Tumgik
#colpo di calore
be-appy-71 · 2 months
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Per un istante rimasero entrambi immobili. Alla fine lui le posò una mano sul fianco e l'attirò a sé... lei sospirò,come se si fosse liberata da un vecchio fardello, e quando lo guardò negli occhi le fu facile immaginare che tutte le sue paure erano assurde. Che lui l'avrebbe amata sempre e comunque. In quel momento si rese conto che anche lei lo amava. Allora si abbandonò contro di lui... i loro corpi si unirono .. cominciò ad accarezzarle i capelli... il suo tocco era tenero e gentile, diverso da qualsiasi cosa lei avesse mai sperimentato, e con stupore lo vide chiudere gli occhi... piegò la testa,avvicinando il volto .. quando le loro labbra si incontrarono, lei avvertì il sapore di vino sulle labbra..... si abbandonò completamente,lasciando che lui le baciasse la guancia e il collo; reclinò il capo all'indietro,persa nella dolcezza di quella sensazione.. sentiva le sue labbra sfiorarle la pelle e lo abbracciò forte. Ecco cosa si prova quando si ama qualcuno veramente, pensò, e a essere riamati.. quella consapevolezza le fece salire le lacrime agli occhi. Batté le palpebre, per ricacciarle indietro, ma di colpo non poté più fermarle. Lo amava e lo desiderava, ma sopratutto voleva che lui l'amasse per quello che era, con tutti i suoi difetti e i suoi segreti. Voleva che lui conoscesse tutta la verità. Rimasero a lungo a baciarsi in cucina, i loro corpi incollati, la mano di lui che le accarezzava i capelli. Lei fremette sentendo sulle guance la sua barba ruvida. Quando le accarezzo un braccio con un dito.. fu percorsa da un'ondata di calore ..
Ci vuole pazzia per vivere.... ♠️🔥
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(Luana Poretti)
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vividiste · 2 months
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🔥È MORTO CHIUSO IN UN AUTO NELL'ESTATE ROVENTE🔥
❌❌❌#COLPO DI #CALORE NEL #CANE
Ecco cosa fare.
L’ipertermia è un termine che descrive un aumento eccessivo della temperatura corporea. Tale incremento si verifica in genere come risposta ad un’infiammazione nel corpo o ad un ambiente caldo. Quando un cane è esposto ad alte temperature, si può verificare un colpo di calore. Il colpo di calore è una condizione molto grave che richiede cure mediche immediate. Una volta che i sintomi del colpo di calore sono stati individuati, c’è davvero poco tempo per intervenire, minuti preziosi che possono evitare gravi conseguenze e addirittura la morte.
I cani non sudano attraverso la pelle come gli esseri umani, ma manifestano la sensazione di caldo principalmente ansimando e sudando dai piedi e dal naso. Se un cane non può espellere efficacemente il calore, la temperatura interna del corpo comincia a salire. Una volta che la temperatura del cane raggiunge il limite, i danni al sistema cellulare del corpo e agli organi possono diventare irreversibili. Purtroppo, troppi cani sono vittime di colpo di calore quando si sarebbe potuto evitare. Imparate a riconoscere i sintomi del colpo di calore e ad evitare che questo succeda al vostro cane.
Aumento della temperatura rettale.
Il cane ansima affannosamente.
Le gengive sono di un colore rosso scuro.
Le mucose di gola e bocca sono secche.
Il cane è in posizione supina e non vuole o non riesce ad alzarsi.
Il cane sviene e perde coscienza.
La saliva è densa.
Vertigini o disorientamento.
Cosa fare se si sospetta un colpo di calore.
Se avete anche il minimo sospetto che il vostro cane stia subendo un colpo di calore, è necessario intervenire immediatamente. In primo luogo, spostate il cane lontano da fonti di calore e al riparo dal sole immediatamente.
Iniziate il raffreddamento del corpo del vostro cane ponendo stracci bagnati freschi in particolare alle zampe e intorno alla testa.
Non usate mai ghiaccio o acqua molto fredda. Il freddo estremo può causare il restringimento dei vasi sanguigni e l’ipotermia.
Offrite al vostro cane acqua fresca, ma non forzate l’acqua nella bocca.
Telefonate o recatevi dal vostro veterinario subito, anche se il vostro cane sembra stia già meglio. I danni interni potrebbero non essere evidenti ad occhio nudo, quindi un esame completo è sempre necessario.
Ci sono molti modi per prevenire il colpo di calore:
Non lasciate mai il cane solo in macchina in una giornata calda, indipendentemente dal fatto che i finestrini siano aperti. Anche se la temperatura fuori non è molto alta, l’interno della vettura si comporta come un forno: la temperatura può salire a livelli pericolosamente alti in pochi minuti.
Evitate di fargli fare esercizio fisico intenso nei giorni caldi. Oppure, optate per zone d’ombra.
Mettete acqua fresca a disposizione del cane in ogni momento.
Alcuni tipi di cani sono più sensibili al calore, in particolare i cani obesi e le razze brachicefalo come i Bulldogs. Usate estrema cautela quando questi cani sono esposti al calore.
Alcuni cani possono riprendersi completamente dal colpo di calore, se viene trattato con sufficiente anticipo. Altri subiscono un danno permanente agli organi e richiedono trattamenti farmacologici per tutta la vita. Purtroppo, molti cani non sopravvivono al colpo di calore. La prevenzione è dunque la chiave per mantenere il vostro cane al sicuro durante la stagione torrida.
Gabriella Dimastrodonato
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kon-igi · 1 year
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KIT DI SOPRAVVIVENZA IN CASO DI RIBELLIONE DELLE AI
Dal momento che i vostri timori si fanno giorno dopo giorno sempre più consistenti e l’evoluzione delle intelligenze artificiali devia in modo esponenziale verso scenari apocalittici - e voi lo sapete che la mia specializzazione è proprio in apocalissi di varia natura - rispondo a un timore di @der-papero​ pubblicando una lista di oggetti di pronto utilizzo da inserire nel kit di sopravvivenza quando le AI prenderanno il sopravvento e il loro unico dubbio sarà se renderci schiavi o sterminarci tutti.
1 - PIGMENTO CUTANEO ‘ANATHERMAL’
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L’Anathermal - conosciuto negli ambienti dei ribelli come ‘La pittura’ - è un pigmento cutaneo a base di biossido di titanio e microsfere ceramiche che quando applicato su viso e superfici corporee esposte svolge una funzione termoisolante e riflettente nei confronti dei sensori di calore a infrarossi che le AI usano per induividuare gli esseri umani. Esiste in diversi colori (in foto un flacone di variante Nero) con i quali, se alternati, è inoltre possibile dissimulare la simmetricità del viso umano e rendere inutile il riconoscimento facciale (’Pittura di Guerra’).
2 - ARMA CORTA CON MUNIZIONAMENTO A NANITI
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In foto una Colt Python .357 Magnum con proiettili a punta cava espansiva in tugsteno i quali, una volta che impattano, rilasciano naniti programmati per sovraccaricare i superconduttori dei microprocessori con cui vengono in contatto. Ovviamente la possibilità che i naniti siano efficaci è tanto più grande quanto più il colpo è preciso nell’essere indirizzato vicino alla CPU del bersaglio.
3 - CUTTER A FILO MONOMOLECOLARE
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In foto un cutter ‘Grim Reaper’ con filo monomolecolare in nanotubi di carbonio rinforzato (non visibile a occhio nudo perché del diametro di 0,4 nanometri) che parte dall’apice del manico e si inserisce in una sfera di uranio impoverito. Se fatto roteare, il peso della sfera imprime una forza secante al filo monomolecolare - lungo 50 centimetri - tale da tagliare cavi e travi di acciaio con facilità. Ottimo per tranciare cavi o arti meccanici.
