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#causa sui
bocadosdefilosofia · 1 month
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«La otra idiosincrasia de los filósofos no es menos peligrosa: consiste en confundir lo último y lo primero. Ponen al comienzo, como comienzo, lo que viene al final —¡por desgracia!, ¡pues no debería siquiera venir!—, los “conceptos supremos”, es decir los conceptos más generales, los más vacíos, el último humo de la realidad que se evapora. Una vez más esto es sólo expresión de su modo de venerar: a lo superior no le es lícito provenir de lo inferior, no le es lícito provenir de nada... Moraleja: todo lo que es de primer rango tiene que ser causa sui [causa de sí mismo]. El hecho de proceder de algo distinto es considerado como una objeción, como algo que pone en entredicho el valor. Todos los valores supremos son de primer rango, ninguno de los conceptos supremos, lo existente, lo incondicionado, lo bueno, lo verdadero, lo perfecto —ninguno de ellos puede haber devenido, por consiguiente tiene que ser causa sui. Mas ninguna de esas cosas puede ser tampoco desigual de otra, no puede estar en contradicción consigo misma... Con esto tienden los filósofos su estupendo concepto “Dios”... Lo último, lo más tenue, lo más vacío es puesto como lo primero, como causa en sí, como ens realissimun [ente realísimo]... ¡Que la humanidad haya tenido que tomar en serio las dolencias cerebrales de unos enfermos tejedores de telarañas! —¡Y lo ha pagado caro!...»
Friedrich Nietzsche: Crepúsculo de los ídolos. Alianza Editorial, págs. 53-54. Madrid, 1998.
TGO
@bocadosdefilosofia
@dias-de-la-ira-1
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itttsarkanyokvannak · 2 years
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arczsche · 18 days
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sonicziggy · 1 month
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"Sorcerer's Disciple" by Causa Sui https://ift.tt/zZX14SW
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complexdistractions · 9 months
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Causa Sui : Loppen 2021
September 11, 2021: A loud and electrifying return to the stage for Odense, Denmark’s psych behemoths Causa Sui. After spending a year and a half locked down during a worldwide pandemic, the Danish four-piece consisting of guitarist Jonas Munk, bassist Jess Kahr, keyboard player Rasmus Rasmussen, and drummer Jakob Skøtt hit the stage of famed Copenhagen venue Loppen. Loppen, located in the…
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myearspleasure · 2 years
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MARDI 13 SEPTEMBRE 2022
ASTREL K - FLICKERING I
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CAUSA SUI - EUPORIE TIDE
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olena · 1 year
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(via The Denial of Death - Wikipedia)
The Denial of Death is a 1973 book by American cultural anthropologist Ernest Becker. The author builds on the works of Søren Kierkegaard, Sigmund Freud, Norman O. Brown, and Otto Rank to discuss the psychological and philosophical implications of how people and cultures have reacted to the concept of death. The author argues most human action is taken to ignore or avoid the inevitability of death. It was awarded the Pulitzer Prize for General Nonfiction in 1974, two months after the author's death. It is the main work responsible for the development of terror management theory.
The premise of The Denial of Death is that human civilization is ultimately an elaborate, symbolic defense mechanism against the knowledge of our mortality, which in turn acts as the emotional and intellectual response to our basic survival mechanism.
...since humanity has a dualistic nature consisting of a physical self and a symbolic self, we are able to transcend the dilemma of mortality by focusing our attention mainly on our symbolic selves...
This symbolic self-focus takes the form of an individual's "causa sui project," (sometimes called an “immortality project,” or a “heroism project”). A person’s "causa sui project” acts as their immortality vessel, whereby a person creates meaning, or continues to create meaning, beyond their own life-span. ... In other words, by living up to (or especially exceeding) cultural standards, people feel they can become part of something eternal: something that will never die as compared to their physical body. This, in turn, gives people the feeling that their lives have meaning, a purpose, and significance in the grand scheme of things i.e. that they are “heroic contributors to world life” engaged in an “immortality project.” 
