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#diagnosi psicologica
divulgatoriseriali · 9 months
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L'insight in psicologia: dalla consapevolezza psicopatologica all’utilizzo nel linguaggio comune
Nel vasto paesaggio della psicologia, una parola risplende con particolare luminosità: insight. Questo termine evocativo eppure sfuggente, rappresenta un concetto centrale nell’esplorazione della mente umana. L’insight è più di una semplice parola; è una finestra aperta sulla comprensione di sé e sugli intricati meandri della mente umana. In questo articolo, ci addentreremo nell’essenza…
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nonhovogliadiniente · 6 months
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Ho parlato per ore con una psicologa e dopo una lunga chiacchierata ha dato un nome a quello che ho.
Dipendente affettivo ossessivo.
Non riesce a distaccarsi dalla propria relazione, anche se il partner non è emotivamente o sessualmente disponibile, incapace di comunicare, distante, svalutante, abusante, egocentrico, egoista, controllante, a sua volta dipendente da qualcos'altro (alcool, droghe, gioco d'azzardo, etc.)
“La dipendenza affettiva non è in realtà una diagnosi che troviamo nel manuale dei disturbi psicologici e mentali (DSM-V). Si tratta però di un pattern di comportamenti, pensieri, sensazioni ed emozioni molto preciso e spesso ripetitivo, una sindrome psicologica con delle caratteristiche ricorrenti che viene classificata come “dipendenza comportamentale“.
Possiamo definire le dipendenze affettive come un modo patologico di entrare in relazione.
Si tratta di una forma di legame molto intenso che comporta la progressiva riduzione fino alla perdita completa della propria autonomia e della propria libertà.
Si tratta di una forma di “amore” simbiotico in cui si ricerca la fusione con l’altro, con conseguenti danni al benessere emotivo e psicologico della persona.
Si entra quindi in relazione in modo patologico, dannoso e disfunzionale.
Il “dare” e il “ricevere” nel rapporto sono fortemente squilibrati a favore dell’uno e a sfavore dell’altra.
Nella dipendenza affettiva si riscontrano le seguenti caratteristiche:
•forte bisogno della presenza dell’altra persona, dalla quale si dipende in tutto e per tutto: la propria felicità e soddisfazione dipendono esclusivamente dalla presenza dell’altro. Vi è un bisogno compulsivo dell’altra persona;
•investimento totale (di tempo e di pensieri) sulla relazione di coppia e sul partner, a discapito di altre relazioni affettive (amicali e familiari), spesso anche per evitare le critiche). Si trascurano quindi altre attività svolte in maniera individuale o con altre persone che non siano il partner. Talvolta si trascurano anche i propri impegni lavorativi e il rendimento cala, poiché la mente è piena dei pensieri (dolorosi) che riguardano l’altra persona;
•si tende a giustificare il partner con se stessi e agli occhi delle altre persone, anche quando è maltrattante o violento. Ci si isola o si mente per evitare le critiche;
•si perde la capacità critica sul rapporto oppure – più spesso – si negano evidenti aspetti patologici perché, se presi sul serio, la consapevolezza raggiunta dovrebbe comportare la rottura della relazione;
•l’autostima e il valore percepito di sé dipendono esclusivamente dalla valutazione e dall’approvazione del partner;
•proprio perché si teme di perdere il legame, si ricercano continue conferme e rassicurazioni, spesso vivendo dei forti sentimenti di dubbio, insicurezza e gelosia;
•annullamento di sé e perdita di importanza della propria autonomia, individualità e indipendenza: questo comporta che le attività svolte senza il partner perdono di importanza, non sono desiderabili e vengono vissute con un sentimento di tristezza, sono svuotate di senso;
•vi è una mancanza di energia disponibile per portare avanti i propri progetti, spesso a causa dei sentimenti depressivi che accompagnano la dipendenza emotiva;
•difficoltà a prendere posizione o ad esprimere le proprie emozioni di fronte al partner. Si perde di vista quello che si desidera veramente, per accondiscenderlo;
•i propri bisogni vengono percepiti esclusivamente in relazione all’altra persona. I bisogni del partner hanno la priorità, a discapito delle proprie esigenze;
•assenza di parità e di reciprocità nella relazione;
•la relazione è rigida e non evolve né matura; i cambiamenti all’intero del rapporto vengono percepiti come minacce. La relazione può diventare davvero distruttiva;
•si ricerca e si porta avanti la relazione nonostante crei molta sofferenza. Anzi, proprio per trovare sollievo da questa sofferenza, si ricerca il partner sempre di più → si crea sofferenza ancora maggiore → si ricerca il partner ancora di più.. etc. (circolo vizioso).
il circolo vizioso si autoalimenta, allo scopo di non perdere la persona “amata”, poiché si temono fortemente l’abbandono, il rifiuto o la separazione.
I sintomi fisici di cui generalmente soffre il dipendente affettivo sono: stanchezza, problemi posturali, cattiva nutrizione, problemi respiratori, problemi al sistema immunitario e problemi digestivi, ad esempio la gastrite. “
Non riesco a spiegare come sto ma ogni singola parte del mio corpo e della mia mentre sembra spegnersi,crollare,distruggersi. Il mio corpo soffre come se mancasse una parte interiore di me, la mia mente sta facendo crollare ogni pensiero sano e il mio cuore si sta chiudendo.
Ed e’ proprio vero che la salute mentale affetta quella fisica perche il mio corpo sta dando allarmi su ogni fronte. Sono stanca ma dormo poco o nulla , mangio senza avere fame e subito dopo mi sento male con lo stomaco e mi obbligo a cacciare tutto fuori.
Sto chiedendo aiuto con gli occhi, con il cuore, con le azioni e con il silenzio ma nessuno mi legge,nessuno mi ascolta . Sono in questo da sola e non so se voglio affrontare tutto questo dolore che provo, vorrei avere un po’ di pace e di tranquillità assoluta.
Vorrei spegnere tutto e mollare , qui non mi resta niente solo i pezzi di me lasciati lì soli a marcire.
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klimt7 · 6 months
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NATALE 2023
UN AUGURIO E UN REGALO
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È cosi.
Quest'anno invece che inviare i classici Auguri di Buone Feste, ho pensato ad un Augurio diverso e insolito.
Un piccolo regalo per tutte le persone che leggono in modo saltuario o ricorrente, il mio Blog.
Che regalo è?
È un Test. È un invito a regalarvi un pò di tempo tutto per voi. Per fare il punto su ciò che state vivendo in questo momento.
Ma prima di rispondere al Questionario, io vi consiglio di leggere con calma, l'articolo che definisce cosa sia
UNA RELAZIONE TOSSICA
È importante, perchè le persone devono iniziare a familiarizzare con un nuovo alfabeto. L'alfabeto delle relazioni, dei sentimenti e dei comportamenti.
Significa imparare a riconoscere con precisione quale situazione stiamo vivendo.
Come riconoscere una relazione tossica ?
Essere coinvolti in una relazione tossica può avere conseguenze devastanti per la propria autostima e per la propria vita.
Cosa significa trovarsi in una relazione tossica
Nessuna relazione è perfetta, ma esistono relazioni che ci fanno sentire stanchi, insicuri, tristi o coinvolti completamente nella vita dell’altro, e l’altro nella nostra, tanto da non potersi più considerare due individui separati. Quando questo accade, potremmo trovarci davanti a una relazione tossica. 
Al contrario, le relazioni sane, normalmente tendono a farci sentire al sicuro, felici e liberi di essere noi stessi. Molte persone non riconoscono subito i segnali di una relazione tossica, perché molto spesso si tende a confondere ciò che è la passione e l’amore, con comportamenti totalizzanti, o di gelosia ossessiva o autoritari e manipolatori.
Le conseguenze di una relazione tossica possono essere molto profonde e nei casi più gravi, anche pericolose (per esempio nei casi di relazioni tossiche con violenza fisica o psicologica).
Per questo è importante riconoscere i campanelli d'allarme e se ci troviamo dentro una relazione tossica e dannosa e, in caso affermativo, poter chiedere aiuto per uscirne al più presto.
Tipologie di relazione tossiche
Abbiamo visto che le relazioni tossiche sono relazioni che non ci fanno crescere come individui, nel rispetto uno dell’altro, ma che portano malessere, privazioni di libertà, dipendenza, paura e insicurezza.
Esistono vari tipi di relazioni tossiche, legate a comportamenti più o meno patologici. Nei casi più lievi possono essere relazioni che ci fanno sentire male a causa di abitudini sbagliate o mancanza di comunicazione o insicurezze personali che si possono risolvere attraverso un riadattamento dei propri schemi comportamentali e un processo di crescita personale, mentre nei casi più gravi, potremmo trovarci coinvolti in vere e proprio patologie.
Alcune  tipologie di relazione patologiche malate  sono:
Dipendenza affettiva: si caratterizza come una dipendenza emotiva dall’altra persona, che mina la capacità della persona di essere autonoma, che include il controllo e l’ossessione di stare con l’altro. La dipendenza affettiva può essere considerata un disturbo a sé stante o essere sintomatologia di altri disturbi.
Ego smisurato: un partner con un ego smisurato nasconde normalmente un vuoto emotivo profondo, vuoto che ha bisogno di colmare attraverso la manipolazione e l’assoggettamento dell’altra persona. Questo porta normalmente molto dolore all’interno della coppia e può lasciare traumi profondi nel comportamento e nell’autostima di chi subisce il fascino di una persona con un ego smisurato.
Esistono poi ovviamente altri tipi di amore patologico che non possono essere inseriti in un unico quadro clinico, ma che probabilmente hanno bisogno di una diagnosi più ampia come l’amore oppressivo e violento, l’amore ossessivo compulsivo, l’amore opportunista  e molti altri. In questi casi è sempre meglio rivolgersi a uno specialista perché ci possa aiutare ad uscire dalla relazione o a curare la patologia (nel caso fossimo noi le persone, portatrici attive di questi disturbi ).
Come riconoscere i segnali di una relazione tossica
I segnali di una relazione tossiche sono molto chiari, anche se a volte si preferisce confonderli con segnali di amore e non di tossicità. Ma è importante che prestiamo attenzione a questi campanelli d’allarme per evitare dolori profondi nel futuro e invischiarci in una relazione dalla quale più passa il tempo e più sarà difficile uscirne.
Le relazioni tossiche hanno alcune caratteristiche comuni che ci aiutano a distinguerle.
Rendono tristi, con poca energia e affaticati Se invece di sentirvi soddisfatto e felice, vi sentite emotivamente e fisicamente stanchi e svuotati, è tempo di valutare la relazione.