4 - POMPA ELASTOMERICA INTRATECALE ‘LACHESIS’
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Questo device permette, in particolari situazioni di stress o di pericolo, il rilascio automatico da parte di un elastomero inserito nel midollo spinale di catecolamine endogene per la soppressione del dolore, l’emostasi di sanguinamenti e il raggiungimento della massima forza esplosiva muscolare. Nei modelli di ultima generazione è stata inserita anche l’opzione terminale ‘Kobudera’ per le missioni senza ritorno.
5 - ARMA LUNGA CON MUNIZIONAMENTO ‘LIPSTICK’
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In foto un fucile di precisione Jigger ad aria compressa e una munizione a doppia camera contenente idrazina e tetranitrato di pentaeritrite, una miscela altamente infiammabile ed esplosiva, la cui estrema instabilità necessita di una bassa carica cinetica di espulsione per evitarne l’attivazione anzitempo. Il rivestimento del proiettile in lega di zirconio ceramico di colore rosso gli ha fatto meritare il soprannome di ‘Lipstick’, rossetto. Emblematica la frase dei tiratori del gruppo Snipy Jackson che prima di sparare sussurrano ‘Make up time!’.
6 - DISPOSITIVO DETONANTE EMP
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Granata deflagrante che al momento dell’attivazione emette un potente impulso elettromagnetico (Electro Magnetic Pulse) con un radius di 2 metri circa. Questo dispositivo contiene un generatore a compressione esplosiva di flusso che grazie al TED (transient electromagnetic disturbance) disabilita e, se non schermati, frigge circuiti integrati, processori e componenti a base silicio. Considerato il raggio ridotto e la pericolosità per eventuali potenziamenti cibernetici di chi la lancia, è un tipo di arma che sarebbe preferibile usare con un detonatore a distanza.
7 - LA BUONA VECCHIA MAZZA
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Perché le AI possono essersi anche evolute ma come per i vecchi PC un bel hard reset non manca mai di risolvere ogni situazione.
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Grazie dell’attenzione e vi saluto ripetendovi quello che in questi tempi difficili sono solito dire ai miei compagni...
Il futuro non è scritto. L'unico destino è quello che ci creiamo con le nostre mani.
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libero-de-mente · 10 months
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Per sempre Alvin
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Riposati Alvin, riposati in eterno.
Questa è la vita, la mia vita, quando penso che mi abbia colpito bene ecco che senza pietà mi sferra un secondo colpo. Anche questo mortale.
Te ne sei andato come sei arrivato, all'improvviso.
Vorrei scrivere tanto su di te, ma non ne ho la forza.
In casa, tra tutti, avevi scelto me come punto di riferimento. Per ogni cosa, dalle primarie necessità indicandomi dove volevi andare o cosa volevi alle coccole. Quelle che mi concedevi cercandomi decisamente e salendomi sul petto.
Non sentirò più il tuo calore, le tue fusa che erano per me un potente antidepressivo.
Ciao Alvin, raggiungi Minù che è appena salita prima di te su quel ponte.
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3nding · 1 year
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Estate 2023:
Le AI diventano di dominio pubblico e la gente ci si sbizzarisce/impazzisce dietro
Fenomeni meteo estremi che vanno dalle inondazioni a grandine enorme a trombe d'aria o ondate di calore a quasi 50 gradi (tra cui Romagna, Veneto, Lombardia, Sicilia, Sardegna)
Muore Berlusconi
Le temperature nei due emisferi sono le più alte mai registrare (tipo 35 gradi in Cile dove adesso sarebbe PIENO INVERNO)
Un cuoco russo a capo di un esercito privato si esibisce coi suoi mercenari in una demo di colpo di stato in russia
Entra ulteriormente nel discorso pubblico il tema UFO
Trump a processo con accuse pesantissime (tra cui cospirazione eversiva)
Scienziati coreani dicono di essere riusciti ad ottenere un superconduttore a temperatura ambiente
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superfuji · 2 months
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Così, trovandomi in viaggio in Giappone, non ho potuto fare a meno di recarmi al Memoriale della Pace di Hiroshima. E’ un parco pubblico, molto essenziale nell’architettura, come a voler dare il senso dello spazio che si apre, a superare e trascendere quel trauma. Ma al contempo, in modalità perfettamente giapponese, dà estrema cura ai particolari, dalle aiuole ai simboli di pace, agli origami delle gru per Sadoku, piccole teche trasparenti dove si possono lasciare origami, ma anche messaggi. Io uno l’ho scritto e l’ho lasciato lì: MAI PIU’ BOMBE NUCLEARI, DISARMO E PACE, in italiano e in sardo. Forse un piccolo atto dal sapore rituale, ma sentivo di farlo. Sadoku è la bambina simbolo di Hiroshima che per salvarsi aveva giurato di fare gli origami di mille gru, per la pace nel mondo. Morì prima di completare la sua opera, ma tutte le persone possono ancora, stringendosi accanto al monumento per i bambini, esprimere un pensiero, o solo meditare in silenzio. Visitando il Museo del Memoriale della Pace di Hiroshima, si torna indietro nel tempo e ci si ritrova immersi in quell’immane tragedia. L’esplosione dell’atomica trasformò in pochi istanti la città in un vero e proprio inferno. Un inferno descritto dalle poche fotografie esistenti, dai disegni e dai dipinti dei testimoni oculari, dai racconti dei sopravvissuti. La temperatura al suolo divenne così alta da incendiare non solo gli alberi, le case e le strutture in legno e in cemento, ma da staccare la pelle delle persone, scioglier loro gli occhi, squagliare gli organi interni. I cavalli, che guidavano le carrozze nei viali, impazzirono e si tuffarono nei fiumi, per annegar lì. Anche molte persone si gettavano nel fiume, per spegnere le fiamme che le avevano avvolte, o cercare di trovare ristoro all’enorme calore. Chi non era morto sul colpo si trascinava ferito ed ustionato, con la pelle a brandelli, con le carni che bruciavano dentro, alla ricerca d’acqua per spegnere quel fuoco. Quell’acqua stessa, che ne avrebbe solo accelerato la morte. Così come la pioggia che cadde nei giorni successivi, descritta dai testimoni come “la pioggia nera”, altamente radioattiva. 
Ricordare Hiroshima per prevenire la catastrofe
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0francesc0 · 15 days
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la verità é che sotto l’armatura c’è sempre una persona che vorrebbe soltanto immergersi tra due braccia e piangere, piangere, piangere e piangere
sentirsi dire che andrà tutto bene, che non si é mai soli, che tutto passa, nonostante il tempo sia sempre il nostro migliore amico e, al contempo, peggior nemico; sentire il calore, quello vero, sentire di essere speciali o importanti per qualcuno, sentire di essere cullati con così tanta angosciante tranquillità, sentirsi dire di essere voluti bene, sentirsi dire di essere amati e sentire tutto questo sotto la pelle, dentro le vene, nel cuore e nella mente; sentirsi dire che le persone che ci abbandonano in realtà non lo fanno sempre con malizia, a volte lo fanno per salvare noi e loro stessi; a volte si scappa per cercare la libertà e se ci si arriva, non ci si volta più indietro; sentirsi dire che il male lo si divide in due così diventa meno pesante, sentirsi dire che per una volta possiamo non essere chi siamo fuori, sentirsi dire che per una volta possiamo togliere la maschera, sentirsi dire che l’armatura non ci rende ciò che siamo ma é il passato che determina quanta robustezza diamo all’armatura, sentirsi dire che in fondo va bene tutto così com’è anche se fa male, anche se fa malissimo e anche se non é come vorremmo che sia; sentirsi dire che tutto quello per cui ci sacrifichiamo, tutto quello per cui lottiamo, ha senso oggi e l’avrà anche domani; sentirsi dire che non siamo stupidi, deboli, insignificanti, ingenui, insensibili, cattivi, egoisti, ma, accettandone la realtà, siamo anime tormentate nella loro purezza, a volte dannate dalla purezza stessa; sentirsi dire cose che nessuno mai ha detto e cose che possano aiutare solo nella crescita di quel momento; sentirsi dire così tanto ma sentire così poco;
che mentre piangi, senti così tante cose e poi non senti niente più di colpo, perché tra tutte le lacrime versate, c’è stata qualche goccia di mezzo che t’aiuta a svuotarti
perché, alla fine, siamo vuoti; ma vuoti di cosa?