Immortality projects are one way that people manage death anxiety. Some people, however, will engage in hedonic pursuits like drugs, alcohol, and entertainment to escape their death anxiety - often to compensate for a lack of “heroism” or culturally-based self-esteem - resulting in a lack of contribution to the “immortality project”. Others will try to manage the terror of death by “tranquilizing themselves with the trivial” i.e. strongly focusing on trivial matters and exaggerating their importance — often through busyness and frenetic activity.
... Humanity's traditional "hero-systems", such as religion, are no longer convincing in the age of reason. Becker argues that the loss of religion leaves humanity with impoverished resources for necessary illusions. Science attempts to serve as an immortality project,
...Becker argues that the conflict between contradictory immortality projects (particularly in religion) is a wellspring for the violence and misery in the world caused by wars, genocide, racism, nationalism and so forth since immortality projects that contradict one another threaten one’s core beliefs and sense of security.
Concepts and ideas
... Creativity Like the schizophrenic, creative and artistic individuals deny both physical reality and culturally-endorsed immortality projects, expressing a need to create their own reality. The primary difference is that creative individuals have talents that allow them to create and express a reality that others may appreciate, rather than simply constructing an internal, mental reality.
...
The Denial of Death has been praised for its post-Freudian approach to psychoanalysis, and has been criticized for its reductive depictions of mental health and humanity.
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verite-jesus-libre · 3 months
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thepathtoperfection2 · 4 months
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Anybody else hopelessly miss the bitch who destroyed them inside out… because they would do anything for that person… including… well murder of any kind
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vadaviaaiciap · 2 months
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CRIMINI COMUNISTI DURANTE IL SECONDO CONFLITTO MONDIALE. Ecco i liberatori.
Questa pagina è dedicata alla raccolta di testimonianze, aneddoti, racconti, ed episodi inerenti al bagno di sangue che si è verificato nelle nostre zone nell’immediato dopoguerra, successivamente al 25 aprile del 1945, a guerra finita, e alla loro presentazione.
Sul finire dell’ultima guerra mondiale, nel 1945, e anche a guerra già finita, l’Italia ha assistito sul proprio territorio ad una vera e propria escalation di delitti, di stragi, e di vendette, tutti a sfondo politico, che hanno raggiunto punte di ferocia e di malvagità molto elevate.
I responsabili di questa lunga catena di omicidi e di efferatezze, furono i partigiani comunisti, che vollero così imprimere un triste e indelebile segno nella storia dell’Italia, incidendolo con il sangue delle loro vittime.
I partigiani spesso hanno prelevato le persone direttamente dalle loro case e le hanno uccise senza neanche offrire loro un processo sommario, depredandole e infierendo sui corpi con ferocia.
Molti di questi carnefici furono riconosciuti e arrestati, ma a causa dell’amnistia di Palmiro Togliatti furono rimessi in libertà, e spesso si ritrovarono faccia a faccia con i parenti delle loro stesse vittime, potendo così irriderle e dileggiarle impunemente.
Possiamo oggi affermare, nonostante i tentativi degli eredi di Togliatti di nascondere o dissimulare la realtà criminosa, che la vastità dei fatti di sangue imputabili ai partigiani comunisti induca a credere che essi siano stati realizzati seguendo un preciso disegno, uno schema pianificato e organizzato a tavolino, scientemente e criminalmente.
Non è un caso che interi gruppi familiari siano stati sterminati, spesso aggiungendo l’efferatezza della tortura e dello stupro agli omicidi, e che poi i partigiani si siano appropriati dei beni materiali delle vittime.
Non è un caso che dopo la guerra, ci si sia trovati davanti a partigiani improvvisamente diventati ricchi, che poterono così iniziare delle attività imprenditoriali usando i soldi sporchi del sangue delle loro stesse vittime.