Tutto si trasforma in un dramma: È importante ricordare che le relazioni sane ci aiutano a essere persone migliori e crescere. Il dramma crea scompenso e porta negatività e incapacità di risolvere i problemi all’interno della coppia.
Non vi sentite liberi di essere voi stessi all’interno della relazione
Asimmetria: Le relazione tossiche normalmente si presentano con un modello di relazione asimmetrica, in cui vi è una persona che ricopre il ruolo di dominatore e l’altro di vittima.
Questo fa si che si inneschino più facilmente meccaniche di dipendenza, manipolazione e maltrattamento.
Vi rende insicuri e abbassa la vostra autostima. Se state conqualcuno che non vi riconosce il vostro valore , sarà più difficile vederlo da solo.
VI sentite costantemente criticati e sotto pressione. Una raffica di critiche non costruttive non aiuta nessuno a migliorare. Anzi, a lungo andare, essere costantemente giudicato vi porterà a credere alle critiche e all’errata percezione di non meritare qualcosa di meglio.
Tutto è negativo. È improbabile che qualcosa di positivo derivi da una relazione negativa.
Mancanza di comunicazione e fiducia. Senza comunicazione non c'è relazione e stare con un partner che non si fida di voi è come star da soli.
Controllo costante. Alla persona oppressiva piace controllare tutto. Quindi, cercherà di decidere come farvi vestire, con chi dovete uscire, come dovete spender i vostri soldi e che scelte dovete compiere nella vostra vita, dalle più piccole, alle più grandi!
Vi sentite in trappola ma non riuscite a uscirne. Le relazioni tossiche creano vincoli di dipendenza legate sia a componenti personali, ma sia al costante lavoro di distruzione dell’autostima, attraverso critiche, violenze e manipolazione, che mette in atto il partner. Pertanto diventa complicato uscirne ed è importantissimo chiedere aiuto in questi casi, sia ai propri cari che a uno specialista.
Violenza fisica: l’abuso fisico è un segnale chiaro ed inequivocabile di relazione tossica. In questi casi è importante chiedere aiuto per uscire il prima possibile dalla relazione.
Violenza psicologica e manipolazione: a volte non è così evidente coma la violenza fisica, ma la violenza psicologica tende ad annientare la personalità e gli affetti dell’altro, per far si che diventi facilmente succube e manipolabile. Anche in questo caso è importante richiedere aiuto il prima possibile.
Vi fa sentire più ansiosi. Essendo permeata da fattori negativi, la relazione tossica tende a procurare ansia e paure, che riguardano sia la paura di perdere l’altro o di uscire dalla relazione, ma anche la capacità di vivere al meglio la vita quotidiana.
Questionario sulle relazioni tossiche:
Scopri se ti trovi in una relazione tossica. Rispondi alle seguenti domande con un Si o con un NO e poi controlla i risultati totali.
1) Senti che non puoi vivere senza il tuo partner, ma allo stesso tempo non sei felice nella relazione?
2) Il tuo partner svaluta o scredita spesso i tuoi risultati e non ti incoraggia mai a portare avanti i tuoi progetti personali?
3) Ti sei mai spaventato per qualche atteggiamento del tuo partner durante una lite?
4) Il tuo partner ti critica facendoti sentire sbagliato/a tutto il tempo?
5) Da quando sei coinvolto in questa relazione, ti sei allontanato dagli amici che avevi in precedenza e/o dalla tua famiglia?
6) Il tuo partner non rispetta i tuoi gusti e i tuoi hobby e spesso li prende in giro?
7) Le vostre discussioni sono pieni di rimproveri, insulti, lacrime e sofferenze?
8) Quando le cose non vanno bene, il tuo partner usa il silenzio come arma di aggressione?
9) Il tuo partner usa spesso il ricatto emotivo per farti sentire in colpa e ottenere ciò che vuole?
10) Quando non siete insieme, il tuo partner ti chiede spiegazioni su quello che hai fatto, con chi sei stato/a o dove sei andato/a ?
11) Il tuo partner di solito prende decisioni che riguardano entrambi senza chiedere la tua opinione o senza informarti?
12) Ti è capitato di fare sesso con il tuo partner solo per soddisfare i suoi desideri o per impedirgli di arrabbiarsi?
13) Per il tuo partner, i tuoi problemi sono meno rilevanti dei suoi?
14) Quando è di cattivo umore per cause esterne, capita che riversi la sua rabbia su di te?
15) Hai scoperto che il tuo partner ti stava mentendo in più di un’occasione?
RISULTATI
Per scoprire il risultato del questionario sulle relazioni tossiche aggiungi 1 punto per ogni risposta affermativa.
È importante sottolineare che questo test non sostituisce la valutazione di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Da 0 a 5 punti: Non stai vivendo una relazione tossica Tutto indica che la tua relazione si basa sul rispetto reciproco, sulla fiducia e sull'equilibrio. Sebbene a volte ci siano differenze di opinione (il che è del tutto normale), sai come agire per risolvere i tuoi problemi. In ogni caso,  ci potrebbero essere alcuni indizi che indicano che certi comportamenti potrebbero migliorare attraverso la comunicazione e un percorso di crescita personale. Pertanto, per evitare di cadere in dinamiche dannose, è importante continuare a prendersi cura della relazione.
Da 6 a 10 punti: la relazione mostra segnali tossici Sebbene la tua relazione non sia ancora tossica, il tuo partner ha alcuni comportamenti offensivi che ti infastidiscono e che non ti fanno bene. Vi trovate spesso a discutere e spesso senti di non poter essere te stesso. Per uscire da questa situazione, il primo passo è parlare del problema con il tuo partner in modo calmo e assertivo. Digli cosa c'è che non va e proponi modi per migliorare la relazione. E se con il passare del tempo non cambia nulla, fai attenzione. Potrebbe essere il momento di valutare se vuoi restare con questa persona o meno.
Non dimenticare mai che una relazione dovrebbe essere qualcosa di piacevole, che ti rende davvero felice.
11-15 punti: sei coinvolto in una relazione tossica Le tue risposte sembrano confermare il fatto che ti trovi coinvolto in una relazione tossica che ti sta portando molto dolore. In casi come questo, probabilmente non è sufficiente un cambiamento o migliore la comunicazione, ma probabilmente questi comportamenti tossici nascondono dei problemi più profondi che vanno affrontati con una terapia. Le relazioni sane si basano sul rispetto e sull’amore uno dell’altro. Rispetto che implica anche il rispetto per le decisioni, lo spazio, la libertà, gli affetti. Potreste decidere di valutare insieme questo percorso o iniziare a pensare se sia il caso di allontanare questa persona per poter iniziare a stare meglio.
Ora dopo aver chiarito alcuni concetti di base, potete decidere se limitarvi a rispondere al QUESTIONARIO riportato sopra ( composto da 15 domande) oppure spostarvi sulla seguente pagina Web ed effettuare IL TEST che vi è riportato:
In ogni caso, utilizzate questo periodo delle Feste, per fare il punto sulla situazione che state attraversando, perchè certi campanelli d'allarme non sono mai da sottovalutare.
Come ha detto Gino Cecchettin di recente, non chiudetevi, non isolatevi, ma parlatene con chi vi sta attorno e vi vuole bene, e prima di tutto parlatene con Voi stessi.
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charlievigorous · 2 years
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Psichiatrici o sofferenti?
I danneggiati da vaccino (anche) dal punto di vista psicologico toccano sofferenze profondissime. L’iter è piuttosto simile: avvertono dopo la vaccinazione che il loro corpo sta cambiando, compaiono sintomi talvolta acuti e debilitanti, si rivolgono al mondo curante e circa 9 volte su 10 rientrano dal Pronto Soccorso con Valium, En o altri psicofarmaci, etichettati come ipocondriaci o, peggio, disturbi paranoidi, attacchi di panico o altre diagnosi psichiatriche.
Quando il tuo soma, il tuo corpo soffre, cerchi sollievo, guarigione, affidandoti ai medici. Quando chi dovrebbe curarti ti tratta da malato immaginario o peggio psichiatrico, quando un medico di medicina generale ti implora di cambiare medico “perché si è incrinato il rapporto di fiducia” (ovvero, ad esempio, dopo una pericardite da vaccino riconosciuta si richiede un esonero che viene negato), anche la tua psiche inizia a vacillare. Il processo di guarigione inizia instaurando un rapporto di fiducia col medico. Quando viene NEGATO il tuo dolore, quando vieni trattato da terrapiattista/complottista (“mi scusi dottore ma io ho creduto nella scienza, mi sono vaccinato!”), quando nella migliore delle ipotesi chi dovrebbe curarti conclude con “come sarà venuta questa orticaria speriamo prima o poi scomparirà, non so che altro si potrebbe fare”, la tua psiche certamente va in sofferenza. Alla gestione del dolore spesso cronico, alla gestione psicologica dell’incertezza (nessuna diagnosi chiara, nessuna cura davvero efficace), in questo limbo di dolore i danneggiati vengono anche aggrediti e vessati da tutta la tifoseria acritica, disumana e disumanizzante frutto di questo buio periodo storico.
Le persone estremamente favorevoli alla vaccinazione, insultano di persona e sui social i danneggiati perché il loro grido di dolore, la loro disabilità spaventa le persone e rallenta la vaccinazione di massa. Le persone estremamente sfavorevoli alle vaccinazioni (non usiamo etichette divisive) accusano i danneggiati di aver firmato un consenso informato e quindi di meritarsi il proprio male.
I danneggiati chiedono Unione, non divisione. Sostegno e cura, non ridicolizzazione e strumentalizzazioni. Certo i danneggiati spesso sono psicologicamente provati e necessitano di un sostegno. Non perché matti o deboli. Ma perché schiacciati in una morsa di oblio, disumanizzazione e insulti frutto di un periodo storico violento verbalmente e nei modi. Guardiamo negli occhi un essere umano che soffre, proviamo empatia. E, insieme, danneggiati e non, vaccinati e non, usciamo da queste tristi divisioni, paure, aggressioni. Nessuna discriminazione nella cura. Noi psicologi continueremo a sostenere gli iscritti di Ascoltami, non perché psichiatrici ma come persone ferite nel corpo e anche nella psiche dal mondo curante, civile e talvolta amicale. Noi ci siamo e ci saremo.
Psicologi, Counselor e Psicoterapeuti del Comitato ascoltami
by A.Trentini
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lamilanomagazine · 2 months
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Verona. Al via i corsi online gratuiti promossi dal Comune per assistenza alle persone affette da demenza. 
