Tumgik
#citazione propria
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Vorrei solo
respirare
a pieni
polmoni
osservando il
mare.
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Dov'è finito il tuo sorriso
Che risplendeva sul tuo viso
Come il sole sulla spiaggia
In una calda mattina estiva?
Si è oscurato improvvisamente
Come il sole
Coperto dalle nuvole
Da una tempesta improvvisa
Arriverà il vento
A ridarti il sorriso
E sarà ancora più bello
Arriverà il vento
A alimentare i sentimenti
Ti sentirai finalmente viva
Cit. @pensieri-liberi-nella-mente
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ilmondodishioren · 2 years
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Citazione #65
Ogni persona trova la propria strada in modo diverso.Non devi fare paragoni.Se ti impegnerai con serietà, sarà molto dura e mortificante, ma ti divertirai davvero e sarai felice. [Akira – Contrast]
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diceriadelluntore · 10 months
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Toccata e Fuga
La “repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento”, da considerarsi “quasi uno sfioramento” non consente di “configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale”. Con il solito bolso uso aulico della lingua (che è per il potere il rifugio alla propria stupidità) un bidello è stato assolto dalla quinta sezione penale del Tribunale di Roma, secondo cui il palpeggiamento compiuto da quest'ultimo ad una studentessa nell’aprile del 2022 “non costituisce reato” dato che, per il tribunale, il palpeggiamento, è durato “tra i 5 e i 10 secondi”. Mi ha molto colpito questa sentenza, perchè quantifica la quantità necessaria di un’azione per essere considerata una molestia: come per esempio una suite d’albergo deve avere almeno due stanze altrimenti non può definirsi tale, qui la durata in secondi del gesto non può chiamarsi molestia. 
L’altro giorno un post di @oceanblueeurope (che taggo con il suo permesso) si lamentava del come la libertà personale di mostrarsi su Tumblr, soprattutto rispetto al proprio corpo, sia vista spesso come un esplicito invito a chiunque per soddisfare una sua concupiscenza, per dirla come gli esimi giudici. La totalità di questi chiunque sono maschi, di età variabile. Non è la sola che come post fissato in alto sulla bacheca ha questa sorta di avvertimento: non scambiate quello che mi piace fare per il fatto che mi piaccia farlo con uno qualsiasi di voi.
Sembra un concetto limpidissimo e facilissimo da capire. Ma noto che è prontamente disatteso. Tra l’altro, se una delle ragazze se ne lamenta, con tutti i buoni possibili motivi del caso, passa per stronza, nel migliore dei casi.
C’è una sostanziale differenza tra il criticare un’idea e la persona che la trasmette. In un posto come Tumblr, il non accettare una azione che non si condivide è semplicissimo, basta non seguire più il blog da cui questa idea scaturisce. D’altronde, @oceanblueeurope non chiede a nessun altro né di emularla né di fare il contrario, ha tutta la possibilità, nel limite che lei o le regole di questo posto impongono, di poterlo fare. La sua libertà di fatto non va a collidere con nessuna delle libertà altrui. 
Una delle subdole convergenze che il Web ha portato nei nostri tempi è una malcelata sessuofobia di genere: pure qui abbiamo tutti molto discusso del fatto che un capezzolo nudo, femminile ovviamente, sia censurato, un’argomentazione farabutta, storicamente errata e infamante di altri no, per il principio della libertà di espressione. Che, per un’idea totalmente anglosassone (e francamente stupidissima), può passare per parole dette o scritte ma non per rappresentazioni visive. Per cui, un paio di tette è molto più “pericoloso” che una citazione del Mein Kampf. Questo non fa altro che fissare la visione della nudità come univoca della sessualità, legata cioè alla condivisione del proprio piacere, e non come qualsiasi altro motivo (liberazione da vincoli, piena espressione di sé, momento di auto considerazione, perfino vanità, non è questo in discussione in questo mio post), che se ci pensiamo bene, è la stessa idea insita nella pornografia industriale, dove basta un sorriso per finire nudi in qualsiasi momento. 