La scure comunista si è abbattuta con violenza anche sui rappresentanti del Clero, nel tentativo di decapitare coloro che potevano guidare i cattolici verso destinazioni e percorsi diversi da quelli previsti dal comunismo.
Lo storico Roberto Beretta ci segnala nel suo studio del 2005, “Storia dei preti uccisi dai partigiani”, che il numero dei sacerdoti uccisi dall’odio comunista è stato in totale di 130 vittime !
Dopo aver condotto una vera e propria “caccia alla tonaca”, prodromica ad una lunga serie di esecuzioni, compiute appunto dai partigiani, divenne chiaro il tentativo dei comunisti di impadronirsi “politicamente” della società, mediante la forza e l’intimidazione.
Questa tesi fu sostenuta anche dal Cardinale di Bologna, sua Eccellenza Giacomo Biffi, nel 1995, in occasione del cinquantenario della Resistenza, riprendendo e amplificando ciò che già era stato affermato in precedenza da Don Lorenzo Tedeschi, un coraggioso sacerdote che citò la frase di un comandante partigiano comunista :
"Se dopo la liberazione, ogni compagno avesse ucciso il proprio parroco e ogni contadino il padrone, a quest’ora avremmo risolto il problema. "
Il Partito Comunista Italiano ha provveduto poi a mantenere una totale disinformazione sulle stragi, omettendo di parlarne e di pubblicizzare qualsiasi cosa fosse inerente a tutto ciò, stendendo un velo di minacciosa omertà sull’argomento.
Lo dimostra il fatto che ancora oggi si riferiscano a Togliatti come a : “il Migliore” !!!
i stima che gli uccisi, dopo il 21 aprile 1945 nel bolognese, ammontino a 773, di cui 334 civili (fra cui 42 donne).
Vorrei tentare di dare il giusto ricordo alle vittime, attraverso una serie di rievocazioni storiche, di racconti e di aneddoti, che permetta di collocarle in un contesto non più dimenticato.
Vorrei far riaffiorare le ignobili circostanze attraverso cui sono state messe in atto vere e proprie stragi contro persone spesso innocenti, perpetrate comunque a “sangue freddo”, e cioè a guerra finita, ad armi deposte.
La vigliaccheria è stato il motivo trainante che ha permesso al comunismo di approfittare della violenza insita nei suoi sostenitori per appropriarsi dei beni, oltre che della vita, di centinaia di vittime delle nostre zone.
Sono rimasti in pochi i superstiti, o i figli dei superstiti, o delle vittime, che potrebbero oggi dare luce alle pagine buie degli stermini effettuati dai partigiani nel 1945.
Il 25 aprile non deve essere celebrato per la liberazione dell'Italia perché nella realtà dei fatti passammo dall'occpazione tedesca a quella americana. E, nella sconfitta, ci andò bene perché a Yalta avevano deciso le sfere d'influenza dei vincitori e i comunisti furono esclusi.
(Il sangue dei vinti un bellissimo libro di Pansa)
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surfer-osa · 3 months
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Tentata rapina.
Ho visto la scena dal di fuori, come se stessi guardando una puntata di una serie tv.
Sono la protagonista, ogni episodio verte sui miei super poteri legati all’ansia.
Breve elenco dei miei super poteri:
Ingegnera strutturista.
Con uno sguardo laser calcolo la percentuale di rischio crollo di un edificio nel quale mi sto addentrando in caso di catastrofe (in Italia basta un terremotino 3.5) e mi laureo cum laude honoris causa (cioè da morta, sotto le macerie, ad oggi l'unico modo per farmi prendere una laurea).
Anatomo patologa.
In ogni sala d’aspetto che si rispetti mi verranno elencate in maniera minuziosa sintomi e effetti correlati portandomi alla diagnosi. Anche qua c’è tanta morte.
Udito bionico.
Questa ragazzina signora delle valli bresciane è abituata ad uscire da sola a piedi perché non ha mai preso la patente. Ha le tette grosse e attirerà vari cat callers, a volte solo insulti grassofobici urlati per cui, in realtà, non servirà il super udito.
