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#la vita di chi resta
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"Il dolore è un corso di recitazione. Impari a fingere con tutti. Esci, parli, sorridi, ti mischi agli altri, rassicuri, assicuri di farcela, che tieni botta. Dentro hai l'inferno che brucia e scava. Fuori ti atteggi a normale."
La vita di chi resta - Matteo B. Bianchi
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"C'è un prima e c'è un dopo il dolore. Io ero un'altra persona, prima. E mi rimarrà per sempre il dubbio se il vero me stesso fosse il ragazzo incosciente di allora o l'adulto contorto che ne è seguito".
— Matteo B.Bianchi, "La vita di chi resta".
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fuoridalcloro · 7 months
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"C'è un prima e c'è un dopo il dolore. Io ero un'altra persona, prima. E mi rimarrà per sempre il dubbio se il vero me stesso fosse il ragazzo incosciente di allora o l'adulto contorto che ne è seguito."
Matteo B. Bianchi - La vita di chi resta
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gregor-samsung · 10 days
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" Vengo invitato come relatore a un convegno di tre giorni a Torino, un workshop internazionale con decine di partecipanti. Non conosco nessuno di questi colleghi, ma apprezzo la circostanza di un ambiente del tutto nuovo e di gente mai vista. S. è morto da sei mesi. Al ristorante dell’albergo dove si svolge il convegno i posti non sono assegnati e alla prima pausa per il pranzo mi ritrovo a dividere il tavolo con un relatore olandese, un afroamericano di Miami, una canadese, un belga, una brasiliana e un altro italiano, di Roma. L’imbarazzo iniziale dura poco, ci troviamo a discorrere come se ci conoscessimo da mesi, amici di lunga data. La casualità che ci ha riunito allo stesso tavolo si trasforma all’istante in un legame. Finiamo per trascorrere insieme il resto di questi tre giorni. Il convegno, i pranzi, le cene, le serate fuori a bere nei bar della città. Essere sconosciuto fra sconosciuti è rilassante, l’atmosfera di unità che si è venuta a creare fra noi, destinata a durare una finestra di tempo così limitata, ha qualcosa di magico. Ognuno di noi lo riconosce.
L’ultima notte del convegno faccio un sogno eccezionale. Sono in un enorme luna-park e mi aggiro incuriosito fra le diverse attrazioni. Giungo a una giostra composta da una ruota orizzontale alla quale sono agganciate una serie di seggioline a due posti. Decido di salire e ne occupo una da solo. La giostra si mette in moto e dapprima gira piano, poi acquista velocità e comincia a piacermi parecchio. Anzi, mi dico che era tanto che non salivo su un’attrazione del genere e che avevo dimenticato quanto potessero essere divertenti. La velocità del carosello si fa vertiginosa, ormai non riesco neppure a intravedere i volti degli occupanti degli altri seggiolini, è tutto troppo frenetico e confuso, ma questa folle velocità invece di preoccuparmi mi fa ridere fino alle lacrime. Poi il mio seggiolino si stacca dal resto della giostra e comincia a schizzare verso il cielo. Non provo alcuna paura, al contrario ne sono estasiato. Sto volando incontro al cielo, il vento nei capelli, la terra che si allontana sotto di me, sto compiendo un viaggio imprevedibile ed è una sensazione stupenda. Con un’improvvisa intuizione razionale mi rendo conto che sono felice, felice come non ero da mesi. Ed è a quel punto che accade: sento la voce di S. al mio fianco, che nell’orecchio mi sussurra: “Questa felicità è il mio regalo. Buon compleanno”. Mi risveglio all’istante. È la mattina del 18 aprile: me ne ero dimenticato, ma è il mio compleanno.
Questa felicità è il mio regalo. A oggi è il sogno più bello che abbia mai fatto. "
Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta, Mondadori, 2023¹; pp. 144-145.
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heartsbreath · 6 months
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“Ho sempre cercato forme di salvezza nei libri.
(Come fa a salvarsi la gente, senza i libri?)”
Matteo B. Bianchi - La vita di chi resta
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yourtrashcollector · 1 year
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Sto diventando il dolore che mi abita
Matteo B Bianchi, La vita di chi resta
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my-liminalspace · 6 months
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Il mondo mi è crollato addosso eppure sono qui a proteggermi da sola..
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francescacammisa1 · 9 months
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Prima di salire sul treno le porgo quest'ultima domanda: "Se potessi rivolgerti a chi è sopravvissuto da poco al suicidio di qualcuno che ama, che sta vivendo il dolore della perdita proprio in questo momento, cosa gli diresti?". "Che bisogna affrontare le cose una per volta. E essere indulgenti con se stessi: se non si riesce a fare qualcosa oggi non fa niente, si farà domani". Gli direi di non vergognarsi, perché provare vergogna per qualcosa di simile �� assurdo. Gli direi anche di farsi aiutare, di non avere paura di passare attraverso il dolore. E infine gli direi di avere fiducia, che la luce torna e si può vivere bene anche dopo, e anzi può rimanere qualcosa di bello. Il suicidio è ancora un grande tabù, E invece dobbiamo parlarne, lo dobbiamo alle vittime: non solo a chi si è tolto la vita, ma anche a chi è rimasto. Perché nessuno di loro lo ha scelto e nessuno dà loro una mano..."