é l’armatura che copre un vuoto o é l’armatura stessa il vuoto che crediamo ci protegga?
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lalacrimafacile · 2 months
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This Is Going To Hurt - Medical Drama (2022)
Quando la Vita in Ospedale è una Tragicommedia.
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Se sei un amante delle serie TV come me, saprai che la combinazione di dramma e commedia è una miscela perfetta. "This Is Going to Hurt" riesce a catturare proprio questa magia, portandoci dietro le quinte di un ospedale pubblico con un'ironia graffiante e un realismo crudo che non lascia spazio a mezze misure.
Dalla mente di Adam Kay, (protagonista e autore del libro da cui è tratto lo show), ogni episodio ci trascina tra i corridoi di un normalissimo ospedale, dove lavorano persone tutt'altro che ordinarie.
Benvenuti nel Caos della Ginecologi
La serie ci introduce immediatamente nel reparto di ginecologia, dove ogni giorno è una nuova sfida e niente è mai prevedibile.
Adam Kay, il nostro protagonista (interpretato da un brillante Ben Whishaw), ci guida attraverso un mondo fatto di urgenze mediche, decisioni difficili e momenti di esilarante assurdità. E non è solo una questione di partorire bambini, ma di gestire l'inimmaginabile con un sorriso (o almeno provarci).
Non è il mondo di Grey’s Anatomy, non ci sono mille specializzandi pronti a battersi per avere il prossimo caso. Qui sembra esserci solo Adam.
La Realtà Dietro il Camice
Se pensi che lavorare in un ospedale sia tutto camici bianchi e stetoscopi, ripensaci. "This Is Going to Hurt" ci mostra la dura verità: turni infiniti, pressione costante e l'inevitabile sensazione di dover fare sempre di più con sempre meno. Adam non è solo un medico, ma un funambolo che cerca di bilanciare vita personale e professionale su un filo sottilissimo.
Nessun filtro rosa e nessuna licenza poetica: semplicemente la realtà di un ospedale pubblico inglese.
Specializzandi: Tra Fuoco e Fiamme
Ah, i poveri specializzandi. La serie non risparmia nessuno, tantomeno i medici in formazione che si trovano gettati nel fuoco del reparto di ginecologia. Ogni errore, ogni esitazione può avere conseguenze devastanti, ma la serie ci ricorda anche che l'umanità e l'empatia sono fondamentali tanto quanto la competenza.
Shruti, la co-protagonista (interpretata dalla intensa Ambika Mod) è l’unica a dare il cambio ad Adam. La giovane specializzanda cerca di giostrarsi tra i suoi studi, il carattere tagliente del suo responsabile e le difficoltà del suo nuovo lavoro.
Infermiere: Gli Eroi Silenziosi
Non possiamo dimenticare le infermiere, i veri pilastri del reparto. Con un mix di professionalità e calore umano, affrontano situazioni impossibili con una resistenza incredibile. La loro interazione con i medici e i pazienti aggiunge un ulteriore strato di profondità alla narrazione, rendendo la serie ancora più coinvolgente.
Ironia e Dramma: Un Equilibrio Perfetto
Il vero colpo di genio di "This Is Going to Hurt" è l'equilibrio tra momenti di puro dramma e lampi di ironia tagliente. Le battute sarcastiche di Adam, i momenti di imbarazzo e le situazioni assurde strappano sorrisi anche nei momenti più bui. È questo mix che rende la serie così avvincente: riesce a farci ridere e riflettere allo stesso tempo.
Il Coraggio di Mostrare Tutto
"This Is Going to Hurt" non ha paura di mostrare la cruda realtà della vita in ospedale. Le difficoltà, le ingiustizie e i sacrifici sono tutti lì, in bella vista. Ma è proprio questa onestà che la rende una visione imprescindibile. La serie ci ricorda che dietro ogni camice c'è una persona con le sue vulnerabilità e i suoi sogni.
Conclusione: Un Viaggio Indimenticabile
Se non hai ancora visto "This Is Going to Hurt", preparati per un viaggio indimenticabile. Questa miniserie è un tuffo nel cuore della medicina pubblica, visto attraverso gli occhi di chi ci lavora ogni giorno. Con il suo mix perfetto di ironia e dramma, ti farà ridere, piangere e riflettere. E, soprattutto, ti farà apprezzare ancora di più il lavoro incredibile di medici, specializzandi e infermiere.
L'intensità delle vicende mostrate mi hanno colpita talmente in profondità che ogni puntata sembrava un documentario o un servizio del telegiornale. L'equilibrio tra sarcasmo e verità taglienti rendono questa serie televisiva una perla. I due attori protagonisti, inoltre, riescono ad ipnotizzare gli spettatori. Non vi sorprenderà sapere che ho pianto la metà delle puntate.
Quindi non perdere tempo. Accendi la TV, mettiti comodo e preparati a entrare nel caotico e affascinante mondo di "This Is Going to Hurt". Non te ne pentirai!
Per altri articoli sulle ultime serie TV che mi hanno fatto emozionare, clicca qui!
Stay Tuned! EasyTears
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weirdesplinder · 3 months
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I miei film classici vintage preferiti
Angeli con la pistola
Trama: Annie è una vecchia mendicante di Broadway che sopravvive vendendo mele. Dave “lo Sciccoso”, un famoso gangster, le compra una mela ogni giorno convinto che siano i frutti di Annie a portargli fortuna e a procurargli l'impunità. Una mattina, quando va da lei per avere la solita mela rossa, la vecchietta pensierosa e triste gli confida che sta per arrivare dalla Spagna sua figlia Louise. La ragazza è cresciuta in un importante collegio grazie agli sforzi economici di tutti i mendicanti del quartiere e ritiene che sua madre sia una gran dama. Convinto dalla sua fidanzata, soprannominata “Regina”, una ragazza di gran cuore, Dave compie il miracolo, trasforma la vecchia Annie in una vera signora e organizza un sontuoso ricevimento in onore di Louise e del suo ricco fidanzato, ma l’intervento della polizia e la voglia di Dave di concludere un nuovo losco affare rischiano di rovinare tutto.
La donna senza amore
Trama: Una donna, a capo di un grande magazzino, non ha molte gioie dalla vita a parte il proprio lavoro e il figlio di una sua vicina, vedova di guerra, con cui si diverte a passare il tempo. Quando la madre del piccolo muore, il bimbo rischia di finire in orfanotrofio e la donna decide di adottarlo. Non essendo sposata, però, è molto difficile. Nel frattempo ha conosciuto l'autista di autobus Doug Andrews al quale offre un lavoro. Sarà lui ad insegnarle come essere seduttiva allo scopo di trovare un marito senza il quale non può avere il bimbo chiuso intanto in orfanatrofio.
