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#cangrande
fabriziosbardella · 2 years
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Saranno in 7mila gli sportivi che domenica 20 novembre parteciperanno alla Verona Marathon che prenderà il via dalla Bra alle 8.30. #veronamarathon #10kmavesani #cangrandehalfmarathon #trafficomodificato  #damianotommasi #sistaconfacoltadirimozione
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ripplefactor · 1 year
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Carlo Scarpa at the Museo di Castelvecchio, Verona—and the 14th-century equestrian statue of Cangrande I della Scala he had dramatically placed, high up on the first floor.
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distinktionsfetzen · 11 months
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Check out Fabio Mauri, Cangrande (1970), From Hauser
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lamilanomagazine · 4 months
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Premiate in Gran Guardia le eccellenze dello sport veronese. Il Cangrande d'oro a Elisa Molinarolo
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Premiate in Gran Guardia le eccellenze dello sport veronese. Il Cangrande d'oro a Elisa Molinarolo È Elisa Molinarolo, 30enne campionessa di salto con l'asta, la vincitrice del Cangrande d'Oro 2023, riconoscimento che il Comune assegna ai campioni dello sport scaligero. Molinarolo, nel 2023 a Budapest, è stata la prima atleta italiana a raggiungere la finale del salto con l'asta in un Campionato del Mondo. Ha un palmares di tutto rispetto, essendosi anche laureata campionessa italiana di ginnastica artistica, specialità volteggio, nel 2009. Disciplina abbandonata nel 2011 per praticare il salto con l'asta, dimostrando che nello sport con la determinazione, l'allenamento e il sacrificio nessun risultato è precluso. Anche quest'anno il Cangrande non è stato solo un riconoscimento dell'eccellenza sportiva individuale, ma anche un tributo alle scuole, che si sono distintamente impegnate nei vari progetti sportivi, a chi organizza eventi e chi li racconta sui media. Non si celebrano dunque solo le vittorie nelle diverse discipline sportive, ma anche l'importanza del fare attività fisica e della partecipazione comunitaria attraverso lo sport. Un'opportunità per valorizzare e premiare gli sforzi collettivi di atleti, allenatori e istituzioni educative che promuovono lo spirito sportivo e l'inclusione nel territorio. Ad assegnare i premi in Gran Guardia il sindaco, l'Assessore al Terzo Settore, l'Assessora alle Politiche Sociali, il Presidente della 1° Commissione consiliare, il Delegato Provinciale CONI Stefano Gnesato, il Direttore Generale di Fondazione Bentegodi Stefano Stanzial in rappresentanza della Fondazione stessa, il professor Alberto Nuvolari. "Un premio che raccoglie in città e in provincia storie di ragazzi e ragazze e non solo – ha detto il sindaco –, perché anche quest'anno sono stati indicati nomi fuori categoria, eventi e persone che vanno premiate al di là delle categorie che vengono riconosciute. Sono stato, credo, fra i premiati della prima edizione, per questo oggi da sindaco che ha voluto mantenere la delega allo Sport sono doppiamente legato a questo riconoscimento. Credo che lo sport sia un importante tassello della nostra comunità e oggi è il momento di celebrare nel miglior modo possibile quelli che lo scorso anno hanno raccontato qualcosa di particolare per Verona e il nostro territorio. Un doveroso grazie a quanti fanno risuonare il nome della nostra città lontano, a livello nazionale e internazionale. Grazie davvero, perché come spesso mi capita di dire, perché ne sono convinto, le storie di sport  sono anche le storie di uno spessore umano non indifferente, è quindi molto educative per tutti noi. Grazie di raccontare la nostra città giallo blu sempre con lo stesso entusiasmo". "Siamo profondamente onorati di ricevere questo prestigioso riconoscimento dedicato allo sport – ha commentato Giovanni Rana Jr, Innovation Manager del Gruppo Rana –. La collaborazione con la squadra Rana Verona è un'esperienza incredibilmente gratificante, che ci ha permesso di sviluppare un progetto che non si ferma al solo sostegno della squadra, ma che promuove una sana alimentazione, al centro della quale vi è anche la nostra pasta fresca, e tutti i valori dello sport, grazie ai quali persone di diverse età, background e culture hanno l'opportunità di incontrarsi, interagire e creare affinità. Continueremo con passione verso questa direzione, lavorando instancabilmente per costruire una visione comune per il futuro dello sport a Verona, affinché le persone possano trovare ispirazione, crescere e connettersi attraverso la forza dello sport". Tutti i premiati e le motivazioni CANGRANDE D'ORO Elisa Molinarolo - Salto con l'asta - Prima atleta italiana finalista nel salto con l'asta ad un Campionato del Mondo CANGRANDE SPECIALITA' Petar Ciangherotti - Tennis campione italiano under 14 Mattia Tanara - Winter triathlon, campione italiano ed europeo assoluto e mondiale under 23 Asia Sgaravato - Medaglia di bronzo ai campionati