Ogni volta che succede un femminicidio, che ricordo è un omicidio perpetrato ad una donna in quanto donna (per cui un delitto tra mafiose ha valore in quanto delitto di mafia e non di genere) si dice che è una questione di educazione. In questi giorni dove un abuso sessuale è al centro della cronaca, nel caso specifico comprendente anche altre questioni niente male (il potere politico, la delazione di genere, il passaggio tra il caso specifico e abitudini di chi, presumibilmente, ha subito un’aggressione) si parla spesso di educare i figli maschi al rispetto delle femmine. È del tutto comprensibile e necessario. Ma prima di questo, sarebbe necessario imparare ad ascoltare, o leggere nel caso che ho citato, e capire cosa chiede un’altra persona, e avere la dignità di perdere un secondo per chiedersi se è meglio essere sinceri, essere limitati e non esagerare, essere pertinenti e chiari. 
In sintesi, impariamo a rispettare gli altri, a non sentirci chiamati da spirito divino a commentare cosa fanno e come e a non pensare di vivere in un film porno.
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scogito · 3 months
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Ecco perché lavorare sulla propria interiorità deve essere la priorità di ognuno.
Ecco perché lavorare su di sé rende anche il mondo un posto migliore.
Ed ecco perché nessuna "lotta" funziona, se non quella che compi per demolire i tuoi indottrinamenti.
(citazione di Richard Rudd)
T.me
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angelap3 · 1 month
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Cari amici ❤️, una bellissima citazione di Oriana Fallaci: «Ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di sé stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà» (Oriana Fallaci, "Un uomo"). È importante lottare per la propria individualità, per il diritto a essere sé stessi, perché è da questa sicurezza che dipende anche il nostro destino. Che ne pensate 😉?
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massimoognibene · 10 months
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- Nessuno oggi è più in grado di pensare con la propria testa.
- Bella citazione. Di chi è?
- Non mi ricordo, è passato molto tempo da quando l'ho letta.
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06/12/2023
Una citazione da Una trilogia palestinese al giorno
Il combattente si meraviglia che il poeta non sia capace di spiegare la propria poesia. Oppure si meraviglia che la poesia, visto che il mare è il mare, sia tanto semplice. Oppure si meraviglia che la realtà sia tanto semplice da poter abitare le parole.
Mahmoud Darwish
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rideretremando · 1 month
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"Ho conseguito un dottorato con il massimo dei voti in filosofia e studi femminili a Parigi VIII. Ho ascoltato diverse volte le conferenze di Judith Butler a Parigi e conosco bene il suo pensiero che oggi si propone non più come una filosofia, ma come una vera e propria religione con dinamiche da setta.
Quando qualche personaggio pubblico osa dissentire dal costruttivismo radicale ingenuo di Butler, che già Derrida criticava ricordando che non si può semplicemente cancellare la dimensione biologica dei corpi, viene accusato con modalità da Inquisizione di essere una nuova incarnazione del Male, del Peccato, da cui bisognerebbe purificarsi proprio come il pensiero di Butler vorrebbe purificare tutti noi dai corpi, che con la loro sessualità carnale fanno paura a chi vuole ridurre il sesso a un atto linguistico.
Si presentano come libertari e sono i soliti vecchi moralisti che vogliono mettere le braghette, questa volta linguistiche, per cancellare il sesso dei corpi che li terrorizza.
Tra i bersagli di Butler e dei suoi adepti bacchettoni c'è la scrittrice J.K. Rowling, rea di aver sostenuto la tesi sconvolgente secondo cui "a man is a man". Che il costruttivismo di Butler sia difficilmente sostenibile è qualcosa che gli stessi studiosi di Butler ammettono. Però la maggioranza tace semplicemente per paura. E questo la dice lunga sul clima che si è creato in ambito intellettuale e sulla credibilità di questo spazio.