Incontro a Central Park
Trama: Durante un alterco con il marito, che poi l'abbandona, Rose-Anne rende accidentalmente cieca la propria bambina, Selina. Da allora la vita della giovane non è che un monotono susseguirsi di giorni sempre uguali. Gli umili lavori domestici, le sfuriate della madre - una donna dal passato turbolento, ìincattivita dall'inesorabile declino - l'avvilente compagnia del nonno ubriacone, costituiscono tutto il suo squallido mondo. Un giorno, dopo aver convinto il nonno ad accompagnarla al parco cittadino, Selina fa la conoscenza di Gordon Ralfe, un giovane di colore il quale, commosso dalla cecità della fanciulla e soprattutto dalla fresca gentilezza del suo spirito, ne diviene l'affettuoso amico e maestro. Selina se ne innamora profondamente e il calore di quel sentimento nuovo ed inebriante per lei la spinge a difendere risolutamente Gordon dalle accuse volgari della madre, preda di profondi pregiudizi razziali. Gordon, comunque, è deciso a strappare la fanciulla al suo ambiente soffocante. Anche lui la ama, ma non intende legarla a sé finché Selina non abbia conosciuto il mondo e la vita per quel tanto che basti, almeno, a giudicare obiettivamente dei propri sentimenti. Convince così Selina ad entrare in un istituto specializzato che le permetterà di istruirsi e di frequentare persone civili che non vogliono approfittarsi di lei.
Donne verso l'ignoto
Trama: Fine 800’. Una vallata della California è abitata da una pacifica comunità di coloni. L'unico problema è che scarseggiano le donne. A Roy viene affidato il compito di andare a Chicago a reclutare 150 fanciulle disposte ad accettare la dura vita del West.  Il viaggio è impervio e carico di avvenimenti drammatici, ma le donne, appartenenti ai ceti più svariati, sapranno affrontare le insidie del viaggio con spirito indomito. Alcune non raggiungeranno mai la meta. L'organizzatore della carovana, Roy Whitman,  sceglierà per giudarla l'espreto Buck che, ha inizialmente un atteggiamento preconcetto e quindi ostile. Tale atteggiamento muterà radicalmente di fronte al valore palesato dalle donne, e prima di consegnarle agli uomini che attendono impazienti, parla loro con accenti di autentica commozione e rispetto per chi, come le donne, ha saputo vincere la paura dell'ignoto. Inoltre saranno le donne a scegliere gli uomini alla fine del film.
Colpo di fulmine (con Gary Cooper)
Trama: Un filologo americano che insieme ad altri profesori sta scrivendo da anni un enciclopedia ospita a casa sua con i suoi colleghi una cantante di night club in fuga dal suo ex, un boss ricercato, per apprendere lo slang che gli serve per redigere un'enciclopedia. Nasce un amore insolito, contrappuntato da curiosità linguistiche
Arianna (con Audrey Hepburn e Gary Cooper)
Trama: Arianna, figlia dell’investigatore privato Claude Chavasse, seguendo il lavoro del padre, scopre che un suo cliente, marito tradito, intende uccidere il famoso miliardario e noto dongiovanni Frank Flannagan (Gary Cooper), amante di sua moglie. Cercando di aiutare Flannagan, Arianna finisce per cedere anche lei al fascino dell’uomo. Sa che per lui, lei  rappresenta solo un’avventura come altre mille, una ragazza con cui spassarsela di pomeriggio prima di uscire con altre di sera, ma una piccola parte di lei continua a sperare che lui possa cambiare ed imparare davvero ad amare. Per caso scopre che lui è suscettibile alla gelosia ed inizia ad inventare storie amorose passate basandosi sui vari casi del padre per ispirarsi. Flannagan roso dalla gelosia finirà per rivolgersi proprio al padre di Arianna per farla pedinare….scoprendo così la verità, non ci sono altri uomini per Arianna solo lui. Per la prima volta nella sua vita deciderà di essere nobile, e di lasciarla in modo che possa scordarsi di lui più in fretta, ma davanti alle lacrime che la ragazza cerca di nascondere dietro un sorriso coraggioso si renderà conto che non può più fare a meno di lei.
La casa dei nostri sogni (con Cary Grant)
Trama: le disavventure di una famiglia americana, che sogna di vivere in una casa di campagna. Quando il capofamiglia trova finalmente la dimora dei suoi sogni, si trova sommerso da problemi edili ed ipoteche e non riesce nemmeno più a concentrarsi sul suo lavoro di pubblicitario o a godersi la casa tanto agognata.
Torna a settembre
Trama: Il miliardario americano Robert Talbot (Hudson) è solito passare il mese di settembre nella sua lussuosissima villa nei dintorni di Firenze in compagnia di Lisa (Lollobrigida), una ragazza romana. Un anno però arriva in anticipo rispetto al solito e viene a sapere che Lisa sta per sposarsi. Recatosi alla villa, scopre inoltre che il maggiordomo l'ha trasformata in un hotel.
Indiscreto, con Cary Grant e Ingrid Bergman
Trama: un'attrice famosa intreccia una relazione con un diplomatico pur essendo in conflitto con la sua morale perchè lo crede sposato. Poi scopre che lui non è sposato e le ha mentito e si sente tradita. Lui lo ha fatto perchè non era pronto per una storia seria ma poi si è innamorato e ora vorrebbe un legamo duraturo e progetta di dirle che divorzierà, ma non sa che lei sa e che intende vendicarsi di lui.
Non mangiate le margherite, con Doris Day e David Niven
Trama: Il film narra le vicende di un professore di drammaturgia Larry (Niven), sposato con Kate (Day) e padre di 4 bambini msachi, delle verre pesti che ne combinano di tutti i colori. Larry diventa critico teatrale e la fama che questo gli procura gli dà presto alla testa. Dovrà essere Kate già ben indaffarata con i bambini, un trasloco e un cane fifone a farlo rinsavire….
Governante rubacuori, con Clifton Webb
Trama: Il libro è ambientato durante la seconda guerra mondiale. Le babysitters sono difficili da trovare, visto che molte donne ora lavorano in fabbrica, per questo Tracy King madre di tre vivaci discoli, che non riesce a tenersi una governante per più di pochi mesi, decide di cercarne una scrivendo un annuncio su una rivista letteraria, offrendo uno stipendio, vitto e alloggio a un’aspirante romanziera, in cambio di servizi di babysitting e riordino della casa. All’annuncio risponde Lynn Belvedere, che lei crede una donna, ma chi si presenta alla sua porta è un uomo, di mezza età, che si auto proclama genio in mille ambiti. E il bello è che è vero. Nonostante sembri un misogino mette in riga i bambini che lo adorano e risolve mille problemi in casa. Anche il marito di Tracy e il cane di famiglia ne sono conquistati. I padroni di casa sono curiosi di sapere che genere di romanzo stia scrivendo Belvedere ma lui tiene tutto segreto chiudendo la sua camera a chiave. I primi problemi in questo quadro idilliaco sembrano comparire per colpa dei pettegoli del paese, in particolare a causa di una madre con un figlio scapolo, che non fanno che sparlare di tutto e tutti, e insinuano più e più volte che esista una tresca tra Belvedere e Tracy. Suo marito sa che non è vero, ma quando il suo capo inizia a fargli pressioni in quanto pretende una condotta esemplare dalle famiglie dei suoi sottoposti, nonostante lui stesso abbia in corso diverse scappatelle, comincia ad inquietarsi e scoppia una tremenda lite con sua moglie che addirittura se ne va di casa. A risolvere tutto ci penserà proprio Belvedere che, finito finalmente il libro, lo pubblicherà rivelando che si tratta di un romanzo che svela tutti i reali segreti della comunità del quartiere!
