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anchesetuttinoino · 4 months
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#UniCredit: E' avvilente lavorare in Region Lombardia?
Ma quanto è brutto lavorare in UniCredit Region Lombardia? A quanto pare molto, tanto da spingere i sindacati firmatari a dichiarare – in un comunicato che potete leggere più sotto – che più del 50% delle uscite dall’azienda sono lavoratori che si dimettono cercando di rimettersi in gioco altrove. E come dar torto a chi si sente demotivato, pressato e cerca un posto che offra maggiore serenità e…
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aliceisinchains · 1 year
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ieri mi sono tanto arrabbiata perché non mi sentivo ascoltata
oggi ho un gran mal di gola e fatico a parlare
nei miei incubi più brutti urlo ma nessuno può sentirmi perché non ho voce
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demonecelestiale · 1 year
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bgiorno raga fa caldo e mi voglio lanciare
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lostaff · 7 months
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Un messaggio da parte di alcune persone trans dello staff di Tumblr e Automattic
Vogliamo che le persone trans e le persone LGBTQ+ in generale si sentano benvenute su Tumblr, anche perché noi persone trans di Tumblr e Automattic vogliamo che questo sia uno spazio in cui noi stessi ci sentiamo inclusi. Vogliamo che questa piattaforma ci sostenga e si batta per la nostra sicurezza. Tumblr è reso più luminoso e vivace dalla vostra presenza e le persone LGBTQ+ che aiutano a gestirlo lottano continuamente per questo, per voi, internamente.
Qualche giorno fa, Matt Mullenweg (CEO di Automattic, la società madre di Tumblr) ha risposto alla domanda di un utente circa la sospensione di un account, e la sua risposta ha colpito negativamente la comunità LGBTQ+ di Tumblr. Riteniamo che la risposta di Matt a questa richiesta, così come i suoi commenti, siano ingiustificati e dannosi. Lo staff di Tumblr non commenta le decisioni di moderazione per una serie di motivi, tra cui la privacy delle persone coinvolte e l’impossibilità di moderare migliaia di segnalazioni al giorno. Questa politica ha un aspetto negativo: rende molto facile il diffondersi di voci e informazioni errate sulle azioni intraprese dal nostro team di Trust & Safety. Per questo motivo, vogliamo chiarire alcuni aspetti della situazione:
La verità riguardo la sospensione di predstrogen non è stata comunicata in modo accurato e ha dato l’impressione che stessimo cercando modi per vietare la presenza di persone trans femminili sulla nostra piattaforma. Non è così: il commento di esempio condiviso nel post linkato sopra non soddisfa la nostra definizione di minaccia realistica di violenza e non è stato il fattore decisivo per la sospensione dell'account.
 Matt non ha riconosciuto il danno alla community generato da questa sospensione. Matt non parla a nome delle persone LGBTQ+ che contribuiscono alla gestione di Tumblr o di Automattic e noi non siamo stati consultati quando è stata redatta una risposta a questi eventi.
 L'anno scorso, le etichette “contenuti per adulti” e “temi sessuali” sono state erroneamente applicate ai post di alcuni utenti. La responsabilità è stata attribuita a un team esterno incaricato di applicare le etichette della community ai post, che ha mostrato una tendenza generale di etichettare in modo erroneo contenuti trans. Quando il nostro team di Trust & Safety ha rilevato il problema, grazie soprattutto alle segnalazioni della community, abbiamo impedito al team esterno di applicare le etichette della community. Allo stesso tempo, abbiamo potenziato la supervisione per garantire che questa situazione non si verificasse di nuovo. Nel post dello staff dedicato a questo argomento, il nostro staff LGBTQ+ ha fatto pressione per chiedere maggiore trasparenza, ma è stato scavalcato dalla dirigenza. Il licenziamento di un collaboratore menzionato nella risposta alla richiesta originale era dovuto a un fatto non correlato, che è stato erroneamente attribuito a questo caso. Siamo spiacenti per l’errore di etichettatura e per l’impatto negativo che ha avuto sulla comunità trans di Tumblr.
Le tempistiche della transizione non sono un tema contrario alle linee guida della community e non sono state prese in considerazione dal team di moderazione al momento di discutere le sospensioni e i successivi appelli. Non prendiamo provvedimenti contro i contenuti che riguardano la transizione o i corpi trans, a meno che non siano in violazione delle Linee guida della community.
Comprendiamo e condividiamo il sentimento di frustrazione che le persone trans provano su Tumblr quando si imbattono in contenuti transfobici e interagiscono con utenti bigotti. Le politiche di Tumblr e di Automattic sono pensate per garantire la libertà di parola e di espressione. Proibiamo le molestie come definito nelle nostre Linee guida della community, ma sappiamo che questa politica non è in grado di proteggere gli utenti dai tanti discorsi dannosi spesso utilizzati contro le persone LGBTQ+ e altre persone che subiscono emarginazione.
In futuro, Tumblr adotterà queste misure:
Daremo priorità alle funzioni anti-molestie che consentiranno agli utenti di proteggersi più efficacemente dalle molestie.
Creeremo più strumenti interni per noi dello Staff per identificare e mitigare in modo proattivo i casi di molestie.
Esamineremo i tag utilizzati spesso dalla comunità trans e che sono bloccati, e ci impegneremo per renderli disponibili la prossima settimana.
Siamo dispiaciuti per come si sono svolte le cose e ci stiamo impegnando attivamente per far sentire la nostra voce ed evitare che una situazione simile possa ripetersi in futuro. Sappiamo bene che affrontare situazioni del genere come utente di Tumblr è difficile, soprattutto per coloro che fanno parte di una comunità già spesso presa di mira e soggetta a molestie. Sappiamo che ci vorrà del tempo per riconquistare la vostra fiducia e faremo del nostro meglio affinché accada.
Apprezziamo lo spazio che ci è stato concesso per esprimere le nostre preoccupazioni e il nostro dissenso e siamo grati che il solido impegno di Matt (e di Automattic) per la libertà di espressione lo abbia reso possibile.
Continueremo a lottare per rendere Tumblr un posto sicuro per tutti noi.
