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#buddismo
ross-nekochan · 7 months
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È stata una settimana difficile.
Come avevo accennato, i giapponesi me lo hanno messo nel culo e dallo scorso Venerdì ho cominciato un training sui network, che durerà fino a Giovedi prossimo. Più che training, lo definirei "self-training", dato che l'insegnante è teoricamente a disposizione per eventuali domande, ma non insegna niente, per cui se non sai dove e come si inseriscono i cavi LAN, se non sai quali sono i comandi per creare una vlan ecc, arrivederci e buonanotte. Fortunatamente per me, in questo training c'era un mio coinquilino indiano e una cinese già avviata su queste cose con cui avevo già trascorso i due giorni in sede (anche se non abbiamo fatto un cazzo e non è che avessimo parlato tanto, però comunque ci salutavamo e questo è già tanto in questo paese, posso assicurare), per cui da qualche domanda su qualche dubbio random, siamo passati da essere quattro team da 2 persone a un solo team con tutti dentro e questo ha aiutato tutti a capire, a imparare e a riuscire a fare ciò che ci avevano assegnato di fare in relativamente poco tempo.
La mia routine in questi giorni comincia alle 6:00 del mattino. Prendo il treno pieno zeppo di salaryman e ragazzini che vanno a scuola lontanissimo da casa, sperando con tutto il cuore che qualcuno scenda a fanculo per prendere il suo posto a sedere così dormicchio un altro poco, perchè altrimenti sto 1h e passa in piedi e finisco per chiudere gli occhi così dalla stanchezza. Tutto ciò per arrivare in sede intorno alle 8:30 perché in questo paese se cominci alle 09:00 e arrivi puntuale allo stesso orario, sei in ritardo, dato che alle 09:00 devi solo timbrare ed essere già pronto a lavorare immediatamente. La giornata lavorativa finisce alle 18:00 sempre se non hai nessun meeting per eventuali colloqui (che hanno la priorità sui training) fissati alle 17:30 e che possono prolungarsi anche oltre l'orario stabilito. Prendi il treno, con la stessa speranza di riuscire a trovare un posto per dormicchiare e arrivi alla stazione di casa alle 19:00 circa. Poi vado in palestra per finire alle 21:00/21:30. Mentre torno a casa si fanno le 22:00 e passa e fortunatamente ho avuto l'accortezza di prepararmi tutti i pasti nel weekend così ho solo da scaldarli al microonde per mangiare la cena. Tra cena e chiacchiere generali si fanno quasi sempre le 23:00 o mezzanotte. Il giorno dopo di nuovo sveglia alle sei del mattino con solo 6h di sonno addosso, quando io per funzionare ho bisogno di almeno 8h. Tutto questo, se protratto per tutta la settimana, può far capire quanto poco ho dormito in questi giorni e quanto stanca io possa sentirmi (una notte ho dormito solo 5h).
Eppure questa è la normalità giapponese. Ultimamente mi fa molto ridere vedere su IG post italiani sul burnout, sulla settimana lavorativa corta, sulla tossicità del posto di lavoro e vedere i commenti di tutti che, giustamente, si lamentano. Ma vi dovete considerare privilegiati e fortunati per questo. Perché almeno in Italia esiste un dibattito su questi temi e certe cose hanno cominciato ad essere messe in discussione.
Qui no. Qui non si vede nemmeno l'ombra di un dibattito e di una messa in discussione. È così, funziona così, basta, non ci puoi fare niente. Non ci puoi fare niente se non hai una vita oltre il lavoro, se puoi dormire solo 5/6h a notte ed essere talmente stanco da dormire ogni minuto possibile in treno e se sei in bornout senza manco saperlo. Lo fanno tutti e lo fai anche tu: tutti già pronti alle 7 per aspettare il treno, tutti a dormire sia seduti che in piedi, tutti con la faccia da zombie per raggiungere il posto di lavoro lontano anche 40km da casa. E i treni sono piedi zeppi come l'uovo al mattino - per far capire quanto dire "tutti" significhi letteralmente "tutti" (oltre per far capire che culo possa essere trovare un posto a sedere).