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Verona. Al via i corsi online gratuiti promossi dal Comune per assistenza alle persone affette da demenza.  Per tutto maggio saranno proposti quattro incontri formativi rivolti in particolare ad assistenti familiari e caregiver. Inoltre, in distribuzione un volantino per orientare le famiglie nel mondo dei servizi e delle risorse presenti nel Comune di Verona. Promuovere gli strumenti e le strategie per chi si prende cura di persone con demenza e disturbi della memoria. E' questo l'obiettivo del percorso formativo gratuito per Assistenti Domiciliari e Familiari, strutturato in quattro incontri online tematici, in programma il giovedì dal 9 al 30 maggio, dalle 17 alle 18.30. Iscrizioni entro il 5 maggio al questo link - numero partecipanti massimo 30 persone. L'iniziativa, presentata nella mattina del 23 aprile a Palazzo Barbieri, rientra fra i progetti sostenuti dal Comune nell'ambito del "Tavolo per la qualità della vita nella demenza", che vede la partecipazione di diversi attori coinvolti sul tema: il Centro di Decadimento Cognitivo e Demenze dell'Ulss 9 Scaligera, l'Associazione Alzheimer Verona, l'Associazione Familiari Malati di Alzheimer, OMNIA Impresa Sociale e Sentemente® Modello. Lo scopo del tavolo è sensibilizzare la cittadinanza sul tema della qualità della vita nonostante la diagnosi di demenza e i disturbi della memoria; favorire l'integrazione e la cooperazione tra le realtà che lavorano da anni in questo ambito. "Ogni anno in occasione della Giornata Mondiale dedicata alle persone con Alzheimer – spiega l'assessora alle Politiche sociali - che si celebra la terza domenica di settembre, il Tavolo organizza un convegno pubblico che diventa occasione di riflessione condivisa, stimolo sul tema e momento di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e dei professionisti. Quest'anno abbiamo scelto di sostenere una iniziativa diretta alla formazione, per dare un'opportunità in più per ampliare la conoscenza sugli strumenti e le strategie di presa in cura. L'anziano con demenza presenta notevoli difficoltà di gestione e di assistenza a domicilio, che causano spesso un considerevole turn-over tra gli assistenti familiari e di conseguenza gravi disagi per la famiglia e per lo stesso malato". Alla presentazione del progetto hanno partecipato oggi per il Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze AULSS 9 Scaligera Laura De Togni, per l'Associazione Familiari Malati di Alzheimer Giorgio Facci, per l'Associazione Alzheimer Italia Verona Maria Grazia Ferrari e Luca Faella, Elena Mantesso di Sente-mente® e Daniela Liberati dei Servizi per Adulti e Anziani Comune di Verona. Percorso formativo per assistenti domiciliari e familiari Prendersi cura di una persona con demenza per molto tempo è difficile e complesso. La malattia può richiedere un'assistenza per un periodo che può essere superiore anche ai 10 anni e questo impatta sulla vita personale in modo significativo causando momenti di stanchezza fisica e psicologica. Il corso è stato volutamente proposto in modalità online per garantire la maggior partecipazione di assistenti familiari e caregiver, che spesso non possono partecipare a formazioni in presenza, per la necessità di garantire l'assistenza alla persona ammalata. Gli appuntamenti saranno nella giornata di giovedì, dalle 17 alle 18,30, con il seguente programma: Il 9 maggio, "Prendersi cura di una persona con demenza: conoscere, comprendere e valorizzare" a cura di Elena Ferlini, Psicologa e Psicoterapeuta Associazione OMNIA Impresa Sociale. Il 16 maggio, "I dodici passi per un approccio positivo e corretto alla persona affetta da demenza" a cura di Paola Benetti, Educatrice, Formatrice "Approccio Capacitante" AFMA Associazione familiari malati di Alzheimer. Il 23 maggio, "Attività quotidiane da svolgere insieme all'anziano" a cura di Karin Garagna, Psicologa Psicoterapeuta Associazione Alzheimer Verona ODV. Il 30 maggio, "Disturbi del comportamento: sintomi o linguaggio?" a cura di Elena Mantesso, Educatrice e Felicitatore formatore Sente-mente® modello Distribuzione del volantino informativo "La persona con demenze quali servizi" Sul tema è stata inoltre prevista la distribuzione di una brochure cartacea, disponibile anche on line sui siti del Comune di Verona, dell'ULSS 9 e sui canali social. Una mappa per orientare le famiglie nel mondo dei servizi e delle risorse presenti nel territorio comunale. Un supporto in più per rispondere ad una richiesta delle famiglie che, di fronte ai primi sintomi della malattia, spesso non sanno dove e a chi rivolgersi per chiedere un aiuto. Si pensi che nel 2023 su 2732 primi accessi al Segretariato Sociale del Comune di Verona, 1669 hanno riguardato anziani, con richiesta di informazioni, orientamento e servizi. Nella brochure si troveranno informazioni sui Centri di Decadimento Cognitivo e delle Demenze (CDCD), sui Centri Diurni per anziani non autosufficienti, sui servizi offerti dal Comune di Verona e dagli enti del Terzo Settore. Verrà indicato anche il link per accedere al sito "Mappa delle Demenze della Regione Veneto", dove si possono ottenere ulteriori indicazioni ed informazioni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Il Morbo di Crohn: una battaglia invisibile
Il Morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) che può colpire qualsiasi tratto del sistema digerente, dalla bocca all'ano. La sua causa esatta rimane un mistero, ma si pensa sia il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e immunitari. Sintomi del Morbo di Crohn I sintomi possono variare in modo significativo da persona a persona e possono includere: - Diarrea cronica, spesso con sangue o muco - Dolore addominale e crampi - Febbre - Perdita di peso e appetito - Fatica - Anemia - Fistole e ascessi - Dolori articolari - Afte orali Diagnosi La diagnosi del Morbo di Crohn può essere un processo complesso, in quanto i suoi sintomi possono imitare quelli di altre condizioni. I medici di solito eseguono una serie di test, tra cui: - Esami del sangue - Esami delle feci - Tac o risonanza magnetica - Colonscopia con biopsia Trattamento Non esiste una cura definitiva per il Morbo di Crohn, ma i trattamenti disponibili possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita. Questi includono: - Farmaci antinfiammatori - Immunosoppressori - Corticosteroidi - Interventi chirurgici (in casi gravi) Dieta e stile di vita Anche la dieta e lo stile di vita possono giocare un ruolo importante nella gestione della malattia. È importante: - Mangiare una dieta sana e bilanciata - Bere molta acqua - Evitare cibi che possono irritare l'intestino - Fare esercizio fisico regolarmente - Gestire lo stress Impatto psicologico Il Morbo di Crohn può avere un impatto significativo sulla salute mentale e psicologica delle persone che ne soffrono. La sensazione di malessere costante, la paura di avere un attacco in pubblico e la difficoltà nel gestire la propria alimentazione possono portare a depressione, ansia e isolamento sociale. Sostegno e informazioni sul Morbo di Crohn Esistono diverse associazioni e gruppi di supporto che possono fornire informazioni utili e sostegno alle persone con Morbo di Crohn e alle loro famiglie. La ricerca è in continua evoluzione e ci sono nuovi promettenti trattamenti all'orizzonte. L'obiettivo ultimo è trovare una cura definitiva per questa malattia e migliorare la vita di tutti coloro che ne sono affetti. Foto di kirill_makes_pics da Pixabay Read the full article
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wdonnait · 7 months
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Miocardite sintomi iniziali: cos'e' e quali sono i rischi
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/miocardite-sintomi-iniziali-cose-e-quali-sono-i-rischi/116828?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=116828
Miocardite sintomi iniziali: cos'e' e quali sono i rischi
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La miocardite è una condizione medica che coinvolge l’infiammazione del muscolo cardiaco, noto come miocardio. Questa affezione può derivare da diverse cause e può avere un impatto significativo sulla salute cardiovascolare. In questo articolo, esploreremo approfonditamente la miocardite, coprendo le sue cause, i sintomi, la diagnosi e le opzioni di trattamento disponibili.
 Cause e sintomi della Miocardite
La miocardite può essere scatenata da diverse cause, tra cui infezioni virali, batteriche o fungine. I virus, in particolare, sono spesso i colpevoli principali di questa infiammazione cardiaca. I sottotipi virali comunemente associati alla miocardite includono l’enterovirus e il citomegalovirus. Inoltre, la miocardite può derivare da malattie autoimmuni, come la lupus eritematoso sistemico, dove il sistema immunitario attacca erroneamente il cuore.
 Riconoscere i sintomi della miocardite è essenziale per una diagnosi tempestiva. Tra i sintomi comuni ci sono dolore toracico, affaticamento, palpitazioni, difficoltà respiratorie e gonfiore alle gambe. Tuttavia, è importante notare che i sintomi possono variare da persona a persona e possono essere facilmente scambiati con altre condizioni cardiache.
Diagnosi e trattamento della Miocardite
La diagnosi della miocardite coinvolge una valutazione completa della storia clinica del paziente, esami fisici e test di laboratorio. Gli esami del sangue possono rivelare marcatori di infiammazione cardiaci, mentre l’elettrocardiogramma (ECG) e l’ecocardiogramma forniscono informazioni cruciali sulle funzioni cardiache. In alcuni casi, può essere necessaria una biopsia del cuore per confermare la diagnosi.
 Il trattamento della miocardite si basa sulla causa sottostante e sulla gravità della condizione. In caso di infezioni virali, possono essere prescritti farmaci antivirali, mentre le infezioni batteriche possono richiedere antibiotici. Il riposo e l’evitare sforzi fisici intensi sono spesso raccomandati per permettere al cuore di guarire. Nei casi più gravi, può essere necessario un trattamento ospedaliero con monitoraggio cardiaco continuo.
Prevenzione della Miocardite Poiché molte cause di miocardite sono legate a infezioni, adottare pratiche igieniche adeguate può contribuire alla prevenzione. Inoltre, evitare l’esposizione a sostanze tossiche e mantenere uno stile di vita sano, comprese una dieta equilibrata e l’esercizio regolare, può aiutare a ridurre il rischio di sviluppare questa condizione.
Miocardite da stress o sindrome di Takotsubo 
La sindrome di Takotsubo, nota anche come “cardiomiopatia da stress” o “sindrome del cuore spezzato,” è una condizione cardiaca temporanea che si manifesta con sintomi simili a un attacco di cuore. Questa sindrome è spesso scatenata da stress emotivo intenso, come lutti, traumi o situazioni di forte pressione psicologica. Caratteristica di questa condizione è l’indebolimento temporaneo del cuore, in particolare del ventricolo sinistro. I sintomi possono includere dolore toracico, dispnea e palpitazioni.