mondiali di ciclismo juniores Carlos D'Ambrosio - Nuoto 3 titoli italiani e campione europeo giovanile staffetta Elena Governo - Cerchio aereo campionessa mondiale categoria senior Nicolò Signorini - Campione italiano judo under 15 CANGRANDE SCUOLA Istituto Comprensivo 8 Centro Storico Verona - Per l'adesione con entusiasmo ai vari progetti sportivi dai Campionati studenteschi al progetto regionale denominato "Scuole e Sport" coinvolgendo gli allievi e le allieve sia in attività sportive sia nei giochi della tradizione CANGRANDE ALLENATORE SPORTIVO Roberto Pimazzoni - Karate paralimpico – allenatore di atleti paralimpici, che hanno conquistato alla prima partecipazione 3 titoli italiani. CANGRANDE DIRIGENTE SPORTIVO Raffaello Cordioli - Dirigente storico del ciclismo veronese. ha accompagnato e diretto molte squadre formando attualmente il team petrucci CANGRANDE SQUADRA Nuoto Bentegodi - Promozione serie A Asd Rafting Team Verona - Vittoria campionato del mondo 2023 squadra mista, 3° posto squadra maschile, 5° posto squadra femminile GIORNALISTA SPORTIVO Marzio Perbellini - Giornalista professionista dal 2011 redattore nel settore sport, dal 2015 segue la squadra veronese di volley in serie A CANGRANDE SOCIALE NELLO SPORT Asd Nippon Club - Creazione sezione karate paralimpico – con l'attività di parakarate rende possibile l'inclusione attraverso lo sport CANGRANDE SPONSOR Pastificio Rana - Per il costante impegno nell'attività di promozione del volley veronese CANGRANDE CARRIERA SPORTIVA Alberto Limatore - Bike trial: 14 volte campione del mondo, 1 coppa del mondo, 7 guinness world records. MENZIONI SPECIALI Trasmissione Palla Lunga e Pedalare - Per le 500 puntate del format FIPAV - Per l'evento Volley in Arena Armando Zambaldo - Dopo una carriera da sportivo olimpionico, risulta essere uno dei pochi senatori (cioè che ha partecipato a tutte le edizioni) della Marcialonga Giovanni Bertossi - Partecipazione alla Parigi-Brest-Parigi 2023 e a numerose gare di durata di sci di fondo (Marcialonga)... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Arca di Mastino II Della Scala e arca di Cangrande Della Scala
📍Arche scaligere / Verona 🇮🇹
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arcticsloths · 9 months
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currently in biblio a studiare l'epistola a cangrande volendo cr3pare
fate l'amore non fate filologia dantesca
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aki1975 · 9 months
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Raffaello Sanzio - Roma - Musei Vaticani - Parnaso - 1511
La Divina Commedia è una rappresentazione infinita di storie e di personaggi che Dante, in quanto agens ed auctor, mette in scena:
la vittima di un femminicidio Pia de' Tolomei ("Deh, quando tu sarai tornato al mondo, e riposato de la lunga via", seguitò 'l terzo spirito al secondo, "Ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che 'nnanellata pria disposando m'avea con la sua gemma");
l'incontro nel Purgatorio con Forese Donati con cui Dante si scambiò una celebre Tenzone e, nel Paradiso, con la sorella Piccarda che venne fatta uscire con la forza dalla vita monastica. I Donati, a capo dei Guelfi Neri, inviarono Dante, appartenente ai Guelfi Bianchi, in esilio;
la figura cavalleresca del figlio di Federico II, Manfredi ("biondo era e bello e di gentil aspetto");
l'amico Casella ("Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto! Tre volte dietro a lei le mani avvinsi, e tante mi tornai con esse al petto");
Virgilio (" tempo de li dei falsi e bugiardi”, “Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore, tu se’ solo colui da cu’ io tolsi lo bello stilo che m’ha fatto onore");
Caronte ("Non isperate mai veder lo cielo", "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare");
la figlia di Guido da Polenta (signore di Ravenna), Francesca, e il fratello del suo sposo Gianciotto Malatesta Paolo ("la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante");
l’illustre ghibellino Farinata degli Uberti;
Ulisse, il cui canto è richiamato nel lager da Primo Levi (“l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto, e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l’alto mare aperto…Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza";
Geri del Bello, ucciso dalla famiglia Sacchetti, non vendicato dalla famiglia di Dante a cui apparteneva;
il Conte Ugolino (“poscia, più che il dolor, poté il digiuno");
Celestino V (“colui / che fece per viltade il gran rifiuto”);
il crociato è trisavolo Cacciaguida che predice a Dante l’esilio (“Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”) e critica la corruzione della Firenze del ‘300 (“le genti nove e i subiti guadagni”) come sintomo del declino dell’ordine della società medievale;
San Bernardo di Chiaravalle che accompagna Dante nell’ultimo canto del Paradiso invocando la Madonna (“«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura);
Cangrande della Scala, Signore di Verona ove è sepolto in una delle arche gotiche, a cui è dedicata la cantica del Paradiso;
ed ovviamente Beatrice per cui Dante è “amico mio, e non de la ventura”.
