e Christopher Walken, la cui valutazione andrà ragionata sulla lunga distanza e sulla trilogia che Villeneuve ha in mente. Si tratta in ogni caso di limiti dovuti alle scelte di scrittura e costruzione narrativa su più film, piuttosto che valenza e qualità degli attori, perché tutto il cast e la relativa resa visiva è sempre a fuoco e ottimale.
C'è infatti continuità narrativa e visiva in Dune - Parte Due rispetto al suo precedessore. Il nuovo film riprende e amplifica quanto già visto con coerenza stilistica e contenutistica, un aspetto che consideriamo come uno dei suoi pregi, ed è qualcosa di non così scontato come potrebbe sembrare. Il Dune di Villeneuve si dimostra un'opera unica e potente. Nessun compromesso a cui sottostare, Villeneuve, nel dettare i tempi del suo racconto, lo porta avanti con un andamento calmo e ragionato ma allo stesso tempo potente e travolgente: non c'è scena di Dune - Parte Due che non lasci il segno, che sia un semplice dialogo o una battaglia che lascia senza fiato.
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Ci si sente travolti dalla sabbia del deserto di Arrakis, tremano le gambe quando ci si trova faccia a faccia con i possenti vermi che abitano quei luoghi, e si freme di emozione nei momenti più intensi ed emotivi. Si partecipa alla visione e ci si immerge al suo interno sostenuti dalla musica di un Hans Zimmer e da una fotografia d'impatto capace di adattarsi ai diversi momenti e luoghi del film e dei personaggi. Dune - Parte Due prende a piene mani quanto c'era già di buono nel capitolo precedente e fa quel passo in avanti che ci si aspettava e augurava. E travolge lo spettatore come una tempesta di sabbia.
Concludendo Dune Parte 2 è un sequel in perfetta continuità con quanto visto nel precedente, un secondo film che affonda a piene mani in quanto di buono e forte era già presente nel primo capitolo e lo sviluppa con coerenza. Una vera e prorpia evoluzione, più che una sola continuazione di quanto già visto, che porta alla realizzazione del percorso di alcuni personaggi, sviluppandone altri soltanto accennandoli e guarda avanti introducendo altri elementi che la possibile e probabile terza parte avrà modo di approfondire. Molto a fuoco tutto il cast, ma è la messa in scena del racconto da parte di Denis Villeneuve a lasciare davvero senza fiato, grazie alla potenza e magnificenza della costruzione audio-visiva. Un film da vedere e da ammirare.
Perché ci piace
- La coerenza con cui vengono sviluppati i discorsi introdotti nella prima parte, sia dal punto di vista narrativo che visivo.
- La potenza della messa in scena e tutto il comparto audio-visivo del film.
- Un Hans Zimmer in stato di grazia nel sostenere il racconto con la sua colonna sonora.
- La Chani di Zendaya, su cui è stato fatto un ottimo lavoro di scrittura e costruzione narrativa.
- Timothée Chalamet, Zendaya e tutto il cast.
Cosa non va
- … al netto di un paio di personaggi che sono solo introdotti e che dovremo aspettare di veder sviluppati nella possibile Parte Tre.
- Se eravate scettici dopo il primo film, è possibile che anche il secondo non vi travolga. Ma per qualità e potenza vale la pena di provare.
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elperegrinodedios · 1 year
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Mi sono sempre schierato fin da ragazzino, non ho mai seguito la massa, nè mai ho frequentato il branco, ho sempre scelto e forse è proprio per tale motivo che ho sempre avuto molti nemici e tante antipatie. Ed ecco, sto per farmene altre.
#cilasciamoguidaredachicisfrutta#
La politica, mi ha sempre dato la nausea, senso di schifo, che se me ne fossi occupato, è sicuro che sarei stato un rivoltoso e ho sempre odiato la parola diplomazia (per me, sinonimo di piede in due staffe). Chissà quanti mi darebbero torto specialmente oggi guardando i politici attuali la maggior parte dei quali, come è ormai noto già da molto tempo, hanno come alleati o sponsor, molti di quei giornalisti che per uno scoop sono disposti a prostituirsi e si venderebbero moglie e figli. Io questi l'ho sempre chiamati "bertucce".
#laportalargaèpiùfacileecomoda#
Lo stesso per la religione che non ho mai amato e nei confronti del quale, io sono un protestante laico, difensore e sostenitore della sana verità e della parola di Dio un fuorilegge insomma come lo era Gesù. Durante i miei ventennali cammini, mi è capitato delle volte di sostare in tante città note come luoghi di fede e assai impregnate di religiosità prettamente cattoliche e disponendo di tempo ho voluto percorrere la via dolorosa, la via della passione di Cristo, cosidetta via Crucis. Mentre a Lourdes, le stazioni con le varie scene sono rapprentate da statue tutte dorate, quindi non certo di buon gusto, in netta contradizione con l'umiltà e la scelta di povertà del Signore, a Gerusalemme sono riuscito a seguire solo parte della Crucis che dalla Basilica della flagellazione arriva sino al Santo Sepolcro e, udite udite, tutti la seguono recitando il rosario... incredibile! Una interminabile sfilza di ave Maria, su quell'infame strada che Gesù ha percorso tra insulti, frustate e sputi, con il peso della croce e insultato anche da quelli che prima avevano ricevuto miracoli da lui, grondande di sangue per la flagellazione che aveva già subìto e la testa e la fronte perlate del suo sangue, per la ignobile corona di spine che i soldati romani le avevano conficcato nella carne e quindi dicevo, la gente, guidata da alcuni frati, percorre tutto il tragitto recitando la sonnolenta cantilena del rosario anzichè l'eventuale e unica preghiera che Gesù stesso ci ha lasciato ovvero: "Il Padre Nostro". Ho resistito, ma è stata dura.
SELA...
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Sela... Rifletti... Discerni...