Ed è proprio per rispondere a questo clima, alle intimidazioni di chi non conosce cosa sia la libertà di pensiero, alla filosofia ridotta a dogma di fronte a cui genuflettersi che mi verrebbe voglia di dire con un atto linguistico che è quasi una citazione:
"C'e più filosofia nella saga di 'Harry Potter' di quanto non ne abbia sognata l'opera di Judith Butler".
Simone Regazzoni
RISPOSTA di Enrico Redaelli
"Simone, come già sai, è una narrazione in cui non mi ci ritrovo minimamente. Esprimo garbatamente il mio dissenso per punti:
1) Butler non è una costruttivista. Semmai una decostruzionista. (Non è interessata a dire che le cose siano una costruzione, è interessata a seminare il dubbio là dove regna la certezza).
2) Se il suo pensiero fosse effettivamente preso come una religione (ne dubito, l'attuale entusiasmo per Butler mi pare piuttosto una moda passeggera) non sarebbe certo per sue responsabilità (per le ragioni del punto 1). È semmai l'effetto della "dissemination".
3) Butler non ha mai inteso "cancellare la dimensione biologica dei corpi" altrimenti non avrebbe scritto un libro che si intitola "Corpi che contano".
4) Sul fatto che a un certo perbenismo bigotto si sia sostituito un altro certo perbenismo bigotto, di nuovo, Butler non ha responsabilità: avviene sistematicamente, puntualmente, da due millenni e mezzo. Dov'è la novità? O tempora o mores."
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belladecasa · 1 year
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Dopo un'attenta analisi ho identificato i miei profili cringe tipo preferiti sul noto social-network instagram:
L'egomane: Solo foto di sé; fiumi di foto di sé artigianali (tipicamente scattate con iPhone) o professionali (tipicamente scattate da fotografi presso loro stessi). Di solito corredati da storie in evidenza con etichetta "me"/"io". Densità descrizioni in cui parlano di loro stessi in seconda/terza persona tramite citazioni di varia provenienza: alta. I più umili interromperanno il flusso iconografico egomane con l'inserimento di foto paesaggi/foto con amici secondo un rapporto 1:150
Sottogenere prefe: coatte del ceto medio-alto romano (tratti salienti: sigaretta elettronica, iper-cifosi, sopracciglia monolitiche artificialmente riempite da matita, filler gentilmente offerto a 150 euro a fiala dal proprio medico di base, abbigliamento Elisabetta Franchi-Michael Kors o peggior sottogategoria di Asos/Zara se il reddito è basso)
L'invasato del cv: Coordinate della propria biografia: età, sede di residenza/domicilio provvisorio contrassegnata da 📍, indicazione percorso di studi/lavorativo; a volte corredati da citazione che illumina sulla propria sfera psico-affettiva.
Sottogeneri prefe: studenti di medicina (emoji pasticca, emoji siringa, emoji stetoscopio) - densità di storie dei propri manuali sottolineti con variopinti evidenziatori: alta - densità post sulla propria laurea: da 3 a 6. Studenti di economia (emoji quadro con curva statistica) - densità di post con foto di sé in completo di bassa foggia (di solito misto poliestere-viscosa) , giacca sciancrata, pantalone chino cropped e caviglia rigorosamente scoperta: alta; densità di descrizioni con emoji fuoco + emoji 100: alta. Densità foto in palestra: medio-alta. Densità post sulla propria laurea: da 1 a 3
La madre: monopolizza il proprio feed con foto di figlio/i. Densità di foto di sé senza pancione/figli/compagno: molto bassa/inesistente. Frequente bio corredata da locuzioni "mamma di" + nome figlio/i+emoji specificante sesso figlio/i.
Sottogeneri prefe: mamma influencer: quantità di tag maternità correlati: iquantificabile. Densità di post-sponsorizzazioni di oggetti al limite del distopico/penoso (es. gioielli fatti con latte materno; marmellata Santa Rosa): medio-alta. Quantità follower fittizi: alta. Mamma-sticker: possibilità di intuire fattezze figlio: nulla. Densità post strategicamente ed esteticamente fallimentari di protezione figlio da pedofili digitali: altissima.