- Questa dichiarazione è stata redatta da diverse persone trans che lavorano per Tumblr e Automattic.
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bncdiaries · 1 month
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Se eu tenho uma boa dica pra dar àquelas que estagnaram no próprio peso, aí vai uma dica valiosa:
Ioimbina. Vendido sob o nome de Yomax, a iombina, quando tomada em jejum, ajuda no rendimento de exercícios físicos e maior queima de gordura; aquela que está difícil de perder.
Não é indicada às pessoas que sofrem de ansiedade ou quadros clínicos correlatos, já que atua no sistema nervoso central como estimulante se não me engano (não sou médica, apenas hipocondríaca rs).
O que indico é: tome um comprimido em jejum 25 minutos antes do treino, faça seu exercício e complete com uma barrinha proteica para atenuar a perda de massa muscular. Sei que pode ser difícil a ingestão da barrinha, mas é uma forma de combatermos a flacidez por perda de peso.
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unpensieroallavolta · 1 month
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Domani rientro a lavoro.
Qualcuno può investirmi in modo da avere un buon certificato medico e magari riusciamo pure a prendere qualcosa dall'assicurazione?
P.s. il fatto che io sia di Napoli è assolutamente non correlato all'idea proposta
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quartafuga · 4 months
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Immaginate avere un disturbo d'ansia fortemente correlato alla fotofobia. Ora immaginate una persona con questo disagio d'estate, quando il sole è alto e la sua luce è accecante, oltre che cocente, per ore. Ottimo, ecco a voi un fantastico ritratto del mio terrore per l'estate
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scogito · 8 months
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Non è una novità, è solo una risposta a chi ancora cerca risposte tra i politici.
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binosaura · 10 months
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Caro Babbo Natale,
Questa è la letterina di una femminista intersezionale incazzata. Una di quelle che se notano un'ingiustizia di qualsiasi tipo, invece di farsi i cazzi propri ci mettono bocca per difendere chi subisce. Questa femminista intersezionale incazzata ha dei desideri che potrebbero genericamente essere riassunti con "l'uguaglianza tra tutte le persone e la pace nel mondo", ma siccome è una rompicoglioni di prima categoria andrà ad articolare.
Vorrei che l'esistenza delle persone queer non fosse più considerata una deviazione dalla norma. Che non dovessimo dimostrare niente a nessunə. Che il Pride diventasse solo un momento di festa e non di lotta. Che lɜ miɜ compagnɜ non dovessero più nascondersi da chi ancora ci considera malatɜ o possedutɜ dal demonio.
Vorrei che ogni donna e soggettività socializzata come tale fosse libera di fare ciò che vuole, con chi vuole, quando vuole. Che non ci considerassero più "angeli del focolare" o "preziosi oggetti da proteggere". Che il nostro genere e la sua espressione non condizionino lo sguardo altrui e il trattamento riservatoci. Che la cultura dello stupro finisse una volta per tutte.
Vorrei che le persone grasse venissero considerate in quanto persone e non in quanto grasse. Che la Medicina si impegnasse per eliminare la concezione popolare che il peso corporeo sia necessariamente correlato allo stato di salute. Che i media rappresentassero ogni tipo di corpo e le aziende di abbigliamento tenessero conto della loro varietà. Che i mezzi di trasporto e le strutture artificiali in generale non fossero concepite solo per accogliere una limitata gamma di corpi.
Vorrei la fine del razzismo. Che una persona non dovesse più essere giudicata in base al colore della pelle o alla nazionalità. Che gli stereotipi sulla provenienza geografica diventassero obsoleti. Che riuscissimo a considerare in egual modo tutti i conflitti in atto, non soltanto quelli vicini a noi, e riuscissimo sempre a distinguere l'oppressorə dall'oppressə.
Vorrei che la disabilità non venisse considerata il tratto caratteristico di una persona. Che tutte le persone abili riuscissero ad avere uno sguardo non pietistico verso le persone disabili. Che non si utilizzasse più la pornografia del dolore nei media. Che le istituzioni si impegnassero affinché la vita di una persona disabile non debba essere per forza più difficile di quella di chi non lo è.
Vorrei che si riuscisse ad abbattere lo stigma sulla salute mentale. Che le patologie psichiatriche fossero considerate esattamente come tutte le altre. Che si investisse sulla formazione e l'offerta nel pubblico e che si istituisse la figura dellə psicologə di base, per tuttɜ.
Vorrei che si eliminasse l'enorme divario economico tra persone estremamente ricche e persone estremamente povere. Che per la politica parole come "patrimoniale", "progressività" e "salario minimo" non fossero tabù. Vorrei il reddito universale e che tuttɜ avessero diritto a campare dignitosamente.
Vorrei giustizia climatica.
Vorrei la fine della discriminazione di OGNI soggettività marginalizzata.
Vorrei l'abolizione, o quantomeno una riforma, delle forze dell'ordine e del sistema carcerario.
Vorrei la tutela di tutti gli animali non umani.
Vorrei la decriminalizzazione e la regolamentazione della maternità surrogata.
Vorrei che "sex work is work" fosse realtà e non più solo uno slogan.
Vorrei la Palestina libera.
Vorrei tante cose, ma più di tutto
Vorrei la fine del sistema ciseteropatriarcale bianco, abile e borghese.
E se non l'avrò da Babbo Natale, lotterò per ottenerla con le forze mie e dell3 miɜ compagnɜ.