La diagnosi di Takotsubo coinvolge esami come l’angiografia coronarica e l’ecocardiogramma, che mostrano caratteristiche distintive del ventricolo sinistro. Il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sul supporto cardiaco, con il recupero completo del cuore nel tempo.
È essenziale consultare un medico di fronte a sintomi simili a quelli di un attacco di cuore, poiché la sindrome di Takotsubo richiede una valutazione accurata per differenziarla da altre condizioni cardiache.
Miocardite dilatativa
La miocardite dilatativa è una forma avanzata di miocardite in cui l’infiammazione del muscolo cardiaco provoca un indebolimento e una dilatazione delle camere cardiache, in particolare dei ventricoli. Questa condizione può portare a una compromissione significativa della funzione cardiaca e, nel tempo, alla cardiomiopatia dilatativa.
I sintomi della miocardite dilatativa includono affaticamento, dispnea, edema alle gambe, e palpitazioni. La diagnosi coinvolge esami come l’ecocardiogramma e la risonanza magnetica cardiaca per valutare la struttura e la funzione del cuore. Il trattamento è complesso e mira a gestire l’infiammazione, migliorare la funzione cardiaca e trattare le complicanze.
È fondamentale consultare un medico se si sospetta una miocardite dilatativa, poiché il tempestivo riconoscimento e il trattamento possono migliorare le prospettive di gestione della condizione. La terapia può includere farmaci anti-infiammatori, diuretici, e in alcuni casi, può essere necessario un supporto meccanico come un dispositivo di assistenza ventricolare o, in casi gravi, un trapianto di cuore.
Miocardite morte
La miocardite, anche in forme gravi, può portare a complicanze serie, ma non è sempre letale. La mortalità associata alla miocardite dipende da vari fattori, tra cui la gravità dell’infiammazione, la risposta al trattamento, l’età del paziente e la presenza di eventuali condizioni mediche preesistenti.
In alcuni casi, la miocardite può evolversi in cardiomiopatia dilatativa, una condizione in cui il cuore si indebolisce e dilata, compromettendo la sua capacità di pompare sangue in modo efficace. La cardiomiopatia dilatativa può portare a insufficienza cardiaca, che rappresenta una delle complicanze gravi della miocardite.
Se sospetti di avere la miocardite o se hai sintomi come dolore toracico, affaticamento e difficoltà respiratorie, è fondamentale cercare assistenza medica immediata. La tempestiva diagnosi e gestione della miocardite sono cruciali per migliorare le prospettive di recupero e ridurre il rischio di complicanze gravi. Tuttavia, la miocardite non sempre porta alla morte, e molte persone con questa condizione riescono a recuperare completamente con il trattamento adeguato.
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dionysman · 7 months
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In Italia si sta come in Iraq:
Disturbate mentali, ladrone criminali, ignoranti, raccomandate, corrotte e bugiarde patologiche, che tolgono ogni lavoro alle persone sotto la facciata della cooperativa sociale, scelgono il personale sanitario per il proprio gradimento sessuale e fisico da portarsi a letto (l'età è solo un numero, una puttana resta puttana anche a 90 anni inoltrati): GABRIELLA BON, NON SMETTI MAI DI SORPRENDERE PER QUANTO DEGRADO RIVELI DI ESSERE. BRUTTA PUTTANA CON IL MARCIO E LA MUFFA NELLA SCATOLA CRANICA. LAIDA CRIMINALE IGNORANTE.
Psicologi Csm che si fingono psichiatri, oss psichiatriche che lavorano in ospedale, ladre che fanno l'oss, familiari violenti, esibizionisti sessuali e psichiatrici comprovati che hanno in mano i minori.
"Psicologhe" senza coscienza laureate ieri che svolgono il lavoro sporco della discriminazione lgbt, fraudolenza, scelta del personale sanitario per il gradimento di una puttana facilissima e senza mutande in poltrona e così capricciosa perché viziata nella vita causa raccomandazione dalla nascita. Tutto pagato profumatamente con la vita stessa degli altri. Vi auguro buchi strettissimi e non lubrificati, con dietro una fila come dio comanda, tante casse di legno e di non avere soldi neanche per i farmaci. La vita degli altri non vale di meno della vostra, pezzi di merda.
Un'educatrice #CSM che mortifica, deride e sminuisce la vera vittima di violenza e difende gli esibizionisti sessuali e violenti: SI DIFENDE SOLO CHI CONDIVIDE LE STESSE DEPRAVAZIONI E DISTURBI MENTALI. SEI DA PRENDERE E SBATTERE VIA A CALCI IN CULO, ALTRA PEZZA DI IGNORANTE DIMOSTRATA.
Un' "assistente sociale" con evidenti carenze mentali, umane e professionali, che VIOLA OGNI FORMA DI CONSENSO, VOLONTÀ, PRIVACY, SI SCHIERA DALLA PARTE DEI CARNEFICI ESPOSTI PER 3 DECADI DI VIOLENZA INCLUSE LE MINACCE DI MORTE E ABUSI SESSUALI E LA STESSA CERCA DI RICONGIUNGERE I RAPPORTI. Meglio morto per strada per la fame che con te, incapace, nullità, dannosa, incompetente e proprio disturbata mentale a quanto pare. AVERE A CHE FARE CON TE È FARSI VIOLARE INCONSAPEVOLMENTE OGNI LIBERTÀ O CONSENSO E PAGHARNE LE CONSEGUENZE PER LE TUE ALLEANZE CON CHI È CARNEFICE E IL TUO AGIRE ALLE SPALLE DELLE VERE VITTIME IN STATO DI DIFFICOLTÀ.
E vogliamo parlare del delinquente napoletano trasferitosi al nord che continua a fare il delinquente napoletano come se fosse ancora in Campania? Oreste, gnomo coglione pezzo di stronzo da galera, assieme al #Famila garantiva posti di lavoro duraturi per poi lasciare la gente nei debiti e a fare la fame.
Consiglio lavorativo dell'assistente sociale. Si è capito il tutto.
L'ex poliziotto arabo che esposto per decadi di violenza psicologica fino all'esibizionismo sessuale minaccia molteplici volte di morte chi lo espone e la passa liscia? Vergognoso e incredulo.
I servizi sociali dei minori che lasciano una bambina in mano a chi le perpetra violenza fisica e psicologica, hanno un passato altrettanto comprovato di tali violenze su altri familiari in altre generazioni, sono psichiatrici, bugiardi e depravati, anche sessuali E LA MINORE RESTA ANCORA IN MANO A QUESTI.
NEI PAESI ESTERI EVOLUTI VI AVREBBERO GIÀ SBATTUTI IN GALERA E BUTTATI IN UNA STANZA BIANCA IN UN CENTRO DI SALUTE MENTALE GESTITO DA PERSONE COMPETENTI, PERÒ.
QUESTO DEGRADO È TUTTO FIERAMENTE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA, PERCHÉ SIETE UNA BANDA DI IGNORANTI, PRIVILEGIATI, INCOMPETENTI, SUPERFICIALI E CORROTTI. NON TUTTI, MA SOPRATTUTTO CHI NON DOVREBBE ESSERLO. IL PROFUMO DEI SOLDI CON LA VITA DEGLI ALTRI E IL PROFUMO DELLA CORRUZIONE. NESSUN SOLDO PER LE MEDICINE E TANTISSIME CASSE IN LEGNO. DISTURBATI MENTALI A PIEDE LIBERO. "BASAGLIA, BASAGLIA" BASAGLIA SI SBAGLIAVA, CERTE PERSONALITÀ SONO ANCORA DA RINCHIUDERE E TENERE LONTANO DALLA SOCIETÀ. NON I VERI MALATI CON I DISAGI PSICHICI CHE SI PRESENTANO IN CURA, MA VOI DISTURBATI VERI E GRAVI SENZA DIAGNOSI CHE SEDETE IN POLTRONA INDISTURBATI, A GIOCARE CON LA VITA DEGLI ALTRI.
È RISAPUTO CHE L' #FVG È LA TERRA DELLA MALATTIA MENTALE, PECCATO CHE I VERI MALATI NON SIANO IN CURA E CHI DOVREBBE CURARE SI RIVELA MALATO.
NON SI INGANNA CHI VI VEDE PER CHI SIETE REALMENTE.
LA GENTE CHE SI AMMAZZA, NON È NON UN SINTOMO DI UNA MALATTIA: SI AMMAZZA PER BUONE RAGIONI, PER CAUSA DI INDIVIDUI ESATTAMENTE COME VOI, VOI CHE PROVATE VERI E PROPRI DISTURBATI MENTALI SENZA AVERE ALCUNA DIAGNOSI EPPURE SIETE COSÌ EVIDENTI E RENDETE LE VITE DEGLI ALTRI INCUBI E INFERNI QUOTIDIANI.
IL MONDO SAREBBE UN POSTO MIGLIORE SENZA DI VOI, NON SENZA DI NOI. INUTILI DEPRAVATI E MALATTIE MENTALI IN POLTRONA E A PIEDE LIBERO. SIETE DA VERE CAMICIA DI FORZA. FACCE DA CAZZO.
MIGLIAIA DI GIUSTIFICAZIONI A VIOLENZE, DEPRAVAZIONI E ABUSI PER CIÒ CHE NON È RAZIONALMENTE GIUSTIFICABILE. BANDA DI EMERITE VERE E PROPRIE NULLITÀ E SPRECHI DI OSSIGENO.
MA A QUANTO PARE, I VERI DISTURBATI MENTALI FATTI DI SOLO MARCIUME MENTALE CAMPANO SOLO DEI DANNI DA ARRECARE AGLI ALTRI E NON HANNO MAI INTENZIONE DI TOGLIERSI LA VITA, CONSAPEVOLI DEI DANNI CHE FANNO AGLI ALTRI, DELLA GIOIA CHE PROVANO QUANDO CIÒ ACCADE. AL VALORE VI DIMOSTRATE SEMPRE E SOLO IL NULLA PIÙ TOTALE ALLA SOCIETÀ E ALL'INTERA UMANITÀ. NON SIETE ALTRO CHE PARASSITI MALATI CHE CERCANO INFETTARE LA SOCIETÀ E INTACCARE I SANI. POVERI COGLIONI CHE FATE PIETÀ E NON VE NE RENDETE CONTO.
GABRIELLA BON
FRANCESCA ANGELUCCI
SCOVINO LIVIA, LE VIOLENZE SULLA MINORE SI PAGANO CARE
MARELLO LUCIANO
ALESSANDRA GAVA
SIMONA AGOSTINIS
MARCO VISINTIN
CHERUBINA DI PONZIO, LE VIOLENZE SULLA MINORE SI PAGANO DARE
SCOVINO LUIGI, LE VIOLENZE SULLA MINORE SI PAGANO CARE
ORESTE E IL #FAMILA
E TANTI ALTRI INDIVIDUI IN #FVG. CHE VANTO E QUANTA LIBERTÀ.