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jacopocioni · 2 years
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Dante e i canti scomparsi
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La morte di Dante Alighieri avvenne nella notte tra il 13 ed il 14 settembre 1321, al suo rientro a Ravenna dopo una missione diplomatica a Venezia.  Ad esequie avvenute, dopo l’elaborazione del lutto e il disbrigo di tutte le pratiche burocratiche, gli eredi di Dante, i figli Pietro e Jacopo, riordinarono tutti i carteggi del padre e, cosa stranissima, non trovarono gli ultimi tredici canti del Paradiso. I ragazzi sapevano che il poeta aveva ultimato la stesura della sua Commedia ma, malgrado ogni ricerca, questi ultimi versi non saltavano fuori da nessuna parte. Forse Dante li aveva nascosti in un luogo segreto, o affidati a chissà chi per chissà quale motivo? Nessuno sapeva niente. Dante aveva l’abitudine di far leggere per primo i suoi canti a Cangrande della Scala, dopo di che ne faceva copia a chi la volesse; ma anche Cangrande non aveva avuto il privilegio di leggere quegli ultimi, importanti, preziosi canti. Figli ed amici di Dante trascorsero interi mesi rovistando tra le carte, frugando in ogni anfratto, aprendo ogni cassetto, perlustrando ogni ambiente… Niente. Pietro ed Jacopo persero ogni speranza di trovare gli ultimi tredici canti. L’unica, ultima cosa che restava loro da fare, incalzati dagli amici, era di completare loro stessi la Commedia. I ragazzi erano dei bravi “dicitori in rima” (non poeti) e si impegnarono totalmente nell’opera. E qui accadde l’inimmaginabile. Una notte Jacopo sognò il padre che, preoccupato per le sorti del suo poema, indicò al figlio il punto esatto in cui, prima di partire per Venezia, aveva nascosto i canti che nessuno riusciva a trovare.
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Nel suo “Trattatello in laude di Dante”, Giovanni Boccaccio racconta questo episodio. “Raccontava uno valente uomo ravignano, il cui nome fu Piero Giardino, lungamente discepolo stato di Dante, che, dopo l'ottavo mese della morte del suo maestro, era una notte, vicino all'ora che noi chiamiamo , venuto a casa sua il predetto Iacopo, e dettogli sé quella notte, poco avanti a quell'ora, avere nel sonno veduto Dante suo padre, vestito di candidissimi vestimenti e d'una luce non usata risplendente nel viso, venire a lui; il quale gli parea domandare s'egli vivea, e udire da lui per risposta di sì, ma della vera vita, non della nostra; per che, oltre a questo, gli pareva ancora domandare, se egli avea compiuta la sua opera anzi il suo passare alla vera vita, e, se compiuta l'avea, dove fosse quello che vi mancava, da loro giammai non potuto trovare. A questo gli parea la seconda volta udire per risposta: Read the full article
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Questo fine settimana venite a vivere il Medioevo a Forte Gisella! ⚔️⚔️⚔️⚔️⚔️⚔️⚔️⚔️⚔️⚔️⚔️ - - #MastiniDellaScala #rievocazionestorica #rievocazione #rievocazionemedievale #reenactment #maestrofabioscolari #accademiafabioscolari #scaligeri #cangrandedellascala #cangrande #cansignorio #mastinodellascala #signoriascaligera #signoriadellascala #famigliadellascala #VeronaScaligera #VeronaMedievale #medioevo #medioevoveronese #dellascala #Verona #Compagniadelle12Lame #Compagnia12Lame #12Lame #ForteGisella #VeronaPresidioStorico (presso FORTE Gisella) https://www.instagram.com/p/ChoviJPLTLp/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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emanuelepinelli · 7 years
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Dialogo di Dante e di Marco Polo
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Si racconta che Dante e Marco Polo si incontrarono una sera del 1313, ad un banchetto che si tenne a Verona.
Il poeta si trovava lì in esilio, mentre il viaggiatore vi si era recato per curare alcuni affari di famiglia nelle campagne venete.
Quando Cangrande della Scala, signore della città, aveva annunciato che avrebbe dato quel banchetto, e si era sparsa la voce che ci sarebbe stato Marco Polo, gli abitanti erano stati presi da un autentico delirio, e per giorni avevano fatto a gara per farsi invitare.
"Avete sentito? Verrà Marco Polo!" "Il viaggiatore, quello che è stato in Cina!" "E nelle Indie, e nel regno dei Tartari!" "L'unico cristiano che abbia mai visitato quei luoghi..." "Si dice che sia diventato persino un dignitario del Gran Khan!" "Chissà quante cose ha da raccontare..." "Non me lo perderò per nulla al mondo!!"
Così, quando le carni di fagiano speziate stavano ancora finendo di cuocere, e le botti di vino erano ancora mezze piene, e i violoni e le tiorbe avevano suonato appena la metà delle loro danze, intorno a Marco Polo si era già formato un capannello di curiosi, che pendevano dalle sue labbra, accalcandosi e sgomitando per vederlo meglio, mentre lui li affabulava con i suoi racconti.
"Capito, quindi, come vengono incantati i pesci per dare ai tuffatori il tempo di pescare le perle al largo di Baccalàr? Pensate invece che poco più a nord, nel reame di Basma, le scimmie vengono depilate, truccate e vestite da damigelle...e il cammello, in Madagascar, viene arrostito così...davvero, i Bregomanni vanno in giro con i genitali all'aria, perché ragionano così: se non li usi per molestare fanciulle innocenti, che motivo hai di coprirli? Chi li copre, secondo loro, ha qualche cosa da nascondere..."
Dante ascoltava da lontano. Seduto in un angolo buio, ignorato da chiunque, se ne stava tutto solo con le sue fantasie, e in particolare rimuginava su un verso dell'Inferno che proprio non riusciva a completare. "Non ti curar di lor...ha la sonorità di un cane che mastica...Non ragioniam di lor, ma guarda e passa: ecco! Mi pare che fili molto meglio..."
E intanto la voce di Marco Polo cresceva sempre più di tono. "A quel punto l'aquila scende in picchiata e afferra il pezzo di carne a cui il diamante è rimasto incollato" gesticolava, mimando con le mani il volo dell'uccello. "Lo lascia cadere nel suo nido, in cima a un picco altissimo, ed è là, care signore, che gli abitanti di Maabàr, arrampicandosi, vanno a raccogliere il tesoro!"