E la mentalità del "è così, basta, non ci puoi fare niente" deriva da un concetto culturale e religioso semplicissimo. Tutto il mondo euro-americano non fa che elogiare il buddismo, specie quello zen. Perché mette al centro l'armonia, la calma dell'anima, l'accettazione stoica del momento presente per poter raggiungere la pace interiore. Ebbene, questa mentalità che sembra essere così affascinante, porta il popolo asiatico ad accogliere passivamente pure la merda di vita che fanno. Non si mette in dubbio più niente, devo solo seguire il flusso, subire passivamente quello che mi succede perché è normale così e perché "non ci posso fare niente".
In giapponese esiste l'espressione 仕方がない (letto: shōganai/shikata ga nai) proprio per dire:"non c'è altro modo" e quindi "non ci puoi fare niente", lo devi fare e basta. E lo dicono praticamente sempre, per tutto: durante il training nessuno ti spiega niente e devi fare tutto da solo? E vabbè, shōganai. La tua vita fa schifo perché è solo lavoro e treno? Shōganai. Il capo ti dà task impossibili che ti fanno rimanere in ufficio fino alle 21? Shōganai. Tante compagnie stanno togliendo lo smartworking perché si sono finalmente accorti che l'emergenza covid è finita? Shōganai.
Ma SHŌGANAI UN CAZZO. Vi dovreste incazzare, dovreste urlare dicendo: no, questa cosa non ha letteralmente senso quindi BASTA, non sono d'accordo, io non la faccio, vaffanculo. E invece loro no. Questi accettano passivamente tutto quello che accade nella loro vita ed è per questo motivo che sono una società arretrata di morti ambulanti che vedono la morte fisica come l'unica via di fuga. Perché non sanno vedere oltre. Perché nessuno glielo ha insegnato.
Quanti padri sto vedendo in questi giorni di mattina alle 7 nel treno e la sera alle 22 per strada e penso: questi quando li vedono la moglie e i figli se tornano alle 22 a casa (che in Giappone è come dire le 24 per gli italiani) dopo le cene aziendali dove spesso si ubriacano pure male? Che senso ha? E i ragazzini persino delle elementari e medie che alle 7 già stanno in strada o sui treni per raggiungere la scuola, i genitori che cazzo hanno nel cervello per preoccuparsi più che i figli vadano nella scuola rinomata piuttosto che pensare alla loro salute mentale?
Ma qua la salute mentale è un altro dibattito che semplicemente non esiste. Si fa così, si è sempre fatto così e non ci si fanno domande perché la loro testa è fatta in modo da non riuscire a vedere una via alternativa. E se da una parte ti verrebbe da dire "Madonna però poverini", dall'altra il suggerimento che mi viene da europea è pure "aò scetati perché se stai come na merda la colpa è pure tua che non fai letteralmente un cazzo per cambiare la situazione".
Per cui al merdoso shōganai giapponese, io ribatto con l'intelligenza italiana del "chi è causa del suo mal, pianga se stesso".
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nick-sara · 3 days
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La cosa più importante
è non smettere
di credere
che si può sempre ricominciare.
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schizografia · 7 months
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Mi sono occupato molto di buddhismo, per un certo periodo. Mi credevo buddhista, ma in fondo mi sbagliavo. Alla fine ho capito che non avevo niente del buddhista, e che ero prigioniero delle mie contraddizioni, dovute alla mia indole. Allora ho rinunciato a quell’orgogliosa illusione, e ho detto a me stesso che dovevo accettarmi com’ero, che non valeva la pena di parlare in continuazione di distacco, visto che sono piuttosto un frenetico. Dopo aver accettato le contraddizioni ho scoperto che, anche se non si trattava di una forma di equilibrio, almeno stavo molto meglio di quando vivevo nella menzogna. La cosa terribile, quando uno pratica la filosofia orientale, è che questa gli dà una versione lusinghiera e compiaciuta di se stesso. Crediamo di essere al di là di tutto e di tutti, ma alla fine superiamo questo stadio, giungendo alla conclusione che siamo dei poveracci. Sono cambiamenti necessari, perché non è possibile crearsi un’immagine ideale di se stessi, un’immagine omogenea.
Emil Cioran
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flower-faerie-world · 4 months
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29 - 545 | one flower a day
The national flower of Japan, the cherry blossom – or Sakura, represents a time of renewal and optimism. The pops of pink mark the ending of winter and signify the beginning of spring. Due to their quick blooming season, cherry blossoms also symbolize the transience of life, a major theme in Buddhism.