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a-dreamer95 · 6 months
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Questo anno (2024) sono dieci anni dal mio esame di maturità ed è quindi tempo per un bell'esame di coscienza. Sinceramente no, non sono soddisfatta della mia vita di adesso perché non ho raggiunto tanti obiettivi che mi ero prefissata. C'è da dire che sono anche una perfezionista, quindi di solito è impossibile traguardare tutti i miei obiettivi. Voglio però fare il punto della situazione: ho passato più momenti difficili che felici in questi anni. Dal 2014 al 2015 le delusioni in amore sono state tantissime, così come tantissime le ricadute e i pianti alla ricerca di attenzioni che non ho mai ottenuto. Le persone ti amano, oppure fanno finta di amarti, ma poi si dimenticano di te da un momento all'altro. Inoltre problemi familiari a non finire, litigi, depressione, deliri… Alla fine è tutto correlato con l'assenza di vero amore. Nella mia famiglia non c'è mai stato l'equilibrio di una famiglia sana, nonostante ciò ci vogliamo bene lo stesso. Quando si nasce in una famiglia povera non c'è scampo. Puoi solo ammazzarti di lavoro per cercare di aumentare in modo impercettibile il livello di reddito, diminuendo così ancora di più la qualità di vita. La vita quasi mai è giusta. Provo un senso di frustrazione che non penso andrà mai via. Sposto leggermente lo sguardo verso i miei successi: due lauree, una persona che mi ama e tanta, tanta consapevolezza in più. Non sarò quella che mi ero prefissata di essere, ma ammetto di essere un po' appagata e anche un po' nostalgica verso tutta questa mia gioventù "brucata". Talvolta anche esperienze difficili diventano un’occasione per crescere. Non sempre dobbiamo combattere le difficoltà, qualche volta possiamo anche assecondarle e vedere se ne esce qualcosa di buono. A me è successo, ed è stato bellissimo. ❤️
La vita non è una gara con nessuno, bisogna correre perché ci piace farlo, non per vincere, perché l'unico premio è la vita stessa.
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anchesetuttinoino · 3 months
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Anche in BPM i lavoratori non se la passano bene.
Fresco fresco il comunicato sindacale delle sigle firmatarie in BPM. Sembra il comunicato pubblicato dalle stesse sigle in UniCredit. Stress, pressioni commerciali, mancanza di personale… a quanto pare le banche hanno tutte gli stessi identici problemi. Comunicato NON BASTA MAI!
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arreton · 1 year
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Oltre la salute mentale - Il Tascabile
Nel suo articolo La meditazione che fa bene al capitale, Ronald Purser spiega come la tecnica buddista della Mindfulness sia diventata la ricetta perfetta da vendere sul mercato perché ci rende pacifici, cioè “vuole convincerci che le cause della nostra sofferenza vanno ricercate soprattutto dentro noi stessi, e non nel contesto politico ed economico che determina il modo in cui viviamo”. In questo caso si tratta di una forma mercificata della mindfulness, che di per sé può invece essere un utile strumento per gestire lo stress, l’ansia e modificare alcuni automatismi mentali che ci fanno soffrire. Il problema si presenta quando viene ridotta a una ricetta per il successo e si trasforma nella panacea di tutti mali, o addirittura come una filosofia rivoluzionaria necessaria per cambiare il mondo.
Qualcosa di simile potrebbe succedere con le terapie psicologiche quando si paventa la possibilità di risolvere qualsiasi problema semplicemente iniziando una terapia. Quando problemi strutturali come la povertà, la violenza domestica, lo sfruttamento, la disoccupazione o la distruzione dell’ecosistema diventano questioni personali, allora il campo d’azione si riduce alla depressione, al self empowerment, allo stress da lavoro correlato, all’abuso di sostanze o all’ansia. Il contesto sociale rimane sospeso, lasciando spazio esclusivamente all’interpretazione e gestione dei sintomi della paziente. Il processo clinico della terapia è un’ottima risorsa che aiuta le persone a conoscersi e curarsi ma non può essere la bacchetta magica per risolvere i conflitti che riguardano la collettività. Per esempio, una campagna di sensibilizzazione sul burnout lavorativo lanciata su Instagram propone come unica soluzione rivolgersi a un servizio di psicoterapia online a prezzi calmierati. Organizzarsi per migliorare le condizioni di salubrità, i ritmi di lavoro, la cultura aziendale, ridurre i turni e la competizione sfrenata rimangono invece rimossi dai possibili scenari d’azione.
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rositarojadelsur · 4 months
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La Deserción escolar:
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Introducción:
Como una persona que vivió gran parte de su vida en un barrio a las afueras de mi ciudad compuesto en su mayoría por familias que habían quedado desocupadas por el cierre del frigorífico y se vieron obligados a mudarse en búsqueda de nuevas oportunidades vi como muchos de lxs hijxs de estas abandonaban la escuela. Debido a mi falta de instrumentos en el momento solo podía conocer desde lo anecdótico las razones sin poder profundizar más allá; Pero a día de hoy como futura docente tengo las herramientas para embarcar en la búsqueda de las causas sociales que producen esta problemática y cómo se la está combatiendo.
Transformaciones en las condiciones de trabajo y su correlato educativo:
Una de las primeras observaciones que debo hacer es que es imposible comprender la deserción escolar sin el contexto de la sociedad circundante, las transformaciones económicas que sufrió el capitalismo a nivel mundial y sus particularidades en Argentina  a partir de 1970, las cuales afectaron las relaciones de trabajos incluso a vínculos los familiares, estos factores tienen un impacto directo en la deserción escolar (Binstock y Cerruti, 2005) (Rosbaco, 1995) (Iñigo, 2020) (Salvia & Iñigo, 2011). Por lo que para abordar las causas tendremos que poner atención a estos cambios y cómo afectaron la educación en la Argentina.
A lo largo de la segunda mitad del siglo XX la escolarización ha ido universalizando, llegando a sectores que antes no tenían acceso a ella, ampliando enormemente la matrícula (Iñigo, 2020, p 6) (Binstock y Cerruti, 2005, pp 9,10) y constituyó la piedra angular de la movilidad social ascendente. En las últimas décadas sin embargo esta concepción sufrió un quiebre debido a las transformaciones que sucedieron a nivel global, específicamente el abandono del modelo de ISI (Industrialización por sustitución de importaciones) con un crecimiento sostenido a favor de la reprimarización de la economía, debido a las crisis que sufrió el primero. Estas transformaciones dieron lugar a la vez que fueron promovidos por cambios institucionales que modificaron el rol del estado además de acentuar la segmentación social en Argentina (idem).