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Ma tu sai che dolore al petto
è
guardare il cielo
senza te?
Fare tutte quelle piccole cose
che un tempo facevamo assieme
in estrema solitudine?
Sai che dolore al cuore è
girarmi per cercare
il tuo sguardo
tra miliardi di persone,
sedere in un'auto
con la speranza che parti una stupida canzone
che sappia di te.
L'avresti cantata con me ancora una volta?
Avresti cercato il mio sguardo regalandomi
Di nuovo
un sorriso impacciato?
Sai che dolore allo stomaco è
Vedere i giorni passare
Uno ad uno
Talvolta lentamente
Altre velocemente
Ma sempre caratterizzati dalla tua assenza?
Sai quanto costano
le notti passate ad osservare un soffitto troppo bianco?
E gli incubi?
Io che ancora ti sogno,
io che ancora ti cerco,
ed il tuo volto che appare e scompare,
che mi fa svegliare in un fiume di lacrime,
che mi devasta;
Mi distrugge.
E le gambe?
Le gambe che cedono ad ogni mio passo,
che non sanno più dove andare,
dove trovarti;
La voce che trema
ogni volta che
Le labbra pronunciano il tuo nome
E gli occhi lucidi
Lo sguardo assente.
Sai quanto rumore fa il tuo silenzio?
Sai che peso ha la tua assenza?
Dovevi esserci.
Dovevamo crescere insieme,
dovevi tenermi ancora per mano.
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klimt7 · 1 year
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Un giorno un pensiero lo venne a trovare.
Un pensiero che riguardava le "stazioni".
Diceva che era tanto che evitava le stazioni. Perchè le stazioni erano come ferite aperte, buchi, voragini nel tessuto dello spazio-tempo.
L'aveva sempre avvertito in maniera oscura, confusa. Ma c'era del vero. Come l'odore di ferro, di freni, di sporco.
Oggi forse lo capiva. Le stazioni erano il simbolo stesso di uno spazio di tutti e di nessuno. Uno spazio amorfo, dove non potevi affondare radici.
Tu invece avevi bisogno di un terreno, una casa, un tuo rifugio.
Nessuna stazione poteva essere "rifugio" e quindi erano solo fuga, precarietà, tempo che fugge e che non ti nutre. Non ti fa crescere. Ti spostava soltanto da uno spazio all'altro.
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Era spietato con sè stesso quando faceva di questi pensieri. Lo ammetteva.
Poi più tardi si perdonava. Ma capiva che quelle sensazioni gli venivano da lontano, ed erano realistiche. Allora apriva un libro, cercava conforto in una citazione, oppure si rifugiava in un ricordo. Attingeva alla propria storia. Faceva emergere un'immagine. Provava a risalire a com'era da bambino. E capiva di essere un cercatore di verità scomode. Scomode e senza sconti.
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parmenida · 6 months
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- Essere in disaccordo con tre quarti della gente è il primo requisito della sanità mentale.
- Bisogna sempre perdonare i propri nemici. Niente li infastidisce di più.
- Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza.
- L'inferno e il paradiso sono tutti e due dentro di noi.
- Tutti ti amano quando sei due metri sotto terra.
- Se vuoi dire la verità alla gente, falla ridere, altrimenti ti uccideranno.
- Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza.
- Oggi si conosce il prezzo di tutte le cose e il valore di nessuna.
- Ogni tuo successo ti crea un nemico; per essere simpatico occorre essere mediocre.
- Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri.
- Meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita.
- La vita è troppo breve per sprecarla realizzare i sogni degli altri.
- Viviamo in un'epoca dove le cose superflue sono le nostre uniche necessità.
- La maggior parte delle persone sono altre persone. I loro pensieri sono opinioni di qualcun altro, la loro vita un’imitazione, le loro passioni una citazione.
- Un uomo non è del tutto se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera, e vi dirà la verità.