Matteo B Bianchi - La vita di chi resta
Ph Dave Heath
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illsadboy · 4 months
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La vita è sadica, o ti da il pane o ti da i denti e ti perdi nella frustrazione tra ragazze, droghe, farmaci e varie dipendenze finché non sai più chi sei… quando al principio di tutto quello che volevi era solo essere amato.
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theworldiwouldlike · 8 months
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La vita non si spiega, si vive.
(Luigi Pirandello)
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doblondoro · 9 months
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"Il suicidio è sempre stato spiegato come sintomo di un disturbo mentale, in realtà è un fenomeno molto più complesso. Prima si pensava banalmente che chi voleva suicidarsi fosse depresso, e che quindi andasse curato con un antidepressivo. Ma non è cosi: molti depressi non arrivano a pensieri di morte, invece chi ci pensa è vittima di un dolore mentale costante, di un senso di fallimento, di angoscia, di sofferenza anche fisica, di un dialogo incessante con sé stesso... e il suicidio si presenta come la migliore soluzione per uscire da quello stato. Più che il desiderio di avvicinarsi alla morte, è il tentativo estremo di allontanarsi da un dolore psicologico divenuto insopportabile. Se questo dolore potesse essere alleviato, o eliminato, si ritroverebbe la voglia di vivere."
La vita di chi resta - Matteo B. Bianchi
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Matteo B.Bianchi, "La vita di chi resta".
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deborahtati00 · 7 months
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youtube
" E poi ho visto solo mare, mare, mare
Tanto mare solo acqua, tanta, nei polmoni che fa male e non riesci a respirare
che ti chiedi i pesci come fanno, ma non lo diranno mai"
Questa è una di quelle canzoni che vorrei urlare mentre tengo stretta a me ogni singola parola. Grazie The Zen Circus.
Ascoltatela, ve ne innamorerete!
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gregor-samsung · 6 months
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" Il mio bisnonno Dorino, classe 1888, diceva di aver combattuto tutte le più grandi battaglie della Prima guerra mondiale. Di certo, era stato protagonista di almeno due conquiste storiche, quella del Carso e quella del Monte San Michele. Militare semplice di fanteria, raccontava incredulo di aver assistito alla morte, al ferimento e alla mutilazione di decine di suoi commilitoni durante i combattimenti, ma di essere rimasto completamente illeso. Neanche un graffio, un proiettile di striscio. Nulla. Tirava fuori questa storia ogni volta, durante le feste di Natale, con la famiglia riunita e qualche bicchiere in corpo. Si commuoveva ricordando gli amici caduti e non si capacitava del proprio destino di miracolato. L’episodio più sbalorditivo però gli era accaduto dopo le battaglie del Carso e del San Michele, quando l’intero battaglione era stato inviato in Albania. In seguito ai successi conquistati anche su questo campo, la truppa aveva ottenuto una licenza premio per tornare a casa qualche giorno. Si era dunque imbarcata al porto di Valona su una nave diretta in Italia, ma pochi attimi prima della partenza è giunto un gruppo di ufficiali e per fare posto ai graduati alcuni militari semplici sono stati fatti scendere. Fra loro c’era anche Dorino. Le sue vibranti proteste per questa ingiusta e improvvisa sostituzione sono rimaste inascoltate. Tuttavia, pochi minuti dopo la partenza la nave è stata silurata e affondata dalle flotte nemiche e l’intero equipaggio è perito nell’attacco. Ancora una volta, la sorte aveva deciso di graziarlo, e nel modo più plateale possibile.
Per quanto fossi molto piccolo, mi ricordo del bisnonno che raccontava queste storie trattenendo a stento l’emozione, anche se solo diversi anni dopo ne avrei compreso il contenuto. Mi sono trovato anche a riflettere sui suoi racconti e sulla sua inspiegabile sorte. Forse è insito nel mio DNA: sono destinato a sopravvivere. È un lascito ereditario che scorre nel sangue della mia famiglia. Proprio come Dorino che ripeteva la sua incredibile storia a chiunque volesse ascoltarla, anche io sono sopravvissuto a una guerra perché il mio ruolo è raccontarla. "
Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta, Mondadori, 2023¹; pp. 57-58.
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heartsbreath · 6 months
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“Ciò che il sopravvissuto cerca non è la remissione del dolore, perché sa che è impossibile. Più che altro anela a una tregua, prega per un breve armistizio. Qualche minuto con la testa sopra la superficie dell'acqua, in cui tornare a respirare a pieni polmoni, prima di immergersi di nuovo in quella perenne apnea.”
Matteo B. Bianchi - La vita di chi resta
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