Durante este periodo la matrícula se ha ampliado, no solo que el acceso a la educación media se amplió; Sino el porcentaje de egresados de la educación primaria que en el periodo anterior era el grado más alto que se aspiraba a llegar se amplió enormemente la cantidad de egresados y de personas que siguen al nivel medio (ibid, pp 25 ss). Esta expansión correspondió con la expansión del sistema de la gran industria con sus revoluciones constantes que hacen que se requiera de una fuerza de trabajo con atributos universales y de cierto desarrollo de los conocimientos científicos, ya que el desarrollo de esta modalidad de trabajo busca superar las limitaciones orgánicas de los trabajadores reemplazandolas por el automatismo. Por lo que la universalidad de los atributos productivos es un prerrequisito para la fluidez del capital  (Iñigo, 2020, pp 12,13). Siendo la escolarización el proceso dónde la sociedad produce la conciencia de trabajadores con estos atributos para aplicarse a la producción (idem), por lo que esta necesidad de universalización dado por los cambios en el proceso productivo precipitaron cambios en la educación. 
No obstante el desarrollo de la gran industria toma la forma de  la producción de tipos de conciencias productivas dentro de la clase obrera. El desarrollo científico y técnico que es una precondición del desarrollo del automatismo implica la producción de capacidades productivas que exceden la que la escuela media puede enseñar (ibid, pp 13,14). Por lo que para quienes venden su fuerza de trabajo el poder capacitarse les permite poder participar en estas tareas como el desarrollo científico, y sus aplicaciones, para esto van a necesitar avanzar más allá de su educación obligatoria. Debido a que en contracara el desarrollo de la maquinaria tiende a simplificar o remover trabajos la porción que no tiene la posibilidad de capacitarse queda excluida de poder participar en el proceso de trabajo, o pueden dedicarse a estas tareas simplificadas que no requieren de una amplía formación (ibid, p 14).
A partir de este periodo hubo un proceso de codificación de los conocimientos tácitos de los trabajadores posterior a la codificación taylorista (Balconi, 2002, pp 363 ss) . Durante este proceso se van a desarrollar una revolución en la físico-química, la computarización y robotización de los procesos. Este proceso supuso la objetivación en la maquinaria de procesos que antes pertenecían a los obreros, es decir tareas que antes realizaban los obreros pasaron a ser automatizadas. Por lo que vemos por un lado simplificación de tareas  y por el otro la necesidad de obreros con un desarrollo de sus capacidades productivas para poder operar y fabricar estas maquinarias (Iñigo, 2020, pp 18,19).  Además muchas tareas dentro de la fábrica pasaron a vincularse al control y vigilancia de la maquinaría para mantener la fluidez de la producción (Balconi, 2000, pp 52 ss) en los cuales la interpretación de signos, señales y símbolos es necesario para poder ejercer en estos procesos.
 Por lo que podemos considerar que solo hubo una complejización en el sentido que se requiere una mayor escolarización para poder adquirir estas habilidades, pero no así en la experiencia práctica que se requiere para realizar estas tareas simplificadas (Iñigo, 2020, pp 18,19). Por lo que adquisición del lenguaje escrito pasó a ser un prerrequisito cada vez mayor para poder vender la fuerza de trabajo, señal de esto puede verse en la ampliación de la escuela primaria y la secundaria, proceso ya señalado antes, justamente es durante la primaria dónde se da el proceso de alfabetización. 
En cuanto a estos procesos requieren del desarrollo científico para controlar las fuerzas naturales y aplicarlas en la producción conjunto a la aplicación tecnológica de este control en la automatización (ibid, pp 19,20). Esto implicó que para poder acceder al empleo una porción de la clase obrera debía pasar por una formación superior por lo que vemos en nuestro país una expansión de los egresados  y estudiantes de este nivel (Otero & Corica, 2016). 
Por último una parte reiteramos que este proceso tuvo como consecuencia que una masa de población sea expulsada de los procesos de trabajo por la automatización, haciendo que mientras que unos gracias a este proceso pudieron acceder a nuevos niveles de educación inaccesibles previamente, o que no eran vistos como necesarios, muchos de los alumnos que no tienen acceso a la educación superior se encontraron cada vez con mayores dificultades.
Por lo que pese de su ampliación, y su homogeneidad en la currícula de las escuelas medias que se empezó a estandarizarse durante el periodo, la escuela siguió y sigue reproduciendo las diferencias entre los distintos estratos sociales como vimos. No solo por la diferencia en la exigencia de las instituciones (ibid, p 43), sino que algunos colegios ofrecen distintos programas, y cursos optativos con el fin de mejorar la calidad educativa de sus estudiantes (Iñigo, 2020, p 8). Mientras que las escuelas sin recursos no podían ofrecer estas ventajas, lo que nos indica como esa fragmentación social que se dio fuera de la institución, tenía su correlato educativo. 
Con esta segregación social el título secundario cada vez fue perdiendo vigencia en el mercado laboral por lo que tenerlo o no cambiaba demasiado la posibilidad de insertarse en este, volviéndose cada vez más un prerrequisito para entrar a este mundo la adquisición de un título superior.
Una especificidad de este proceso que se va a dar en Argentina es que la industria nacional no esta desarrollada para el mercado mundial, sino para el mercado interno debido a la escala de los capitales, y su productividad; Por lo que para compensar por este atraso históricamente van a depender del flujo de renta hacía estos capitales a través de distintos mecanismos como subsidios, o la regulación de precios (Iñigo Carrera, 2017, pp 243 ss). A partir de los años 70s el flujo de renta va a caer sostenidamente, por lo que las ganancias de los capitales serán compensadas por otros medios, en especial con las caídas salariales (Salvia & Iñigo, 2011, p 3). 
Las caídas salariales significaron una limitación a la capacidad de desarrollar una población obrera activa con las capacidades para ejercer en los nuevos empleos que requerían de una mayor complejidad del trabajo (idem), y por tanto de una canasta que les permitiera destinar una mayor parte de su tiempo a la formación educativa. Una de las muestras más grandes de este cambio son los indicadores de desocupación, subocupación y el incremento de las personas trabajando sin un contrato formal de trabajo, lo que se denomina “trabajo en negro” (Evolución De Las Tasas De Actividad, Empleo, Desocupación Y Subocupación, 2004.). 