- La società spesso perdona il criminale ma non perdona mai il sognatore.
**********************************
“Io non voglio cancellare il mio passato, perché nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi. Anzi ringrazio chi mi ha fatto scoprire l'amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti voglio bene credendoci e chi invece l'ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.”
________________________________ In questo giorno nasceva Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde, noto come Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854)
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ladylyanna92 · 1 year
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Ti ho pensato quando ho letto questa citazione da "Saggio erotico sulla fine del mondo: La commedia brutta del disastro ambientale" di Barbascura X -
"La velocità con cui Sapiens sta mettendo in atto la propria personalissima crisi ambientale è incredibile. Siamo passati da cambiamenti che generalmente richiederebbero centinaia di migliaia di anni a… un paio di secoli? Ci sono almeno 3 zeri in meno."
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scogito · 1 year
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Avv. Perillo:
SINTESI dal WEB, non è farina del mio sacco ma confermo tutto.
Ve la spiego definitivamente con questa citazione. Poi non ci sarà nulla altro da aggiungere.
Ricapitolando:
•Le case farmaceutiche cercano invano per decenni di farsi approvare una nuova tecnica, l'Mrna, giudicata troppo pericolosa e bocciata sistematicamente.
•Arriva una pandemia di un virus fuoriuscito -accidentalmente o no- da un laboratorio cinese, e vengono fornite autorizzazioni emergenziali per produrre un vax a riguardo. Nessuno al mondo sa o osa dire perché siano state scelte queste tecnologie in luogo di quelle già collaudate in passato che hanno dimostrato affidabilità ed efficacia.
•Il virus e il relativo vax vengono messi sotto segreto militare. La gestione sanitaria del fenomeno assume natura anch'essa militare.
La società assume postura marziale.
•La comunità scientifica è perfettamente al corrente che nessun vax potrà bloccare una pandemia di coronavirus ma non si pronuncia. Chi lo fa è bandito e dichiarato demente. Gli studi avversi vengono invalidati e fatti sparire dalla letteratura.
•A premessa di ciò: i fondi internazionali finanziano le case farmaceutiche. Le case farmaceutiche finanziano le riviste scientifiche autorevoli, le università di ricerca, gli enti nazionali di controllo del farmaco, e i televirologi. L'organizzazione mondiale della sanità, che de facto appartiene ad un privato, finanzia e viene finanziata dai fondi di investimento.
•A premessa di ciò: tagli alla Sanità per 37 miliardi di euro in dieci anni.
•Vengono impedite le cure precoci, sospesi, radiati e demonizzati i medici che osano somministrare farmaci che si sono sempre usati contro qualsiasi altro coronavirus.
•I protocolli sviluppati per il virus "genitore" del nostro, il Sars Cov1, vengono fatti sparire
•Vengono stipulati dei contratti segreti tra stati e case farmaceutiche per la produzione di questi farmaci emergenziali. Soltanto dopo pressioni giuridiche vengono "resi pubblici", cioè pubblicate pagine e pagine di righe annerite per "proteggere segreti aziendali".
•Le case farmaceutiche negano l'accesso ai dati delle ricerche condotte per produrli. Soltanto dopo pressioni giuridiche vengono diffusi, col contagocce, rivelando miriadi di effetti avversi già messi in conto, trial falsificati, e soprattutto la non-facoltà di bloccare le trasmissioni dell'infezione.
•Vengono impedite le autopsie per indagare sulla natura del virus.
•Vengono inibite le segnalazioni degli effetti avversi e relegate al rango di suggestioni psicologiche.
•Le strutture ospedaliere cominciano a ricevere fiumi di denaro con un conteggio giornaliero per il ricovero dei malati di covid precedentemente lasciati in vigile attesa. Pur di fare rientrare chiunque tra i malati di covid vengono dichiarati tali i malati di qualsiasi altra patologia. I dati nazionali sull'andamento del virus vengono completamente sballati.