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Io sono figlio di Dio e solo Lui è mio Padre. Gesù è mio fratello maggiore lo seguo costantemente nei suoi insegnamenti. Abiterò una meravigliosa casa, mio Padre mi sta già preparando il posto e io sono grato a entrambi per il grande privilegio. Dunque non mi occorre nessun'altra scuola e nè egida da frequentare, io sono già all'Università e non necessito di altro, seguo già il corso dei due più grandi Insegnanti, che si possano mai avere su questa terra ed in questa vita, per mezzo del terzo che è lo Spirito Santo, il mio educatore, la mia grande Guida che mi consiglia, mi corregge e mi edifica ma soprattutto mi da discernimento per distinguere sempre il bene dal male e non a caso si chiama il Consolatore. Mi convertii solo quel giorno, in cui mi venne assicurato prima, e constatato dopo che potevo avere una relazione diretta con Gesù senza intermediari e credere in Lui mi avrebbe assicurato il perdono dei peccati e la salvezza. Peccati passati, i presenti e anche quelli futuri. Futuri?! Si e lo capii solo nel tempo come potesse accadere, rendendomi conto del mio cambiamento: io sono sempre lo stesso ma se prima qualche peccato lo pianificavo, ora no, seppure sia sempre lo stesso peccatore, adesso semplicemente cado, cedo alla tentazione si ma non pianifico più e non c'è più programmazione. Concludendo e ribadendo una volta ancora, che non sono cattolico e nè appartenente ad alcuna altra denominazione o egida, non frequento nè chiese fatte da mani d'uomo ma solo quelle che si riuniscono in spirito, noi dunque, come pietre viventi che come dice la Parola di Dio, poggiano su Cristo chè è la pietra angolare. Io e Dio uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. E quando ho bisogno di alimentarmi, apro le Sacre Scritture, magari insieme agli altri fratelli e sorelle o faccio il numero 33.3 dove Geremia dice di rivolgersi in caso di necessità: "Invocami e io ti risponderò, e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci". Amèn e Amèn!!! Ecco, relazione e non religione. Salvezza e amore, non precetti.
lan ✍️
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colonna-durruti · 1 year
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CHI È VERAMENTE FLAVIO BRIATORE?
L’Espresso se lo chiese in questo articolo del 2010 a firma Mauro Munafò. Briatore ha sempre negato tale ricostruzione, mentre gli autori del libro “Il signor Billionaire" hanno sempre confermato. Ognuno legga bene l’articolo, non poco inquietante, e faccia (civilmente) le sue valutazioni.
“Le vittorie in Formula 1, il matrimonio con la Gregoraci e i flirt con le top model, lo yatch da sogno e il Billionaire, la discoteca dei ricchi in Sardegna. Quando si parla di Flavio Briatore, sono queste le parole d'ordine della cronaca nazionale, gossippara e non. Eppure nel passato del manager di Cuneo ci sono zone d'ombra che stonano con la vita super-pubblica che conduce adesso.
Sono gli anni '70 e '80, passati tra Cuneo e Milano, in cui un giovane assicuratore inizia a costruire quello che poi sarà Mr Billionaire. E nella sua cerchia non mancano i personaggi discutibili, il gioco d'azzardo, le truffe, la latitanza all'estero e le morti sospette. Una scalata al successo partita dal basso e dalla provincia che non si legge però nella biografia ufficiale di Briatore, che a quegli anni dedica qualche riga generica e poco convincente.
A scavare nella vita del manager ci hanno pensato Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma, tre giovani giornalisti autori di "Il signor Billionaire; ascesa, segreti, misteri e coincidenze", appena pubblicato da Aliberti Editore. I tre sono partiti da una serie di articoli di Gianni Barbacetto del '99 per approfondire i misteri del passato di Briatore. Un lavoro fatto alla vecchia maniera, cercando tutti i vecchi soci, i vecchi amici, le fidanzate e i conoscenti del rampante Flavio. E trovandosi spesso davanti un muro di omertà e di consigli a lasciar perdere questa storia, di non chiedere oltre perché ci sono verità "che fanno morti e feriti".
La storia di Briatore sembra il sogno americano, coniugato però alla realtà italiana. Figlio di maestri elementari, si diploma geometra, fa l'assicuratore e apre un ristorante (il Tribula) che chiuderà dopo poco per debiti. Ma la svolta arriva nei primi anni '70, quando lavora con Attilio Dutto, un costruttore locale che rileva la Paramatti Vernici. Nel frattempo Briatore si occupa per alcuni casinò (gestiti dalla malavita) di portare clienti ai tavoli, intascandosi una parte delle loro perdite. Al giro lo introduce Ilario Legnaro che con il boss catanese Gaetano Corallo (vicino al clan Santapaola) si occupa proprio di questo. Tra i clienti portati ai casinò da Briatore c'è proprio Dutto che perderà parecchie decine di milioni nelle sale di Nizza e della Costa Azzurra.
Nel 1979 Attilio Dutto salta in aria con la sua auto: un delitto che non ha mai trovato un responsabile. Dalle testimonianze raccolte nel libro si configura però la mano della mafia. Pare inoltre che lo stesso Dutto volesse "rovinare" Briatore per le truffe che gli aveva giocato. Di sicuro con Dutto scompare anche un capitale stimato in almeno 30 miliardi di lire, che non si sa dove vanno a finire.
Con la fine degli anni '70 e la morte di Dutto, Briatore si trasferisce nella nascente 'Milano da bere', dove conosce la sua prima moglie (fino a oggi tenuta quasi nascosta) e frequenta la gente che conta del capoluogo meneghino, non ultimo Bettino Craxi. Organizza feste e si mette in affari con il conte Achille Caproni, della cui moglie è nel frattempo amante. Con l'amico Emilio Fede, secondo gli autori del libro, organizzerebbe truffe ai tavoli verdi, finché la polizia non lo scopre e lui deve fuggire a St.Thomas, nelle isole Vergini, con moglie al seguito.
Latitante e costretto a rimanere fuori dall'Italia fino all'amnistia del 1990, Briatore si consola nella sua vita da sogno alle isole Vergini e apre e gestisce una rete di negozi per Benetton, un locale notturno e una gelateria. Da lì ci saranno la Formula 1, i mondiali con Schumacher e...mister Billionaire. Il "self made man" di Verzuolo in provincia di Cuneo ormai ce l'ha fatta: è diventato qualcuno, è famoso nel mondo, ricco e invidiato.
"E' il personaggio simbolo di un'intera classe dirigente", spiega Andrea Sceresini, uno degli autori. "La sua immagine pubblica non risente affatto del suo passato. Molte di queste storie sono state scritte anche dai giornali negli anni '70 e '80 e basta una ricerca in archivio per tirarle fuori. I media però si limitano a riportare quello che dice lui e la sua versione della storia".
Una versione che da copione prevede poche righe di biografia ufficiale e qualche risposta evasiva a chi gli chiede conto del passato. Una storia tutta italiana”.