Otra cuestión a destacar es que con la evolución desocupación y subocupación hizo que la masificación de la formación secundaria y la incorporación de los conocimientos que brinda hayan dejado de ser una garantía para encontrar trabajo, ya que este era cada vez más escaso, o de menor calidad. Por lo que el incremento de las capacidades de los trabajadores a la par de la evolución del empleo informal y la desocupación implicó que estos conocimientos terminan siendo subutilizados (Salvia & Iñigo, 2011, pp 4,5). No solo encontramos esta situación para los jóvenes que egresan del secundario, sino también para los que avanzan más allá y terminan de cursar los estudios superiores (idem), muchas veces se encuentran con una educación universitaria y un trabajo para el que están sobrecalificados, y por el que reciben una baja remuneración (idem). Por lo que no es de extrañarse que muchos jóvenes no sientan que la educación les garantice un mejor futuro. 
Las causas de la deserción escolar:
Estas transformaciones afectaron particularmente a las familias,  produciendo una situación de marginalidad que “produce como efecto que el sujeto quede por fuera de las relaciones de producción y de la cadena de significantes culturales. Se profundizan las condiciones de empobrecimiento yoico y el sentimiento de impotencia” (Rosbaco, 1995, pp 25,26). Esto fue dinamitando los roles tradicionales de la familia, y su estructura, las mujeres que muchas veces se quedaban como amas de casa, tuvieron que salir a buscar empleo mientras que los hombres muchas veces no podían conseguir trabajo y empezaron a ocupar roles que anteriormente se asociaban a lo femenino, lo cuál afectó su autoestima, y hace que se sientan impotentes ante la situación, lo cuál aumenta la conflictividad en el núcleo familiar (ibid, pp 33,34). En muchos casos debido a este sentimiento pierden la motivación y dejan el rol de padre desatendido estos varones debido al sentimiento de pérdida e impotencia lo que implica que se vuelven incapaces de transmitir los valores culturales a sus hijos de la forma que lo hubieran hecho anteriormente (ibid, pp 39,40). 
Esto genera padres  que no pueden atender a sus hijos,  controlarlos, y  transmitirles valores ya que se sienten abandonados por la sociedad, cayendo muchas veces en la depresión (idem). 
El contexto familiar resulta un determinante que no podemos ignorar a la hora de estudiar la deserción escolar, ya que los conflictos internos, divorcios, y cómo valoran la educación los adultos tienen un efecto negativo en la deserción escolar. Como vimos esto está enmarcado en un contexto de exclusión social que afecta la motivación de estos y sus vínculos familiares, por tanto afecta la percepción de los adolescentes sobre ellos (idem)(Binstock y Cerruti, 2005, pp 41,42). Esto reduce las probabilidades que miren a sus padres como un ejemplo de que con esfuerzo se puede salir adelante, por lo que terminan viendo al estudio como algo que no va a afectar mucho sus posibilidades futuras. Los valores familiares típicos de la clase obrera ocupada a medida que estas familias sufren las consecuencias de la desocupación se van desarraigando de lo que eran originalmente, perdiendo su esencia (Rosbaco, 1995, pp 51,52), y mutando por lo que en muchas de ellas se deja de transmitir a los adolescentes la idea de la movilidad social ascendente, ya que para muchas familias esta terminó siendo una falsedad.
En las familias que más dejan de lado a sus hijos dejándolos sin tanta supervisión tanto en la escuela como en sus actividades recreativas estos son más propensos a abandonar la escuela influenciados por lo que muchos llaman “mala junta”. Los alumnos con mayor supervisión parental son más proclives a practicar deportes y dedicar más tiempo al estudio y tienden a prestar mayor atención a la escuela  (Binstock y Cerruti, 2005, pp 41,42). 
Por lo que algo que distingue a los jóvenes que desertan la educación media es el grado de conflictividad que caracteriza su entorno familiar, ya sea que viven con familiares con problemas con el alcohol o drogas, viven situaciones de violencia física o verbal, o viven con constantes disputas parentales, etc (ibid, p 45). Estos conflictos en general producen pérdida de autoestima, desinterés,caída del compromiso con el estudio y con las normas escolares, generan una devaluación del rendimiento escolar. Estos no solo se manifiestan en “malas notas” y desinterés en el aula, sino que pueden llevar a problemáticas de comportamiento social (idem). 
Ese desapego escolar se traduce en un peor rendimiento lo cuál termina resultando en que el alumno repita, este causa extraeconómica afecta directamente a las posibilidades de que el alumno deserte la escuela.  Los alumnos con mal rendimiento que repiten en la secundaria tienen el doble de posibilidad de abandonar el colegio que los alumnos abandonen, mientras que los alumnos que ingresan más tarde a la secundaria por tener una trayectoria distinta a la de sus compañeros tienen 50% más de chances de desistir (Binstock y Cerruti, 2005, pp 35,36). Si bien los alumnos de hogares de clases medias no suelen ser afectados por las presiones económicas que mencionaremos a continuación, el efecto que tiene la repitencia en el abandono afecta equitativamente a los sectores más bajos y a estos, su rendimiento escolar pareciese en los sectores medios ser uno de los mayores factores determinantes de su continuidad o no (idem), mientras que no sufren a flor de piel otros detonantes como el embarazo adolescente que no es tan común dentro de su grupo o los sufren menos sustantivamente. 