It symbolizes both life and death, beauty and violence. As the coming of spring promises new life, so the blooming of cherry blossoms brings a sense of vitality and vibrancy.
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gianca102 · 5 months
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dedoholistic · 4 months
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Il Salotto Virtuale di Maria Teresa De Donato su Mobmagazine presenta:
“Rinascerò in Tibet” di Samar Darkpa
(Raccolta poetica - Fiori D’Asia Editrice)
Recensione di Maria Teresa De Donato
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milanson · 5 months
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small spoiler for the art of my oc. You never know, do any of my long-time readers remember the “Asian” guy with purple skin who supposedly pretends to look like Buddha? Well, this is a girl from this Art, the same type as him. If so, before, in appearance I relied more on Southeast Asia, or some Japan and Korea, then I decided to take the Turkic peoples as a basis
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kaffe-mania · 1 year
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Tutti gli aggregati fisici o mentali sono causa di sofferenza qualora li si voglia trattenere ed essi cessino, oppure si voglia separarsene ed essi permangano.
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titosfriends4life · 6 months
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L'IKIGAI: UNA PROFONDA ESPLORAZIONE DELLA FELICITÀ
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L'ikigai, un concetto giapponese, rappresenta il nostro motivo di vita, ciò che ci spinge a vivere ogni giorno con passione e significato. È la somma di diversi elementi che insieme plasmano la nostra visione del mondo e il senso che attribuiamo alla nostra esistenza.
Esplorare l'ikigai significa comprendere le quattro dimensioni fondamentali che sono la chiave di accesso alla felicità duratura:
Quello che amiamo: Le nostre passioni, ciò che ci appassiona e ci rende veramente felici. Questo può essere un'attività, un'arte, un obiettivo.
Quello che gli altri amano di noi: La percezione che gli altri hanno di noi, ciò che apprezzano o ammirano in noi. Spesso questo coincide con le nostre qualità uniche.
Quello che sappiamo fare: Le nostre abilità, competenze e talenti unici che possiamo offrire al mondo. È il nostro bagaglio di conoscenze.
Quello che possiamo fare per il mondo: Come possiamo contribuire al benessere degli altri e al miglioramento della società. È legato all'impatto che desideriamo creare.
Il percorso verso l'ikigai richiede una profonda auto-riflessione:
Identificare i valori e gli ideali personali: Ciò che è veramente importante per noi.
Riconoscere la passione e ciò che ci motiva: Ciò che ci spinge ad alzarci ogni mattina e rende la vita significativa.
Capire come possiamo contribuire: Scoprire come le nostre abilità e passioni possono essere utili agli altri.
Esempi di trasformazione attraverso l'Ikigai:
Storia di Laura: Laura ha sempre amato cucinare e si rende conto che vuole condividere la sua passione. Avvia un'attività di catering che non solo le permette di esprimere la sua creatività, ma offre anche pasti sani e deliziosi per le persone occupate del suo quartiere. Questo la fa sentire appagata, contribuendo al benessere degli altri.
Storia di Matteo: Matteo ha sviluppato una passione per la fotografia e ha una competenza straordinaria nel catturare momenti speciali. Decide di unire le sue abilità alla sua passione per l'aiuto agli altri e inizia a lavorare come fotografo per organizzazioni no-profit. Ora cattura i momenti toccanti delle missioni umanitarie e aiuta le organizzazioni a raccogliere fondi per cause sociali.
Questi sono solo alcuni esempi, ma mostrano come individui diversi possono scoprire e realizzare il loro Ikigai, integrando passioni, abilità, valori e bisogni del mondo circostante.
Spesso, raggiungere l'ikigai richiede tempo e impegno, ma è un viaggio che può trasformare profondamente la nostra vita. È un cammino in cui investire le risorse e decidere la direzione che desideriamo per la nostra esistenza. Se desideri esplorare ulteriormente questo viaggio alla scoperta del tuo ikigai e desideri supporto nell'analisi dei tuoi valori e delle tue passioni, sarò lieto di essere il tuo sostegno in questo viaggio. Contattami per iniziare questo straordinario percorso verso la scoperta del tuo ikigai.
"Scopri il tuo Ikigai e avvicinati alla felicità duratura! Inizia oggi il tuo viaggio verso la realizzazione personale e la gioia autentica. Contattami per iniziare questa meravigliosa esplorazione della tua esistenza e dare il significato che meriti alla tua vita!"