Se invece la pedinerai per tentare di rapinarla, come è successo poco fa, accertati di essere più che discreto e silenzioso come l'opinione pubblica italiana sul genocidio di Gaza. Se mi verrai incontro in direzione opposta, fissandomi senza mai abbassare lo sguardo, avrai già messo in allerta i miei sistemi di allarme. Grazie all’udito, una volta sorpassata ti sentirò cambiare passo per seguirmi. Aumenterò la mia velocità pensando ad un unico mantra zen: "porcoddio" (e probabilmente lo dirò quelle 5/6 volte).
A quel punto, con il cuore a mille, mi girerò verso di te fissandoti mentre cammino all’indietro. Così, per qualche metro, per vedere se cambierai direzione. Lo farai, eccome se lo farai, metterò a disagio anche te, ma poi, una volta tornata a camminare in avanti, tornerai dietro di me. Quindi, con uno stacco di telecamera sul mio viso mi sono vista bloccare in mezzo alla strada, girarmi e dire le seguenti parole con tono fermo: NON MI DEVI CACARE IL CAZZO!
Inutile sottolineare che la colonna sonora di questa serie televisiva riempirà i cuori di tutt* noi emarginat*.
Mentre vanno i titoli di coda, ed io riprendo a camminare verso casa tra una buca e l'altra, canticchio la canzone della mia boyband preferita.
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ideeperscrittori · 5 months
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A PROPOSITO DI CHIARA FERRAGNI
Nuova indagine su Chiara Ferragni e in me convivono sensazioni contrastanti di fronte al dibattito sui social network.
Mi torna in mente il film Barbie. È difficile non notare che il film, nel momento in cui critica con intelligenza il patriarcato e mette in luce la tossicità di una società fondata sul machismo, è pur sempre un furbissimo prodotto commerciale che monetizza persino le lotte ("Lotta contro il patriarcato comprando tutti i gadget di Barbie. Avete notato che è uscito il nuovo zainetto?").
Sotto molti aspetti è l'ennesima vittoria del capitalismo.
Però il film ha fatto arrabbiare molte persone che avevano una gigantesca coda di paglia. Queste persone si sono infuriate per motivi sbagliati: non certo per una critica anticapitalista, ma proprio perché erano rappresentanti di quella cultura machista tossica che il film giustamente ha messo alla berlina. E c'erano anche i rossobruni spaventati dall'emancipazione femminile, che disprezzavano pubblicamente il film e tiravano in ballo l'anticapitalismo in modo strumentale per criticare ciò che realmente li infastidiva: la satira contro il patriarcato.
La loro rabbia mi rendeva felice, lo ammetto. Ma mi metteva tristezza l'idea di un capitalismo capace di trasformare le lotte in operazioni commerciali.
Era questo il guazzabuglio dei miei sentimenti quando pensavo al film.
Cosa c'entra Chiara Ferragni? C'entra. Anche Chiara Ferragni si è intestata la causa dell'emancipazione delle donne e della comunità LGBTQIA+. Anche lei queste battaglie le ha monetizzate.
È icona di un capitalismo che riesce a trasformare l'attivismo ostentato in un'occasione di profitto mentre vende prodotti e gadget, mentre si prende tutta la scena e oscura la lotta dal basso.
Ma è pur vero che per anni Chiara Ferragni è stata attaccata ferocemente da machisti, redpillati, seguaci di Pillon e reazionari di ogni risma (a cominciare dal Codacons). Ed è stata attaccata per i motivi sbagliati.
Questi critici ora stanno godendo per i guai di Chiara Ferragni e non parleranno d'altro per giorni, così magari ci dimenticheremo dei deputati che giocano con le pistole a Capodanno.
Il godimento di questa gente mi rende triste, anche se non sopporto i Ferragnez e sono disgustato dalla beneficenza dall'alto che sostituisce la solidarietà e la vera lotta.