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titosfriends4life · 11 months
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DISTURBI DA ATTACCHI DI PANICO O DISTURBO DI PANICO: COSA SONO❓
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Se i tuoi attacchi di panico diventano una presenza costante nella tua vita, potresti essere affetto da un disturbo noto come 'disturbo di panico'. In passato, questo problema era chiamato 'disturbo di attacchi di panico', ma ora è identificato con il nome 'disturbo di panico' poiché coinvolge non solo gli attacchi di panico in sé.
Per comprendere meglio, diamo un'occhiata più approfondita a cosa sia un attacco di panico. Un attacco di panico è una reazione a interpretazioni catastrofiche di eventi fisici e mentali, erroneamente percepite come segni di una tragedia imminente. È comune che chi soffre di attacchi di panico incontri difficoltà nell'uscire da soli, viaggiare in mezzi pubblici come treni e autobus, o persino guidare un'automobile.
Quali sono i dati e le cause alla base di questi attacchi di panico❓Chi ha maggiori probabilità di sperimentarli❓Gli studi indicano che gli attacchi di panico sono diffusi, soprattutto tra i giovani, specialmente le donne. Le statistiche mostrano che il 33% delle persone tra i 18 e i 25 anni ha vissuto l'esperienza del panico per la prima volta in tarda adolescenza o entro i 30 anni.
Gli esperti ritengono che periodi o eventi estremamente stressanti, come lutti, gravi malattie o abusi prolungati (da 6 a 8 mesi), possano scatenare il primo attacco di panico. Questo rischio è particolarmente elevato nelle persone con predisposizione genetica e psicologica ai disturbi d'ansia.
Altre circostanze, come la menopausa nelle donne o cambiamenti significativi nel ruolo di vita, come il pensionamento, possono anche innescare un attacco di panico. Inoltre, le preoccupazioni sulla salute personale o le sfide personali e professionali non affrontate possono accumularsi nel tempo, aumentando l'ansia e portando infine a un attacco di panico.
In alcuni casi, gli attacchi di panico possono derivare da disturbi psichiatrici primari più gravi, come il disturbo post-traumatico da stress, il disturbo depressivo maggiore o il disturbo bipolare.
Dopo il primo attacco di panico, ci sono fattori che possono alimentare ulteriormente il problema. Alcune persone sembrano avere una predisposizione familiare o biologica a monitorare attentamente le loro sensazioni interne, concentrando l'attenzione sulle situazioni temute per individuare eventuali segnali di un imminente attacco di panico. Questo può portare a una paura costante legata alle proprie sensazioni fisiologiche e a una conferma continua del pericolo.
Gli attacchi di panico hanno sintomi sia fisici che psicologici. Durante un attacco di panico, che inizia improvvisamente e può durare circa 20 minuti, possono verificarsi sintomi fisici come arrossamenti, sudorazione, tachicardia, nausea, vertigini, brividi di freddo, vampate di calore, formicolii, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto e difficoltà respiratorie. Spesso, chi vive l'attacco di panico tende a immaginare spiegazioni gravi per questi sintomi fisici, alimentando ulteriormente la paura e scatenando sintomi psicologici come la paura di morire imminente o di impazzire, la paura di perdere il controllo, lo stordimento, la sensazione di derealizzazione (il mondo appare strano e irreale) e la depersonalizzazione (sensazione di distacco dal proprio corpo o processi di pensiero).
Dato che non tutti coloro che sperimentano attacchi di panico sviluppano il disturbo di panico, è importante capire come viene diagnosticato questo disturbo. Scopri di più sulla diagnosi del disturbo di panico.
Se stai affrontando attacchi di panico ricorrenti o vuoi saperne di più su come diagnosticare il disturbo di panico, contattami ora. La tua salute mentale è importante, e sonoo qui per aiutarti a trovare la giusta soluzione. Non aspettare, prenditi cura di te stesso oggi stesso❗️
Tito Bisson
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psychoticit · 1 year
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29.06.23 | Berlino Il Gioco della Manipolazione Psicologica
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Si può tranquillamente dire che la maggior parte delle donne sia stata chiamata "crazy bitch" almeno una volta nella vita: l'insulto misogino di riferimento quando "si comportano male". Spesso, tale cattivo comportamento consiste nel manifestare una verità scomoda o la propria verità. Nella mistica orientale, la voce è associata al chakra della gola (Vishuddha), che è il canale di comunicazione attraverso cui l'anima e i suoi desideri interiori si esprimono e si manifestano nel mondo esterno e materiale. Voglio dire, Ariel è abbastanza impotente senza la sua voce ne "La Sirenetta" di Disney. Questo è il problema dello stigma della "crazy bitch": minimizza, delegittima e silenzia quella voce femminile e interrompe il collegamento tra interno ed esterno. Poiché ciò che dice viene liquidato come un discorso "pazzo", viene portata in uno stato di sottomissione in cui si adegua alla percezione maschile della realtà. Ad esempio, se una donna denuncia il comportamento del suo fidanzato, ad esempio flirtare con altre ragazze di fronte a lei o lasciare commenti sessualmente espliciti sui loro post su Instagram (sai chi sei), potrebbe essere liquidata come qualcuno che legge troppo nella situazione, che reagisce eccessivamente, insicura o gelosa: "Stai diventando una crazy bitch". Dovremmo guardare alla comica Leslie Jones, che urla: "Come osate chiamare una donna pazza, gli uomini sono altrettanto pazzi. Non riuscite a gestire i nostri corpi; impazzite guardando il nostro seno!".
Questo mi porta al mio secondo punto: il femminile è stato vittima del gaslighting per secoli. Dopotutto, l'isteria femminile del 1800 - che era una diagnosi medica legittima - si è trasformata nella "crazy bitch" del XXI secolo. Il gaslighting è un atto psicologico di manipolazione in cui una persona mina la realtà di un'altra persona negando o distorcendo i fatti sul loro ambiente al fine di controllare la narrazione. Come afferma Paige Sweet, un'accademica dell'Università del Michigan: "Penso al gaslighting come un tentativo di associare qualcuno all'etichetta 'pazzo'. Si fa sembrare qualcuno instabile e non credibile, si fa sentire loro che ciò che stanno vivendo non è reale, che se lo stanno inventando, che nessuno gli crederà". Penso che molte donne siano così spaventate dall'essere etichettate come pazze che la "Pick-me Girl" o la "Cool Girl", come si vede in "L'amore bugiardo" di Gillian Flynn (quando le cose vanno davvero male), prende il sopravvento e diventa la realtà.
Ma se ci si ferma a riflettere, il gaslighting ha successo solo se la vittima mette in discussione e dubita della propria percezione al punto da non fidarsi più di sé stessa e finisce per concordare con chi fa gaslighting. Anche se potrebbero non saperlo, il potere è veramente nelle loro mani. Pertanto, ogni gaslighting è una "prova" per scoprire sé stessi migliorando la capacità di discernere ciò che è vero da ciò che non lo è. È come Ariel e la sua voce: deve lottare per riacquistare il suo potere. Potrebbe essere chiamata "crazy bitch" nel farlo, ma ragazzi, dovete davvero chiedervi se volete sposare Ursula, perché è quello che otterrete se fate gaslighting. E ragazze, dovete anche chiedervi se volete diventare Ursula, perché è ciò che diventerete se non trovate la vostra voce (ancora una volta, vi prego di vedere "L'amore bugiardo").
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Prenditi cura di te adesso!!! ❤️
Ansia,depressione, attacchi di panico.....
servizio terapia psicologica anche online
AMAMENTE
Centro Psicologico e Logopedico per l'infanzia e la famiglia Milano - Via Pietro Calvi 5 | Via Cislaghi 6 [email protected] 331.1842704 - Dott.ssa Anna La Guzza www.centropsicologicomilano.it
Psicoterapia online
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scienza-magia · 2 years
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In aumento dei casi di malattie mentali post pandemia
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In tutto il mondo si registra un boom del consumo di farmaci psicotropi (ed è un problema).  Le prescrizioni sono cresciute del 4% ogni anno dal 2008 al 2019, con picchi nei paesi a più alto reddito. Un dato enorme che testimonia l’importanza sempre maggiore della salute psicologica, ma anche gli eccessi nelle prescrizioni Durante la pausa estiva mi sono imbattuto in uno studio, pubblicato nel 2021, realizzato dalla Research Department of Practice and Policy, UCL School of Pharmacy, London, UK, in collaborazione con altre diverse Università e centri di ricerca nel mondo (Arabia Saudita, Hong Kong, Cina ed altri), dove sono stati analizzati i dati mensili sulle vendite di farmaci psicotropi tra il 1° gennaio 2008 e il 31 dicembre 2019 (pre-Covid-19) in ben 65 paesi al mondo (8 paesi a basso reddito medio, 19 paesi a medio reddito medio superiore e 38 paesi ad alto reddito). Il consumo totale di medicina psicotropica includeva la vendita di antidepressivi, antipsicotici, tranquillanti, sedativi o ipnotici e stabilizzatori dell’umore. Ebbene, le vendite di medicine psicotropiche sono aumentate da 28,54 DDD (dose giornaliera definita) per 1000 abitanti al giorno nel 2008 a 34,77 DDD nel 2019, corrispondente a un aumento medio relativo annuo del 4,08%. L’aumento annuo assoluto è stato maggiore nei paesi ad alto reddito rispetto ai paesi a medio reddito medio superiore e paesi a basso reddito medio. Nel 2019, il consumo regionale di farmaci psicotropi variava notevolmente, con le vendite più alte di tutte le classi di medicina psicotropa segnalate nel Nord America e le vendite più basse segnalate in Asia. Spagna, Belgio e Portogallo in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia guidano il gruppo dei paesi dove si consumano – rispetto al numero di abitanti – le maggiori quantità di tali farmaci. Negli Stati Uniti in particolare un recente studio dei ricercatori della Columbia University Mailman School of Public Health e della Columbia University Irving Medical Center, ha dimostrato come l’uso di allucinogeni sia aumentato dal 2015 in generale e in particolare tra gli adulti di età pari o superiore a 26 anni, mentre l’uso sia diminuito negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni. Si stima che l’anno scorso oltre 5,5 milioni di persone negli Stati Uniti abbiano utilizzato allucinogeni.