(da "L'Espresso" dell''8 novembre 2010: https://bit.ly/2EE1y0t)
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gregor-samsung · 1 year
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“ C'è una parte di Italia, la quasi totalità delle persone che avrebbero dovuto combatterlo sul piano politico e con una proposta alternativa di efficacia maggiore, che ha considerato Berlusconi non il capo di una coalizione opposta alla propria e poi il presidente del Consiglio di questo Paese; ma ha passato anni e anni a parlare di lui come di un essere spregevole, un pagliaccio, un corrotto, perfino un uomo basso (un nano), un puttaniere. Si è persa un'enorme quantità di tempo e di energie a creare formule sarcastiche per il nemico e quelli che aveva intorno. In fondo, la sequela di errori che sono stati commessi nei lunghi anni di dominio di Berlusconi deriva da questa doppia e insostenibile identità che gli si è attribuita: il mostro e il pagliaccio. Insieme. Erano tutti convinti che fossero due definizioni esponenziali, e nessuno ha immaginato che invece avrebbero potuto essere due pesi che si annullavano. Quindi, né l'uno né l'altro. Nessuno lo ha mai considerato un vero mostro, perché il disprezzo e la derisione ne abbassavano i connotati, neutralizzavano il senso della tragedia, lavoravano per renderlo poco credibile. E non si ha timore vero di chi si considera poco credibile. Se non si ha timore vero dell'avversario politico, non si mettono in atto delle strategie concrete, e alternative alla sua, per combatterlo.
Quando è comparso sulla scena, nel 1994, gli elementi per combattere Berlusconi c'erano già tutti: il conflitto di interessi - e soltanto su questo si sarebbe potuta concentrare tutta la discussione democratica; le idee e i programmi, che non solo erano distanti dalla sinistra, ma erano distanti dagli interessi della maggioranza degli italiani. A questo si è in seguito aggiunta la disinvoltura con cui ha fatto alleanze e ha promesso in cambio con leggerezza, per esempio, il federalismo rovinoso che chiedeva la Lega. In più si è aggiunto ancora il modo di pensare alla politica, di fare campagna elettorale e di promettere, che era facilmente contrastabile al confronto con i risultati ottenuti: la pratica del governo è stata mediocre, con leggi che se potevano essere gravi perché fatte ad personam, lo erano ancora di più (e su questo bastava concentrarsi) perché non erano vantaggiose per la comunità. Tutti questi elementi pubblici, politici, sarebbero bastati a fare un'opposizione chiara e senza nessuna collaborazione di qualsiasi tipo; e sarebbero bastati a organizzare una controproposta politica di altra qualità. Non erano questioni soltanto sufficienti; erano questioni decisive della vita democratica di un Paese; non erano concentrate su una persona, ma sulle regole della comunità. Ciò bastava a mettere in piedi una tale quantità di energia oppositiva da poter essere comparata a una rivoluzione. Le energie invece, sono state sbriciolate e spese a interessarsi di altro: atteggiamenti, gesti e modi di vestire e di parlare; e soprattutto processi, gradi di giudizio e condanne; in particolare, su alcuni eventi scandalosi della vita privata. Non ho mai creduto che si potesse lottare per tutte queste cose insieme. Ho pensato sempre che l'energia oppositiva, in un Paese, è limitata, va salvaguardata, va spesa con razionalità e precisione. La dispersione di energie oppositive in tutti quei rivoli sarcastici, pettegoli, intrusivi, ha tolto forza alla sostanza. La concentrazione su stupidaggini è stato il centro energetico del Paese che si è opposto a Berlusconi. L'unica medaglia al valore civile da sfoggiare, in questi anni, è stata quante volte avevi deriso Berlusconi, quante volte avevi riso di Berlusconi; quanti articoli avevi scritto contro di lui, quante volte avevi espresso pubblicamente il tuo odio. Berlusconi su di noi faceva l'effetto di un dittatore all'incontrario: entravi nell'elenco dei sospettati se non parlavi male di lui. Si è ridotto tutto a un esercizio retorico dell'opposizione, dell'estraneità: con ogni probabilità, questo fenomeno ha avuto luogo per combattere la paura della diversità, la paura verso il potere di quest'uomo, con una denigrazione sul piano personale che ne abbassasse il pericolo. Ma l'operazione di dissacrazione del mito ha soprattutto distratto dalla lotta politica, dal centro delle questioni. Dalla costruzione di un'alternativa più efficace che potesse piacere al Paese. “
Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (collana Super ET), 2017 [1ª ed.ne 2013]; pp. 198-200.
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Bisogna fare chiarezza sulla questione "fischi" a Geolier. Come già detto, i fischi sono MERITATI se sono per la classifica, perché chi continua a definire anche solo da top five la sua performance nella serata cover, è in malafede. E oltretutto, chi accusa la platea di averlo fischiato "solo perché napoletano", sta facendo lo stesso gioco, elogiandolo soltanto per la sua provenienza e per avercela fatta, facendone una questione territoriale.
Premesso questo, a mio parere i fischi sarebbero arrivati se al primo posto ci fosse stato chiunque al posto di Geolier. Probabilmente anche Alfa con Vecchioni, i Santi Francesi con Skin, i Bnkr44 con Pino D'Angiò, Annalisa con La Rappresentante di Lista e Ghali con Ratchopper, che sono tutti quelli che hanno francamente emozionato e divertito di più nella serata di venerdì.
Ciò che però dispiace è che gli stessi che fischiano, noncuranti che sul palco c'è pur sempre un fuoriclasse della musica che si trova lì non per caso perché raccoglie consensi da tutta Italia, probabilmente non lo avrebbero fatto in presenza di Fiorella Mannoia, Loredana Bertè e de I Ricchi e Poveri al primo posto. E sfido chiunque a dire il contrario su questo.
Al Festival deve essere il mancato rispetto della platea che si ha nei riguardi di un'artista a far rumore, solo perché "non compreso" o "nuovo", al quale non si perdona di avere una generazione intera al proprio seguito. Non la provenienza stessa di chi viene fischiato che è roba per i mentecatti che passano le giornate a commentare i post sui social con frasi di odio e disprezzo immotivato. Lo fanno nel calcio, lo fanno nella vita di tutti i giorni.
Nun ce vo' o' Festival, tantomeno Geolier.
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turuin · 7 months
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Nonna soffriva di Alzheimer. Quando vivevo con lei e col nonno, a Roma, durante gli anni dell'università (o perlomeno quella piccola parte di università che ho seguito) prendeva un'integratore per la memoria che si chiamava Memosan. Ogni mattina che il cielo mandava in terra, il nonno gliela dava: e lei gli chiedeva "Franco", col quel suo indimenticabile dialetto cutrese che traduco solo per ragioni pratiche "cos'è questa cosa che mi stai dando?" e lui, paziente: "La medicina per la memoria". Allora lei, mentre la prendeva, leggeva la scatola con un po' di difficoltà, e scandiva "Me-mo-san. Franco! Ma allora dentro c'è la mimosa?" e lui, stanco di dare sempre le stesse spiegazioni, a un certo punto le diceva si, che dentro c'era la mimosa.