Dante vuotò l'ennesima coppa di vino, e riprese a strizzarsi le tempie. "Ma non sarà troppo arrischiato condannare Celestino tra gli ignavi? Tutti credono che sia stato un santo a non sporcarsi le mani con la corruzione della Curia. Ma per me è stato solo un vile...giuro! Sarà un mio limite,  ma..."
"Ehi" lo interruppe una voce. "Va tutto bene?"
Dante alzò lo sguardo da terra. Era proprio lui, Marco Polo, l'anima della festa, che gli stava rivolgendo la parola.
"Tu sei Dante Alighieri, giusto?"
"Sì" si alzò il poeta, ciondolante. "Mi sembra di sì".
"Ma è vero quello che si dice?" bisbigliò Marco Polo. "Che stai componendo un poema su un viaggio nell'aldilà?"
"In teoria sì" arrossì Dante. "Ma perché dovresti perderci il tuo tempo? Non ho voglia di distrarti con le mie sciocchezze. Hai così tanti impegni...dovunque tu vada, c'è una folla di persone ad aspettarti, ansiosa di ascoltare i tuoi racconti su quei paesi esotici...
Se solo sapessi quanto ti invidio, Marco! Lasciare l'Italia con le sue miserie, e girare per il mondo, andare  in Cina, nelle Indie, nel regno dei Tartari! Conoscere tante culture diverse, tante religioni diverse, tante lingue diverse! E chissà di quante e quali donne ti sei innamorato laggiù...insomma, nessun altro che io conosca ha l'esperienza che hai tu. Nessun altro può raccontare avventure come le tue. Sappi che ti invidierò per sempre!"
Marco Polo sospirò profondamente.
"Invidiarmi?" sorrise, malinconico.
"Tu credi davvero che io meriti di essere invidiato?"
Si riempì anche lui una coppa.
"Non sai quanto ti sbagli" riprese. "Riflettici. Quando sto seduto al centro della festa a sciorinare i miei racconti, che cosa ammira la gente di me? Che cosa trovano in me di interessante?
Nulla. Si interessano solo alle cose che ho visto nei miei viaggi, che esistono a prescindere da me. Fra quelli che mi rivolgono la parola, nessuno parla mai con Marco Polo: parlano tutti con le Indie. Togli da me le Indie, e non ci resterà più niente.
Tutta questa attrazione per i paesi lontani, poi, da cosa nasce? Pensi che se Kambalù fosse fatta come Verona, e il vino di linfa di Samarra avesse lo stesso sapore del rosso di Borgogna, la gente se ne interesserebbe?
No, ti dico, perché l'interesse scatta in automatico di fronte a ciò che è diverso da quello a cui siamo abituati. Così come i nani, i pazzi o le barzellette ci fanno subito ridere, i popoli lontani ci fanno subito incuriosire. Non serve nessuno sforzo. Non occorre nessun contributo personale.
E lo stesso valeva quando ero in Oriente. Un uomo rosa maiale, col nasone e un accento bislacco: già solo questo bastava a far girare tutti per strada, a farli accorrere intorno a me con mille domande. Che merito ne avevo io? Qualunque italiano ci fosse andato, quelli avrebbero avuto la stessa reazione.
E veniamo agli amori che ho vissuto in Oriente. Di cosa credi che fossero fatti?
Quante di quelle ragazze amavano Marco Polo, e quante invece amavano lo Straniero Misterioso? O peggio, quante amavano il puro brivido di poter raccontare alle amiche di aver avuto una tresca con lo Straniero Misterioso?
E io stesso, di quante ragazze ho amato solo gli occhi a mandorla! O la pelle scura! O il brivido di baciarle pur sapendo che nella loro cultura gli adulteri finiscono scuoiati vivi!
Quante volte mi sono innamorato di una situazione, e non di una persona!
Insomma Dante, io sono stato solo un tramite, solo un vetro in cui due civiltà si sono specchiate, una dopo l'altra, senza che io potessi fare niente per cambiarle. Lascia passare qualche secolo, e vedrai che questi miei racconti, che oggi vanno così di moda, saranno ignorati da tutti".
Mandò giù il vino fino all'ultima goccia e poi se ne versò dell'altro.
"E adesso esaminiamo la tua vita.
Per cominciare ti sei sempre dedicato alla politica. Non hai smesso un attimo di lottare per il bene di Firenze, dell'Italia e dell'Impero, neanche quando farlo metteva in pericolo la tua incolumità. Hai perso ore e ore appresso alle piccole beghe di partito, dei Bianchi e dei Neri, dei Ghibellini o dei Guelfi.
Ebbene: quando io sono scappato dall'Italia come un coniglio, e sono andato ad arricchirmi nelle Indie, pensi che avrei mai potuto farlo, se a loro volta le Indie non avessero avuto qualcuno che aveva deciso di restare lì a lottare per renderle un Paese accogliente? Ci avrei trovato solo macerie, se anche l'India non avesse avuto i suoi tanti piccoli Dante, i suoi tanti piccoli partiti bianchi o neri. Ricordalo: dietro le avventure di quelli come me, c'è sempre la fatica di quelli come te.