Otro elemento que surge como detonante del abandono es la falta de recursos de la familia, que inhiben la posibilidad de poder obtener los materiales básicos como fotocopias o útiles, o incluso imposibilitan la adquisición del pasaje para viajar al colegio  (Binstock y Cerruti, 2005, pp 41,42). Esto aparece como detonante del abandono, además que en ciertas situaciones precipita a que los adolescentes tengan que integrarse al mercado laboral para poder cubrir las necesidades de su familia; Aunque en muchos casos los alumnos que eligen el trabajo por sobre la educación lo hacen para poder obtener un ingreso propio y ya estaban en proceso de abandono, por lo que en esos casos no lo hacen por la presión familiar, sino para tener un sostén propio (idem). Además debemos mencionar que la educación de los padres puede ser un factor determinante en el abandono, si los padres abandonaron o terminaron solamente la primaria las chances que el alumno deserte son 4,5 veces mayores (Cerruti, 2004, p 10)
Un determinante exógeno al aula que hay que considerar es la temprana iniciación sexual, ya que aumenta el riesgo de embarazo  (ibid, p 4). Las mujeres que experimentan un embarazo adolescente tienen 5 veces más chances de abandonar la escuela que sus compañeras (idem) (Binstock y Cerruti, 2005, p 37). Las mujeres en situaciones de marginalidad son las más propensas a experimentar un embarazo, además que en muchos casos ellas deben hacerse cargo de las tareas del hogar, y del cuidado familiar. Esto es magnificado en el caso de familias numerosas, especialmente las de sectores de clase baja, las familias con 7 o más hijos tienen 77% más chance que sus pares con familias menos numerosas. Esto se debe a que encuentran mayores dificultades asignando los escasos recursos, y muchas veces las adolescentes deben hacerse cargo de sus hermanos (idem). Por eso es que si bien los hombres suelen tender a tener un mayor índice de deserción escolar, este no es el caso de las clases bajas que sufren estas problemáticas (idem). Cabe mencionar que la experiencia del embarazo no solo afecta a la mujer, sino a la pareja, dado que esta tiene que en muchos casos salir a trabajar para tener sustento.
Las situaciones traumáticas como la muerte de familiares, accidentes, etc, pueden ser otro detonante fuera del control de la escuela que termina generando un shock emocional que culmina con el abandono escolar (ibid, pp 52,53). Aunque en los casos que los alumnos tengan acompañamiento familiar, y no hayan estado previamente en proceso de abandono suelen reincorporarse a la escuela, en caso contrario este termina siendo la última gota que rebalsa el vaso y terminan de abandonar la escuela. 
Un elemento que aparece en los casos de abandono escolar es el cambio de pautas, el cambio de la primaria al secundario que muchas veces viene acompañado con una mayor exigencia académica, cambia el curriculum y pasan a tener una cantidad enorme de docentes lo que dificulta un vínculo tan estrecho con estos (Román, 2013, p 13). Además coincide en muchos casos con el cambio de institución y de compañeros, por lo que el alumno se enfrenta a cambios que pueden ser monumentales para este (idem). Esto no solo pasa con el cambio de colegio sino también con el traspaso al ciclo orientado, siendo 3ro y 4to año el nivel donde la mayor proporción de alumnos repite, en este caso las mayores exigencias de este nivel suponen una barrera que muchos alumnos no pueden atravesar (Binstock y Cerruti, 2005, p 29). 
El tipo de vínculo con los docentes y compañeros actúa como una fuente de retención o un incentivo para la deserción Las estigmatización de los docentes con estudiantes con dificultades en sus procesos de enseñanza hacen que los alumnos piedad confianzas en sus profesores, esto exacerba la pérdida de motivación y confianza en las propias capacidades de los estudiantes (Román, 2013, p 13). Los rótulos que pone el docente pueden modificar como el niño se autopercibe, lo pone en una constante comparación con sus compañeros sobre “como debe ser”, y destrozan su autoestima, lo llevan a renegar de la motivación por el estudio (Rosbaco, 1995, pp 61,62).  Mientras que en los casos de “éxito” escolar la empatía del docente aparece como uno de los factores que influye en la decisión de seguir en la escuela, sobretodo cuando este se adapta y escucha a los alumnos modificando sus exigencias y secuencias didácticas conforme a estos, esto aparece marcado en varias de las entrevistas realizadas en el trabajo de (Binstock y Cerruti, 2005). Por lo que la figura del docente puede ser una fuerza de contención con su empatía y comprensión, o negativa cuando estigmatiza al alumno. 
Por último un factor final que vamos a considerar de lo que hace a la institución que afectan las posibilidades de deserción son el carácter del establecimiento.. Los alumnos que concurren a establecimientos privados tienen menores chances de disputar que quienes asisten a los públicos (Cerruti, 2004, p 9) (Binstock y Cerruti, 2005, pp 35, 36). Dentro de las instituciones privadas también nos encontramos diferencias entre las confesionales y las que no lo son, ya que quienes asisten a establecimientos privados no confesionales tienen casi el doble de probabilidades de abandonar que quienes recurren a los colegios confesionales (idem). Esto nos sugiere que los establecimientos confesionales tienen un modelo diferente de escuela, con mayor base en el bien común que en el individuo lo que permite retener en el aula a los alumnos donde otros tienen dificultades (idem).
Todos estos factores por sí solos no pueden dar cuenta de la totalidad de casos de abandono escolar, pero nos pueden dar un puntapié para diseñar políticas y diseñar como uno enseña para reducir lo menor posible la deserción. Aunque cabe aclarar que varias de las causas van más allá de lo que como docente o institución pueda controlar, por más que un docente e institución se adapte y entregue por ejemplo una oferta horaria y baje la exigencia, si un alumno tiene que salir a trabajar y del cansancio se le dificulta concurrir a la escuela por ejemplo esto no es algo que la escuela pueda enfrentar sola.   
Las políticas contra el abandono. 
Las políticas públicas para retener a los alumnos en la actualidad tienen el reto de tener que lidiar con la fragmentación a nivel provincial de la administración de la educación por la Ley de educación nacional. Por lo que las políticas del Consejo Federal que rigen para todas las provincias son aplicadas de diversas maneras por las provincias, y cada una de estas tiene sus propias formas de combatir la deserción escolar. En esta sección veremos algunas de las políticas que han implementado las provincias y sus resultados.
Pero antes de eso analizaremos la Resolución CFE N° 118/10 que universalizó la escuela secundaria para jóvenes adultos a nivel nacional. Este proyecto busca revincular a los alumnos a la escuela, tiene el objetivo de garantizar a toda la población el derecho de la educación, proveyendo de esta a personas que no terminaron tanto el nivel inicial como medio. Además de proponer diferentes formatos de escolarización para diversos  contextos y necesidades específicas de los adolescentes y jóvenes adultos que están en situaciones de exclusión educativa (Montesinos y Schoo, 2015, pp 10,11).
Esta política logró incorporar a una cada vez mayor número de personas al sistema educativo, lo que implica un moderado éxito de la política para revincular a esta porción del alumnado y garantizar el derecho a la educación. 