Nonna, io i fiori non li regalo più e anche fare gli auguri così, a cazzo, mi pare inutile. Ma a te avrei portato la più bella piantina di mimosa del quartiere di Prati Fiscali.
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raccontiniper18 · 9 months
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Scrive Lei.
Ieri pomeriggio mi è venuta voglia di ''cambiare'' e di dedicarmi un po' a me, mi sono fatta bella, unghie nuove, capelli ricci,trucco semplice ma bello acceso, e mi sono depilata completamente (ultimamente avevo il solito triangolino) fatto un bel bagno caldo e mi sono un po' sfogata con il mio amato doccino. Dopo una bella venuta ed essermi fatta bella aspettavo il mio amore che tornasse da lavoro, che palle anche di domenica deve lavorare.
Esco dalla vasca mi asciugo mi risistemo i capelli mi asciugo e resto in vestaglia con nulla sotto.
Non mi va di cucinare quindi chiedo lui di passare a prendere la pizza prima di ritorno,scrivendo un messaggio su wh app prima a lui e in seguito alla pizzeria, rispondono entrambi positivamente,ovviamente.
Perdo un po' di tempo su amazon per scegliere gli ultimi regali di natale, ma data la mia mente perversa (si se non si fosse capito oggi sono vogliosissima) scrivo sextoy e vedo la miriadi di giochi che ci sono su amazon, non pensavo ce ne fossero tanti, aggiungo al carrello un bel po' di roba e decido di aspettare il mio lui per confermare l'acquisto.
Mi annoio, e mi è salita ancor di più la voglia.
Penso fra me e me :''Ok, ho deciso è da un po' che non lo facciamo. ''
Mi dirigo in bagno apro il cassetto, apro il cassetto e lo prendo.
Noooooh non è il mio dildo o altri sex toy,quelli sono in camera da letto eheehhe.
Sapete cos'è???
Sicuri??
Ci siete arrivati?
LA PERETTA.
La riempio con acqua tiepida, e un po' di sapone e sbatto su e giù.
Metto la vestaglia sul termosifone a muro.
mi metto a cavalcioni sul bide, un po' di sapone sul mio ano.
Su e giù.
Un'altro po' di sapone ed entro con un dito nel mio culetto.
Faccio un po' di su e giù dentro, e mi piace.
Con l'altra mano mi masturbo il clitoride e con l'altra continuo a penetrarmi il culetto.
Rivengo.
Mi calmo.
E faccio la mia perettina.
1 2 3 fin quando l'acqua non è limpidissima...
Finito di far tutto doccetta veloce, mi riasciugo e mi rimetto la vestaglia.
Mi dirigo in salotto e aspetto il mio amore.
Dopo mezz'oretta sento che il garage si sta aprendo.
Dopo 2 minuti è su'.
Appena mi guarda con la vestaglia e svestita. Mi sorride e mi dice ''ciao,amore. Ciao tette ciao patata ciao culetto.''
Si perchè lui saluta tutto avvolte ci parla con le mie zone intime ahahaha
Ci sediamo a tavola.
Mangiamo.
Dopo 2 fette di pizza io decido di scendere giù e di fargli un bel bocchino, quindi dico di essere sazia. E vado sotto il tavolo.
Gli calo i pantaloni,poi le mutande e lui continua a mangiare ovviamente, ha fame poverino,ma io ho fame di salsiccia.
Eccolo li, bello floscio, è cosi' innocente e indifeso quando è a testa giù, gli prendo un po le palle in boccha e le ciuccio, lentamente, alternando leccate sempre e solo alle palline.
Lui ansima.
Io continuo a ciucciare le palle.
Lui dopo un po' mi prega di ciucciarglielo.
Ma io continuo a dedicarmi a solo le sue palline.
Dopo un po' finisce di mangiare, e sposta la sedia all'infuori cosi da farmi uscire anche a me. Nel frattempo che io risalgo lui è già nudo.
Lo spingo sul tavolo e li glielo ciuccio, solo la cappella fortissimo.
Non riesco a prenderlo tutto in bocca ma a lui fa impazzire quando io ci provo e soffoco,quindi l'accontento.
Succhio e vado su e giu,riciuccio e vado su e giù.
Alzo gli occhi e lui è già in paradiso.
Ok, è ora di venire piccolo mio.
Lui dice ''Nono,c'è tempo devi impegnarti di più''
Io sorrido ed accetto la sfida, dopo 2 minuti che succhio all'impazzata il mio lui resiste e si pavoneggia
''Misà che stai perdendo colpi amore mio,non riesci a farmi venire con quella boccuccia?''
Ok, do 10 succhiate lente lente ma intense, non so come non abbia fatto a venire, se mi succhiava a me cosi' il clitoride sarei venuta penso.
Poi prendo due dita me le infilo in fi*a .
Sono bagnatissima, un lago, nemmeno le sento le due dita per quanto sono eccitata. Do un paio di colpetti poi esco dal mio buchetto e boooooom gliele inflilo entrambe nel suo culetto.
Lui per la sorpresa salta un po' su, ma poi sta fermo e si gode il tutto.
Dopo che l'ho infilato e sadomizzato con le mie ditina gli tolgo la bocca da quel cazzone che si ritrova lo guardo e gli dico ''Se resisti a 10 colpi, questa sera ti do il culo''
Incomincio a ciucciarlo e in simultanea gli sfondo in culo con 2 dita,scendo con la bocca e penetro con le due dita insieme ,risalgo e caccio fuori le dita.
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''Ho vintooooooo...'' mi dice
ma all'undicesima mi sb*rra tutta la bocca.
Quasi soffoco per quanta ne ha, tanto che un po' ne esce dal labbro laterale. Ingoio tutto,amo il suo seme.
Mi rialzo e vedo lui soddisfattissimo.
Mi dice ''Ei piccola,grazie. Aspetta ti cola un po' di sb*rra'' e mi lecca il lato guancia e mi da un bel bacione.
Io sorrido e ricambio il bacio.
Volete la continuazione?? Scriveteci in chat.
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evolia7 · 4 days
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PERPETUA VERGINITÀ
Una scrittura molto usata dai protestanti è Matteo 1,25:
"Giuseppe non la conobbe FINCHÉ Maria non ebbe partorito un figlio; e [una volta nato, Giuseppe] gli pose nome Gesù".
Qui la scrittura non dice che dopo la nascita del Salvatore Giuseppe conobbe Maria, inoltre mai la Scrittura dirà che Maria partorì altri figli oltre Gesù stesso.
La Scrittura semplicemente afferma che Maria ha partorito Gesù senza necessità alcuna che Giuseppe [come nessun altro] la conoscesse.