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In Italia l’ultimo Rapporto realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei farmaci (OsMed) e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) segnala un aumento delle prescrizioni di antidepressivi del 2,4% nel 2021 rispetto all’anno precedente e che il 7% degli italiani in media ha assunto antidepressivi con punte al 10% in Toscana e Liguria. A questi vanno aggiunti gli antipsicotici (disturbo dell’umore, disturbo bipolare, etc.) il cui consumo dal 2014 al 2020 è aumentato del 20%. Grazie a una rete di 800 Medici di Medicina Generale sparsi sul territorio, è anche stato possibile raccogliere anche dei dati sulle nuove diagnosi e prescrizioni di antidepressivi, su un bacino di 119 mila utenti. Si contano 6,7 nuovi casi di depressione ogni 1000 pazienti – addirittura 9 casi per 1000 fra le donne – un 6,4% in più rispetto al 2020, anno non certo facile per la pandemia. Nel complesso, il 13% degli italiani e delle italiane presi in carico da questi 800 medici sentinella ha una depressione diagnosticata. Si tratta di percentuali in crescita dal 2019 per tutte le fasce d’età e aree geografiche. Convive con una diagnosi di depressione il 6% degli under45 esaminati, il 15,3% dei 46-65 enni, il 19,2% dei 66.74 enni, il 22,3% dei 75-84 enni e il 25,2% degli over 85. Il fenomeno è quasi certamente sottostimato: quante persone vivono una depressione senza chiedere reale aiuto e senza una diagnosi concreta da parte del medico? E il Covid-19? Secondo una ricerca pubblicata dall’American Psychological, le persone in tutto il mondo hanno sperimentato un aumento della solitudine durante la pandemia di Covid-19, che, sebbene piccola, potrebbe avere implicazioni per la salute mentale e fisica, la longevità e il benessere delle persone a lungo termine. I ricercatori hanno esaminato 34 studi provenienti da quattro continenti, principalmente in Nord America ed Europa, che hanno coinvolto più di 200.000 partecipanti totali, riscontrando un piccolo ma significativo aumento della solitudine durante la pandemia, in media un aumento di circa il 5% della prevalenza della solitudine nei singoli studi. «Sembra che la pandemia abbia aumentato la solitudine», ha affermato l’autrice principale dello studio, Mareike Ernst, PhD, della Johannes Gutenberg-University Mainz in Germania. Ernst e i suoi coautori volevano esplorare se cambiamenti come i blocchi, il distanziamento fisico e il passaggio al lavoro a distanza e alla scuola durante la pandemia abbiano aumentato la solitudine delle persone. Tali misure hanno indubbiamente aumentato l’isolamento sociale, ma la ricerca ha scoperto che l’isolamento sociale non porta sempre alla solitudine. L’isolamento sociale significa avere una rete sociale e poche interazioni con gli altri, mentre la solitudine è la sensazione dolorosa di avere insufficienti connessioni sociali o di qualità inferiore a quelle che una persona desidera. Secondo un documento scientifico pubblicato lo scorso marzo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel primo anno della pandemia di Covid-19 la prevalenza globale di ansia e depressione è aumentata del 25%. La salute mentale è giustamente tornata ad essere un tema centrale al pari di altre malattie. Dévora Kestel, Direttore del Dipartimento per la salute mentale presso l’OMS, riassume la situazione: «Sebbene la pandemia abbia generato interesse e preoccupazione per la salute mentale, ha anche rivelato un sottoinvestimento storico nei servizi di salute mentale. I paesi devono agire con urgenza per garantire che il supporto per la salute mentale sia disponibile per tutti». Molti paesi a basso reddito hanno meno di un operatore di salute mentale ogni 100.000 persone! Lo scorso agosto Il New York Times, a firma di Matt Richtel, riportava la lunga storia di Renae Smith, una ragazza (che frequentava all’epoca il liceo) che nella primavera del 2018 iniziò, dietro prescrizione medica, ad usare il Prozac. Nel corso degli anni del liceo, alla signora Smith sono stati prescritti 10 diversi farmaci psicotropi, non sempre simultaneamente ma in periodi sovrapposti, come mostrano le sue cartelle cliniche. Nel 2021, anno in cui si è laureata ne assumeva 7 (sempre dietro prescrizione medica). Tralascio per brevità il racconto delle sue sofferenze e di quelle dei suoi genitori e il NYT ben mette l’accento sulla «facilità» o «leggerezza» con la quale vengono in molti casi prescritti ad adolescenti tali farmaci. L’articolo cita (giusto per fare un esempio) i dati di Express Scripts, una farmacia per corrispondenza, che segnala come le prescrizioni di antidepressivi per gli adolescenti sono aumentate del 38% dal 2015 al 2019, rispetto al 12% per gli adulti. Nell’ottobre del 2021, i medici hanno scoperto il cancro alla tiroide della signora Smith. L’intervento chirurgico per rimuovere il tumore è andato a buon fine e la signora Smith sta meglio grazie a un nuovo psichiatra, al «lavoro interiore» e all’assunzione di un solo farmaco psicotropo. Il dottor Joshua Gordon, direttore del National Institute of Mental Health, intervistato dal NYT ha affermato che per i medici spesso la mancanza di prove chiare su come funzionano i farmaci può portare a mere congetture e alla prescrizione di più farmaci. «Il motivo per cui gli adolescenti finiscono con più farmaci è perché non abbiamo i farmaci che funzionano davvero per loro», ha detto. «Tutto ciò suggerisce che abbiamo bisogno di ulteriori ricerche». Un mercato che vale per quanto riguarda gli antidepressivi (secondo il rapporto “Antidepressants Global market Report 2020-30: Covid 19 Implications and Growth) circa 14,3 miliardi di dollari nel 2019 cresciuto raddoppiando a 28,6 miliardi di dollari nel 2020. Secondo FortuneBusinessInsights il mercato globale dei farmaci antipsicotici crescerà dai 15,50 miliardi di dollari del 2022 ai 24,74 miliardi di dollari entro il 2029. Cifre importanti che muovono interessi importanti. Ma la salute (mentale) non può essere oggetto di speculazione economica. Come se non bastasse, in un recente articolo pubblicato su Psychopharmacology, la Professoressa Anne Vingaard Olesen ricercatrice della danese Aalborg University e i suoi colleghi hanno analizzato la correlazione tra l’uso di droghe psicotrope e gli incidenti stradali. Confrontando i dati di 130.000 persone coinvolte in incidenti stradali con i dati di prescrizione dalla Danimarca tra il 1996 e il 2018 hanno dimostrato che l’uso di farmaci psicotropi è associato a un aumento del rischio di incidenti stradali. Nel frattempo, la Food and Drug Administration ha recentemente approvato un nuovo farmaco “Auvelity” prodotto da Axsome Therapeutics, che migliorerebbe i sintomi del disturbo depressivo maggiore (MDD) – noto anche come depressione clinica – a partire già da una settimana dalla somministrazione. Una caratteristica esclusiva, che lo rende il primo e unico farmaco orale ad azione rapida approvato per tale disturbo. Da quando il Prozac è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) nel 1987, l’uso di antidepressivi è quadruplicato negli Stati Uniti e più di un americano su 10 ora assume antidepressivi, la seconda categoria di farmaco più comunemente prescritto negli Stati Uniti, subito dopo i farmaci per abbassare il colesterolo. “Platone è meglio del Prozac” è il titolo del famoso libro di Lou Marinoff nel lontano 1999, libro controverso e caso editoriale di grande successo, dove con l’aiuto della filosofia l’autore cercava di spiegare la differenza tra approccio psicologico e approccio psichiatrico. Che Socrate sia meglio dell’Auvelity? Read the full article
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corallorosso · 3 years
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Stragi di Sassuolo e Vetralla, inutile cercare il ‘raptus’: qui siamo davanti a un’altra legge di Maurizio Montanari, psicoanalista La drammatica sincronia della strage di Sassuolo e di Vetralla ha un atroce comune denominatore: l’arcaica e indistruttibile convinzione del possesso della vita altrui da parte di alcuni uomini. (...) La donna come oggetto inalienabile, i figli come scarto sul quale esercitare il proprio desiderio di vendetta verso chi ha osato dubitare di questo non infrequente senso di possesso: sono queste le convinzioni inscalfibili di soggetti né pazzi né alienati, ma saldamente ancorati a questo modo di stare nel mondo che vivono tra noi. Se vogliamo non dico arrestare, ma quantomeno fare chiarezza su questo modo di intendere la vita propria e altrui, ogni sforzo deve esser fatto per strappare alla clinica la singolarità di questi individui. Dico quello che la clinica insegna ma che nei vari talk show e approfondimenti non mi pare ancora nessuno abbia detto: costoro non sono né redimibili, né “guaribili” e tantomeno approcciabili con intenti psicoterapeutici. La loro struttura di personalità fonde elementi di sadismo e perversione che ignora il senso di colpa, base sulla quale si innesta e prolifera, solo successivamente, un’antica cultura patriarcale a noi ben nota. Il loro universo è plasmato a loro immagine, la regola del possesso è indiscussa base della loro idea di famiglia. Come già scrissi, la donna e i bambini sono considerati un oggetto inalienabile, passibili di morte una volta che osino trovare la forza per liberarsi dalle loro spire possessive. Costoro obbediscono a questi codici, sono i detentori e gli estensori di questa legge. Punto. È, appunto, un’altra legge. Dunque le regole della convivenza civile non sono da costoro ignorate o sottovalutate, semplicemente non esistono. La legge deve, in questo caso, prendere il posto della clinica, la quale null’altro può fare che dichiarare la propria non competenza, giacché il sadismo e l’esercizio della violenza fisica e psicologica come strumenti di dominio non sono una ‘malattia guaribile’, quanto piuttosto definiscono i contorni di una personalità precisa, chiara e distinguibile. Nella mente di chi stermina la propria famiglia quando sente di non avere su di essa più alcuna presa, o di chi corre dietro al proprio figlio quasi fosse un coniglio e bloccandolo lo accoltella, non è pensabile, ed è eticamente indegno, andare alla ricerca del cosiddetto ‘raptus’ che possa aver innescato la mattanza. Chi ricorda la diagnosi di tempesta emotiva grazie alla quale un uomo reo di aver strangolato la moglie ottenne un alleviamento della pena? È sotto gli occhi di tutti che in questi anni abbiamo assistito a una sempre maggiore torsione della clinica forense artatamente utilizzata, in molti casi, per ottenere un alleggerimento delle condanne penali inflitte ai picchiatori di donne. Ricordo l’amarezza in sala, diverse estati or sono, quando partecipai alla presentazione del libro di Giovanna Ferrari Per non dargliela vinta, che descrive la vicenda della figlia ammazzata dal compagno ritenuto preda di uno “scompenso emozionale”. È da quel momento che ho iniziato, con interesse clinico, ad appuntarmi la sequela di diagnosi posticce sfornate per attenuare il peso della legge che gravava sulle spalle di tanti uxoricidi: “allentamento della capacità di intendere”, “disturbo dissociativo momentaneo” e, su tutti, l’immancabile “raptus”. La ricerca del suddetto raptus, dicevo, è fuorviante tanto quanto cercare un vulnus della psiche nella mente di chi, derubato della propria auto, o di un proprio animale domestico, si metta a rincorrere il ladro nella speranza di rientrane in possesso. Nessuno si sognerebbe di coinvolgere la vittima in un progetto di recupero, di modifica del proprio carattere, o andrebbe alla ricerca di un’ammissione della “colpa”. Per tutti è lecito, ammissibile e socialmente riconosciuto come giusto rincorrere chi ci ha derubato di un oggetto di nostra proprietà esclusiva per riaverlo, usando tutti o quasi i mezzi a disposizione. Ecco, è in questo modo che funziona l’animo di uomini di questo tipo: la moglie è roba mia. I figli sono roba mia, oggetti sui quali posso scaricare la vendetta allorquando ella osi distaccarsi da me. Un’altra legge, una declinazione di proprietà che non ammette deroghe. Se la leggiamo in questo modo, di colpo facciamo piazza pulita di tanto parlare a vanvera di recupero o cambiamento. La clinica offre una dura possibilità di rettifica personale a chi avverte su di sé un taglio, una sofferenza. Su chi opera una sofferente messa in discussione di comportamenti riconosciuti come dannosi per l’altro. Non può nulla contro chi ritiene la proprietà di un altro essere umano un dato non trattabile.