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Otras de las políticas implementadas fue en la provincia de Salta en 2013, se gestionó el Proyecto Volve, el Cole te Espera con el programa Polos de Reingreso a través del Decreto Nº 4548/13 del Ministerio de Educación, Ciencia y Tecnología (MECyT) provincial. El objetivo fue lograr reintroducir a la escuela a los adolescentes y jóvenes que abandonaron sus estudios secundarios. Por lo que busca reactivar las trayectorias escolares interrumpidas por la deserción escolar. Los destinatarios de esta son jóvenes entre 14 y 18 años y que abandonaron la escuela hace al menos 6 meses (Montesinos y Schoo, 2015, pp 15,16).
El programa funciona en diferentes unidades educativas, y en cada una de ellas funcionan dos aulas con un personal compuesto por: un coordinador que supervisa el proyecto, un auxiliar administrativo, un administrador de red que se encarga de la plataforma virtual donde interactúan los alumnos, un tutor que se encarga de dar acompañamiento; y los docentes de las diversas materias. Cursan la bimodalidad, es decir que cursan 24 horas dentro del aula, y el resto lo completan con trabajos fuera del aula especialmente a través de la virtualidad (idem).
Para lograr que los jóvenes se reincorporen al sistema regular se estableció que puedan acreditar los espacios curriculares del Polo de Reingreso por cada año de la educación secundaria provincial de los Ciclos Básico y Orientado en Ciencias Sociales y Humanidades. Por lo que los alumnos pueden incorporarse a la escolaridad común cuando acrediten los espacios necesarios para ingresar al año o ciclo correspondiente (idem). 
 Otro programa fue el de Santa Fé llamado “Vuelvo a Estudiar” que se inicia en el año 2013 con el objetivo de reincorporar a la escuela a los adolescentes, jóvenes y adultos que asistieron en 2011 a la educación secundaria y dejaron de hacerlo en 2012. El Programa articula acciones entre el Ministerio de Educación provincial, diversas áreas de los Ministerios de Desarrollo Social y de Salud, y las autoridades municipales (ibid, p 22). 
 El Programa está organizado en dos partes: La primera busca contactar a los adolescentes, jóvenes y sus familias y averiguar por los motivos que los llevaron a dejar de ir al colegio, para ofrecer una ayuda para solventar la problemática que les haya surgido. Por lo que se les ofrece becas para que terminen con la escolaridad secundaria y se les ofrece una variedad de actividades culturales y recreativas como los deportes. La segunda fase es el momento en el que vuelven a estudiar. En esta parte del Programa se realiza un seguimiento de los estudiantes por parte de los equipos educativos y los supervisores, así como del equipo pedagógico y administrativo de las instituciones involucradas. Junto con ellos, también trabaja un equipo que se encuentra fuera de la escuela compuesto por consejeros juveniles que funcionan como referentes de los estudiantes  en situación de riesgo para darles un acompañamiento y evitar que abandonen (idem).
Se busca que los estudiantes puedan realizar un pasaje entre estar afuera y el regreso a la escuela, mediado por otras instituciones fuera de los secundarios que cumplen roles educativos y sociales como el Polideportivo, el Centro Cultural, los Centros de Día, entre otros. También se intenta lograr cierta flexibilidad sin etapas precisas y se promocionan acciones que logren reinsertar a los adolescentes y jóvenes adultos en ámbitos socioeducativos (idem).
Por último seleccione al programa de la Provincia de Buenos Aires llamado Responsabilidad Social Compartida Envión que comenzó en 2009 como una iniciativa que depende del Ministerio de Desarrollo Social provincial. Este programa busca que con la participación del estado nacional, provincial, municipios, la comunidad y el sector privado que aporta recursos y oportunidades laborales formen una red de contención con. Está pensado para chicos de entre 12 y 21 años en situación de vulnerabilidad y se busca integrar a estos adolescente al sistema educativo y que puedan aprender un oficio un oficio, además de proporcionarles un espacio que puedan realizar actividades recreativas y culturales como el deporte. Se intenta con ello brindarles instrumentos para que se les facilite el acceso al mercado laboral (ibid, pp 24ss).
Las actividades se desarrollan a contraturno de la escuela y ofrece apoyo escolar, talleres, y asistencia para encontrar vacantes para el paso de la primaria a la secundaria. Además se asiste a los alumnos con problemas de consumo de sustancias ilícitas, o alcoholismo (idem). Además gestiona ofrece ayuda para insertarse al mercado laboral mediante cursos de capacitación y prácticas laborales. Los alumnos que participan reciben becas para incentivar que sigan yendo al colegio. El Programa selecciona a tutores que reciben ciertos beneficios económicos; que son jóvenes de entre 18 y 25 años, pertenecientes a los barrios donde se implementa el Programa, para que medien entre las instituciones y los alumnos del barrio (idem). 
A partir de la implementación de estas políticas hubo un gradual aumento del número de egresados en las escuelas secundarias lento pero sostenidamente hasta el año 2020. Siendo el porcentaje de jóvenes de 20-24 años que egresaron del secundario de un 71% (Dirección Nacional de Evaluación, Información y Estadística Educativa, 2022). Esto nos indica que todavía hay mucho que hacer en política educativa para lograr garantizar la universalidad de ese derecho. 
Conclusión:
A pesar de los avances la problemática continúa, poder diseñar políticas que sean efectivas para combatir la deserción es crucial para garantizar el derecho a la educación. Si bien como docentes podemos ser un elemento de contención, al menos con esto me he podido encontrar en las entrevistas de los autores seleccionados para este trabajo, no podemos por nuestra cuenta llevar a cabo tal laboriosa tarea. Como vimos los determinantes del abandono escolar escapan de lo que individualmente tenemos control. 
Siendo uno de los factores la falta de recursos para obtener los materiales para poder asistir, es imperante que se apliquen medidas para remediar esta falta. Además de capacitaciones de docentes, ya que la inteligencia emocional que es algo que mencionan las entrevistas como el aporte que pueden dar los docentes para mantener contenidos a los alumnos, sin embargo es algo que no se estudia lo suficiente. 