Il molto onorevole Mr. Pennypacker
Trama: America. Primi del 1900. Orazio Pennypacker è un uomo che si vanta di essere molto moderno. Porta pantaloni alla zuava, non inamida i colletti delle sue camice e crede nelle teoria Darwiniane. Ma il suo essere moderno diventa eccessivo quando ha l'idea di costruirsi due famiglie, una a Philadelphia e l'altra ad Harrisburg, dove sono le filiali delle industrie, procreando tra tutte e due la bellezza di diciassette figli. E naturalmente i guai non mancano.Quando, per puro caso, il suo segreto viene scoperto, la sua famiglia di Harrisburg si rivolterà contro di lui…..tra pattini, svenimenti e camion dei pompieri le risate e i sorrisi sono assicurati.
Situazione imbarazzante (con David Niven e Ginger Rogers)
Trama: Commessa licenziata trova un bambino abbandonato e quando lo porta in orfanotrofio viene presa per la madre. Il direttore dell'istituto scopre dove lavora e va dal proprietario del grande magazzino pregandolo di ridarle il lavoro in modo che possa tenere il bambino. Lui le ridà subito il lavoro e il bambino. Lei insiste che non è suo figlio, lui non le crede e minaccia di licenziarla se non riprende il bambino. Lei finisce col tenerlo e ci si affeziona. E il proprietario del Grande Magazzino si affeziona a tutti e due….
La lunga estate calda
Trama: Nel profondo Sud afoso, arriva Ben Quick, un piantagrane, vagabondo e faccia da schiaffi con la fama di piromane (che si scoprirà essere in realtà suo padre). Va a lavorare per Willy Varner, proprietario terriero che domina tutti con pugno di ferro, dai famigliari al paese. Willy intuisce che il nuovo arrivato ha una grande personalità e di trovarsi di fronte a un suo pari. La figlia di Willy, Clara, non ne è entusiasta all'inizio, ma con il tempo apprezza Ben sempre più. L'unico geloso di Ben è Jody, il debole figlio di Willy, il quale in uno scatto di ira, appicca il fuoco a una stalla con il padre dentro, che fortunatamente si salva.
12 metri d'amore, con Lucille Ball
Trama: La vicenda è raccontata con un lungo flashback. Tacy Bolton e Nicky Collini, appena sposati, dovendosi trasferire in California per motivi di lavoro, decidono di trasformare il lungo viaggio nella loro luna di miele, acquistando una enorme roulotte superaccessoriata che dovrà far loro anche da casa una volta arrivati a destinazione. In verità, la decisione è presa dall'entusiasta Tacy, mentre il più riflessivo Nicky si limita ad assecondare la moglie, sia pure con scarso entusiasmo. La faccenda si rileva subito più complicata del previsto, dato che, per trascinare un simile bestione, è necessario comprare una nuova macchina ed affrontare quindi ulteriori spese. Inoltre la guida è molto difficoltosa: ad esempio, durante una visita ad una zia di Tacy, Nicky sfonda con la roulotte la recinzione del giardino, inimicandosi i parenti dai quali si aspettavano un sostanzioso dono di nozze. Tutto il viaggio è costellato da piccoli e grandi incidenti, che incidono sull'umore dei novelli sposini. Particolarmente disgraziata risulta l'idea di Tacy di restare dentro la roulotte per cucinare in viaggio, senza tener conto dei sobbalzi della strada.
Segretaria tuttofare, con Lucille Ball
Trama: Una bella dattilografa trova lavoro nell'ufficio del giovane uomo d'affari Richmond, che in realtà è un disonesto allibratore, che si cela sotto la facciata di immobiliarista. Cercando di fare bella figura e vendere delle villette che in realtà non esistono la ragazza metterà nei guai l'allibratore.
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musicaintesta · 1 year
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“Le tocco il cuIo(ne) e mi rendo conto che, nonostante la montagna di anni che mi porto sulle spalle, la cosa non passa inosservata ai piani bassi.
Lei sorride.
Per quanto di cattivo gusto, soprattutto all'interno di un locale pubblico, questo mio gesto da teenager in calore sembra farle piacere.
Abbiamo passato una vita insieme.
La verità è che mi auguro di poterle toccare il cuIo anche nel corso della prossima.
I nostri figli sono diventati genitori.
I loro figli, i nostri nipoti, sono invece alla prese con i primi amori.
Corrisposti e non.
Tutto come da copione.
Non sento più come una volta.
Sessant'anni fa il rumore prodotto dalle onde del mare contro gli scogli era la mia sveglia mattutina. Oggi, quando voglio fare una chiacchierata con gli amici, devo mettermi uno stupido aggeggio nell'orecchio.
Una specie di alveare pieno di api isteriche impiantato nel cervello.
Con lei è diverso.
Noi ci parliamo con gli occhi.
Basta uno sguardo ed è già tutto chiaro.
Poche parole.
Solo quando è necessario. Praticamente mai.
Dopo cinquant'anni di matrimonio, almeno un milione di sacchi di immondizia gettati nei vari cassonetti, e altrettanti rimproveri per non aver fatto, o per aver fatto ma non nel modo corretto, siamo ancora qui: nel pub di un paesino di provincia, aspettando che un sabato pomeriggio qualunque si trasformi in oscurità.
Lo so che fa ridere.
Due più che ottantenni seduti al banco di un bar a bere due pinte di Guinness.
Alla faccia della gastrite e della prostata ingrossata.
Sembra la scena di un film di Fellini.
Parlano di qualche mese.
Tre, forse addirittura sei.
Probabilmente quattro.
So che non dovrei prendermela troppo.
In fondo ho campato parecchio. Ci sono migliaia di bambini che muoiono ogni giorno. Anche ora: in questo preciso instante.
Se sommando le loro giovani età fino a raggiungere i miei anni, avessi la certezza che questa mia uscita di scena potesse salvare loro la vita, beh... me ne andrei più tranquillo.
So che non è così.
Non lo sarà mai.
Non esiste alcun contratto dove sta scritto che la vita è una questione di algebra.
Non esiste alcun contratto, per la verità.
Lei non lo sa ancora.
Non ho il coraggio di dirglielo.
Come si reagisce alla notizia che il tizio con cui dormi da più di mezzo secolo, tra qualche mese sarà solo un cuscino vuoto?
Non lo so.
Ho paura.
Non solo per me. Anche per lei.
La verità è che non siamo fatti per morire.
Lo so che sembra infantile come ragionamento, ma vi posso garantire che le cose stanno proprio così. Ogni giorno vivi la vita ai cento all'ora con la voglia matta di alzare il piede dall'acceleratore. Poi, senza alcun preavviso, si accende la spia rossa e allora ti fermi a fare rifornimento. Sali di nuovo in macchina, giri la chiave e – colpo di scena – non accade nulla. Il motore non ruggisce più. È morto. Ma com'è possibile? Ti chiedi. Stavo viaggiando alla velocità della luce proprio un attimo fa. Avevo dei progetti, degli assi nella manica da giocare al momento giusto, e ora invece mi ritrovo con le mutande calate all'altezza delle ginocchia in attesa che un corpo estraneo penetri nelle mie stanze e faccia piazza pulita.
Credetemi: anche a ottant'anni si fanno progetti.
E uno di quelli più ricorrenti, ironia della sorte, è proprio quello di non morire.
Comico, no?
- Ci facciamo un altro giro?
La guardo. E' bellissima. Con il vestito a pois e gli occhiali in tinta.
- Perché no! - esclamo - In fondo...
Lascio la frase a metà.
Lei aggrotta le sopracciglia.
Forse ha capito.
Forse no.
Forse... chissà.
Faccio segno al barista di portarne altre due.
Lui annuisce.
- Hai ancora un gran bel cuIo - le dico aggiustandomi il berretto.
Lei sorride.
Una carezza sulla guancia.