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giancarlonicoli · 3 years
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19 apr 2021 18:10
"LA MAGISTRATURA? UN POTERE AUTOREFERENZIALE PIÙ INTERESSATO ALLA POLITICA INTERNA CHE A QUELLA NAZIONALE" - L'AVVOCATO FRANCO COPPI PRENDE A LEGNATE LE TOGHE: "VEDO TROPPA ANARCHIA NEI TRIBUNALI, OGNI GIUDICE FA QUEL CHE GLI PARE E I PROCESSI SFOCIANO IN SENTENZE IMPREVEDIBILI. AVREI PAURA A ESSERE GIUDICATO DA QUESTA MAGISTRATURA - NON È AMMISSIBILE CHE SI DIVENTI MAGISTRATI, ACQUISTANDO DIRITTO DI VITA E DI MORTE SUGLI ITALIANI, DOPO DUE O TRE COMPITINI DI LEGGE. IL PROCESSO AD ANDREOTTI? NON SI SAREBBE DOVUTO TENERE. QUELLO A BERLUSCONI L'HO VINTO SUI FATTI. LE CENE DI ARCORE? CI SAREI ANDATO, E MI SAREI PURE DIVERTITO"
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Pietro Senaldi per "Libero quotidiano"
«La carriera non può basarsi solo sull' anzianità: il lavoro e le sentenze devono avere un peso negli avanzamenti, sennò anche ad alti livelli ti trovi davanti certa gente...» «Non bastano due o tre esami di diritto per decidere della sorte degli altri per tutta la vita. Vanno testate la morale e l'equilibrio di chi è chiamato a giudicare i cittadini»
«La verità è che la politica ignora i problemi della giustizia, che si abbattono soprattutto sui cittadini comuni, e che ai magistrati interessa più la loro politica interna, correntizia, piuttosto che quella del Palazzo. E la prova è che tutti parlano dei mali dell'amministrazione dei tribunali, però sono discorsi che sento da più di cinquant'anni senza che sia mai stata trovata una soluzione. Anzi, ho l'impressione che, più se ne parla, meno si fa e più i mali della giustizia si aggravano. Prenda la lunghezza dei processi: sembravano eterni già negli anni Settanta, oggi durano ancora di più La ragione di tutto questo? Sciatteria, è la prima parola che mi viene in mente».
C'è un uomo solo che può parlare delle relazioni tra magistratura e politica senza essere accusato di imparzialità, perché ha difeso da pesantissime accuse dei pm i due leader più longevi della storia della Repubblica, Andreotti e Berlusconi, e li ha fatti assolvere, ma non ha mai ceduto alle lusinghe del Parlamento, che pure lo ha corteggiato. La sua toga è immacolata, il suo nome è Franco Coppi.
L'avvocato più famoso d'Italia è disincantato, la passione per il diritto è la stessa di un ragazzino, malgrado gli 82 anni, la disamina è amorevolmente spietata, la diagnosi lascia poche speranze perché non si intravede volontà di ravvedimento operoso. «Riforme ne sono state fatte negli anni», per una volta il tono è quello della requisitoria e non dell'arringa, «ma stando ai risultati sono state quasi tutte inutili, non ho visto miglioramenti».
Franco Coppi, 82 anni, avvocato, giurista e accademico italiano Devo dedurne che la giustizia italiana è irriformabile?
«Nulla lo è, a patto che ci sia la volontà. Riformare davvero richiede il coraggio delle proprie decisioni e la disponibilità a esporsi a critiche anche feroci. Se pensi a quanti voti perdi se separi pm e giudici o se togli l'abuso d' ufficio, non vai da nessuna parte.
Devi fare quel che ritieni giusto, senza curarti delle conseguenze».
I politici dicono che riformare la giustizia è impossibile perché i giudici non vogliono
«Io penso invece che temano di perdere il consenso se toccano la magistratura».
Ma la magistratura non ha perso credibilità negli ultimi anni?
«Comunque meno della politica».
I politici dicono di temere la reazione dei pm, pronti a indagarli se smantellano il suo potere
«Io non credo che ci sia una guerra della magistratura contro la politica tout court. Non creiamo falsi problemi: la magistratura ha un potere enorme ma quello del legislatore è ancora più grande. Se il Parlamento avesse la forza di cambiare la legge, alla fine Procure e Tribunali sarebbero costretti ad assoggettarsi».
Secondo lei quindi è stata la politica a cavalcare la magistratura più che la magistratura a tenere sotto scacco la politica?
«Questa è un'analisi che contiene della verità: certo alcune parti politiche hanno speculato sulle disavventure giudiziarie degli avversari. Sgradevole che quasi sempre sia avvenuto prima della sentenza definitiva, che spesso è stata di assoluzione, come nei processi che ho seguito per Andreotti e Berlusconi. Però, se intendo il senso provocatorio della sua domanda, il fatto che una giustizia così screditata sia in un certo senso funzionale agli interessi della politica è una tesi suggestiva e non infondata».
Ma se la politica non è ferma per timore della reazione della magistratura, perché allora la subisce?
«Sudditanza psicologica? O piuttosto anche una forma strana di indifferenza rispetto ai problemi. Il Parlamento oggi sembra avere dimenticato il motto latino "Iustitia fondamentum regni": con istruzione e sanità, il funzionamento dei tribunali è il cardine di un Paese civile. Noi invece abbiamo messo anche la giustizia in lockdown, ma i danni sono irreparabili».
È così difficile apportare queste modifiche?
«Basterebbero 24 ore. Però temo che uno dei grandi problemi sia il deficit di competenza. La politica in realtà non sa dove mettere le mani per migliorare il diritto. Non ha gli uomini, dovrebbe appaltare la riforma della giustizia a una commissione di una dozzina di giuristi».
I giudici insorgerebbero subito
«Se le proposte fossero concrete e ragionevoli, non potrebbero opporvisi. E anche se lo facessero, chi se ne importa?».
Ritiene che le toghe siano troppo politicizzate?
«Di magistrati ne ho conosciuti tanti. Sono una piccola parte quelli condizionati dalla politica».
Captatio benevolentiae?
«Guardi, ho visto molti più giudici influenzati dall'opinione pubblica, dai giornali o dalle mode che dalla politica. C'è chi mi ha confessato, prima dell' udienza, di essersi fatto un'opinione guardando i talkshow».
Le intercettazioni di Palamara però hanno rivelato che Salvini è a processo perché ritenuto un avversario politico e non un sequestratore di immigrati
«Sarebbe una cosa spregevole».
Cosa pensa di quello che sta venendo fuori sulla magistratura?
«Non tutto è una novità, di certe cose si parlava da tempo. La cosa più sgradevole è il sistema di nomine, tutte raccomandazioni, dispute, calcoli: se fosse davvero così, sarebbe sconcertante».
Che quadro ne emerge della magistratura?
«Un potere autoreferenziale concentrato su se stesso, più interessato alla politica interna che a quella nazionale».
Vede segnali di pentimento nella casta in toga?
«Vedo imbarazzo nei molti magistrati onesti. È auspicabile che l' intera categoria si senta ferita».
Cambierà qualcosa?
«Per cambiare serve volontà. Quel che vedo non mi fa essere ottimista».
Bisognerebbe abolire l'Associazione Nazionale Magistrati?
«L' abolizione del parlamentino delle toghe è un problema che non mi sono mai posto. La sua esistenza mi lascia indifferente: se c'è, è naturale che si divida in correnti, ma i problemi veri della magistratura sono altri».
Quali, secondo lei?
«Vedo troppa anarchia nei tribunali, ogni giudice fa quel che gli pare e i processi hanno spesso sviluppi cervellotici, sfociano in sentenze imprevedibili. Avrei paura a essere giudicato da questa magistratura».
Colpa del Consiglio Superiore della Magistratura?
«Il Csm non può intervenire sui processi ma sui comportamenti deontologici dei giudici. È il capo degli uffici, il Procuratore o il Presidente del Tribunale che deve far lavorare i suoi sottoposti e mettere un argine a decisioni e comportamenti stravaganti. Solo che, appena lo fa, si parla di attentato all' indipendenza del giudice. Invece secondo me è indispensabile un capo che riprenda e metta ordine».
La sua ex collaboratrice, Giulia Bongiorno, ha detto che nell' esame di magistratura bisognerebbe inserire un test psicologico. Lei sarebbe d' accordo?
«Sono d' accordo che servirebbero mezzi di selezione più rigorosi. Non è ammissibile che si diventi magistrati, acquistando diritto di vita e di morte sugli italiani, dopo due o tre compitini di legge. Ci vorrebbero esami più articolati attraverso i quali saggiare anche la preparazione morale e spirituale e l' equilibrio psicologico e politico del candidato».
Ipotizza anche verifiche nel corso della carriera?