En los últimos años con la pandemia reciente y la crisis económica a pesar de que no hemos sufrido un aumento en la deserción escolar si provocó una “desvinculación” de los estudiantes, si combinamos que esto afectó a la financiación de la educación vemos como esto juega en contramarcha de las reformas posibles que se podrían dar para mejorar la situación en la que nos encontramos.
Bibliografía
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Balconi, M. (2002). Tacitness, codification of technological knowledge and the organization of industry. Research Policy, (32), 357-379.
Binstock, G., & Cerruti, M. (2005). Carreras truncadas: El abandono escolar en el nivel medio en la Argentina. Unicef.
Cerruti, M. (2004). Camino a la exclusión: Determinantes del abandono escolar en el nivel medio en la Argentina. Congresso da Associação Latino Americana de População.
Consejo Federal de Educación. (2010). Resolución CFE N° 118/10. Argentina.
Dirección Nacional de Evaluación, Información y Estadística Educativa. (2022). Informe Nacional de Indicadores Educativos.
Evolución de las tasas de actividad, empleo, desocupación y subocupación. (2004). INDEC. Retrieved May 8, 2024, from https://www.indec.gob.ar/ftp/cuadros/menusuperior/archivo/shempleo1.xls
Iñigo, L. (2020). Las transformaciones de la escolaridad como formas concretas del movimiento de la materialidad de la producción de la vida social. Automatización de los procesos de trabajo y generalización de la lectura. Educación, Lenguaje y Sociedad, XVIII(18).
Iñigo Carrera, J. (2017). La renta de la tierra. Imago Mundi.
Montesinos, M. P., & Schoo, S. (2015). Políticas de revinculación y terminalidad escolar. La Educación en Debate / Documentos de la Diniece.
Otero, A., & Corica, A. (2016). Jóvenes y educación superior en Argentina. Evolución y tendencias. Revista Interamericana de Educación de Adultos.
Román, M. (2013). FACTORES ASOCIADOS AL ABANDONO Y LA DESERCIÓN ESCOLAR EN AMÉRICA LATINA: UNA MIRADA EN CONJUNTO. Revista Iberoamericana sobre Calidad, Eficacia y Cambio en Educación, 11(2).
Rosbaco, I. C. (1995). El desnutrido escolar: Dificultades de aprendizaje en los niños de contextos de pobreza urbana (2da ed.). Homo Sapiens.
Salvia, S., & Iñigo, L. (2011). Acumulación y relación capital‐trabajo. La reproducción deficiente de la fuerza de trabajo. Trabajo y Sociedad, XV(17), 95-104.
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lostaff · 1 year
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menti-senti · 3 months
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Pubblicato da: Redazione in Calabria, Luoghi e Storie, Luoghi e Storie del Sud 12 Giugno 2022
UNA “MANO” CONTRO I MALEFICI
Uno degli elementi rinvenuti è appunto la Mano Pantea (I° sec. d.C.), con le misteriose figure accessorie che la completano: si tratta di una mano destra che sulle due dita ripiegate mostra il busto di Hermes (Mercurio), dio della sapienza (nella fusione sincretica del suo culto con quello del dio egizio Thot), accompagnatore dello spirito dei morti, riconoscibile dal caratteristico copricapo (petaso); il corredo di figure comprende inoltre due serpenti crestati (agatodemoni, con funzione magico-religiosa protettiva), una pigna (simbolo di vitale forza generatrice), una lucertola (simbolo di rigenerazione), e una tartaruga (animale legato a Hermes e considerato dagli antichi dotato della virtù di scongiurare i malefici, nonché simbolo di prudenza e costante protezione). Come si può notare, le fattezze di questa mano attingono a complesse simbologie esoteriche che ritroviamo (con alcune aggiunte o varianti, come il caduceo, la testa di ariete e il fallo, attinenti comunque all’evocazione di potenze soprannaturali in grado di allontanare forze malefiche) in oggetti analoghi ritrovati in altri luoghi d’Italia come Roma, Pompei, Ercolano. Detto anche “Mano di Sabazio”, questo oggetto veniva ricollegato alla figura dell’omonimo dio (originario dell’Asia Minore ma noto anche in Grecia dove riuniva caratteristiche di Zeus e di Dioniso) e costituiva un vero e proprio oggetto liturgico fissato su aste per processioni, oppure destinato ai santuari o al culto domestico. Il suo rinvenimento all’interno di un santuario isiaco non deve sorpendere perché la tendenza all’assimilazione o associazione di Sabazio con altre divinità nell’ambito del diffuso sincretismo religioso in età imperiale, fece sì che lo si trovasse correlato a divinità come Cibele, Mithra e appunto Iside (in quest’ultimo caso non è raro trovare tra gli elementi decorativi della mano la testa di Serapide o il sistro, strumento musicale rituale connesso al culto di Iside).
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nobaraisalive · 6 months
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El comunicado de HIJOS ante el abuso y la amenaza de muerte a una militante
La Red Nacional de H.I.J.O.S. responsabilizó al Gobierno nacional por el abuso y la amenaza de muerte a una militante de ese colectivo por partes de individuos que tras el ataque escribieron en la pared de su casa "VLLC" (Viva La Libertad Carajo). La agrupación exigió también en un comunicado “el inmediato esclarecimiento del hecho por parte del Poder Judicial”.
“A días de cumplirse un nuevo aniversario del golpe de Estado afirmamos que nuestro pueblo dijo "Nunca Más, Memoria, Verdad y Justicia siempre", destacó La Red Nacional de H.I.J.O.S. Y advirtió que “estos hechos tienen un claro correlato con las acciones y discursos de odio que las máximas autoridades del país expresan cotidianamente e incita a la violencia contra quienes militamos por los derechos humanos”.
leer
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Como en la dictadura que se utilizó la tortura, la violación, la muerte y desaparición para implementar su modelo neoliberal de ajuste y miseria. Hoy volvieron para hacer lo mismo, usaran la violencia una vez más para imponer un modelo económico que solo ha causado hambre y sufrimiento al pueblo. No es tiempo para tibiezas, este 24 de marzo debemos gritar fuere: NUNCA MÁS
EL ÚNICO FALCÓN VERDE QUE ILUMINA ES EL QUE ARDE
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