Chiudo gli occhi e mi preparo al prossimo giro.
Di Birra.
Di Vita.
Alessandro Casalini
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ambrenoir · 1 year
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La gattamorta
“E' la terza volta in un mese che mi trovo a spiegare a un uomo cosa sia una gattamorta. Non mi è mai capitato di doverlo fare con una donna: le donne lo sanno benissimo.
Il gattamortismo è un comportamento sociale prevalentemente femminile, benché abbia incontrato uomini capacissimi di replicarlo. Prende il nome dal movimento lascivo delle gatte in calore, che rotolano per terra miagolando e mostrando la pancia con un atteggiamento apparentemente passivo che ti induce a credere che la decisione di avvicinarti spetti a te.
La gattamorta la riconosci dal fatto che evita qualunque modalità assertiva: lei non "è", lei "sta" e la sensazione che restituisce è che le cose le accadano senza alcun suo contributo, anzi suo malgrado. Inutile dire che è vero l'opposto, ma questa ovvietà per un maschio medio è praticamente impossibile da capire, ammesso che esista un maschio medio che voglia capirlo davvero.
La gattamorta solletica infatti l'aspirazione alla superiorità di genere che si annida in molti uomini, quelli che possono essere lusingati dalla possibilità di potersi dimostrare forti e protettivi verso una femmina della loro specie. Perché questo meccanismo ancestrale si attivi occorre naturalmente che ci sia una donna disposta a recitare la parte del sesso debole, fragile davanti alla durezza del mondo, intimidita dalla vita in qualunque forma si manifesti e dunque bisognosa di protezione, perché la gattamorta - nemmeno Battiato l'aveva capito - è un essere speciale e troverà di sicuro qualcuno pronto a superare le correnti gravitazionali pur di aver cura di lei.
La gattamorta fa tutto in modalità passivo-aggressiva: è lei quella che a una festa balla poco e guarda tanto, toccandosi i capelli di continuo; appena un uomo gradito le incrocia lo sguardo lo abbassa e sorride, davvero troppo timida per reggere un simile impatto. Parla a voce bassa, tra il sussurro e il lamentoso, perché è sensibile. Ha spesso qualche fragilità fisica sexy e invisibile, tipo mal di testa o pressione bassa, ideali per accasciarsi indebolite e magari farsi accompagnare a casa senza dover mai dire "vorrei andare a casa". E' quella che ha sì la minigonna inguinale, ma sembra essersela infilata per caso, giusto perché non aveva nient'altro di pulito, mica per malizia. La gattamorta poi non fa mai deliberatamente qualcosa di dannoso. Se accade, per definizione lei "non voleva". Inutile farglielo notare, sennò piange lei e tu l'hai fatta piangere. Se poi abbia delle idee sue è un mistero inconoscibile: non le manifesta mai troppo nettamente, perché le posizioni esplicite suggeriscono forza e la gattamorta non vuole suggerire alcun tipo di forza, altrimenti come fa a convincerti che quello forte sei tu?
Fare la gattamorta in un paese pieno di stereotipi di genere è estremamente efficace. Senza mai dichiararlo, la gattamorta conforta l'uomo destabilizzato dal confronto con donne più autonome o comunque abbastanza impegnative da fargli temere di non esserne all'altezza. La gattamorta risolve l'ansia: lei non ti chiede alcuna altezza, devi persino chinarti.
Nonostante la riconoscibilità, per vederla essendo maschi ci vuole una vita e di solito il punto di consapevolezza si raggiunge quando è troppo tardi.
Una donna invece la gattamorta la riconosce dalle elementari, da quando la ragazzina gracile con gli occhi color del dado da brodo si metteva in un angolino vicino a quello che piaceva a te e si fissava le scarpette zitta finché lui non le offriva un pezzo di merendina, intenerito.
E tu che ti eri imparata le regole del calcio per fare colpo.”
di Michela Murgia
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ocoreanalfabeta · 11 months
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Franco. Un nome comune, insignificante come sabbia scivolante tra le dita. Un bambino nato nel 1927, in un paesino sperduto tra le braccia chiuse della Campania. Lì, in quel posto afflitto dal sole implacabile e dalla sabbia che tutto inghiotte, il male ha trovato rifugio.
Gli ancelle del tempo, con la loro falce affilata, si erano unite per dar vita all'essenza dell'oscurità e della corruzione, e Franco era lo strumento perfetto. Crescendo, le sue radici affondavano sempre più nelle terre infette, e così quella piccola pianticella abbracciò il marcio circostante. Le case cadenti, le strade deserte, le facce tragiche dei suoi abitanti: tutto ciò si fonde con la sua anima distrutta che vomita incontrollabilmente peccaminose intenzioni.
La sua figura, una carne umida e spettinata, si perdeva tra i vicoli bui, precorrendo le tracce di corruzione che scavavano il loro cammino. La sua voce, uno sghignazzo sinistro e grezzo, echeggiava tra i muri mentre sussurrava le sue preghiere di depravazione.
Il suo volto tanto pallido e freddo da poterlo confondere, a tratti, con una statua marmorea nel cimitero di un Dio dimenticato. L'odore di violenza che lo avvolgeva come un velo putrido, era il suo marchio indelebile. Eppure, un altro marchio solcava la sua carne: un rosario, oscenamente consacrato, che trasudava misericordia e redenzione.
Franco era un uomo di Chiesa. Un sacerdote degenere, un flagello che si dilettava nel suono delle lacrime e dei lamenti. Bendando i suoi occhi ormai opachi e ascoltando le preghiere soffocate dei suoi fedeli, sapeva che il potere sovrannaturale che una volta gli era stato promesso, era diventato quasi tangibile.
Il prete cattivo, soffocante di desideri proibiti, si gettava nella notte senza regole. Carne e sangue erano i suoi vizi, la violenza era il suo pane quotidiano. Alla ricerca di quel calore tanto proibito, la sua croce si sciolse tra le sue mani e l'oscurità si riversò in lui.
Nessuno, forse solo i sussurri del vento carico di peccato, avrebbe potuto prevedere il terribile destino che avrebbe atteso l'anima dannata di Franco. La sua strada si sarebbe intrecciata con flamme divine e sangue versato, causando una tempesta di tragedia.
E così, immerso nel buio eterno, Franco continua a danzare nel freddo riflesso di uno spirito corrotto. Animato da un desiderio insaziabile, inietta fiele nelle vene della sua vittima, macchia di nero ogni colpo di luce che osa attraversare il suo cammino.
Ma l'oscurità non può nascondere eternamente la scintilla di speranza, e la sua misericordia assomiglia a un'ombra che si spalanca sulla sua cupa anima.
Chissà quali demoni chiamerà a sé, chissà quanti cammini distrutti seguiranno i suoi passi. Franco, il prete cattivo, con i suoi vizi segreti e le sue preghiere sacrileghe, è un'ombra che, prima o poi, dovrà affrontare la luce.
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2.
Usciamo da questo dannato quadro prima pieno ed ora privo di vita. Tu sei in piedi davanti alla porta spalancata, io ai piedi del tavolo di un marrone quasi rossiccio. Cerco di alzarmi, di ricomporre le parti di me che tanto brutalmente hai spezzato, vivisezionato a forza di colpi alla rinfusa per la tua rabbia, il tuo odio e forse un po' d'amore. 
Non vedo, mi strappo gli occhi alla ricerca del buio completo, alla ricerca di qualcosa che mi protegga da te. Forse le tenebre. Forse l'inconscio. Forse il nulla. 
Mi strappo i capelli. È questa la disperazione o la pazzia? È forse la fine di tutto? 