Vi faccio alcuni esempi di come la Scrittura fa uso della congiunzione "FINCHÉ", /che differisce dal modo con cui la utilizziamo noi solitamente/:
"Abbonderà la pace FINCHÉ non ci sia più la luna" (Salmo 71, 7) significa che quando non ci sarà più la luna non ci sarà più pace?
Salmi 109,1:
Oracolo del Signore al mio Signore:
«Siedi alla mia destra,
FINCHÉ io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».
Significa forse che quando i nemici saranno sgabello dei suoi piedi, Gesù non siederà più alla destra del Padre?
1Corinzi 15,25:
"Bisogna infatti che Gesù regni FINCHÉ non abbia posto tutti i nemici sotto i Suoi piedi".
Forse che dopo Gesù non regna più? Come è possibile, visto che la Scrittura dice chiaramente che il suo regno è eterno e senza fine?
"Regnerà per sempre e il Suo regno non avrà fine" (Luca 1,33).
È quindi chiaro che "finché" non significa che dopo Gesù cessa di regnare. Così anche in Matteo 1, 25 quel "non la conobbe FINCHÉ..." non significa che dopo Giuseppe conobbe Maria. Giuseppe non la conobbe mai prima né la conobbe dopo. /L'evento a cui fa riferimento il FINCHÉ in questione non presuppone alcun cambio di abitudini negli atteggiamenti di Giuseppe dopo un indefinito momento temporale, altrimenti il testo ne avrebbe parlato in maniera ugualmente esplicita anche in seguito. Fa "semplicemente" menzione che, nonostante la giusta reticenza di Giuseppe, al momento prestabilito Gesù nacque come annunciato./
Salmi 122,2:
"I nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio,
FINCHÉ abbia pietà di noi".
Significa forse che dopo che Dio avrà avuto pietà di noi, i nostri occhi non saranno più rivolti a Dio?
Matteo 28,20:
"Ecco, io sono con voi tutti i giorni, FINO alla fine del mondo".
Significa questo che dopo la fine del mondo Gesù non è più con noi? Ovviamente no, Gesù sarà sempre con noi, anche dopo la fine del mondo. /Il mondo finirà lo stesso, ma Lui non si muoverà/.
Così anche Maria è rimasta sempre vergine anche dopo il parto.
2Samuele 6,23:
"Mikal, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte."
Dobbiamo forse pensare che Mikal ebbe figli dopo la sua morte? Ovviamente NO.
Come qui non significa che dopo la sua morte Mikal ha avuto figli, così anche quel famoso "FINCHÉ" non significa che dopo il parto Giuseppe conobbe Maria intimamente, /perché non aveva motivi di cambiare atteggiamento verso di lei, specie dopo la nascita miracolosa di Gesù/.
La Scrittura non dice mai che Maria ha partorito altri figli, era infatti stato profetizzato che sarebbe rimasta sempre vergine.
Ezechiele 44,1,2:
«Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c'è passato il Signore, Dio d'Israele. Perciò resterà chiusa».
Maria è "la porta rimasta sempre chiusa" perché rimasta sempre vergine; attraverso questa porta Dio si è incarnato ed è entrato e venuto nel mondo, "Perciò questa porta resterà sempre chiusa, nessuno vi passerà, perché c'è passato il Signore" (Ez 44, 1-2).
Non fatevi ingannare dalle sette protestanti, che soggiogate da spiriti bugiardi offendono Dio e offendono Maria, usano la Scrittura al contrario e dicono menzogne contro la Beata Vergine.
Di Giuseppe Longo, /con alcune precisazioni mie/.
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Ig:serenabanzato
Ho scoperto questo libro per puro caso.
Quel giorno mia mamma sta guardando un programma in TV,quei soliti programmi televisivi dove parlano di varie cose e gli ospiti esprimono le proprie opinioni e impressioni sulla cosa.
Generalmente guardo poco la televisione,molto spesso i programmi che passano non attirano la mia attenzione ma quel giorno è bastata una parola ad attirare la mia più totale attenzione sulla TV "IL CAMMINO DI SANTIAGO".Da sempre questa pellegrinaggio mi affascina.Tutta la storia che c'è dietro questo antico percorso che affrontano milioni di persone,credenti e non credenti,che si mettono in viaggio affrontando quasi 800 km di cammino in una quasi totale desolazione per ritrovare se stessi o semplicemente per provare a stare lontano dalla civiltà moderna.
L'ospite in questione era una psicologa,Serena Banzato,che raccontava come si è ritrovata all'improvviso,sul Cammino di Santiago,ad affrontare la quasi morte.Lei e la sua amica Laura erano partite per fare questo viaggio insieme ma Serena,a seguito di un batterio che le era entrato in una vescica,ha dovuto interrompere il cammino per essere operata d'urgenza alla caviglia.
Subito dopo aver ascoltato la sua storia ho voluto assolutamente il libro per poter leggere quella storia che mi aveva lasciato così senza parole.
Un libro che tra le pagine ha una storia forte,vera ma che nelle parole di Serena ti da uno slancio per "ALLACCIARSI LE SCARPE E RIPARTIRE DA ZERO" proprio come dice la canzone della Pausini che ha citato nell'ultima parte del libro.
Un libro che mi ha fatto piangere,riflettere ma soprattutto mi ha fatto capire che dovrei lasciare andare tutti i sassi che mi porto dentro.Proprio come si fa sul Cammino di Santiago che ogni pellegrino lascia un sasso,che porta da casa,come simbolo di purificazione da tutti i pesi che vuole lasciare andare.
Serena ha,purtroppo,portato dal cammino un sasso più grosso del suo però ha imparato che su quel sasso può ricostruire tutto il suo nuovo mondo ripartendo a piccoli passi e ritrovando se stessa e lasciando cadere tutti quei pesi inutili che si porta dentro.
-la ragazza dal cuore nero♡
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seoul-italybts · 1 month
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Intervista al Team Jimin: Pdogg e GHSTLOOP, i produttori di MUSE | 07.08.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
"In un certo senso è come se l'amore diventasse la sua musa", ci hanno detto Pdogg e GHSTLOOP, i Produttori di 'MUSE', il Nuovo Album di Jimin
__ Intervista al Team Jimin: Pdogg e GHSTLOOP, i produttori di MUSEl  __
__ di BAE JIAHN | 07. 08. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
Jimin è tornato—e con tutto il sostegno del Team Jimin - ora anche noto come Smeraldo Garden Marching Band. Dopo aver capito quale direzione imboccare grazie a FACE, Jimin è ora pronto ad aprire un nuovo capitolo con MUSE. L'artista, che nell'album precedente implorava un potere superiore di essere “reso libero (Set me free)”, avrà davvero trovato la sua libertà? I produttori Pdogg e GHSTLOOP, i quali hanno lavorato ad entrambi gli album solisti di Jimin, ci hanno detto che “Jimin ha sempre tanta voglia di crescere e maturare” e hanno aggiunto che “è sicuramente più determinato di quanto non fosse nell'era di FACE.” Abbiamo fatto una chiacchierata con i produttori di MUSE, nonché membri della SGMB, riguardo la loro partecipazione all'ultimo album di Jimin.