[L'Ideota]
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belladecasa · 8 months
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Rientro, mi guardo, sono brutta come la morte, non riesco a calmarmi perché mi sento fisicamente e psicologicamente al limite a causa dello stile di vita malsano che ho adottato ormai da settimane, se non mesi (escludendo la parentesi di pseudo serenità che ho avuto in Calabria). Dormo in media dalle tre alle sei ore (frammentate) a notte, mi sveglio devastata con gli occhi che mi bruciano e mi fiondo sugli psicofarmaci, spesso devo mettermi a dormire di mattina perché non mi reggo in piedi, cosa che non fa che acuire la mia ansia per le cose che devo fare. In media consumo un solo pasto al giorno e passo il pomeriggio in biblioteca. Vedere la folla di studenti in Piazza Verdi e via Zamboni mi fa sentire soffocata, mi sento guardata e giudicata da tutti. Quando torno a casa penso solo che non ho fatto abbastanza, che se non riesco a consegnare la tesi sarà l’ennesima dimostrazione della mia incapacità. Allo stesso tempo l’idea di laurearmi non mi genera la minima soddisfazione, tanto meno felicità, mi sembra solo di aver faticato immensamente e aver compromesso irreparabilmente io mio sistema nervoso e il mio corpo per nulla. Come se non bastasse non solo mi sento vulnerabile a causa della mia salute mentale e fisica ridotta al limite, ma anche socialmente minacciata; oggi un mio amico mi ha raccontato che una conoscente di sua sorella ha scoperto che quello che doveva essere il suo migliore amico ha diffuso sue immagini prese da Instagram sui gruppi Telegram di depravati io sono satura di questa società sono piena di sentirmi insicura da dentro a fuori, mi sembra che i miei sforzi sovrumani per vivere non siano mai ripagati dalla vita e sono inconsolabile, se non avessi la fortuna di avere degli amici e una famiglia meravigliosi a cui rendere conto e per cui non voglio essere causa di sofferenza mi sarei suicidata da un pezzo
#s
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kon-igi · 5 months
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LA RABBIA È LA GUARDIANA DELLA TRISTEZZA CHE È FIGLIA DELLA SOLITUDINE
Metto in ordine alcuni dei miei tanti pensieri, frutto di riflessione e confronto, quindi perdonatemi se non vi suonano nuovi e andate oltre se vi paio ripetitivo.
Nella scala da mignolo contro lo spigolo a genocidio di Gaza - quest'ultimo termine ci tengo e ci terrò sempre a ribadirlo finché il Mossad non mi caccerà in bocca una granata stordente - esiste, ovviamente, un'ampia gamma di accadimenti, traumi ed emozioni negative che, a domanda diretta, chiunque risponderebbe essere accomunati da un'unica cosa...
IL DOLORE CAUSATO
Ora, lungi da me mettere il dito sul piatto della bilancia della vittima per far risalire quello del carnefice e dire che alla fine sono tutte vittime di qualcosa di più grande - molto spesso i numeri e lo squilibrio di potere non lasciano dubbio su chi subisce e su chi perpetra - ma la conclusione a cui sono arrivato riguarda quel dolore intermedio che non soffoca popoli nel loro sangue o non ostracizza i deboli e i fragili ma che è comunque meritevole di riflessione perché spesso ci fa focalizzare sugli effetti e quasi mai sulle cause.
Io non credo nella cattiveria intrinseca e volontaria - semmai credo proprio nel suo esatto opposto cioè che l'essere vivente cerchi istintivamente connessione e mutuo supporto - e quindi mi sono chiesto QUANDO È CHE UNA PERSONA DIVENTA 'CATTIVA' E PERCHÉ?