Per terra una pozza di sangue e grido amore con le mani ricoperte del mio stesso scuro e denso sangue. Mi avvento su di te, belva assettata di morte, è una supplica. Uccidimi, non sono ancora morta e sento l'aria riempirmi i polmoni in fiamme, stanchi. Il petto mi esplode, i muscoli riprendono a funzionare fin troppo bene. Sono incontrollabile. Sono qualcosa di mai visto e ho paura di me stessa mentre cerco di strapparti il viso, il cranio ricoperto di muscoli minuscoli, carne, vene, nervi e null'altro. Sei nella mia testa, mi controlli, mi manipoli i pensieri. È successo o è stata un'altra illusione. 
Un colpo fisso al petto e due nella schiena. Ti chini e mi baci sulle labbra secche, assettate, sporche ma calde. Siamo una guerra. Io che mi aggrappo con le unghie alla tua schiena. Al mio tocco la carne si scioglie, si strappa in maniera perfetta, gocce di vivo sangue caldo ricoprono le mie dita fredde.
Corro. 
Scappo da te. 
Il buio della notte mi culla. 
Chiudo gli occhi grandi. 
Ti sembro una bambina persa e disperata, una tua creatura progettata per la sofferenza e la distruzione pura. 
Ti sento piangere, o forse stai ridendo, chi lo sa, le mie spalle sono l'unica cosa che vedi di me ed io una distesa di scuro, buio, inferno. 
Guardaci. 
Amore, caro amore mio. 
Noi siamo morti. 
Tu prima ed io dopo. 
Ricado sul riccone cazzuto e svanisco.
Sono io ad avermi ammazzata e sono io che la vita l'ho poi continuata. 
Tu muori sul pavimento freddo e guardami con gli occhi che supplicano amore. 
Io non ti vedo. 
Non ho più gli occhi e strappami dai miei incubi e paure. 
Portami all'inferno che la mia anima come la tua sia dannata in eterno. 
Amore, caro amore mio. 
Porta i miei occhi con te nel più profondo buio che io non possa mai più guardare nessuno, che l'ultimo a vedere, guardare, amare, sia stato tu. 
Amore, dannato amore mio. 
Esco dalla casa buia a piedi scalzi, calpesto i frammenti di vetro sparsi sul pavimento sporco. I piedi mi si attaccano al suolo ed ogni passo è una doppia fatica. 
Il quadro resta sul muro in attesa di essere accolto o distrutto. Nel cammino il fuoco è alto. Potrei prendere una matita, disegnare su un foglio bianco il calore che sento sul corpo nudo. Stringo le mani a pugni e conficco le unghie nella tenera carne, poi mischio, il tuo sangue con il mio e siamo un tutt'uno che vivi in me e vivo in te. Avvolgo le braccia intorno al corpo e il mio sguardo si perde. Ti sento freddo alle mie spalle, un tocco leggero sulla mia pelle fredda. Mi abbracci da dietro, le braccia sotto le mie, è una promessa di protezione e ci siamo uccisi, distrutti, massacrati.
Mi marchi il corpo con il tuo calore e ricomponi parte dopo parte di me con le tue lacrime, vedo di nuovo ed il calore delle fiamme non è calore, è il nostro Inferno.
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colorfulprincewombat · 7 months
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Per un istante rimasero entrambi immobili. Alla fine lui le posò una mano sul fianco e l'attirò a sé... lei sospirò,come se si fosse liberata da un vecchio fardello, e quando lo guardò negli occhi le fu facile immaginare che tutte le sue paure erano assurde. Che lui l'avrebbe amata sempre e comunque. In quel momento si rese conto che anche lei lo amava. Allora si abbandonò contro di lui... i loro corpi si unirono .. cominciò ad accarezzarle i capelli... il suo tocco era tenero e gentile, diverso da qualsiasi cosa lei avesse mai sperimentato, e con stupore lo vide chiudere gli occhi... piegò la testa,avvicinando il volto .. quando le loro labbra si incontrarono, lei avvertì il sapore di vino sulle labbra..... si abbandonò completamente,lasciando che lui le baciasse la guancia e il collo; reclinò il capo all'indietro,persa nella dolcezza di quella sensazione.. sentiva le sue labbra sfiorarle la pelle e lo abbracciò forte. Ecco cosa si prova quando si ama qualcuno veramente, pensò, e a essere riamati.. quella consapevolezza le fece salire le lacrime agli occhi. Batté le palpebre, per ricacciarle indietro, ma di colpo non poté più fermarle. Lo amava e lo desiderava, ma sopratutto voleva che lui l'amasse per quello che era, con tutti i suoi difetti e i suoi segreti. Voleva che lui conoscesse tutta la verità. Rimasero a lungo a baciarsi in cucina, i loro corpi incollati, la mano di lui che le accarezzava i capelli. Lei fremette sentendo sulle guance la sua barba ruvida. Quando le accarezzo un braccio con un dito.. fu percorsa da un'ondata di calore ..
Ci vuole pazzia per vivere...
♥️🖤♥️😘
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leparoledelmondo · 7 months
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Quanto ci costa il cambiamento climatico?
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E’ dagli anni ’90 che il clima del nostro pianeta mostra segni di squilibrio causato dalle emissioni di gas serra delle attività umane e l’Italia è particolarmente esposta a questi mutamenti perché è circondata dal mar Mediterraneo, un mare piccolo, che si riscalda più degli oceani aperti ed è anche vicino agli anticicloni caldissimi del Sahara. I nostri ghiacciai alpini si sono ridotti del 60% nell’ultimo secolo, facendo diminuire le riserve idriche destinate ai fiumi, all’agricoltura e alla produzione idroelettrica. L’innevamento sulle nostre montagne dura meno e penalizza l’industria turistica invernale. Le estati sempre più calde provocano vittime per colpo di calore (estate 2022: 18.000 vittime solo in Italia). I fenomeni di alluvioni e tempeste sempre più frequenti e violenti provocano danni per miliardi di euro (vedi la Romagna nel 2023) impattando sui prodotti agricoli, danneggiati irrimediabilmente, e ciò genera l’aumento dei prezzi dei prodotti. negli ultimi 40 anni le perdite finanziarie causate da fenomeni meteorologici e climatici estremi nell’UE hanno superato i 487 miliardi di euro. Di tutte queste problematiche che influenzano l’economia e le nostre vite dovremmo occuparcene ora. Eppure, diamo retta al negazionismo climatico, che è una scappatoia per negre qualsiasi responsabilità, per dire che la colpa non è nostra e lasciare tutto com’è.
Fonte: Consiglio dell’Unione europea https://bit.ly/480uB6I
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klimt7 · 8 months
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Libri
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[ Un piccolo estratto / 19 gennaio 2024 ]
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Arrivi sul velluto delle parole.
Ho comprato un bel quaderno per poterti parlare. La copertina non ti piacerebbe un granchè. C'è una fotografia azzurra: due ragazze accanto alle loro biciclette, la strada di campagna, una curva dolce, la sera che scende verso un altrove di pioggia estiva. Tu diresti che è un pò leziosa ma non è esattamente il colore di queste parole che scrivo.
Uso una penna a punta grossa, con le note musicali disegnate sul cappuccio bianco. Scrivo per la musica dei tuoi giorni feriti, una piccola musica a inchiostro blu, graffi sul tempo.
A computer non potrei raccontarti. Ma qui sulla carta a quadretti piccoli, le lettere si uniscono, si separano, è un percorso che mette il cuore in gola, pause bianche e istanti di te, il filo di una vita che non sapevo, al tempo dell'unione dei nostri corpi.
Perchè noi facevamo l'amore e io credevo di toccarti nel cuore della vita, e poi me ne andavo, tutto solo, per le strade di Rouen.