E poi hai coltivato la poesia. Lo sai? Anche la lingua poetica ci stupisce perché è diversa da quella a cui siamo abituati. Ma per ottenere questo effetto ci vogliono anni di sforzi, di cure, di intuizioni, di ragionamenti, di colpi di genio. Ci vuole una lenta e costante educazione del gusto, che solo in pochissimi eletti si compie pienamente. Una bella poesia non la trovi camminando verso Est per mille miglia, e neanche per diecimila. Devi rendere la tua anima in grado di crearla, e non ci sono scorciatoie: che tu ci riesca dipende soltanto da te.
Così, al poeta accade l'opposto di quello che accade al viaggiatore. Quando chiama in causa nei suoi versi un elemento del mondo reale, quell'elemento acquista valore solo grazie alla sua mente e al significato che gli ha attribuito.
In India ho sentito più volte la storiella degli scacchi e dei chicchi di riso, ma che ne diresti se come il doppiar degli scacchi s'immilla fosse associato all'apparizione di una schiera infinita di angeli?
Ho visto tante barche filare così veloci che sembravano volare, ma se dei remi facemmo ali al folle volo fosse detto da un gruppo di compagni che si è lanciato verso l'ignoto, travalicando ogni limite umano? Quell'espressione non diventerebbe molto più possente e più sublime?
È per questo che i costumi delle indiane del Duecento, quelle con cui ho avuto le mie storie, presto non interesseranno più a nessuno, mentre della donna che hai amato tu...beh...chiunque ricorderà già solo la maniera di salutare. È il senso che tu hai dato a quel saluto a renderlo immortale.
E a proposito di immortalità...se davvero hai deciso di descrivere un viaggio ultraterreno, la tua è la vita più preziosa e più invidiabile che esista.
Affiancare altri mondi al mondo che noi conosciamo! Mondi eterni, incorruttibili, che parleranno all'uomo del Seicento come a quello del Trecento e all'uomo del Duemila come a quello del Seicento...mi vengono le vertigini solo a pensarci!
Fra molti anni, quando gli uomini leggeranno il mio resoconto della grande battaglia tra Kublai e Najan, a cui presero parte 400.000 soldati e dove l'urto delle cavallerie fu udito in tutta l'Asia, lo troveranno piuttosto indifferente per la loro vita.
Quando invece leggeranno i tuoi versi sui dannati e sui beati e sulle loro sofferenze, non potranno rimanere indifferenti.
Sarà a te che intitoleranno scuole in tutta Italia, non a me, e sarà il tuo viso, non il mio, a finire sbalzato su una moneta come il viso di un re.
Va' avanti per la tua strada, allora, e lascia ad altri la seccatura di attirare l'attenzione nelle feste.
Per viaggiare in questo mondo basta essere ricchi...per viaggiare in altri mondi si deve essere geni".
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deathshallbenomore · 3 years
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maurom · 5 years
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Cangrande della scala, Verona. #mauromagagnafotografo#mauromagagna #archescaligere #cangrande #scaligeri #architecture #storic #centrostorico #statue #tombs #sunwayfoto #workshopfotografia #canonitaliaspa #sun #shadow #tiltshift #scaligertombs (presso Scaliger Tombs) https://www.instagram.com/p/BxJpzunHVkd/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=s9xbsv1wx7cz
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Ma di cosa è morto Cangrande della Scala il 22 luglio 1329? Nel 2004, quando a Verona governava il centrosinistra, dissero che si trattò di avvelenamento da Digitale, ma oggi che governa il centrodestra sono certi che fu per malattia genetica. Studi che a distanza di 15 anni, entrambi condotti da luminari di chiara fama, hanno quindi portato a diagnosi differenti.
Oggi è certo che Cangrande della Scala morì a causa di una rara malattia, la Glicogenesi tipo II, che lo stroncò in maniera quasi fulminea conducendolo al decesso dopo tre giorni di agonia. Questo è il verdetto della prima indagine sul DNA della sua mummia, orchestrata dai laboratori di Genomica Funzionale dell’Università di Verona e di Antropologia Molecolare e Paleogenetica dell’Università di Firenze, con la collaborazione del Museo di Storia Naturale della città scaligera.
Lo studio ha rispettato le scadenze prefissate nel gennaio 2020, quando l’obiettivo annunciato era quello di analizzare le sequenze genetiche del rinomato signore di Verona per ricostruirne gesta e fattezze entro il 2021, ovvero il settimo centenario della morte di Dante Alighieri di cui Cangrande fu amico e mecenate, tanto da meritare la dedica della terza cantica della Divina Commedia, il Paradiso.
La falange del piede e il pezzo di fegato prelevati dai resti del celebre scaligero hanno fugato i sospetti che circolavano attorno i suoi ultimi istanti di vita. «La morte di Cangrande oggi non è più un mistero» ha annunciato il sindaco Federico Sboarina. «Contrariamente a quanto supposto per secoli, morì per una malattia genetica». Dunque nessuna congiura ai danni del temuto condottiero che aveva appena conquistato trionfante Treviso, nessun assassinio a spezzarlo, nessun avvelenamento. O forse sì…
Infatti il sonno eterno del signore di Verona era già stato disturbato nel febbraio 2004 allo scopo di effettuare studi paleopatologici sul suo corpo in ottimo stato di conservazione, e le analisi intraprese sembravano aver condotto ad approdi definitivi sulla sua morte: l’équipe di studiosi, composta tra gli altri dai professori Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e Franco Tagliaro dell’ateneo di Verona, aveva sottoposto la mummia a Tac, autopsia ed analisi tossicologiche, rilevando nel suo intestino eccessive quantità di Digitale, una pianta dalle proprietà curative ma che può risultare letale per l’uomo se assunta in dosi massicce.