«Queste dovrebbero farle i capi dei giudici. In realtà credo che bisognerebbe dare più importanza alla produzione di un giudice per valutarne gli avanzamenti di carriera. Oggi si procede solo per anzianità, ma questo ti porta in processi importanti, magari in Cassazione, a trovarti davanti a giudici che mai avresti immaginato a certi livelli. Dovrebbero contare anche i processi vinti o persi e le sentenze impugnate o cassate. Come in tutti i lavori, il risultato deve avere un peso nella carriera. Trovo molte diversità nei livelli di preparazione di una toga rispetto a un'altra».
Si dice che i giudici non pagano mai per i loro errori
«Lavorare sotto il timore di uno sbaglio che può costare caro toglie serenità e distacco».
Però lei se sbaglia, paga
«Io non ho mai desiderato fare il giudice perché mi angoscerebbe l'idea di decidere sulla sorte di un uomo. Pensi che ci sono certi processi, dove non sono riuscito a far assolvere imputati che ritenevo innocenti, per i quali ancora non dormo la notte a distanza di anni».
Che qualità dovrebbero essere indispensabili per un giudice?
«A parte la preparazione tecnica, che non sempre riscontro, un giudice deve avere equilibrio e umanità, per ricostruire i fatti e valutarli. Deve essere dotato di un alto valore morale e sociale, perché diventa interprete della realtà che sta vivendo».
Si ha l'impressione che certe sentenze vogliano cambiare la società anziché seguirne l'evoluzione
«Talvolta nelle motivazioni dei verdetti c'è la volontà di impartire qualche lezioncina. Però quando parlo di valore morale non voglio dire intento moralizzatore, che è una cosa dalla quale il giudice dovrebbe sempre rifuggire».
Le mutazioni della società hanno portato anche a una proliferazione delle fattispecie di reato
«Alcuni nuovi reati sono inevitabili, come quello che punisce le comunicazioni sociali che manipolano il mercato. Altri sono gratuiti».
Tipo il femminicidio o i reati della legge Zan?
«Talvolta introdurre un nuovo reato serve al legislatore per levarsi il pensiero. C'è un problema sociale? Creo un reato e sparo una condanna, così ho la coscienza a posto e mi mostro sensibile. La realtà è che bisognerebbe depenalizzare, non creare nuovi reati; oggi abbiamo liti di condominio che finiscono in Cassazione».
Com'è cambiata la giustizia da che ha iniziato lei?
«Essendo anziano non vorrei passare per un laudator temporis acti, ma non posso evitare di constatare un degrado generale, nella magistratura quanto nell'avvocatura. Ricordo che un tempo, quando andavo ad ascoltare i grandi per imparare, c'erano livelli di discussione giuridica ben più alti. Oggi, a causa anche del carico di lavoro eccessivo, i tribunali sono diventati delle fabbriche del diritto, le sentenze vengono scritte in fretta. Ma sono nostalgico anche per quanto riguarda la cifra stilistica: girando per le aule mi sembra che manchino l'eleganza e il decoro di un tempo».
È stato più facile far assolvere Andreotti o Berlusconi?
«Quello di Andreotti è un processo che non si sarebbe dovuto tenere».
E quello di Berlusconi, l'ha vinto in punta di diritto?
«No, l'ho vinto sui fatti: quelli contestati non configuravano un reato».
Però si era messa male
«Per vincere non ho dovuto scalare le montagne, molto lavoro era stato fatto dai miei predecessori, io ho dovuto solo convincere i giudici che la qualificazione giuridica dei fatti portava necessariamente all' assoluzione».
Fortuna che quella volta non si è imbattuto in un giudice moralista?
«Non sono un mondano, la sera preferisco stare a casa con mia moglie e le mie figlie, abitiamo tutti vicini. Però alle cene di Arcore ci sarei andato, e mi sarei pure divertito».
Perché ha chiamato il suo cane Ghedini?
«Perché me l' ha regalato proprio Niccolò. Io sono un grande cinofilo. Il cane si chiama Rocki, io gli ho dato un cognome, ma è un gesto d' affetto verso chi me l' ha donato. Mi ha fatto un regalo che mi ha commosso e del quale gli sarò sempre grato».
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wdonnait · 9 months
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Sentirsi Agitati Senza Motivo: Cause, Sintomi e Strategie di Gestione
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Sentirsi Agitati Senza Motivo: Cause, Sintomi e Strategie di Gestione
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La sensazione di agitazione senza motivo apparente può essere un’esperienza confusa e frustrante. Questo stato emotivo può manifestarsi in modi diversi da persona a persona, ma condividere informazioni e comprenderne le cause è fondamentale per affrontarlo in modo efficace. In questo articolo, esploreremo le possibili cause di sentirsi agitati senza motivo apparente, i sintomi associati e alcune strategie per gestire questa situazione.
Cause Comuni della Sensazione di Agitazione
Stress Cronico: Lo stress persistente legato al lavoro, alla vita familiare o ad altre sfide può portare a un costante senso di agitazione. La mente e il corpo possono reagire in modo eccessivo a situazioni stressanti, anche se non sembra esserci un motivo immediato per sentirsi così.
Ansia Generalizzata: L’ansia generalizzata è un disturbo caratterizzato da preoccupazioni eccessive e irrazionali su vari aspetti della vita quotidiana. Queste preoccupazioni costanti possono portare a uno stato di agitazione costante.
Disordini del Sonno: La mancanza di sonno di qualità o i disturbi del sonno come l’insonnia possono contribuire all’agitazione durante il giorno. Un sonno insufficiente influisce negativamente sulla stabilità emotiva.
Carenza Nutrizionale: Alcune carenze vitaminiche, come la carenza di vitamine del gruppo B, possono influire sul benessere mentale, causando sensazioni di agitazione.
Cambiamenti Ormonali: Le fluttuazioni ormonali, come quelle legate al ciclo mestruale nelle donne o ai cambiamenti nell’equilibrio ormonale nei periodi di vita come l’adolescenza o la menopausa, possono provocare cambiamenti nell’umore e nell’agitazione.
Condizioni di Salute Mentale: Disturbi dell’umore come la depressione e il disturbo bipolare possono causare episodi di agitazione. È importante consultare un professionista della salute mentale per una diagnosi accurata.
Sintomi dell’Agitazione Senza Motivo Apparente
I sintomi associati alla sensazione di agitazione possono variare da persona a persona, ma comunemente includono:
Nervosismo: Una sensazione costante di ansia o preoccupazione.
Irritabilità: Una maggiore reattività e irritabilità nei confronti di piccoli fastidi.
Tensione Muscolare: Muscoli tesi o doloranti a causa della tensione.
Difficoltà a Concentrarsi: Uno stato mentale confuso che rende difficile concentrarsi o prendere decisioni.
Palpitazioni: Aumento del battito cardiaco.
Strategie di Gestione dell’Agitazione
Pratica di Tecniche di Rilassamento: Tecniche come la meditazione, la respirazione profonda e lo yoga possono aiutare a ridurre la tensione e l’agitazione.
Esercizio Fisico Regolare: L’attività fisica rilascia endorfine che possono migliorare l’umore e ridurre l’agitazione.
Dieta Equilibrata: Assicurarsi di avere una dieta equilibrata ricca di nutrienti può aiutare a mantenere stabile l’umore.
Gestione dello Stress: Imparare a gestire lo stress attraverso la pianificazione, la gestione del tempo e la condivisione dei problemi può ridurre l’agitazione.
Consulenza Psicologica: Se l’agitazione persiste o è associata a disturbi mentali, la consulenza da parte di uno psicologo o di uno psichiatra può essere estremamente utile.
In conclusione, sentirsi agitati senza motivo apparente può essere una sfida, ma con una comprensione delle possibili cause e l’adozione di adeguate strategie di gestione, è possibile migliorare il benessere emotivo e ridurre l’agitazione. Se questa sensazione persiste o peggiora, è sempre consigliabile consultare un professionista della salute mentale per una valutazione accurata e un supporto appropriato.
Esercizi per togliere l’asia
Gli esercizi fisici possono essere un ottimo modo per alleviare l’ansia e migliorare il tuo benessere emotivo. L’attività fisica rilascia endorfine, che sono noti come “ormoni della felicità” e possono contribuire a ridurre lo stress e l’ansia. Ecco alcuni esercizi che puoi considerare:
Camminata o Corsa Leggera: Una semplice camminata o una corsa leggera all’aperto o su un tapis roulant può aiutarti a rilassarti e a liberare la mente dallo stress.
Yoga: Il yoga combina movimenti fluidi con la respirazione consapevole, promuovendo il rilassamento e la riduzione dello stress. Ci sono molte pratiche di yoga specifiche progettate per affrontare l’ansia.
Pilates: Il Pilates è un tipo di allenamento che si concentra sulla forza del core, la flessibilità e la respirazione. Può aiutare a migliorare la postura e a ridurre la tensione muscolare.
Nuoto: Il nuoto è un ottimo esercizio a basso impatto che coinvolge tutto il corpo. L’acqua può avere un effetto calmante e rilassante.
Tai Chi: Il Tai Chi è una forma di movimento lento e meditativo che promuove il rilassamento e la concentrazione. È particolarmente utile per ridurre lo stress.
Sollevamento pesi: L’allenamento con i pesi può aiutare a rilasciare la tensione muscolare e a migliorare la forza fisica. Anche se potrebbe non sembrare intuitivo, l’allenamento con i pesi può essere benefico per l’ansia.
Stretching: Lo stretching regolare può aiutare a mantenere la flessibilità muscolare e ridurre la tensione corporea. Puoi praticare lo stretching da solo o come parte di una routine di esercizio più ampia.
Attività Aerobica: L’attività aerobica come il ciclismo, l’aerobica o il ballo può aumentare i livelli di energia e migliorare l’umore.
Meditazione in Movimento: Alcune persone trovano utile la meditazione in movimento, come camminare lentamente in modo consapevole, per ridurre l’ansia. Durante l’attività, concentra la tua attenzione sulla sensazione del corpo e sulla respirazione.
Respirazione Profonda: Anche se non è un esercizio fisico tradizionale, la respirazione profonda può aiutarti a calmare il sistema nervoso. Pratica la respirazione profonda mentre ti concentri sul tuo respiro, inspirando lentamente attraverso il naso e espirando attraverso la bocca.
Ricorda che l’importante è trovare un tipo di esercizio fisico che ti piaccia e che sia adatto alle tue capacità fisiche. L’ansia può variare da persona a persona, quindi è fondamentale trovare l’attività che funziona meglio per te. Consulta sempre un professionista della salute prima di iniziare una nuova routine di esercizio, specialmente se hai condizioni mediche preesistenti.
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