Più tardi scendeva la sera, i caffè biondi si accendevano a poco a poco, facili tepori sgranati lungo il sagrato freddo della nuova cattedrale, arco di pietra e cemento gettato su un domani durissimo, dove il desiderio si scontra con il cielo della notte. Restavo lì sul sagrato. Il desiderio blu non poteva reggere nel tepore facile dei caffè. Restavo lì, tra due rive, insieme al tempo svuotato e notturno che da le vertigini.
Non leggerai mai queste pagine scritte in una scuola tranquilla nel vento umido d'autunno.
Forse sono solo per me, per averti ancora un pò, è la prima volta che ti tengo nel mio habitat, la prima volta che arrivi al ritmo del mio passo.
Qui i boschi si infittiscono e ti tengo nella mia vallata tra lo studio e la merenda.  Sei nelle poesie di Cadou che i bambini recitano come una cantilena...
     Ti raggiungerò Helène
     attraverso le praterie
     attraverso i mattini di gelo e di luce...
Imparo a parlarti nel silenzio di una scuola.
Sai non c'è solo l'insolenza della felicità.
Anche nella tristezza, alla fine, tutto sembra facile ed è così semplice, assomigliarsi.
Il mondo si addomestica. Di colpo ne fai quel che vuoi.
La casetta annessa alla scuola era abbandonata da dieci anni. Il sindaco di Saint-Laurent-des-Bois, Monsieur Savy, me l'aveva detto: "Sa per qualche anno abbiamo avuto soprattutto signorine giovani! Tutte sole, in questa casa non si sentono sicure e certo non si divertono granchè. In genere preferiscono abitare a Rouen. Lì possono uscire..."
Era settembre, il primo pomeriggio. La scuola somigliava alle scuole d'una volta, un pò arretrata rispetto al paese, sulla stradina che scende verso la chiesa e il centro. La casa del maestro al piano terra non è molto grande ma c'è un caminetto in ogni stanza.
Ho messo le mie lampade da tavolo, i libri, il calore della chitarra e dei tuoi album.
Nel mio inverno, nel silenzio delle lampade morbide, ti aspetto.
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Te ne sei andata troppo presto. La gente iniziava ad apprezzare cose più leggere.
A nessuno piaceva più, chi si sbranava davanti a loro, le urla acide di disperazione, gli sputi sul niente.
Era il tempo del cioccolato, nella tua cucina con le tendine bianche e rosse. Allora le cucine piacevano, si sta meglio giusto un pò di lato, a margine della felicità, e senza osare dirlo. 
Tu facevi dolci marmorizzati cioccolato e limone, io prendevo la chitarra e le canzoni arrivavano, limone amaro e cioccolato, caldo e freddo, felicità-pazienza.
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Un pomeriggo verrai a scuola. I bambini non saranno sorpresi, ti accoglieranno come una sorella più grande, come un'amica lontana, in un giorno di pioggia nella monotonia autunnale delle aule.
Poserai il mantello su un banco, i tuoi capelli lunghi bagnati diranno le strade attaversate, la frescura dei paesi.
Sceglierai un libro dall'armadio. Noi staremo zitti, perchè tu vorrai leggere una storia, un racconto d'altri tempi.
La storia sembrerà tutta nuova, e la tua voce grave s'innalzerà su di noi come una pioggia dolcissima che si interrompe all'ora di cena. La storia sarà triste, la piccola fiammiferaia, e i sogni di luce bruceranno  la sua vita fragile e bianca. I sogni sono troppo forti, e prenderai Armelle per mano.
Io sarò sguardo, un'ombra nel cuore di quel palazzo d'infanzia. La notte scenderà presto, è già la fine d'ottobre e l'inizio d'un sortilegio blu d'inverno. Porterai la mia classe alla soglia dell'inverno, su sentieri d'altrove.
Ci sarà qualche domanda. Risponderai molto lentamente, quasi a lato della loro attesa.
Loro non conosceranno il tuo paese, forse solo il tuo nome, che ripeteranno, sillabe di mistero, dal gusto di racconto e villaggio sotto la pioggia.
Canteranno per te Tout Bas-Tout Bas, ninna nanna sulle immagini di Andersen, con il capitano di legno che dice :"Passate, prego. Passate!"
Passate, il sogno è là, passate sull'altra riva con l'amica lontana e il suo mantello inzuppato.
Io l'aspettavo, bambino, nelle lezioni di noia, all'ora dello studio. Lei non arrivava mai dormiva nei miei libri, febbre di racconti impossibile dolcezza.
In questa sera d'ottobre sarà là, in fondo al tuo sguardo come una febbre eterna.
Custodisco il tuo nome, che non ti racconterebbe.
La tua morte ha richiuso per me quel nome che non ti  racchiude più, perchè?
Avevo steso il mal di te  al fondo di due sillabe.
Ma tu sei più vaga, un nome leggero che non ti racconta.
Sei tu nell'ombra dei tigli e nelle risate dei bambini, negli sguardi che fuggono dalla finestra, nella freschezza dell'acqua quando c'è Disegno. 
Ho mostrato i tuoi album ai miei scolari, non ho detto che ti conoscevo...
Quando al mattino uscivi per andare a scuola in square Carpeaux, una voce ti chiamava. 
Ti rivedo.
Ti volti, vivace, la cartella sulla spalla. Hai un grembiule ricamato a quadretti bianchi e azzurri. Quel nome, gettato nella piazza d'aprile è il tuo, perchè volti la testa, il caschetto dei tuoi capelli ondeggia, e tu hai i gesti vivi e lo sguardo dolcissimo. Nathalie ti corre incontro. L'aspetti. In equilibrio su un piede solo, ti sistemi la calza, la cartella si china con la tua schiena.
Andate a scuola, laggiù, poco lontano, in un sobborgo di Parigi.
Ci sono grandi silenzi nella mia classe, come il rito dei dettati... Leggo molto lentamente, passando tra le file, talvolta mi fermo.
"Alain, dove sei rimasto? Rileggo per Alain...Punto. Fine del dettato...Scrivo il nome dell'autore alla lavagna..."
Penso un poco a ciò che faccio, durante la prima lettura. Ma dopo... Rileggo una volta per la punteggiatura, un'altra per il senso.
In quel momento, nel silenzio, tutti mantengono una parvenza di serietà, ma le parole se ne vanno un pò più lontano, lungo le vie dell'inchiostro blu.
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Il sabato, dopo la ricreazione delle dieci, ogni scolaro va al rubinetto per riempire il vasetto di yogurt. E' l'ora del Disegno.
Fuori, l'estate sonnecchia ancora  al sole biondo di fine settembre. Dentro profumo di acquerello bagnato. E un pò di trambusto.
"Maestro, posso andare a cambiare l'acqua?"  Tengo la brava infanzia al fondo delle ore dimenticate, quando mezzogiorno non arriva, quando i colori impallidiscono sui fogli inzuppati e i mormorii si spengono.
Tutta l'infanzia è lì.
Fuori, un paese approssimato, niente più grida, niente giochi, i vecchi si parlano lentamente, il tempo sembra più lungo.
Laggiù vicino alla Risle, Madame Dubois stende le lenzuola in un giardino troppo nudo, il tempo non passa.
[...]
Sono da te , questa sera, oltre i paesi, oltre l'oblunga dolcezza delle vallate. La mia vita si addormenta al fondo della tua assenza: mi sono colato addosso questa vallata per tenerti con me, per metterti sulla carta fino in fondo.
Nella pace di un paese e di una scuola, ti imparo.
C'è questo quaderno, su un banco di scolaro; ti scrivo la mia memoria.
Sono qui a metterti per iscritto, a colpi di penna, a colpi di passato: è la mia vita, il riflesso della tua memoria disegnata.
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