Tito Bisson
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lucadea · 6 months
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Lo splendido Tempio Bai Dinh in Vietnam
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Lo splendido Tempio Bai Dinh in Vietnam. Uno dei complessi di templi più grande del Vietnam e di tutta l'Asia. Nella splendida regione di Ninh Binh. Si sviluppa in un'area molto estesa (tanto che per raggiungere il cancello principale si possono utilizzare, a pagamento, dei minivan elettrici) ed è tutto in salita. Sulla sommità il tempio originale al quale dal 2010 si sono aggiunti una serie di nuovi edifici e statue. Nella foto potete vedere l'ingresso principale e, a destra, la imponente torre (stupa) visibile da molti chilometri di distanza. Sei mai stato in Vietnam o vorresti andarci?  The splendid Bai Dinh Temple in Vietnam - Le splendide temple Bai Dinh au Vietnam - El espléndido Templo Bai Dinh en Vietnam - O esplêndido Templo Bai Dinh no Vietnã - Der prächtige Bai-Dinh-Tempel in Vietnam - Chùa Bái Đính tráng lệ ở Việt Nam - 越南辉煌的白亭寺 - ベトナムの華麗なバイディン寺院 Read the full article
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cinemanlife · 7 months
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Il passato non poteva essere nient'altro, perché altrimenti lo sarebbe stato.
(Gianluca Gotto in Succede sempre qualcosa di meraviglioso; Foto: 19/09/23, Pianoro, Bologna)
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patriziaferrithings · 10 months
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Qualunque fiore tu sia
Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo, sboccerai. Prima di allora una lunga e fredda notte potrà passare. Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento. Perciò sii paziente verso quanto ti accade e curati e amati senza paragonarti o voler essere un altro fiore, perché non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è. E quando ciò accadrà, potrai…
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Ecco tutti i miei libri: https://amzn.to/3NQGG40 #zen #meditazionezen #zendaya #meditazioneguidata #positivo #pensieropositivo #coscienza #risveglio #buddha #buddismo #buddismozen https://www.instagram.com/p/CiHY7U0MAsY/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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aledelvino · 1 year
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L'indecisione è causa di infelicità. #si #yes #no #forse #maybe #indecisione #indecision #infelicità #unhappy #unhappiness #buddha #buddhism #buddismo #buddhismo #filosofia #zen #zenbuddhism #yellow #light #pensieri #thoughts https://www.instagram.com/p/CpwJd5uo0Z0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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aradxan · 2 years
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sophiaepsiche · 1 year
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Ajahn Chah citazioni
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Sulla natura della meditazione come conoscenza di sé
‘È solo quando rendiamo la liberazione dal dolore il nostro obiettivo ultimo che siamo sul giusto sentiero, niente di meno.’
‘La via d’uscita dalla sofferenza è la stessa meditazione. Detto in modo semplice, dobbiamo avere consapevolezza. Consapevolezza è conoscere, presenza mentale.’
‘Se siamo abili non ci aggrappiamo, lasciamo che le cose siano. Diventiamo ‘colui che conosce’.’
‘La conoscenza che sorge dalla pratica che conduce a una mente serena e la conoscenza che proviene dallo studio sono davvero lontane l’una dall’altra. La conoscenza che proviene dallo studio non è vera conoscenza della nostra mente.’
‘Il Buddha non elogiò chi crede agli altri, elogiò chi conosce se stesso’
‘Siccome le persone non osservano se stesse, non capiscono veramente cosa succede nella vita.’
‘Dicono di avere molte responsabilità e di non avere perciò tempo per la meditazione. Io chiedo: ‘[…] Avete tempo di respirare?’ ‘Sì’, rispondono. ‘Allora come potevate avere il tempo di respirare se il lavoro è così frenetico e caotico?’
‘Tutto quello che dobbiamo fare è cercare di essere consapevoli. Continuate solo a provare a entrare dentro di voi per vedere con chiarezza. Questa è meditazione.’
‘Quel che importa è essere consapevoli di voi stessi, ovunque siate e qualsiasi cosa stiate facendo.’
‘Da questo momento in poi la vostra consapevolezza si terrà lontana dal mondo esterno e sarà indirizzata all’interno, per focalizzarsi sulla mente.’