Così erano state anche smentite le fonti antiche che rubricavano la scomparsa di Cangrande come caso di fluxus ventris (dissenteria) e il giallo del grande scaligero pareva archiviato: avvelenamento, forse dovuto ad un’ingestione accidentale di foglie di digitale, o forse provocato da una volontà cospiratrice. Di certo, la condanna a morte del suo medico, ritenuto responsabile della somministrazione fatale, faceva propendere più per la seconda ipotesi. Così per anni giornali, radio e TV hanno diffuso la notizia del mistero risolto.
Tuttavia dopo la recente indagine genetica queste certezze sembrano venire meno: ma allora, come è morto Cangrande? Noi uomini ignoranti di scienza possiamo, con uno sforzo immaginativo, far coesistere i due studi, fantasticando che le foglie di Digitale – ammesso che all’epoca fossero conosciuti i benefici medici della pianta – siano state ingerite dal condottiero per attenuare la violenta crisi generata dalla Glicogenesi. Ma sono solo congetture, chissà quanto distanti dalla verità che le nuove tecnologie hanno chiarificato in maniera definitiva. Forse.
Nel frattempo si sono levati i consueti “cori social” a commentare la notizia, chiedendosi l’utilità di questi studi in un periodo di pandemia e difficoltà economica, ma la grandiosa portata scientifica dell’indagine, che ha comunque accertato l’effettiva presenza della patologia su un uomo vissuto 700 anni fa, è più che sufficiente per giustificarne gli sforzi. I dubbi vengono piuttosto mettendosi nei panni del povero Cangrande, perché, oggi più che mai, dall’alto del Paradiso che Dante gli aveva fatto tanto amare, pure lui si starà chiedendo: «Come diavolo sono morto?».
Gregorio Maroso
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lamilanomagazine · 6 months
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Verona: Dantedì 2024, 3 giornate di eventi nei musei civici e in biblioteca
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Verona: Dantedì 2024, 3 giornate di eventi nei musei civici e in biblioteca A Verona Dante visse in tutto circa sette anni: dal 1303 al 1304, ospitato da Bartolomeo della Scala, fratello di Cangrande, e dal 1312 al 1318, ospitato dallo stesso Cangrande. In pratica trascorse a Verona quasi la metà degli anni dell'esilio. Tante le tracce che non solo testimoniano la sua permanenza veronese ma che hanno reso Verona città dantesca a tutti gli effetti. I Musei Civici e le Biblioteche del Comune di Verona conservano nel loro patrimonio numerose testimonianze artistiche e bibliografiche legate al sommo poeta e alle sue opere. Un legame sempre vivo che ogni anno si rafforza per la giornata nazionale del Dantedì, il 25 marzo. Per l'appuntamento 2024 'Amministrazione Comunale propone un palinsesto unico di eventi , coorganizzato dalle Direzioni Musei e dalle Biblioteche del Comune di Verona insieme all'Archivio di Stato di Verona, ad APS - Centro Scaligero degli Studi Danteschi e al Laboratorio LaMeDan e al Dipartimento Culture e Società all' Università degli Studi di Verona. Ciò in virtù dell'esperienza positiva delle celebrazioni svoltesi a Verona nel 2021 in occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, che hanno visto la collaborazione di numerosi enti e realtà del territorio nell'ambito di un più ampio Protocollo di intesa (che ha coinvolto anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Segretariato Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il Veneto, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Veneto e del Trentino Alto Adige, la Regione del Veneto, il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto - Ufficio VII – ambito territoriale di Verona, l'Università degli Studi di Verona – Dipartimento Culture e Civiltà, la Diocesi di Verona, il Comune di Verona – Area Cultura – Direzione Musei – Biblioteca Civica). "L'eredità culturale di Dante è straordinaria – commenta l'assessora alla Cultura Marta Ugolini - non solo per il valore letterario della Divina Commedia e delle altre sue opere, ma per il fatto che proprio Dante ha creduto nell'Italia e nella lingua italiana ben prima dell'unità nazionale. Per Verona essere una città dantesca, assieme a Firenze e Ravenna, rappresenta un motivo di identità che travalica la dimensione locale. Ben venga quindi il palinsesto di iniziative in occasione del Dantedì 2024, con un programma che si rivolge a cittadini di diversa età e di diversi interessi e offre una preziosa occasione di confronto con l'eredità culturale dantesca". Le iniziative in calendario Sabato 23 marzo ore 16.30 e domenica 24 marzo ore 11.00 Itinerario guidato alla scoperta dei luoghi della città scaligera che ospitò il sommo poeta durante il suo esilio, con un focus che da Piazza dei Signori si concluderà alla Casa di Romeo, passando per le Arche Scaligere. Ad accompagnare la visita, la lettura di una selezione di brani a cura di Mirco Cittadini, intorno all'amore e alle sue diverse sfaccettature attraverso le storie delle principali figure femminili del mondo dantesco: Beatrice, Francesca da Rimini, Giulietta, Cunizza da Romano. Nel corso dell'itinerario si offriranno una visione del poema e di Dante come personaggio storico, per trovare agganci preziosi con la nostra città, fortunata destinataria della cantica più bella, il Paradiso. La visita avvicinerà Dante agli uomini e alle donne di Verona, così come settecento anni fa Verona riuscì ad avvicinare Dante, esule e condannato a morte. L'elogio di Dante a Cangrande della Scala scintilla nel centro del Paradiso, tra le vertigini del Cielo di Marte: è un passo celebre, mentre forse meno note sono la visionarietà e l'assoluta modernità di Dante nei confronti del mondo femminile, un femminile che si libera