•Vengono finanziati a peso d'oro medici e santiari vaccinatori
•Il Parlamento viene esautorato e asservito unanimamente ad un solo uomo circondato dai suoi scagnozzi.
•Vengono promulgati decreti che stabiliscono comportamenti illogici e privi di fondamento scientifico.
•Media nazionali e influencer partecipano alla grancassa e si trasformano in un megafono personale del governo.
•Vengono sospesi e radiati medici che forniscono esenzioni anche se motivate e i cittadini in questione costretti a ricevere il siero anche se contro la propria salute, il tutto facendo firmare un documento di scarico delle responsabilità da parte delle autorità sanitarie e dello Stato.
•Viene istituto un lasciapassare che fornisce gli elementari diritti civili a chi ha ricevuto il farmaco e li nega a chi non lo ha voluto ricevere.
•Viene scatenata scientemente una campagna di lavaggio del cervello collettivo con relativa persecuzione di una parte della popolazione verso l'altra. La società si squarcia, famiglie e amicizie distrutte. Chi non è manipolato è complice, chi nessuna delle due è scomunicato.
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Sì, l'hanno fatto per la tua salute.
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fotopadova · 1 year
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Walker Evans. Parte terza: grandezza e contraddizioni
di Paolo Felletti Spadazzi
 --- Un nuovo modo di vedere
-- Quando ci narra la storia della fotografia in America, Susan Sontag (Sontag 2004) inizia con una citazione di Walt Whitman (1819-1892), il padre della poesia americana, secondo il quale "ogni oggetto o condizione o combinazione o processo esprime una sua bellezza". Secondo Sontag "la fotografia americana è passata dall'affermazione all'erosione e da questa alla parodia del programma di Withman. Il più edificante personaggio di questa storia è Walker Ewans", la cui poetica."deriva ancora da Whitman, e precisamente dall'abbattimento delle discriminazioni tra bello e brutto, tra importante e banale". Questo modo di vedere ricorda una citazione del Talmud che Guido Guidi ama ripetere: “Ovunque tu guardi c’è qualcosa da vedere”. Walker Evans ci insegna a vedere in modo diverso le cose di ogni giorno, un po' come fece la pop art negli anni '60, usando oggetti quotidiani come le bottiglie di Coca Cola o le lattine di zuppa al pomodoro.
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A sinistra: Walker Evans, Griglia per  camion,  Connecticut (1973). A destra:. Robert Rauschenberg, Auto  con telone (1979)
 Anche il famoso illustratore Saul Steinberg (1914-1999) avrebbe affermato che Evans ha insegnato a vedere a tutta una generazione (Katz 1971).
John Szarkowski, nella sua introduzione alla retrospettiva su Evans esposta al MoMA nel 1971, scrive: "Le immagini di Evans hanno ampliato il nostro senso della tradizione visiva utilizzabile e hanno influenzato il modo in cui ora vediamo non solo altre fotografie, ma anche cartelloni pubblicitari, discariche, cartoline, stazioni di servizio, architettura vernacolare, strade principali e pareti delle stanze."
Nel 1933 il Museum of Modern Art espone "Walker Evans: Photographs of 19th Century Houses", che è la prima mostra fotografica personale allestita da un importante museo negli Stati Uniti.
Nel 1938, in occasione della celebre personale di Evans, American Photographs, sempre al MoMA, Thomas Mabry, direttore del Museo, osservava che Evans era ritenuto dai suoi ammiratori uno dei più grandi fotografi americani viventi.
Tuttavia, un incremento ancora maggiore della popolarità di Evans derivò dalla mostra retrospettiva del 1971 e dalla relativa pubblicazione, entrambe curate per il MoMa da John Szarkowski.
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1971. Copertina della monografia su  Walker Evans curata da John Szarkowski insieme alla omonima esposizione  allestita al MoMA
 A tale proposito Lewis Baltz afferma che “a metà degli anni settanta il prestigio di Evans era così assoluto da far pensare che in America non fosse possibile intraprendere alcuna ambiziosa attività fotografica senza invocarne il nome [...] Per moltissimi fotografi americani Evans è quello che Cartier-Bresson è per i francesi: un artista con un retaggio inesauribile”
Numerosi altri storici e critici collocano Evans fra i fotografi più influenti e famosi del 20° secolo (Hilton Kramer, Bruce Jackson, David Campany, Philippe De Montebello e Maria Morris Hambourg).