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Congratulazioni per il vostro debutto (ride). Siete apparsi nel MV ufficiale di “Smeraldo Garden Marching Band (feat. Loco)” insieme a Jimin. GHSTLOOP: Onestamente, non mi aspettavo di esservi incluso (ride). Ma abbiamo deciso che se l'idea era quella di partecipare, avremmo seguito il concept e saremmo diventati una banda. È così che il Team Jimin è diventato la Smeraldo Garden Marching Band.
Pdogg: Abbiamo partecipato e l'abbiamo fatto per Jimin. Nel MV, suonavamo davvero i nostri rispettivi strumenti musicali e gli abbiamo suggerito tante idee riguardo l'estetica generale del video.
Pare le/gli ARMY siano curiosə di sapere se è un riferimento ai fiori smeraldo che compaiono nel BTS Universe. Pdogg: Non è esattamente ciò cui puntavamo. La nostra banda è più simile alla Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band ideata dai Beatles. Stavamo cercando parole ed idee chiave e, ad un tratto, abbiamo pensato agli smeraldo. Quindi siamo partiti dagli smeraldo, che sono fiori immaginari, e siamo arrivati alla nostra Smeraldo Garden Marching Band—è così che è nato il nostro concept: è una banda musicale che racconta “The Truth Untold (le verità non ancora svelate)” riguardo l'amore, che è esattamente ciò che simboleggiano anche i fiori. La canzone Truth Untold” - nata nell'era e come concept di LOVE YOURSELF – è un brano triste, ma la Smeraldo Garden Marching Band ne dà una reinterpretazione più allegra.
In FACE, Jimin svela cosa ha provato durante la lunga pausa dal palcoscenico, causata dalla pandemia, mentre in MUSE c'è maggiore attenzione a termini e concetti quali “spettacolo” e “festa.”
Pdogg: Durante la pandemia, molte persone hanno sperimentato un periodo di depressione e scoramento, e Jimin non è stato da meno. Ha dunque preso la sua passione ed entusiasmo per la musica e li ha incanalati nelle sue canzoni. Ricordo quanto fosse felice d'essere a Los Angeles per le registrazioni di “Set Me Free Pt. 2”, in quei giorni di sole e bel tempo (ride). Quindi, sì, credo lavorare a FACE gli abbia fatto bene e l'abbia aiutato a venire a patti con i suoi sentimenti. L'idea che sta dietro a MUSE era di esprimere le emozioni di quel periodo. Ecco perché tutte le canzoni sono allegre e piene di speranza, persino romantiche.
È per questo che avete scelto l'amore come filo conduttore di MUSE? Pdogg: In fin dei conti, la felicità ha origine dall'amore, ma non è stato semplice per Jimin capire come parlare d'amore (ride), quindi – per iniziare – abbiamo discusso insieme come approcciarci al tema dell'amore in un contesto finzionale. E, come ho già menzionato, abbiamo pensato di creare una banda musicale fittizia come i Beatles hanno fatto con la band Sgt. Pepper’s ed affrontare così l'argomento.
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Anche l'idea di collocare il singolo principale, “Who”, verso la fine dell'album fa parte del concept? GHSTLOOP: Abbiamo organizzato i brani di modo che seguissero la storia narrata nell'album. A parte per “Closer Than This”, abbiamo anche lavorato alle tracce nell'ordine in cui appaiono nell'album. Col senno di poi, trovo sia piuttosto pazzesco (ride).
Pdogg: “Rebirth (Intro)” collega MUSE a “Set Me Free Pt. 2”, in quanto mostra come questo sia un nuovo capitolo per Jimin. Il testo e l'atmosfera montano gradualmente in entusiasmo con tono spumeggiante—quasi l'artista stesse valutando se può davvero esprimere quanto è felice. Poi parte “Interlude: Showtime” e viene introdotto il vero concept dell'album. Successivamente, “Smeraldo Garden Marching Band (feat. Loco)” ci guida ancor più alla scoperta del tema di questo progetto. Se lo si interpreta come una dichiarazione d'amore, un brano che aiuta a rivelare una verità altrimenti tenuta nascosta, allora il destinatario è la persona amata, ma volevamo anche fosse una dedica alle/i fan, ecco perché vi si possono trovare versi e riferimenti come quello al “12 giugno”.
“Slow Dance” (feat. Sofia Carson) fa riferimento ad alcuni dei modi in cui si può esprimere il proprio interesse ed amore alla persona che si ha nel cuore, ecco perché il titolo è “Slow Dance (Ballare un lento/dolcemente)”: parla del desiderio di prendersi del tempo per conoscersi l'un l'altrə con calma. Poi raggiungiamo “Be Mine” che sviluppa ulteriormente questo concetto ed immagina la relazione nata da questa prima fase di conoscenza. L'idea originale era collocare il singolo principale dopo questo brano e renderlo una sorta di serenata, ma Jimin non riusciva a calarcisi appieno. Si è dunque chiesto se sarà mai veramente in grado di amare qualcuno, e quella domanda ha portato alla creazione di “Who”. L'album, dunque, parla della ricerca di questa donna immaginaria, ma di fatto “Who” è espressione reale di un senso di solitudine e melanconia, si fa portatrice di questi dubbi ed insicurezze riguardo un'ideale dolce metà, ecco perché l'abbiamo collocata a fine album.
E dunque quello è anche il motivo per cui, mentre FACE ci mostra Jimin venire a patti con se stesso, MUSE ci parla e mostra anche altri soggetti? GHSTLOOP: Esatto. Nel suo primo album Jimin è alla ricerca di sé stesso, mentre nel secondo è un'altra la persona che sta cercando ed aspettando.
Pdogg: In un certo senso, è come se l'amore diventasse la sua musa.
GHSTLOOP: Abbiamo scritto FACE e MUSE più o meno nello stesso periodo.
Pdogg: Ma mentre ci lavoravamo, FACE è risultato essere piuttosto cupo e l'atmosfera delle tracce di MUSE non vi si sposava per nulla, quindi abbiamo deciso di dividere i brani in due album. A ben pensarci, se Jimin non avesse pasticciato e sperimentato un po' con i sintetizzatori KARMA, non esisterebbe neppure “Rebirth” e quel suo famoso crescendo (ride).