da stereotipi di genere (anche poetici e cortesi) propri di una cultura misogina e patriarcale. Oltre ai riferimenti relativi ai contatti di Dante con gli Scaligeri, presenti nel poema, la visita ruoterà attorno alla figura di tre donne: Francesca da Rimini confrontata con Giulietta di Shakespeare, Cunizza da Romano, Beatrice. Modalità di svolgimento: 2 appuntamenti da 1 ora e mezza Info e prenotazioni Coop. Le Macchine Celibi dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16 il sabato dalle 9 alle 13 tel. +39 045 8036353 - fax +39 045 597140 [email protected]   lunedì 25 marzo – sabato 11 aprile 2024 Protomoteca della Biblioteca Civica, Via Cappello 43 La Commedia tra Quattro e Cinquecento Esposizione di manoscritti della Biblioteca Civica di Verona, a cura di Agostino Contò e Laura Rebonato Il poema di Dante ebbe da subito una straordinaria diffusione, testimoniata dalle molte centinaia di manoscritti realizzati fino alla seconda metà del Quattrocento. Fortuna confermata poi, con l'avvento della tipografia, dalla serie di edizioni a stampa, di formati, per tipologia e preziosità spesso differenti tra loro. Questa esposizione bibliografica rende omaggio alla maggiore opera di Dante, a partire dalle raccolte di manoscritti, incunaboli e cinquecentine che fanno parte del patrimonio della Biblioteca Civica. Un unico testimone trecentesco, frammentario, ma ben due sono le redazioni manoscritte della prima metà del Quattrocento, una delle quali impreziosita dalle miniature che servono da introduzione alle tre cantiche. La serie delle Commedie stampate nel Quattrocento mostra alcuni esemplari di grande eccellenza, tra i quali spicca l'edizione mantovana, rarissima, realizzata per conto di Colombino veronese, la prima edizione con commento (stampata a Venezia da Vindelino da Spira), la bresciana con delle bellissime illustrazioni xilografiche. Il percorso continua fino alla prima edizione "tascabile", di Aldo Manuzio, in caratteri corsivi, prosegue con alcune stampe realizzate a Lione e si chiude, giusto sul finire del Cinquecento, con una bella edizione fiorentina, nella quale - tra le prime - compare quella che sarà la più nota titolazione: La divina commedia di Dante Alighieri. Ingresso gratuito lunedì dalle 14 alle 19, dal martedì al sabato dalle 9 alle 19.   sabato 23 marzo 2024 ore 10.30-12.00 Archivio di Stato di Verona, sala di consultazione, Via Santa Teresa, 12 Dante e i suoi discendenti a Verona. I luoghi, la storia tra XIV e XV secolo Incontro pubblico e mostra documentaria e bibliografica. A partire dalle iniziative promosse a livello cittadino per le celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, progetto "Verona, Dante e la sua eredità 1321 – 2021", un gruppo di studiosi rifletterà sui ai luoghi di Dante a Verona. Nel suo tessuto urbano e nelle testimonianze artistiche stratificate nel corso dei secoli, la città scaligera parla ancor oggi dell'epoca del Sommo Poeta, indissolubilmente legato alla città che gli diede ospitalità nel corso del suo esilio. Un particolare approfondimento sarà dedicato alle prime dimore e alle più recenti scoperte documentarie relative ai discendenti del poeta. Chiara Bianchini, Introduzione ai documenti danteschi conservati presso l'Archivio di Stato di Verona Tiziana Franco e Fausta Piccoli, I luoghi di Dante a Verona. Storia e tradizione Daniela Zumiani, Le case dei primi Alighieri a Verona Claudio Bismara, Nuovi documenti sui primi discendenti di Dante a Verona Seguirà una visita guidata alla rassegna documentaria a cura di Chiara Bianchini allestita nella sala di consultazione in Archivio di Stato. Iniziativa a cura dell'Archivio di Stato di Verona e della Biblioteca d'Arte del Museo di Castelvecchio   lunedì 25 marzo 2024 ore 15.30 Biblioteca Civica di Verona, Sala Farinati, Via Cappello 43 Incontro pubblico La ricerca del paradiso perduto è il primo tema di Dantedì 2024 del Centro Scaligero degli Studi Danteschi. L'incontro si aprirà con l'intervento del prof. Lino Pertile, finissimo studioso della poesia e del pensiero di Dante, che illustrerà la sua ricerca dall'Ulisse di Inf. XXVII, icona assoluta dell'uomo di ogni tempo e latitudine. Il secondo tema che il Centro dedica a DanteDì 2024 sarà "Il sacro in Dante e Gaudí", pensato da Albertina Cortese e affidato nella sua articolazione al prof. Raffaele Pinto dell'Università di Barcellona. Lino Pertile (Harvard University - U.S.A.), Alla ricerca del Paradiso terrestre Albertina Cortese (Centro Scaligero degli Studi Danteschi), Il "sacro" in Dante e Gaudí Iniziativa a cura della APS - Centro Scaligero degli Studi Danteschi con la collaborazione della Biblioteca Civica di Verona   mercoledì 27 marzo 2024 ore 17.00 Biblioteca Civica di Verona, Sala Farinati, Via Cappello 43 Tra giovani innamorati e cani mostruosi Il pomeriggio, rivolto ai più piccoli, sarà dedicato alla lettura dei canti V e VI della Divina Commedia, nell' adattamento per bambini di Paolo Pellegrini per Hachette, 2021. Saranno proiettate le illustrazioni del volume di Fabiano Fiorin, accompagnate dal racconto dall'attrice e drammaturga Giovanna Scardoni, per presentare ai bambini una lettura avvincente e affascinante del grande poema. Iniziativa a cura dell'Università degli Studi di Verona, LaMeDan, Dipartimento Culture e Società con la collaborazione della Biblioteca Civica di Verona.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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punta-tacco · 3 years
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Silk road
Look at this stunning foulard made to celebrate 1957 Mille Miglia by Club Mille Miglia. Main cities are reported with their badge on the track and with little images on the edge.