In particolare Hilton Kramer (1928-2016), noto critico e saggista statunitense, nella sua introduzione alla biografia di Walker Evans redatta da James Mellow (Mellow 2001), afferma che "è stato riconosciuto da lungo tempo che Walker Evans è stato in America il più grande fotografo della sua generazione. Ciò che viene riconosciuto meno spesso è che è stato anche una delle figure emblematiche nell'arte e nella cultura del suo periodo storico".
Naturalmente una personalità di spicco come quella di Evans non poteva che dividere le opinioni del suo pubblico, in particolare all'inizio della sua carriera. Ad esempio, il fotografo Ansel Adams scrisse che le fotografie di Evans gli avevano fatto venire un'ernia (Rathbone 1995).
Tra i fotografi italiani che riconoscono l'importanza di Evans per la propria formazione ricordiamo Luigi Ghirri (Ghirri 2021), che scrive "Evans è l’autore che ho amato, amo e stimo più di ogni altro e che sento più vicino. Ho visto le fotografie di Evans nel 1975, e ritengo sia stato fondamentale per il mio lavoro, per quello che avevo fatto e stavo facendo e per il suo successivo sviluppo” (Ghirri 2021).
Gabriele Basilico, parlando di Evans, affermò: “penso sia stato il mio vero grande maestro segreto, un riferimento etico e estetico che ha molto influenzato il mio lavoro” (Gasparini 2016).
Michele Smargiassi, che ha curato una recente monografia su Evans (Smargiassi 2021), lo definisce "il più misterioso, sfuggente, contraddittorio (azzardiamo: anche il più grande) dei fotografi americani".
 B/N o colore?
Secondo Oscar Wilde "La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: semplicemente la confessione di un fallimento". E l'attività di Evans, coronata da indubbio successo, non è stata certo esente da aspetti contraddittori che accenneremo di seguito.
Consideriamo dapprima il rapporto di Evans con la fotografia a colori.
Evans sosteneva che la pellicola a colori può essere usata validamente quando la caratteristica di un soggetto è la sua volgarità e quando il colore proviene dalla mano dell’uomo.
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1958.  Architectural Forum, Color Accidents
 Anche se le fotografie più conosciute di Evans sono in bianco e nero, occorre ricordare che realizzò, tra il 1945 e i 1965, ben nove memorabili portfolio con fotografie a colori per la rivista Fortune e la serie "Color Accidents", tutta imperniata sul colore, per la rivista Architectural Forum.
Però, in un'intervista del 1971, quando Paul Cummings gli chiese se era mai stato interessato dalla fotografia a colori, Evans rispose che aveva fatto fotografie a colori in alcune occasioni, ma non lo approvava molto. E soggiunse "Perché credo che il colore non sia ancora veritiero. Inoltre credo che non ce ne sia bisogno. E che non sia nemmeno durevole".
In un'altra occasione disse che uno degli aspetti positivi del colore è la sua deperibilità.
Quando, a partire dal 1973, cominciò ad utilizzare compulsivamente una Polaroid SX-70, ebbe a dire: "Un anno fa avrei detto che la fotografia a colori era volgare. Il paradosso è una mia abitudine. Ora mi dedicherò con grande cura al mio lavoro a colori" (Mora 2004).
 Niente politica
Altri aspetti contraddittori possono essere osservati nel rapporto di Evans con la politica e, in particolare, con l'establishment americano dell'epoca, di cui si è fatto cenno anche nella seconda parte.
Evans espresse più volte le sue riserve nei confronti della fotografia che pretende di cambiare il mondo.