Potete parlarcene un po' più approfonditamente? Pdogg: Immagino abbiate visto nel documentario 'Jimin's Production Diary' come l'intro del suo primo album è nata da poche note alla tastiera suonate per caso da Jimin, un giorno che è passato dal mio studio. Ironicamente, è successo lo stesso con l'intro del nuovo album. È dal 2014 che usiamo sempre lo stesso studio per registrazioni come il coro in “Set Me Free Pt. 2” ed il ritornello di “All Day (feat. Tablo)” di RM e, tra le varie attrezzature, lì abbiamo anche un Korg KARMA—ovvero il sintetizzatore anni 2000 per eccellenza. Jimin vi ha suonato un paio di note e ha ideato questa melodia sognante. Dopo averla sentita, GHSTLOOP vi ha aggiunto gli strumenti a fiato ed io le percussioni. Dopodiché, Jimin ha aggiunto altre note e, questa volta, l'atmosfera era completamente diversa, ma ci siamo detti “Non male—proviamo a farci qualcosa.” Ed è così che è nata la prima canzone. Eravamo lì a ballare abbracciati gli uni agli altri, dovevamo davvero sembrare ridicoli (ride).
Nel dietro le quinte del video musicale di “Smeraldo Garden Marching Band (feat. Loco)”, Jimin ha detto che la canzone è stata piuttosto rapida da scrivere. Quale traccia vi ha dato maggiori problemi, allora? Pdogg: Forse “Who”? Credo sia quella che ci ha richiesto più tempo. Abbiamo davvero provato tanti approcci diversi, prima che il brano funzionasse. Alla fine abbiamo deciso di andare a New York e lavorare sul pezzo con Jimin, ed è ciò che abbiamo fatto.
GHSTLOOP: Ne abbiamo parlato con Jon Bellion, che ha prodotto la canzone, e Jimin ci ha spiegato tutto ciò che voleva includere. Jon ha quest'enorme lavagna bianca nel suo studio e mentre Jimin parlava della direzione che voleva prendere con il singolo, Jon era partecipe, commentava cose tipo, “Oh, quindi è questo che vuole esprimere” e si è annotato tutto (ride).
Pdogg: Ciò che Jimin voleva per “Who” era piuttosto chiaro. Ha lavorato a stretto contatto con noi per tutto il tempo, condividendo le sue idee. L'album precedente era profondo e personale, invece quello nuovo è più astratto e non riguarda necessariamente il solo Jimin. Credo ben rappresenti ciò che significa innamorarsi per i Millenials e i membri della Gen Z. La canzone è in inglese perché tratta una tematica comune alle persone di tutto il mondo, quindi ci è sembrato più sensato scriverla direttamente in inglese.
Riguardo alla main track del suo primo album solista, “Like Crazy”, sappiamo che è ispirata al film omonimo. Per questo nuovo album, vi siete forse ispirati a film o altro? Pdogg: Una figura che ci è rimasta particolarmente impressa è Olivia Hussey, l'attrice che ha interpretato 'Romeo e Giulietta (1968)'. Non ci siamo limitati a guardare vecchie clip, ma abbiamo scorso anche ciò che sta facendo oggigiorno e pregavamo, “Per favore, dacci qualche ispirazione!” (ride)
GHSTLOOP: Ci siamo ispirati a lei specialmente per i testi delle canzoni d'amore “Slow Dance” e “Be Mine”. Guardavamo i suoi film e poi ci chiedevamo, “Cosa diremmo noi se dovessimo interpretare quella scena?” Sì, quello è stato il nostro approccio. A ben pensarci, i brani che sono stati poi inclusi nell'album sono tutti quelli cui abbiamo lavorato seguendo quel processo mentale. Nelle nostre menti, avevamo già pronti video musicali per ognuna delle canzoni. Tanto che persino Jimin si atteggiava da regista di MV, a volte (ride).
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Sicuramente Jimin sarà stato dispiaciuto di non potersi esibire dal vivo con le sue nuove canzoni, visto che l'album è stato rilasciato dopo il suo ingresso nell'esercito. L'aspetto performativo è particolarmente importante per lui, d'altronde.
Pdogg: Sì, è davvero un peccato. Ed è proprio per quel motivo che abbiamo preparato una videoclip con l'esibizione di “Slow Dance”: perché Jimin teneva davvero al potersi esibire. Non ha potuto mostrare coreografie, visto che lì era accompagnato dalla band, ma se mai dovesse presentare la traccia in tour, potrebbe aggiungervi alcuni passi di danza, un lento. Quando avevamo concluso i lavori sull'album e mancavano solo più un mese o due al suo arruolamento, si attrezzava di microfono e faceva pratica nel canto e nel ballo come se si stesse preparando per una performance alla TV. Dice che la prima cosa che intende fare, quando avrà dei giorni di riposo dal servizio, è esercitarsi nel canto. Mi sembra davvero determinato a mostrare a tuttə quanto è migliorato ed i piccoli e grandi progressi che ha fatto, quando verrà congedato. Mi ha davvero colpito. La sua routine quotidiana era talmente piena—si svegliava presto ogni giorno per seguire corsi di inglese e lezioni di canto—che, ad un certo punto, non ho resistito e gli ho chiesto “Jimin, perché lavori così tanto?” e la sua risposta è stata che vuole ampliare la gamma di mezzi e forme espressive a sua disposizione, così da semplificare il lavoro di noi produttori e poter mettere a frutto tale esperienza nella stesura delle sue canzoni.
Sofia Carson ha partecipato a “Slow Dance” ed è anche apparsa nella live clip. Com'è nata questa collaborazione? Pdogg: La voce di Jimin ha un che di androgino e richiama l'atmosfera del pop occidentale, quindi abbiamo pensato non ci sarebbe stata male una collaborazione con un'artista d'oltreoceano ed il team A&R ha suggerito Sofia Carson. L'abbiamo anche vista recitare e cantare in un film e guardandola ho pensato “Wow!” È una cantante semplicemente fantastica e le loro voci si sposano bene insieme. Inoltre, Sofia ha studiato danza, quindi quello è un altro punto in comune con Jimin, sarebbero una coppia perfetta dovessero mai esibirsi insieme (ride).
Trovo che MUSE metta perfettamente in risalto la voce sensuale di Jimin. Cosa positiva, dato che quella nota seducente è un prerequisito fondamentale per le canzoni d'amore, e l'album ne è carico. GHSTLOOP: Lo scopo principale di Jimin era capire quali sono i suoi punti di forza nel canto e sfruttarli al meglio. Era anche piuttosto determinato ad apportare cambiamenti al suo stile canoro.