Clockwise from the chequered flag: Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Ferrara, Ravenna, Forlì, Rimini, Pesaro, Ancona, Pescara, Popoli, L’Aquila, Rieti, Roma, Viterbo, Siena, Firenze, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Mantova and Brescia again. Clockwise on the edge: Cangrande della Scala statue in Verona, Villa palladiana near Vicenza, the towers of Bologna, Ravenna Cathedral, San Ciriaco Cathedral in Ancona, Arch of Titus in Rome, Piazza del Campo in Siena and Donatello’s David in Florence.
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infjtarot · 3 years
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Emperor ~ Scapini Shakespeare Tarot
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· FATHERING · STRUCTURE · AUTHORITY · REGULATION ACTIONS fathering establishing a family line setting direction and tone protecting and defending guiding growth bringing security and comfort offering explanations emphasizing structure creating order out of chaos categorizing being systematic providing shape and form being organized applying reason coordinating sticking to a plan exercising authority taking a leadership role commanding exerting control representing the establishment being in a position of strength coming in contact with officials setting direction regulating establishing law and order operating from sound principles applying rules or guidelines working within the legal system setting standards of behaviour following a regimen If mediaeval Verona was a film, there is no doubt who the star would be: Cangrande della Scala. Do you remember Braveheart, where Mel Gibson, in the guise of William Wallace, personified Scottish pride? Well, Cangrande is the embodiment of the Veronese spirit. Who would play him today, maybe Chris Hemsworth or Ryan Gosling? If you have an idea, we're open to suggestions! Prestigious Verona Verona's great lord and leader, the most celebrated of the Scaligers, third child of Alberto I Della Scala, brother of Albonino and Bartolomeo. The coat of arms of this illustrious family, under whose control the mediaeval commune of Verona grew in size and standing, can be found everywhere in the city: on the railings of the Arche Scaligere, in the palaces, this symbol of a glorious past is still much-loved and much-used, including on the badge of Hellas Verona football club and many other businesses. A symbol of the city and a fascinating character, Can Francesco, known as Cangrande, was the lord who turned Verona into a leading city during the great Guelf-Ghibelline struggle for control of the Holy Roman Empire during the rule of Henry VII of Luxembourg who, on his deathbed in 1313, implored Cangrande to defend the empire. Ever since childhood Cangrande had demonstrated a natural aptitude for leadership and politics, with an extraordinary military gift which he displayed by leading Verona's army into battle from the age of 14. Destined for Greatness At first, he ruled Verona alongside his brother Alboino, before assuming sole control of the city in 1311 when his brother died. It was then that his strong personality came fully to the fore, bringing Verona one of its most prosperous and important periods, a cornerstone in the balance of power in northern Italy and a leading cultural centre for the entire country. The much-loved Verona ruler built a rich and splendid court around him, attracting intellectuals, artists and scholars of the time to the city, most notably of all Dante Alighieri, who spent much of his exile from Florence in Verona as the guest of Cangrande, to whom he dedicated the third part of his Divine Comedy. It is also claimed that Giotto visited Verona and, according to art historian Giorgio Vasari, he painted some frescoes in the palaces of Cangrande and a portrait of the leader. Unfortunately, no trace of that remains so we can only imagine the splendour of these lost works. A Death Shrouded in Mystery Cangrande died in Treviso in July 1329, just after having conquered the city. The causes of his death, put down at the time to a stomach illness, are still a mystery. Having died young and in good health, thoughts have always turned to a possible poisoning and this theory was backed up by recent discoveries in 2004, when Cangrande's body was exhumed for an autopsy. Cangrande's tomb lies at the main entrance to the church of Santa Maria Antica and the statue of him on horseback which originally stood atop it can now be seen in the Castelvecchio museum. A bold arched canopy is sustained by two projecting shafts, and on the pinnacle of its roof is the statue of the knight on his war-horse; his helmet, dragon-winged and crested with the dog's head, tossed back behind his shoulders, and the broad and blazoned drapery floating back from his horse's breast,-so truly drawn by the old workman from the life, that it seems to wave in the wind, and the knight's spear to shake, and his marble horse to be evermore quickening its pace, and starting into heavier and hastier charge, as the silver clouds float past behind it in the sky. (John Ruskin, The Stones of Venice) The Values of Verona Cangrande is the person who, more than any other, symbolises the splendour and grandeur of Verona's past, someone who is still much-loved by the city, a symbol of its values and its glory, representing the wisdom and honour which were and which will always be the values of Verona.
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