Tuttavia, nel 1933, all'inizio della sua carriera, Evans accetta un lavoro con rilevanti aspetti politici. L'editore J. B. Lippincott chiede a Evans di realizzare le fotografie per un libro del giornalista radicale Carleton Beals (The Crime of Cuba) che costituisce una violenta accusa agli interessi del capitalismo nordamericano, che proteggevano la brutale dittatura del presidente cubano Gerardo Machado. Alcune delle 31 fotografie che vengono scelte da Evans per la pubblicazione, tra le centinaia di scatti eseguiti, sembrano riflettere l'impegno politico del libro.
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1933 L'ultima fotografia di The  Crime of Cuba. Compaiono le scritte Abbasso la guerra Imperialista e Appoggiamo  lo sciopero dei lavoratori di sigari
 Due anni dopo Evans viene reclutato dalla Resettlement Administration, divenuta in seguito Farm Security Administration (FSA). La principale finalità della sezione Storica della FSA, dove viene arruolato Evans, è di documentare, ai politici e a tutti i cittadini americani, la povertà rurale seguita alla grande depressione del '29, anche per giustificare i conseguenti interventi governativi di sostegno. Una nota redatta a mano da Evans in tale occasione, nella quale elenca le richieste da fare al suo nuovo datore di lavoro, si conclude con la frase "NO POLITICS whatever" (Niente politica, in nessun modo).
Infine, nel 1938, in una nota introduttiva (non pubblicata) al proprio libro fotografico American Photograph, ritiene necessario precisare che le fotografie "sono presentate senza sponsorizzazioni o collegamenti con le direttive, estetiche o politiche, di nessuna tra istituzioni, pubblicazioni o agenzie governative per le quali è stato svolto parte del lavoro".
Si registra quindi un continuo tentativo da parte di Evans di dimostrare di aver effettuato le riprese in modo totalmente indipendente dalle finalità del proprio committente, anche se in certi casi come quello di Cuba, il risultato finale è stato evidentemente utilizzato anche con fini politici.
Nonostante questa asserita disaffezione per la politica, nel 1971, quando fu intervistato da Leslie Katz, Evans affermò: "All'epoca ero davvero antiamericano. (al ritorno da Parigi 1927-1930) L'America era un grande business e volevo scappare. Mi ha nauseato. La mia fotografia è stata una reazione semiconscia contro il retto pensiero e l'ottimismo; era un attacco all'establishment" (Katz 1971).
A quanto pare, quello che Lewis Baltz definisce "il più americano dei fotografi" (Baltz 2014), potrebbe forse essere stato, allo stesso tempo, il più antiamericano di essi.
Bibliografia
Baltz, Lewis (2014). Il più americano dei fotografi, in Scritti, Monza: Johan & Levi (ed. or. 2013)
Beals, Carleton (1933). The Crime of Cuba. Philadelphia: J. B. Lippincott,.
Cummings, Paul (1971), Oral history interview with Walker Evans, Oct. 13-Dec. 23, Archives of American Art, Smithsonian Institution https://www.aaa.si.edu/download_pdf_transcript/ajax?record_id=edanmdm-AAADCD_oh_212650
Evans, Walker (2012). American Photographs, New York: Museum of Modern Art (ed.or. 1938)
Gasparini, Laura (a cura di) (2016). Walker Evans. Italia, Milano: Silvana Editoriale
Ghirri, Luigi (2021). Niente di antico sotto il sole, (scritti e interviste a cura di Francesco Zanot), Macerata: Quodlibet.
Katz, Leslie (1971) in Bertrand, Anne ed. (2017). Walker Evans. Le Secret del la Photographie. Entretien avec Leslie Katz, Parigi, Centre Pompidou parzialmente riportata in: https://americansuburbx.com/2011/10/interview-an-interview-with-walker-evans-pt-1-1971.html
Mellow, James R. (2001). Walker Evans, New York, Basic Books
Mora, Gilles; Hill, John T. (2004), Walker Evans: The Hungry Eye, LondonThames & Hudson (prima ed. 1993)
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