Pdogg: Quando abbiamo lavorato a FACE, Jimin era convinto di poter fare di meglio. Credo non fosse del tutto sicuro di poter esprimere appieno la visione che aveva per quel progetto. Questa volta, però, ha sperimentato con tanti stili e tonalità canore diverse così da trovare la soluzione perfetta per lui e rendere al meglio secondo gli obiettivi ed idee che si era prefigurato. Mentre per l'album precedente abbiamo adattato le canzoni affinché potesse raggiungere senza difficoltà anche le note più alte, che sono la sua specialità, questa volta non ci siamo limitati a quello ma abbiamo anche discusso molto su come potesse esprimersi al meglio, mostrando un approccio e caratteristiche sempre nuove e diverse per ogni brano, come cantando con tonalità più basse e profonde, oltre che in falsetto.
E riguardo questi cambiamenti, la sua voce in “Be Mine” sembra molto più minimal rispetto al cantato nelle sue tracce soliste incluse negli album dei BTS. Nel documentario Jimin’s Production Diary, vediamo che continua a preoccuparsi di non suonare troppo smielato, durante le registrazioni. Sembra veramente riflettere ed avere molto a cuore il suo modo di cantare.
GHSTLOOP: Esatto. Come ha già menzionato Pdogg, Jimin voleva ampliare la gamma di generi e tecniche canore a sua disposizione, ecco perché ha deciso di sperimentare così tanti stili. Rispetto al periodo di FACE, ora è molto più sicuro e stabile – anche emotivamente – ed è quindi molto più facile espandere il suo raggio artistico. Se avete notato una qualche differenza tra “Be Mine” e le sue canzoni precedenti, significa che ce l'ha fatta, che Jimin è riuscito nel suo intento, e noi con lui.
Quali sono le differenze principali nel suo modo di cantare da solista rispetto a quando canta con i BTS? Pdogg: Ognuno dei membri dei BTS sfrutta al massimo i propri punti di forza e nel caso di Jimin si può dire questi siano gli acuti e le note alte. Ma per i suoi lavori solisti, Jimin ha mostrato una gamma canora più ampia. Visto che “Who” è in inglese, vi si è approcciato come se si trattasse di un brano pop americano, sfruttando tecniche vocali mai provate prima. Il nostro obiettivo era presentare il suo cantato in modo che suonasse leggermente diverso rispetto a ciò cui siamo abituati. Inoltre, è sempre interessante sentire i vari vocalist di un gruppo fare a turno in una canzone, specialmente quando si tratta dei BTS perché i membri hanno voci talmente uniche e distinte tra loro, quindi con Jimin abbiamo cercato di registrare anche le sue canzoni soliste sottolineando al meglio il contrasto tra le note alte, quelle basse ed il falsetto, così da rendere più interessante l'ascolto e mantenere alta l'attenzione del pubblico.
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Dopo il rilascio di FACE, Jimin ha dichiarato “Ora sono sicuro della direzione da prendere d'ora in avanti. Ci sono tante cose che voglio fare e provare.” Quale pensate sia la sua forza motrice, ciò che lo spinge sempre a migliorarsi? Pdogg: Si impegna sempre al massimo per migliorare se stesso. Anche quando non aveva più promozioni all'attivo, ha continuato ad esercitarsi nel canto fino al giorno del suo arruolamento, come se ne sentisse davvero la necessità. Dopo FACE, il suo forte senso di responsabilità lo ha guidato a fare ancor meglio per il nuovo album, ed è proprio quella determinazione che lo ha spinto ad esercitarsi ancor più duramente. Persino quando ha finito di registrare tutte le parti vocali per MUSE ed eravamo quasi pronti al rilascio, Jimin non ha smesso di far pratica canora, al punto che ci siamo chiesti, ‘Ehm, forse dovremmo registrare anche questo?’ (ride) Perché, sì, i suoi progressi erano costanti, davvero impressionante.
GHSTLOOP: Persino il remix acustico.. se esiste è proprio perché Jimin continuava ad esercitarsi così duramente che sarebbe stato un peccato non registrarne i risultati (ride).
In MUSE troviamo anche una canzone dedicata alle/i fan, “Closer Than This.” L'approccio a questo tipo di tracce è forse diverso, rispetto al resto? Pdogg: È ormai tanto tempo che GHSTLOOP ed io lavoriamo con i BTS e sappiamo bene quanta sia la loro gratitudine nei confronti delle/i fan, anche se non potremo mai coglierne la portata fino in fondo, non quanto i membri stessi. Per quanto riguarda le fan song, solitamente Jimin ha le idee estremamente chiare rispetto a ciò che vuole esprimere con questi brani. Si annota tutte le conversazioni ed esperienze condivise con le/i fan, come se si trattasse di scrivere una lettera. Quando gli ho chiesto, mi ha spiegato che son tutte cose ed esperienze vissute insieme alle/i fan ed i relativi riferimenti tematici. Quindi è da questi elementi che partiamo per delineare la direzione da seguire. Nel caso di “Closer Than This”, abbiamo deciso di tenere come focus i concerti dei BTS. Ecco perché troviamo versi come "Finché i nostri giorni non si tingeranno nuovamente di viola" ed il testo fa sempre riferimento ai momenti condivisi da Jimin con l'ARMY. Per la parte corale – cantata da bambini – ci siamo prefigurati il giorno in cui i BTS saranno di nuovo tutti e sette insieme e andranno a trovare le/gli ARMY in concerto.
Attraverso MUSE, Jimin ha potuto aprire il proprio cuore alle/gli ARMY e svelare la sua truth untold (verità/parole ancora non condivisa/e). E voi? C'è forse qualche verità non detta che vorreste ora condividere con Jimin? Pdogg: Vorrei semplicemente dirgli che apprezzo tutto il suo strenuo impegno. Solo quello. Per noi produttori non c'è nulla di meglio che un artista che lavora duramente. Ha continuato ad esercitarsi fino al giorno del suo arruolamento affinché l'album potesse diventare un dono prezioso per le/i fan. Gli sono davvero grato e sono estremamente fiero di lui (ride). Ora non mi resta che aspettare e sperare concluda il servizio militare senza problemi ed in buona salute.
GHSTLOOP: Vale lo stesso per me. Come ha detto Pdogg, quest'album è tutto merito del grandissimo impegno e duro lavoro di Jimin, è grazie a lui se anche io ho potuto tenere duro e continuare a lavorare con impegno. Credo sia stata proprio la sua determinazione a trasmettermi l'energia positiva necessaria per portare a termine questo progetto. Gli sono davvero grato. Jimin, torna sano e salvo e quando avrai finito, dobbiamo assolutamente lavorare insieme a qualcosa di nuovo! (Ride).
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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