La risposta - per me soddisfacente ma nient'affatto detto lo sia per altri - mi è arrivata come al solito per vie traverse e in un modo che a molti farà storcere il naso perché il primo istinto di risposta sarà MA QUELLI SONO ANIMALI, INVECE NOI SIAMO ESSERI UMANI E QUINDI PIÙ INTELLIGENTI.... POSSIAMO DISTINGUERE IL BENE DAL MALE!
lol
A parte la battuta semplice e riduttiva ('conosco animali più intelligenti di molti uomini') la realtà dei fatti è proprio questa: la differenza tra noi e, per esempio, i cani c'è ma non è quella che crediamo noi e non poi così tanta.
Al di là di quel sottile rivestimento di raziocinio che forse ci permette di comprendere dei meccanismi di causa-effetto lontani nello spazio e nel tempo, noi e i cani VIVIAMO E CI COMPORTIAMO ESATTAMENTE ALLO STESSO MODO, CON LE STESSE DINAMICHE SOCIO-RELAZIONALI E, SOPRATTUTTO, CON GLI STESSI OBIETTIVI.
Questo l'ho capito grazie all'aiuto del mio amico @salfadog e, in particolare, con la lunga frequentazione di Cthulhu e Otto, i miei cani, che sono più che compagni o amici: sono la mia famiglia... individui, esseri viventi e senzienti che hanno emozioni molto più potenti e oneste delle nostre perché la presunta 'inferiore' evoluzione non li ha costretti a mascherarle sotto la presunzione della superiorità dell'intelletto.
I cani cercano inclusione nel branco, noi cerchiamo inclusione nel gruppo; loro cercano calore, affetto e contatto, noi la stessa cosa anche se la chiamiamo con altri nomi; loro cercano validazione e gratificazione tramite l'altro... e noi non aneliamo disperatamente alla stessa identica cosa?
Se credete che la Piramide di Maslow riguardi solo gli esseri umani
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è perché avete trattato i vostri cani - e molto probabilmente tutte le persone che non sono voi - come un qualcosa di esterno a voi e solo utile a voi.
I cani, come qualsiasi essere vivente, hanno bisogno di tutto ciò che è elencato, fino alla punta, solo che hanno modi e tempi diversi dai nostri.
Ma tutto questo discorso sui cani era utile 'solo' per arrivare al nocciolo del mio ragionamento, che è reso molto bene da una semplice immagine che rubo a @nusta e che è stata postata originariamente da @traumatizeddfox (thanks!)
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Non vi annoierò con lezioni di etologia cinofila (chi conosce la materia sa di cosa parlo) ma il concetto espresso - e che mi ha colpito come un pugno nello stomaco - è che alla fine è inevitabile, semplice e in certi casi utile parlare di PERSONA CATTIVA, soprattutto se ci dobbiamo occupare delle sue vittime, ma finché non ci interroghiamo sui motivi della sua 'cattiveria' (molto meno facile ma di gran lunga più utile per arrivare alla radice del problema) saremo destinati a limitarci a disinfettare col betadine il ginocchio in cui è piantato un chiodo arrugginito.
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crazy-so-na-sega · 6 months
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È provato dall’esperienza che, con i non credenti, l'approccio fondato sui "credi" e "devi accettare" non dà buoni frutti. Meglio portarli gradualmente a capovolgere l'ordine logico che seguono abitualmente: quindi non partire dalla verità per arrivare alla fede...