‘Il mondo scomparirà gradualmente dalla vostra consapevolezza e la mente non andrà più a svolgere alcuna attività esteriore. È come se foste entrati nella vostra ‘casa’, dove tutte le facoltà dei vostri sensi si sono riunite per formare un’unità compatta.’
‘Conservate sempre la presenza mentale e la consapevolezza. Samadhi significa che la mente è salda e incrollabile, e non è che la meditazione si pratica solo da seduti. Quando continuate la vostra vita quotidiana, rendete la mente ferma e stabile e mantenete sempre questo senso di saldezza come oggetto mentale.’
‘Dovreste continuare a praticare e a sviluppare costantemente la presenza mentale, senza mollare.’
‘Insegno spesso che se non si pratica con costanza, si tratta solo di gocce d’acqua. Gocce d’acqua perché la pratica non è un continuo e ininterrotto fluire. Sati (la consapevolezza) non è sostenuta in modo uniforme. Il punto importante è che la mente pratichi e non faccia altro. Il corpo non pratica. È la mente a farlo, è la mente che pratica. Se lo comprendete con chiarezza, vedrete che non dovete necessariamente sedervi in meditazione formale perché la mente conosca il samadhi. È la mente che pratica. Dovete farne esperienza e comprenderlo da voi stessi, nella vostra mente.’
‘Non appena lo capite da voi stessi, inizierete a sviluppare la consapevolezza nella mente sempre e in ogni postura. Se state facendo fluire sati in modo costante e ininterrotto, è come se le gocce assumessero la forma di un flusso d’acqua corrente dolce e continuo. Sati sarà presente nella mente di momento in momento e, di conseguenza, ci sarà sempre consapevolezza degli oggetti mentali. Se rendiamo la mente contenuta e composta senza interruzioni mediante sati, ogni volta che sorgono stati mentali salutari o non salutari saprete quali sono gli oggetti mentali che li causano. Conoscerete la mente che è calma e la mente che è confusa e agitata. Praticherete in questo modo ovunque andiate. Se addestrerete così la mente, la vostra meditazione maturerà velocemente e con profitto.’
‘Cercate di praticare in modo costante. Guardate gli svantaggi della pratica priva di costanza e sincerità e cercate di sostenere uno sforzo più mirato e continuo.’
‘Se praticate in un ritiro, non parlate per sette giorni e poi andate a indulgere per un po’ di mesi, non conta quanto rigorosamente abbiate praticato quei sette giorni, non otterrete alcun durevole vantaggio da quella pratica. Praticando così non andrete proprio da nessuna parte. In molti luoghi in cui si insegna meditazione questo problema non viene preso in reale considerazione o lo si trascura del tutto’
‘Il Buddha voleva che noi contemplassimo sempre’
‘Il Buddha disse: ‘la distrazione è la via per la morte’’
‘Ognuno dovrebbe essere il testimone di se stesso’
‘Gli insegnamenti che gli altri possono darti servono a indicare il sentiero, ma non è vera conoscenza.’
‘È come se il Buddha ti prendesse e ti portasse all’inizio del sentiero, dicendoti: ‘questo è il sentiero, percorrilo’. Non ti aiuta a camminare. Devi farlo da te.’
‘Ognuno si illumina da se stesso’
‘Devi solo praticare con tutto il cuore e arriverai alla vera comprensione; la pratica ti porterà nello stesso posto di cui parlano gli insegnamenti.’
‘Rendi te stesso un rifugio per te stesso’
‘Il vero rifugio è il cuore, nient’altro.’
‘Ove c’è confusione, proprio lì può sorgere la pace. Quando la confusione è penetrata dalla comprensione, quel che resta è la pace.’
‘’Rendere la mente vuota’. È vuota ma è ancora attiva. Questa vacuità è una cosa che di solito la gente non capisce; solo chi la raggiunge capisce il suo reale valore. Non è la vacuità del non avere nulla, è una vacuità interna alle cose che sono qui.’
‘Non è una vacuità in cui non c’è nulla, non è così. La gente che capisce in questo modo, sbaglia completamente.’
‘Il Buddha è ancora qui. Il Buddha è Verità. Indipendentemente da chi nasca o muoia, la Verità è ancora qui. Noi dovremmo avvicinarci al Buddha, dovremmo entrare in noi stessi e trovare il Dhamma.’
Dal libro ‘Insegnamenti’ Ajahn Chah scarica pdf o ascolta audiolibrio
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