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(l’agostinano "nisi credideritis non intelligetis", “se (prima) non avrete creduto, non comprenderete”) ma da una loro fede per arrivare alla loro verità. Infatti, il non credente non parte da una assenza di fede, ma da una fede cieca in qualcosa che crede essere "verità", a causa dell’influenza incontrastata della mentalità dominante. È una credenza totalmente irrazionale, basata su postulati indimostrati, accettati non solo per conformismo e per abitudine, ma in forza di una educazione di base oggi divenuta totalitaria. In poche parole,
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i presunti “non credenti”, fanno esattamente quello che rimproverano ai “credenti”. D’altra parte, se non fossero rosi dal dubbio sulla fondatezza delle “verità” che sbandierano, non si darebbero tanta pena per discutere sempre sulla religione altrui e per osteggiarla
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con un’animosità talvolta al limite della furia ossessiva. Se hanno questo dubbio è perché si sentono infelici e insoddisfatti. Ed è allora sulla loro infelicità e insoddisfazione che bisogna battere. Occorrono però cautela e moderazione, perché, per quanto insoddisfatti e infelici, sono tuttavia terribilmente orgogliosi, tronfi delle certezze a cui vivono abbarbicati. E dunque per nulla disposti a riconoscere i propri errori, e pronti anzi ad arroccarsi a difesa della loro irrazionale “razionalità”. Difficile dunque
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scalfirli ribattendo punto su punto l’elenco delle loro apodittiche affermazioni. Occorre, invece una sapiente opera di “coltivazione” del loro dubbio inconfessato, reiterando logica dimostrazione di come le "verità" presuntamente razionali sono invece da loro adottate
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ciecamente e del tutto irrazionalmente. Non sarà facile ottenere una resipiscenza: non cederanno se non per un miracolo. Ma in fondo ogni conversione è un miracolo. E noi crediamo fermamente ai miracoli: non per fede cieca, ma esperienza nella pratica quotidiana. Non siamo che poveri strumenti nelle mani della Provvidenza. Quindi continuiamo fiduciosi a testimoniare e a pregare – gutta cavat lapidem – e lasciamo che sia Lui a fare il resto. Quando e come crede.
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-(sill)OGE_RIUS(cita)
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francescosatanassi · 5 months
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I cartelli che vietano di sedersi sui gradini del centro e lo stop al consumo di alcolici e analcolici in vetro e lattina sono apparsi a Forlì e con le loro le multe. Se invece di attendere alle Poste scelgo di sedermi fuori con un’aranciata sono 150 euro. Eccitatissimo il vicesindaco Mezzacapo, lo stesso che a pochi giorni dall’anniversario della Liberazione della città ha pubblicato un video di Mussolini che inaugura il monumento in p.zzale della vittoria tra le grida “Duce! Duce!” Agghiacciante ma non mi stupisco, mentre le bombe al fosforo sfiguravano i palestinesi, l’assessora Cintorino pubblicava la bandiera di Israele definendola “l’unica democrazia del Medio Oriente.” Oggi Forlì è una città in mano a un gruppo di razzisti che nulla ha fatto per il bene della comunità, che vuol farci credere di essere in pericolo a causa dell’uomo nero “scaldapanchine”, per offrirci una falsa soluzione con telecamere e ordinanze repressive. Intanto i poveri restano poveri e i fasci restano fasci. Ma l’importante è spendere, così pare, 700.000 euro per le luminarie di Natale. Ci hanno detto che quei soldi non avrebbero avuto senso per le famiglie alluvionate. In fondo, queste chiedevano solo di essere ascoltate dopo una gestione fallimentare dell’emergenza, dove il sindaco Zattini, mentre i nostri scarponi erano ancora umidi, propose di dare alle banche i soldi raccolti dalle donazioni. E mentre i forlivesi si radunavano davanti al municipio senza che nessuno, in tre mesi, decidesse di ascoltarli, il profilo ufficiale del Comune pubblicava la ricetta del fricò alla romagnola. Non scherzo, a volte penso di essere in un film di Fellini. E invece.. dopo la promessa di scendere in piazza a fianco degli alluvionati, alla prima manifestazione, Zattini era impegnato a consegnare a un arrotino la targa per i 100 anni di attività. Mi raccomando, se passate da queste parti nascondete le lattine di Pepsi e non stancatevi troppo per non rischiare di dovervi riposare su un gradino. Però tranqui, presto piazza Saffi sarà aperta alle auto e basteranno pochi passi per vedere l’unica cosa che oggi regna a Forlì: un grande e imbarazzante disagio (ma illuminato da Dio! Viva le luminarie!)
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